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Serrastretta

Provincia di Catanzaro

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  1. Isabel
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    Serrastretta

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    Serrastretta è un comune italiano di 3.317 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria.

    Geografia

    Centro montano, domina la valle del fiume Amato. Territorio ricco di boschi con castagni, querce e faggi.

    Cenni storici

    - Info -

    Paese ridente per la posizione geografica: protetto alle spalle da folti boschi di faggi e castagni, domina la vallata sottostante, bagnata dal fiume Amato, con un notevole sviluppo nel passato di mulini ad acqua di cui ancora oggi restano i ruderi. Posto a circa 840 m di altitudine conserva la caratteristica di paese montano con le strette viuzze che si arrampicano lungo il declivio naturale della montagna. Serrastretta, che oggi comprende frazioni di Angoli, Migliuso, Cancello, San Michele e Accaria, fu fondata dopo il 1300 da alcune famiglie profughe dal vicino paese di Scigliano: Bruni, Fazio, Mancuso, Scalise e Talarico. Il nome fu posto da alcuni forestieri provenienti da Taverna e diretti alla vicina Nicastro che costituiva in quei tempi un punto necessario da raggiungere, per molteplici motivi: rapporti con le varie famiglie, necessità di acquistare prodotti di varia natura, scambi di prodotti commerciali. L'attenzione di questi soggetti fu senz'altro attirata verso il nucleo che si era venuto ad insediare tra queste "strette-serre" di monti. Dalla sua posizione naturale derivò il nome di Serrastretta. Nei secoli XV e XVI fu sotto la dominazione dei duchi Caracciolo, e poi nel XVIII secolo passò sotto il dominio dei Conti D'Aquino ed in seguito, sotto il dominio di Napoli. Fu sede del Giudice di Pace (1807) e successivamente di Pretura (1862), sede di ufficio di Registro e Bollo (1816), ufficio di agenzia delle Imposte Dirette e del Catasto (1865). Tra la fine del 1800 e il primo ventennio del 1900 furono costituiti in Serrastretta e nelle frazioni alcuni sodalizi, in particolare nel 1872 "La Società Operaia Unione del Lavoro", nel 1893 "La Società Agricola", nel 1907 "La Federazione Calabrese dei Diritti e dei Doveri", le due "Cooperative dei Sediari"'. Nel 1908, su iniziativa del Dr. Ernesto Puteri e di altri soci, fu costituita la S.I.E.S. (Società Idro-Elettrica Serrastretta), che fu tra le prime società del meridione d'Italia ad erogare, sia pure in zone limitate, la corrente elettrica. Fu costruito, in località Fiumarella, un invaso d'acqua, che a valle azionava una turbina idroelettrica, sufficiente ad erogare la corrente a tutto l'abitato e ad azionare un piccolo mulino. Il paese ha come centro del tessuto edilizio Piazza Pitagora in cui si affaccia la Chiesa Matrice dedicata alla Beata Maria Vergine del Soccorso, e l'antico palazzo dei Torcia, sottostante al quale vi è un arco con scalinata che richiama le antiche vie francesi. Sulla medesima piazza era situato sin dal 1820 il maestoso albero chiamato "Milicuacciu" (Bagolaro, l'albero della libertà); messa a dimora dai Carbonari, questa pianta negli anni '30 fu affiancata da un altro esemplare.

    L'osservatore attento può notare ancora oggi nel centro storico:
    • le antiche case in pietra con i balconi in ferro battuto abbelliti da vasi di fiori;
    • le Icone, comunemente dette "Cone", dipinte da artisti serrastrettesi, sul legno o sulla "landia" (lamiera), segno di una profonda pietà popolare che ha segnato la storia di questo popolo. Ancora oggi in questi luoghi, in determinati periodi dell'anno, i fedeli si ritrovano insieme per pregare;
    • le botteghe artigiane gestite a livello di imprese familiari;
    • i ritrovi di donne intente agli antichi lavori femminili quali: il tombolo, il ricamo, l'uncinetto, il telaio, il cucito;
    • le numerose sorgenti d'acqua pure, cristalline, leggere che potrebbero a ragione competere con quelle oligominerali che ci giungono sulle nostre tavole;
    • gli antichi palazzi con i portali in pietra fregiati di stemmi.

