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Riserve naturali

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    Riserve naturali


    Riserva naturale I Giganti della Sila

    gigantidellasila

    - Fonte -

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica "I Giganti della Sila" interessa un'area di 5,4 ettari di pineta (a circa 1.400 metri di quota) di pino laricio con esemplari plurisecolari; si trova nel Comune di Spezzano della Sila (CS), nella località Fallistro.

    Descrizione

    Nella Riserva Naturale Biogenetica Statale "I Giganti della Sila" la specie forestale dominante è il pino laricio che forma una fustaia disetanea che va dai 350 e più anni di età dei cosiddetti "Giganti", ai 120 anni della pineta matura, fino ai 10-15 anni della rinnovazione naturale. Le piante più vecchie (tutte numerate) sono poco più di 50 di pino laricio, oltre ad alcuni esemplari di acero montano. Il pino larcio più imponente ha un diametro di di 187 cm e un'altezza di 43 metri circa. Nel piano intermedio è presente il faggio, il melo selvatico e qualche castagno, mentre ai margini della riserva si trovano esemplari di pioppo tremulo. La Riserva rappresenta un importante relitto dell'antica foresta che, fino alla fine del XIX secolo, ricopriva gran parte del territorio silano, prima di essere sacrificata per rifornire di legname pregiato il giovane Regno d’Italia. La fauna, tipica delle zone silane e appenniniche, è limitata dalle ridotte dimensioni della riserva.

    giganti+della+sila

    - Fonte -

    La Riserva naturale I Giganti della Sila, nota anche come Riserva naturale del Fallistro dal nome della località in cui si trova, è un'area naturale protetta statale istituita nel 1987 in Calabria, nella provincia di Cosenza. Quest'area protetta è nota in quanto ospita i famosi "Giganti della Sila" o "Giganti di Fallistro", pini larici ultracentenari di dimensioni maestose, i cui tronchi formano un perfetto colonnato naturale. Tali tronchi possono innalzarsi fino a 45 metri di altezza e avere un diametro alla base di circa due metri, tanto da essere spesso paragonati per dimensioni alle sequoie nordamericane (che però raggiungono dimensioni quasi doppie). I pini presenti nella riserva sono 56. Oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani.

    Storia

    Il nome "Sila" deriva da un'espressione osca equivalente al latino "silva", ossia "selva", "bosco". I Romani chiamavano l'area della Sila, compreso l'altopiano delle Serre e l’Aspromonte, "Silva brutia", da cui deriva il nome attuale. La riserva è quindi l'ultimo residuo dell'antica foresta silana, presente fino agli inizi del Novecento, e che venne poi in gran parte tagliata dapprima con l'Unità d'Italia, quando venne sacrificata per rifornire di legname pregiato il giovane Regno, e poi nell'immediato secondo dopoguerra, come pegno da pagare agli alleati britannici e americani, per aver liberato il paese. Secondo alcuni studi effettuati su campioni di legno, parte della riserva risalirebbe invece agli anni 1620-1650.

    Territorio

    La riserva occupa una superficie di 5,44 ha su un leggero pendio ad un'altitudine media di 1.420 m s.l.m., esposto a nord-ovest e a sud-est.

    Fauna

    La fauna è quella tipica delle zone silane e appenniniche. Nella riserva ci si può imbattere nello scoiattolo nero calabrese (Sciurus vulgaris) e nella volpe appeninica (Vulpes vulpes). Vi è anche la presenza di rapaci quale la poiana, il gheppio e altri. Nella riserva vivono varie specie di picidi come il picchio rosso maggiore, il picchio rosso mezzano e il raro picchio nero. Non è esclusa la presenza del cinghiale nella foresta, ma solo nel periodo autunnale-invernale, quando l’accesso ai visitatori non è consentito.

    Flora

    La Riserva è sostanzialmente una pineta di Pino Laricio (Pinus nigra var. calabrica), impiantata, secondo alcuni studiosi, nella prima metà del 1600, da un nobile proprietario terriero che edificò lì vicino la propria dimora estiva, con annesso una filanda. Tale proprietario terriero decise di abbellire l’area intorno la dimora realizzando una sorta di orto botanico, impiantando varie specie di piante autoctone, tipiche dell’area silana. Ad oggi quello che rimane nella Riserva, sono 56 piante di Pino Laricio di cui 4 caduti per maltempo, dei meli selvatici, di pioppi neri e degli aceri di montagna. 7 degli aceri sono esemplari centenari e si collocano ai margini della riserva.

    I "Giganti di Fallistro"

    scavato

    Tutte i 56 "giganti" presenti nella Riserva sono ultra secolari, fino ai 350 anni, mentre altre piante, sempre presenti nella Riserva, hanno circa 150 anni. Recentemente sono nate in maniera spontanea altri Pini Larici di età inferiore ai 30 anni.

    Accesso e strutture ricettive

    La Riserva non è aperta tutto l’anno. Il suo accesso è programmato solo nel periodo estivo da giugno, fino a metà autunno, fine di ottobre. La Riserva può essere percorsa soltanto a piedi, attraversando un percorso obbligato. Sono esclusi al suo interno l’uso di biciclette e ciclomotori. Un ampio parcheggio all’ingresso della Riserva consente comodamente di raggiungerla con autovetture e autobus. Naturalmente sono previsti i classici obblighi da osservare in un’area boschiva. Tutte le 56 piante sono state catalogate dal Corpo Forestale dello Stato, che ha realizzato e installato in prossimità di ogni piante, tabelle informative sulle piante stesse, nella quale viene indicata l’altezza e l’età della pianta, la specie e il diametro del tronco.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:51
     
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    Riserva naturale Valle del Fiume Argentino

    valleargentino

    - Fonte -

    La riserva naturale Valle del Fiume Argentino è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1987. Occupa una superficie di 3.980 ha all'interno del Parco nazionale del Pollino nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Orientata Statale Valle del fiume Argentino interessa l'omonimo alfeo fluviale, con la presenza di boschi misti di leccio, cerro, roverella, acero di monte, frassino maggiore e nocciolo; occupa un'area di 3.980 ettari (tra i 200 e i 1.200 metri di quota) nel Comune di Orsomarso (CS); costituisce anche una Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE "Conservazione degli uccelli selvatici". La finalità principale della riserva è la salvaguardia di un’eccezionale area di wilderness.

