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Pianure italiane

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  1. Isabel
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    Pianure italiane

    Info - Scheda Wikipedia

    Le pianure italiane occupano solo 1/4 della superficie totale: tali non possono essere considerate le conche appenniniche dell'Italia centrale, le strisce costiere dei golfi del Mar Tirreno, le maremme, o le foci pianeggianti dei fiumi appenninici lungo l'Adriatico.

    Origine delle pianure italiane
    • da sollevamento: Tavoliere delle Puglie
    • vulcanica: Piana del Volturno
    • alluvionale: Pianura Padana, Piana di Catania, pianure marchigiane, Terra di Bari, Valle d'Itria, Arco ionico tarantino, Salento, Metapontino, Piana di Sibari, altre pianure abruzzesi, altre pianure molisane, altre pianure calabresi, altre pianure siciliane, Campidano, Nurra, altre pianure sarde, altre pianure lucane, altre pianure campane, Agro Pontino, Agro Romano, Maremma e Valdarno.

    Pianura padana

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    Panorama estivo di un lembo di pianura padana


    La Pianura Padana, detta, anche Padano-Veneto-Emiliana, occupa una superficie di 47.820km² (38.110 km² la padana, 9.710 km² quella veneta) ed è la più vasta pianura d'Italia. È compresa tra l'arco alpino e l'Appennino settentrionale.
    È chiamata semplicemente Pianura Padana, perché è solcata, da occidente ad oriente, dal fiume Po (in latino Padus), che raccoglie la maggior parte dei corsi d'acqua che scendono dalle Alpi (lato interno) e dall'Appennino settentrionale.
    La Pianura Padana è stata formata dai materiali erosi dalle Alpi e dagli Appennini e trasportati in basso dalle acque defluenti dai ghiacciai in ritirata. Questi materiali colmarono la conca subalpina, costringendo a ritirarsi verso oriente le acque del Mare Adriatico che la occupavano. Tale opera si manifesta tuttora nello sviluppo della superficie dei delta fluviali. L'area occupata dalla Pianura Padana è quasi simile ad un triangolo: la costa adriatica ne costituisce la base; il vertice è dato dalle colline di Superga e del Monferrato. Anche i ghiacciai, che anticamente scendevano dalle Alpi verso la pianura, hanno formato, ai margini settentrionali (alpini), delle lievi ondualzioni dette colline moreniche, le quali segnano il limite inferiore raggiunto dai ghiacciai. Dalla pianura emergono alcune colline. Le più notevoli sono: di Superga, del Monferrato, i Colli Berici ed Euganei, che un tempo erano, in parte, vulcanici. Quasi tutta la parte costiera adriatica (170 km circa) è una fascia lagunare che comincia a sud di Ravenna, ove è larga solo un chilometro circa; si allarga verso l'interno (fino a 30 km) nelle Valli di Comacchio ed alla foce (delta) del Po, continua nella Laguna di Venezia, mantenendo una larghezza varia dai 10 ai 18 km; poi giunge, ma più ristretta, fino a Grado (foci dell'Isonzo). La Pianura Padana è la pianura più ricca d'Italia: infatti è fertile e ben irrigata; ricca di industrie e di traffici, data la densità della popolazione, la facilità ed il gran numero delle vie di comunicazione interne e di quelle che conducono ai Paesi d'oltr'Alpe o, verso sud, alla Penisola. La Pianura Padana è di origine alluvionale

    Pianura pisana

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    La Pianura pisana si estende, appunto, nel territorio di Pisa su una superficie di circa 1000 km² e comprende la regione in cui scorre tortuoso l'Arno. Alcune colline la separano dalla conca di Firenze e da altre conche collaterali. Si estende a nord fino a Viareggio ed a sud fino a Livorno. Anche questa pianura è stata formata dalle alluvioni dell'Arno e del Serchio, che anticamente era un affluente del primo fiume.

    Maremma

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    La Maremma è una vasta pianura costiera di circa 5.000 km² che si estende lungo il versante tirrenico dell'Italia centrale, interessando la Toscana centro-meridionale ed il Lazio settentrionale. Il territorio si sviluppa tra la parte meridionale del territorio comunale di Rosignano Marittimo e il promontorio di Capo Linaro presso Civitavecchia, inoltrandosi in modo più o meno accentuato verso il retroterra, in prossimità dei principali corsi d'acqua che, da nord a sud, sono il Cecina, Cornia, Pecora, Bruna, Ombrone, Albegna, Chiarone, Fiora e Marta.

