Semplicemente Passioni forum

Napoli

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. creamy 2009
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Napoli

    rglR6wW

    - Info -

    « Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. "Vedi Napoli e poi muori!" dicono qui »
    (Goethe citando un detto popolare nella lettera del 2 marzo 1787 in Viaggio in Italia)

    Napoli è un comune italiano di 957.012 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della regione Campania. Situata in posizione pressoché centrale nell'omonimo golfo, tra il Vesuvio e l'area vulcanica dei Campi Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano, nonché cuore di una delle aree metropolitane più popolose d'Europa. Fondata alla metà dell'VIII secolo a.C., fu tra le città egemoni della Magna Graecia grazie al rapporto privilegiato con Atene, ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sia sulle popolazioni italiche circostanti, che sulla stessa Roma. Punto focale della filosofia epicurea, fu infatti luogo di formazione per Virgilio, che vi compose la maggior parte delle proprie opere, e residenza degli imperatori Claudio, Tiberio e Nerone. Luogo di approdo dell'apostolo Pietro in Italia, fu inoltre uno dei primi luoghi del Cristianesimo in Occidente. Dopo il crollo dell'Impero romano, nel VII secolo la città formò un ducato autonomo, indipendente dall'Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni fu capitale del Regno di Napoli. Da qui, agli inizi del XV secolo, sotto Ladislao I di Durazzo, partì il primo tentativo di riunificazione d'Italia. Successivamente Napoli divenne il centro politico dell'Impero aragonese, e nel XVI secolo fu la città più popolosa d'Occidente. Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone di Napoli, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico, culminato in una serie di primati civili e tecnologici, tra cui la costruzione della prima ferrovia in Italia. Dopo l'annessione al Regno d'Italia soffrì di un sensibile declino, esteso anche a tutto il sud Italia. Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è, dal basso medioevo fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d'Europa. Sede della Federico II, la più antica università statale d'Europa, ospita altresì l'Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta Patrimonio Storico e Culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Luogo d'origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell'immaginario collettivo a livello mondiale. Centro della filosofia naturalistica del Rinascimento, culla dell'Illuminismo in Italia, è stata lungamente un punto di riferimento globale per la musica classica, attraverso la Scuola musicale napoletana, la quale ha il primato di aver generato l'opera comica, prodromo della futura opera buffa. Città dall'imponente tradizione nel campo delle arti figurative, la quale affonda le proprie radici nella pittura pompeiana, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il Barocco napoletano, il Caravaggismo e la Scuola di Posillipo. È all'origine di una forma distintiva di teatro, di una canzone di fama mondiale e perfino di una peculiare tradizione culinaria, che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana. Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d'Europa, è riconosciuto dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità. Nel 1997 l'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d'Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera.

    Geografia

    ZtSajUz

    « Da quanto si dica, si narri, o si dipinga, Napoli supera tutto: la riva, la baia, il golfo, il Vesuvio, la città, le vicine campagne, i castelli, le passeggiate… Io scuso tutti coloro ai quali la vista di Napoli fa perdere i sensi! »
    (Johann Wolfgang von Goethe, Italienische Reise)

    Napoli sorge quasi al centro dell'omonimo golfo, dominato dal massiccio vulcanico del Vesuvio; e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dal golfo di Pozzuoli con Capo Miseno, a settentrione dalle appendici dell'Appennino Campano. La città storica è andata sviluppandosi preminentemente sulla costa, in origine abitata dall'antico popolo degli Opici, nome che indica la presenza sul posto di numerose cavità naturali, tuttora visibili, tra cui sono notevoli la grotta di Seiano, quella del Chiatamone e quella di San Giovanni a Carbonara. Il primo nucleo abitativo fu costituito dall'isolotto di Megaride, ove coloni greci diedero avvio al primo emporio commerciale che comportò lo sviluppo della città odierna. Il territorio di Napoli è composto prevalentemente da colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della collina dei Camaldoli), ma anche da isole, insenature e penisole a strapiombo sul Mar Tirreno. Il territorio urbano, limitato a occidente dal complesso vulcanico a crateri multipli dei Campi Flegrei, ed a oriente dal Somma-Vesuvio, ha una storia geologicamente complessa. Il substrato su cui poggia la città ha origine eminentemente vulcanica, ed è il prodotto di una serie di eruzioni dei due complessi. Per quanto riguarda il gruppo dei Campi Flegrei, avvenute nel tardo Pliocene o inizio Quaternario. I diversi autori distinguono tre periodi di attività, denominati Archiflegreo, ciclo antico (che portò alla formazione del caratteristico tufo giallo napoletano) e ciclo recente dei Campi Flegrei. I materiali vulcanici costituiscono l'unica fonte litogenetica dell'area, dato che anche i depositi alluvionali, o quelli provenienti da ambiente di spiaggia, non sono altro che il risultato del rimaneggiamento delle rocce eruttive. Da un punto di vista strettamente petrografico, i materiali possono essere classificati nei tre macrogruppi: lave, materiali piroclastici lapidei e materiali piroclastici sciolti. Le lave possono essere grossolanamente suddivise in lave di origine flegrea e lave di origine vesuviana; i piroclasti lapidei comprendono tufo grigio campano, piperno, tufo giallo stratificato e tufo giallo caotico; i piroclasti sciolti comprendono invece una serie di elementi di varia origine, che al di là delle distinzioni litogenetiche possono essere classificati in rimaneggiati e non rimaneggiati.

    Origine del nome

    CXhb2uw
    Pur essendo certa l'origine etimologica del nome «Napoli», qui istoriato nella forma aggettivata "Neopoliton" su uno statere con Nike e Toro androprosopo del 275 a.C., derivi dal termine greco Neapolis (Νεάπολις) che significa «città nuova». Meno chiara, tuttavia, è la radice del nome Neapolis, tradizionalmente individuata nella contrapposizione all'antica Palepolis («città vecchia»), che sorgeva nell'attuale località di Pizzofalcone.

    Storia

    Preistoria e protostoria


    mQKepXp
    Particolare del calco
    di arature di età
    neolitica rinvenuto
    in via Diaz.
    A Napoli, allo stato attuale delle conoscenze, le più antiche tracce di frequentazione sono quelle del Neolitico Medio tipo Serra d'Alto trovate a piazza S. Maria degli Angeli (cioè tra l'acropoli e la necropoli di Partenope, la parte interna - opposta al mare - della collina di Pizzofalcone), ove è noto anche un interessante livello dell'Eneolitico Antico e un altro del Bronzo Antico\Medio; l'Eneolitico Medio, tipo Gaudo, è noto più all'interno di quest'ultima dai vecchi rinvenimenti di Materdei, mentre il Bronzo Antico o meglio Medio Iniziale è presente fuori dal primo nucleo urbano della città di Napoli, a piazzale Tecchio, che si può considerare l'inizio dell'area flegrea (e anche in altri siti minori); infine il Bronzo Finale è noto da rinvenimenti nell'area costiera del porto di Napoli.

