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Lira calabrese

Strumento musicale tradizionale

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    Lira calabrese

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    - Fonte -

    La lira è uno strumento musicale tradizionale caratteristico di zone della Calabria, quali l'area della Locride e l'area del Monte Poro. Per le sue caratteristiche organologiche lo strumento fa pienamente parte di un gruppo definibile "lira bizantina", una famiglia di cordofoni ad arco, con caratteristiche ricorrenti e molto simili fra loro, diffusi in tutta l'area dell'ex Impero Bizantino.

    Origini del nome

    L’utilizzo del nome dissociato dalle caratteristiche strutturali e morfologiche potrebbe confondere questa con altre possibili lire. Il nome lyra veniva applicato dai romani a una variante della cetra a pizzico e che oggi vengono così definiti anche strumenti ad arco di diverso tipo (ad es. la lira pontiaca). Sotto il profilo eminentemente strutturale c’è da aggiungere che non vi è alcuno strumento ad arco corrispondente esattamente ai canoni del tipo lira nel mondo di lingua araba, né alcuno strumento del genere nell’Europa Occidentale - ad esclusione della Calabria bizantina.

    Storia

    Com’è noto nel mondo classico euro-mediterraneo gli strumenti ad arco erano sconosciuti e la lira è uno dei cordofoni di questa categoria che fanno capolino in Europa durante il Medioevo.La lira è un arco che sin dalle prime testimonianze storiche ad oggi si presenta con delle caratteristiche organologiche molto marcate (si veda sotto alla voce "Caratteristiche").Vi è un complesso filo rosso che lega strumenti posti in aree geografiche piuttosto lontane: dalla Dalmazia meridionale, alla Locride in Calabria, alle comunità trace e macedoni della Grecia del Nord sino alla musica classica destinata alla ritualità sufi in Turchia, in linea di massima ritroviamo in tutto l’antico mondo bizantino la presenza sempre dello stesso strumento. In alcuni casi con importanti varianti (ad esempio si veda la violinizzazione della lira cretese) ma, come suol dirsi “sono eccezioni che confermano la regola”. Data la lampante parentela strutturale e morfologica fra questi strumenti possiamo parlare a ragion veduta di una sorta di “gruppo lira”.Come dato di fondo non bisogna dimenticare che gli strumenti ad arco sono sconosciuti nell’antichità greco romana. Essi arrivarono dall’oriente fra alto e basso medioevo. Secondo un'ipotesi, fu attraverso slavi e arabi che l’Europa medioevale conobbe gli archi in queste versioni che con linguaggio corrente di oggi diremmo “etniche” e li assimilò sviluppando progressivamente una propria via. L’Impero Bizantino ne accolse e ne elaborò una versione chiaramente identificabile con la lira che ancora oggi ne marca il territorio.Non deve così troppo stupire se uno strumento da molti ritenuto greco sia anche croato, bulgaro, rumeno, turco e calabrese (italiano). Se lungo la traccia del grande Rohlfs riconosciamo la Calabria meridionale linguisticamente come greca sino a pochi secoli fa non ci stupiremo troppo per la presenza nella Locride di uno strumento greco.

    In Calabria

    In Calabria, la lira verso la fine degli anni '70 del secolo scorso era ormai in disuso, sembrava essere a uno strumento destinato ai Musei. Dal 1980 grazie alle ricerche sul campo portate avanti dalla Cooperativa "R.L.S." e dal gruppo musicale Re Niliu, vennero rintracciati gli ultimi suonatori e costruttori viventi nell'area della locride (tra Siderno, Gioiosa, Canolo Nuovo e Agnana), mentre fu attestata la presenza di costruttori e suonatori attivi nel Monte Poro solo fino agli anni ’50. Grazie a questo lavoro di documentazione e ricerca lo strumento comincia la sua diffusione ad un più vasto pubblico, soprattutto grazie all'impegno di Ettore Castagna che per primo costituì negli anni '90 una "scuola di lira" ancora oggi portata avanti insieme al Conservatorio Grecanico di Cataforìo (U Stegg!). Contemporaneamente la lira è stata ripresa dai primi gruppi musicali presenti sulla scena calabrese (Re Niliu, Agorà, Xicrò, Phaleg,...) fino alle numerose formazioni attuali che la propongono con nuovi repertori in concerti e festival. Negli ultimi anni la moda dell'etnico-popolare ha amplificato il numero degli aspiranti suonatori e, di conseguenza di costruttori, e numerosi sono i corsi, sia in Calabria che nel resto d'Italia, per imparare a suonare o a costruire questo strumento. Dal 2010, a Spilinga (VV), si svolge il "Festival Internazionale della Lyra del Mediterraneo".