    Campagna romana

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    La Campagna romana comprende la regione intorno ai Colli di Roma. Un tempo era occupata dalle acque del Mar Tirreno; è stata poi riempita dal materiale trasportato dal fiume Tevere e dai suoi affluenti.

    Pianura pontina

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    Con il termine pianura pontina si indica, spesso come sinonimo di Agro pontino, il territorio pianeggiante del Lazio compreso fra Terracina, Anzio, il Circeo e i Monti Lepini ottenuto con la bonifica delle paludi pontine negli anni '30, avente una superficie di circa 1.180 km².

    Pianura campana

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    La Piana del Volturno, di natura essenzialmente vulcanica e insieme alluvionale, è fertilissima e perciò densamente abitata. Comprende le terre attraversate dall'ultimo tratto del Volturno ed il retroterra napoletano, fin là dove scorre il fiume Sarno, dove comincia l'agro nocerino sarnese: località note per la loro bellezza naturale e caratterizzate da un clima favorevolissimo alla vegetazione ed alle coltivazioni.

    Piana del Sele

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    La Piana del Sele è una pianura di natura alluvionale di circa 500 km² situata nella provincia di Salerno. Comprende parte dei bacini del fiume Sele e i suoi affluenti, e del Tusciano. Viene anche chiamata Piana di Eboli o Piana di Paestum.

    Tavoliere delle Puglie

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    Il Tavoliere delle Puglie da San Giovanni Rotondo


    Il Tavoliere delle Puglie, pianura da sollevamento, si affaccia a oriente sul Golfo di Manfredonia e termina a nord contro gli spalti del Gargano; si allarga intorno a Foggia e si allunga a sud verso Bari in una fascia ristretta, ricca di colture e di vigneti, su una superficie complessiva di circa 4.810 km² è la seconda pianura italiana in ordine di grandezza. Poiché i fiumi che lo percorrono hanno tutti scarsa portata, il Tavoliere è soggetto a siccità durante la maggior parte dell'anno. Le ricche coltivazioni possono tuttavia godere dell'apporto dell'Acquedotto pugliese.

    Pianura salentina

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    La pianura Salentina chiamata anche Piana Messapica o Tavoliere di Lecce, è un vasto e uniforme bassopiano del Salento compreso tra i rialti terrazzati delle Murge a nord e le Serre salentine a sud. Si estende per gran parte del brindisino (piana brindisina), per tutta la parte settentrionale della provincia di Lecce, a nord della linea che grossomodo congiunge Gallipoli e Otranto, fino ad Avetrana e Manduria nel tarantino. Caratteristiche della pianura sono, oltre alla totale assenza di pendenze significative, i poderosi strati di terra rossa e l'assenza di corsi d'acqua di superficie. Il terreno carsico tuttavia presenta innumeroveli inghiottitoi (chiamate vore o capoventi), punti di richiamo delle piovane, che convogliono l'acqua nel sottosuolo alimentando veri e propri fiumi carsici. Solcano poi la superficie numerosi canali scavati per favorire il deflusso delle piovane negli inghiottitoi, e per evitare quindi la formazione di acquitrini. La campagna presenta anche qui, come in tutto il Salento, vasti appezzamenti di vigneti e uliveti. Frequenti sono poi le masserie, alcune delle quali sono oggi recuperate in chiave agroturistica, e dimore sparse o ricoveri temporanei per i contadini, ormai spesso in stato di abbandono.

    Pianura metapontina

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    La pianura metapontina si trova lungo la costa jonica della Basilicata e si estende su una superficie di circa 800 km². È attraversata dai fiumi Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni. Importante è la vasta pineta a ridosso della spiaggia, soprattutto il Bosco Pantano di Policoro, oasi del WWF.

