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Tutte le grotte

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  1. Simona s
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    Grotta di ‘Ntoni Maria

    - Fonte -


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    Antro di ingresso
    visto dall'interno

    L’ingresso è noto ai locali da tempo, specie per la violenta corrente d' aria che filtrava tra i massi di ingresso. Un coccio di ceramica di fattura molto grezza (neolitico?) trovato all'interno fa pensare che nei tempi passati la grotta fosse in comunicazione con l'esterno. Una disostruzione nella colata di ingresso ha permesso di visitare un primo ramo scendente; una seconda disostruzione ha permesso l’accesso alla zona prospiciente ingresso (gennaio 1989). Due disostruzioni poco oltre il primo pozzo portavano in un ambiente franoso purtroppo cieco; una quinta disostruzione (strette del Paggetto) permetteva di ritrovare la giusta via (dicembre 1989) e di giungere dopo un ulteriore scavo all'orlo del terzo pozzo. Nel settembre del 1990, disceso il pozzo, venivano scoperte le sale del Magnificat ed il meandro dei Fiori; nel Natale dello stesso anno venivano esplorati i numerosi rami che partono dagli ambienti profondi.

    Descrizione

    La grotta, che si sviluppa su tre livelli, presenta un andamento piuttosto labirintico, cosa che non facilitata né la visita, né la descrizione. L' ampio suggestivo ingresso dà su una china detritica che termina in corrispondenza di una grossa colata stalattitica verdastra a causa della microvegetazione che vi cresce; poco prima della colata si notano i resti di uno sbarramento litico semicircolare, costruito probabilmente per bloccare il movimento del detrito poco stabile a causa dell'elevata pendenza. Ci si infila quindi in un minuscolo pertugio al cui termine si trova la sbarra che protegge l'accesso alla grotta. Superate alcune caratteristiche vasche colme di ciottoli si può accedere a piccoli ambienti ascendenti molto concrezionati che danno su camini ciechi; da segnalare in quest'area numerose vaschette colme di guano essiccato (ci troviamo in una sacca di aria calda), delle stupende colonnine a candelabro, meravigliosi drappeggi. Poco oltre l'ingresso, in corrispondenza di un vano concrezionato, uno stretto passaggio ritagliato nella concrezione dà su un pozzetto di 3 m, che si scende facilmente in arrampicata. Dopo un breve meandrino si raggiunge un pozzo da 6 m, che è consigliabile scendere aiutandosi con una corda. Sulla sinistra si apre una sala concrezionata, cui seguono una serie di ambienti franosi costellati da grossi massi, alcuni concrezionati. Molti di questi ambienti si collocano nell'immediata prossimità dell'ingresso, come testimoniano le violente correnti d'aria che li percorrono.

    Primo pozzo

    Dalla base di P6, proseguendo sulla destra si costeggia una elegante colata che copre l'intero lato del pozzo, quindi si attraversa una saletta ben concrezionata fino ad uno sbarramento calcitico; trascurati i numerosi condotti di piccole dimensioni che vi si trovano, un'ulteriore strettoia permette di accedere ad alcuni umidi meandrini piuttosto stretti (strette del Paggetto). Usciti dal meandro, si trascura l'evidente prosecuzione orizzontale che dopo scavalcamenti ed aggiramenti di alcuni massi e di alcuni pozzetti porta in ambienti concrezionati ma ciechi, e si discende lungo la faglia a destra fino ad un pozzetto , aggirabile con facile arrampicata sulla sinistra. Si arriva così in un'ampia sala di crollo lunga una ventina di metri, ricoperta in alcuni punti da delicate concrezioni a rametti accresciutesi sul pavimento (attenzione !!!); all'estremità opposta la sala chiude su una graziosa colata con vaschette ricoperte da cristalli in corrispondenza di vecchi livelli idrici. Ad oriente la sala è fiancheggiata da un grosso meandro, battezzato 'meandro dei Fiori' per via dell'abbondanza di queste particolari concrezioni ramificate che si rinvengono. Vi si può accedere direttamente dalla sommità o dalla base di P4 attraverso un ambiente ricchissimo di queste delicate concrezioni (attenzione a non romperne!) o dal punto più basso della sala, passando dietro ad alcuni massi. Il meandro, che rappresenta il vecchio percorso di un torrentello che scorreva a pelo libero, termina in corrispondenza di un vasto ambiente di crollo. In una piccola ramificazione sulla destra abbiamo rinvenuto in alcune vaschette numerose pisoliti in corrispondenza di un laghetto temporaneo dal fondo fangoso; la dissoluzione differenziata del calcare ha qui messo in evidenza migliaia di gusci fossili costituenti la roccia che ospita la grotta. Dalla base di P4 una galleria franosa porta ad uno scivolo che svolta bruscamente sulla destra; sulla volta alcuni camini permettono di accedere ad un bel meandro sospeso, in comunicazione attraverso alcuni pozzetti ascendenti con ambienti già sopra descritti. Si scende lo scivolo superando alcuni grossi massi prima, contro roccia poi fino ad un terrazzino da dove la discesa prosegue nel vuoto ( corda 30 m).

