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Cariati

Provincia di Cosenza

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  1. Isabel
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    Cariati

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    Cariati è un comune di 8.416 abitanti in provincia di Cosenza. È una cittadina della Calabria ionica e si trova a metà strada fra le città di Sibari e Crotone.

    Origine del nome

    Ci sono diverse versioni sull'origine del nome:
    • Da caterina (o Carina), cioè grazia, città bella e graziosa.
    • Da un'originaria denominazione "Cariatide Diana", legata ad una località sacra a Diana.
    • Da Korion, attestato nel X secolo, che deriverebbe dal greco Curuai (abitanti della greca Carie).
    • All'inizio Cariati era situato nella piana ove attualmente sorge la frazione di Santa Maria; poiché era spesso oggetto di attacchi saraceni ad opera di Khayr al-Dīn Barbarossa, gli abitanti furono costretti a spostarsi dalla marina all'attuale posizione: dal trasporto sui carri deriverebbe il nome di "Carriati", da cui a sua volta deriverebbe il topononimo.

    Storia

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    - Info -

    Secondo la tradizione, il paese sarebbe stato fondato sulle rovine di Chone, colonia magno-greca che sorgeva nei pressi del torrente Fiumenicà. Nel sec. III a.C. passò sotto il dominio di Roma e fu nota come Paternum. A causa delle continue incursioni saracene il paese fu edificato in collina, in un luogo più sicuro e difendibile, in modo da costituire una postazione militare di rilevante importanza strategica specialmente ad opera di Niceforo Foca. Tutto ciò non impedì, tuttavia, la sua conquista, nel 1050, da parte di Roberto il Guiscardo. Subì gli influssi della cultura bizantina particolarmente radicata nella zona e, nonostante gli accordi che gli Altavilla avevano intrapreso con la chiesa di Roma, tendenti a latinizzare le terre e i casali ricadenti nei loro domini, mantenne a lungo il rito e le tradizioni proprie della chiesa greca. Nel 1260 vi figura, quale utile signore un tal Matteo, padre di Boemondo il cui cognome era, forse, Cariati. Nei primi del sec. XIV è infeudato a Gentile di San Giorgio. Nel sec. XIV vi apparvero i Ruffo Montalto, e proprio per interessamento di Covella Ruffo, venne innalzata a sede vescovile da papa Eugenio IV nel 1437. Nel 1479, vi subentrarono i Riario di Imola; a costoro successero i Sanseverino, i Coppola, i Borgia e, nel 1505, gli Spinelli che vi rimasero fino all’eversione della feudalità. Tra le numerose incursioni turchesche che l’afflissero, si ricorda quella del 1595 ad opera di Sinam Pascià Cigala, ossia di quel cristiano rinnegato a nome Scipione Cicala. I cariatesi, sollecitati dal vescovo D’Alessandro, presero parte attiva allarmata della Santa Fede guidata dal cardinale Fabrizio Ruffo per abbattere la repubblica napoletana, nel 1799. "L’accesso al fortilizio - scrive Giuseppe Cersosimo - avveniva tramite un ponte levatoio nel rione che ha conservato il toponimo Ponte a ovest, e successivamente anche da una porta a sud di innesto all’asse viario principale a sviluppo lineare: l’attuale Via XX Settembre. La cortina muraria, di origine quattrocentesca su preesistenze bizantine, fortificata dai viceré spagnoli e dai principi Spinelli (sec. XVI-XVII-XVIII), è imponente nella mole, non presenta tracce di merlature e manca quasi ovunque il camminamento di ronda non più identificabile. I torrioni si alternano a bastioni a salienti denotando i vari interventi di potenziamento e si raccordano con l’andamento a scarpa di tutta la cinta muraria. Al suo interno, dal mediano asse principale si diparte una fitta maglia viaria che collega gli edifici più importanti (Seminario, Cattedrale, Episcopio) con i vari quartieri volgarmente denominati rughe costituiti da accorpamenti di piccole cellule abitative a formare isolati spesso dimensionalmente notevoli" (1). Imboccando Via XX