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Lamezia Terme

Provincia di Catanzaro

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  1. Isabel
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    Lamezia Terme

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    Info - Scheda Wikipedia


    Lamezia Terme (/laˈmɛʦːja ˈtɛrme/) o più comunemente Lamezia, è un comune italiano di 71.324 abitanti della provincia di Catanzaro in Calabria. È il terzo comune della regione per popolazione e il settimo per superficie. Lamezia è una delle più giovani città italiane, fu costituita il 4 gennaio 1968 dall'unione amministrativa dei comuni di Nicastro, Sambiase e Sant'Eufemia Lamezia. La città della piana ha una notevole importanza dal punto di vista agricolo, commerciale, industriale e infrastrutturale per la sua posizione centrale in Calabria e il suo territorio pianeggiante. Infatti è sede di un aeroporto internazionale, il più importante della regione, di una stazione ferroviaria, una delle più importanti della Ferrovia Tirrenica Meridionale e di uno svincolo autostradale. Vanta una vivace e rinomata coltivazione dell'olivo da cui si produce l'olio Lametia DOP e della vite da cui si ricavano i vini Lamezia DOC. La città prende il nome dal fiume Amato, un tempo chiamato Lamato, che la attraversa nella sua parte più periferica. Questo nome fu originariamente dato solo al comune, ora divenuto quartiere della città, di Sant'Eufemia. Dopo l'unione amministrativa del 1968, si è scelto il nome di Lamezia per l'intera città, a cui è stato aggiunto Terme, per via delle terme di Caronte che si trovano nell'omonima frazione nei pressi del quartiere Sambiase.
    Per effetto ed a seguito del DPR 21 luglio 1972, il comune di Lamezia Terme ha diritto, nei suoi atti ufficiali, di fregiarsi del titolo di Città.

    Territorio

    Il territorio comprende 8 km di costa, una parte della piana di Sant'Eufemia e una parte collinare e montuosa che si estende fino al monte Mancuso che è la propagine occidentale della Presila catanzarese. Il comune di Lamezia Terme è situato al centro della costa tirrenica calabrese e si affaccia sul golfo di Sant'Eufemia. Il centro del comune si trova indicativamente a metà strada fra la costa tirrenica e la Presila catanzarese ed è posizionato all'estremità occidentale dell'istmo di Marcellinara, una striscia di terra di circa 30 km che divide i mari Tirreno e Ionio. Fra i principali corsi d'acqua del territorio troviamo il fiume Amato, che nei millenni ha formato la piana di Sant'Eufemia, e alcuni dei suoi affluenti: il torrente Cantagalli, il torrente Piazza ed il torrente Canne, il torrente Bagni, famoso per le sue acque sulfuree e nella cui piana alluvionale giacciono le rovine dell'antica città greca di Terina e il torrente Zinnavo che segna il confine con il comune di Gizzeria.
    • Classificazione sismica: zona 1 (sismicità alta)

    Clima

    Il clima di Lamezia Terme è come per gran parte delle città mediterranee, in generale mite, con sbalzi contenuti fra inverno ed estate. Tuttavia, non manca qualche punta continentale, probabilmente favorita dalla relativa distanza dal mare della stazione meteorologica di riferimento, situata presso l'aeroporto. I valori più bassi sono di pochi gradi sotto lo zero e si riscontrano in presenza di avvenzioni di aria fredda, provenienti da nord-est (Dicembre 1988, Febbraio 1992, Dicembre 2001, Febbraio 2008) e di fenomeni moderati di inversione termica. Per contro, i più elevati, prossimi o di poco superiori ai 40°, si verificano in presenza di ondate di calore di origine africana (Luglio 2005, Giugno 2007, Agosto 2007).

    Storia

    Lamezia Terme è formalmente un agglomerato abbastanza recente, il comune è stato fondato infatti il 4 gennaio 1968 come unione di tre centri abitati, che, prima di tale data, costituivano comuni a sé stanti (Nicastro, Sambiase, Sant'Eufemia Lamezia) e oggi sono considerati dei veri e propri quartieri.

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    Isole Eolie viste da Lamezia


    La storia di Lamezia Terme comprende quindi la storia dei tre comuni da cui è sorta che hanno origini medievali, ma il territorio era abitato anche molti secoli prima che questi centri sorgessero. Esistono reperti archeologici che testimoniano la presenza nel suo territorio di comunità del periodo italico e del periodo Magno-Greco, tanto che la maggior parte degli studiosi ritiene che l'antica città greca di Terina si trovasse nel territorio di Lamezia Terme e precisamente nell'impluvio del torrente bagni nei pressi di Sant'Eufemia Vetere.

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    Monte Etna visto dalle colline di Lamezia


    Nel Medioevo nacquero i tre comuni componenti l'attuale Lamezia Terme che erano abbastanza diversi, ma di fatto complementari tra loro: Nicastro era prevalentemente basata sul commercio, Sambiase più vicina all'agricoltura, mentre Sant'Eufemia Lamezia era nata più recentemente da un gruppo di case intorno alla stazione ferroviaria principale, che costituivano dapprima la sede del consorzio di bonifica delle paludi e sulla base del vecchio centro di Sant'Eufemia del Golfo, sede feudale.

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    Monte Reventino alle spalle di Lamezia


    La fusione, proposta dal senatore Arturo Perugini e prima del suo genere in Italia, nacque dall'esigenza di creare un agglomerato urbano forte e capace di sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dal territorio comunale. Frutto di accese discussioni, le polemiche sulla fondazione della città odierna non si sono ancora del tutto sopite, e ancora oggi è facile ascoltare frasi di rivalità tra i quartieri, il più delle volte usate con fini scherzosi e per gioco.

    Leggende legate a Lamezia Terme

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    Rione San Teodoro e castello Normanno-Svevo


    Una leggenda vuole che la ninfa Ligea sia stata sepolta nelle vicinanze della città greca di Terina e quindi nel territorio di Lamezia Terme o Gizzeria. Alcuni storici del passato hanno sostenuto che Nicastro, il quartiere più popoloso di Lamezia, sarebbe una delle città più antiche d'Italia essendo stata fondata da Askenaz, pronipote di Noè, quando dall'Armenia si spostò in Calabria e che fu abitata da Ausoni ed Enotri. La città è stata identificata anche con l'antica Numistro o Numistra, per questo motivo la via principale della città è stata chiamata Corso Numistrano. Altri hanno identificato Nicastro con Lissania, città fondata agli inizi dell'era cristiana. Gli storiografi contemporanei tendono a escludere queste ipotesi collocando la fondazione di Nicastro verso l'VIII secolo d.C.

    Nicastro

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    Castello Normanno-Svevo innevato


    La leggenda vuole che Nicastro sia l'antica Numistra fondata da Askenaz, pronipote di Noè, ma la storia di Nicastro ha inizio già in epoca bizantina, intorno all'VIII secolo, con la costruzione dell'avamposto militare Neo Castron (nuovo accampamento militare, secondo la denominazione Bizantina) da cui il quartiere odierno deriva il nome. In epoca Normanna, su una struttura preesistente, venne edificato il castello, a protezione della ricca piana. In epoca Sveva, vi soggiornò anche l'imperatore Federico II, e il castello venne anche utilizzato come prigione per il figlio ribelle di quest'ultimo, il principe Enrico, detto lo Sciancato. È stata la sede in passato di importanti attività commerciali ed il nodo culturale dell'attuale città.