    Sala del 'Magnificat'

    Alla base troviamo un vasto ambiente di crollo, la sala dell' Ignoto. Sul pavimento ani cumuli di massi, clasti, ghiaie o terriccio lasciano intravedere numerose zone in dovrebbe verificarsi un forte assorbimento di acqua; sulla volta si distinguono se venute di acqua, non attive nei periodi delle visite. Sul lato NE alcuni blocchi tuiti da bianchissima calcite cristallina sono in via di disfacimento. Si costeggia il lato sinistro del salone fino ad incontrare una grossa galleria rodente colma di massi di crollo, ove si riincontra la corrente d'aria persa ambiente precedente le strette del Paggetto. Trascurando un'ulteriore galleria sinistra, si prosegue in ambienti di crollo ora molto ampi ora piuttosto bassi fino a la frana occlude completamente la galleria . II superamento di alcune loie in frana non ha permesso di trovare prosecuzioni e pertanto, in questa dire?, per ora la grotta finisce qui. In questi ambienti frequentemente si incontra una ) la colonia di pipistrelli. Ritornati alla sala dell'Ignoto e procedendo in direzione opposta rispetto a alcuni massi nascondono un condotto concrezionato che porta in un vasto ambiente. Questo ente può essere anche raggiunto seguendo un'altra bella galleria a saliscendi che si stacca sulla sinistra degli ambienti di crollo prima descritti; numerosi pozzetti e piccole aperture aspettano tuttora un'accurata ricognizione. Questo insieme di gallerie è stato battezzato gallerie della Contessa. In una fessura sulla destra sono presenti si blocchi di calcite cristallina in fase di disfacimento. La grossa sala che ora si presenta avanti è solo un piccolo anticipo rispetto a quello incontreremo appena superata la cortina rocciosa che abbiamo di fronte. Le sale Magnificat rappresentano quello che ogni speleologo spera di scoprire almeno una nella propria vita: uno scrigno cristallino bianchissimo ove ogni forma di concrezione trova rappresentazione: stalattiti, stalagmiti, colonne, drappeggi, colate, gous zeppi di cristalli. Anche il pavimento pare essersi adeguato all'ambiente, armandosi in un candido alabastro su cui stonano le impronte delle nostre calzature. Si tenga presente che questa è l'unica parte della grotta ove è possibile trovare acqua, che può essere prelevata all'interno di qualche vaschetta con l'aiuto di una pompetta.