settembre, si giunge in Piazza Plebiscito sulla quale prospetta la Cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo. Fondata nel 400, ebbe a subire i danni provocati dal terremoto del 1783; fu ricostruita nel 1857 dallarcè. Carmine Ruggero. La facciata è caratterizzata da un pronao templare con colonne. La torre campanaria, a pianta quadrata, è rimaneggiata nella cuspide. L’interno è costituito da tre navate divise da colonne binate in stile ionico. La copertura del presbiterio è a cupola su tamburo ottagonale, esternamente è rivestita da mattonelle in maiolica. Sull’altare maggiore, decorato a tarsie policrome, tela raffigurante la l’Assunta di Raffaele Aloisio del 1864. Ai lati, avanzi di un coro ligneo settecentesco in noce, intagliato e decorato in stile barocco, costituito da due ali di scanni con alto postergale, coronamento di trabeazione e vistose cimase a rilievo con testine di angioli e colomba. L’opera proviene dal convento dei Liguorini di Corigliano per l’acquisto fattone dal vescovo di Cariati mons. Collia (1839-1873) e reca la seguente iscrizione: "Locum hunc mira arte fabre-factum ad Deo psalleadum dictum Hieronimus Franceschi de Serra faciebat anno Domini 1755 usq. annum 1759". In sagrestia dipinti di ignoti raffiguranti dei prelati: vescovo Nicola Golia (sec. XIX), vescovo Gelasio (opera di Gaetano Basile del 1829). Inoltre le seguenti tele: Madonna e Santi (sec. XVIII), S. Lucia (sec. XVIII), San Michele di Luigi Taglialatela del 1912, Madonna del Carmine con San Rocco del 700, Sacra Famiglia con i santi Domenico e Antonio da Padova, dell800. Le statue in cartapesta sono dedicate a: Santa Lucia (Guacci, sec. XIX), San Giovanni Battista (sec. XX), Santa Filomena (sec. XIX). Quelle in legno scolpito e dipinto da ignoti scultori raffigurano: Immacolata (sec. XX), Madonna del Carmine (sec. XX), Santa Margherita (busto, sec. XVIII), S. Pietro (busto, sec. XVIII), San Cataldo (busto, sec. XVIII). Il palazzo vescovile, adiacente alla Cattedrale, è stato eretto verso la metà del Seicento dal vescovo Francesco Gonzaga e fu completato da suo successore mons. Barzellini. La chiesa dei Francescani o dei Minori Osservanti, fu eretta nel 1441 dalla famiglia fiorentina dei Bonaccorso ed è costituita da due distinte costruzioni. La chiesa di Santa Filomena, di architettura tardo gotica, si presenta mononavata con portico e cappelle con volte a crociera costolonate, con cupoletta sovrastante l’abside di forma ottagonale, del sec. XV, rivestita di piastrelle maiolicate fiorentine di tipo spagnolo a mosaico; il portale lapideo è con arco ogivale; la navata e l’abside sono del sec. XV; gli stalli lignei seicenteschi sono opera di Girolamo Franceschi. L’altra chiesa di Santa Maria della Catena, con portale ornato sormontato da un rosone decorato a traforo, ha l’interno con volta a crociera ogivale, a tre campate, con archi a costoloni litici. Nella zona archeologica ravvisabile nelle contrade Praia, Piano S. Maria e Frasso, ritrovamenti di età preistorica, protostorica e classica. Tra i vari reperti, fanno spicco alcuni bronzetti tra cui uno che raffigura Ercole, frammenti di corredi vascolari, monete romane, un’ascia e due tesoretti monetali di età magno-greca. Si racconta di una ragazza di nome Laura che, rapita durante le incursioni barbaresche e portata ad Istambul, divenne la favorita del sultano. In quell’occasione imparò l’arte del tessere, e, quando, in seguito alla morte del suo signore, ebbe la libertà, tornò a Cariati e vi diffuse quanto appreso in Oriente. Si dice anche che lungo le valli nei dintorni del paese, si odano strani rumori attribuiti a creature orribili con sembianze di vecchie che sbattono i loro seni nelle acque dei fiumi. Vestito tradizionale: "Scalze. Vannerella, maniche staccate. Nel distretto di Rossano è cotone; quindi gli uomini calzoni di felpa, calzettoni blu e cappello con nastri". Tratto da "L.Bilotto" - Itinerari culturali della provincia di Cosenza a cura di "Depinius"