    Descrizione

    La Riserva Valle del Fiume Argentino si trova nell'omonima valle nei Monti dell’Orsomarso; è caratterizzata da costoni scoscesi, pareti rocciose, ripidi versanti e profonde incisioni scavate dai torrenti laterali del fiume Argentino, che nasce dai Piani di Novacco. La valle è caratterizzata da ambienti umidi e boschi di leccio, cerro, roverella e arbusti di macchia mediterranea. Nei boschi si trovano anche castagni, ornielli, ciliegi selvatici, ontani napoletani e, alle quote più elevate, pino loricato e pino nero. Tra i mammiferi è di rilievo nazionale la presenza di un nucleo autoctono di capriolo italico, sparito ormai su gran parte del suo areale appenninico; tra le altre specie, ricordiamo il lupo, lo scoiattolo, il gatto selvatico, il cinghiale, la martora, la faina, la puzzola, la donnola, il tasso, la lepre italica, la volpe, il driomio. Tra gli uccelli nidificanti troviamo: l'aquila reale, il falco pellegrino, la coturnice, il picchio nero, la poiana, il merlo acquaiolo, il tordo bottaccio, la tordela, il gheppio, lo sparviero, l'allocco, il barbagianni, il corvo imperiale, il picchio verde, il regolo, la balia dal collare, il rampichino alpestre, il ciuffolotto, il gufo reale.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:52
     
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    Riserva naturale Gole del Raganello

    goledelraganello

    - Fonte -

    La Riserva naturale Gole del Raganello è un'area naturale protetta istituita nel 1987 in Calabria, nella provincia di Cosenza. Occupa una superficie di 1.600,00 ettari all'interno del Parco Nazionale del Pollino.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Gole del Raganello occupa una superficie di 1.600 ettari nel Comune di San Lorenzo Bellizzi (CS). Si trova lungo il versante sud del massiccio del Pollino, al confine con la Basilicata, sul versante Ionico, a una quota compresa tra i 700 m e i 1.450 m.

    Fauna

    Sui crestoni rocciosi della Timpa di San Lorenzo e della Timpa di Porace-Cassano, le imponenti pareti del canyon del Raganello, e nei paesaggi attigui si possono intravedere numerose specie animali: la volpe, la faina, la donnola, il tasso, l'aquila reale, il falco pellegrino, il gheppio, il corvo imperiale, mentre nelle acque del Raganello dominano la raganella comune e l'ululone dal ventre giallo.

    Flora

    La limitata varietà di specie floreali è condizionata dalla conformazione geologica e del terreno, perlopiù costituito da imponenti formazioni rocciose, che favorisce la vegetazione di pini loricati nei punti più elevati della riserva (Timpa di San Lorenzo-1652 m), mentre nelle aree meno elevate si rileva la presenza abbastanza cospicua di faggi e un numero abbastanza limitato di esemplari di abete bianco.

    Descrizione

    La Riserva Gole del Raganello interessa una vallata fluviale profondamente incisa, con pareti rocciose a strapiombo alte più di 100 m; nella parte superiore dominano pascoli ed incolti su terreni più acclivi. La vegetazione sulle imponenti formazioni rocciose è costituita da pino loricato pino laricio, associati a diversi arbusti (erica, ginestra, biancospino, pero selvatico e fico). Nelle zone più elevate si trovano boschi di faggio, con altre specie, come l'abete bianco, il cerro e la roverella. Ricca la presenza faunistica: ra i mammiferi troviamo il lupo, lo scoiattolo, il gatto selvatico, il cinghiale, la martora, la faina, la puzzola, la donnola, il tasso, la lepre italica, la volpe, il driomio; tra gli uccelli nidificanti, segnaliamo l'aquila reale il falco pellegrino, la coturnice, la tordela, il corvo imperiale, il gufo reale il capovaccaio, il grifone (reintrodotto).

    Gole del Raganello

    320px-Gole_del_Raganello

    Le Gole del Raganello costituiscono un canyon lungo circa 17 km, che si diparte dalla Sorgente della Lamia, fino a raggiungere un'area attigua all'abitato di Civita, dove sorge il caratteristico Ponte del Diavolo. Qui il corso del torrente Raganello diventa più regolare e scorre lungo una valle più aperta, che si mantiene tale fino alla foce.

    Il canyon del Raganello viene distinto dagli esperti in due parti:

    • Gole alte del Raganello o Gole di Barile: si dipartono dalla Sorgente della Lamia fino a raggiungere la cosiddetta Scala di Barile, nei pressi dell'abitato di San Lorenzo Bellizzi, in un percorso di circa 9 km. La conformazione del torrente è molto accidentata, ma di grande interesse naturalistico ed escursionistico. Il canyon è costituito da due imponenti pareti rocciose: la Timpa di Porace-Cassano e la Timpa di San Lorenzo (1652 m). Esse sovrastano il torrente per un'altezza di circa 600-700 metri. Il percorso è costituito da rocce multicolori, levigate per secoli dalle acque che scorrono lungo questo corso. Gli escursionisti possono percorrere il canyon, con l'ausilio di semplici dispositivi di autoassicurazione (caschi rigidi, corde, moschettoni), riuscendo a contemplare scenari di ispirazione dantesca: il Grande Diedro, il Masso delle Rudiste, la Sorgente degli Equiseti, l'Anfiteatro del Diavolo.

    • Gole basse del Raganello: si dipartono dalla zona Pietraponte, dove si erge il Ponte omonimo, un singolare macigno incastonato tra le pareti, fino a raggiungere la zona sottostante lo spettacolare Ponte del Diavolo, nei pressi di Civita, in un percorso di circa 8 km. Gli accorgimenti per gli escursionisti e per chiunque abbia il piacere di contemplare questi incantevoli paradisi del torrentismo sono i medesimi. Il percorso è simile per conformazione a quello superiore, ma più difficoltoso da percorrere, data la maggiore quantità d'acqua del bacino e la presenza di punti maggiormente scoscesi e accidentati: la Forra d'Ilice, la Conca degli Oleandri, la Tetra Fenditura, la Frana Ciclopica.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:53
     
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    Riserva naturale Gallopane

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    - Fonte -

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Gallopane interessa un'area di 200 ettari (Sila Grande) cn il magnifico bosco omonimo che si trova a pochi km dal lago Cecita, nel Comune di Longobucco (CS).

