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San Nicola Arcella

Provincia di Cosenza

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    San Nicola Arcella

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    Info - Scheda Wikipedia

    « Punta isolata da un uncino di roccia. »
    (Francis Marion Crawford)

    San Nicola Arcella è un comune di 1.768 abitanti della provincia di Cosenza. Nota località balneare della Riviera dei Cedri situata su di uno strapiombo di 110m s.l.m., ai piedi di cui si trova una stupenda baia racchiusa da un braccio roccioso che le conferisce la forma di porto naturale. Sorge in posizione pittoresca a 110 mt. sul mare, da qui lo sguardo spazia su un panorama di indicibile bellezza: ampie spiaggie tra antiche torri, piccole baie e rocce a picco sul mare in cui domina la brillantezza del blu tirrenico. S. Nicola Arcella si trova ai piedi della Serra La Limpida (1519 mt.), termine meridionale del monte Sirino, a sud del golfo di Policastro, a 5 km. da Scalea.

    Storia

    - Info -


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    Le origini di San Nicola Arcella provengono dalla cittadina di Scalea, la quale, venne fondata dai superstiti di Lavinium, antica città romana, sorta alla foce del fiume Lao, dopo la distruzione della città “LAOS” che fu assalita dai barbari del nord. La popolazione di Lavinium, fu costretta dalle condizioni igieniche (la malaria che infestava la piana del Lao) e dalla necessità di difendersi dalle incursioni saracene, a rifugiarsi sulle alture vicine, dando origine nei tempi bizantini, “alla Scalea ed al Casale di questa San Nicola Arcella” ( Oreste Dito).L’antica denominazione del borgo originario era in realtà San Nicola dei Bulgari. Solo nel 1912 assunse l’attuale nome di San Nicola Arcella; sembra che quest’ultimo derivi dalla terra sulla quale, oggi, è strutturato il centro abitato, e cioè una rocca ( in latino arx ) dove si rifugiarono i superstiti di Lavinium. Il riconoscimento dell ‘ordinamento amministrativo del 1799 disposto dal generale Championnet, comandante delle truppe francesi,difensore della nuova Repubblica Romana,desideroso di estendere le sue conquistea anche nella Regione Partenopea, collocò San Nicola Arcella nel Cantone di Lauria.Nel XVIII secolo il principe Scordia Pietro Lanza Branciforte, avendo sposato Eleonora, ultima erede degli Spinelli di Scalea, divenne principe di tutto il feudo e alla contrada Dino fece costruire come sua residenza estiva il grande palazzo che si erge ancora maestoso ed è visibile dalla strada.I coloni del principe, insieme con gli antichi abitanti, dediti soprattutto alla pesca, costruirono il primo regolare nucleo urbano,cioè il primo Casale che prese il nome di Casaletto; erano le case della corte il nome è ancora attribuito alla parte più antica di San Nicola Arcella. Il feudo rimase in mano ai principi Spinelli di Scalea fino all’abolizione della feudalità decretata dai Francesi (1806).Sotto i nuovi dominatori San Nicola conobbe una breve autonomia amministrativa, per il riordino amministrativo predisposto con il decreto 4 Maggio 1811, in virtù del quale venivano istituiti i comuni, San Nicola, viene iscritta a frazione di Scalea. Diviene comune autonomo nel 1912; il primo sindaco eletto fu il signor Tenuta Michele. La storia contemporanea di San Nicola Arcella si lega strettamente alla personalità e alle vicende dei suoi abitanti.Sicuramente tra i personaggi più determinanti per la storia di San Nicola vi è Lord Crawford, scrittore inglese che intorno alla fine dell’800 pose la propria dimora presso la torre di guardia, vi ambientò alcuni suoi racconti offrendo testimonianza della vita del piccolo borgo marinaro.Tra gli altri personaggi ricordiamo Alessandro Siciliano, economista e filantropo nato nel 1860, che emigrò da giovane in Brasile. Fondò molti istituti di beneficenza e fu istitutore di una prima pensione sociale per i poveri. Determinante fu il suo intervento allorquando San Nicola Arcella riuscì, nel 1912, a costituirsi in un comune autonomo abbandonando lo “ status” di frazione di Scalea. Morì nel 1914. Amedeo e Antonio Barletta, Cavalieri del Lavoro, furono grandi imprenditori in America Latina agli inizi del ‘900. Donarono al comune di San Nicola Arcella, nel 1932, l’asilo infantile intitolato alla loro madre Filomena Barletta.

