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Racconti: Storie sui Poltergeist

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    Storie sui Poltergeist

    Cos'è un Poltergeist?
    Il termine Poltergeist deriva dal tedesco e significa spirito rumoroso (geist significa spirito, poltern bussare). Di questo fenomeno si ha notizia sin dall'antica Roma ed appare in documenti del Medioevo in Germania, Galles e Cina. Non mancano inoltre presunti casi di poltergeist in epoca moderna. Rappresenterebbe uno dei più particolari fenomeni paranormali. Esso si manifesterebbe sostanzialmente con il movimento improvviso di oggetti: quadri che cadono, mobili che si spostano, elettrodomestici che si accendono e si spengono, pietre e sassi che volano con traiettorie insolite. Questo fenomeno sarebbe inoltre accompagnato anche da altri fenomeni come l'autocombustione, levitazione di persone, comparsa di pozze d'acqua e di scritte sui muri fino alla produzione di voci.

    In genere il poltergeist possiederebbe tre caratteristiche costanti:
    • Gli oggetti che si muovono colpiscono raramente le persone presenti o danneggiano gravemente la casa.
    • Il fenomeno durerebbe alcune settimane o alcuni mesi al massimo.
    • Si verificherebbe quasi sempre in presenza di una particolare persona, detta persona focale, che, nella maggior parte dei casi, è in età adolescenziale.

    Il fenomeno dei poltergeist viene spesso confuso con casi di infestazione, che però non sono di breve durata, apparentemente legati ad un luogo e non ad una persona e tipicamente di tipo visivo ed uditivo. Fino al XIX secolo le attività del poltergeist erano normalmente considerate opera del demonio, delle streghe o dei fantasmi dei defunti. Una delle interpretazioni moderne più significative collega questo fenomeno con l'RSPK, dall'inglese Recurrent Spontaneous Psychokinesis, ossia psicocinesi spontanea ricorrente. Come già detto, l'attività del poltergeist tenderebbe a manifestarsi infatti nei pressi di una singola persona, spesso adolescente. In particolare si sarebbe notata una corrispondenza con le mestruazioni dell'eventuale soggetto. Sarebbe quindi determinato da conflitti inconsci, in particolare legati ai primi impulsi sessuali o ad aggressività repressa, di un soggetto agente del tutto inconsapevole.

    Storia 1 - Poltergeist di Rosenheim
    Il cosiddetto Poltergeist di Rosenheim è uno dei più caratteristici e meglio documentati casi di poltergeist di cui si abbia notizia.

    La storia
    Ebbe luogo a Rosenheim, una cittadina dell'Alta Baviera, in Germania (35.000 abitanti all'epoca dei fatti). Nel novembre del 1967, l'avvocato Sigmund Adam si lamentò presso le compagnie interessate di certi strani incidenti che si verificavano nel suo ufficio. Le valvole elettriche saltavano, le luci si accendevano e si spegnevano spontaneamente, le lampade al neon si bruciavano o si svitavano. In particolare, ad essere bersagliati erano gli apparecchi telefonici: centinaia di telefonate venivano registrate dalla centrale sebbene, apparentemente, nessuno usasse il telefono. Si pensò a degli sbalzi di corrente, ipotesi che sembrò confermata quando i tecnici della centrale elettrica di Rosenheim constatarono abnormi deflessioni nella corrente (con punte di sovraccarico fino a 250 V). Tuttavia, gli sbalzi continuarono anche quando l'intero impianto fu sostituito e fu installato un generatore autonomo. I tecnici del telefono, inoltre, non riuscirono a capire il perché delle telefonate a vuoto e la ragione per cui uno degli apparecchi continuasse a chiedere l'ora locale, 40 o 50 volte al giorno, senza che nessuno lo toccasse.