    Descrizione

    La Riserva di Gallopane tutela magnifici boschi misti di pino laricio o silano, ai quali, soprattutto alle quote più elevate e nei versanti più freschi, si mescola il faggio. Nella Riserva è presente un gruppo di pini giganteschi, paragonabili a quelli più famosi del Bosco del Fallistro, detti 'I giganti di Gallopane'. Altre specie forestali presenti sono l’ontano nero e l’acero di monte. Tra i mammiferi troviamo il lupo, il martora, il gatto selvatico, il tasso e la puzzola; tra gli uccelli l'avvoltoio degli Egizi, il biancone, il picchio nero, il picchio verde, il gufo, il falco pellegrino, lo sparviero, la beccaccia, l’allocco, il cuculo. Istituita nel 1977 ed inserita nel Parco Nazionale della Sila, la Riserva Naturale di Gallopane occupa una superficie di 200 ettari in agro del comune di Longobucco. Il soprassuolo è composto da 120 ettari di fustaia pura di pino laricio, 60 ettari di pino laricio misto a faggio, e 20 ettari di ceduo di faggio. La Riserva di Gallopane è situata in posizione centrale nel Parco Nazionale della Sila, pochi km più a sud del Centro Visite Cupone sul lago Cecita, dal quale è facilmente raggiungibile proseguendo lungo la strada che conduce a Bocchigliero. Il bosco di Gallopane è uno dei boschi storici della Sila Grande, si distende ad est del lago Cecita lungo la destra orografica del torrente Fossiata. La Riserva Naturale Statale di Gallopane è classificata come Riserva Biogenetica, nonchè come Zona di Protezione Speciale degli uccelli migratori ai sensi della direttiva 79/409 CEE. Tra i mammiferi che frequentano la riserva si annoverano il lupo, il capriolo ed il cervo, immessi di recente. Lo scoiattolo invece è ben diffuso, come anche il gatto selvatico, la lepre ed il tasso. Più rari e difficili da avvistare per le loro abitudini notturne sono la martora e la faina. Tra gli uccelli nidificanti nella Riserva Naturale di Gallopane ci sono l'astore, lo sparviere e la poiana, anche se il numero è in costante diminuzione. Il Bosco di Gallopane si estende ad altitudini comprese tra i 1.300 e 1.600 metri, occupando un settore del torrente Fossiata, è per questo tra le aree protette a maggior dislivello di tutta la Calabria. La Riserva Naturale di Gallopane è gestita dall'ente Parco Nazionale della Sila, la ricerca scientifica è finalizzata alla conservazione in situ delle risorse genetiche forestali, e all'allevamento in cattività del genotipo italiano di lupo. La riserva è ubicata non distante dalla Strada Statale Fossiata che conduce a Bocchigliero, pochi km più a nord del Centro Visite Cupone, attrezzato con sentieri didattici e recinti faunistici che ospitano esemplari di lupo, daino, cervo e capriolo.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:54
     
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    Riserva naturale Golia Corvo

    laghettogolia

    - Fonte -

    La Riserva naturale Golia Corvo è un'area naturale protetta istituita nel 1977 in Calabria, nella provincia di Cosenza. Occupa una superficie di 350 ha all'interno del Parco Nazionale della Calabria.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Golia Corvo-Cupone occupa un'area di 350 ettari di boschi di pino laricio e faggio sull'Altopiano della Sila (tra i 1.300 m e i 1.600 metri di quota), nei comuni di Longobucco e Spezzano della Sila (CS).

    Descrizione

    L’area occupa parte del bacino del torrente Cecita fino alla sua immissione nell’omonimo lago arificiale. Il Lago di Cecita, circondato da una fitta foresta di pini larici e faggi, è stato creato nel 1951 sul corso del Mucone sbarrando la vallata omonima con una grande diga ad arco-gravità lunga 166 metri e alta 55: ne è derivato un lago della capacità massima di 108 milioni di metri cubi, un perimetro di 46 chilometri e una lunghezza di 7,5 chilometri. Le rive di alcuni suoi affluenti sono popolate dalle lontre. La Riserva Golia Corvo-Cupone è occupata in gran parte da una fustaia pura di pino laricio e da una porzione di fustaia mista di faggio e abete bianco. Molti gli animali che frequentano la Riserva: tra i mammiferi, troviamo il capriolo, il cervo reintrodotto dal Corpo Forestale dello Stato), il lupo, lo scoiattolo, il gatto selvatico, il cinghiale, la martora, la faina, la puzzola, la donnola, il tasso, la volpe, la lepre italica, il ghiro, il driomio; tra gli uccelli nidificanti, l'astore, lo sparviere, il falco pecchiaiolo, la poiana, il picchio nero, il colombaccio, l'assiolo, il torcicollo, il picchio rosso maggiore, la tordela, il fiorrancino, la cincia bigia, il luì verde, il picchio muratore, il rigogolo, l'averla piccola, il rregolo, il lucarino, il crociere. La riserva è situata in posizione centrale sull’altopiano della Sila Grande su rocce in prevalenza granitiche. L’area occupa parte del bacino del torrente Cecita fino alla sua immissione nell’omonimo lago artificiale. La platea geologica è costituita esclusivamente da graniti che alterandosi danno origine a terreni sciolti, non molto fertili. Nonostante ciò possono essere considerati dei buoni suoli forestali. Il clima secondo il De Philippis è di tipo mediterraneo con inverni non troppo rigidi e estati non molto calde, ma siccitose. Secondo la classificazione del Pavari la riserva rientra interamente nella fascia fitoclimatica del Fagetum, sottozona calda con transizioni alla sottozona fredda. Flora e vegetazione: Il soprassuolo è composto da 320 ha di fustaia pura di Pinus nigra var. laricio (pino laricio) e da 20 ha di fustaia mista di Fagus sylvatica (faggio) e Abies alba (abete bianco). Fauna: tra i mammiferi frequentano l’area Capreolus capreolus (capriolo) e Cervus elaphus (cervo) grazie alle reintroduzioni operate a fine degli anni ottanta dall’allora Parco Nazionale della Calabria in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato.

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    Fino ad allora della popolazione originaria di cervo restavano memorie degli eruditi del Cinquecento. Le prime reintroduzioni di Cervo sono state effettuate proprio in un centro di diffusione e ambientamento di circa 400 Ha, presente nelle riserva nel cuore del Parco Nazionale della Sila. L’esperimento ha dato ottimi risultati, tanto che ogni anno si liberano dai 15 ai 20 capi nell’area del Parco. Grazie a questi interventi, ad oggi possiamo dire che il Cervo è presente in tutta l’area del Parco Nazionale della Sila.

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    Centro visitatori Cupone - Foto Liceo Lombardi Satriani

    Un'altra reintroduzione effettuata è stata quella del capriolo segnalato con oltre 200 individui in Sila Piccola. Fra gli altri mammiferi annoveriamo Canis lupus (lupo), Sciurus vulgaris (scoiattolo), Felis sylvestris (gatto selvatico), Sus scrofa (cinghiale), Martes martes (martora), M. foina (faina), Mustela putorius (puzzola), M. nivalis (donnola), Meles meles (tasso), Lepus italica (lepre italica), Vulpes vulpes (volpe). Nella riserva è ricompreso un grande recinto faunistico destinato ai progetti di reintroduzione degli ungulati. È di grande interesse zoogeografico la presenza di un piccolo roditore della famiglia dei gliridi, il Dryomys nitedula (driomio), a distribuzione paleartica ma presente in isolamento in Calabria con la sottospecie endemica aspromontis. Tra gli uccelli nidificanti: Accipiter gentilis (astore), Accipiter nisus (sparviere), Pernis apivorus (falco pecchiaiolo), Buteo buteo (poiana), Dryocopus martius (picchio nero), Columba palumbus (colombaccio), Otus scops (assiolo), Jinx torquilla (torcicollo), Picoides major (picchio rosso maggiore), Turdus viscivorus (tordela), Regulus ignicapillus (fiorrancino), Parus palustris (cincia bigia), Phylloscopus sibilatrix (luì verde), Sitta europea (picchio muratore), Oriolus oriolus (rigogolo), Lanius collurio (averla piccola). Si evidenzia che alcune specie di uccelli come a esempio Regulus regulus (regolo), Carduelis spinus (lucarino) e Loxia curvirostra (crociere), solite nidificare a latitudini maggiori, trovano nella riserva un habitat idoneo e sull’altopiano della Sila il limite più meridionale del loro areale.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:55
     
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    Riserva naturale Iona Serra della Guardia

    ionaserra

    - Fonte -

    La riserva naturale Iona Serra della Guardia è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1977. Occupa una superficie di 264,00 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Iona - Serra della Guardia interessa un'area di 264 ettari con formazioni pure di pino laricio e alcune zone a castagno, cerro e faggio; si trova nei comuni di Celico, Rose e San Pietro in Guarano.