    KBkCqiL
    Età antica

    Il mito della fondazione


    La fondazione della città di Napoli è strettamente legata al mito della sirena Partenope.Le sirene erano creature mitologiche proprie della tradizione greca, esseri per metà donna e metà uccelli (e non pesci, come da errata tradizione medievale). Celebre era il loro canto ammaliatore che conduceva equipaggi e navi alla deriva.
    Una versione del mito narra che la sirena Partenope, vanamente innamorata dell'eroe Ulisse, si suicidò gettandosi in mare da una rupe. Il suo corpo fu trasportato dalle onde sui lidi napoletani, dove sarebbe sorta in suo onore la città di Parthenope.
    Altre versioni narrano invece della fuga sull'isolotto di Megaride della sirena con un mortale greco, e della fondazione della città da parte della coppia.
    Da tale mito proviene la definizione di partenopei che ancora oggi identifica i napoletani.

    OG14WqN
    Castel dell'Ovo, in figura,
    sorge sull'isolotto di Megaride,
    luogo dove fu fondato
    il primo nucleo
    urbano della città, Partenope

    gwKZKNp
    Una colonna del Tempio
    dei Dioscuri di Napoli,
    incorporata nella facciata
    della Basilica di
    San Paolo Maggiore
    Partenope nacque sulla collina di Pizzofalcone e nell'isolotto di Megaride per mano cumana, nell'VIII secolo a.C., secondo la logica di una creazione di approdi e capisaldi nel golfo (epineion).Con l'avvento dell'aristocrazia cumana espulsa dal tiranno Aristodemo di Cuma dopo la vittoria di Aricia nel 507 a.C., la città rinacque come Neapolis (città nuova).La "Città Nuova" seppe in breve tempo sia sostituirsi a Cuma nei commerci marittimi sia assumere il controllo sul golfo.Grazie all'influenza ateniese diventò tra i più importanti porti del Mediterraneo.Dopo aver aperto le porte alla popolazione osca dell'entroterra campano, nel 326 a.C. la città venne conquistata dai Romani, conservando tuttavia la lingua greca almeno fino al II secolo d.C. In questo periodo la città costituì il punto focale della filosofia epicurea ed il luogo e residenza del ricco patriziato romano che trascorreva qui le pause di governo.Nel 2 d.C. Augusto la scelse come sede dei giochi Isolimpici, sul modello di Olimpia, poiché era la città più "greca d'Italia".
    Con il termine dell'età antica e l'incalzare delle invasioni barbariche, la città si chiuse nelle sue mura. Le zone un tempo meta dell'aristocrazia romana caddero preda delle razzie e dell'incuria. Nel 476 l'ultimo imperatore romano d'occidente Romolo Augusto fu imprigionato nel Castel dell'Ovo, al tempo villa romana fortificata.

    Età medievale

    Il Ducato di Napoli


    IwiiXa8
    Il ducato autonomo di Napoli,
    provincia bizantina
    sopravvissuta fino al 1139
    Nel 536 Napoli fu conquistata dai bizantini durante la guerra gotica e rimase saldamente in mano all'impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino Costante II, anche se è probabile che egli fosse stato preceduto da altre persone con stesse mansioni, le quali erano comunque espressione delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine. La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i corsari musulmani (genericamente definiti Saraceni), provenienti per lo più dal Nordafrica o dalla Sicilia, che era stata conquistata dagli Aghlabidi a partire dall'827.
    In realtà l'avversione tra cristianesimo e islam trovò nel meridione italico ampi spazi di convergenza in nome della politica e dei comuni interessi commerciali. Questi ultimi determinarono di fatto una sostanziale amicizia tra Napoli ed il mondo musulmano, tanto che si verificò il disinvolto impiego da parte napoletana (ma campana in genere, dovendosi comprendere in questo discorso anche Amalfi) di mercenari, per lo più assoldati nell'insediamento del Traetto (in arabo ribāṭ). Prolungato artefice di questa politica fu il vescovo di Napoli e duca Attanasio II, a dispetto della scomunica comminatagli da papa Giovanni VIII.
    Il X secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia, che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico - sia religioso sia profano, sia greco sia latino - tra la città e Costantinopoli, da cui provenne ad esempio il greco Romanzo di Alessandro.
    Lo sviluppo del movimento iconoclasta da parte di Leone III l'Isaurico, e la conseguente disputa teologica tra quest'ultimo e Papa Gregorio II, ebbe come conseguenza il passaggio formale delle diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli. Nei fatti, tuttavia, la disposizione di Leone III rimase inapplicata, e Napoli rimase fedele all'autorità del Papa. Come ricompensa per la posizione assunta nella disputa, la città fu elevata al rango di provincia ecclesiastica intorno al 990, e Sergio II ne fu il primo arcivescovo.

    Il periodo normanno-svevo

    xYWhNko
    Statua marmorea di Federico II di Svevia, posta all'ingresso del palazzo Reale di Napoli

    Nel 1139 i normanni di Ruggero II d'Altavilla conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del Principato di Capua, nel neonato Regno di Sicilia, con capitale Palermo; ciononostante la città conservò la sede dell'arcidiocesi e acquisì grande importanza grazie al porto, che le permise di essere l'unica città italiana facente parte della lega anseatica.
    Passato il Regno di Sicilia in mano sveva sotto gli Hohenstaufen, Napoli fu compresa nel giustizierato di Terra di Lavoro, continuando ad accrescere la propria importanza come centro culturale dell'area. Tale processo culminò con la fondazione, avvenuta il 5 giugno 1224 ad opera di Federico II, dell'Università di Napoli. Si tratta del più antico istituto europeo del suo genere, vi si insegnarono fin dal principio diritto, arti liberali, teologia e medicina. Essa fu concepita come scuola indipendente dal potere papale, avendo fin dall'inizio lo scopo di formare i funzionari dello Stato ed in particolare giureconsulti esperti che servissero l'imperatore nelle dispute dinastiche.

    Il periodo angioino

    RmQbPxW
    San Ludovico di Tolosa
    che incorona il fratello
    Roberto d'Angiò
    (dipinto di
    Simone Martini)
    Napoli divenne parte del regno angioino in seguito alle vittorie di Carlo I d'Angiò su Manfredi di Svevia nel 1266 a Benevento; e su Corradino di Svevia a Tagliacozzo nel 1268. Sotto il regno di Carlo II d'Angiò, furono istituiti formalmente i Sedili, organi amministrativi ripartiti per aree della città. Essi traevano la propria origine dalla fratrie dell'epoca greca e dalla Magna cura Regis e sarebbero rimasti in piedi fino al XIX secolo.
    In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 (Vespri siciliani, causati anche dallo spostamento della capitale da Palermo a Napoli) e il passaggio dell'isola al dominio aragonese, Napoli, divenne la capitale del Regno di Napoli e uno dei più importanti centri di potere della penisola italiana. Succede a Carlo d'Angiò il figlio Carlo II ed in seguito il nipote, Roberto d'Angiò, detto "il Saggio", che fa di Napoli un centro culturale fra i più vivaci dell'Europa e del Mediterraneo. A questo periodo risalgono i soggiorni in città di Francesco Petrarca, Simone Martini, Giotto (che vi fonderà una scuola pittorica giottesca fra le più importanti d'Italia) e di Boccaccio, che nella basilica di San Lorenzo Maggiore conoscerà Fiammetta, ovvero Maria d'Aquino ed in seguito rimpiangerà i piacevoli anni trascorsi alla corte napoletana. Succederà al re Roberto, la nipote Giovanna I di Napoli nel 1343 e poi sarà il momento dei d'Angiò di Durazzo nel 1382 con Carlo di Durazzo, Ladislao I di Napoli e Giovanna II di Napoli.
    L'ultima grande impresa degli angioini napoletani fu la spedizione militare di Ladislao I di Napoli, il primo tentativo di riunificazione politica d'Italia, agli inizi del XV secolo.