    Le indagini di Hans Bender
    All'inizio di dicembre fu interpellato l'Istituto universitario di Friburgo, e al caso si interessò un noto parapsicologo: il dott. Hans Bender che, insieme ai due fisici F. Karger, dell'Istituto Max Planck, e G. Zicha, poté assistere alla “danza” dei lampadari e alle rotazioni di quadri appesi alle pareti (rotazioni di 360 gradi attorno ai loro ganci, con conseguente caduta a terra). Fu installato un videoregistratore e si poté fotografare il dondolio delle lampade. Per la prima volta nella storia si era riusciti a filmare un fenomeno di poltergeist. I cassetti si aprivano da soli, i soprammobili volavano via e una grande libreria del peso di 400 libbre (oltre 181 kg) si spostò dal muro di circa 10 centimetri. L'avvocato Adams sporse denuncia “contro ignoti”. La polizia istituì un'indagine per l'individuazione di eventuali sabotaggi, ma non trovò nulla. Alla fine, il dott. Bender e la sua squadra notarono che l'attività paranormale avveniva solo durante le ore di ufficio, e in particolare quando era presente una giovane impiegata di 19 anni, Annemarie Schabel. L'Istituto di Fisica dell'Università di Monaco e le Poste federali furono convocati per controlli e perizie, ma i tecnici non riuscirono a trovare nulla di anomalo. Ogni possibile ipotesi dovette essere abbandonata.

    Epilogo e interpretazioni
    Molti altri fenomeni vennero osservati, ma tutto cessò di colpo quando, tempo dopo, Annemarie cambiò posto di lavoro e lasciò lo studio dell'avvocato. Un esame psicologico della ragazza rivelò «... labilità psichica, elevata eccitabilità, bassa tolleranza alle frustrazioni». Si constatò quindi che gli incidenti avvenivano quando Annemarie era disturbata emotivamente. Ella non era contenta del proprio lavoro e nel tardo pomeriggio, quando avveniva la maggior parte delle numerose chiamate telefoniche, era disperatamente ansiosa di tornare a casa. Molti anni più tardi, il fisico Friedbert Karger dichiarò: «Ciò che vedemmo a Rosenheim non può assolutamente essere spiegato sulla base della fisica a noi nota». Il poltergeist di Rosenheim è oggi molto contestato. Mentre alcuni lo dichiarano una prova schiacciante dell'esistenza del paranormale, i critici lo considerano un abbaglio o un inganno.
    La scienza ufficiale tuttavia continua a considerare il poltergeist uno dei tanti fenomeni indimostrati.

    Storia 2 - Poltergeist di Enfield
    Il Poltergeist di Enfield è un caso di presunto poltergeist che si sarebbe verificato tra l'agosto 1977 e il settembre 1978 ad Enfield, una cittadina a nord di Londra.

    La storia
    I fatti si svolsero in casa di Peggy Hodgson, una donna divorziata che viveva con i suoi 4 figli (Margaret, Janet, Pete e Jimmy) in una casa popolare al 284 di Green Street. In particolare, i fenomeni parevano ruotare intorno a Janet, che aveva allora 11 anni. I primi a lamentare qualcosa di insolito furono proprio Janet e il fratello Pete (10 anni), che raccontarono alla madre di aver sentito i loro letti tremare. La sera seguente si udirono degli strani colpi sulle pareti, e in seguito la stessa Peggy Hodgson, inizialmente scettica, vide un grosso cesto di biancheria scivolare lungo il pavimento senza che nessuno lo toccasse. Lo rimise al suo posto, ma il cesto si spostò nuovamente, tornando nella posizione precedente, dalla quale fu impossibile rimuoverlo. Terrorizzata, la Sig.ra Hodgson fuggì insieme ai suoi figli, cercando rifugio presso i vicini. Fu chiamata la polizia, e due agenti intervennero ad ispezionare la casa degli Hodgson. Mentre effettuava la perlustrazione insieme ad un collega, l'agente Caroline Heeps udì una serie di colpi di origine ignota (che nel frattempo erano stati testimoniati anche dai vicini) e vide una sedia muoversi da sola. In seguito, firmò una dichiarazione scritta nella quale garantiva la veridicità dell'episodio. Nei giorni seguenti, mentre Peggy Hodgson cercava invano qualcuno che potesse aiutarla (furono contattati esponenti del clero, medium e infine anche la stampa), i fenomeni si intensificarono: gli oggetti più disparati (giocattoli, biglie, ecc.) cominciarono a muoversi e a colpire i membri della famiglia, e non solo. Due giornalisti del Daily Mirror, il reporter Douglas Bence e il fotografo Graham Morris, videro alcuni mattoncini di Lego spostarsi e fluttuare in aria, e Morris fu colpito sul viso da uno di essi mentre cercava di fotografare l'incredibile fenomeno.