    Sambiase

    Sambiase nasce intorno al IX secolo circa, intorno al monastero di San Biagio, Santo dal cui nome deriva - per successive trasformazioni linguistiche - quello del quartiere odierno della città. Numerose nel corso degli anni le chiese costruite all'interno della città. Delle 13 originarie, però, ne restano in piedi soltanto 5, mentre le altre sono andate distrutte o trasformate - dai cittadini dell'epoca - in abitazioni o negozi commerciali. Già prima in epoca romana con il nome di Due Torri, Sambiase era conosciuta come meta turistica, per le terme, chiamate allora Aquae Angiae di origini magno greche (Aque Ange). Durante il periodo ellenico nel sud Italia e nell'attuale territorio di Lamezia Terme precisamente in Sambiase e in Sant'Eufemia Lamezia si insediarono si formarono dei villaggi e città nel territorio di Sambiase (Melea e parte di Terina). Di questa civiltà sono rimaste poche tracce; nel quartiere sambiasino solo un mosaico di una villa greca nella chiesa del Carmine e delle monete terinesi a Caronte ed il tesoretto di Acquafredda (entrambe località di Sambiase) conservate nel museo archeologico lametino. In epoca romana Turres, come chiamato dai latini, era tratto fortemente turistico dell'antica regione buzio-lucana, catalogata in numerosi itinerari come quella dell'imperatore Antonino Pio. Per il governo di Bisanzio l'antica Sanctii Blasi (San Biagio) era città posta strategicamente. Per i bizantini basiliani era grande ed importante luogo di cultura e tradizione, furono loro infatti a riportare l'ellenismo in gran parte della Calabria, sorsero dunque chiese e monasteri come S. Sofia, S. Biagio, S. Nicola, S. Costantino ecc. Il normanno Roberto il Guiscardo duca di Calabria e Puglia e conte di Sicilia si infatuò delle terme e del meraviglioso paesaggio di Sambiase fece scolpire infatti un eloggio che prova il suo passaggio. Nell'alto medioevo Sambiase era potente università conosciuta in tutta la penisola italiana, governata dai Sanseverino-Sambiase importante economicamente per la neo contea di Nicastro e per tutto il regno. Molti furono i cittadini e i politici di Sambiase che si ribellarono agli spagnoli e si unirono a Garibaldi e che ebbero importanti posti nella storia politica della nostra nazione.

    Sant'Eufemia Lamezia

    Sant'Eufemia Lamezia nasce nei pressi di Terina, storica città commerciale della Magna Grecia le cui rovine, sommerse da secoli di alluvioni causate dal torrente Bagni, sono attualmente oggetto di studio. La città di Sant'Eufemia ha una storia antichissima, documentata dai tempi dei Normanni, ed è stata sede di un baliaggio assegnato all'ordine dei Cavalieri Gerosolimitani, oggi noto come Sovrano Militare Ordine di Malta. L'ordine possedeva oltre al Baliaggio di Sant'Eufemia, anche i feudi limitrofi di Nocera Terinese e Izzaria (oggi Gizzeria). In seguito al disastroso terremoto del 1638, che aveva visto la città come suo epicentro, un nuovo centro, quello di Sant'Eufemia del Golfo (oggi Sent'Eufemia Vetere), venne fondato in una zona collinare poco distante. Con la fine del Baliaggio il territorio di Sant'Eufemia entrò a far parte del comune di Gizzeria, il quartiere odierno fu costruito invece durante il periodo fascista.

    Monumenti e luoghi d'interesse

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    Facciata neoclassica della Cattedrale costruita nel 1642



    Architetture religiose
    • Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo;
    • Chiesa B. V. del Carmine;
    • Chiesa San Francesco di Paola;
    • Chiesa San Giovanni Battista;
    • Chiesa San Pancrazio;
    • Santuario Madonna del Soccorso;
    • Santuario Madonna della Spina;
    • Santuario Madonna di Porto Salvo;
    • Santuario Sant'Antonio di Padova.

    Architetture civili
    • Casa di Francesco Fiorentino;
    • Casa di Franco Costabile;
    • Complesso monumentale di San Domenico;
    • Palazzo Blasco;
    • Palazzo D'Ippolito;
    • Palazzo Franzì;
    • Palazzo Giovanni Nicotera;
    • Palazzo Niccoli;
    • Palazzo Nicotera (Monachelle);
    • Palazzo Nicotera (Severisio);
    • Palazzo Panariti;
    • Palazzo Statti;
    • Palazzo del Seminario vescovile;
    • Teatro Grandinetti;
    • Teatro Politeama;
    • Teatro Umberto;
    • Terme di Caronte.

    Architetture militari
    • Bastione di Malta;
    • Castello Normanno-Svevo;
    • Mura secolari risalenti alla cittadella greca di Melea.

    Altro
    • Corso Giovanni Nicotera;
    • Corso Numistrano;
    • Corso Vittorio Emanuele;
    • Piazza Armando Diaz;
    • Piazza della Repubblica;
    • Piazza Francesco Fiorentino;
    • Piazza Italia;
    • Piazza Giuseppe Mazzini;
    • Piazza Mercato Vecchio;
    • Piazza Pietro Ardito;
    • Statua di Federico II;
    • Statua di Giovanni Nicotera;
    • Via Eroi di Sapri.

    Siti archeologici
    • Grotte del monte Sant'Elia;
    • Rovine della città greca di Terina;
    • Ruderi dell'abbazia benedettina;
    • Ruderi dell'abbazia dei SS. Quaranta Martiri;
    • Ruderi del monastero di San Costantino.

    Aree naturali
    • Parco e Giardino Botanico "Comuni";
    • Parco fluviale "Area Sud";
    • Parco fluviale "Felice Mastroianni";
    • Parco "Mitoio";
    • Parco urbano "Madonna del Soccorso";
    • Parco urbano "San Pietro Lametino".

    Bastione di Malta

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    Il bastione di Malta è una torre a pianta rettangolare situata nel territorio del comune di Lamezia Terme, nei pressi di Gizzeria Lido. Si differenzia dalla maggior parte delle torri costiere che costellano le coste del meridione d'Italia, già Regno di Napoli o Regno delle due Sicilie, per lo spessore dei muri che è di qualche metro e lo rende adatto alla difesa da attacchi con armi da fuoco. È notevole il fatto che sia in completo stato di conservazione a differenza della maggior parte delle torri costiere che sono in forma di ruderi o completamente distrutte.

    Storia

    Costruita intorno al 1550 per volontà del viceré di Napoli Pietro di Toledo come centro di difesa per gli attacchi marini ad opera dei corsari. Fu assegnata ai Cavalieri di Malta che possedevano un feudo nella vicina Sant'Eufemia del Golfo. Fu modificata nella copertura nel 1650 e munita di macchine belliche. Agli inizi del XIX secolo, in seguito alla scomparsa dei Cavalieri di Malta la torre fu ceduta a enti statali e infine a dei privati. L'eccezionale stato di conservazione è dovuto alla solidità della struttura stessa ed alle opere di manutenzione dei vari proprietari. La torre ha subito un intervento di restauro negli anni 80 ad opera di Ettore Iannazzo.

    Curiosità

    Il Bastione di Malta compare nel gonfalone del comune di Lamezia Terme, in una forma stilizzata.

    Terina

    Terina (in greco Τερίνα) fu una città della Magna Grecia posta nell'attuale piana di Sant'Eufemia in Calabria alla foce del fiume Amato nel golfo di Sant'Eufemia, sul mar Tirreno.

    Storia

    La città greca di Terina fu fondata nel VI secolo a.C. dai Crotoniati, che intendevano estendere così il loro dominio sul Mar Tirreno e garantirsi il completo controllo dell’istmo di Marcellinara, assicurato già, sulla costa ionica, dalla città di Skylletion. Fra il V e il IV secolo a.C. cadde, come molte città greche della Calabria, sotto il dominio dei Siracusani finché, nel III secolo a.C. venne conquistata dai Bruzi. Nel 272 a.C., con la fine della guerra contro Taranto, cadde sotto l'autorità di Roma. Venne infine distrutta da Annibale nel 203 a.C. perché non aveva voluto schierarsi al fianco dei cartaginesi.

    Posizione

    A lungo si discusse su dove si sarebbe potuta collocare esattamente l'antica città di Terina, non essendo venute alla luce prove inconfutabili della sua posizione. Secondo l'archeologo Paolo Orsi, la città era situata nella valle alluvionale del torrente Bagni, in prossimità della frazione di Sant'Eufemia del Golfo e in particolare sulle sue rovine sarebbe sorta l'Abbazia Benedettina di Sant'Eufemia nel 1062. Egli sostenne questa teoria basandosi sul ritrovamento di un "tesoretto" trovato nelle vicinanze di questa località, appunto, Sant'Eufemia del Golfo. Secondo l'insigne studioso il promontorio di S. Eufemia Vetere avrebbe potuto essere l'acropoli della città. A partire dal 1997 sono stati condotti, a cura della Sovrintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, degli scavi nella zona che hanno portato al ritrovamento un impianto urbano organizzato, con l'individuazione di due strade e delle fondamenta di alcuni edifici. Questi ritrovamenti sembrano avallare le tesi dell’Orsi collocando nei pressi Abbazia Benedettina di Sant'Eufemia l'antica città greca. Secondo altri studiosi, invece, Terina sorse sul Piano di Tirena, collina di circa 30 ettari di superficie, nella parte marina del territorio di Nocera Terinese.