    Età moderna

    LZ8GNW1
    Alfonso il Magnanimo
    Nel 1442 anche Napoli cambiò di mano, diventando una delle città più influenti del dominio aragonese. Sotto il regno di e Alfonso il Magnanimo (1442-1458), la città divenne una delle più importanti della Corona d'Aragona. Nonostante alcuni episodi di insofferenza come la Congiura dei Baroni, il regno di Alfonso fu caratterizzato dall'ampliamento della città, la cui popolazione crebbe notevolmente fino a renderla la città più popolosa d'Occidente. In questo periodo furono anche costruiti importanti monumenti cittadini, come l'Arco del Maschio Angioino (iniziativa che diede origine al cosiddetto Clima dell'Arco), Palazzo Filomarino, Porta Capuana, Palazzo Como.
    Anche il clima culturale conobbe un notevole incremento, grazie al grande impulso dato da Alfonso alla biblioteca cittadina ed alla fondazione dell'Accademia Pontaniana. Le grandi somme profuse nella promozione della cultura diedero impulso ad un fiorire di attività, che resero Napoli protagonista dell'Umanesimo e del Rinascimento.

    Il Viceregno spagnolo

    R9RsYta
    Pedro Álvarez de Toledo
    A partire dal 1501, in conseguenza delle Guerre d'Italia, Napoli perse la sua indipendenza. Dopo essere stata brevemente in mano francese fino al 1504, passò sotto la dominazione spagnola, e per oltre due secoli il regno fu governato da un viceré per conto di Madrid. Il lungo dominio spagnolo viene generalmente considerato dalla storiografia, specie di stampo crociano, un periodo oscuro e di regresso. In effetti, esso lasciò tracce profonde sia nella lingua napoletana, che soprattutto nell'assetto urbanistico della città. Fu ad esempio sotto il viceré Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga che fu aperto il famoso asse viario omonimo, e furono costruiti i Quartieri Spagnoli.
    Nel 1647 la città vide la famosa rivolta di Masaniello, partita da quella stessa Piazza Mercato in cui era stata tagliata la testa a Corradino di Svevia, e nata a causa del malgoverno spagnolo. Sei mesi dopo vi fu la nascita di un'effimera repubblica indipendente sotto la guida di Gennaro Annese e del nobile francese Enrico II di Guisa. La città fu messa sotto assedio e riconquistata dagli spagnoli, e successivi tentativi francesi di riconquistarla non ebbero buon esito.
    Fu in questo periodo storico che Napoli e il suo territorio dovettero subire (oltre alla terribile eruzione del Vesuvio del 1631 e alla suddetta rivolta di Masaniello del 1647) anche la gravissima epidemia della peste che si diffuse nel 1656 e durò fino all'anno successivo. Nella sola città di Napoli per il contagio ci furono circa 240.000 morti.
    Nel corso della guerra di successione spagnola l'Austria conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da Carlo di Borbone, che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il sud Italia e la Sicilia.


    I primati della Napoli borbonica

    VqB4MHU
    Il lungo regno dei Borbone di Napoli, e l'attenzione verso le innovazioni mostrate dai diversi sovrani di questa dinastia, hanno consentito a Napoli di conseguire una serie di primati.
    Nel 1735 vi fu fondata la prima cattedra di astronomia d'Italia, e nel 1754 la prima di economia politica al mondo.
    Nel 1782 fu effettuato a Napoli il primo intervento di profilassi anti-tubercolare in Italia, nel 1792 vi fu realizzato il primo Atlante marittimo del mondo. Nel 1801 vi fu fondato il primo museo mineralogico del mondo.
    Il 24 giugno 1818 fu varata a Napoli nei cantieri Filosa, nei pressi del Forte di Vigliena, la Ferdinando I, prima nave a vapore del Mediterraneo.
    Altro notissimo primato cittadino è quello dell'inaugurazione del primo tratto ferroviario in Italia, la ferrovia Napoli-Portici, a partire dalla Stazione di Napoli (Bayard), il 3 ottobre 1839. Napoli fu inoltre la prima città italiana, e la terza in Europa dopo Londra e Parigi, a dotarsi di un sistema di illuminazione pubblica a gas (1839).


    1x5kNpd
    Ferdinando II delle
    Due Sicilie, metà del
    XIX secolo
    Sotto la dinastia dei Borbone di Napoli, la città rafforzò il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee. Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Napoli vide prima la nascita di una repubblica giacobina e poi la conseguente restaurazione borbonica. Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte da Napoleone Bonaparte che affidò il regno a suo fratello Giuseppe e quindi, in seguito, a Gioacchino Murat. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il Congresso di Vienna Napoli ritornò nuovamente ai Borbone.
    Nel 1860 il Regno delle Due Sicilie fu oggetto della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi e successivamente invaso dal regno di Sardegna. Napoli fu abbandonata da Francesco II di Borbone per "garantirla dalle rovine e dalla guerra ... risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile", e fu tentata una prima difesa con la battaglia del Volturno e quindi con l'assedio di Gaeta. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al regno d'Italia e perse il proprio status di capitale. Come conseguenza, le strutture di governo statale presenti in città furono smantellate. Con l'unità anche le attività industriali andarono in rovina, furono trasferite o fortemente ridimensionate (come nel caso delle officine di Pietrarsa), innescando una profonda crisi socioeconomica. Si riporta, a tal proposito, un giudizio di Gaetano Salvemini:

    « Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone. »
    (Gaetano Salvemini, Scritti sulla questione meridionale, 1896-1955)

    Il tesoro del Regno delle Due Sicilie, per la maggior parte custodito nel Banco omonimo, fu utilizzato per rinsanguare i bilanci del regno di Sardegna, che era vicino al fallimento, e degli altri territori annessi, del pari indebitati. Il sistema fiscale piemontese fece aumentare vertiginosamente le tasse a carico dei napoletani; questo aumentò la crisi sociale ed industriale napoletana, mentre l'industria ed il commercio piemontese ebbero la possibilità di essere incrementati.

    Età contemporanea

    « Insomma, fascisti, a Napoli piove, che ci state a fare? »
    (Michele Bianchi, segnale convenuto per la Marcia su Roma)

    La povertà dei quartieri popolari, iconicamente descritti da Matilde Serao in Il ventre di Napoli, fu all'origine, a fine secolo XIX, di una profonda trasformazione urbanistica. A seguito dello scoppio di una grave epidemia di colera nel 1884, fu promulgata la legge per il Risanamento di Napoli. Essa diede attuazione ai numerosi ma inattuati progetti di risistemazione urbanistica della città concepiti durante il periodo borbonico. In questo periodo furono demoliti numerosi palazzi popolari, costruiti nuovi edifici borghesi detti umbertini ed aperte le arterie di via Duomo e del Rettifilo.


