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Seminari di Bisignano

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  1. Simona s
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    Il Seminario Cosentino



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    Nella relazione “ ad limina”, data a Roma il 20 luglio 1590, il cardinale Evangelista Pallotta, arcivescovo di Cosenza dal 1587 al 1591, riferisce che in una parte del Palazzo Arcivescovile, separata da ogni altra abitazione, aveva sistemato il Seminario, che, quando egli era venuto a reggere la Chiesa Cosentina, non esisteva ancora: Vi erano dodici alunni, provenienti da famiglie povere, un maestro di Grammatica, di Logica e di Musica; un Rettore e altri ministri, richiesti per l’amministrazione. Egli aveva fornito le vesti, i letti e altra suppellettile, servendosi di entrate della mensa arcivescovile, del clero e dei benefici semplici, assommati a un reddito di circa 700 ducati annui.Si augurava il suddetto Arcivescovo che, con l’aiuto di Dio, sarebbe aumentato il numero degli alunni, che vivendo nel Seminario, avrebbero potuto applicarsi allo apprendimento delle scienze, sotto la direzione dei Padri della Compagnia di Gesù, che per opera sua erano venuti a Cosenza, dove nei pressi del Palazzo Arcivescovile, avevano eretto un Collegio.Questi seminaristi, continua il Relatore, ogni Domenica e nelle altre feste solenni, vestiti di cotta e dopo essere stati istruiti dal maestro di cerimonie, si recavano nella Chiesa Metropolitana per servire le sacre funzioni.Attraverso i tempi questo cantuccio dell’Episcopio con la sua nidiata di ragazzi poveri, diventa un grande Seminario, sia come edificio e sia, specialmente, come centro di formazione di sacerdoti e laici, che al sacerdozio non arrivavano.Dalla relazione “ ad limina” del 1619, presentata dall’ Arcivescovo Paolo Emilio Santoro (1617 – 1623), si apprende che il Seminario, ancora ubicato presso il Palazzo Arcivescovile, accoglie oltre quaranta alunni, che frequentano le scuole dei Padre Gesuiti e quelli più grandi anche le lezioni dei casi di coscienza.Nel secolo XVIII, sotto il presulato di Andrea Brancaccio (1701 – 1725), il Seminario fu restaurato. L’ Arcivescovo Vincenzo Maria d’ Aragona (1725 – 1753) ampliò lo stabile, dondogli una nuova fisionomia nella struttura da poter così assumere il nome di “ Seminarium Consentinum”. Molti sacerdoti ricordano la scritta sul solenne portone sull’ attuale Piazza Parrasio: Altri interventi si ebbero sotto gli arcivescovi Mons. Michele Maria Capece Galeota (1748 – 1764) e Mons. Gennaro Clemente Francone (1772 – 1792).Durante il decennio Napoleonico (1806 – 1817), il Seminario rimase quasi sempre chiuso perché i suoi locali, come quelli dell’ Arcivescovado, furono requisiti per stanziamento di guarnigioni militari e residenza dell’ Intendenza. Mons. D. Mancinelli lo fece riaprire successivamente, dopo avervi apportato i dovuti restauri (1818 – 1823).Nel secolo XIX l’ Arcivescovo D. Lorenzo Pontillo (1833 – 1873) vi apportò ulteriori restauri e ampliamenti. In particolare vi fece aggiungere due camerate, per cui lo stabile divenne capace di oltre 100 alunni, e vi fece costruire dei ripiani nel giardino come rifugio dei seminaristi in caso di terremoto.Sotto il presulato di Mons. Camillo Sorgente (1884 – 1911), e precisamente tra lo scorcio dell’ Ottocento e i primi del Novecento per merito del Rettore don Raffaele Parise, che ne acquistò il suolo e ne seguì i lavori, si costruì dalle fondamenta il nuovo Seminario, tra via Cafarone e Piazza Antonio Toscano, unito nella parte superiore, al vecchio stabile. L’entrata principale rimase come prima, sulla Piazza antistante il Palazzo Arcivescovile, ma nei sui locali si accedeva dal piano superiore, attraverso una scalinata, a rampe brevi e comode. La parte più importante comprendeva quattro grandi camerate, suddivise nelle relative sale di studio, servizi e dormitori per circa 25 alunni ciascuna. C’ era una cappella, un’ infermeria ,una biblioteca e stanze per i superiori; una grande cucina con annesse ampie attrezzature e un vasto refettorio: Le aule scolastiche in gran parte erano sistemate nei locali del vecchio edificio, poche nel nuovo. Il nuovo Seminario era in grado di accogliere oltre 100 alunni.Lo stesso Mons. Raffaele Parise verso la fine dell’ Ottocento acquistava come sede estiva a Cerisano il Palazzo dei Duchi Sersale, ampliandolo con la costruzione di un’ ampia ala, chiamata “S. Lorenzo”.Il Seminario estivo oltre a ospitare i seminaristi nei caldi mesi estivi, é stato una valvola di sicurezza durante la prima e la seconda guerra Mondiale.Sotto l’arcivescovo Tommaso Trussoni il Seminario di Cosenza fu dotato di una sala di udienza per i seminaristi e una sala per i professori: Fu inoltre costruita una nuova cappella a tre navate.Nel corso della Seconda Guerra Mondiale furono distrutti i locali rimasti del vecchio stabile: L’allora arcivescovo Mons. Aniello Calcara (1940 -1961), facendo spianare i ruderi e quanto altro rimasto del seminario edificato nel 1744, ricostruì un moderno edificio, adibendolo a Collegio Arcivescovile per laici, via via dotato di Scuola Media e di Ginnasio – Liceo Classico legalmente riconosciuto, frequentati anche dai seminaristi.Il 1905, onusto di meriti e semprevivo nel ricordo benedicente di generazioni di sacerdoti, passava a miglior vita Mons. Parise, il Rettore indimenticabile, che aveva per due volte non accolta la proposta a vescovo.L’ arcivescovo Sorgente per qualche tempo riservò a sé la direzione del Seminario: Poi vi nominò Mons. Antonio Melomo, già vice rettore del Seminario Romano, che tenne il delicato ufficio fino al 1922, allorché fu eletto vescovo di Squillace.Ebbe inizio nello stesso anno il lungo rettorato di mons. Giuseppe Petrone, che morì nel 1954. A lui si deve la costruzione delle due nuove cappelle: l’ una nella sede di Cosenza, l’altra in quella di Cerisano. Lo stesso anno veniva nominato Rettore mons. Amedeo Panza, al quale successe nel 1961 mons. Giovanni Pedranghelu, seguito a distanza di un anno, da mons. Serafino Sprovieri, ora arcivescovo di Rossano Calabro (trasferito nelle sede Arcivescovile di Benevento). Dal novembre del 1975 a fine gennaio 1976 guidò il Seminario il compianto don Giusepper Intrieri, deceduto nel 1986.Ultimo Rettore nella sede di Piazza Parrasio, dal 1976 al 1987, mons. Giuseppe Fumo.