    Descrizione

    L'area interessata dal Riserva Naturale Biogenetica Statale Iona - Serra della Guardia è caratterizzata da rilievi dolci costituita da rocce intrusive e metamorfiche. Le formazioni forestali dominanti sono i boschi puri di pino laricio e formazioni miste di faggio, castagno e cerro. Interessante la presenza faunistica: tra i mammiferi si segnalano la lepre comune, lo scoiattolo, il gatto selvatico, la martora, la faina, la puzzola, il tasso, la volpe e il lupo; tra gli uccelli, lo sparviere, l'allocco, la civetta, la cesena e la beccaccia.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 12:28
     
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    Riserva naturale Macchia della Giumenta - S. Salvatore

    macchiadellagiumenta

    - Fonte -

    La riserva naturale Macchia della Giumenta - S.Salvatore è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1977. Occupa una superficie di 323,00 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Macchia della Giumenta-S.Salvatore interessa un'area di 323 ettari con boschi di pino laricio e formazioni di ontano, pioppo tremolo e faggio; si trova nel Comune di Bocchigliero (CS).

    Descrizione

    La Riserva Macchia della Giumenta - San Salvatore interessa una zona quasi pianeggiante solcata da alcuni piccoli corsi d'acqua affluenti del fiume Trionto (che nasce in contrada Giamberga nel Piano del Barone (m 1.122) e sfocia nel Mare Ionio a Capo Trionto). La vegetazione è composta in prevalenza da boschi puri di pino laricio e formazioni di ontano, pioppo tremolo e faggio. Buona la presenza di specie faunistiche.



    Edited by Simona s - 22/10/2013, 12:29
     
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    Riserva naturale Serra Nicolino Pian d'Albero

    serranicolino

    - Fonte -

    La Riserva naturale Serra Nicolino Piano d'Albero è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1977. Occupa una superficie di 140 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Serra Nicolino-Pian d'Albero interessa un'area di 140 ettari (tra i 920 m e e 1.260 m circa di quota) con fustaie pure di faggio, nel Comune di Mongrassano (CS).

    Descrizione

    La Riserva Serra Niccolino-Pian d'Albero è l'unica riserva presente sui Monti della Catena Costiera; l'area si presenta ondulata con vallecole dai pendii dolci e altre invece più incassate; la zona è ricca di acque sorgive. La vegetazione è caratterizzata da faggete pure, con qualche raro esemplare di cerro, castagno e ontano napoletano. La mammofauna è costituita principalmente da cinghiali, volpi, faine, puzzole e ghiri. Numerose le specie di uccelli, tra cui il colombaccio, il picchio verde, la ghiandaia, la beccaccia, lo sparviero.

    Flora

    La vegetazione prevalente è composta da fustaia pura di faggio, con qualche pianta sporadica di cerro, castagno, acero montano e ontano napoletano nella parte bassa. Nel sito è presente l'Habitat dell'allegato I della Direttiva 92/43/CEE: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex

    Fauna

    La fauna a mammiferi è rappresentata dal cinghiale, volpe, faina, donnola, puzzola, tasso, ecc. Le specie più frequenti di uccelli sono lo sparviero, l'allocco, il colombaccio, la ghiandaia e in migrazione e svernamento la beccaccia. La Riserva è importante perché rientra nel ristrettissimo areale della sottospecie endemica di anfibio Triturus alpestris inexpetatus.



    Edited by Simona s - 22/10/2013, 12:31
     
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    Riserva naturale Tasso Camigliatello Silano

    tassob

    - Fonte -

    La riserva naturale Tasso Camigliatello Silano è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1977. Occupa una superficie di 223,00 ha nella provincia di Cosenza. Rilievo montuoso non accentuato a conformazione dolce e pendenza 20-25%: l’idrografia è costituita dal Vallone Tasso e dal suo affluente di sinistra Vallone Mucone. Dal punto di vista geologico la Riserva si trova su substrato granitico.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Tasso-Camigliatello Silano interessa un'area di 223 ettari caratterizzata da dolci rilievi con formazioni di faggio e pino laricio; si trova nel Comune di Spezzano della sila (CS).

    Descrizione

    La Riserva Tasso-Camigliatello Silano si trova su un modesto rilievo montuso inciso dai torrenti Tasso e Mucone. La vegetazione è formata da boschi misti di faggio e pino laricio. Buona la presenza faunistica, sia di mammiferi che di uccelli.

    Fauna

    Tra i mammiferi possono frequentare l’area Canis lupus (lupo), Capreolus capreolus (capriolo), Sciurus vulgaris (scoiattolo), Felis sylvestris (gatto selvatico), Sus scrofa (cinghiale), Martes martes (martora), M. foina (faina), Mustela putorius (puzzola), M. nivalis (donnola), Meles meles (tasso), Lepus italica (lepre italica), Vulpes vulpes (volpe). È di grande interesse zoogeografico la presenza di un piccolo roditore della famiglia dei gliridi, il Dryomys nitedula (driomio), a distribuzione paleartica ma presente in isolamento in Calabria con la sottospecie endemica aspromontis. Tra gli uccelli nidificanti: Accipiter gentilis (astore), Accipiter nisus (sparviere), Pernis apivorus (falco pecchiaiolo), Buteo buteo (poiana), Dryocopus martius (picchio nero), Columba palumbus (colombaccio), Otus scops (assiolo), Jinx torquilla (torcicollo), Picoides major (picchio rosso maggiore), Turdus viscivorus (tordela), Regulus ignicapillus (fiorrancino), Parus palustris (cincia bigia), Phylloscopus sibilatrix (luì verde), Sitta europea (picchio muratore), Oriolus oriolus (rigogolo), Lanius collurio (averla piccola). Si evidenzia che alcune specie di uccelli come ad esempio Regulus regulus (regolo), Carduelis spinus (lucarino) e Loxia curvirostra (crociere), solite nidificare a latitudini maggiori, trovano nella riserva un habitat idoneo e sull’altopiano della Sila il limite più meridionale del loro areale.