    Le indagini di Maurice Grosse
    Fu proprio un inviato del Daily Mirror che suggerì alla famiglia di contattare la Society for Psychical Research. Quest'ultima affidò il caso a Maurice Grosse, che arrivò sul posto il 5 settembre, a una settimana dall'inizio della vicenda. Tra i vari fenomeni osservati da Grosse (e da altri) vi furono raps, spostamenti di oggetti, di mobili, correnti fredde, pozze d'acqua che comparivano misteriosamente e piccoli incendi che si accendevano e si estinguevano spontaneamente. Numerosi anche i disturbi di tipo elettromagnetico: molti apparecchi utilizzati per monitorare la situazione subivano dei guasti, i nastri dei giornalisti venivano danneggiati o addirittura cancellati, in certi casi le componenti metalliche interne di alcuni strumenti furono trovate inspiegabilmente piegate.

    Il poltergeist parla
    Come accennato, gli incidenti si incentravano particolarmente intorno alla piccola Janet. Una strana forza sembrava strapparle di dosso le coperte e i cuscini mentre era a letto, e a volte la spingeva a la strattonava con violenza. Alcuni testimoni affermarono addirittura di averla vista levitare, e alcuni scatti fotografici (ovviamente assai discussi) parrebbero documentare proprio questo genere di fenomeni. Questa nuova fase dei fenomeni coincise col primo ciclo mestruale di Janet. A un certo punto, dalla gola di Janet iniziarono a provenire degli strani suoni, come dei versi di animale che, nel giro di poco tempo, si trasformarono in una vera e propria voce che dialogava con i presenti. Pare accertato che Janet producesse la voce utilizzando le cosiddette false corde vocali, ma è certamente insolito il fatto che riuscisse a parlare speditamente in quel modo, talvolta anche per due ore consecutive, senza riportare la benché minima infiammazione della laringe né alterazioni vocali di alcun genere. In certe occasioni, la “voce” che diceva di comunicare attraverso Janet (e che si faceva chiamare “Bill”) sembrava leggere nel pensiero delle persone che aveva intorno, e secondo alcuni dimostrò capacità chiaroveggenti. Quando “Bill” dichiarò di essere un “fantasma”, Grosse gli chiese se ricordava in che modo era morto. Questa la sua risposta: «Sono diventato cieco... poi ho avuto un'emorragia e mi sono addormentato e sono morto su una sedia nell'angolo al pianterreno». Alcuni mesi dopo, Grosse fu contattato da Terry Wilkins, il cui padre, Bill, aveva vissuto nella casa degli Hodgson prima che questi ultimi vi si trasferissero. Quando gli fu fatta ascoltare la registrazione in questione, confermò che la “voce” aveva descritto le esatte circostanze della morte di Bill Wilkins.

    Epilogo e interpretazioni
    Dopo quasi due anni, i fenomeni scemarono rapidamente e finalmente cessarono. Maurice Grosse e la maggior parte dei testimoni oculari si dichiararono convinti della natura paranormale della vicenda, altri (soprattutto i parapsicologi John Beloff e Anita Gregory) sollevarono delle forti perplessità nel momento in cui Janet fu colta, grazie ad una telecamera, nell'atto di piegare manualmente alcuni cucchiai (avrebbe poi spiegato che lo aveva fatto per cercare di mandare via i giornalisti che assediavano la casa in attesa dei fenomeni o, secondo altre fonti, per vedere se gli investigatori se ne sarebbero accorti).

