Semplicemente Passioni forum

San Sosti

Provincia di Cosenza

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    San Sosti

    800pxsansosti

    Info - Scheda Wikipedia

    San Sosti (dal greco Aghios Sostis) è un comune italiano di 2.165 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.

    Storia

    Il territorio era stato frequentato a partire dalla media età del bronzo (XVI secolo a.C.) e in corrispondenza del castello della Rocca, che domina l'attuale abitato, sono state inoltre rinvenute tracce di un abitato del bronzo finale (XI-X secolo a.C.); la frequentazione della zona dell'abitato per il bronzo finale e la prima età del ferro è attestata inoltre dai ritrovamenti di frammenti di ceramica dipinta micenea ed enotria presso l'attuale abitato. Un abitato dell'età del ferro è stato inoltre identificato presso la località Casalini, sul lato opposto del torrente Rosa (riva sinistra), affluente dell'Esaro (IX-VII secolo a.C.): in epoca protostorica doveva esistere un sistema di insediamenti fortificati che controllavano i percorsi verso mar Tirreno. Un luogo di culto di epoca greca arcaica è attestato dai rinvenimenti presso gli scavi archeologici della chiesa del Carmine, nell'attuale abitato, e altri materiali sono stati rinvenuti nel castello della Rocca (VI-V secolo a.C.), connessi probabilmente con le città prima di Sibari e poi di Thuri. Da questi santuari proviene probabilmente l'ascia votiva di San Sosti del British Museum (VI secolo a.C.), con iscrizione di dedica ad Era, di cui si cita un santuario situato in pianura. Mancano attestazioni di epoca lucana, mentre per l'epoca romana sono conosciute le ville di Cerreto e di Ministalla e traccia di un edificio è stata rinvenuta negli scavi archeologici nell'attuale abitato. Nel X secolo-XI secolo venne costruito il castello della Rocca, abbandonato poi tra il XIII e il XIV secolo, legato con l'abitato di San Sosti, mentre l'abitato fortificato dei Casalini, di epoca bizantina doveva essere autonomo e appartenente ad un diverso territorio, il cui confine era forse segnato dal torrente Rosa. Allo stesso periodo della Rocca appartiene il monastero bizantino di San Sozonte: dal nome greco del santo titolare deriva il nome del paese (in età medievale "Santa Sosta".

    Madonna del Pettoruto

    - Info -


    La Madonna del Pettoruto si venera in San Sosti. Il santuario è situato nella suggestiva Gola del Rosa. È meta di pellegrinaggi durante tutto l'arco dell'anno e soprattutto in settembre quando, il giorno 7, ha luogo la ricorrenza. Nei giorni che vanno dall'1 all'8 settembre nel paese si svolge la tradizionale fiera. Rilevante è inoltre il legame con la Madonna del Pettoruto che hanno i devoti sparsi per il mondo. A San Isidro, in Argentina, esiste una comunità in onore alla Madonna del Pettoruto. Famiglie emigrate da San Sosti e stabilitesi in Argentina hanno continuato a praticarne il culto riproducendo le stesse ricorrenze. Altre comunità che si trovano in Canada, Stati Uniti, hanno portato con se la fede verso la Madonna e le tradizioni sansostesi. Una ricorrenza degna di nota è "La Cinta", che affonda le radici nel passato più remoto. La popolazione che abitava i paesi vicini fu infatti sovente colpita da tremende catastrofi, come terremoti ed epidemie, e per scampare a questi cataclismi pregava la Madonna. Come in molti altri santuari d'Europa, ci si rifaceva all'avvenimento del 1008 a Valenciennes. La reliquia è costituita da un laccio imbevuto di cara che simboleggia il filo con cui la Madonna ha cinto i paesi per proteggerli dalla devastazione.

    Casalini della Porta Serra (Artemisia)

    cas_002 cas_003 cas_004

    cas_006 cas_007 cas_008

    Castrum longobardo - bizantino

    Presenta tracce di frequentazione risalenti al Neolitico medio e recente. Da segnalare il rinvenimento di una capanna protostorica collocabile tra il Neolitico recente ed il Bronzo antico. Le indagini stratigrafiche effettuate nel 2001 e nel 2003 dal Dipartimento di Archeologia dell’UNICAL hanno attestato una continuità insediativa dal Neolitico medio - recente fino all'età del Ferro. Tra il VI ed il VII sec. d.C. fu edificata la prima cinta muraria del Castrum; tra il X e l'XI sec.d.C. venne ulteriormente fortificata l'Acropoli. L'ultima fase è collocabile tra il XIII ed il XIV sec. d.C.

    Castello della Rocca

    cast_006

    Il Castello della Rocca (m. 551 s.l.m.) è collocato su una rupe rocciosa, lungo le pendici del Monte Mula (m. 1981 s.l.m.), che domina la gola del torrente Rosa, affluente dell'Esaro, ed il Centro Storico di San Sosti. Nel corso della campagna sono stati effettuati dettagliati rilievi digitali della struttura ed aperti cinque saggi di scavo con lo scopo di indagare le varie fasi della complessa fortificazione. La rocca nasce probabilmente già nell'XI secolo d.C., come provano i rinvenimenti monetali di età bizantina (Michele II), e cessa la sua funzione nella seconda metà del XIII secolo. Particolarmente ricca è la documentazione numismatica di età sveva (Federico II) ed angioina (Carlo I e Carlo II d'Angiò). La frequentazione del sito in età romana è attestata da ceramiche sigillate del I-II secolo d.C., mentre quella di età greca è testimoniata, in più punti, all'interno ed all'esterno del castello, da microceramiche votive di VI-V secolo a.C., in particolare hydriskai con fondo piatto o con piede a tacco. Dove il saggio ha potuto raggiungere il banco roccioso, è stata messa in luce parte di una capanna absidata con buchi di palo perimetrali. Le ceramiche d'impasto qui rinvenute sono databili alla prima età del ferro e alla media età del bronzo. Le indagini effettuate nel Castello della Rocca, insieme a quelle sviluppate nella Chiesa del Carmine di San Sosti, aprono nuove prospettive alla lettura dell'archeologia dell'area e all'individuazione del luogo di rinvenimento della nota ascia votiva in bronzo, scoperta in territorio di San Sosti nel 1846, ora conservata al British Museum. E' in programma la prosecuzione delle indagini.