    Il Seminario di Bisignano Centro propulsore di Cultura

    Il Seminario diocesano, voluto da Mons. Prospero Vitaliani (1569 – 1575), negli ultimi anni del suo episcopato secondo le prescrizioni del Concilio di Trento, fu effettivamente ristrutturato e dotato di una conveniente rendita all’ inizio del 1600 da mons. Giacomo de ‘Amati che fu vescovo di Bisignano dal 1607 al 1611, successivamente ampliato nel 1623 da mons. Mario Orsini (1611-1624) .Poiché il seminario risultava essere piccolo e angusto, e non contiguo all’ episcopio, nel 1765 mons. Bonaventura Sculco (1745-1781), fece costruire un nuovo seminario tra le fabbriche del Palazzo Vescovile e la Chiesa Cattedrale, lasciando inserito nel nuovo complesso, che si veniva così a creare, il primo seminario tridentino, anche esso opportunamente restaurato. Sul portale d’ ingresso del vecchio seminario fu posta la seguente iscrizione composta dal dotto Bernardo Lami “Aedes iuventutis Deo sacrae, ingenio excolendo, moribus formandis, religioni exercendae, dedicatas, Bonaventura Schulchius pontifex besidiensis superata soli iniquitate, magno sumptu, maiori studio, excitandas curabat an. v. s. 1766”.A coronamento di questa sua opera, il benemerito vescovo Sculco decise di fondare una biblioteca diocesana, raccogliendovi oltre 2000 volumi di buoni libri del 500, del 600, del 700, ad uso del seminario e del clero; alla biblioteca fu anche legato un censo per l’acquisto di nuove opere. Per interessamento di mons. Sculco le pareti del seminario vennero decorate da un pittore bisignanese dell’ Ottocento, di nome Castagnaro.Nel 1857 così scriveva, a proposito del seminario diocesano, il canonico Leopoldo Pagano: “Ha tre cameroni per convittori, che potrebbero giungere sino ad 80, e 5 stanze per i maestri (…) Vi sono state stabilite dall’ attuale vescovo nel 50 le cattedre di prima grammatica, di grammatica superiore, di latinità sublime, di eloquenza e di letteratura, di filosofia e matematica, e di teologia” ( Monografia di Bisignano, Napoli 1857, p. 67 ).Nel 1794 il seminario di Bisignano ebbe le sua residenza estiva nel palazzo vescovile di S. Sofia D’Epiro, una vicina cittadina abitata da italo-albanesi, di cui i vescovi di Bisignano conservano il titolo baronale; dal 1823, invece, la residenza estiva dei seminaristi fu posta nel monastero dei Padri Minimi di S. Francesco di Paola in Acri.Nel seminario diocesano di Bisignano ebbero formazione uomini di elevato ingegno, umanisti e poeti, sacerdoti santi la cui fede salda valse non poco a rinnovare la religiosità del nostro popolo; agli inizi del XIX sec., come è noto, il seminario di Bisignano rappresentò un centro di cultura e un focolare ardente di patriottismo e di italianità. Vi tenne la cattedra di italiano il canonico Leopoldo Pagano di Diamante, uno dei più grandi storici di Calabria e della nostra diocesi di Bisignano; dalle aule del seminario bisignanese, il Pagano diede agli studi un nuovo indirizzo pedagogico ed una nuova coscienza alla gioventù calabrese.Prima quale alunno, negli anni di formazione, successivamente quale docente, nel seminario di Bisignano visse Vincenzo Padula, sacerdote e poeta del romanticismo calabrese. Vi furono alunni, uomini famosi come Ferdinando Balsamo, sacerdote e primo deputato al Parlamento in Firenze capitale; nel 1848, in pieno periodo risorgimentale, vi