    SHA1fqa
    24 ottobre 1922, adunata
    delle camicie nere di Napoli,
    Mussolini sul palco delle autorità
    Nei primi anni venti del XX secolo, Napoli fu sede di uno dei più importanti Fasci di Combattimento italiani, ad opera in particolare di Aurelio Padovani, Raffaele Tarantini, Domenico Miranda, Luigi Ricci, Alberto Navarra, e Nicola Sansanelli. Il 24 ottobre 1922 La città fu teatro della grande adunanza di camicie Nere che fu l'atto preparatorio della Marcia su Roma. I dettagli della Marcia furono discussi e decisi dal Consiglio del partito Nazionale Fascista all'Hotel Vesuvio di via Partenope.Nel 1926 il territorio comunale venne ampliato con l'aggregazione dei comuni limitrofi di Chiaiano ed Uniti, Pianura, Secondigliano e Soccavo.


    A34CKCY
    Uno «scugnizzo» armato
    durante le
    Quattro Giornate
    di Napoli

    Data la sua natura di porto strategico per le attività navali nel Mediterraneo, Napoli fu, durante la seconda guerra mondiale, la città italiana che subì il numero maggiore di bombardamenti, con circa 200 raid aerei (tra ricognizioni e bombardamenti) dal 1940 al 1944, principalmente da parte alleata, di cui ben 181 soltanto nel 1943 e con un numero di morti stimato tra le 20 e le 25 000 persone, in gran parte tra la popolazione civile.
    Dopo la resa del regno d'Italia agli Alleati, avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare denominata successivamente le quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943). Tale movimento, guidato dalla popolazione civile, con l'apporto di militari fedeli al cosiddetto regno del Sud, riuscì a liberare la città partenopea dall'occupazione delle forze armate tedesche.
    L'avvenimento, che valse alla città il conferimento della medaglia d'oro al valor militare, consentì alle forze alleate di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre 1943, una città già libera dall'occupazione nazista, grazie al coraggio e all'eroismo dei suoi abitanti ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra. Napoli fu la prima, tra le grandi città europee, ad insorgere con successo contro l'occupazione nazista.
    La Napoli contemporanea è tra le più grandi e popolose metropoli italiane e mediterranee, conservando ancora la sua storica vocazione di centro culturale, scientifico ed universitario di livello internazionale, oltre che di grande città d'arte e primario polo turistico.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    EbzYu40
    Il centro storico visto da
    castel Sant'Elmo.
    In evidenza, il monastero
    di Santa Chiara,
    Spaccanapoli e
    il centro direzionale
    Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo, che ne testimoniano l'evoluzione storico-artistica. Il centro storico, nel 1995, è stato inserito dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità con la seguente motivazione:

    « Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa. »

    Esso è il risultato di sovrapposizioni di stili architettonici racchiusi in circa 2 800 anni di storia, testimoniando così le varie civiltà che vi hanno soggiornato. Tutti fattori questi che gli hanno donato un valore universale senza eguali. Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, tra gli altri, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica. L'eredità di questa storia millenaria si può comunque ammirare anche in tutta la città e nei suoi dintorni, che rendono la città di Napoli un museo a cielo aperto a tutti gli effetti.
    L'area interessata dalla tutela comprende 14 quartieri. Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all'Arena, San Lorenzo e Vicaria e parte delle colline del Vomero e Posillipo. I quartieri San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, San Lorenzo e Vicarìa, nello specifico, costituiscono il nucleo antico, corrispondente in buona parte all'area dei decumani.
    Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri, fa sì che parte di tale patrimonio, in particolare quello corrispondente al centro antico, ovvero all'area dei decumani, versi in rovina o in stato di degrado (sono circa duecento le chiese che solo nel centro storico hanno gravi problemi strutturali, altrettanti i palazzi; ma anche fontane, obelischi, architetture antiche, ecc.). Per superare questo problema, un accordo siglato tra regione Campania, comune e Ministero dei Beni Culturali, ha fatto sì che venissero stanziati nel giugno 2012 dall'Unione europea 100 milioni di euro per eseguire anche lavori di restauro dei monumenti del centro storico più a rischio.


    Architetture religiose

    me3V8ZM
    Duomo di Santa Maria Assunta,
    una delle principali
    chiese napoletane
    Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.
    KFssIql
    Chiesa di San Domenico Maggiore,
    voluta da Carlo II d'Angiò,
    è tra le chiese napoletane
    più interessanti dal punto
    di vista storico-artistico-culturale
    Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosità della città, come nel caso dei regnanti angioini ed aragonesi; nei secoli successivi la città fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna. Le chiese di Napoli, con i relativi chiostri, sono testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in maniera indiretta, sono legate per lo più le vicende storiche della città, quindi i suoi repentini cambiamenti.
    Data la cospicua presenza sul territorio e dato il prestigio degli artisti che vi hanno lavorato al loro interno, gli edifici religiosi costituiscono una parte fondamentale del patrimonio monumentale cittadino. La cattedrale è quella di Santa Maria Assunta, una delle più grandi e più importanti della città, sia dal punto di vista storico-artistico che di mero folclore locale (avviene qui infatti il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro).

    « La cosa che ci è sembrata più straordinaria, a Napoli, è il numero e la magnificenza delle sue chiese: posso dirvi, senza esagerare, che ciò oltrepassa l'immaginabile »

    (Maximilien Misson)

    GfJEAgj
    Chiesa del Gesù Nuovo,
    domina la piazza omonima
    ed è una basilica napoletana
    simbolo del barocco

