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Falerna

Provincia di Catanzaro

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  1. Isabel
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    Falerna

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    Info - Scheda Wikipedia

    Falerna è un comune di 4.050 abitanti della provincia di Catanzaro. La comunità falernese è stata colpita duramente dai fenomeni migratori che interessarono la Penisola all'inizio del XX secolo. Diverse delle 956 vittime della più grave sciagura mineraria mai accaduta negli Stati Uniti d'America - avvenuta il 6 dicembre 1907 a Monongah, West Virginia - erano emigranti provenienti da Falerna. Nel corso del 2006 il Comune di Falerna ha contribuito finanziariamente all'iniziativa della costruzione di un monumento intitolato all' Eroina di Monongah, dedicato alle vedove dei minatori periti nella tragedia e situato nei pressi del Municipio della cittadina della Virginia Occidentale.

    Le origini


    Il primo riferimento storico fino ad oggi conosciuto su Falerna è un Regesto Vaticano di novembre 1606, ripreso da padre Francesco Russo nelle sue opere. Il centro abitato di Falerna nacque, presumibilmente, nei primi anni del Seicento, e si popolò di nuove genti a seguito del rovinoso terremoto del 1638, che colpì il Lametino e la Valle del Savuto. Nei feudi dei d’Aquino, i paesi si trovarono al centro del disastro e i danni furono ingenti. Castiglione, l’antico feudo della famiglia, contò 101 morti e complessivamente, nello stato feudale, i morti furono oltre 4.000. Il terremoto scoppiò in una fase delicata per la famiglia d’Aquino, quando i feudatari cercavano di arrestare l’esodo della popolazione per disporre di maggiore forza lavoro da utilizzare nello sfruttamento delle campagne, al fine di acquisire ulteriori ricchezze e consolidare il prestigio all’interno della nobiltà calabrese. L’opera di ricostruzione fu, pertanto, indispensabile, e sotto il dominio di Giovanna Battista d’Aquino, quarta principessa di Castiglione, gli sforzi per combattere la tendenza allo spopolamento portarono al centro dell’attenzione il nuovo centro abitato di Falerna. Il villaggio si sviluppò alle falde del Monte Mancuso, in posizione ancora più elevata rispetto a Castiglione, su un territorio dove i feudatari raccolsero pastori e agricoltori provenienti dai paesi vicini, promuovendo così la trasformazione dei “pagliai” in case in muratura. Il centro crebbe rapidamente e raccolse tutti i contadini sparsi nei piani di Stia, Carito, Canne e Polpicello. Nella “numerazione dei fuochi” delle province meridionali, Falerna compare per la prima volta nel 1648 con 32 fuochi; lo stesso anno Castiglione registrava 213 fuochi. Nei Registri per il “Relevio” (tassa dovuta dal feudatario all’atto della prima investitura o nella successione feudale in cui avveniva il trapasso dal primo investito) Falerna figura per la prima volta nel 1636, feudatario Cornelia d’Aquino, assieme a Conflenti, Castiglione, Serrastretta, Martirano, Motta Santa Lucia, Nicastro, Zangarona. I nuclei familiari di Falerna passarono da 32 nel 1648 a 57 nel 1669, fino ad arrivare a mille abitanti sul finire del Seicento, ivi compresi quelli di Castiglione. I d’Aquino, trasferitisi prima a Nicastro e poi a Napoli, lasciarono la conduzione dei feudi a diversi procuratori, e nel corso del Settecento Castiglione decadde, cedendo la guida del territorio a Falerna, che nel 1783 arrivò a contare circa 800 abitanti, contro i 366 di Castiglione. Da allora Castiglione, antico feudo dei d’Aquino, divenne una frazione di Falerna.

