Semplicemente Passioni forum

Tutte le chiese di Cittanova

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Tutte le chiese di Cittanova


    Chiesa Matrice di Cittanova

    Ub3tMa0

    - Fonte -

    La Chiesa Matrice di Cittanova, dedicata a San Girolamo, fu costruita pochi anni dopo il sisma del 1783. L'opera venne portata avanti da Maria Antonia Grimaldi Serra, figlia della principessa di Gerace Maria Teresa Grimaldi, morta a causa del terremoto, le cui spoglie - traslate dal diroccato convento dei padri alcantarini nel 1793 - riposano nella Cappella dell'Immacolata, all'interno della chiesa stessa.

    NdZCAfN

    Maria Teresa Grimaldi (Genova 12-7-1733, Casalnuovo di Terranova 5-2-1783), 6a Principessa di Gerace, 8a Duchessa di Terranova, 6a Marchesa di Gioja, 9a Signora di Monte Sant’Angelo, Signora e Baronessa di Casalnuovo, Galatone, Molochio, Radicena, Iatrinoli, Rizziconi, San Martino, Canolo e Portigliolo, morì a causa del terremoto del 1783 durante il suo soggiorno a Casalnuovo. Il Galanti, Giornale di viaggio in Calabria (1792), ed. crit. a cura di A. Placanica, Società Editrice Napoletana, Napoli, 1981, p. 187, scrive: “In una chiesa che è una capanna di tavole sotto una specie di altare sta esposto il corpo della infelice principessa di Gerace rimasta oppressa sotto le fabbriche rovinate dal terremoto”.

    WO5Y664

    Di architettura ottocentesca, la chiesa ha forme pseudo-barocche con una facciata a tre scomparti sovrapposti, un fastigio centrale con una statua marmorea e due torri campanarie a pianta quadrata con cellette sormontate da cupole a baldacchino cuspidato.

    TiwVsXI

    Lo stile barocco fiorì a Roma all'inizio del Seicento e si diffuse in varia misura in tutta Europa fino al diciottesimo secolo. E' ancora incerta l'origine del termine, che deriva forse da baroco, termine della logica scolastica assunto in seguito a simbolo di ragionamento pedante, bizzarro. Le opere barocche sono generalmente caratterizzate da una teatrale esuberanza e dalla ricerca di un coinvolgimento emotivo dell'osservatore. Nel corso dell'era barocca, le arti plastiche e l'architettura furono gli strumenti privilegiati di una messa in scena del mondo organizzata dal potere politico. I papi, i maggiori committenti dell'epoca, la utilizzarono per autocelebrarsi, ma anche per glorificare Dio e diffondere i dogmi della Controriforma. In Francia, alla corte del Re Sole, l'arte barocca, attraverso il suo vocabolario simbolico, è invece alla base del potere centralizzato di Luigi XIV e idealizza con fasto un'autorità che si definisce assoluta e di diritto divino.

    apNh6N0

    Componenti essenziali del barocco sono il nero e l’oro, l’uno simbolo dell’ascesi e della ridondanza, forse perché questo colore è il risultato ultimo di tutta la somma dei colori, l’altro simbolo dell’abbondanza e del superfluo (‘niente è più necessario del superfluo’, soleva dire Oscar Wilde). Anche la sua struttura ellittica e a spirale rappresenta la metafora di questa varietà di linguaggio. Questa nuova architettura, intonsa ed illusoria, voleva nascondere il malcontento che sempre più serpeggiava nel popolo, succube del potere ecclesiastico ed aristocratico. Frutto di ciò furono i palazzi e le chiese sorti in quel periodo, insieme ai molteplici restauri e rifacimenti di strutture già esistenti che non rispondevano più alle esigenze e ai bisogni del potere. Il barocco utilizzò gli strumenti classici, ma in maniera sproporzionata, introducendo nuove piante e volumetrie basate su linee curve e su spirali per ottenere così effetti grandiosamente scenografici ed illusori.

    dWTyMhH

    Sulla campana grande, ad opera del Priore D. Giuseppe Antonio Zito, fusa nel 1303 e rifusa nel 1819, c'è l'immagine del Santo Patrono della città, San Girolamo, che i Grimaldi vollero come protettore del loro feudo.