    Piana di Sibari

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    La Piana di Sibari, che prende il nome dall'omonima città magnogreca, è la pianura più grande della Calabria. Situata sul versante ionico settentrionale della regione, fa da confine tra il massiccio del Pollino e quello della Sila. È solcata nel centro dai corsi del fiume Crati e Coscile, che proprio qui sfociano nel mar Ionio. A carattere paludoso, è stata bonificata e resa coltivabile negli anni sessanta, favorendo una notevole emigrazione dalle montagne circostanti, a dando vita a una discreta attività agricola (agrumi, oliveti, risaie), che è la principale risorsa economica, oltre al turismo, della zona. Le maggiori città della Piana sono Corigliano Calabro (dove è presente un importante porto turistico-peschereccio-commerciale), Rossano (dove è presente un'antica e prestigiosa fabbrica di liquiriza che viene estratta in tutta la piana e lavorata e un parco acquatico che è il secondo più grande d'Italia), Castrovillari, Cassano allo Ionio (di cui fa parte anche la frazione di Sibari che ha dato il nome alla Piana stessa), Cariati e Trebisacce. Da tempi non recenti si pensa ad una provincia della Sibaritide ma non si sono ancora ottenuti risultati concreti. I reperti archeologici, affermano che questo territorio è stato frequentato dall’uomo in età del bronzo e in quella del ferro da popolazioni indoeuropee. Il nome della pianura deriva da Sybaris, un famosa città della Grecia. Divenne in breve tempo un'importante centro commerciale. Leggendarie divennero le raffinatezze dei costumi degli abitanti di questo territorio finché nel 510 a.C. venne distrutta dalla rivale Crotone. Venne successivamente abitata da popolazioni come gli Enotri e i Bruzi dediti ad attività come pastorizia e agricoltura. Sul finire degli anni ‘50, la piana di Sibari conobbe un periodo di importante evoluzione economica non solo della Calabria ma di tutto il Mezzogiorno.

    Piana di Sant'Eufemia o Piana di Lamezia Terme

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    La Piana di Sant'Eufemia, recentemente chiamata anche Piana di Lamezia, è una pianura che si trova nella provincia di Catanzaro. Con i suoi 188 km² di estensione è la terza pianura calabrese. La piana è situata al centro della costa tirrenica in Calabria davanti all'omonimo golfo, si estende da Capo Suvero alla foce dell’Angitola ed ha forma ad anfiteatro. Fra i principali corsi d'acqua del territorio troviamo il fiume Amato, che nei millenni ha formato la piana di Sant'Eufemia, e i suoi affluenti: il torrente Cantagalli che attraversa Sambiase, il torrente Piazza e il canale delle Canne, che attraversano Nicastro (ambedue le località sono quartieri di Lamezia Terme), il torrente Bagni, famoso per le sue acque sulfuree e nella cui piana alluvionale giacciono le rovine dell'antica città greca di Terina e il torrente Zinnavo che segna il confine con il comune di Gizzeria. Nella piana si trovano anche le terme di Caronte famose fin dall'antichità. I centri in cui è amministrativamente suddivisa sono Lamezia Terme, San Pietro a Maida, Gizzeria, Falerna, Feroleto Antico, Marcellinara, Curinga, Maida, Filadelfia, Pianopoli, Amato, Francavilla Angitola, Jacurso, Maida, Pizzo. Le colture diffuse nella Piana di Lamezia comprendono la vite, la fragola, l'olivo da olio, la barbabietola da zucchero, il grano, il granturco e altri prodotti pregiati.