    Il fenomeno evangelico

    La fondazione della Chiesa Valdese a Falerna si inserisce in un movimento più generale, che si sviluppò in Italia a metà Ottocento e che fu in diretto contatto con le idee politiche che sfociarono nella formazione della nazione italiana. Dopo l’Unità d’Italia, si diffuse anche in Calabria un movimento di conversione che consentì la formazione di piccole comunità metodiste, e nacquero così le Chiese di Falerna e di Cosenza, che furono più tardi incorporate nella Chiesa Valdese. La sociologa francese Elena Cassin, autrice di un saggio sulla vita religiosa in Calabria commissionato dalla Fondazione Nazionale di Scienze Politiche di Parigi, ritiene che nel 1877 si contavano a Falerna 30 convertiti. Nel 1898 un missionario si recò a visitare la cittadina e subito dopo Raffaele Gatti si fece promotore dell’Associazione Cristiana di Falerna, chiedendo, assieme ad altri 53 cittadini, l’adesione alla Chiesa Valdese. Da quel momento si intensificò la propaganda in seno alle famiglie, e nel giugno 1899 a Falerna prese stabile dimora un Ministro Evangelico, che iniziò l’esercizio del Culto. Qualche anno dopo fu istituita una scuola vera e propria, frequentata non solo da fanciulli, e furono impartite lezioni di lingua francese ed inglese, con gran sollievo per gli emigrati che tornavano e per le persone che avevano intenzione di emigrare. Nel 1904 fu inaugurato un edificio di proprietà, utilizzato per l’esercizio del Culto e per altre azioni umanitarie. L’Evangelismo a Falerna, pur dovendo far fronte ai violenti attacchi della gerarchia cattolica, fu caratterizzato da un’intensa e feconda attività, e con il ritorno di qualche emigrato, nei primi anni del Novecento, iniziò una nuova ondata di conversioni che raggiunse pure le masse contadine. Dopo la pausa obbligata imposta dal Fascismo, il fenomeno riprese con vigore e negli anni Cinquanta si arrivò a contare oltre 70 valdesi, per la maggior parte artigiani ed impiegati. Un gruppo importante, se si considera che in quel periodo lo stesso numero era vantato da Cosenza e Reggio, mentre Catanzaro arrivava a contare un centinaio di convertiti. Nel 1973 Falerna fu scelta come sede dei campi estivi e per organizzare la Conferenza Distrettuale di Catanzaro. Ma nel corso degli ultimi anni il fenomeno evangelico ha subìto una battuta d’arresto, e a distanza di settant’anni dalla sua edificazione, è stato venduto l’edificio della Chiesa Valdese, utilizzato per lunghi anni per lo svolgimento di attività umanitarie che hanno contribuito ad elevare le condizioni di vita della cittadina e che hanno lasciato nella memoria collettiva un buon ricordo.

    Chiesa della Provvidenza

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    - Info -

    Appena fuori dall’abitato di Falerna sorge la chiesetta della Provvidenza sull’omonimo colle, un grazioso edifico della fine dell’Ottocento che recentemente è stato rivalutato e restaurato. La Chiesa della Provvidenza racchiude tutto il fascino delle cappelle di campagna e le suggestioni di tutto ciò che l’arte popolare riesce a portare alla luce. Fu Nicola Notarianni, anacoreta falernese di due secoli fa, a raccogliere le offerte di casa in casa per tutta la città sino a raggiungere la somma necessaria all’edificazione della chiesetta. Tutto il Colle Provvidenza ha beneficiato dell’intervento di restauro, che ha così restituito alla cittadinanza un’area dal grande significato storico e commemorativo: in questa stessa area, infatti, sorge il Monumento ai Caduti. La Chiesa si presenta con una struttura architettonica semplice, tipica delle costruzioni rurali, con campanile laterale a base quadrata rivestito in mattoncini nel secondo livello. Tutto l’edificio è rivestito in pietra grezza e malta che ben si armonizza alla piazza tutta attorno, pavimentata con mattoni di colore lievemente più scuro e con una rosa dei venti che sottolinea il già menzionato monumento ai caduti ed il punto panoramico dietro di questo, da cui è possibile scorgere tutto l’abitato di Falerna. Al lato della Chiesa della Provvidenza, caratterizzata anche da un moderno portone in legno, troverete un porticato sorretto da colonne lisce ed un’ampia area di parcheggio.

    facciata
    Facciata

    campanile
    Campanile

    porticato
    Porticato

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    Monumento ai Caduti

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    Piazza retrostante la Chiesa



    Falerna Marina

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    - Info -

    Sede del primo svincolo sul mare in direzione sud dell'autostrada Salerno Reggio Calabria, la cittadina ha conosciuto un notevole sviluppo urbanistico ed economico a partire dai primi anni Sessanta, prima per effetto delle rimesse degli emigrati e poi a seguito del miglioramento della rete viaria e della linea ferrata. Ed è proprio attorno alla stazione ferroviaria che è nato un insediamento costiero cresciuto rapidamente e diventato un vero e proprio centro abitato. Oggi il comune conta 3.596 abitanti, concentrati in tre principali nuclei urbani: il Capoluogo, Castiglione Marittimo e Falerna Marina.