    Monetazione

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    Ninfa Terina, sotto triscele Nike seduta su cippo


    La monetazione di Terina è ampia. Inizia verso l'inizio del V secolo a.C., probabilmente intorno al 480 a.C. Le prime monete presentano al dritto una testa femminile, le ninfa Terina, con la scritta "TEPINA" in alfabeto greco. Al rovescio una figura femminile alata, Nike, in piedi. L'iscrizione è "NIKA". Il disegno è di tipo arcaico come anche l'alfabeto usato. Una seconda fase di monete, probabilmente da ascrivere alla seconda metà dello stesso secolo, presentano al diritto lo stesso tipo mentre al rovescio la Nike è ora seduta su un cippo. L'iscrizione recita ora TEPINAIΩN, il genitivo plurale del nome degli abitanti. Alcune monete hanno la firma dell'incisore ΦΙΛΙΣ. Le monete di Terina sono al pari, come eleganza, alle migliori monete greche. Secondo una leggenda a Terina fu seppellita la ninfa Ligea.

    Chiesa madre di Sambiase

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    Corso Vittorio Emanuele monumento a Giovanni Nicotera e particolare Chiesa Matrice durante la nevicata dell'8 marzo 2005
    L'antico duomo di Sambiase, ora Lamezia Ovest, fu eretto nel XVI secolo, per volere dell'università. A poco tempo dalla costruzione della nuova chiesa, un terribile terremoto la rase al suolo, nel 1595 la chiesa fu ricostruita. Nel 1783 fu nuovamente ditrutta ,e ricostruita nel XIX secolo ad una sola navata. La chiesa di San Pancrazio vescovo e martire sorge nel cuore del centro storico di Sambiase in piazza Duomo su corso Vittorio Emanuele.

    Struttura

    Ha una struttura a croce latina, tre navate, abside quadrangolare e cupola racchiusa all'esterno da un tiburio. Di stile neoclassica la chiesa è preceduta da una scalinata in pregiata pietra verde del Repentino.

    Facciata

    La facciata è caratterizzata dal grande timpano sotto il quale sono posti i sue portoni laterali e il grande portone principale del duomo.

    Interno

    L'interno è molto spazioso e adornato da un prezioso pulpito marmoreo e da un organo ottocentesco, abbellito ulteriormente da pregiati stucchi risalenti al 1815 e 1818 incominciati dall'architetto Pietro Procopio e terminati da Gregorio Cianflone. La navata centrale è dedicata a San Pancrazio ed è coperta da volta a botte abbellita da una serie di riquadri raffiguranti l’ Adorazione dei Magi, le Nozze di Cana e il Battesimo di Gesù. Al Pallone è stato attribuito gran parte del ciclo pitorico contenuto dalla chiesa, (S. Pancrazio che predica agli eretici e entro un fastigio in stucco, la Madonna con il Bambino); quelli della volta del presbiterio (la Pentecoste e, in un tondo, Davide che suona l’arpa); quelli del tamburo della cupola (le Quattro Virtù cardinali) e, infine, i Quattro Evangelisti dei pennacchi (la tradizione vuole che uno dei Quattro Evangelisti sia stato realizzato dal Cavaliere Calabrese Mattia Preti). Le navate laterali sono sormontate da volta a crociera e sono delimitate lungo il perimetro laterale degli altari con figure di santi. L’ala sinistra è dedicata al SS. Sacramento e termina in direzione dell’altare maggiore con l’omonima cappella. In due pennacchi della cupola sono illustrate alcune scene bibliche, mentre al centro è un Cristo Eucaristia. La navata di destra è intitolata alla Vergine delle Grazie. Di particolare pregio, oltre a una statua di San Francesco di Assisi, è un dipinto a olio di Eduardo Fiore che rappresenta la Sacra Famiglia.

    Terme di Caronte

    Le Terme di Caronte sono delle sorgenti di acque minerali sulfuree e di fanghi che si trovano a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro nei pressi del quartiere Sambiase.

    Storia

    Già note dall'antichità, secondo alcuni archeologi sono da identificarsi con le “aquae angae” degli itinerari romani del II secolo d.C. Questa tesi consente di affermare che tali acque sulfuree sono state oggetto di studio fin dall'antichità e sono note da tempo per i loro effetti salutari come dimostra il ritrovamento di alcune monete coniate nella città di Terina (antico insediamento della piana di Sant'Eufemia), risalenti al III secolo a.C., raffiguranti una sirena intenta ad attingere acqua da una fonte. L'interesse per queste terme si evidenziò maggiormente tra il XVII e il XVIII secolo quando se ne fa menzione in alcuni documenti e in alcuni studi promossi dai governatori locali del Regno delle Due Sicilie. Nei primi anni del settecento il terreno comprendente le Terme di Caronte venne concesso per enfiteusi alla famiglia Cataldi di Sambiase che ne iniziò lo sfruttamento a livello industriale. Attualmente quest'area termale dispone di un moderno ed attrezzato stabilimento che consente di effettuare bagni, fanghi, inalazioni e cure estetiche grazie agli effetti benefici e terapeutici delle sue acque (solfuro-solfato-alcalino-terrose) ricche di zolfo, calcio e potassio che sgorgano dalla sorgente Caronte ad una temperatura di circa 40 °C.

    Lingue e dialetti

    Sul calabrese meridionale si sono sviluppati un tipo di dialetto ed una parlata molto particolari, che presentano alcune analogie e similitudini con la lingua siciliana (definita infatti "Lingua Calabro-Sicula") e con quella napoletana. Sul dialetto della zona di Lamezia Terme sono tuttavia molto presenti, ancora, le influenze Arbëreshë degli antichi insiediamenti degli Albanesi di Calabria, giunti in Calabria durante il Medioevo. Una frazione di Lamezia Terme, Zangarona, era un importante centro arberesco, e proprio a ridosso della città sorge infatti Vena di Maida, il più meridionale dei centri arbereschi della regione.

    Biblioteche
    • La Biblioteca Comunale è stata fondata nel 1897 inglobando i fondi librari dei Frati Cappuccini e Domenicani;
    • La Casa del libro Antico - Nata nel 2002 - conserva oltre duemilacinquecento libri stampati dall'inizio del 1500.

    Ricerca
    • Archivio di Stato di Lamezia Terme: conserva gli atti notarili dell'antico distretto di Nicastro e numerosi documenti del comprensorio lametino, tra cui i processi e le sentenze del tribunale di Nicastro;
    • Archivio diocesano della Diocesi di Lamezia Terme.

    Scuole
    • Oltre cento scuole di cui numerose scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di I grado e dieci scuole secondarie di II grado

    Università
    • Polo Didattico della Facoltà di Agraria dell'Università degli studi "Mediterranea" di Reggio Calabria

    Musei
    • Museo Archeologico Lametino
    • Museo Diocesano
    • Ecomuseo o Museo Etnografico - Luogo della Memoria
    • Piccolo Museo del Tirion - Bastione di Malta

    Cinema
    • Lamezia Terme è la città in cui vive l'avvocato Santelia, interpretato da Carlo Delle Piane, del film Regalo di Natale e La rivincita di Natale, nel secondo film si vedono alcune immagini del quartiere Nicastro e della stazione e dell'aeroporto di Lamezia Terme.
    • A Lamezia sono state girate alcune scene del film Qualunquemente con Antonio Albanese nei panni del candidato sindaco Cetto La Qualunque.
    • La città di Lamezia Terme viene nominata anche in altri film, tra cui una puntata della serie La dottoressa Giò e ultimo fra tutti Ex di Fausto Brizzi, città dove si terrebbe un importante convegno sulla ricostruzione delle unghie.

    Televisione
    • Calabria TV (copertura regionale)
    • City One
    • Esse TV con programmi per minoranze linguistiche (albanese)
    • Lamezia TV (web tv)
    • SM TV
    • Viva Voce TV

    Teatro
    • Teatro Grandinetti
    • Teatro Politeama
    • Teatro Umberto
    • Auditorium ex istituto Magistrale

    Musica
    • Nel periodo delle festività del mese di giugno, prende il via la manifestazione denominata "Giugno Lametino", durante la quale si esibiscono moltissimi volti noti del panorama musicale italiano.
    • "Music Against Ndrangheta", rassegna musicale organizzata per ricordare la grande manifestazione antimafia dei giovani del 28 ottobre 2006, che si tiene tra settembre e ottobre e vede esibirsi gruppi musicali giovanili di Lamezia e dintorni.
    • Meritevole di grosse attenzioni è la manifestazione musicale denominata "Merry Metal Christmas", che si svolge durante il periodo delle festività natalizie e che coinvolge le migliori band del panorama rock/metal italiano ed europeo.