    La storia di oggi

    La storia odierna di San Nicola Arcella è sicuramente legata alo sviluppo del turismo. Da molto tempo è considerato tra i centri vacanzieri più esclusivi della Calabria e il suo sviluppo urbanistico è stato negli ultimi anni notevole e, a volte, poco rispettoso delle peculiarità del territorio. Tuttavia, molte sono le attività ricettive di qualità presenti nella zona, che si fondono con lo scenario naturale, attirando nei mesi estivi il turismo ed offrendo così ai giovani della zona uno sbocco occupazionale. Per il resto dell’anno l’agricoltura è il settore maggiormente sviluppato, sebbene territori coltivati a ortaggi e frutta sono di piccole dimensioni. Le aziende agricole, presenti nelle zone più a monte, allevano bovini, ovini e caprini e si preoccupano della trasformazione del latte in formaggi.

    Il Centro Storico

    Arroccato su un promontorio inaccessibile dal mare, per via delle incursioni dei saraceni, è un dedalo di viuzze strette dove le case si affacciano le une contro le altre. Luogo, ancora da valorizzare, offre al visitatore, ai margini dell'agglomerato urbano con qualche edificio di buona fattura, un panorama mozzafiato. Tra gli edifici di interesse vi è la Chiesa di San Nicola da Tolentino, sorta come piccola cappella della Visitazione della Beata Vergine Maria, nel XVI sec., fu agli inizi del '900 dedicata al Santo Marchigiano. San Nicola da Tolentino nato a Sant'Angelo di Ponzana nel 1245 da Amata e Compagnone entrò ad 11 anni nell'ordine degli Agostiniani e divenne sacerdote nel 1269. La sua esistenza fu segnata da tanti miracoli a trent'anni si trasferì a Tolentino dove, sessantenne concluse la sua esistenza. Frate Nicola fu beatificato da Papa Eugenio IV il 5 giugno 1446. la Comunità festeggia il Santo Patrono con la tradizionale processione delle Cinte perpetuando il ricordo della morte avvenuta il 10 settembre 1305.

    Personaggi storici

    Lord Francis Marion Crawford scrittore statunitense, si innamorò della baia di San Nicola Arcella mentre, sulla sua piccola barca accompagnato da moglie e fido marinaio, si spingeva nell' esplorazione delle coste del sud Italia. Soleva soggiornare nella torre del diavolo dove traeva ispirazione per i suoi racconti alcuni ambientati proprio nel piccolo centro calabrese.

    • Alessandro Siciliano, grande economista e filantropo: nel 1912 San Nicola Arcella diventò comune, solo grazie al suo intervento!
    • Amedeo e Antonio Barletta, che donarono l'asilo all'ordine delle suore di "Figlia di Nostra Signore del Monte Calvario" nell'anno 1932.

    La torre del diavolo meglio conosciuta come torre Crawford

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    La torre saracena e il piccolo porto