    Sala detta del 'Magnificat'

    Sulla sinistra si incontra una breve, bassa galleria da percorrere ginocchioni; le spigolose concrezioni accresciutesi dal pavimento concrezionato rendono la pressione piuttosto dolorosa per le ginocchia. Sulla destra la grotta prosegue con un condotto molto concrezionato (attenzione ai cristallini delle vasche !) . Ad una decina di metri alcuni drappeggi sulla sinistra nascondono una galleria che conserva parte della sua originaria morfologia a pressione (Mastro Lindo). Si procede ora in salita, ora in discesa in ambienti frequentemente di crollo, poco concrezionati, fino ad una nicchia dalle pareti friabili; in ii punti la galleria si sdoppia in due condotti paralleli. Il meandro principale prosegue invece con alcune svolte venendo progressivamente interessato da crolli fino a divenire una stretta fessura impercorribile. Alcuni passaggi permettono l'accesso ad una galleria superiore che sfocia in una saletta da cui attraverso alcuni massi è possibile raggiungere una sala più ampia che rappresenta il limite occidentale della grotta. Qualche metro prima dello sdoppiamento della galleria, sulla destra un basso laminatoio dal fondo alabastrino porta ad una galleria; da qui a sinistra una galleria a pressione approfondita gravitazionalmente porta nuovamente al grande ammasso di clasti. Proseguendo invece sulla destra, la galleria costeggia un vasto salone caratterizzato da alcuni grossi blocchi e da qualche bella concrezione (vaschette con cristalli in un vano in alto). La galleria prosegue assumendo la caratteristica sezione a buco di serratura facendosi progressivamente più stretta fino a divenire impercorribile in corrispondenza di un banco sabbioso. Molto bello il piccolo condotto superiore per via di una serie di vaschette ricoperte da cristalli.

    Veduta sala del 'Magnificat'

    Osservazioni: La roccia è prevalentemente costituita da una breccia di consistenza variabile contenente elementi dolomitici microcristallini biancastri con piccole venature ocra. inoltre presente un agglomerato a matrice calcitica di origine chimica contenente elementi calcarei bianco- grigiastri cristallini. La grotta è palesemente impostata lungo un fascio di fratture orientate NNE-SSW e NE¬SW; questo fascio di fratture dovrebbe essere in relazione con una grossa discontinuità (faglia?) che interessa la zona, ben visibile sopra l'ingresso. Importanza minore rivestono una serie di fratture quasi ortogonali rispetto a detto sistema. La morfologia predominante è quella di crollo, che frequentemente ha cancellato l'originale forma dei vani (sale sottostanti l'ingresso, saletta presso le strette del Paggetto, sala sotto P4, termine dei meandro dei Fiori, scivolo e sala dell'Ignoto, gallerie presso (235) ecc. ecc.). Questa forma è favorita dalla natura della roccia (brecce), che spesso è interessata da una intensa fratturazione. Nelle zone superiori si incontrano numerosi relitti di meandri scavati in prevalente regime gravitazionale (zona sovrastante e sottostante, meandrino seguente alle strette del Paggetto, meandro sospeso sottostante , il meandro dei Fiori). Nelle zone basse, invece, si sono conservati numerosi tratti delle originali gallerie scavate a pressione, più o meno evolute a regime vadoso (passaggio della Contessa e condotte parallele, varie gallerie oltre il Magnificat). L'insieme di queste morfologie è coerente con l'ipotesi che la grotta si sia sviluppata in corrispondenza di una passata falda freatica (gallerie inferiori completamente allagate, gallerie superiori a pelo libero..) correlabile magari con un antico livello marino. Un successivo repentino abbassamento della falda, in concomitanza con l'assenza di grossi torrenti interni, avrebbe permesso la conservazione di parte delle morfologie originarie. Non è neppure da escludere che questa situazione si sia instaurata su un sistema carsico maturo, o perlomeno già evoluto gravitazionalmente, per effetto di una variazione del livello marino o di posizione altimetrica del sistema, o per combinazione dei due fattori. Queste ipotesi sono attualmente in corso di verifica.