    Cucina

    La cucina di Lamezia Terme, creativa e ricca di sapori corposi, utilizza gli ottimi prodotti agroalimentari coltivati in loco; ortaggi, frutta e olio sono infatti tra le colture principali della zona. Molto utilizzato il pesce che viene cucinato al vapore o grigliato, e condito con deliziose salsine a base di verdure in agrodolce; particolarmente buoni i "surici", piccoli pesci di forma piatta, dalla carne soda e bianchissima, che si pescano con facilità lungo la costa lametina, nei fondali bassi e sabbiosi, soprattutto nel mese di agosto. Da non perdere le anguille e le trote che, abbondanti nei fiumi della zona, vengono preparate secondo ricette tradizionali. Eccezionali e lavorati ancora secondo metodi artigianali i salumi e i latticini; piuttosto diffusa anche la produzione delle castagne, in particolare dei marroni, con i quali si preparano ottimi dolci. Di alta qualità è il vino Lamezia, un pregiato rosso dal bouquet intenso e avvolgente, con un sapore corposo e vellutato. La gastronomia tradizionale è legata ad un mondo contadino ormai scomparso, che esprimeva la propria semplicità anche attraverso le abitudini culinarie. Si conservano ancora oggi le buone ricette di un tempo che riuscivano a trasformare i prodotti della terra in piatti semplici, ma dal gusto unico e inconfondibile. Il visitatore rimane affascinato dalla maestria e dalla naturalezza, con la quale le massaie preparano speciali primi piatti di pasta fresca rigorosamente lavorata in casa condita con innumerevoli varietà di sughi. Il più delle volte si tratta di sughi a base di carne di manzo, vitello, maiale, agnello, cotti con cura in un passato di pomodoro e condito con un ottimo olio d’oliva, il tutto è insaporito da un ottimo peperoncino piccante. Il pane accompagna tutte le pietanze, è lievitato naturalmente, cotto nel forno a legna e il più delle volte viene prodotto in casa, conservando le antiche tecniche di lievitazione e lavorazione. Inoltre vi è la presenza di prodotti conservati sott'olio (pomodori e melanzane), sott'aceto e fichi secchi imbottiti (i crucetti). Tra i dolci caratteristici locali: la cuzzupa pasquale, la pignolata e le grispelle dolci.

    Eventi

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    Notturno di corso Giovanni Nicotera


    • Premio Nazionale Anthurium d'Argento (fine luglio - inizio settembre) istituito dallo stesso Centro Studi. La Cerimonia di consegna dei Premi e Riconoscimenti ha luogo nel Parco Naturale delle Terme Caronte. Ha lo scopo di diffondere il culto dei valori morali, civili, sociali, culturali e religiosi.
    • Concorso internazionale pianistico, riservato a giovani pianisti di qualsiasi nazionalità,e concorso nazionale di musica, allo scopo di valorizzare giovani talenti musicali,(mese di maggio) organizzati da A.M.A. Calabria, patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo, dalla Regione Calabria Assessorati alla Promozione Culturale ed al Turismo e dalla Città di Lamezia Terme.
    • Lamezia Demofest e Mei Sud (fine luglio) organizzato da Ruggero Pegna in collaborazione con l'Amministrazione Comunale e "Demo, l'Acchiappatalenti" di Radio1 Rai. Festival/Fiera della nuova musica italiana con lo scopo di valorizzare i giovani talenti.
    • Ogni anno a Lamezia prende il via la "Stagione Teatrale", durante la quale vengono rappresentate opere messe in scena dai più noti attori e dalla compagnie più famose d'Italia. La stagione teatrale comprende il Teatro di Prosa, il Teatro Ragazzi e il Ricrii Teatro. A questa si aggiunge anche la "Stagione Musicale", con Musica da Camera, Lamezia Jazz e Grandi Eventi.
    • Manifestazione "Cinema e Cinema", organizzata da Arci Lamezia Terme nei mesi estivi, durante la quale vengono proiettati alcuni dei film d'autore più belli e in voga nel periodo, nella splendida cornice del Castello Normanno-Svevo del quartiere Nicastro.
    • Manifestazione "Teatro Magna Graecia", con la messa in scena di spettacoli teatrali, per lo più della mitologia classica, nella cornice dell'Abbazia Benedettina del quartiere Sant'Eufemia.
    • Il 9 ottobre 2011 il Santo Padre Papa Benedetto XVI farà visita alla città.

    Geografia antropica

    Urbanistica

    La città, nonostante l'unione amministrativa del 1968, è ancora fisicamente divisa in più parti. Il più grosso agglomerato è il quartiere Nicastro, ormai collegato, senza soluzioni di continuità con il quartiere Sambiase, quest'ultimo dista 7 km dal quartiere Sant'Eufemia Lamezia.

    Frazioni
    • Situata in collina, a circa 600 m s.l.m. vi è la frazione Fronti, la più popolosa del Comune di Lamezia Terme. È situata in una posizione panoramica, domina la piana lametina e il golfo di Sant'Eufemia, lasciandosi alle spalle boschi tipici mediterranei;
    • Particolarmente importanti le frazioni San Pietro Lametino, poiché sede dell'area industriale di Lamezia e Caronte per le omonime terme;
    • Importanti dal punto di vista storico sono le frazioni Zangarona (zona Arbëreshë) e Sant'Eufemia Vetere, antica sede del feudo dei Cavalieri di Malta, dal 1638 alla sua scomparsa risalente agli inizi del 1800;
    • Da ricordare le ridenti frazioni di montagna: Acquadàuzano, Acquafredda, Bucòlia, Cròzzano, Gabella, Piano Luppino, San Minà, Serra Castagna, Vallericciardo, Vonio.

    Economia

    Agricoltura

    Come molte località della Calabria, Lamezia Terme ha una tradizione agricola molto radicata, soprattutto nel quartiere Lamezia Ovest che fin dall'epoca normanna aveva il monopolio nel meridione e forse dell'Italia intera.

    Molte altre varietà di specie vegetali vengono coltivate di cui le più diffuse sono:
    • l'olivo, principalmente della varietà Carolea, dal quale si produce l'olio d'oliva Lametia DOP dal tipico gusto forte;
    • la vite, dalla quale si producono ottimi vini tra cui sei vini DOC: Lamezia bianco, Lamezia rosato, Lamezia rosso, Lamezia novello, Lamezia rosso riserva e Lamezia Greco;
    • il castagno ed il faggio;
    • diverse erbacee come il frumento, l'avena ed il granturco;
    • differenti e variegate specie di agrumi, tra i quali le rinomate clementine di Calabria DOP.

    Industria
    L'area industriale di Lamezia occupa una superficie di circa 1.100 ha ed è la più grande del Mezzogiorno dopo quella di Bagnoli.

    Servizi

    Il commercio è una delle attività principali della città.

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    Stazione di Lamezia Terme Centrale

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    Panoramica dell'aeroporto di Lamezia Terme

    Curiosità

    In mezzo al mar Tirreno di fronte a Lamezia, sorgono due piccoli vulcani sottomarini attivi, appartenenti all'Arco Eoliano, denominati Lametini.



    Personalità legate a Lamezia Terme
    • Antonella Mazza (Lamezia Terme, 1974) bassista e contrabbassista
    • Antonio Cannone (Lamezia Terme, 1963) giornalista, scrittore e regista
    • Carlo Carlei (Lamezia Terme, 1960) regista e sceneggiatore italiano
    • Dario Galli (Lamezia Terme, 1914 - Catanzaro, 1977) poeta
    • Felice Natalino (Lamezia Terme, 1992) calciatore dell'Inter
    • Francesco Fiorentino (Lamezia Terme, 1834 - Napoli, 1884) filosofo e storico della filosofia
    • Francesco Maria Loyero (Badolato, 1676 - Lamezia Terme, 1736) letterato e vescovo cattolico
    • Franco Costabile (Lamezia Terme, 1924 - Roma, 1965) poeta
    • Giovanni Nicotera (Lamezia Terme, 1828 - Vico Equense, 1894) politico e patriota
    • Giuseppe Maione (Lamezia Terme, 1809 - 1890) avvocato e rivoluzionario
    • Guido D'Ippolito (Lamezia Terme, 1892 - Altamura, 1933) pilota automobilistico
    • Massimo Cimino (Lamezia Terme, 1908 - Roma, 1991) astronomo
    • Orazio Coclite (Lamezia Terme) giornalista di Radio Vaticana
    • Pietro Ardito (Lamezia Terme, 1833 - 1889) sacerdote, filosofo e letterato
    • Rocco Riga (Lamezia Terme, 1952) atleta campione d'Italia
    • Sebastiano Guzzi (Martirano, 1890 - Lamezia Terme, 1968) direttore di banda e compositore

    Edited by terryborry - 25/6/2012, 13:07
     
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  2. ikkoku
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    lamezia o nicastro è una gran bella città mio marito e di un paese li vicino e noi andiamo molto spesso
     
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    Diocesi di Lamezia Terme

    290px-CattedraleLamezia

    La diocesi di Lamezia Terme (in latino: Dioecesis Neocastrensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace appartenente alla regione ecclesiastica Calabria. Nel 2004 contava 139.400 battezzati su 140.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Luigi Antonio Cantafora.