    Le torri di vedetta, numerose sulle nostre coste, furono costruite dal Viceregno Spagnolo sullo scorcio del ‘500, per tentare una difesa dalle frequenti incursioni delle orde dei pirati. Oggi costituiscono un patrimonio architettonico d’autentica bellezza, che racchiude spesso piacevoli memorie d’ordine storico o talora letterario, com’è il caso, ad esempio, della Torre Saracena di S. Nicola Arcella, situata sopra un contrafforte che protegge la baia del porto naturale del paese. L’alta scalinata che porta al primo piano e al secondo piano della torre rappresenta uno degli elementi più importanti di tutta la costruzione. I blocchi di pietra lunghi circa 50 cm e larghi 20 cm, sono sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco immette nel primo piano, il secondo arco immette nel secondo piano. Sopra la torre, il terrazzo serviva per comunicare e avvertire le altre torri di vedetta su eventuali incursione e ciò avveniva tramite grandi falò. In questa torre dimorò ai primi del '900 Francis Marion Crawford (1854-1909), scrittore americano, famoso soprattutto per i suoi romanzi storici e del terrore; egli, oltre che scrittore di successo, era appassionato di vela. Mentre compiva un viaggio nelle acque del Tirreno Meridionale, sbarcò nella baia di San Nicola Arcella e si innamorò del posto, soprattutto della torre cinquecentesca posta a difesa delle incursioni saracene. La torre si erge solitaria su questa porzione di roccia ad uncino e non c’è casa che si possa scorgere nel raggio di tre miglia,… quando la abito mi accompagno a due marinai uno dei quali è un discreto cuoco e quando sono via la lascio in custodia ad un piccolo essere dalle fattezze simile a quelle di uno gnomo che in passato era un minatore che mi si affezionò molto tempo fa… così lo scrittore descriveva la torre nel racconto For the Blood is the life (1880), che ha per protagonista Cristina, una donna sensuale e selvaggia che si trasforma in vampiro e che si chiamava come la donna alla quale Crawford pagava l’affitto, una zia materna di don Raffaele Lomonaco. Un viottolo conduce dalla torre ad una sorgente fatta aprire proprio da Crawford, dove una lapide reca inciso: ”O marinari che vi dissetate su questo lido ove in passato non si trovava stilla d’acqua, pregate per l’anima di colui che aperse questa fonte”. A. D. 1905. Il romanziere tornò spesso a San Nicola, dove completò uno dei suoi ultimi romanzi “The diva’s ruby”(1907), soggiornandovi alla ricerca di luoghi e tracce del passato medievale di questa zona, ambiente ideale per i suoi racconti intrisi di mistero. Fino a qualche decennio fa c'era ancora qualcuno, nel centro storico del paese (che all'epoca si chiamava Casaletto), che ricordava un compassato e aristocratico signore anglosassone che veniva a trascorrervi l’estate per dedicarsi alla scrittura. I periodi trascorsi da Crawford a San Nicola Arcella sono ora oggetto di studi per una più precisa ricostruzione della sua vita e delle sue opere. Ora la torre dopo aver cambiato parecchi proprietari ed aver rischiato di diventare un club nautico ed un ristorante, è di proprietà dei signori Calia di Napoli che hanno presentato un progetto per trasformarla in un museo. La letteratura nord-americana dell'800 passo anche per San Nicola Arcella. Primo ancora di Hemingway, che amava le coste della Campania, un altro scrittore statunitense, nel 1877, approdò sulle coste meridionali italiane Francis Marion Crawford, autore a quel tempo già affermato di storie d'amore e di avventure ma anche di terrore. Sbarcò nella baia di San Nicola Arcella mentre compiva un viaggio su una piccola imbarcazione dell' epoca assieme alla maglie e a un fido marinaio. Si innamoro di questo posto (“punta isolata da un uncino di roccia”si legge in un suo racconto), ma soprattutto della torre cinquecentesca posta a difesa delle incursioni saracene. Tornò spessa a San Nicola, soggiornandovi alla ricerca di luoghi e tracce del passato medievale di questa zona che sono poi divenuti l'ambiente ideale per i suoi racconti intrisi di mistero. Fino a qualche decennio fa c'era ancora qualcuno, nel centro storico del paese (che all'epoca si chiamava Casaletto), che ricordava un compassato, aristocratico signore anglosassone che veniva a estivare per scrivere. I periodi trascorsi da Crawford a San Nicola Arcella sono ora oggetto di studi per una più precisa ricostruzione della vita e delle opere dello scrittore.

    Arco Magno

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    Un'insenatura fresca e inevitante, un angolo romantico tra rocce ombrose, che profumano di mare. Nella sabbia scorrono sorgenti d'acqua dolce.

    Grotta della Madonna

    Nella grotta si possono seguire tracce di insediamenti umani di varie epoche, dal paleolitico superiore al tardo romano. Sono stati riportati alla luce dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana fin dal 1960 ceramiche del neolitico superiore e di quello medio con vari frammenti dipinti, ancora ceramiche di tipo appenninico e resti del paleolitico superiore. In una grotta vicina a quella della Madonna è stato ritrovato un deposito di materiali che consente di ricostruire la cultura appenninica in Calabria.

    Palazzo del Principe


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    Il Palazzo del Principe fatto costruire alla fine del XVIII secolo, rappresentava la residenza estiva dei signori di Scalea, la famiglia Spinelli che oltre ad essere famosa militarmente è conosciuta anche per le opere letterarie del Principe Francesco Maria Spinelli nato da Antonio e Beatrice Carafa. Il principe Antonio Spinelli, vissuto all’epoca dell’Inquisizione ampliò il feudo acquistando nel 1768 anche quello di Aieta. Il palazzo fu costruito nella contrada Dino sulla probabile ex platea di una villa romana. Il principe Scordia Pietro Lanza Branciforte, appartenente ad un ramo, quello dei principi di Trabia dell’antica nobile famiglia siciliana dei Lanza di Palermo, ereditò tutto il feudo sposando il 29 giugno 1832 Eleonora Caracciolo Principessa di Scalea, Marchesa di Majorca ultima erede degli Spinelli. Il palazzo si trova al margine settentrionale dell’altopiano che volge verso capo Scalea.. Si tratta di una struttura in stile barocco a pianta quadrata attualmente in restauro, che serviva da residenza al piano superiore, e da deposito di derrate alimentari al piano terra. Pur essendo adibito a tal uso, non mancano nell’imponente struttura ( lunghezza 30 metri, larghezza 36 metri) elementi architettonici di grande pregio, ovvero il portale d’ingresso, dominato da una superba serie di archi e il cortile, terminante con una scala adornata da simmetrici elementi.