    Flora

    Il soprassuolo è composto da 110 ha di fustaia pura di Pinus nigra var. laricio (pino laricio) che prevale nel settore a quota più bassa e nell’esposizione sud/sud-est. Un'estensione di 90 ha è occupata da fustaia mista di pino laricio, Fagus sylvatica (faggio), Castanea sativa (castagno) e Abies alba (abete bianco). Infine 20 ha sono di ceduo di faggio e 3 ha di strade e fabbricati. Lungo i fossi sono presenti gruppi di Alnus glutinosa (ontano nero).


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:17
     
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    Riserva naturale Trenta Coste

    trentacoste

    - Fonte -

    La Riserva naturale Trenta Coste è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1977. Occupa una superficie di 295,00 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica Statale Trenta Coste interessa un'area di 295 ettari con pinete di pino laricio, nel Comune di Corigliano Calabro (CS).

    Descrizione

    La Riserva Trenta Coste si trova nella Sila Greca, lungo la sinistra orografica del valle del torrente Cino. Le rocce sono di origine metamorfica e la vegetazione è costituita da formazioni di pino laricio, oltre a larice, faggio, castagno e cerro. Tra i mammiferi troviamo il lupo, il gatto selvatico, la faina, la volpe, la lepre, lo scoiattolo; tra gli uccelli, lo sparviero, la poiana, l'allocco, la civetta.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:18
     
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    Riserva naturale Valle del Fiume Lao

    vallelao

    - Fonte -

    Il Riserva naturale Valle del Fiume Lao è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1987. Occupa una superficie di 5.200,00 ha all'interno del Parco nazionale del Pollino nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Orientata Statale Valle del fiume Lao interessa l'alveo fluviale omonimo con bosco misto di latifoglie; occupa un'area di 5.200 ettari circa nel Comune di Papasidero (CS); costituisce anche una Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE "Conservazione degli uccelli selvatici".

    Descrizione

    Il Fiume Lao nasce con il nome Mercure sul versante occidentale del gruppo montuoso del Pollino, in Basilicata, a circa 1.600 di quota. Dopo un lungo percorso sotterraneo le sue acque limpide affiorano in superficie nel territorio del comune di Viggianello e scorrono in una valle dalla bellezza straordinaria e di grande interesse naturalistico e storico. Il Lao attraversa i paesi di Laino Borgo, Laino Castello, Papasidero e Orsomarso dove si congiunge con il Fiume Argentino per sfociare infine nel mar Tirreno. Nella Riserva si trovano formazioni boschive di notevole interesse e varietà, dalla macchia mediterranea alla faggeta. La fauna presente nell'area risulta di particolare pregio. Papasidero è situato su uno sperone roccioso a 210 metri di altitudine; è attraversato dal fiume Lao e dal torrente S.Nocaio. Il nome “Papasidero” deriva dal nome di un Abate (Papas. Isidoros, padre o prete Isidoro) capo di un convento nella regione mercuriense, patria del monachesimo Basiliano. Il Santuario della Madonna di Costantinopoli (XVII-XVIII sec.) sorge nelle gole del Lao, ai piedi di un costone di roccia a strapiombo sul fiume; conserva un importante affresco raffigurante la Madonna Odigitria con bambino e una statua in legno della Vergine della fine del XVII secolo. L'edificio originario, di modeste dimensioni, fu ampliato quasi certamente dopo la peste del 1656 e successivamente, tra fine Settecento e primi Ottocento.

    vallelao1
    Santuario della Madonna di Costantinopoli a Papasidero

    - Fonte -

    La Riserva Naturale Orientata Valle del fiume Lao che interessa l'alveo fluviale omonimo con bosco misto di latifoglie, occupa un'area di 5.200 ettari circa ubicata tra i monti del Massiccio del Pellegrino, in agro del comune di Papasidero. La Riserva costituisce anche una Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Europea 79/409/CEE per la conservazione dell'habitat di alcune specie di uccelli selvatici che vengono a nidificare nell'alveo fluviale del Lao. L'ingresso alla Riserva Naturale Orientata si trova a nord del paese di Papasidero, che è anche ingresso per il versante occidentale del Parco Nazionale del Pollino. Il fiume Lao nasce con il nome di Mercure sul versante occidentale del gruppo montuoso del Pollino, in Basilicata, ad oltre 2.000 metri di quota. Dopo un lungo percorso sotterraneo le sue acque limpide affiorano in superficie nel territorio del comune di Viggianello, superato il quale prendono a scorrere ripide in direzione ovest, originando una della più spettacolari valli dell'intero Meridione. La Valle del Lao è di una bellezza straordinaria e di grande interesse storico e naturalistico. Una volta entrato nel territorio calabrese, il fiume Lao attraversa i paesi di Laino Borgo, Laino Castello, Papasidero e Orsomarso, dove si congiunge con il fiume Argentino per sfociare infine nel mar Tirreno. Nella Riserva Naturale Orientata Valle del Lao, si trovano formazioni boschive di notevole interesse e varietà, dalla macchia mediterranea alla faggeta montana. La Riserva Naturale Orientata Valle del Lao si estende dunque a protezione della valle omonima, una spettacolare profonda vallata fluviale, incassata tra sponde alte e boscate, con ambienti rupestri ricchi di grotte in cui sono avvenuti importanti ritrovamenti preistorici, prima tra tutte quella del Romito. I versanti della valle del Lao sono coperti da boschi di roverelle, cerri, aceri, ornielli, ontani napoletani e castagni, ontani, pioppi, lecci, lentisco, mirto, ginestra dei carbonai, biancospino e pino marittimo.Molto ricca appare anche la fauna tipica della Riserva, tra cui si annovera il cinghiale, il lupo, il gatto selvatico, aquile reali, falchi pellegrini e corvi imperiali sono gli animali più rappresentativi di una fauna ricchissima, che comprende anche la poiana, la civetta, la volpe e la vipera. Insieme al fiume Argentino, la Riserva Naturale della Valle del Lao è molto frequentata per la possibilità di praticare il rafting.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:21
     
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    Riserva Naturale di Fallistro

