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Tutte le chiese di Cittanova

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  1. Isabel
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    Santuario di Maria SS. del Rosario

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    - Fonte -

    Edificato nel 1823, sul luogo dove sorgeva una chiesa distrutta dal Flagello. Ad una navata, in stile barocco, l'interno ospita affreschi, stucchi, angeli e statue di gesso. La Chiesa è sottoposta a tutela monumentale (legge 906.1939). Nel 1999 è stata elevata a Santuario.

    La sua costruzione iniziò nel maggio del 1823, fu don Domenico Maria Siciliani, padre spirituale della Congregazione della SS. Trinità e della Beata Vergine del Rosario, a volerne l'edificazione, affidandone l’esecuzione architettonica a Francesco Morani e ai due figli Vincenzo e Fortunato e l’esecuzione materiale ai Tigani e ai Rovere.

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    Il 17 febbraio 1777, fu Ferdinando I, re delle Due Sicilie, che firmò il Decreto di approvazione della Congregazione della SS Trinità e della Beata Vergine del Rosario. Ferdinando I (1751-1825), re delle Due Sicilie col nome di Ferdinando III e re di Napoli col nome di Ferdinando IV, fu privato del regno di Napoli a più riprese; tornatone in possesso nel 1815 riunì i suoi due Stati nel regno delle Due Sicilie e prese il nome di Ferdinando I. Figlio di re Carlo e di Maria Amalia di Sassonia Walpurga, salì al trono di Napoli a 9 anni quando il padre divenne re di Spagna (1759) e rimase sotto la tutela di un Consiglio di reggenza in cui ebbe molta importanza l'italiano Bernardo Tanucci. Uscito dalla minore età e sposata (1768) Maria Carolina, figlia di Maria Teresa di Lorena-Asburgo e sorella di Maria Antonietta, regina di Francia, lasciò ben presto in disparte il Tanucci e sotto l'influenza della moglie e dell'inglese John Acton, diede un nuovo indirizzo alla politica estera passando dall'orbita spagnola a quella austro-inglese. Non male, perché, diversamente dalla corte spagnola, mutuò da quella austriaca alcune buone riforme, come quella scolastica, quella ecclesiastica ma anche quelle assolutiste-feudali... Cacciato da Napoli dalle truppe Francesi nel 1799, fu costretto a fuggire in Sicilia. Con una spedizione ritornò a Napoli con l'aiuto dei Sanfedisti di Ruffo e dei suoi amici Inglesi, ma alcuni anni dopo, avendo ripreso la guerra contro i Francesi, Napoleone lo depose e fu costretto nuovamente a fuggire in Sicilia. Qui, con la forte influenza degli inglesi, interessati all'indipendenza dell'Isola in quanto unica fonte al mondo di zolfo, necessario per le acciaierie inglesi, con l'aiuto di lord Bentinck e della nobiltà siciliana, mancò per poco il vero e proprio distacco dall'Italia. Infatti, nei sei anni che seguirono, ci fu un brevissimo sogno già accarezzato dai siciliani fin dal 1302: nacque il primo Partito Separatista che diede anche vita a un breve regno autonomo della Sicilia.

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    La chiesa ha un'architettura neoclassica con linee baroccheggianti e forme così armoniche da essere considerata la più bella della città; è sottoposta a tutela monumentale ai sensi della legge 1 giugno 1939 n. 1089. La facciata è tripartita ed è fiancheggiata da due campanili a torre quadrata con cupole esagonali a cuspide. Sulla facciata è stata posta una Croce, opera del maestro D. Greco di Serra San Bruno, mentre la nicchia tra i due campanili ospita una statua in marmo bianco della Madonna col Bambino, opera dello scultore Francesco Jerace.

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    E’ visibile sulla facciata esterna la scritta seguente: DOM SANCTISSIMI ROSARII - TEMPLI HUIUS LAPIDEM PRIMUM - ANTE HAC ANGUSTIORIS - AMPLIOREM IN FORMAM REDIGENDA - GRATIA BENEDICTUM - CASALINOVI CIVIUM - OBLATIONES COLLOCAVERE - NONIS MAJI ANNO DOMINI MDCCCXXIII.