    La costa

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    La costa si sviluppa per cinque chilometri, mentre l'entroterra si estende a cuneo passando da quota zero sul livello del mare a quota 1.328 sul Mancuso, un episodio montuoso che è stato definito l'area di maggior pregio naturalistico dell'intera dorsale del Gruppo del Reventino, settore sud occidentale della Sila Piccola. Lo sbalzo di quota si realizza attraverso una successione di gradoni di origine quaternaria che si manifestano su cinque ordini e che costituiscono vere terrazze dalle quali si domina un vastissimo panorama. Le balze sono raccordate tra di loro da pendici ripide, coperte di vigneti e di ulivi, lecci, sugheri fino all'abitato di Falerna e di faggi, ontani, querce e castagni nella montagna, mentre le conifere ricoprono le quota più alte di un territorio sul quale si possono osservare reperti disseminati che testimoniano la presenza di antichi insediamenti umani.

    Aree archeologiche

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    Torre Lupo, Schipani, Pian delle Vigne, Timpa delle Vigne, Palazzolo e Posto del Bosco sono alcune fra le più importanti aree archeologiche di Falerna, ed è qui che sono stati ritrovati numerosi chopper, l'utensile più antico dell'umanità, di pietra, scheggiato e tagliente per essere usato dai cacciatori paleolitici come ascia a mano e dalle donne come arnese di lavoro. Le terre di Falerna, infatti, risultano abitate dagli uomini preistorici che hanno lasciato testimonianza di industrie litiche, e quando i Greci colonizzano la Calabria, nelle vicinanze sorgono Temesa e Terina, che con i loro porti determinano lo sviluppo agricolo dell'intera zona. Attraversata dalla strada consolare romana denominata Via Popilia, Falerna è scelta per l'insediamento di un complesso rustico ubicato a mezza costa sul pianoro di Pian delle Vigne, ed i resti della villa romana sono oggi affiorati e recintati. Punto di incontro di rotte marittime e di strade terrestri, il territorio è attraversato nei secoli da eserciti di soldati, da mercanti e da viaggiatori. Quando cessa il dominio bizantino della Calabria, i Normanni costruiscono a Castiglione un poderoso castello, ed intorno alla fortezza nasce il primo importante nucleo urbano del comune.

    Fortezza di Castel Leone

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    La Fortezza di Castel Leone, eretta nel 1062, è stata per importanza la principale opera del circondario, e quando gli Angioini conquistano il regno di Napoli ponendo fine alla dominazione sveva, la famiglia d'Aquino entra in possesso del territorio, infeudato nel 1303, ed il dominio dei principi di Castiglione dura ininterrotto fino a tutto il Settecento, quando i Francesi aboliscono la feudalità. Sotto gli Spagnoli la Calabria è circondata da torri di guardia poste sulla costa contro le incursioni di Turchi, Arabi e Barbareschi, e sul territorio di Falerna sorge Torre di Rupe (detta oggi Torre Lupo), che si collega verso sud con la Torre dei Cavalieri di Gizzeria e verso nord con la Torre del Piano di Terina a Nocera. Nella prima metà del Seicento i d'Aquino, per arrestare l'esodo della popolazione da un territorio colpito da terremoti, pestilenze e miseria economica, edificano alle falde del monte Mancuso un nuovo villaggio, e così sorge Falerna, in posizione più elevata rispetto a Castiglione, che col tempo perde la sua autonomia. Quando i Borboni ritornano a Napoli dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo, a Falerna viene riconosciuto il ruolo di Comune e Castiglione decade al rango di frazione. Il Comune partecipa ai moti risorgimentali per l'Unità d'Italia. I suoi volontari prendono parte alla battaglia dell'Angitola nel 1848 e più tardi si uniscono alla spedizione dei Mille e seguono Garibaldi fino al Volturno.

    Torre di Rupe (Torrelupo)
    Galleria foto

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    Edited by terryborry - 26/6/2012, 10:11
     
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  2. corazonmary
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    ecco io abito qua.....grazie isabel x averlo postato....
     
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  3. Isabel
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    Azz Mary allora so contenta di averlo postato :piacere: quando puoi se trovi qualche foto e la inserisci sarebbe ottimo, io non ci sono mai stata quindi non vorrei mettere foto di altre zone magari :hihi:
     
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  4. corazonmary
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    ok..isa...ma io non so postarli...quando ne vogluio postare qualcuna lo dico a te, che e meglio..
     