    GQmQhZL
    Chiesa dei Girolamini,
    uno dei complessi ecclesiastici
    più importanti della città
    Nel XVII secolo a Napoli vi erano un centinaio di conventi e monasteri, mentre circa 500 chiese nel XVIII secolo, tanto che le valse il soprannome di città dalle 500 cupole.
    In epoca più moderna, il periodo del risanamento, i terremoti e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di sessanta chiese monumentali. Molte chiese proibite, dalle porte sbarrate da secoli o abbandonate senza custode, invece, continuano a possedere opere di alto valore artistico, come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Sapienza su via Costantinopoli, quella dei Santi Severo e Sossio in largo San Marcellino o come quella dei Santi Marcellino e Festo, solo occasionalmente accessibile.
    Napoli continua a possedere un numero spropositato di chiese e conventi, valore che si aggira intorno al migliaio di unità, il che la pone tra le città con il più alto numero di edifici di culto al mondo. Se si considerano solo le chiese storiche, il numero è particolarmente elevato; esse arrivano a superare infatti le 200 unità nel solo centro antico e le 350 nell'intero centro storico.
    Oltre le cinquecento unità, invece, sono le edicole sacre di Napoli, mentre un centinaio sono i chiostri monumentali, un vero e proprio elemento distintivo della città. Alcuni di questi oggi ospitano dipartimenti universitari, scolastici, ricreativi, oppure musei o addirittura istituti ospedalieri. Si pensi ai chiostri di San Pietro a Majella che ospitano l'omonimo conservatorio, oppure a due dei quattro chiostri di San Domenico Maggiore, che ospitano una palestra comunale e l'istituto scolastico Alfonso della Valle di Casanova, o ancora, il chiostro dei Santi Marcellino e Festo, nel quale hanno sede dipartimenti distaccati dell'Università Federico II ed il museo di Paleontologia.
    La città possiede inoltre numerose aree cimiteriali monumentali. Il cimitero più vasto e quello storicamente ed artisticamente di maggior rilievo è il cimitero di Poggioreale, uno dei maggiori d'Europa che vede tra i punti di maggiore interesse il cosiddetto "quadrato degli uomini illustri", dove riposano alcune delle personalità che hanno dato lustro alla città. Un'altra parte importante da segnalare è quella della chiesa di Santa Maria del Pianto dalla quale si può giungere alle cappelle private di Totò, Eduardo Scarpetta ed Enrico Caruso.
    Di particolar pregio è anche il cimitero delle Fontanelle (sebbene sia considerato dall'opinione comune, più una sorta di catacomba legata a rituali pagani che un normale cimitero). Realizzato in una cavità ubicata all'interno del rione Sanità, all'interno vi sono depositati migliaia di resti di ossa umane delle persone decedute a causa dell'epidemia di colera che investì Napoli nel XVII secolo.

    Architetture civili

    Nel corso della sua storia, per la sua felice posizione e il suo clima mite, Napoli è stata più volte scelta anche come luogo di villeggiatura da cui derivarono le prime costruzioni civili, rappresentate da ville imperiali.Secondo gli esami storici, i primi a scoprirla sotto questo punto di vista furono i romani (anche se alcune ricerche archeologiche hanno fatto intuire che vari luoghi della città furono individuati come "zone di ozio" anche dai greci); successivamente, anche tutte le altre dominazioni straniere videro in Napoli un luogo di vacanza, incrementando l'edificazione di sontuose ville entro e fuori le mura.

    ewkcAA9
    Palazzo Reale su piazza Plebiscito
    L'edilizia civile in epoca medievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo, molto più dell'architettura religiosa; di fatto poco o nulla resta in città dei palazzi edificati nel periodo ducale e vescovile. Successivamente, la classe di feudatari che si andò costituendo con l'instaurarsi della monarchia e che andò a trasferirsi progressivamente in città dopo l'avvento della dinastia angioina, iniziò ad edificare dimore e palazzi nobiliari anche con l'intento di prender parte alla vita di corte.

    owbsfZU
    Galleria Umberto I, creata
    alla fine dell'Ottocento
    durante il grande
    intervento urbanistico
    definito dalla storiografia
    attuale "risanamento"
    Nel periodo dell'Umanesimo numerose furono le testimonianze di palazzi lasciate in città, in particolare da artisti catalani e, a partire dal XV secolo, più marcata fu invece l'impronta toscana caratteristica dell'edilizia civile rinascimentale, seppur riletta in chiave partenopea. Furono gli anni in cui la città con Pedro Álvarez de Toledo y Zuñiga allargò i propri confini oltre le mura ed in cui si ebbe la fioritura più cospicua di palazzi nobiliari. Grazie all'espansione a ovest, che portò alla nascita dell'odierna via Toledo, fu attirata così l'attenzione di molti nobili stranieri nell'accaparramento di uno spazio lungo la nuova arteria cittadina.
    La fioritura più cospicua di edifici si ebbe tuttavia nel periodo del barocco, tra il XVII e XVIII secolo, con l'edificazione di nuovi palazzi o con i rifacimenti delle facciate di quelli preesistenti. A questo periodo risalgono infatti le due residenze reali di Napoli. Ancora, sempre nel corso della metà del XVIII secolo, nell'ambito del programma di rinnovamento edilizio del nuovo re Carlo di Borbone, fu costruito uno dei più grandi edifici d'Europa, il real Albergo dei Poveri.
    Dopo l'unità d'Italia, sul finire del XIX secolo, si avviò il grande progetto del risanamento di Napoli, che prevedeva l'abbattimento di un cospicuo numero di palazzi fatiscenti e l'edificazione di nuovi edifici con l'intento di riqualificare l'intera area. In questo piano furono interessate tutte le strutture presenti su corso Umberto I, il rione Amedeo, il borgo Santa Lucia e la zona di Santa Brigida, dove verrà costruita la galleria Umberto I. A questo periodo, ma già nel corso del Settecento, risalgono anche le edificazioni di numerose ville in stile neoclassico negli spazi non ancora congestionati della città, come a Chiaia, al Vomero oppure a Posillipo.
    Nel periodo del razionalismo italiano, con la presenza di architetti venuti da fuori, si progettarono importanti edifici come il palazzo del Banco di Napoli, il nuovo palazzo delle Poste (quest'ultimo edificio si presentò come un vero e proprio manifesto dell'architettura funzionalista e razionalista della città) e diversi altri ancora.

    Architetture militari

    GBlLmKW
    Port'Alba è un'antica
    porta della città
    di Napoli, situata
    sul lato sinistro
    dell'emiciclo di
    piazza Dante
    Sin dall'epoca greca le mura cittadine si estendevano su un tracciato quadrangolare delimitato a nord sull'odierna via Foria, a sud dal corso Umberto I, ad ovest su via San Sebastiano e ad est su via Carbonara. Queste saranno poi riprese anche in epoca romana, costituendo quindi il centro antico della città.Delle sostanziali modifiche furono compiute per accogliere i profughi dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e nel 440 per offrire rifugio alle popolazioni scampate dalle invasioni barbariche.

    lp6QtQa
    Castel Sant'Elmo, con
    la caratteristica forma di stella
    a sei punte, è posto sulla
    collina del Vomero dalla quale
    domina l'intera città