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    La tipologia planimetrica del palazzo segue un impianto di tipo regolare e simmetrico, costituito da ambienti comunicanti attorno ad una corte interna. In essa è situato il corpo scala dall’andamento curvilineo, con due simmetriche rampe, posto frontalmente all’ingresso ed innanzi ad un avancorpo. Da esso si accede al piano superiore, adibito a zona residenziale, ove si notano tracce di caminetti per il riscaldamento degli ambienti e quattro nicchie, poste simmetricamente come uso di servizi igienici. In questo piano è inoltre situata una loggia con triplice arcata. Lo stato di rovina in cui versava l’edificio ha reso tuttavia ugualmente possibile una sua lettura tipologica architettonica. Il palazzo è stato costruito prevalentemente con pietre di roccia dello stesso terreno roccioso circostante dalla parte del mare, pietre che venivano poi modellate e poste in opera secondo la loro destinazione; come le mensole elemento portante dei balconi, le bocche di scarico dell’acqua piovana scolpite a forma di maschera, svuotate all’interno, l’una diversa dall’altra ma di uguale dimensione, poste a distanza regolare lungo il cornicione esterno e quello interno del cortile. Nella muratura come elementi riempitivi si notano pezzi di cotto e di pietra tufacea. Il cotto, in varie forme e tagli è posto soprattutto a definire gli architravi e gli stipiti dei balconi e dei passaggi interni, inoltre, si ritrova nella pavimentazione interna e del cortile, nella definizione rettilinea degli aggetti (sporgenze) dei basamenti e delle cornici, e come conci nelle aperture ad arco della facciata principale e di quelle del corpo scala del cortile. La pietra tufacea, si trova nei basamenti delle quattro soluzioni angolari esterne ed in quelli delle lesene della facciata del corpo scala, ed inoltre sulle pedate della scala, nella soglia della loggia esterna e nelle soglie architravi e stipiti delle finestre. Attualmente il palazzo è ancora in fase di restauro, pur essendo passati molti anni dall’ inizio dei lavori avvenuti nel 1991. Oggi è funzionante l’ impianto idraulico, elettrico e il sistema d’allarme; sono da ultimare gli infissi, la pavimentazione e la riqualificazione dello spazio antistante l’edificio.

    Il Palazzo dei Principi di Lanza


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    Lo stato di abbandono in cui è stato lasciato il Palazzo del Principe di Lanza, imponente fabbricato storico posto in un luogo di grande suggestione paesaggistica, nel Comune di San Nicola Arcella nella provincia di Cosenza, è davanti agli occhi di tutti. Per il recupero di questo sito sono stati al momento stanziati dal Ministero dei Beni Culturali oltre 12 miliardi di Fondi Europei (FIO/89). Al momento, per questo palazzo, pare ormai consolidato il blocco dei lavori di riattazione e non risultano avviate iniziative per prendere possesso della zona circostante al palazzo che è funzionale ad un eventuale valorizzazione del luogo ed ad un suo utilizzo turistico-culturale, ciò, nonostante la delibera di area di interesse archeologico-paesaggistico emessa dal Ministro dei Beni Culturali. Il Palazzo del Principe di Lanza con i suoi circa oltre 2000 metri quadrati di superficie, le sue 20 grandi stanze, i suoi tre saloni, l’ampio chiostro con una importante scala Vanvitelliana ben si presterebbe a contenere un insieme di attività culturali e di prestigio. In questo luogo gli estensori di questo progetto, promotori dell’iniziativa, propongono di istituire un Centro di Eccellenza, esprimendo la propria disponibilità, in uno con le istituzioni locali, a prendersi carico del progetto, dello sviluppo e della gestione dell’iniziativa, avviando una campagna di sensibilizzazione tra gli operatori e le imprese locali per riempirla di contenuti.