    San Girolamo nacque verso il 340 a Stridone, in Dalmazia ai confini con la Pannonia (Ungheria). E’ considerato uno dei quattro padri della Chiesa occidentale. Erudito nelle lettere e nella filosofia, come dimostrano i suoi numerosi scritti, si fece battezzare poco prima del 366 da Papa Liberio all'età di circa 20 anni e decise, poi, di farsi monaco dopo un San Girolamo (patrono di Cittanova)soggiorno a Treviri durante il quale era stato a contatto con dei monaci. Decise a un certo punto di ritirarsi in un deserto della Siria, dove si diede ad una vita di mortificazione estremamente dura e allo studio dei libri sacri. Divenuto eremita e recatosi nel deserto siriano, studiò l’ebraico per poter leggere le Sacre Scritture in lingua originale. Fu ordinato sacerdote ad Antiochia, a lui si deve la traduzione e l’edizione latina definitiva della Bibbia detta “Vulgata”. Dal 382 al 385 fu a Roma come segretario di papa Damaso, dedicandosi con efficacia alla lotta contro gli eretici. Fondò dei monasteri e per questo è detto abate; morì nel 419 o 420, il suo corpo riposa a Santa Maria Maggiore. E’ ricordato soprattutto per aver tradotto la Bibbia, fissando in massima parte il testo latino della Volgata, che la chiesa ha adottato come versione ufficiale. Il suo vasto sapere, i suoi commenti sulla Sacra Scrittura ed il vigore con il quale ha combattuto le eresie del suo tempo gli hanno meritato il titolo di dottore della Chiesa. Era anche considerato dagli umanisti come un protettore.

    tJDzPDe

    L'interno è a tre navate ed è stato rifatto in stile neoclassico nel XIX sec; l’Altare maggiore intarsiato e i due Altari minori nel presbiterio sono in marmo, il pulpito è stato realizzato nel 1897 dallo scultore viareggino Eumène Tomagnini. La statua di San Girolamo, collocata sull'altare centrale, opera settecentesca del maestro Domenico De Lorenzo, è scolpita su legno di tiglio e dipinta al naturale; alla sua base c'è lo stemma gentilizio della nobile famiglia Grillo di Oppido Mamertina, per ricordare il contributo dato da don Domenico Grillo, vicario generale dei beni della Casa Feudale Grimaldi.

    HdiLviu

    La famiglia di Domenico De Lorenzo è oriunda di Tropea. Si ignora in quale anno e per quali vicende si sia trasferito a Garopoli, dove nacque nel 1742 e vi morì nel 1812 all’età di settant’anni. Nella sua prima giovinezza dimorò per un periodo, circa dodici anni, presso un suo zio cattedratico, a Roma, dove le grandi opere d'arte dovettero esercitare sul suo spirito e sulla sua immaginazione un'attrattiva possente e si dedicò con passione alla scultura, per la quale aveva dimostrato sin dalla fanciullezza una singolare disposizione. Ritornato nel paese natio, continuò a coltivare la scultura, non come sfogo di piacere e di inutile passatempo, ma per amore per l'arte. Egli sapeva trasformare in espressione artistica l'amorfa natura del legno, che ubbidiva pazientemente ai colpi del suo scalpello, e dalle sue mani vennero fuori quasi a getto continuo statue su statue. A Garopoli si formò una famiglia e sposò una certa Francesca Cavallaro, dalla quale ebbe vari figli: Giosuè, Cerajuolo, Michele, morto giovane, a 31 anni, che era una grande promessa per la scultura, e Giuseppe, sacerdote e pur esso mediocre scultore, che tra l'altro, ultimò alcuni abbozzi lasciati dal padre. Le opere di Domenico De Lorenzo hanno una specialità che le distingue da quelle di altri scultori: sono tutte di tiglio, che egli ricavava da una sua proprietà detta “Longa” e sono notevoli sopratutto per la precisa anatomia umana. Poichè tutta la famiglia De Lorenzo coltivò la scultura sacra fu chiamata per antonomasia “I Santari”. Domenico non ebbe discepoli, il solco da lui tracciato, lieve ma non cancellabile, rimase deserto.

    K3PuFNH

    All'interno della chiesa si può ammirare la scultura lignea del Cristo Risorto dello stesso De Lorenzo e una Pietà lignea del 1866 di Francesco Biangardi. Dello stesso scultore e del figlio Vincenzo sono le “varette”, undici gruppi statuari per un totale di 29 statue lignee eseguite tra il 1821 e il 1893, che rappresentano i Misteri della Via Crucis.