    nVNJqyn
    Lo scenografico Maschio Angioino,
    l'antico Castrum napoletano,
    è uno dei monumenti-simbolo
    più rappresentativi della
    città di Napoli e tra i più
    famosi castelli d'Italia
    Napoli è una città che nel corso della sua storia ha visto l'avvicendarsi di diverse dominazioni straniere. A queste successioni sono dunque legati i diversi, numerosi assedi che dovette subire, soprattutto nel periodo del ducato autonomo. In questo periodo la città si ritrovò infatti in una continua e quasi ininterrotta sequenza di guerre, prevalentemente difensive, contro i principati longobardi di Benevento, di Salerno e di Capua, nonché contro gli imperatori bizantini, i pontefici ed infine i normanni che riuscirono ad espugnarla definitivamente nel 1137. A questo periodo in particolare, risalgono i primi due castelli cittadini: uno è il Castel dell'Ovo, direttamente sul mare, costruito sulle vestigia della Villa di Licinio Lucullo, con funzione prettamente difensiva delle coste cittadine data la sua posizione pressoché centrale rispetto al golfo; l'altro è il Castel Capuano, costruito nel 1153 per volere di Guglielmo I di Sicilia e che aveva sia il compito di proteggere l'entroterra di Napoli che di fungere da residenza reale.
    In epoca angioina le mura si estendevano per circa 4,5 km comprendendo un'area di circa 200 ettari in cui risiedevano circa 30 000 abitanti. Il fossato a nord fu denominato carbonarius publicus in quanto vi venivano bruciati i rifiuti, quello a ovest Lavinaius in cui fluivano le acque piovane prima di gettarsi in mare. Ulteriori modifiche furono effettuate nel XIV secolo da Carlo I d'Angiò in direzione della marina fino ad includere il Castel Nuovo; e nel 1484 dagli aragonesi in direzione del Carmine fino ad includere l'omonimo castello. In questa fase furono edificati altri tre castelli: il Maschio Angioino, che assunse il ruolo di residenza reale, il Castel Sant'Elmo, che aveva una funzione di controllo della città grazie alla sua favorevole posizione in altura e che prese il posto di una precedente torre d'osservazione normanna, ed il Castello del Carmine.
    Durante il vicereame spagnolo furono intrapresi nuovi lavori di murazione, specialmente ad occidente dove si abbarbicava sulla collina fino a Santa Maria Apparente. Nonostante le prammatiche dei viceré che vietavano l'edilizia abusiva e nonostante il fatto che ci fossero fuori le mura numerosi villaggi, continuò comunque l'afflusso di popolazioni dalle campagne determinando quel boom demografico che raggiunge il culmine nel 1656 con oltre 300 000 abitanti. Al periodo del viceregno invece, risalgono il Castello di Nisida ed il forte di Vigliena. La caserma Garibaldi infine, rappresenta l'ultimo castello napoletano, sorto poco prima l'unità d'Italia.
    Con lo sviluppo delle tecnologie belliche, con la liberalizzazione dell'edilizia extra moenia avvenuta grazie agli austriaci, con i nuovi programmi urbanistici di Carlo III di Spagna e con le demolizioni dei Borbone di Napoli, le mura persero via via valore fino a scomparire del tutto.
    La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica accompagnate lungo il percorso da una serie di portali dei quali sono ancora visibili testimonianze: porta Medina (1640) nell'attuale Montesanto, porta San Gennaro (1573) nell'attuale piazza Cavour, porta Capuana di vetuste origini, port'Alba (1625) nell'attuale piazza Dante.

    Siti archeologici

    0DSmA1F
    Il teatro romano di Neapolis.
    Nell'immagine, in particolare,
    è raffigurato il proscenio,
    rivestito da opus reticulatum.
    L'ossatura dell'assetto urbano di Napoli era già definita in epoca greca e l'attuale forma del centro antico, rispecchia ancora la rielaborazione degli antichi tracciati ippodamei. La Napoli greca, oltre al già citato impianto urbano, ci ha lasciato altre testimonianze del suo passato: dalle mura (per esempio quelle di piazza Bellini) alle antiche torri di difesa, resti della necropoli, resti di templi, agli innumerevoli ambienti ed architetture poste nel suo sottosuolo.
    Con l'avvento della civiltà romana, la città divenne una rinomata residenza estiva dell'impero, in cui imperatori e politici, amavano soggiornare per lunghi periodi. A testimonianza della Napoli romana troviamo anche acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus, ponti, ipogei.
    Il sito archeologico più importante risulta essere quello della Napoli sotterranea, complesso di cunicoli sotterranei di età greca e la cui estensione pareggia quasi quella della città che è sorta in superficie. Tra gli stessi ambienti del sottosuolo, è possibile inoltre vedere anche i resti del teatro romano di Neapolis in cui si esibiva Nerone. Altri frammenti dello stesso teatro invece, possono essere visti dall'esterno lungo i decumani.
    Come testimonianza della Napoli antica, vi sono anche le opere funerarie; le più famose sono le catacombe cristiane, anche se ne esistono esempi legati al periodo greco e preellenico, ed il mausoleo di Virgilio.
    Altri importanti siti archeologici della città sono quelli situati nei sotterranei del complesso di San Lorenzo Maggiore, in cui si ammirano i resti dell'antico mercato; quelli presenti nel parco archeologico di Posillipo; quelli relativi alla villa di Licinio Lucullo; e quelli del sottosuolo di Santa Chiara.

    Aree naturali

    nawmHmZ
    Il «viale centrale» del parco
    di Capodimonte, la maggiore area
    verde della città di Napoli
    Napoli possiede 33 giardini storici e parchi aperti al pubblico. Lo spazio più rilevante è senza dubbio quello del parco di Capodimonte, immensa distesa di verde di 134 ettari che circonda diversi fabbricati settecenteschi ed in particolare l'omonima reggia.
    La villa Comunale di Napoli (già "villa reale") fu invece fatta realizzare da Ferdinando IV su disegno di Carlo Vanvitelli nel 1780 per dare alla nobiltà napoletana un'oasi di gran ricercatezza sull'allora lungomare, impreziosendola di statue neoclassiche, fontane e alberi esotici.


    AJhkMkm
    L'isola di Nisida vista dal
    parco Virgiliano, con sullo sfondo
    Capo Miseno e alle spalle
    Procida ed Ischia

    euv0yN1
    Parco sommerso di Gaiola,
    una piccola area marina
    protetta nei pressi del
    quartiere di Posillipo
    Una veduta particolarmente suggestiva è offerta dal parco Virgiliano a Posillipo (anche detto "parco della Rimembranza"), posizionato su uno dei punti più panoramici della città che permette di osservare contemporaneamente le isole di Procida, Ischia e Capri, l'isolotto di Nisida, il golfo di Pozzuoli, l'eremo dei Camaldoli, il golfo di Bacoli, monte di Procida, il Vesuvio con la costa, la penisola Sorrentina, la Baia di Trentaremi con i suoi resti archeologici ed il centro storico di Napoli.
    Altri spazi verdi della città sono il Parco Vergiliano a Piedigrotta (o della tomba di Virgilio), famoso per la presenza al suo interno della tomba monumentale di Giacomo Leopardi e del mausoleo di Virgilio; la villa Floridiana al Vomero, il cui parco fu realizzato nel 1817 da Dehnhardt e Antonio Niccolini in stile neoclassico con statue, finte rovine, boschetti, anfratti e un teatrino di verzura all'aperto; il real orto botanico, voluto dai Borbone e approvato da Giuseppe Bonaparte nel 1807 durante il governo napoleonico, che occupa attualmente 12 ettari di terreno nei quali sono ospitati 25 000 esemplari di piante di ogni genere disposte in collezioni all'aperto o in serre.
    Sulla collina dei Camaldoli vi è invece il secondo spazio verde cittadino per estensione, il quale occupa tutta la zona nord occidentale fino al parco del Poggio ai Colli Aminei.
    Oltre agli spazi verdi, Napoli è caratterizzata anche da un'area marina protetta di 42 ettari. Le coste settentrionali di Napoli ospitano infatti il parco sommerso di Gaiola, esempio raro nel Mediterraneo di parco archeologico sommerso. Il parco, localizzato all'apice del promontorio di Posillipo intorno all'isolotto della Gaiola incorpora considerevoli valori ambientali a reperti archeologici di età romana, sommersi nel corso dei secoli da un fenomeno di bradisismo negativo che ha causato l'affondamento della costa di circa 6/8 metri.La Riserva naturale Cratere degli Astroni è un'oasi WWF.