    Territorio

    La diocesi comprende la città di Lamezia Terme, dove si trova la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Rientrano sotto la sua giurisdizione i comuni di Amato, Conflenti, Cortale, Curinga, Decollatura, Falerna, Feroleto, Gizzeria, Jacurso, Maida, Marcellinara, Martirano, Martirano Lombardo, Miglierina, Motta Santa Lucia, Nocera Terinese, Pianopoli, Platania, San Mango d'Aquino, San Pietro a Maida, San Pietro Apostolo, Serrastretta, Soveria Mannelli, Tiriolo. Il territorio si estende per 915 km² ed è suddiviso in 60 parrocchie.

    Storia

    Non è facile ricostruire la storia della Dioecesis Neocastrensis (diocesi di Nicastro) antecedente il XVII secolo innanzitutto perché l'archivio diocesano fu completamente distrutto, assieme alla cattedrale, in occasione del terremoto del 1638. Il primo vescovo accertato storicamente è stato Enrico, insediato nel 1094, 38 anni dopo la conquista di Roberto il Guiscardo. Per il Moroni e l'Ughelli la diocesi di Nicastro sarebbe stata costituita alla fine dell'XI secolo, suffraganea dell'arcidiocesi di Reggio Calabria. Per l'abbé de Commanville, invece, Nicastro sarebbe stata eretta sede vescovile, sebbene di rito bizantino, già nell'VIII o nel IX secolo. Il padre Francesco Russo, in base alla presenza nella Diatiposi di Leone VI della diocesi di Nicastro, dove è elencata fra le suffraganee di Reggio, ne fa risalire l'origine alla fine del IX secolo. Nel XVIII secolo è stata ipotizzata l'esistenza, nel territorio lametino, di una antica diocesi, in una località detta Ad Turres tra Nicastro e Maida, esistente prima della fondazione di Nicastro e distrutta prima del IX secolo. Qualunque sia stata la storia precedente, alla fine dell'XI secolo, all'epoca del primo vescovo Enrico, Amburga d'Altavilla, figlia di Drogone e sorella di Riccardo di Salerno, rifabbricò l'antica cattedrale di Nicastro, dedicata ai santi Pietro e Paolo, distrutta dai saraceni. Una nuova ricostruzione della cattedrale avverrà, ad opera del vescovo Giovan Tommaso Perrone, dopo il terremoto del 1638. Per circa 700 anni non avvennero modifiche territoriali importanti. Alcuni problemi sono sorti spesso per motivi di carattere politico; per esempio, come riflesso della lotta fra papato e impero o fra potere civile o religioso, nel 1278 il vescovo Roberto fu deposto da Niccolò III perché ritenuto simoniaco, mentre il suo successore Tancredi fu scomunicato nel 1285 da Onorio IV per avere incoronato re di Sicilia Giacomo II d'Aragona. In applicazione del concordato tra il Regno delle Due Sicilie e la Santa Sede, con la bolla De Utiliori del 5 luglio 1818, alla diocesi di Nicastro venne annessa in perpetuo la diocesi di Martirano. Quest'ultima diocesi, il cui territorio agli inizi del XIX secolo apparteneva alla provincia della Calabria Citeriore, comprendeva anche il territorio degli attuali comuni di Scigliano, Pedivigliano, Carpanzano, Panettieri, Bianchi e Colosimi (attualmente in provincia di Cosenza) e il territorio di Castagna, la località dove sorgeva la famosa Abbazia di Corazzo di cui era stato abate Gioacchino da Fiore. Nel XIX secolo Il clero nicastrese partecipò attivamente alla vita politica. Nel 1821, dopo l'emanazione della bolla Ecclesiam a Jesu con la quale papa Pio VII condannava la Carboneria, ben cinquanta sacerdoti della Diocesi di Nicastro (su un totale di 316) dichiararono la loro iscrizione alla Carboneria. Furono tutti "assoluti" Numerosi religiosi parteciparono attivamente ai moti risorgimentali; si ricordano, fra i tanti, Ferdinando Bianchi, Raffaele Piccoli e Pietro Ardito. Il vescovo mons. Barberi fu uno dei pochi presuli a non essere mandati al confino, dal governo italiano, dopo l'annessione del 1860. La maggior parte del clero partecipò al plebiscito d'annessione e, nonostante il non expedit, prese parte alle varie elezioni politiche, che si tennero dal 1860 in poi. Nel settembre 1986, in seguito alla revisione delle diocesi italiane secondo il criterio della provincialità civile, i comuni in provincia di Cosenza sono passati all'arcidiocesi di Cosenza, mentre il territorio di Castagna, dove sono presenti i resti dell'abbazia di Corazzo, compresa dal 1869 nel territorio comunale di Carlopoli, è passato all'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Analogamente, la parrocchia di Montesoro (frazione del comune di Filadelfia) è passata, come il capoluogo comunale, alla diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Il 30 settembre 1986 ha abbandonato la denominazione di diocesi di Nicastro, per assumere il nome attuale; tuttavia, la Curia vescovile, per rispetto alla storia, continua a chiamarsi Curia Vescovile di Nicastro, e non Curia Vescovile di Lamezia Terme.

    Statistiche

    La diocesi al termine dell'anno 2004 su una popolazione di 140.000 persone contava 139.400 battezzati, corrispondenti al 99,6% del totale.

    Piana di Sant'Eufemia

    La Piana di Sant'Eufemia, recentemente chiamata anche Piana di Lamezia, è una pianura che si trova nella provincia di Catanzaro. Con i suoi 188 km² di estensione è la terza pianura calabrese.

    Geografia

    La piana è situata al centro della costa tirrenica in Calabria davanti all'omonimo golfo, si estende da Capo Suvero alla foce dell’Angitola ed ha forma ad anfiteatro. Fra i principali corsi d'acqua del territorio troviamo il fiume Amato, che nei millenni ha formato la piana di Sant'Eufemia, e i suoi affluenti: il torrente Cantagalli che attraversa Sambiase, il torrente Piazza e il canale delle Canne, che attraversano Nicastro (ambedue le località sono quartieri di Lamezia Terme), il torrente Bagni, famoso per le sue acque sulfuree e nella cui piana alluvionale giacciono le rovine dell'antica città greca di Terina e il torrente Zinnavo che segna il confine con il comune di Gizzeria. Nella piana si trovano anche le terme di Caronte famose fin dall'antichità. I centri in cui è amministrativamente suddivisa sono Lamezia Terme, San Pietro a Maida, Gizzeria, Falerna, Feroleto Antico, Marcellinara, Curinga, Maida, Filadelfia, Pianopoli, Amato, Francavilla Angitola, Jacurso, Maida, Pizzo.