    Media
    Il libro più dettagliato che sia stato scritto sul caso di Enfield è This house is haunted, di Guy Lyon Playfair, un giornalista ed investigatore paranormale che affiancò Grosse poco dopo l'inizio delle indagini. Il 6 marzo 2007 Channel 4 ha mandato in onda un documentario dal titolo Interview with a poltergeist nel quale si ricostruiscono, per mezzo di foto, brani audio ed interviste ai protagonisti principali e ai testimoni, i fatti di Enfield.

    Edited by Isabel - 8/6/2012, 07:43
     
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    Storia 3 - Un poltergeist nell'Antica Grecia
    Un altro celebre caso di Poltergeist è certamente quello tramandato da Plinio il Giovane nelle Epistolae. C'era ad Atene una grande villa che aveva la reputazione di essere infestata.

    La storia
    Si raccontava che si sentiva in piena notte un rumore metallico, simile ad un ticchettio di catene, percepito inizialmente in lontananza, poi sempre più vicino. Poco dopo appariva lo spettro di un vecchio trasandato, emaciato e dimesso, che agitava delle catene dai polsi e dalle caviglie. Gli abitanti, terrorizzati dalle frequenti apparizioni notturne, abbandonarono gli uni dopo gli altri la villa, ormai considerata inabitabile. Sperando di trovare qualcuno che non fosse al corrente dei fatti, il proprietario comunicò che era disposto ad affittare o anche a vendere la casa. Fu allora che il filosofo Atenodoro, che si trovava ad Atene, venne a sapere che la casa era libera. Sorpreso per il prezzo straordinariamente basso, non si fece scoraggiare da quello che si vociferava, ma, anzi, dopo aver appreso della storia del fantasma, Atenodoro si dimostrò ancora più convinto ad affittare la villa. Già alla prima notte lo spettro gli si presentò puntualmente. Verso sera il filosofo aveva fatto portare il suo letto in una stanza sul davanti della casa, insieme ad una lampada ed al suo scrittoio. Quindi aveva congedato i domestici e si era messo a lavorare; egli pensava infatti che, concentrandosi nella scrittura, non si sarebbe fatto condizionare da altri rumori estranei. La prima parte della notte trascorse senza problemi. Poi Atenodoro sentì improvvisamente un rumore di catene. Rimase indifferente e, senza sollevare lo sguardo, continuò a scrivere. Il suono era sempre più distinto, s'avvicinava alla porta e alla fine si produceva proprio nella stanza in cui egli si trovava. Il filosofo allora si guardò intorno e riconobbe il fantasma che gli avevano descritto. Questo era proprio davanti a lui e gli fece un piccolo cenno con la mano. Atenodoro lo ignorò e si rimise a lavorare. Ma mentre scriveva il fantasma si mise ad agitare le catene proprio sulla sua testa e quando egli alzò gli occhi gli fece di nuovo un cenno. Così il filosofo prese la lampada e lo seguì. Come se le catene lo ostacolassero nella marcia, lo spettro avanzava molto lentamente e, una volta arrivati nell'atrio, sparì improvvisamente. Rimasto solo Atenodoro segnò quel punto con delle foglie. Il giorno dopo si recò dalle autorità cittadine, chiedendo loro di fare uno scavo per verificare che cosa vi fosse sotto. Trovarono delle ossa umane legate da delle catene. Le raccolsero e le seppellirono a spese pubbliche. Il fantasma non si presentò mai più nella casa. Ci si può sforzare di vedere nel comportamento di Atenodoro un primo tentativo di ricerca parapsicologica. In realtà le prime ricerche degne di questo nome furono intraprese, circa duemila anni più tardi, da Joseph Glanville in merito al celebre tamburo di Tedworth. Ma questa è un'altra storia.

    Edited by Isabel - 8/6/2012, 07:42
     
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  3. Alexlia
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    ahhhhhh... meno male che cìè una spiegazione.. :P perchè i rumori in casa e gli scricchiolii ci sono sempre, soprattutto si fanno sentire di notte.. :paura:
     
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2 replies since 30/8/2009, 19:17   334 views
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