    Tradizioni e folclore

    « La città meno americanizzata d'Italia, anzi d'Europa. Eppure le truppe americane l'hanno avuta per tanto tempo. Ma una volta ripartiti questi soldati (a parte qualche moretto lasciato lì), tutto quanto era americano è stato cancellato. La forza dei napoletani sta in questo: nel loro carattere, nella loro tradizione, nelle loro radici. »
    (Marcello Mastroianni)

    xlb5Ji5
    Un vicolo tipico
    del centro storico
    di Napoli
    La ricca e storica tradizione popolare di Napoli e la sua cultura millenaria hanno determinato nel corso del tempo un sentimento di napoletanità che sintetizza diverse abitudini e credenze del popolo locale. Questi elementi, alcuni dei quali anche pittoreschi e talune volte caricaturizzati, determinano così nel napoletano l'acquisizione di un'identità solida ed una forte appartenenza alla città, riassumendo addirittura il contesto folcloristico e culturale dell'intera regione ed in alcuni casi anche dell'Italia.
    Il bagaglio culturale, che va dalla musica alla cucina, dai riti sacri alle credenze mistiche, fa sì che alla città vengano associati diversi stereotipi che, in alcuni casi, vengono anche allargati al contesto nazionale. Pizza, sole, tarantella e mandolino, quattro simboli di Napoli, sono infatti annoverati e riconosciuti come i più classici simboli (utilizzati alcune volte con accezione dispregiativa) dell'Italia nell'immaginario collettivo internazionale.

    XL9jrmK
    Il rito dello scioglimento
    del sangue di San Gennaro;
    secondo la leggenda,
    se quest'ultimo non
    si scioglie,una catastrofe
    è prossima ad avvenire
    Tante altre invece sono le parole o le immagini che sintetizzano e rappresentano l'identità stereotipata napoletana: come il Vesuvio; il corno o il munaciello, che testimoniano la superstizione popolare; la mozzarella, simbolo assieme alla pizza della cucina napoletana e italiana; la tombola tipico gioco natalizio che viene accompagnato alla smorfia napoletana, altra invenzione popolare napoletana quest'ultima usata anche per il gioco del lotto, molto diffuso in città; poi c'è Pulcinella, una delle maschere italiane più famose e spesso usata per rappresentare l'italiano; infine vi è l'iconografia classica del vicolo napoletano, dominato dai bassi e dai panni stesi lungo la strada.
    Tra i riti religiosi invece, dominano la storica arte presepiale napoletana, per rappresentare la scena della Natività; il miracolo di san Gennaro, che testimonia tutta la devozione religiosa del popolo ed in particolare, l'amore verso questo santo; ed infine il culto della Madonna dell'Arco.

    Musei

    Tikvceu
    Museo archeologico
    nazionale, collezione
    Farnese.


    YZdJi81
    Il salone da ballo
    della reggia
    di Capodimonte

    GrBfFHF
    Una sala del palazzo Reale
    Napoli vanta un'offerta museale molto vasta: i musei napoletani, che sono numerosi proprio per l'importante ruolo che la città ha ricoperto nel corso della sua storia, espongono le varie opere raccolte o donate alla città.
    I più importanti in assoluto sono il museo archeologico nazionale, ritenuto uno dei più importanti al mondo sia per la qualità che per la quantità delle opere esposte, principalmente quelle di epoca greco-romana;il museo nazionale di Capodimonte, nell'omonima reggia, che custodisce opere pittoriche dei più grandi maestri italiani dal Rinascimento al barocco; il museo nazionale di San Martino, che raccoglie reperti relativi alla storia di Napoli, e il palazzo Reale di Napoli.
    Oltre a questi, altri musei importanti (anche a livello nazionale, per la qualità delle opere e per la loro natura), nonché indispensabili per descrivere e testimoniare l'evoluzione artistica che ha vissuto la città nel corso dei secoli, sono quelli del Pio Monte della Misericordia, dei Girolamini (prima quadreria pubblica della città), del tesoro di San Gennaro, della ceramica "duca di Martina", del conservatorio di San Pietro a Majella, il MEMUS del teatro di San Carlo, la galleria di palazzo Zevallos, quelli dell'Opera di San Lorenzo Maggiore e Santa Chiara, il diocesano, il museo di villa Pignatelli, i civici Gaetano Filangieri e di Castel Nuovo, il museo di Pietrarsa, la galleria dell'Accademia ed infine quello della cappella Sansevero, quest'ultimo museo privato e gioiello di scultura del barocco napoletano.
    Sebbene ricca di testimonianze del passato, Napoli è anche un laboratorio e un'importante vetrina internazionale d'arte contemporanea. Molto attivi in questo senso sono il palazzo delle Arti di Napoli (PAN) ed il museo d'Arte Contemporanea Donnaregina (M.A.D.R.E.). Più di recente, negli anni duemila, sono nate inoltre le Stazioni dell'arte, in cui le stazioni della metropolitana cittadina non vengono concepite come semplici luoghi di transito, ma come un vero e proprio spazio espositivo con opere di artisti di fama mondiale (come Joseph Kosuth, Mimmo Rotella, Mario Merz) o di artisti emergenti.

    dr0SdnG
    Chiostro maiolicato, parte del
    complesso del museo
    dell'Opera di Santa Chiara
    Tra i musei scientifici, oltre alla Stazione zoologica Anton Dohrn, di particolare interesse sono quelli che fanno parte del Centro musei delle scienze naturali, che comprende il museo di Zoologia, di Paleontologia, di antropologia, di mineralogia e di Fisica. Vi sono inoltre l'Osservatorio astronomico di Capodimonte, e, presso la Seconda Università di Napoli, il museo di anatomia umana.

    Eventi
    • 14 aprile: Nauticsud;
    • fine aprile: Napoli Comicon e Napoli Gamecon;
    • 1º maggio: Maggio dei monumenti;
    • 19 maggio: Napoli strit festival;
    • 5 giugno: Napoli Film Festival;
    • 11 giugno: Fiera della Casa;
    • 1º settembre: Maratona natatoria internazionale Capri-Napoli;
    • 9 settembre: Napoli Folk Festival;
    • 30 ottobre: Maratona di Spaccanapoli;
    • 26 novembre: Fiera del baratto e dell'usato;
    • 26 novembre: Fiera della Cioccolata;
    • 4 dicembre: Fiera del Sapore;
    • 8 dicembre - 6 gennaio: Stagione natalizia.