    Bonifica

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    Il "maricello" una delle ultime zone umide della piana di S. Eufemia ripresa dalle colline prospicienti Capo Suvero


    I primi tentativi di bonifica della piana risalgono al marzo del 1910 quando vengono sistemati gli alvei dei torrenti Allaro e Bagni. Nel 1922, con R.D. № 227 del 1 febbraio viene creato l'"Ente autonomo per la bonifica della Piana di S. Eufemia" successivamente soppresso con R.D. № 2313 del 15 settembre 1923, comunque i proprietari che costituivano l'ente chiedono che lo stesso rimanga attivo fino alla costituzione di un consorzio tra i proprietari stessi (che dovrebbe occuparsi del piano di bonifica) e alla conclusione dei lavori già iniziati, cosa che viene accordata del governo su sollecitazione dell'amministrazione provinciale. La presentazione di una richiesta di appalto da parte della “Società Sindacato Agricolo Cooperativo Italiano per le bonifiche e le colonizzazioni” di Roma nel 1925 spinge infine i proprietari locali a formare la società anonima che dovrebbe essere il primo nucleo del futuro consorzio ed a presentare un primo progetto di bonifica redatto « nello spazio di pochi giorni ». Nel frattempo altri proprietari si uniscono ai primi ed il 15 gennaio 1926 viene costituita la "Società Bonifica S. Eufemia". Il progetto presentato dalla società calabrese viene approvato con decreto del provveditorato ai Lavori Pubblici № 6591 del 6 gennaio 1926 in quanto meno costoso di quello presentato dalla società romana e perché dimostra una migliore conoscenza dei luoghi su cui intervenire e la bonifica viene definitivamente assegnata, dopo aver ridotto l'estensione del territorio da bonificare da 39.611 a 23.000 ettari con decreto del Ministero dei Lavori Pubblici № 9529 del 9 febbraio 1928. Nel 1927 la "Società Bonifica S. Eufemia" cambia denominazione in "Società Anonima Bonifiche Calabresi" con presidente il senatore e fascista Maurizio Maraviglia, che godeva delle possibilità di avere contatti diretti con Mussolini, dandosi un respiro regionale. Grande influenza sui lavori ebbe anche il vibonese Luigi Razza, sansepolcrista, ministro dei lavori pubblici dal 24 gennaio 1935 al 5 settembre 1935. La bonifica della piana lametina godette comunque di particolare attenzione da parte di molti esponenti politici del regime fascista soprattutto perché si trovava nel "baricentro geografico" regionale. Varie furono comunque le lamentele sia riguardo al costo dell'opera (per ettaro era quasi il doppio di quello della piana di Sibari) sia per le malversazioni e i lavori mal eseguiti. Comunque i lavori procedettero abbastanza rapidamente e già nel 1929 il villaggio di Sant'Eufemia Biforcazione (in seguito Sant'Eufemia Lamezia) aveva il suo forno e 32 chilometri di decauville. Le colmate di vari stagni vengono terminate tra il '32 e il '34. Un provvedimento che con il tempo ebbe invece effetti negativi fu l'impiego, secondo le direttive del regime fascista, di manodopera proveniente dalla regioni settentrionali. Se durante i lavori di bonifica le opere richiedevano l'impiego sia dei residenti che degli immigrati con la fine delle opere (che coincise in parte con la crisi del 1929 e con il periodo successivo) la situazione divenne più critica portando le autorità, in modo non palese, ad ostacolare in parte l'arrivo di lavoratori "esterni". Nel 1936 la bonifica si poté considerare conclusa.

    Agricoltura

    Le colture diffuse nella Piana di Lamezia comprendono la vite, la fragola, l'olivo da olio, la barbabietola da zucchero, il grano, il granturco e altri prodotti pregiati.

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    Veduta del Golfo di Sant'Eufemia



    Edited by terryborry - 25/6/2012, 13:02
     
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  4. anto.76
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    bellissimo posto
     
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  5. Isabel
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    Castello Normanno Svevo

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    - Info -

    Fu edificato probabilmente tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo. Subì nel corso dei secoli diversi rifacimenti; quelli più consistenti furono voluti da Costanza D’Altavilla nel 1198 e dall’imperatore Federico II nel 1235. La fortezza fu infatti, ampliata e dotata di un mastio pentagonale e di una cinta muraria. Negli anni a seguire furono apportate altre aggiunte e ristrutturazioni, in particolare, quelle ordinate da Carlo V di Spagna. Il maniero, inserito nel piano difensivo generale del Viceré di Napoli (Don Pedro Toledo) per l’Italia meridionale, fu trasformato in un imponente complesso militare con bastioni a forma triangolare. Del castello oggi rimangono i resti di quattro torri cilindriche, i bastioni, le mura con base scarpata e un contrafforte con loggetta cieca.

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    Dettaglio del castello



    Terme di Caronte

    termecaronte

    - Info -

    Le acque termali Caronte di Lamezia erano conosciute ed apprezzate già dai Romani che, come è noto, amavano particolarmente le terme. Quelle di Sambiase, oggi quartiere di Lamezia, erano dette “Aquae Angae” e rappresentavano una tappa fissa per i soldati in marcia nell’estremo Sud della Penisola: le acque termali, ricche di solfati, calcio e potassio, avevano un effetto rigenerante e tonificante che permetteva alle milizie di ritemprarsi in poco tempo. Anche Roberto il Guiscardo, il più grande condottiero normanno, avrebbe scelto di accamparsi nel 1056 proprio da queste parti in funzione della fonte termale. Oggi le Terme di Caronte sono una struttura all’avanguardia per le tipologie di trattamento e la cura di ogni dettaglio nel percorso benessere offerto ai visitatori. Il bosco di castagni, querce ed alberi secolari in cui lo stabilimento termale è posto, unito alla vista sul Golfo di Sant’Eufemia da un’altura di poco meno di 250 metri, rende l’ambiente circostante ideale per una ‘vacanza benessere’ di alta qualità. Oltre ai trattamenti inalatori, ai bagni ed ai fanghi sono offerte cure estetiche per tutte le età e per diversi tipi di patologia: molti trattamenti sono coperti dal Servizio Sanitario Nazionale. E anche chi è in piena salute troverà nelle acque della fonte Caronte (non l’unica sorgente termale dello stabilimento, ma la più importante) un toccasana contro lo stress e l’affaticamento della vita moderna: l’acqua delle Terme di Caronte a Lamezia sgorga naturalmente a 39 gradi, la temperatura ottimale per un lungo bagno rigenerante.

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    Discesa dell’acqua sulfurea nella vasca principale

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    Vasca di acqua sulfurea

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    Le acque di Caronte

     
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  6. Isabel
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    Palazzo di Città

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    - Info -

    Formato da tre livelli, è decorata da sottili lesene che si alternano, nei livelli superiori, a balconi con ringhiere in ferro battuto. Il livello inferiore presenta alcune lastre marmoree con iscrizioni. In alto, un frontone con orologio e due piccole campane.



    Madonnina a Nicastro

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    Su un'alta colonna, innalzata negli anni Sessanta del Novecento, poggia la statua della Madonnina. La colonna reca anche una lastra in marmo su cui campeggia un'iscrizione commemorativa della data di realizzazione.



    Duomo dei Santi Pietro e Paolo

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    La storia del duomo ci racconta di numerosi rifacimenti e restauri. La facciata neoclassica fu realizzata nel 1925, anno in cui venne realizzato anche il cupolone a spicchi dorato. Il duomo presenta un doppio ordine di colonne con capitelli ornati e due nicchie ospitanti le statue dei due santi a cui la chiesa è intitolata.

     
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  7. Isabel
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    Museo Diocesano

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    - Info -

    Il museo, ubicato al primo piano del palazzo del Seminario Vescovile di Lamezia Terme, è stato inaugurato nel 1998. Al nucleo originario, esposto nel 1993 in una mostra permanente e composto per lo più da oggetti liturgici, si sono aggiunti tanti materiali provenienti dalle antiche diocesi di Nicastro e Martirano. Tra le più importanti collezioni dei musei diocesani della Calabria, gli oggetti conservati nel museo di Lamezia Terme danno testimonianza di pregevole manifattura. L'allestimento, strutturato in sette sezioni, mostra per la maggior parte opere ed oggetti realizzati da maestri meridionali e locali in un arco di tempo che va dal XV al XX secolo e raccontano l’evolversi della storia della diocesi e degli oggetti per essa prodotti. Tra i tanti materiali esposti, relativi per lo più a paramenti sacri e oggetti liturgici in argento, meritano attenzione un cofanetto in legno e avorio dipinto, di fattura arabo-sicula del XII secolo, due braccia reliquiari in legno, rame e ottone di Santo Stefano e San Giovanni, provenienti dall'antica abbazia di Sant'Eufemia, realizzati da una bottega meridionale nel XV secolo, uno scrigno in legno e madreperla, proveniente dalla Cattedrale di Martirano, e una collana a vaghi aurei, dono della Confraternita del Santissimo Rosario di Nicastro. Degna di nota è la statua in marmo della Madonna col Bambino detta anche Madonna delle Grazie, proveniente dall'antico Convento delle Clarisse di Nicastro. Nel Museo Diocesano di Lamezia Terme non mancano attestazioni della scuola roglianese che a partire dal XVI secolo diede vita ad una produzione locale di alto valore artistico, documentata in diversi siti della Calabria. La documentazione della storia artistica locale presenta alcuni dipinti significativi, tra i quali quelli di Francesco Colelli, di Cesare Costanzo, e di Eduardo Fiore. Di particolare pregio artistico sono le tele raffiguranti San Francesco d'Assisi, attribuito al pittore calabrese Mattia Preti e l'Assunta, dipinta alla maniera di Carlo Maratti. Attenzione merita la tela, datata 1854, di San Vincenzo e la città di Nicastro di ignoto pittore locale, per il suo elevato potere descrittivo e come importante opera documentale della storia artistica ed urbanistica della città di Nicastro, confluita poi nel comune di Lamezia Terme.