    Piana di Gioia Tauro

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    « nella piana di Gioia Tauro dove ci sono gli uliveti più belli e antichi d'Italia, alberi di quindici, venti metri e sotto quel tetto argenteo, l'oro degli agrumeti, aranci e mandarini profumati e sotto ancora, in un mutar di verdi e di marroni, gli orti, i rampicanti, i prati d'erba tenera già fioriti di margherite a marzo. » La Piana di Gioia Tauro (talvolta detta Piana di Rosarno), localmente meglio nota come Piana di Gioia o semplicemente la Piana (a Chjàna in dialetto reggino), è un'area geografica della provincia di Reggio Calabria che confina ad ovest con il Mar Tirreno (golfo di Gioia Tauro), a nord con il Monte Poro, ad est con il Dossone della Melia ed a sud con il Monte Sant'Elia di Palmi. È per estensione, dopo la Piana di Sibari, la seconda delle tre pianure calabresi. Il fiume più importante è il Mésima. Il territorio è prevalentemente coltivato ad ulivi ed agrumi e molte delle attività svolte dalla popolazione sono connesse con l’agricoltura (specie l'estrazione dell'olio d'oliva, la trasformazione dei prodotti agrumari ed oleari). In via di sviluppo sono il commercio e l'artigianato. La Piana veniva indicata da romani e bizantini come Vallis Salinarum (probabilmente a causa di acquitrini salmastri all'epoca esistenti sulla costa e alla foce dei fiumi), tale nome fu usato fino al medioevo. In seguito fu denominata Planities Sancti Martini (Piana di San Martino), ad esempio in una provvisione di Re Carlo II, del 1305, si trova: quod habet in Planitie Sancti Martini et Sancti Giorgii, traduzione: “che è (situata) nella Piana di San Martino e San Giorgio”. Nel 1500, all'incirca, prese il nome di Piana di Terranova, infatti Terranova all'epoca era il centro più noto; nell'opera di Leandro Alberti Descrittione di tutta Italia del 1567 viene invece riportata come «una molto larga e lunga pianura di San Giovanni quasi tutta inculta e piena di cespugli e boschi»; il fatto che essa si presentasse così è confermato anche dal Barrio nel suo De antiquitate et situ Calabriae. Nel 1600, essendo diventato Seminara il centro feudale più importante della Calabria meridionale tirrenica, il territorio ne prese di conseguenza il nome (Piana di Seminara) mentre gli studiosi che la visitarono a causa del terremoto del 1783 la indicarono come piana di Calabria o, più raramente, come Piana di Monteleone, ambedue questi termini rimasero limitati all'ambito letterario ed intellettuale. Con il decadere di Seminara, l'area fu successivamente indicata come Piana di Palmi, come si può leggere negli scritti dei geografi del '700 e dell'800, questo anche grazie al fatto che nel 1816 la città fu elevata a capoluogo di circondario. Durante il XIX secolo, accanto a tale denominazione, ebbe diffusione anche il toponimo di Piana di Gioia Tauro, dal nome dell'attivo centro in cui si commerciava l'olio d'oliva prodotto nella zona; attualmente si può considerare quello maggiormente usato. Alcuni autori hanno anche utilizzato altre denominazioni quali Piana di Rizziconi o Piana di Cittanova ma tali termini s'intendono in genere riferiti ai rispettivi territori comunali. Un ultimo nome, attualmente abbastanza diffuso, è quello di Piana di Rosarno. Anche se inizialmente indicava solo il comprensorio di bonifica che si estendeva attorno al centro viene ora usato anche per indicare l'intero territorio della Piana.

    Conca d'Oro

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    La Conca d'Oro è la pianura su cui sorge buona parte della città di Palermo ed alcuni comuni limitrofi. Conosciuta con questo nome per via delle colorazioni dorate tipiche degli agrumi, si estende nell' arco dell' omonimo golfo, ed è delimitata dai Monti di Palermo. Oggi, in gran parte è stata cementificata. Tuttavia a Sud-Est vanta di un lussureggiante angolo di coltura agrumicola: la località di Ciaculli. Conosciuta per la produzione del Mandarino Tardivo, varietà che, termina la sua maturazione in Marzo. Nelle altre aree della pianura, risparmiate dall' espansione urbanistica di Palermo, alcuni privati continuano a coltivare agrumi come le Arance, o i Mandaranci.

    Piana di Catania

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    La Piana di Catania è la maggiore pianura siciliana con 430 km² di estensione; compresa fra il piede meridionale dell'Etna, i monti Erei, i monti Iblei ed il mare, è lunga circa 45 km e larga in media 15. È fertilissima e ben coltivata. Fiumi principali: Dittaino, Gornalunga, Salso, Simeto.

    Piana di Gela

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    La Piana di Gela è la seconda più estesa ed importante pianura della Sicilia; ha una superficie di 250 km², pari a un settimo di tutte le pianure dell’isola ed è una delle più estese dell'Italia Meridionale. Essa prende il nome dalla città di Gela, antica colonia greca famosa come "Granaio di Roma" e anticamente veniva indicata con l'appellativo di "Campi Geloi" (Virgilio, Eneide). Importantissima è la coltivazione del grano, dei carciofi e la produzione di ortaggi nella "fascia trasformata" tra Vittoria, Niscemi e Licata.

    Campidano

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    Il Campidano è la maggiore pianura sarda. Si estende su una superficie di circa 1.850 km², da Cagliari fin oltre Oristano ed è compresa tra i due blocchi montuosi principali: il Gennargentu e l'Iglesiente. Anticamente era un largo canale marino, che è stato poi riempito dal materiale trasportato dai fiumi e dal materiale eruttato dai vulcani. È quindi di origine alluvionale e vulcanica.

    Edited by terryborry - 21/10/2012, 19:00
     
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