    Persone legate a Napoli
    Regnanti, filosofi, letterati, poeti, incisori, scrittori, scultori, musicisti, compositori, scienziati, cinematografi, attori, religiosi, calciatori, politici e tante altre personalità hanno lasciato traccia di sé, in modo materiale o ideale, stabilendo dei saldi rapporti dalla città.
    Si va dall'imperatore Augusto, che la scelse come sede dei giochi Isolimpici, alle varie dinastie dei sovrani che hanno regnato sulla città (i re sono rappresentati nella successione di statue presente sulla facciata del Palazzo Reale); dal musicista Giovanni Battista Mele a Totò («cattolico, apostolico e napoletano») a Matilde Serao, fondatrice del quotidiano Il Mattino; da Benedetto Croce («il filosofo napoletano», il cui senso di appartenenza a Napoli, dove non nacque, fu largamente enfatizzato) a Diego Armando Maradona, che militò nel Napoli durante gli anni ottanta, ed altri ancora.

    Edited by PatriziaTeresa - 25/9/2015, 15:05
     
    .
  2. creamy 2009
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Napoli sotterranea

    gTcZC0Z

    - Info -

    Napoli sotterranea è un complesso di cunicoli e cavità scavate nel tufo poste nel sottosuolo di Napoli; vi si trovano soprattutto innumerevoli forme di ambienti ed architetture classiche, greche e romane.

    Storia

    Il suo nome deriva dall'omonimo libro scritto nel 1889 dall'ingegnere Guglielmo Melisurgo, il quale si definì ipogeo per la sua attività di ispezione dell'infinita rete di cavità della città.

    Cenni storici sulle cavità napoletane

    I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica.
    Successivamente, nel III secolo a.C., i Greci aprirono le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari alle mura e ai templi della loro Neapolis e scavarono in numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari.

    Lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana: i romani infatti in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie (grotta di Cocceio e grotta di Seiano) e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro di Napoli. Altri rami dell'acquedotto di età augustea arrivarono fino a Miseno, per alimentare la Piscina mirabilis, che fu la riserva d'acqua della flotta romana.

    Larghi quel poco che permetteva il passaggio di un uomo, i cunicoli dell'acquedotto si diramano spesso in tutte le direzioni, con lo scopo di alimentare fontane ed abitazioni situate in diverse aree della città superiore. A tratti, sulle pareti, si notano ancora tracce dell'intonaco idraulico, utilizzato dagli ingegneri dell'antichità per impermeabilizzare le gallerie.

    Agli inizi del XVI secolo il vecchio acquedotto e le moltissime cisterne pluviali non riuscivano più a soddisfare il bisogno d'acqua della città che si era estesa a macchia d'olio e fu così che il facoltoso nobile napoletano Cesare Carmignano costruì un nuovo acquedotto.

    Fu solo agli inizi del XX secolo che si smise di scavare nel sottosuolo per l'approvvigionamento idrico e si abbandonò una rete di cunicoli e cisterne di oltre 2.000.000 m², diffusa per tutta la città.

    I sotterranei furono utilizzati anche come rifugi antiaerei per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che colpirono la città.

    Le cavità furono illuminate e sistemate per accogliere decine e decine di persone che al suono della sirena si affrettavano a scendere per le scale che scendevano in profondità. Resti di arredi, graffiti e vari oggetti in ottimo stato di conservazione testimoniano ancora oggi la grande paura dei bombardamenti e i numerosi periodi della giornata vissuti nei rifugi, facendo riemergere uno spaccato di vita importante e altrettanto tragico della storia cittadina. È visibile uno di questi rifugi in via Sant'Anna di Palazzo, a Chiaia.

    Al giorno d'oggi vi sono diversi percorsi per poter accedere alla rete di ambienti sotterranei, la quale non è ancora completamente conosciuta, in cui si alternano tra cisterne e cave, cunicoli e pozzi, resti del periodo greco-romano e catacombe, ed i passaggi che collegano svariati punti della città anche distanti chilometri sono innumerevoli. Ancora oggi speleologi continuano a studiare ed ispezionare le cavità e i cunicoli che riaffiorano in occasione di sprofondamenti e/o crolli ed inserirle nel cosiddetto censimento delle cavità cittadine.



    drYfdT4
    Entrata della Napoli Sotteranea


    ZvNxbgm
    Una cava di Napoli sotterranea

    JsHiBcC
    Un cunicolo di Napoli sotterranea

    kKqsAJP
    scala che conduce alla Napoli sotterranea (40 metri di profondità)

    jYYPWpS
    Un altro cunicolo

    JzIvGPz
    Un altro cunicolo

    fBo1f9g
    Blindato tedesco

    wptQWUf
    Campi Flegrei


    y3t5cWN

    HwUaGoP



    Edited by PatriziaTeresa - 7/5/2015, 19:39
     
    .
  3. Julia Matos
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Sinceramente non ho letto il lungo testo, ma le foto sono meravigliose.
    Il Presepe napoletano è unico a mondo.
    Bellissimo.
     
    .
  4. shakira@73
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    napoli è stupendaaaaaa , mi è piaciuta molto quando l'ho visitata
     
    .
  5. lia18
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    io amo la mia citta
     
    .
  6. redmoon80
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    wow .. napoli e bellissima.. io una volta l'anno ci vengo.. che ho mia cugiina li ^^
    mi piacerebbe andare sul vesuvio.. mi hanno detto che e bella anche se e tutta pianura ^^
     
    .
  7. quanita(del diablo)
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    ragazzi quant'è bella la mia napoli....in questi giorni di natale è troppo suggestiva..sono stata a san gregorio come ogni anno e ogni volta rimango entusiasta come se l'avessi vista per la prima volta!!!!che bello sono fiera e contenta di essere napoletana!!!!
     
    .
  8. cicci09
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    dopo aver letto il tuo post bisognerebbe organizzare un viaggio a Napoli. Grazie creamy 2009 :bye:
     
    .
  9. michele emme
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    infatti manuela tu sei del posto e puoi farci da cicerone trovo che sia molto bella venire a visitarla xche napoli e napoli
     
    .
  10. valnic
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    città bellissima che non mi stanco mai di visitare quando ho un pò di tempo
     
    .
  11. martybells89
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    non ho mai visitato napoli sotterranea!!!devo andarci il prima possibile!!!!
     
    .
  12. Julia Matos
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Che meraviglia!!!

    Però dopo anni e anni di "un posto al sole" quando vedo Castel dell 'Ovo mi viene spontaneo dire, ecco Villa Palladini... :wacko:
     
    .
  13. mara81
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    città molto bella!
     
    .
  14. rossellaa
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    io ci andai anni fa,per quanto carica di storia etc sinceramente la prossima volta evito,quasi mi mancava l'aria!
     
    .
  15. pifa953
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Grazie, creamy2009 per aver postato tante foto e notizie sulla storia di Napoli. Ame che ci sono nata e vissuta fino agli anni '70, mi hanno suscitato tanta commozione e nostalgia. Perché, a causa dei comportamenti sbagliati di alcuni, Napoli e i suoi cittadini devono essere additati a segno come esempio negativo? Napoli è un acittà bellissima e il suo popolo è solare, generoso, spontaneo, VERACE.
    Anche tu sei innamorata di Napoli?liefde59

    Edited by Zaira_la_zoppa - 20/9/2012, 14:41
     
    .
36 replies since 31/5/2009, 03:17   3428 views
  Share  
.