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  5. Dani78
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    CITAZIONE (corazonmary @ 29/10/2009, 18:18)
    ecco io abito qua.....grazie isabel x averlo postato....

    Ci sono stata di passaggio e ho dormito presso l'hotel T..... ^_^ ho un bel ricordo :)
     
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    Castiglione Marittimo

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    Info - Scheda Wikipedia

    Castiglione Marittimo è una frazione del comune di Falerna in provincia di Catanzaro. Nacque in epoca normanna come borgo adiacente al castello normanno di cui oggi esistono solamente alcuni ruderi. Fu feudo della famiglia D'Aquino fino all'avventura napoleonica. Il feudo comprendeva numerosi centri della zona, escludeva tuttavia i comuni limitrofi di Gizzeria, Nocera Terinese e Sant'Eufemia governati dai Cavalieri di Malta. Nel 1811 Castiglione Marittimo fu assorbito nel comune di Falerna.

    Cenni storici

    Castiglione, primo grosso nucleo dell'attuale comune di Falerna, come centro abitato è nato intorno al Mille. All'epoca, la decadenza delle città costiere che orbitavano attorno al territorio era generale, e ne erano testimonianza i destini di Terina e Temesa, con centri urbani desolati o distrutti, vie abbandonate e porti in disuso. A causa delle incursioni saracene, la popolazione era fuggita sui monti e nelle alture, andando a vivere nelle zone interne, in luoghi protetti da barriere naturali come strapiombi, corsi d'acqua e fossatti, sfruttando la morfologia del terreno per resistere agli attacchi esterni. La zona era interessata da una vivace attività agricola, come testimoniano, fra l'altro, gli avanzi di una villa romana ed una via che era un diverticolo dell'importante strada consolare romana Popilia Annia. Castiglione deve la sua nascita proprio all'attività agricola ed alla facilità delle comunicazioni. Sorto in origine come villaggio rurale che raccolse le genti sparse nei campi, il nuovo centro mise i contadini al servizio della signoria fondiaria che anche in epoca bizantina dovette sovrintendere all'economia della zona, sulla scia delle numerose ville romane che avevano operato sul territorio. Castiglione dava così una risposta concreta all'esigenza di reperire e mantenere manodopera necessaria ai proprietari terrieri per la lavorazione nei campi, in un periodo di crisi demografica, di nomadismo e di spopolamento; ma contribuiva pure a soddisfare il bisogno di sicurezza e di stabilità avvertito dai contadini stanchi di vivere giorni di paura e di precarietà. Fu così che sulla collina a 200 metri di altezza sul livello del mare sorse un agglomerato di case che divennero sempre più numerose, e man mano che nuove genti vi affluivano, il pianoro si popolava e si sviluppava, favorito dalle varie sorgenti d'acqua, utilizzate per lo sfruttamento della campagna fin dall'antichità. I Normanni vi edificarono una fortezza, ed il castello divenne una delle più importanti opere di difesa del circondario. Il più antico riferimento storico su Castiglione (fino ad oggi conosciuto) è contenuto dall'abate Orazio Lupis in un libro scritto nel 1795, e si riferisce ad una rivolta dei Calabresi contro i due fratelli Altavilla, Roberto e Ruggero. In quell'occasione i rivoltosi assalirono il castello presidiato dai Normanni e "fecero a pezzi" i 70 cavalieri della guarnigione. Si era nell'anno 1091. Nel 1303 il re di Napoli Roberto d'Angiò concesse il feudo ad Atenolfo d'Aquino, ed il dominio della famiglia d'Aquino sulle terre di Castiglione durò fino all'eversione della feudalità. I d'Aquino sono stati una delle più illustri famiglie nobili italiane, e costituivano una delle sette grandi Case del Regno di Napoli.

    Edited by terryborry - 25/6/2012, 20:07
     
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  7. Isabel
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    Torre Lupo

    faltorlup02

    - Info -

    «Sotto gli Spagnoli la Calabria è circondata da torri di guardia poste sulla costa contro le incursioni di Turchi, Arabi e Barbareschi, e sul territorio di Falerna sorge Torre di Rupe (detta oggi Torre Lupo), che si collega verso sud con la Torre dei Cavalieri di Gizzeria e verso nord con la Torre del Piano di Terina a Nocera».

     
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6 replies since 29/10/2009, 16:20   387 views
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