    Il Museo Archeologico

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    - Info -

    Il Museo Archeologico Lametino è sito al primo piano del complesso Monumentale del San Domenico, Lamezia Terme (CZ). La riapertura del museo archeologico rappresenta il raggiungimento di un obiettivo importante dell'Amministrazione comunale di Lamezia Terme, che risponde al bisogno di recupero dell'identità del territorio attraverso le tracce e i segni riscoperti del suo passato più lontano. Il risultato raggiunto è frutto del proficuo rapporto di collaborazione dell'Amministrazione negli ultimi anni con la Sovrintendenza per i beni archeologici della Calabria. L'attuale Soprintendente, dottoressa Simonetta Bonomi, ha del resto ricordato, in un recente incontro col Sindaco, che la legislazione vigente in materia di beni culturali fa della valorizzazione del patrimonio materia concorrente tra Stato ed Enti locali, e che la realizzazione di un nuovo allestimento museale all'interno di un edificio storico di per sé carico di significati come il S. Domenico, che racconta un pezzo di vita della nostra città, è il modo migliore di presentare alla comunità lametina il complesso dei reperti recuperati nel corso del tempo, legandoli alla storia del territorio. Nel medesimo incontro col Sindaco il dott. Roberto Spadea, direttore archeologo dell'area lametina, che sta curando il nuovo allestimento, ha anticipato che saranno molte e significative le novità del nuovo Museo, dalla pannellistica arricchita nel numero e nei contenuti per far spazio a tutti i materiali rinvenuti nel territorio e alle novità maturate in scavi e ricerche dell'ultimo decennio, alla forte impronta didattica della sezione preistorica.
    La nuova sede del Museo, al primo piano del Complesso Monumentale, molto più ampia e imponente della precedente, è stata restaurata proprio per essere resa idonea ad ospitare il nuovo allestimento ed ha richiesto un lavoro molto impegnativo e delicato per renderla idonea ad accogliere e conservare nel rispetto delle misure di sicurezza necessarie, reperti archeologici di grande valore di proprietà dello Stato. Per settimane è stato svolto un intenso lavoro, per dare attuazione alle direttive della Sovrintendenza archeologica regionale recepite dall'Ufficio territoriale lametino, in piena sinergia con l'Ufficio Beni culturali, con l'Area tecnica del Comune di Lamezia Terme, e con la professoressa Giovanna De Sensi Sestito, delegata del sindaco Gianni Speranza per le Attività culturali.

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    I fondi impegnati per l'intera operazione ammontano a circa 400 mila euro; quelli necessari per il trasferimento, nel quale ha profuso grandi energie l'Associazione archeologica lametina, sono stati attinti dal bilancio regionale, e da quello comunale; col contributo dei fondi POR si sono potute affrontare le spese per gli adeguamenti strutturali, gli impianti tecnici, per il nuovo allestimento e per le forme diversificate di comunicazione che si stanno realizzando. E' una grande opportunità l'apertura del nuovo Museo Archeologico Lametino, che va ad inserirsi a pieno titolo nella rete dei Musei archeologici della Calabria, per l'importanza dei reperti che custodisce, tutti quelli del territorio, e dunque per il loro essenziale valore culturale di segni e testimonianze di millenni di storia della Piana di Sant'Eufemia.

    L'ampiezza degli spazi consente l'articolazione della nuova esposizione in tre sezioni distinte: Preistoria, Età classica, Età medievale.

    Preistoria. La sezione preistorica, dedicata allo studioso nicastrese Dario Leone, documenta la frequentazione umana in Calabria fin dai tempi remotissimi. Nelle sue vetrine sono esposti i più antichi strumenti utilizzati dai primi cacciatori paleolitici che abitarono la regione. Inoltre sono esposti i segni della presenza di agricoltori neolitici nella Piana Lametina (Casella di Maida, Acconia, San Pietro Lametino), a partire da 7500 anni fa.

    Età Classica. Le più antiche testimonianze archeologiche di età greca, sporadiche, ma interessanti, appartengono al VII secolo a.C. e sono costituiti da frammenti ceramici, raccolti in località Sansinato, sull'istmo Lamezia- Catanzaro, che attestano l'utilizzazione dell'istmo quale via di comunicazione più breve e più comoda tra i mari Ionio e Tirreno. Ma le vetrine della sezione classica illustrano principalmente i rinvenimenti archeologici, epigrafici e monetali relativi a Terina, splendida subcolonia di Crotone, la cui realtà urbana è stata individuata nell'area di Santa Eufemia Vetere, dove dal 1997 la Soprintendenza della Calabria conduce ricerche sistematiche.

    Età Medievale. La sezione medievale finora dedicata prevalentemente al Castello di Nicastro, che ha origine normanna, si arricchisce dei reperti dell'Abbazia di S. Maria di S. Eufemia recuperti nella campagna archeologica del 2006. Nelle vetrine sul Castello è esposta una selezione del materiale più significativo rinvenuto durante le campagne di scavo archeologico condotte dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria dal 1993 in poi. La scelta dei pezzi, disposti nelle vetrine secondo un criterio strettamente cronologico, intende mostrare l'attestarsi nell'area della fortezza di una frequentazione continua dall'età bizantina e normanna all'età moderna. Altre vetrine illustrano i risultati delle indagini compiute nell'Abbazia Benedettina di Santa Eufemia, edificata tra il 1062 ed il 1065 da Roberto il Guiscardo sui resti di un antico monastero bizantino, con una campionatura dei materiali ceramici frammentari recuperati con la recente campagna di scavi e l'esposizione di altri reperti provenienti dall'Abbazia.

    La Casa del libro Antico

    La Casa del libro Antico, situata in p.zza Campanella - Palazzo Nicotera - di Lamezia Terme, nasce nel 2002, conserva e valorizza oltre duemilacinquecento libri stampati dall'inizio del secolo XVI nei vari centri italiani (Venezia, Roma, Napoli) ed europei (Lione, Anversa, Parigi) ove fiorì l'arte tipografica, alcune opere manoscritte dello stesso periodo e frammenti di codici manoscritti greci ( probabile datazione XI) e latini (databili XIV-XVsec.) recuperati quali maculature, insieme a una serie di testimonanzie archivistiche. La collezione libraria e documentaria raccolta comprende opere di teologia, filosofia, patrologia, storia ecclesiastica ed esegesi, insieme a raccolte omiletiche, agiografiche, canoniche e bullari, ed è costituita soprattutto da fondi librari provenienti dai conventi dei Cappuccini e dei Domenicani di Nicastro e in piccola parte dalla biblioteca dei Frati Minimi di Sambiase. Importante è poi la presenza di alcuni testi più antichi sui quali si trovano annotazioni a margine apposte di proprio pugno di Tommaso Campanella. Inoltre tra il materiale conservato si trovano esemplari stampati dai celebri torchi di Manuzio, Giunta, Gioito, Froben e Platin. La Casa del Libro Antico è una biblioteca di conservazione e di ricerca, finalizzata alla tutela e alla valorizzazione dei beni librari, archivistici e documenti legati alla memoria culturale del territorio, mette a disposizione del pubblico: sale di consultazione e studio; un servizio di consultazione e studio dei libri antichi; un servizio di consultazione e studio dell'archivio storico dei Cappuccini di Nicastro; una sezione di consultazione a scaffale aperto; un apparato di pannelli didattici sulla storia del libro; un srvizio di informazione e consulenza per imterrogazione delle banche dati interne e remote; un servizio di visita guidata su prenotazione; iniziative culturali con particolare riguardo alla diffusione della lettura, alla conoscenza e comunicazione dell'informazione; tirocinio studenti universitari; servizi aggiuntivi.