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    - Fonte -

    Istituita nel lontano 1987 nel cuore dell'Altopiano della Sila, la Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro, è tra le aree protette più piccole della Calabria nonchè la più famosa. La Riserva copre una superficie di appena 5 ettari di foresta secolare di pino laricio, i cui esemplari più grandi, denominati i Giganti della Sila, hanno un diametro di base di circa 2 metri ed una età di 350-380 anni. La Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro sorge a 1.420 metri di altitudine in località Croce di Magara, piccolo villaggio turistico edificato negli anni 80, pochi chilometri più a sud della ben rinomata Camigliatello Silano. La specie floristica dominante è il pino laricio che nel bosco del Fallistro va a costituite una fustaia disetanea che va dai 380 anni di età dei cosiddetti Giganti della Sila, ai 120 anni della pineta matura, fino ai 10-15 anni della rinnovazione naturale. I Giganti della Sila, che danno il nome all'area protetta, sono appunto costituiti da 53 eccezionali piante di pino laricio. Il pino di maggiori dimensioni ha un diametro di 192 cm, 43 metri di altezza e un volume di 64 m3. A questi colossi naturali si aggiungono altri cinque esemplari plurisecolari di acero montano dal diametro del tronco alla base di circa 2 metri. La Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro, è ciò che oggi resta dell'antica Selva Bruzia, nome col quale gli antichi romani chiamavano la Sila, grande polmone verde d'Italia. Il sottobosco del Fallistro non è molto ricco e solo nelle radure si incontrano frequentemente la felce aquilina, il cocumiglio il biancospino e la rosa canina unitamente alla fioritura stagionale di orchidee sambucine, qualche tasso barbasso e altre specie erbacee. La fauna è limitata dalle ridotte dimensioni tipiche del bosco del Fallistro. L'esemplare più numeroso è sicuramente lo scoiattolo nero, facilmente visibile. Fra l'avifauna è annoverabile il picchio rosso maggiore che trova sui fusti secchi delle grosse piante di pino laricio l'habitat ideale per la sua alimentazione. Gli uccelli rapaci che nidificano con frequenza tra i boschi della Riserva del Fallistro e nelle sue vicinanze sono la poiana, il falco pecchiaiolo, il gheppio e lo sparviero mentre più rara è la frequentazione da parte dell'astore. La Riserva Naturale Biogenetica di Fallistro, detta anche dei Giganti della Sila, è tra le aree protette più visitate della Sila, meta quasi obbligata per chi decide una visita al Parco Nazionale della Sila nella zona Sila Grande. Per raggiungere la Riserva è necessario percorrere la Strada Statale 107 per uscire al bivio Croce di Magara, posto poco più a sud di Camigliatello Silano.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:23
     
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    Riserva naturale Foce del Crati

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    - Fonte -

    La Riserva naturale Foce del Crati è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1990. Occupa una superficie di 300 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta
    La riserva Naturale Regionale Foce del Crati interessa un'area di 148 ettari circa nei comuni di Cassano Ionio, Corigliano Calabro (CS).

    Descrizione
    Quando le acque del Crati, il maggior fiume della Calabria per ampiezza di bacino (2.440 kmq), giungono alla foce, la loro velocità è di molto ridotta. Una variegata vegetazione umida e palustre, in passato molto più estesa, formata da tamerici, canne palustri, salici, pioppi, che costituisce un biotopo di grande interesse naturalistico. L'avifauna migratoria è di grande interesse sia per la rarità di alcune specie che per l'elevato livello di densità presente. Fra gli avvistamenti di rilievo le spatole, le cicogne, i mignattai, le garzette ecc.
    L'area assume una importanza quasi unica al mondo, perché sotto l'attuale letto del fiume si trovano, quasi con certezza, parte dei resti dell'antica Sibari, distrutta dai Crotoniati e fatta ricoprire dai sedimenti del fiume Sibaris (forse l'odierno Coscile), opportunamente deviato nel 510 a.C..



    Foce del Crati

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    - Fonte -

    Biotopo di grande interesse naturalistico; zona umida ospitante una grande varietà di avifauna migratoria e stanziale.L'interesse ambientale maggiore è relativo al fiume ed alle residue paludi presenti.La vegetazione è rappresentata da quella tipica delle zone umide: prevalentemente tamerici (Tamerix gallica), canne palustri e specie ripicole come salici (Salix alba L., Salix fragilis L.) e pioppi (Populus tremula L.).Le zone circostanti sono ricoperte da macchia mediterranea ancora incontaminata e pura.

    Morella-comune-


    L’area della foce del Crati è estremamente interessante dal punto di vista naturalistico proprio perché si tratta di una zona di transizione dall’ambiente di acqua dolce a quello salmastro.Specie tipiche di questa zona sono: il Cefalo (Mugil cephalus), l’Orata (Sparus auratus) e la Spigola (Dicentrarchus labrax) che effettuano la riproduzione in mare completando la fase di crescita in acqua dolce.
    Interessante é la presenza dell’Anguilla (Anguilla anguilla), per la quale la zona della Foce rappresenta l’ingresso nel corso d’acqua interno, in cui compie la fase trofica.

    aironifoce


    La famiglia dei Ciprinidi è rappresentata da specie quali: la Carpa (Ciprinus carpio), la Tinca (Tinca tinca), il Carassio (Carassius carassius), il Carassio dorato (Carassius auratus), il Cavedano (Leuciscus cephalus), il Barbo (Barbus plebejus), l’Alborella meridionale (Alburnus albidus) e la Rovella (Rutilus rubilio).
    Numerosi stagni costieri, pozze ed acquitrini ospitano diverse specie di Anfibi tra cui: la Rana verde minore (Rana esculenta), il Rospo comune (Bufo bufo spinosus) ed il più piccolo Rospo smeraldino (Bufo viridis). Abbastanza diffusa è anche la Raganella italiana (Hyla intermedia) che trova un ambiente ideale nei canneti.
    I Rettili sono rappresentati dalla Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis) e dalla Biscia dal collare (Natrix natrix), entrambe particolarmente legate all’acqua.

    FOCE-PANORAMA-1


    Meno dipendenti dall’acqua sono i Sauri, tra cui: il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la Luscengola (Chalcides chalcides), la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Geco comune (Tarentola mauritanica) ed il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus).Per i Serpenti troviamo il Biacco (Coluber viridiflavus carbonarius) ed il Cervone (Elaphe quatuorlineata).La Vipera comune (Vipera aspis) è una specie velenosa che caccia con la tecnica dell’agguato e può essere pericolosa per l’uomo, in relazione alla sensibilità di quest’ultimo nei confronti del veleno di questo animale.Le differenti tipologie di habitat della Foce del Crati rappresentano un importante punto di riferimento per diverse specie di uccelli sia nel periodo delle migrazioni come punto di sosta e di approvigionamento trofico, sia come luogo di nidificazione e di svernamento.Tra i fitti canneti troviamo le specie nidificanti: la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) e il Porciglione (Rallus aquaticus).Specie facilmente avvistabili quasi tutto l’anno sono: l’Airone cenerino (Ardea cinerea) e la Garzetta (Egretta garzetta), mentre l’Airone bianco maggiore (Casmerodius albus) è avvistabile durante i passi. Ardeidi più elusivi sono la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), il Tarabusino (Ixobrychus minutus) e il Tarabuso (Botaurus stellaris) la cui presenza nella Riserva è incerta.Durante le migrazioni sono avvistabili: la Cicogna bianca (Ciconia ciconia), la Cicogna nera (Ciconia nigra), la Spatola (Platalea leucorodia) ed il Mignattaio (Plegadis falcinellus).