    Francesco Jerace (Polistena 1854, Napoli 1937) studia inizialmente con Francesco Morani, suo nonno materno, e poi a Napoli con Tito Angelini presso l'Istituto di Belle Arti. Nella città partenopea stringe amicizia con F. De Sanctis dal quale derivò il carattere letterario di molte sue opere. Inizia ad esporre giovanissimo a Roma ottenendo importanti riconoscimenti e, dal 1877 al 1911, è presente alle più importanti Esposizioni nazionali e internazionali di Napoli, Torino, Milano, Bologna, Palermo, Roma, Parigi, Monaco di Baviera, Anversa, Vienna, S. Pietroburgo, St. Louis, Bruxelles, Melbourne, Buenos Aires, Barcellona, e a numerose Biennali di Venezia. Nel 1880, presso l' Esposizione Nazionale di Torino, vince il primo e il secondo premio rispettivamente per le sculture “Germanicus” e “Victa”, e presso l'Esposizione Intrenazionale di Melbourne ottiene la medaglia d'oro di 2a classe. Si afferma come uno dei ritrattisti più ricercati dall'aristocrazia e dalla classe politica - nel Palazzo di Montecitorio sono conservati i busti di “Antonio di Rudinì” e “Francesco Crispi” - ma numerose sono anche le commissioni per opere a carattere monumentale, celebrativo, funerario e religioso: nel 1888 realizza la scultura di re Vittorio Emanuele II per la facciata del Palazzo Reale di Napoli e nel 1910 il gruppo bronzeo “L'Azione” per il Vittoriano di Roma. Sono sue opere il Pergamo nel Duomo di Reggio Calabria (1902), la cappella della famiglia Pesmazoglu nel cimitero di Atene (1910-1914), la statua di Santa Maria dell'Olmo nella chiesa omonima di Cava dei Tirreni (1924), il Monumento ai caduti in guerra a Sorrento (1926), il Monumento a Domenico Cimarosa ad Aversa (1929).

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    Il portale è sormontato da un finestrone. L'interno a navata unica è sontuoso, si possono ammirare le decorazioni neoclassiche a stucco eseguite dai Morani e i meravigliosi affreschi del soffitto del maestro Colloca (Lavanda dei piedi, Incoronazione della Vergine e La disputa di Gesù al tempio); nel transetto quattro affreschi di Brunetto Aloi; sul secondo ordine della navata otto tele ai lati che illustrano episodi della Vita di Gesù e dell’Antico Testamento; sul catino absidale due tele, una Sacra Famiglia e il Padreterno di autori ignoti.

    Brunetto Aloi (1809-1893) pittore della scuola di E. Paparo, operò in diversi centri del reggino, a Polistena, dove sposò nel 1848 Maria Lucrezia Camillò, ed eseguì una Sant’Anna (1857) per la chiesa del Rosario, la Madonna dell’Itria per la chiesa della SS. Trinità, e nella vicina Cinquefrondi, dove si conservano una Madonna del Rosario e un San Vincenzo nella chiesa del Rosario.

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    Francesco Morani è l’autore degli angeli di gesso che separano l’altare dal resto della chiesa e delle statue in gesso che si trovano sulle pareti laterali. Il fonte battesimale è in marmo puro “fior di pesco”. La chiesa è ricca di tele ottocentesche e di numerose statue, ricordiamo quella della Madonna del Rosario (opera in legno posta sopra l'altare maggiore), di Santa Lucia, di San Giovanni Evangelista, di San Vincenzo, di Gesù Risorto. La chiesa è stata ristrutturata in parte nel 1961 e poi, successivamente, nel 2004; in tale data la Banca di Credito Cooperativo di Cittanova ha donato un portale in bronzo raffigurante i misteri del Rosario.

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    La famiglia Morani di Polistena espresse veri e propri geni statuari, stuccatori, scultori e pittori fra i quali giganteggiano, particolarmente, le figure di Domenico e Francesco (scultori) e di Vincenzo (pittore).

    Opere di rilievo:
    • Statua lignea della Madonna del Rosario, scolpita da Giuseppe Biangardi;
    • Trinità che incorona la Vergine: statue lignee realizzate a Napoli nel 1830.

    Edited by Isabel - 9/10/2014, 09:31
     
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