    Statua Federico II

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    La statua monumentale in bronzo di Federico II di Svevia (Jesi, 26 dicembre 1194 - Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), realizzata dall'artista scultore lametino Maurizio Carnevali, è stata donata alla Città il 29 novembre 2009, dal Lions Club di Lamezia Terme, sotto la presidenza dell'avv. Antonello Sdanganelli, in una solenne manifestazione a conclusione delle "Giornate Federiciane" tenutesi dal 23 al 29 novembre 2009. La statua bronzea rappresenta un'opera d'arte tale da divenire un riferimento culturale e sociale per l'intera comunità con lo scopo di radicare nei cittadini il senso della memoria, di una parte della città ricca di storia. Con la sua imponenza- oltre tre metri di altezza- sorge in via Garibaldi con la fronte rivolta al Castello che proprio Federico II ha ampliato rispetto all'originario prospetto normanno, rendendolo, soprattutto, un importante centro politico amministrativo, avendovi istituito la Tesoreria Regia con la funzione di incamerare le entrate tributarie da Roseto Capo Spulico fino alla Sicilia Peloritana. Il governo imperiale di Federico II, stupor mundi, ha attribuito alla Città rilievo ed importanza, in quanto ha dimorato più volte ed amato il nostro castello ed i nostri luoghi rendendo la città pariordinata, quanto a rango imperiale, a Napoli, Palermo e Reggio, affrancandola dai vincoli feudali e rendendola Città Demaniale. Avendo apprezzato la sua centralità geopolitica, durante il suo impero i delegati della città di Nicastro partecipavano alla Curia Regia di Foggia insieme con quelli di Reggio, Cosenza e Crotone.

    Area archeologica di Terina

    terina

    Indizi materiali della presenza di un insediamento antico nell'area di Sant'Eufemia Vetere risalgono circa alla metà dell'Ottocento, quando nel 1865 in contrada Terravecchia venne casualmente ritrovato un tesoro di gioielli venduto poi alla fine dello stesso secolo al British Museum di Londra, dove ancora oggi è conservato. Nel 1884 F. Lenormant fu il primo ad avanzare l'ipotesi di localizzare in quest'area la città di Terina, subcolonia di Crotone, che le fonti antiche collocavano sulla costa tirrenica tra Temesa ed Hipponion, all'interno del golfo che dalla città aveva preso il nome di Golfo di Terina.
    Le ricognizioni di superficie condotte all'inizio del '900 da Paolo Orsi diedero inizio alla ricerca scientifica in quest'area ed a lui si deve una prima ipotesi di sistemazione urbanistica della città antica, che non ebbe conferma immediata sul terreno attraverso una campagna di scavo. Nel corso del '900 altri ritrovamenti fortuiti hanno rafforzato l'idea di localizzare in quest'area l'insediamento di Terina, ma soltanto nel 1997 sono state avviate ricerche archeologiche sistematiche che hanno portato alla individuazione di un impianto urbano organizzato, confermando la presenza dell'abitato antico della subcolonia di Crotone. Nell'area finora indagata la parte della città messa in luce è un quartiere abitativo realizzato secondo assi paralleli che definiscono una maglia urbanistica regolare con un'organizzazione dello spazio ben definito.
    Sono state individuate in particolare due strade larghe m 6,30 ed alcuni ambienti domestici coperti e scoperti, conservati soltanto a livello di fondazione. Alcuni degli ambienti indagati erano probabilmente adibiti ad attività artigianali. L'insieme delle strutture indagate si può inquadrare cronologicamente tra il IV ed il III sec. a.C., anche se ci sono indizi materiali di fasi precedenti, quali ad esempio blocchi di calcarenite riutilizzati nelle fasi più recenti. Probabilmente quest'area deve ritenersi un ampliamento tardo dell'impianto della città fondata nel V sec. a.C., epoca a cui si riferisce la tabella di bronzo recuperata nel corso della campagna di scavo del 2002 in cui viene menzionato il demiurgo, carica presente anche a Crotone, che darebbe conferma definitiva dell'appartenenza di queste tracce urbanistiche alla città di Terina. Progettazione e direzione dei lavori sono a cura dell'Ufficio Tecnico Comunale nelle persone dell'arch.Vitetti Caterina, geom.Paride Giardino, e Responsabile del Procedimento ing.Giuseppe De Sensi.

    Il giardino botanico

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    Il giardino botanico, realizzato a partire dal 1972, comprende una varietà di piante che supera le 1.000 specie. E' in atto un progetto con lo scopo di recuperare un'area di particolare valenza ambientale e renderla fruibile anche attraverso la creazione di strutture utili a educare i cittadini al rispetto della natura.

    Parco Urbano di San Pietro Lametino

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    Il Parco Urbano è un grande polmone verde di circa 15.000 mq realizzato dall'Amministrazione Comunale nel 2006 nel cuore del quartiere di S.Pietro Lametino. L'impostazione progettuale ha puntato alla utilizzazione della risorsa ambientale come elemento strategico della riqualificatione urbana attraverso il recupero di un'area degradata. Il Parco è gestito in regime di comodato d'uso gratuito dall'Associazione S.Pietro Lametino con la quale il Comune ha avviato contestualmente alla gestione e manutenzione un progetto di sostenibilità ambientale e di educazione all'ambiente mirato ad innovare l'idea del parco. L' obiettivo principale del progetto è quello di far partecipare i cittadini alla vita del parco coinvolgendoli in attività ludiche, sportive, ricreative. Il Parco è vissuto come un bene proprio, è custodito, curato e preservato da atti vandalici e da quant'altro possa degradarlo. Le fotografie sono rappresentative di momenti salienti di integrazione intergenerazionale. La presenza di tanti anziani,giovani e bimbi che vivono il parco come luogo comune per stare insieme è un esempio di una comunità sana da imitare e costruire in altre zone della città.

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    La fontana



    Edited by terryborry - 25/6/2012, 13:03
     
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    Fronti

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    Foto di Simona Mancuso

    Info - Scheda Wikipedia

    Fronti è la frazione più a nord del comune di Lamezia Terme, con poco più di 1.000 abitanti risulta essere la più popolosa della città. Dista dal centro circa 8 km ed è situato in collina a circa 600 m s.l.m.

    Clima

    Il clima è mediterraneo le temperature sono comprese da 5°C. in inverno a 35°C. in estate

    Le origini storiche

    Le origini di Fronti risalgono al 1700 quando gente di Accaria (attuale frazione di Serrastretta) si insediò di fronte al fiume Badia, sicuramente da qui il nome di Fronti. I primi insediamenti, oggi non più esistenti, furono le "Case Vecchie" al di qua del torrente Badia e di fronte a "Palmatico Quinzi". Non esistevano strade ma piccole vie percorribili solo con muli e asini, successivamente, per avvicinarsi a Zangarona, di cui né erano parrocchia vescovile, sorsero altri insediamenti urbani di fronte alle "Case Vecchie", al di qua del torrente, formando il vero e proprio paese con il rione "Casenuove", probabilmente per distinguersi forse da quelle vecchie. Inizialmente faceva parte della parrocchia di Zangarona, ma nel 1814, costituitasi la parrocchia di Quinzi, né venne a far parte fino al 31 agosto 1940, (da segnalare che: il 14 luglio 1890 fu chiesto a Mons. Valensise di ritornare a far parte della parrocchia di Zangarona, la richiesta fu respinta,) quando il vescovo di Nicastro, Mons. Eugenio Giambro (vescovo di Nicastro 1916-1955), la riportò a quella di Zangarona e di cui oggi né fa ancora parte. Probabilmente anche agli abitanti di Fronti spetta il merito della costruzione della chiesa del Soccorso, situata nella frazione di Magolà, infatti, diversi abitanti di Fronti alla fine del 1700, le domeniche mattina scendevano a Nicastro per vendere i prodotti del loro artigianato, le "ceste", siccome ancora non esisteva la chiesa di Fronti, si fermavano in quella del soccorso dedicata alla "S. Maria del Soccorso" per assistere alla messa domenicale. Negli anni della seconda guerra mondiale il paese ospitò diverse famiglie che risiedevano a Nicastro le quali per ripararsi dei continui bombardamenti aerei, si rifugiarono nella frazione di Fronti "Gli sfollati", durante la liberazione dai tedeschi, da parte di americani e inglesi, il paese fu zona di accampamenti militari inglesi È stato interessato come tutti i paese calabresi dal fenomeno della emigrazione.

    I paesi limitrofi

    A sud nel comune di Lamezia Terme: Magolà e Zangarona, a nord nel comune di Serrastretta: Palmatico, Quinzi e Accaria Rosario



    Edited by terryborry - 25/6/2012, 13:08
     
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