    Gheppio-01


    Tra gli Anatidi segnaliamo il Germano reale (Anas platyrhynchos), l’Alzavola (Anas crecca), il Fischione (Anas penelope) e il Codone (Anas acuta).I litorali sabbiosi, gli stagni retrodunali e le sponde del fiume ospitano diverse specie di limicoli, tra cui: il Chiurlo (Numenius arquata), il Gambecchio (Calidris minuta), il Beccaccino (Gallinago gallinago). Interssante la presenza del Voltapietre (Arenaria interpres), il cui nome deriva proprio dall’abitudine di girare le pietre con il becco alla ricerca di piccoli invertebrati di cui si nutre, nonché del Piovanello pancianera (Calidris alpina) del Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), della Pittima reale (Limosa limosa), del Corriere piccolo (Charadrius dubius) e del Fratino (Charadrius alexandrinus).Abbastanza nutrita la presenza del Gabbiano comune (Larus ridibundus), del Gabbiano reale (Larus cachinnans), del Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) e dello Zafferano (Larus fuscus).Sono, inoltre, da ricordare presenti la Sterna maggiore (Sterna caspia), il Beccapesci (Sterna sandvicensis) ed il Mignattino (Chlidonians niger).

    Papavero-cornuto


    Numeroso è il gruppo dei piccoli Passeriformi, che frequentano soprattutto il fitto sottobosco del bosco planiziale, tra cui: la Ballerina bianca (Motacilla alba), iSylvia melanocephala, la Capinera (Sylvia l Saltimpalo (Saxicola torquata), l’Usignolo di fiume (Cettia cetti), l’Occhiocotto (atricapilla), la Cinciarella (Parus caeruleus), la Cinciallegra (Parus major), il Codibugnolo (Aegithalos caudatus), il Pendolino (Remiz pendulinus), il Fringuello (Fringilla coelebs), il Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus).Sono da citare, infine, i rapaci diurni quali la Poiana (Buteo buteo) ed il Gheppio (Falco tinnunculus), presenti tutto l’anno e nidificanti, nonché il Falco di palude (Circus aeruginosus) migratore, presente anche come svernante.Tra i rapaci notturni ricordiamo la Civetta (Athene noctua), anch’essa nidificante. Altre specie svernanti sono il Cormorano (Palacrocorax carbo), il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e lo Svasso Maggiore (Podiceps cristatus).

    FOCE-CRATI-06


    Il biotopo della Foce del Crati offre, inoltre, rifugio a diverse specie di mammiferi, dalle più adattabili alle meno contattabili. Per quanto riguarda il primo gruppo abbiamo la Volpe (Vulpes vulpes), la Faina (Marts foina), la Donnola (Mustela nivalis), il Riccio (Erinaceus europaeus) e la Talpa (Talpa romana). Tra le specie più elusive ricordiamo: il Tasso (Meles meles) e il Moscardino (Moscardinus avellanarius).

    Garzetta-06


    Diverse anche le specie di micromammiferi che colonizzano la zona della foce tra cui l’Arvicola terrestre (Arvicola terrestris), l’Arvicola di Savi (Microtus savii), la Crocidura a ventre bianco (Crocidura leucodon), la Crocidura minore o odorosa (Crocidura suaveolens), il Mustiolo (Suncus etruscus), il Ratto nero o dei tetti, (Rattus rattus) il Topo domestico (Mus domesticus) e il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus); sono tutte specie assai prolifiche e questo consente di compensare le perdite dovute alla forte predazione da parte di altri animali.
    Sono da ricordare il Pipistrello di Savi (Hypsugo savii), il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), nonché Nutria (Miocastor coypus), che introdotta come animale da pelliccia dal sud-america, in libertà, ha trovato nelle nostre acque interne un habitat particolarmente favorevole.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:27
     
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    Riserva naturale Tarsia

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    La riserva naturale Tarsia è un'area naturale protetta della regione Calabria istituita nel 1990. Occupa una superficie di 450,00 ha nella provincia di Cosenza.

    Tipologia di area protetta
    La riserva Naturale Regionale Lago di Tarsia interessa un'area di 434 ha (circa), a una quota compresa tra i 50 m e 350 m circa s.l.m.; interessa i territori comunali di S. Sofia d'Epiro e Tarsia (CS).

    Descrizione
    E' un bacino artificiale creato dopo lo sbarramento del corso del fiume Crati con una diga lunga 114 metri. Ha un perimetro di 10 km e una capacità d'invaso di 20 milioni di metri cubi d'acqua. Qui la natura ha preso il sopravvento, circondando le sponde con vegetazione ripariale (ontani, salici, cannucce e tife), mentre le vicine colline declinano ammantate di lecci e macchia mediterranea. Ricca la fauna minore e l'avifauna migratoria fra cui gli aironi cenerini, le gru, i germani, le gallinelle d'acqua e gli svassi. Notevole è la presenza anche di rapaci diurni quali il nibbio bruno, nidificante ed il falco di palude.


    Lago di Tarsia

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    - Fonte -



    Bacino irriguo con le rive (lato Tarsia) e le colline poste sul versante orientale del Lago (lato S. Sofia d'Epiro), con un magnifico esempio di macchia mediterranea incontaminata e scarsamente antropizzata, costituita spontaneamente da Leccio (Quercus ilex), Olmo (Ulmus minor, Ulmus campestris), Tamerice (Tamerix gallica), Corbezzolo (Arbutus unedo), ecc.La particolare tipologia di ambiente umido presente nell’area del Lago di Tarsia, favorisce una fauna ittica di particolare interesse.

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    Una famiglia di pesci presenti è rappresentata dai Ciprinidi: la Carpa (Ciprinus carpio), la Tinca (Tinca tinca), il Carassio (Carassius carassius) e il Carassio dorato (Carassius auratus), i quali frequentano maggiormente le acque lentiche o stagnanti, fangose, profonde e ricche di vegetazione acquatica; il Cavedano (Leuciscus cephalus), il Barbo (Barbus plebejus), l’Alborella meridionale (Alburnus albidus) e la Rovella (Rutilus rubilio), invece, li troviamo soprattutto nei tratti del fiume a corrente moderata e con fondo ghiaioso e sabbioso. Altre specie, presenti nelle acque della Riserva del Lago di Tarsia, sono: l’Anguilla (Anguilla anguilla), che trascorre gran parte della vita nelle acque interne e va a riprodursi in mare; la Gambusia (gambusia affinis) e il Pesce gatto (Ictalurus melas), entrambi di origine americana e introdotte all’inizio del secolo scorso, hanno trovato in queste acque un habitat ideale.