    Francesco Biangardi (Napoli 1832 – Caltanissetta 1911), svolse la sua attività artistica a Napoli nella seconda metà dell'Ottocento. Le sue statue e specialmente le sue “Varette” si trovano in moltissimi paesi dell'Italia meridionale. Vincenzo, uno dei suoi figli, fu pure scultore e riuscì a realizzare opere molto curate nelle forme anatomiche e nelle proporzioni, talvolta più affermate di quelle del padre. L'arte non fruttò al Biangardi grandi fortune, attraversò infatti momenti di grandi difficoltà economiche. Il periodo in cui scolpì i “Misteri” - undici gruppi statuari per un totale di 29 statue lignee che rappresentano i Misteri della Via Crucis, l'Addolorata, Cristo nell'orto degli ulivi, ecc... - coincise poi con la morte della moglie, la malattia della figlia Sofia e l'uccisione del figlio Vincenzo. A Cittanova il Biangardi si trovò a suo agio, riuscendo a familiarizzare con i migliori falegnami del tempo. Eseguiva le sue opere in piccoli esemplari prima di realizzarle in grandezza normale; i bozzetti, che possiedono oggi un elevato valore artistico, sono conservati nelle case di alcune famiglie cittanovesi.

    uIQ49qa

    Di famiglia aristocratica, Domenico Augimeri (1834-1911) compì studi all'Istituto d'Arte di Firenze e all'Accademia di BBAA di Napoli, con Domenico Morelli. Fu un eccellente ritrattista, dipinse anche quadri storici e d'Arte Sacra e fu scultore in creta. Suoi affreschi (le tele di S. Girolamo e La Trasfigurazione) sono conservati nella Chiesa Madre di Cittanova (RC). Nella Concattedrale di Palmi, sulla parete della navata sinistra, campeggia la figura di San Giuseppe che tiene in braccio il Bambino; un'altra opera sacra si trova nel Vescovado di Catanzaro. Nella Biblioteca Comunale di Reggio Calabria è conservata la tela “Ritratto di Rocco De Zerbi”. Alla 1a Mostra d'Arte Calabrese di Catanzaro del 1912 venne esposto un “Ritratto del sen. Rossi”. Il suo studio di Palmi fu frequentato da molti giovani allievi, tra cui lo scultore cittanovese Michele Guerrisi.

    wchwazZ

    All'esterno della chiesa è posta una statua della Vergine, opera in bronzo dell'artista cittanovese Michele Guerrisi (Cittanova 1893 - Roma 1963), che ha realizzato nella città anche il Monumento ai Caduti. I dipinti che decorano il soffitto sono opera del pittore cittanovese Girolamo Raso, mentre le tele di S. Girolamo e La Trasfigurazione sono opera di Domenico Augimeri da Palmi.

    Michele Guerrisi (Cittanova 1893 - Roma 1963), uomo di profonda cultura, di formazione crociana, si laureò in lettere all'Università di Napoli, e contemporaneamente conseguì il diploma di scultura all'Accademia di Belle Arti di Roma. Autore di monumenti pubblici (agli Studenti Caduti per l'Università, a Napoli, 1923, ai Caduti di Cittanova, 1924, ai Caduti di Castellabate, 1926, ai Caduti di Catanzaro, 1933), espose alle Biennali di Venezia del '34 (con l'opera “Nuotatrice”, ora Galleria Civica d'Arte Moderna, di Torino), del '36 (con “Ritratto di Italo Cremona”, ora Galleria d'Arte Moderna, di Milano), del '38. Fu insegnante di Storia dell'arte all'Accademia Albertina di Torino dal 1924 al 1945 e dal 1946 titolare della cattedra di scultura all'Accademia di BBAA di Roma. Sue opere si trovano in vari musei italiani (Torino, Milano, Genova, Roma, Firenze). Fu scultore considerevole, di formazione ideologica, con un occhio per la plastica romana e il Quattrocento italiano. Fu autore di alcuni libri di storia e di critica d'arte, tra i più importanti ed aperti per il suo tempo (Il Giudizio di Michelangelo, A. V. E. Roma 1947; L'idea figurativa, Mondadori Milano; L'errore di Cèzanne, Nistri/Lischi Pisa, 1954).

    Opere di rilievo:
    • Crocifisso ligneo del 1600;
    • Pietà lignea del 1866 opera di Francesco Biangardi;
    • Statua dell'Immacolata del 1800;
    • Statua lignea settecentesca di San Girolamo opera di Domenico De Lorenzo;
    • Statua lignea settecentesca del Cristo Risorto opera di Domenico De Lorenzo;
    • Varette (29 statue lignee, periodo: 1821-1893) opera di Francesco e Vincenzo Biangardi;
    • Statua della Vergine opera di Michele Guerrisi.

    Edited by Isabel - 9/10/2014, 09:21
     
    .
5 replies since 29/7/2010, 12:50   700 views
  Share  
.