    La faggeta

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    - Info -

    La faggeta di Monte Condrò costituisce una tenuta di circa 200 ettari, assegnata al comune di Serrastretta nel 1928 all'atto dello scioglimento dell'antica "università", di beni sui quali avevano diritto di esercitare "promisscuamente" gli usi civici anche i comuni di Feroleto e Pianopoli. Oggi il bosco, oculatamente sfruttato, fornisce insostituibile materia prima di buona qualità ed a basso costo con la quale viene "alimentato" il vitale artigianato di Serrastretta. Famoso per le sue bellissime sedie.

    Fauna

    La fauna della faggeta è stata quasi totalmente distrutta dalla caccia e dal progressivo cambiamento dell'habitat. Fino a due secoli fa il cervo, il capriolo, la lince, e probabilmente anche l'orso popolavano questa come molte altre selve silane. Oggi nella faggeta vivono pochi animali difficilmente avvistabili ma non per questo meno interessanti e belli. Tra i mammiferi ricordiamo innanzitutto il raro tasso (il più grande mustelide italiano), e poi il cinghiale che compare saltuariamente nel bosco specie nell'epoca di maturazione delle faggiole (i semi del faggio). Anche il lupo è probabile faccia di tanto in tanto la sua apparizione, specie durante i lunghi spostamenti invernali. Dubbia la presenza del gatto selvatico un pò meno quella della martora. Nei pressi dei rimboschimenti a conifere è più frequente lo scoiattolo meridionale, mentre topi quercini e ghiri si nascondono tra gli alberi più decrepiti. Faine, puzzole, volpi, ricci, popolano sia il bosco che le sue vicinanze. Tra gli uccelli oltre ai comuni merli, gazze, ghiandale, cicle ed altri colombacci e picchi muratori sono di casa tutto l'anno. Per i rapaci completano il quadro la poiana, il gheppio, lo sparviero e l'allocco. Molti anfibi trovano riparo nei ruscelletti della faggeta e tra essi si fanno notare la salamandra giallonera e la rana dalmatina, nei fontanili è presente anche il tritone italico.

    Flora

    Il bosco di Serrastretta rappresenta un lembo residuo della faggeta che un tempo ammantava le quote più alte della Dorsale del Reventino ed in seguito venne quasi totalmente sostituita dal castagneto da frutto per opera dell'uomo. L'aspetto floristico è costituito da splendide fustaie di faggio che nei tratti più integri raggiungono anche i 35 metri di altezza ed i 100 m di diametro. In queste aree è diffuso nel sottobosco l'agrifoglio ed anche il pungitopo mentre come essenze erbacee troviamo l'elleboro, la dafne laureola, l'anemone, la primula, la pulmonaria, il ciclamino. Belli anche i castagneti da frutto che costeggiano il bordo meridionale della faggeta. Il cerro è presente in piccoli nuclei ai margini della faggeta e raggiunge le più grosse concentrazioni nella zona di occupazione forestale.Nei punti più umidi vegetano belle felci nonché sporadici esemplari di pioppo tremulo e ontano nero, mentre l'ontano napoletano forma alcuni raggruppamenti sui terreni più poveri. Nell'ontaneto è particolarmente ricco il sottobosco con sambuco a livello erbaceo, la consolida minore, la bardana, l'ortica dioica, il rogo, etc. Dove il bosco si apre ecco la rosa canina, l'amarena, il ciliegio selvatico e il pero selvatico. Nella zona cacuminale di Monte Condrò sono presenti inoltre rimboschimenti a pino laricio, douglas con qualche abete bianco, sempre come essenze introdotte riscontriamo la robinia e il larice. Numerosi, nei periodi adatti, i funghi mangerecci e non, tra i quali spiccano i porcini e le amanite multicolori.