    I 'candelabri' -

    La presenza di sedimenti è trascurabile, limitata a qualche modesto deposito di sabbie e ghiaie depositate da qualche torrentello temporaneo. AI contrario, ammassi di crollo, alle volte ciclopici, ricoprono vaste aree della grotta. Residui argillosi, probabile residuo della dissoluzione dei calcari, si incontrano sulle pareti e sui massi poco sopra P4 ed in corrispondenza dello scivolo e, sotto forma di ammassi, nella sala dell'Ignoto. I depositi di natura chimica sono abbondantissimi e ben rappresentati. Oltre a stalattiti, stalagmiti, colonne, colate in scenari da fiaba, segnaliamo la presenza di splendide colonnine ad anelli accresciutesi all'interno di vasche colme di cristallini, numerose vasche alte anche 30-40 cm rivestite da cristalli di calcite, curiosi alberelli ramificati alti fino a 10 cm costituiti da calcite aciculare trasparente terminante con dei noduli marroncini, piccole pisoliti, bei drappeggi ecc. ecc. Numerose concrezioni riportano i segni di passate fratturazioni, successivamente risaldate da un velo di calcite. Dal punto di vista meteorologico, l'ingresso parrebbe comportarsi da bocca bassa di un più vasto sistema. In inverno, l'aria aspirata dall'ingresso dopo aver attraversato parte la frana e parte il percorso aperto dal GGN viene convogliata nel meandro sottostante P6 perdendosi poi nella frana della successiva saletta. La si avverte di nuovo pochi metri sotto proveniente da un camino nei pressi del Magnificat; poi percorre le Gallerie della Contessa e si perde nuovamente nell'ammasso di blocchi nelle gallerie finali NE . In estate la circolazione si inverte. Movimenti secondari non trascurabili si avvertono in quasi tutti gli altri rami della grotta.

    Alcune misure di temperatura effettuate nel dicembre 1989 con grotta che aspira, del tutto insufficienti per inquadrare la cavità, danno:
    • Ingresso: 10,8 °C
    • Strettoia ingresso: 10,1 °C
    • 2a strettoia: 9,8 °C
    • Saletta sotto P6: 10,2 °C
    • Camini ingresso: 13.2 °C

    Ne deriva che i camini sovrastanti l'ingresso non sono assolutamente in comunicazione con l'esterno, anzi rappresentano delle sacche chiuse di aria calda. L'aria invernale, già di per sè secca, scaldandosi all'interno della grotta, la disidrata pesantemente. Infatti nel primo tratto la grotta è completamente asciutta. Si può stimare che la temperatura interna di equilibrio si collochi intorno ai 13 -15 °C. Dal punto di vista idrologico la cavità è attualmente allo stato fossile. Qualche stillicidio è giusto riscontrabile poco oltre le strette del Paggetto e nella zona più profonda. In occasione di forti precipitazioni, un velo di umidità ricopre le pareti; si hanno inoltre indizi di modesti scorrimenti idrici sopra e sotto P6, nel meandro dei Fiori, nelle sale del Magnificat. Non sono state fatte osservazioni in merito alla fauna: nei primi tratti della grotta si rinvengono numerosi aracnidi ed insetti simili alle zanzare. Chirotteri isolati sono stati incontrati in varie zone della cavità; una numerosa colonia vive occasionalmente nei rami più profondi (gallerie presso la sala dell'Ignoto). La grotta necessiterebbe di una ricognizione da parte di un archeologo. Nell'androne iniziale si rinvengono numerosi resti di laterizi; appena oltre la prima strettoia abbiamo rinvenuto un frammento di ceramica rossa molto fine di probabile età storica. Nelle sale di crollo sottostanti l'ingresso, abbiamo inoltre rinvenuto un ulteriore frammento di colore nerastro, ad impasto grossolano con inclusi biancastri, apparentemente molto antico (neolitico?), non sappiamo se trasportato dal detrito o lasciato dall'uomo in epoche passate, quando la grotta era transitabile. La delicatezza e la varietà delle concrezioni ed una certa pericolosità intrinseca richiedono una decisa opera di protezione, anche al fine di proteggerla da speleologi senza troppi scrupoli.


    Edited by terryborry - 13/8/2013, 18:36
     
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11 replies since 11/12/2011, 12:24   1029 views
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