    Caratteristiche
    • tre corde;
    • assenza di tastiera e di capotasto;
    • bischeri a inserimento sagittale;
    • due fori di risonanza di forma variabile ma predominano cerchio e mezzocerchio;
    • ponte e anima mobili (anima incastrata sotto al piede destro del ponticello);
    • tastatura delle corde generalmente con il dorso delle unghie ;
    • corpo ricavato da un unico blocco di legno , la tavola armonica realizzata in legno di abete rosso successivamente incollata con colla animale;
    • aspetto, nella parte dominante dei casi, di tipo piriforme;
    • accordatura, nella maggior parte dei casi, 4-1-5, ad es. sol-re-la

    La lira si suona stando seduti, lo strumento viene appoggiato fra le ginocchia o sulla gamba sinistra. Con la mano sinistra si tiene il manico dello strumento e si tastano le corde lateralmente con le unghie mentre con la destra si sfrega l'archetto sulle corde.Il repertorio tradizionale della lira in Calabria comprende sia l'accompagnamento al canto in varie forme, sia brani adatti al ballo (sonu a ballu), sia suonate per sola lira senza tempo definite ad aria. La lira, sempre per tradizione suonava o da sola o in un organico che poteva comprendere tamburello, chitarra battente e doppio flauto.

    Alcuni Suonatori
    Suonatori tradizionali

    • Giuseppe Fragomeni: Mirto di Siderno (RC). Detto u Fanarra, suonatore e costruttore.
    • Francesco Trimboli: Agnana Calabra (RC). Detto u Barilli, da anche il nome ad un modello di Lira.
    • Domenico Romeo: Gioiosa Jonica (RC) suonatore e costruttore
    • Antonio Costa: Siderno (Donisi)(RC)
    • Francesco Staltari: Gerace(Chiusa-Canolo)(RC)
    • Giuseppe Filipponi: Gerace(Chiusa-Canolo)(RC)
    • Pasquale Iervasi: Bujzzi di Gioiosa Ionica (RC)
    • Antonio Martino: Gioiosa Marina (Camocelli)(RC)
    • Cosimo Fragomeni: Siderno Superiore (RC)
    • Francesco Carlino: Agnana Calabra (RC)
    • Francesco Costa: Siderno (RC)
    • Giovanni Romeo: Agnana Calabra (RC)
    • Giuseppe Verterame: Isola capo Rizzuto-Siderno

    Seconda generazione di suonatori: (che hanno condotto delle ricerche sul campo, appreso e cominciato a suonare dagli anni '80 fino alla fine degli anni '90 e che rappresentano punti di riferimento per la conoscenza diretta delle fonti e/o per aver prodotto pubblicazioni sull'argomento).
    • Ettore Castagna: Antropologo ed etnomusicologo, è stato allievo di Giuseppe Fragomeni.
    • Sergio Di Giorgio: Studioso, suonatore e costruttore, ha partecipato alle prime ricerche sulla lira in Calabria.
    • Claudio Messineo: Suonatore, è stato allievo di Giuseppe Fragomeni.
    • Goffredo Plastino: suonatore e ricercatore
    • Antonio Critelli: Suonatore e costruttore.
    • Danilo Gatto: Suonatore e ricercatore.
    • Valentino Santagati: Suonatore e ricercatore.

    Costruttori
    Sono costruttori attivi almeno fin dagli anni '90 e meritano perciò di essere citati come veri e proprio ricercatori e liutai, oe comunque precursori di un fenomeno poi diffuso:
    • Sergio di Giorgio, Reggio Calabria.
    • Bruno Marzano, Bovalino (RC).
    • Pietro Forlani, La Spezia.
    • Domenico Paglia, Siderno (RC).
    • Antonio Critelli, Tiriolo (CZ).
    • Mimmo Vazzana, Prunella di Melito (RC).


    Edited by Simona s - 2/8/2013, 11:16
     
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