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    Interessante la presenza di una popolazione di Anfibi tra i quali la Rana verde minore (Rana esculenta), facilmente osservabile in qualsiasi ambiente umido della Riserva, la Raganella italiana (Hyla intermedia), che si mimetizza perfettamente tra la vegetazione palustre, la Rana appenninica (Rana italica) presente in alcuni ambienti della Riserva.
    Per quanto riguarda i rospi sono da segnalare il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e il Rospo comune (Bufo bufo), quest’ultimo con abitudini prevalentemente terrestri. Di particolare interesse sono anche l’Ululone appenninico (Bombina pachypus) e il Tritone italiano (Triturus italicus), i quali frequentano ambienti abbastanza simili, con acque ferme o debolmente correnti, come acquitrini, pozze, vasche, abbeveratoi, ecc.

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    Insieme agli ambienti umidi le zone ripariali, prative e arbustive della Riserva del Lago di Tarsia offrono un ambiente ideale per molte specie di Rettili, tra questi la Tartaruga palustre europea (Emys orbicularis). Notevolmente diffusi, nelle zone prative ed arbustive della Riserva, sono i Sauri, tra i quali abbiamo la Lucertola campestre (Podarcis sicula), il Ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la Luscengola (Chalcides chalcides), facilmente osservabili nel periodo primaverile-estivo. Il Geco comune (Tarentola mauritanica) ed il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), invece, hanno abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne.
    Fra i Serpenti troviamo la Biscia dal collare (Natrix natrix) e la Biscia tassellata (Natrix tessellata), dette anche biscie d’acqua in relazione allo stretto legame con l’ambiente acquatico. Il Biacco (Coluber viridiflavus carbonarius) e il Cervone (Elaphe quatuorlineata) hanno abitudini terrestri. L’unica specie velenosa é la Vipera comune (Vipera aspis), il cui veleno é impiegato dall’animale per uccidere la preda e solo secondariamente come mezzo di difesa. La sua tossicità é in relazione alla specie animale che lo riceve.

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    Dal punto di vista ornitologico nell’area del Lago diverse specie di uccelli trovano l’ ambiente ideale per il completamento delle diverse fasi del loro ciclo vitale.
    Tra le specie nidificanti ritroviamo la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus) e probabili nidificazioni si segnalano anche per Folaga (Fulica atra) e Tuffetto (Tachybaptus ruficollis). Tutte queste specie costruiscono nidi galleggianti ai bordi dei canneti.
    Tra i canneti nidifica anche il Cannareccione (Acrocephalus arudinaceus), difficile da avvistare ma facilmente identificabile per il verso che emette.
    Nelle zone alberate ed in particolare tra i salici e i pioppi, nidificano l’Usignolo di fiume (Cettia cetti) e il Pendolino (Remiz pendulinus), quest’ultimo ha la caratteristica di costruire un nido particolare a forma di fiasco appeso ai rami di salice.

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    Altra specie presente tutto l’anno e nidificante è il Martin pescatore (Alcedo attis), piccolo uccello dalla colorazione variegata che frequenta le zone umide e costruisce il nido in buche scavate nella sabbia. Tra le specie nidificanti è importante ricordare i rapaci diurni: la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco tinnunculus) e il Pellegrino (Falco peregrinus) e i rapaci notturni: la Civetta (Athene noctua) e il Barbagianni (Tyto alba), che prediligono per la nidificazione case diroccate e vecchi ruderi.
    Infine, fra i nidificanti sono da citare diverse specie di passeriformi quali l’Usignolo (Luscinia megarhincos), il Saltimpalo (Saxicola torquata), il Merlo (Turdus merula), l’Occhiocotto (Sylvia melanocephala), la Capinera (Sylvia atricapilla), la Cinciarella (Parus careuleus), la Cinciallegra (Parus major), la Ballerina bianca (Motacilla alba), la Ballerina gialla (Motacilla cinerera), la Rondine (Hirundo rustica) e il Balestruccio (Delichon urbica).

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    Le specie più appariscenti sono i grossi trampolieri dell’ordine Ciconiformi (Ciconiiformes) come l’Airone cenerino (Ardea cinerea) e la Garzetta (Egretta garzetta), che fanno registrare la loro presenza durante tutto l’anno; mentre la Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), l’Airone bianco maggiore (Casmerodis albus), l’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis), la Spatola (Platalea leucorodia) ed i rari Airone rosso (Ardea purpurea) e Mignattaio (Plegadis falcinellus), sono presenti per periodi più o meno brevi.
    Interessante la presenza delle cicogne: la Cicogna bianca (Ciconia ciconia), assunta a simbolo delle Riserve, per la quale si è registrata, nella primavera del 1996, una intressantissima e proficua nidificazione ai confini della Riserva e la Cicogna nera (Ciconia nigra), la cui presenza è segnalata durante i passi migratori.
    Uccelli acquatici per eccellenza e frequentatori delle zone umide della Riserva sono gli Anatidi, tra i quali: il Germano reale (Anas platyrhynchos) che è specie presente tutto l’anno, l’Alzavola (Anas crecca), il Mestolone (Anas clypeata), che sono migratori ma si fermano anche a svernare; il Codone (Anas acuta), la Marzaiola (Anas querquedula) e il Moriglione (Aytya ferina) invece, sono avvistabili durante i passi migratori.
    Rapaci migratori che frequentano l’area protetta sono il Falco di Palude (Circus aeruginosus) e il Nibbio bruno (Milvus migrans).

    Lucertola


    Tra le specie presenti in questo biotopo caratteristico dell’area mediterranea abbiamo: il Tasso (Meles meles), l’Istrice (Histrix cristata), il Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Moscardinus avellanarius) ed è probabile la presenza dello Scoiattolo meridionale (Sciurus vulgaris meridionalis).Più adattabili e quindi più facili da avvistare sono: la Volpe (Vulpes vulpes), la Faina (Martes foina), la Donnola (Mustela nivalis), il Riccio (Erinaceus europaeus), la Talpa (Talpa romana).
    Un mammifero che si può avvistare, seppur raramente nelle zone aperte e cespugliose, è la lepre (Lepus europaeus), la cui presenza è strettamente legata alle immissioni ed al prelievo venatorio.In prossimità di zone umide con fitta vegetazione sono presenti l’Arvicola terrrestre (Arvicola terrestris) e l’Arvicola di Savi (Microtus savii) che preferisce ambienti aperti e zone coltivate con buona copertura vegetale.

    Lago-Tarsia-02


    Soprattutto nel periodo estivo e nelle ore crepuscolari è facile avvistare il Pipistrello di Savi (hypsugo savii) e il Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).
    Numerosa la presenza di diverse specie di micromammiferi quali: la Crocidura a ventre bianco (Crocidura leucodon), la Crocidura minore o odorosa (Crocidura suaveolens), il Mustiolo (Suncus etruscus), il Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), il Topo domestico (Mus domesticus), il Ratto nero o di Tetti (Rattus rattus).
    Infine, da segnalare la presenza della Nutria (Myocastor coipus), roditore di origine sud-americana, che dopo l’accidentale introduzione si è perfettamente adattata alle zone umide locali.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 14:32
     
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