    Corso Garibaldi

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    - Info -

    Corso Garibaldi è la strada principale di Serrastretta, in anni recenti oggetto di recupero e valorizzazione. La pavimentazione stradale è in mattoncini e ciottoli, a sottolineare la centralità del corso nella vita cittadina. Qui troverete molte attività commerciali, i principali negozi e i migliori bar: è il classico cuore pulsante delle attività del paese, che si popola e si addobba a festa durante le celebrazioni religiose. Corso Garibaldi collega il Museo della Civiltà Contadina con la Chiesa Matrice di Santa Maria del Soccorso, percorso che passa anche per il monumento ai caduti. Quest’ultimo, dedicato in particolar modo ai giovani soldati di Serrastretta che persero la vita nella Prima Guerra Mondiale, fu realizzato dall’artista locale Fortunato Longo nel 1920 e posto qui sul corso nello stesso anno: lo scultore, nel dare forma al bronzo fuso, si ispirò alla Nike di Samotracia, donando a Serrastretta uno dei suoi simboli principali.

    Chiesa di Maria del Soccorso

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    - Info -

    La Chiesa matrice di Serrastretta è dedicata alla Madonna del Soccorso, a cui la popolazione locale è particolarmente devota. Edificata in epoca imprecisata, è stata più volte ristrutturata nel corso dei secoli: il suo aspetto attuale è quello dovuto all’imponente restauro del secolo scorso, che ne ha mutato l’originario orientamento verso Est per conferirle una pianta basilicale a croce latina. La facciata è dominata dal portale in granito grigio levigato e dai fregi ispirati alle foglie d’acanto realizzati da scalpellini locali. Negli Anni Ottanta del Novecento sono stati aggiunti i portali in metallo su cui sono scolpite alcune delle vicende storiche più note del paese: tra queste segnaliamo la leggenda della statua della Vergine del Soccorso trasportata dai buoi sino al sito dove sorge la chiesa ed il ricordo della visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II in Calabria. All’interno troverete numerose opere d’arte di gran pregio: tra i dipinti segnaliamo la pala d’altare (Santissima Trinità con San Pietro, Giovanni Battista e Maria del Perpetuo Soccorso) le tele ai suoi due lati (Ultima Cena e Adorazione dei Re Magi), la volta (affrescata con personaggi biblici) ed il quadro dell’Annunciazione. Tra le statue sono degne di nota quella di San Giuseppe, di Maria Addolorata e dell’Immacolata, aventi chiari tratti stilistici del barocco napoletano. La statua di Maria Santissima del Perpetuo Soccorso fu invece realizzata in cartapesta da artisti di scuola partenopea: la scelta del materiale fu dettata probabilmente dalla sua leggerezza, così da rendere più agevole il trasporto durante le processioni tra le tortuose vie del paese. Il pezzo forte della Chiesa Madre di Serrastretta è però il fonte battesimale in pietra verde realizzato tra il XVII e il XVIII secolo e custodito sino alla fine del Settecento nell’abbazia di Corazzo. Notevole anche il coro ligneo scolpito dai migliori falegnami locali.

