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Palmi

Provincia di Reggio Calabria

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  1. Isabel
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    Scoglio dell’ulivo

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    - Fonte -

    Lo Scoglio dell'Ulivo è situato presso Palmi, nella frazione denominata Lido di Palmi, in un tratto di mare della Costa Viola. È uno scoglio-isoletta che sorge a pochi metri dalla costa, ma non è legato ad essa, alla cui sommità è nata e cresciuta una pianta di olivo, da cui ne deriva appunto il nome. In dialetto locale è conosciuto con il nome di "Luvareddhra". Lo scoglio dell'Ulivo, inoltre, fa parte di un gruppo di scogli chiamati nella cartografia IGM scogli Agliastro (in dialetto Agghjastru, cioè "scoglio con oleastro").

    L'Olivo


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    Francobollo emesso
    nel 1987

    La pianta è un olivastro (Olea europea L.), classe Magnoliopsida, ordine Scrophularikales, famiglia delle Oleaceae, detto olivo selvatico, abbastanza diffuso nella zona. L'età della vecchia pianta può essere indicata ragionevolmente in più secoli. Il tronco e la stessa pianta costituiscono una sorta di "monumento naturale" che, da sempre, ha connotato lo scoglio dandole pure il nome. La pianta è un naturale "unicum scultoreo", con giochi di vuoto e di pieno, di luci e di trasparenze, formati dal particolare intreccio dei suoi rami, dalle sue radici e dal medesimo tronco contorto e levigato dal tempo, impreziosito dalla materia plasmata dalla natura, incontrastata per secoli, fatta di vento, salsedine, sole e pioggia.

    Il secondo scoglio con olivo
    Nello scoglio posto fra la terraferma ed il suddetto "Scoglio dell'Ulivo", nel corso del XX secolo si è sviluppato anche su di esso una pianta di olivo. La giovinezza di tale pianta è dimostrata delle cartoline di inizio novecento, nelle quali non è presente. In questo periodo, quantificabile in un secolo, la pianta ha formato un tronco con ceppaia di circa un sesto rispetto a quella più famosa e antica.






    Monte Sant'Elia

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    - Fonte -

    « Palmi ha un Dio dalla sua, il Monte Sant'Elia dalla cui cima folta di pini si gode uno dei panorami più affascinanti del mondo »
    (Leonida Repaci)

    Il Monte Sant'Elia (582 slm), si trova nel comune di Palmi in provincia di Reggio Calabria. Ultima parte montuosa della catena Appenninica dell'Aspromonte. Immerso tra enormi distese di rigogliosa vegetazione, costituita prevalentemente da pini marittimi e castagni, si erge a circa 600 s.l.m.

    Il panorama

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    Dai suoi tre terrazzamenti si può scorgere l'imbocco nord dello Stretto di Messina, nel punto in cui le sponde siciliane sono più vicine a quelle calabresi, la costa tirrenica, Capo Vaticano, Nicotera, Palmi, Milazzo, comprese le Isole Eolie e i due vulcani attivi dell'Etna e dello Stromboli.

    Storia e origini

    Sul monte sorge la piccola chiesa dedicata a Sant'Elia, il Santo che ha vissuto in eremo su questa cima e che ha dato il nome al monte. Di certo sappiano che il monte Sant'Elia nel IX secolo si chiamava Monte Aulinas. Infatti quando Sant'Elia di Enna (juniore), fondatore del monastero di Salina (attuale Saline Joniche), verso la fine del 902 ritornò (da Amalfi) in Calabria e si fermò, non nel monastero di Salina, ma in un altro da lui stesso pochi anni prima costruito sul monte Aulinas, oggi monte Sant'Elia in memoria del Santo.

    Leggenda

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    La leggenda vuole che sul monte un giorno, un uomo dal volto nero, con un gran sacco sulle spalle, si presentò al Santo Elia, che se ne stava in solitaria meditazione. L’uomo, che era il diavolo, aprì il sacco e mostrò al Santo una grande quantità di monete. Raccontò che aveva trovato l’ingente fortuna in un casolare abbandonato e pensava di poterla dividere col Santo, il quale, invece, prese le monete e cominciò a lanciarle lungo la china: mentre rotolavano si tramutavano in pietre nere, di quelle che ancora oggi si possono reperire sul monte. Contrariato, il diavolo balzò in piedi, ma, all’improvviso, alle sue spalle si aprirono due grandi ali nere di pipistrello, con le quali egli si alzò in volo, planò sul mare e vi si tuffò sprofondando. Le acque gorgogliarono e schiumarono, si innalzò una nuvolaglia e, quando questa si fu dileguata, ecco che sul mare si delineò un’isola a forma di cono, dalla cui sommità incavata uscivano lingue di fuoco e fumo: era lo Stromboli col demonio imprigionato che soffiava fiamme e tuoni.

    La pietra del diavolo - Monte Sant'Elia

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    Particolare delle impronte delle unghie del diavolo lasciate sulla roccia mentre spiccava il volo.

    Sul monte che sovrasta la cittadina di Palmi, un uomo dal volto nero, con un gran sacco sulle spalle, si presentò al Santo Elia, che se ne stava in solitaria meditazione. L’uomo, che era il diavolo, aprì il sacco e mostrò al Santo una grande quantità di monete. Raccontò che aveva trovato l’ingente fortuna in un casolare abbandonato e pensava di poterla dividere col Santo, il quale, invece, prese le monete e cominciò a lanciarle lungo la china: mentre rotolavano si tramutavano in pietre nere, di quelle che ancora oggi si possono reperire sul monte. Contrariato, il diavolo balzò in piedi, ma, all’improvviso, alle sue spalle si aprirono due grandi ali nere di pipistrello, con le quali egli si alzò in volo, planò sul mare e vi si tuffò sprofondando. Le acque gorgogliarono e schiumarono, si innalzò una nuvolaglia e, quando questa si fu dileguata, ecco che sul mare si delineò un’isola a forma di cono, dalla cui sommità incavata uscivano lingue di fuoco e fumo: era lo Stromboli col demonio imprigionato che soffiava fiamme e tuoni. Sul monte Sant’Elia si trova ancora un macigno con le impronte di unghie lasciate dal diavolo, prima di spiccare il volo per inabissarsi nel mare, mentre lo Stromboli, nei chiari tramonti, continua con fare sornione a fumare la sua antica pipa.

    Edited by Isabel - 21/10/2014, 11:13
     
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3 replies since 24/10/2009, 14:35   4414 views
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