risiedeva Giovanni Battista Falcone di Acri, organizzatore, insieme a Nicotera e Pisacane, della spedizione di Sapri. Nel seminario di Bisignano ricevettero la loro formazione religiosa ed umana uomini forse meno conosciuti ma altrettanto capaci nelle varie scienze e discipline, quali Umile Libro, Salvatore Benvenuti, Pasquale Cerenzia, Domenico Coppa, Pasquale Candela; Giulio Bria, umanista insigne e traduttore delle opere di Virgilio; Salvatore Cristofaro, storico di S. Marco Argentano; Vincenzo Julia poeta e letterato di Acri, vissuto nella seconda metà del 1800; mons. Filippo Maria De Simone, vescovo di Nicotera e Tropea dal 1855 al 1871, morto in Acri il 13 dicembre 1889; mons. Girolamo Russo umanista famoso, vicario capitolare della diocesi, vissuto agli inizi del nostro secolo, successivamente nominato rettore del medesimo seminario.Mons. Francesco Maria Greco, arciprete di S. Nicola di Sales in Acri e fondatore della Congregazione delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori, intorno al 1891, ne fu professore di teologia e sacra Scrittura.Si potrebbero infine ricordare alcuni ecclesiastici che ebbero notevole importanza nella storia della diocesi perché nominati, in varie circostanze, vicari capitolari di essa: Pietrantonio Fasanella ( vicario capitolare nel 1782), Francesco Fasanella ( nel 1784), Francesco Gallo ( nel 1809), Domenico Fasanella ( nel 1823, nel 1840 e nel 1846).I terremoti del 1887 prima e del 1905 poi, provocarono gravi danni alle fabbriche del seminario; il restauro e la riapertura degli edifici fu voluta dalla tenace volontà di mons. Salvatore Scanu nel 1927; a ricordo dell’ avvenimento il vescovo fece porre nell’atrio d’ingresso del seminario una lapide celebrativa della circostanza…Dal 30 settembre 1986, l’Arcidiocesi di Cosenza insieme alla diocesi di Bisignano, formano la sola Arcidiocesi di Cosenza – Bisignano. Segno di questa fusione é la nuova sede del Seminario.In questa nuova sede del Seminario in Rende, realizzato grazie all’ impegno profuso dell’ arcivescovo Mons. Dino Trabalzini, primo Rettore é stato il Can.Aspromonte don Emilio dal 12.021989 al 31.12.1994; secondo il Can Mascaro don Vincenzo dal 01.01.1995 al 31.01.1997; terzo Mons.De Paola don Dario dal 01.09.1998 al 31.08.2002; Quarto Mons .Bonanno don Leonardo dal 01.09.2002 all’11.02.2006 che innesta al Seminario minore e al propedeutico il Seminario Teologico; attualmente rettore è il Can Corraro don Mario dal 12.02.2006.L’Ente Seminario voluto dall’Arcivescovo Trabalzini come una struttura aperta:Casa del Clero, Brutium, Centro di Spiritualità, Casa per incontri e ritiri, accresciuto di nuove realtà pastorali, che vi collocano la loro sede: Centro Diocesano Vocazioni,Centro di Spiritualità e Pensionato Universitario dal 1994 al 2003 il nostro Seminario ha accolto i seminaristi dell’anno di propedeutica che precede gli studi teologici, delle diocesi della regione Calabria. Dal 7 Ottobre 2002 per desiderio dell’Arcivescovo Mons. Giuseppe Agostino apre il Seminario Teologico “Redemptoris Custos”, che vede la presenza dei teologi nel grembo della diocesi cosentino – bisignanese. Attualmente il Seminario diocesano è strutturato in : Seminario Minore “San Carlo Borromeo”, Propedeutico alla teologia e Seminario teologico “Redemptoris Custos”.
     
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