    Chiesa di San Nicola da Tolentino

    - Info -


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    La chiesa, ubicata nel centro storico, è una costruzione eclettica ( ha uno stile architettonico che si rifà a diverse correnti) di maestranze locali che sorse nel XVII secolo come Cappella della Visitazione della Beata , sul lato sud della Chiesa e corrispondente all’ attuale Madonna delle Grazie.Da essa nel XIX secolo prenderà nome la parrocchia dipendente dall’ arcipretura di San Nicola in Plateis.Nella seconda metà del XIX secolo, su progetto dell’ architetto Ruffo Enrico di Cerreto e per volontà ed intervento di Laura Siciliano (moglie di Alessandro), la chiesa subisce l’ ampliamento dettato anche da necessità demografiche che le donerà l’aspetto attuale. L’impianto a schema basilicale con due navate laterali separate da una serie di pilastroni ed arcate con strutture a getto, risulta completato da una volta a tutto sesto.La chiesa ha annesse due torri campanarie, simmetriche, ai lati della facciata principale, in cui si apre il portale rettangolare fiancheggiato da lesene ioniche decorative (pilastri ornamentali) . L’ingresso è sormontato da una nicchia che ospita la statua marmorea di San Nicola da Tolentino. L’ interno, completamente decorato a stucchi policromi, è composto da una navata centrale e sei cappelle laterali, simmetriche, decorate da: Laino Serafino, Alfonso Tundisi, Laura Mello Coelho, Giuseppe Tucciarelli, Annunziata Grisolia e Francesco Mario.In esso, inoltre, si possono ammirare, oltre alla statua di San Nicola da Tolentino, decorazioni a stucco e statue processionali (la venerazione dei fedeli fu rivolta anche per Sant’ Anna, Santa Lucia, San Biagio, San Francesco di Paola , Santa Filomena, San Giuseppe e San Vincenzo).Gli affreschi realizzati da Giuseppe Faita nel 1970 raffigurano Santa Teresa, San Nicola da Tolentino e la scena della Visitazione; più innanzi la corona dei dodici apostoli con all’ apice la figura del Cristo; in alto, angeli festosi adornano la statua di San Nicola da Tolentino posta dietro l’ imponente altare realizzato da Mansueto Candia. Alle prime campane vennero sostituite nell’anno giubilare del 1950, quelle donate nello stesso anno, insieme all’orologio, da Amedeo Barletta (sulle campane appaiono le epigrafi :”Anno Santo 1950 Comm .A. Barletta dà l’ orologio- il popolo grato ringrazia”, “il Comm. Barletta la fa rifondere”).La chiesa dunque venne ampliata per interessamento di Laura Siciliano: sulla sinistra del ponte d’ ingresso in una lapide si legge Donna Laura Siciliano nata con nobile slancio di fede e carità alla maestà e gloria dell’ altissimo. Anche i popolani, dunque, nelle loro esigue disponibilità economiche, contribuirono alla realizzazione della piccola Basilica di San Nicola Arcella. Furono le famiglie benestanti a contribuire in termini economici, anche se non è da disconoscere il volume di piccoli contributi offerti un po’ da tutti i sannicolesi, che contribuirono con la forza e il sudore all’ ampliamento della Casa del Signore. Tutti, dopo aver sostenuto una pesante giornata di lavoro, trasportavano sul capo e in spalla i massi prelevati lungo le anse del Canal Grande o in località Tufo. Originariamente la chiesa presentava elementi di adornamento e temi architettonici di assoluta bellezza: il presbiterio risultava diviso dal resto della chiesa da una balaustra al cui centro era presente un piccolo cancello di ferro battuto; le sei cappelle risultavano anche esse chiuse mediante cancelli; tre grandi lampadari illuminavano l’ intera struttura donandole un tocco di superba solennità.

    Tramonti

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    Il mare e la Costa

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    Edited by terryborry - 4/7/2012, 17:51
     
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  2. Isabel
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    San Nicola Arcella - Spiaggia Arco Magno

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    San Nicola Arcella - Torre Costiera del XVI secolo

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    San Nicola Arcella - Spiaggia

     
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  3. Maria_ grazia
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    Bella San Nicola Arcella, tempo fa avevo fatto delle foto! Le posto :)

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  4. Isabel
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    Maria Grazia hai fatto benissimo a postarle :)
    Sono bellissime, soprattutto l'ultima
    :wub:

    Edited by Isabel - 11/3/2012, 18:29
     
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3 replies since 2/6/2010, 11:30   1177 views
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