    Interno
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    Campanile

    facciata
    Facciata

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    Particolare

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    Portone


    Museo della Civiltà Contadina

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    - Info -

    Tra le attrattive di Serrastretta, il Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana rappresenta uno degli elementi più interessanti. Si tratta di un allestimento permanente di utensili, arnesi, abiti ed oggetti tramandati da generazioni di lavoratori di questo operoso paese montano. Una visita al museo è quindi più che consigliata sia ai grandi, che potranno ricordare i gesti della loro infanzia, che ai giovani, ai quali troppo spesso manca una conoscenza delle proprie origini. Nella struttura troverete anche delle dettagliate ricostruzioni degli ambienti domestici e lavorativi di contadini ed artigiani, le cui abitudini rimasero per secoli pressoché inalterate. Una speciale menzione va fatta per gli strumenti per la lavorazione del legno, una delle principali arti di Serrastretta: oltre agli arnesi di falegnameria presenti in ogni casa sino a non molti decenni fa, sono di particolare interesse gli utensili per la fabbricazione delle sedie, il prodotto tipico più famoso di Serrastretta, ancora oggi patria di artigiani espertissimi nella produzione di sedie con sedili impagliati intrecciando la “vuda”, una pianta raccolta nelle aree più umide. Tra i tanti oggetti curiosi esposti nel museo ricordiamo un orologio a pesi ancora in perfette condizioni e funzionante, cosa che desta meraviglia se si pensa alla rudimentale strumentazione con cui è stato messo a punto. Nel cortile della struttura troverete anche un antico frantoio del XIX secolo ed un mulino ad acqua.

    Economia

    Essendo il territorio di Serrastretta montano e ricco di boschi, è molto sviluppato l'allevamento di ovini e la raccolta stagionale di prodotti boschivi di ottima qualità (funghi porcini e nasse, castagne). Fra le produzioni agricole si segnalano le patate. L'artigianato locale è basato sulla lavorazione del legno, e dalla creazione di tappeti lavorati al telaio. Molto importante è la falegnameria, in particolare la produzione di sedie.

    Gastronomia

    Piatti tipici: "Pasta china" Pasta ripiena (con uova, polpette di carne, formaggio pecorino, sugo di pomodoro, il tutto cotto al forno), "Milingiane chine" polpette di melanzane, "Iuri mbainati" pastelle di fiori di zucca. Tra i salumi spiccano la soppressata, le salsicce, il capicollo, la pancetta affumicata ("hisjularu").



    Serrastretta ha avuto in ogni tempo letterati e sacerdoti,scrittori e poeti ma anche artigiani abili e ingegnosi.

    - Info -

    • La popolare cantante italo-francese Dalida (nome d'arte di Iolanda Cristina Gigliotti) nacque in Egitto da genitori serrastrettesi.

    Tra gli artigiani più abili si distinsero:
    • Il fabbro Bernardino De Fazio conosciuto in tutta la provincia come abile costruttore di orologi e come meccanico. Lavorò per lungo tempo in una gioielleria di Catanzaro, ma dopo la perdita del figlio in guerra ritornò al paese natio dove continuò a creare opere d'arte in ferro che ancora si possono ammirare in alcuni luoghi del paese (cancellata della parte vecchia del cimitero e recinzione interna del monumento ai caduti).
    • Il falegname Francesco Maria Scalise detto, per la sua abilità nell'intaglio del legno, "Michelangelo" il quale costruì all'interno della chiesa matrice, nel 1788, il coro, il confessionale e gli armadi della sacrestia abbellendoli con smaglianti intagli che da sempre hanno attirato l'ammirazione dei forestieri.
    • I sediari Gregorio e Luigi Nicotera premiati con medaglia di argento nel 1882 al concorso regionale di Cosenza e nel 1885 all'esposizione di Torino. L'altro abile sediario da ricordare è Francesco Fazio detto Mastro Ciccio premiato con medaglia d'oro alla mostra di Tripoli esponendo una sedia impagliata con la croce sabauda.