    Chiesa del Carmine

    chi_img_003

    Lo scavo della Soprintendenza, condotto in collaborazione del Dip.to di Archeologia dell'Università della Calabria (Catt. di Archeologia Cristiana: Prof. G. Roma), ha indagato le stratigrafie rinvenute al di sotto dell'area presbiteriale della Chiesa del Carmine, piccolo edificio di culto collocato nel Centro Storico di San Sosti (CS). Il sito, posto sul pianoro sommitale di un vasto colle, all'imbocco della gola del torrente Rosa, è stato occupato fin dal X secolo a.C. Nei livelli di XVI-XVII secolo sono stati messi in luce ambienti interpretabili come cucina e mensa (un piccolo forno, un piano di cottura, molti tegami, teglie, ciotole per pasti comuni, resti faunistici di animali domestici e selvatici). Significative le testimonianze numismatiche di XIII secolo, con chiaro riferimento ai coevi rinvenimenti monetali del vicino Castello della Rocca.

    chi_img_001

    chie_009

    I livelli sottostanti sono riferibili ad età alto-medioevale e dall'età tardo-antica fino alla prima età imperiale. I livelli di età romana (I secolo a.C.-VI secolo d.C.) hanno restituito molta ceramica sigillata (italica, orientale, africana) e alcuni vetri mosaico e millefiori (I secolo a.C.-I secolo d.C.). Resti di un edificio tardo-antico appaiono conservati sul lato Sud del presbiterio. Non vi è apparentemente documentazione per i secoli III-I a.C. Al di sotto dei livelli d'età romana, strati di età greca (VI-IV secolo a.C.), con ceramiche di importazione attica, sono pertinenti ad un'area sacra con importanti resti di un edificio, sviluppantesi verso Nord, al di sotto dell'attuale sacrestia. Nel livello di fondazione sono state individuate due fosse votive contenenti vasetti miniaturistici (hydriskai, olpai, krateriskoi) e parti frammentarie di statuette femminili sia stanti che in trono.

    chi_img_002

    Lo stesso livello ha restituito, seppure come residuo e a contatto con il substrato geologico, ceramiche figuline dipinte di produzione enotria, attribuibili al Proto Geometrico/Geometrico Antico (BF3-PF1A), databili all'XI-X secolo a.C.

    jpg jpg
    Porzione di Skyphos - Testina Fittile - V sec a.C.



    L'Ascia Votiva

    - Info -


    [IMG002lqo]http://img97.imageshack.us/img97/4632/image002lqo.jpg[/IMG]
    La scure, martello di Kyniskos,
    in bronzo, del VI sec. a.C. fu
    rinvenuta nel territorio di
    San Sosti nel 1846

    L'eccezionale importanza di questo reperto (vero e proprio emblema della ricchezza del patrimonio storico-artistico-archeologico del nostro territorio ma, purtroppo, anche, del suo costante, inesorabile e criminale depauperamento!) è data dall'epigrafe incisa sulla sua penna perché rappresenta, ad oggi, il primo ed unico documento scritto in dialetto Dorico alfabeto Acheo. Nell'epigrafe è l'oggetto stesso a parlare ed afferma di essere sacro ad Era e di essere offerto da Kyniskos. Ma chi era Kyniskos? Molto probabilmente si trattava di un pugile, proveniente dalla città di Mantinea, già vincitore dell'Olimpiade a metà del VI sec. a.C. Questo personaggio, che grazie al ritrovamento del reperto in questione riaffiora da un oblio millenario, nel suo tempo divenne famoso a tal punto che - tra il 460 ed il 450 a.C. - il celeberrimo scultore Polikletos ne commemorò la memoria con una scultura in bronzo. Nel 1857 il reperto si trovava ancora a San Sosti ma, al fine di decifrare con una corretta traduzione l'Epigrafe incisa sull'ascia, subito dopo fu inviato a Napoli al Direttore del Museo Nazionale del Regno Borbonico. Molto probabilmente, a seguito dell'invasione francese del Regno Borbonico, la Scure - Martello venne trafugata dal Museo Nazionale di Napoli per comparire nel 1884 a Parigi nella collezione di Alessandro CASTELLANI. Nel 1886 venne acquistata da Funzionari della Real - Casa Inglese ed oggi è conservata al "British Museum" di Londra. Il Comune di San Sosti, da oltre un trentennio, attraverso il Ministero per i Beni Culturali, ha ufficialmente rivendicato la proprietà dell'Ascia votiva di Kiniskos e contestualmente, ha formulato la richiesta di restituzione del reperto al Patrimonio Culturale Italiano. L'Ascia Votiva di Kyniskos risulta essere tra i Reperti Archeologici trafugati e rivendicati dallo Stato Italiano.

    Edited by Isabel - 17/11/2012, 12:00
     
    .
1 replies since 12/5/2011, 15:33   498 views
  Share  
.