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Spadafora

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    Spadafora

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    - Info -

    Spadafora (Spatafora in siciliano) è un comune italiano di 5.130 abitanti della provincia di Messina in Sicilia.Si estende lungo la SS 113 tra Rometta Marea e Venetico Marina.

    Storia

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    Piazza Vittorio
    Emanuele III,
    Spadafora.
    Monumento ai caduti

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    Spadafora: Stemma
    soprastante
    l'ingresso del
    Castello
    Il paese prende il nome da un nobile casato che ne conquistò il territorio nel 1459, ma le sue origini di centro abitato e di luogo di ferventi attività agricole, commerciali e marinare risalgono a tempi molto più antichi, ad insediamenti primitivi coincidenti con la nascita dell'agricoltura.
    La vocazione primaria di Spadafora divenne, ben presto, quella marinara. Sembra che la sua spiaggia fosse molto frequentata dai Fenici, data la sua posizione strategica tra Capo Milazzo e le coste calabre.
    Durante il periodo degli insediamenti greci, alla popolazione indigena si unirono gli elleni, creando un grosso centro sicilioto non molto distante da Imera, importante centro di cultura e di commercio fondato dai greci.
    Sotto i romani le vaste colture a grano scomparvero e la zona divenne quasi deserta. Patì, con il resto dei paesi del litorale tirrenico, le incursioni barbariche; poi conobbe una lunga fase pacifica nell'epoca bizantina. Il periodo più ricco per il territorio di Spadafora fu indubbiamente quello arabo. I fenici ed i greci avevano fatto di Spadafora un centro di cultura. Gli arabi lo portarono al massimo splendore e valorizzarono le campagne con la costruzione di acquedotti che trasportavano l'acqua dei torrenti nei campi coltivati.
    La città divenne anche un importante centro d'importazione delle mercanzie arabe.
    Con la dominazione normanna, Spadafora divenne il centro abitato di una baronia, elevata in seguito a principato sotto i principi Spadafora, che diedero anche il nome alla cittadina.
    Con la dominazione sveva, Spadafora mantenne le caratteristiche dell'epoca precedente; la sua decadenza iniziò durante il periodo angioino.
    Nella lotta contro i francesi diede il suo contributo mandando numerosi volontari alla difesa di Messina. Come il resto della Sicilia decadde nell'epoca aragonese e del vicereame.
    A causa del trasferimento del principe a Palermo, allora luogo di delizie della nobiltà sicula, il suo vasto territorio fu affidato ai gabelloti, con conseguenze nefaste per l'agricoltura e per la vita sociale.
    Dopo il terremoto di Messina del 1783, gruppi di valorosi spadaforesi, via mare, portarono aiuto al capoluogo.
    Da quanto si è potuto rilevare dagli archivi comunali, risulta che Spadafora si costituì a comune autonomo nell'anno 1817; prima di allora era una frazione di San Martino (diventato oggi frazione del Comune di Spadafora). Il primo registro dello Stato civile del Comune risale, infatti, proprio al 1817.
    Nel 1848 anche Spadafora contribuì al tentativo di liberazione dalla tirannide borbonica. Durante la notte del 28 gennaio una squadra a cavallo e bene armata di "picciotti", guidata dai maggiorenni del paese, fu inviata a Messina, dove si distinse in estenuanti giornate di battaglia fino allo sfortunato epilogo che vide la caduta di Messina, il 7 Settembre 1848.
    Tra i cittadini di Spadafora si distinsero il dott. Antonino Giunta ed il patriota Francesco Maniscalco.
    Nel 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi, giovani volontari spadaforesi si nascosero in un luogo tra Santa Lucia del Mela e San Filippo, aspettando l'esercito garibaldino, nel quale si arruolarono, partecipando alla grande battaglia di Milazzo il 20 luglio 1860, che aprì la via all'unità d'Italia.


    Architetture religiose


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    Spadafora: Chiesa
    di San Giuseppe

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    Stemma nella
    Chiesa di
    San Giuseppe

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    Spadafora: Chiesa del
    Sacro Cuore di Gesù
    Chiesa di San Giuseppe
    Costruita intorno alla fine del '500, la chiesa di San Giuseppe era originariamente la cappella di famiglia dei Principi Spadafora. In anni successivi subì modifiche ed ampliamenti nel corso delle quali furono costruite la volta e la sacrestia. La statua di San Giuseppe, scultura in legno, è stata costruita da Antonio Zuccaro nel 1860 come si legge nell'iscrizione nella base del simulacro di San Giuseppe (vicino il piede sinistro). La statua dell’Immacolata è anch’essa in legno, mentre le statue del Sacro Cuore di Gesù, di Sant’Antonio, di San Giovanni Battista e della Madonna del Rosario sono realizzate in cartapesta.


    Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
    La chiesa del Sacro Cuore di Gesù deve il suo nome all'episodio di cui fu testimone Santa Maria Margherita Lacoque, cui apparve Gesù con il cuore in mano. L'apparizione è rievocata dal pittore Bonanno di Messina nel 1945 su una tela posta sopra l'altare maggiore. La chiesa è stata realizzata tra il 1937 ed il 1939 dall'ing. Barbaro di Messina, su proprio progetto, in stile romanico. L'apertura al culto è del 1940. Originariamente fu costruito solo l'altare maggiore; solo successivamente furono realizzati l'altare di destra sormontato da un crocifisso ligneo, opera di scultori di Ortisei, e quello di sinistra, dedicato alla Madonna di Lourdes, la cui statua è opera degli stessi scultori ed è circondata da una grotta realizzata in cemento da un mastro muratore di Giarre nel 1947. Risale allo stesso periodo la realizzazione degli altari laterali, sormontati dalle icone di Sant'Antonio, della Madonna del Carmine, della Sacra Famiglia, di Santa Teresa del Bambino Gesù e di Santa Rita.


    Architetture militari

    Il castello

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    Spadafora: Il Castello

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    Spadafora: Ingresso
    del Castello
    Al centro della città di Spadafora sorge l'omonimo castello, la cui struttura si fa risalire alla seconda metà del sec. XV. In origine, secondo alcuni, fu solo una torre di avvistamento, avamposto del castello di Venetico, posto in collina e dimora del feudatario. La fortificazione è chiamata anche Castello Samonà, in ricordo dei suoi ultimi proprietari, discendenti diretti di Alessandra Spadafora Principessa di Venetico, Spadafora e Maletto[senza fonte], titolari anche dello stesso castello di Venetico, ridotto oramai a rudere. La leggenda vuole che un passaggio sotterraneo segreto mettesse in comunicazione le due fortificazioni, permettendo il passaggio di soldati e prigionieri. Carmelo e Caterina Samonà, a questo proposito, a seguito della distruzione del Castello di Venetico durante il terremoto del 1908, trasferirono quanto era rimasto intatto nel vicino castello di Spadafora, salvandolo da sciacalli e dalle intemperie.
    Probabilmente la torre fu ampliata o ricostruita intorno al '500 dall'architetto fiorentino Camillo Camilliani, divenendo quel castello di cui rimane oggi solo la parte centrale, che rappresenta il più importante patrimonio artistico-culturale di Spadafora. Il castello venne restaurato una prima volta nel '600. I quattro imponenti speroni angolari a forma trapezoidale sono contornati, nella parte superiore, da caratteristiche merlature, nei cui interspazi venivano piazzate le bocche dell'artiglieria. Nelle estremità angolari di ciascun sperone si ergono le casematte, a protezione dei soldati di guardia. Le feritoie sottostanti venivano usate come saetterie in occasioni di assalti al castello. Il fossato che lo circonda è ancora oggi contornato da un robusto muro di cinta.
    Dopo la perdita del Castello da parte della famiglia Samonà, questo è stato per anni vittima dell'incuria delle amministrazioni che si sono succedute. Il Castello, infine, è stato recentemente restaurato a cura della Soprintendenza per i beni ambientali di Catania e successivamente dalla Soprintendenza di Messina, dopo l'acquisizione della Regione Siciliana. Con questi incauti restauri, l'antico splendore che sicuramente offriva ai propri visitatori l'interno del castello, è andato perso.


    Cultura

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    Spadafora: Epigrafe
    del Dott. Antonino Giunta
    San Giuseppe, patrono di Spadafora, si celebra con festeggiamenti la domenica successiva al terzo giovedì di luglio per 4 giorni, anticamente in coincidenza con la tradizionale fiera del bestiame, tradizione che oggi è andata persa.
    Durante questo periodo, specialmente il sabato e la domenica, la città viene invasa da venditori ambulanti, giostre e giochi, visitatori e turisti provenienti da tutto il litorale tirrenico della provincia.
    Fin dal primo giorno vengono organizzati giochi tradizionali, gare sportive, spettacoli, concerti, intrattenimenti sociali che hanno il loro culmine nel fantasmagorico ed esplosivo spettacolo dei giochi pirotecnici, la domenica notte, che conclude la festa del santo.
    Domenica pomeriggio la statua di S. Giuseppe ornata di fiori, accompagnata dalla banda musicale, viene letteralmente contesa per il trasporto. Dopo aver fatto un lungo giro per le vie del paese di Spadafora, viene rivolta verso il mare e benedetta, dopo di che fa ritorno nella chiesa di San Giuseppe, di fronte al castello, mentre le campane suonano a festa.


    Persone legate a Spadafora
    • Giovanni Bonfiglio (30 gennaio 1913 - 5 marzo 1997), judoka e karateka
    • Giovanni Boncoddo (19 dicembre 1961), attore e regista

    Edited by PatriziaTeresa - 9/6/2015, 14:09
     
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0 replies since 18/5/2012, 13:33   33 views
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