    Tra gli uomini più illustri che si distinsero nelle lettere troviamo:
    • Emilio De Fazio (1828-1886) medico e letterato. Studiò alla prestigiosa Università della Sorbona di Parigi. Scrisse molto sul cancro e sul miasma palustre. Tutti i suoi lavori, sventuratamente, andarono perduti.
    • Pasquale Fazio (1719-1799) sarcedote. Studiò a Napoli teologia, diritto canonico e filosofia. Scrisse molti compendi di teologia dogmatica.
    • Francesco Antonio Giuliano (1738-1809) dottore in diritto. Pubblicò nel 1777 due pregevolissime opere: "La Nemesi ,ossia la Giustizia delle pene", "Principi di politica secondo la natura" e nel 1779 pubblicò "Le Rime" del poeta cosentino Pirro Schettini che gli valse l'aggregazione all'accademia di Costanzi.
    • Filippo Bruni (1725-1803) arciprete, teologo e letterato. Scrisse un compendio di teologia dogmatica, un opuscolo Cronologico di notizie patrie e uno stato delle famiglie di Serrastretta.
    • Francesco Antonio Mazzei (1765-1884) arciprete e letterato. Scrisse molto in latino e in italiano sia in prosa che in poesia. Tra le sue opere maggiori ricordiamo "Elementi di Storia Generale".
    • Francesco Mirante insegnante. Fu direttore didattico e vice-ispettore scolastico. Scrisse e pubblicò: "Compendio di Storia Calabrese", "Cenni sulla vita di Emilio De Fazio". Dei suoi scritti rimasero invece inediti: "Compendio di Storia Romana", "Compendio di Storia del Medioevo".
    • Felice Mazzei (1825-1872) Sacerdote. Fu discepolo dell'illustre filosofo Antonio Renda di Nicastro divenendo versatissimo nelle lettere e nelle scienze. Fu inoltre fervido patriota. Partecipò infatti ai moti del '48 organizzando una compagnia di volontari che combatterono al fianco del generale Stocco contro le truppe borboniche.
    • Leopoldo De Fazio (1865) Prof. Di lettere e giornalista. Ha scritto: "La collana di Nada", "I canti proletari", "La canzone vegetale".

    Edited by terryborry - 25/6/2012, 18:53
     
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    Migliuso

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    Info - Scheda Wikipedia

    Migliuso è una frazione del comune di Serrastretta in provincia di Catanzaro, ed ha una popolazione di 415 ab. (secondo gli ultimi dati Istat), ma come tutti i paesi calabri è tuttora soggetto allo spopolamento a causa dell'emigrazione. Posto a circa 453 m di altitudine s.l.m. conserva la caratteristica di paese collinare calabrese con un'unica via principale lungo la quale si espande l'edificato, che è demarcato dai vicini declivi naturali della collina. Il paese è posto su tre colli (Ferola, Migliuso e Valente) ma si è sviluppato solo sul costone di quello centrale, mentre è protetto negli altri due colli da colture di ulivo. La vegetazione attorno è molto variegata e florida, infatti i boschi attorno al paese sono ricchi di sugheri e arbusti vari tra cui nella parte più settentrionale troviamo anche la presenza di boschi di castagno adornati dalla presenza predominante della ginestra e dell'erica. Il suo paesaggio è davvero suggestivo ed è circondato a nord ed a sud dai monti delle Serre e della Contessa, mentre a est ed a ovest troviamo il mar Ionio ed il mar Tirreno, conseguentemente il clima è mite d'inverno e fresco d'estate, perché favorito dalla ventilazione naturale marina e montana.
    Ma il vero colpo d'occhio è il magnifico scorcio panoramico sui due mari, ed in particolare sul golfo di S. Eufemia fino a spaziare sulle isole Eolie, in cui nelle giornate chiare e fredde dell'inverno si può notare anche la cima dell'Etna. La sua collocazione nella parte più stretta della Calabria (solo una quarantina di km dividono il Mar Ionio dal Tirreno) lo favorisce per la raggiungibilità, visto che ha ad appena 25 km percorribili in circa 30 minuti lo svincolo autostradale dell’A3 (uscita Lamezia Terme), la stazione ferroviaria di Lamezia Terme Centrale e l'Aeroporto Internazionale di Lamezia Terme ed il capoluogo di Provincia e di Regione, Catanzaro, dista solo 45 km percorribili in circa 50 minuti. Festeggia il Santo Patrono, Immacolata Concezione, il 16 agosto con processione per le vie del paese, fiera, e spettacoli in piazza.

    Etimologia

    Il nome è un composto dalle parole latine "melius" (migliore) ed "usum" (uso), riferendosi all'affidamento da parte dei possidenti terrieri ai coloni affinché avvenisse un miglioramento fondiario.

    Cenni storici

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    Chiesa dell'Immacolata


    Incerte e avvolte nel mistero sono state le origini del nome, poteva derivare dal latino miliun (graminacea) ma in Calabria non è mai stata coltivata,inoltre in latino un campo di miglio era definito Milliarum, dunque non poteva essere. Poteva derivare dalla distanza di un miglio tra Angoli e Migliuso, e la credenza popolare fino a oggi è stata questa; ma come afferma il Bruni nella storia di Serrastretta, la località Migliuso esisteva ancora prima che queste terre passassero all’università di Serrastretta. Infatti in un passaggio il Bruni afferma che il paese prese il nome della localita esistente. Da ricerche fatte da Pino Della Porta risulta più veritiero che il nome possa derivare dal latino MELIUS USUM ( migliore uso). Ad melius usum era una frase ricorrente negli atti notarili di assegnazione di terreni demaniali ed imponeva all’assegnatario di apportare su quel terreno bonifiche fondiarie, cosi’ come cabella stava ad indicare un terreno che veniva dato in affitto e del quale si pagava una tassa chiamata appunto gabella o cabella. Il paese è dominato dalla fortezza di Don Rico; da analisi fatte, risulterebbe che la masseria fortificata di don Rico risalga al periodo della dominazione spagnola in Calabria, conseguentemente possiamo affermare che la stessa sia la costruzione più antica di Migliuso, anzi la prima in assoluto, risalga al periodo che va dal 1443 al 1500. In questo periodo vennero infatti riassegnate da RE Alfonzo d’Aragona tutte le terre demaniali, e quelle confiscate a coloro che con Antonio Centelles avevano preso parte alla rivolta dei baroni in Calabria. Secondo fonti attendibili dello storico Gaetano Boca, Alfonzo d’Aragona venne in Calabria per riportare all’obbedienza i baroni che si erano ribellati alla sua autorità. I baroni ribelli erano capeggiati da Antonio Centelles (Ventimiglia) nobile catalano sposato con la principessa Enrichetta Ruffo di Calabria il quale era diventato marchese di Crotone e duca della Calabria. Il Centelles ed i suoi vennero sconfitti nel 1445, ed a partire dal 1448 le terre demaniali, i casali e le tenute abbandonate dai baroni sconfitti, vennero riassegnate a coloro che avevano preso parte alla guerra contro Centelles. È di questo periodo l’assegnazione delle terre di Vena di Maida, Caraffa, Zangarone ed Amato ai Greco-Albanesi di Demetrio Reres (nobile Albanese) che avevano combattuto al fianco del Re contro i baroni. Le terre poi denominate Migliuso che si trovavano a meta’ strada tra Feroleto ed Amato vennero certamente assegnate a Don Rico (ad melius usum) il quale oltre ad apportare il miglioramento fondiario (che venne realizzato con il disboscamento, la costruzione del cosiddetto “Casino”, l’impianto degli uliveti e la coltivazione del grano) doveva garantire il controllo sull’unica via di comunicazione la cosiddetta via dei passeggeri la quale si estendeva da Catanzaro (Ponte sulla Fiumarella) a Nicastro passando nella nostra zona per Vingiale, Sarella, Mazzisi, Colamazza e l’attuale Cancello. Chiaramente crediamo che Don Rico fu costretto ad abbandonare queste terre, intorno al 1500, quando le stesse passano dagli Aragonesi ai Borboni di Spagna, e vengono ridistribuite tra i baroni e la chiesa. La via dei passeggeri all’altezza della località oggi chiamata Trumbettieri nei pressi del lato destro del fiume presentava un cancello che segnava il confine dei feudi dei Caracciolo di Feroleto e dei Caraffa-Sanseverino di Catanzaro; Oltrepassando il cancello a quei tempi andava pagato il pedaggio all’uno o all’altro feudatario da qui la derivazione del nome dell’attuale paese di Cancello. Nel 1610 queste terre per motivi politici (Minare il potere dei Caraccioloche con Ferrante aveva preso in mano il regno di Napoli) vengono sottratte ai Caracciolo di Feroleto ed assegnate ai Sommucola o d’Aquino, i quali elevano Serrastretta al rango di Università (Comune). In seguito per paura di una rivalsa da parte di Feroleto, Serrastretta con il placet della contessa Giovanna Battista ultima erede dei D’Aquino, assegnano parte di queste terre a cittadini di Serrastretta e S. Pietro Apostolo. Inizia cosi’ la colonizzazione delle cosiddette “marine” facendo nascere le comunità di Angoli e Migliuso come barriera contro eventuali rivalse da parte dei Feroletani. Angoli nasce nel 1695, ed i primi abitanti furono undici persone provenienti da Serrastretta, mentre la chiesa venne completata ed inaugurata il 21/Luglio/1789 (proprio per questo la festa di S. Giuseppe da allora viene celebrate la terza domenica di luglio). Migliuso che esisteva già come località diventò centro abitato dopo l’acquisto di queste terre da parte di Pietro Gigliotti (Lecco) nel 1765. La chiesa di Migliuso venne inaugurata seconda domenica di luglio del 1791, esattamente il 10 di luglio del 1791. La festa dell’Immacolata fino al 1970 circa, è stata sempre celebrata tutti gli anni, la seconda domenica di luglio (data di ricorrenza della celebrazione della prima messa nella chiesa di Migliuso), per effetto del distacco degli uomini dalle famiglie, a causa della forte ondata di emigrazione degli anni 60, dopo sofferte riunioni venne spostata al 16 agosto. Tutto ciò venne fatto con l’intento di consentire alle famiglie, di emigrati ed emigranti, di passare la festa insieme ai loro cari, e i loro affetti familiari. Nella nostra cultura la famiglia era ed è il bene più importante. Per dovere di cronaca va comunque portato a conoscenza di tutti, che ancora prima dell’inizio della colonizzazione di queste terre da parte dei Serrastrettesi, in questa zona era sorto il primo nucleo abitato a Nocelle. A Nocelle infatti sono state assegnate in passato le prime scuole nel nostro territorio. E' inutile dire che gli abitanti di Feroleto Antico e Feroleto Piano (in seguito) alla guida dei loro sindaci tentarono più volte di rimpossessarsi di queste terre che credevano facessero ancora parte del demanio. Proprio a Nocelle i Pianopoletani nel tentativo di rimpossessarsi di quelle terre, insultarono e malmenarono la gente del posto ,mettendo a fuoco anche le loro abitazioni con l’intento di indurli ad abbandonare quelle terre. Purtroppo per loro (e forse per noi) la storia non gli diede ragione. Le terre in questione erano state assegnate alla famiglie nobili di Serrastretta: De Fazio, Mirante, Bruni, Pugliese, Torchia ed in seguito alla famiglia Fragale. I ceti meno abbienti erano stati sistemati lungo il crostone del fosso Collaro (alla rasa da’ trempa) in modo che non interferissero con le terre migliori e fossero sempre servi della gleba in cerca di lavoro. La storia di questi luoghi, dal 1870 al 1950 circa è stata caratterizzata da una diffusa emigrazione nelle Americhe, mentre più recentemente vale a dire dai primi anni sessanta, sono stati i giovani che hanno abbandonato e spopolato queste terre in cerca di fortuna nel nord Italia. Per effetto di ciò la popolazione residente durante l’estate e nei periodi di feste (Natale e Pasqua) aumenta notevolmente in quanto il legame d’amore con la propria terra, porta coloro che sono partiti, a fare visita alle proprie famiglie.

    Gastronomia
    • Salumi: salsicce, soppressata, capicollo, salame.
    • Primi piatti: Timpanu (Timballo di bucatini al forno)
    • Contorni: Pipi e patate, Patate e funghi, purpette di carne di suino, purpette de ricotta, milingiane chine, patate,vrasciole, grispelle, nacatule,

    Edited by terryborry - 25/6/2012, 18:50
     
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