    I Brutii

    Nel territorio cosentino è documentata la presenza dei Brutii dal V-IV secolo a.C.. Tra il IV e il III secolo a.C. anche il territorio di Cariati fu frequentato da queste popolazioni, dedite all' agricoltura e alla pastorizia.
    In un uliveto su una collina alla periferia del paese (località "Timpa del Salto" in contrada Prujja) in occasione di lavori agricoli venne rinvenuta nel 1978 una tomba ("tomba Brettia" o "Bretia"), risalente al 330 circa a.C.. La sepoltura, ritrovata intatta, è costituita da blocchi parallelepipedi di arenaria che racchiudevano un piccolo spazio di circa 2 m2. La tomba era internamente affrescata, con scene tratte dalla vita di un guerriero. Il corpo era accompagnato da un ricco corredo, costituito da un'armatura in bronzo, con cinturone, elmo e spada, anfore e piatti, tutti esposti al museo di Sibari. Nel territorio sono state rinvenute anche altre sepolture, ma depredate e distrutte.
    Resti di antiche abitazioni, mortai in pietra, orci in ceramica sono indizi per la presenza di un insediamento, favorito dalla posizione dominante della città.

    Il Feudalesimo

    Feudatario nell’anno 1260 fu Matteo Cariati, sul cui cognome gli storici non sono certi; all’inizio del Trecento riscontriamo Gentile di San Giorgio, a cui subentrarono i Ruffo Montalto. Per iniziativa di Covella Ruffo, e con beneplacito di Papa Eugenio IV, Cariati diventò Sede Vescovile (1437). Il feudo venne assegnato agli imolesi Riario nel 1479, indi ai Sanseverino, ai Coppola e poscia ai Borgia. Nel 1495 Re Carlo VIII di Francia, occupato il Regno di Napoli donò la contea a Michele Riccio, cui venne tolta con la disfatta dei francesi. Nell’anno 1505 la proprietà venne attribuita ai principi Spinelli, che furono titolari di Cariati sino all’eversione della feudalità.

    Punti di interesse

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    Monumento ai Caduti

    - Info -

    • Borgo - Borgo sulla riva del mare, accessibile da più punti ma con l'attuale accesso principale costituito da Porta Pia. Il primo nucleo dell’attuale centro storico sorse come luogo strategico fortificato in età bizantina, fra il IX e il X secolo.
    La cinta muraria fu fortificata quando la cittadina era un feudo della famiglia Ruffo. La lunghezza completa del perimetro è di circa un chilometro, inframmezzata da otto torri.
    • Porta Pia (o Porta Nuova) e corso XX settembre - Subito dopo l'ingresso principale di Porta Pia o Porta Nuova, si trova il Palazzo del Seminario, costruito nella prima metà del Seicento.
    Dalla porta inizia il corso XX settembre, la via principale una volta "via Duomo"), lungo la quale sorge prima la cattedrale di San Michele Arcangelo e, subito dopo, il Palazzo vescovile, preceduto dalla piazza del Borgo (piazza Plebiscito), dove si trova la torre campanaria con un orologio, costruita nel 1904.
    • Cattedrale di S. Michele Arcangelo - La chiesa venne costruita nel V secolo e fu riedificata, sotto l'episcopato di monsignor Nicola Golia nel 1857, ad opera di Carmine Ruggiero.
    La facciata è preceduta da un porticato, dal quale si erge il campanile, costruito successivamente. La cupola è rivestita con mattonelle di maiolica policrome.
    L'interno presenta tre navate, separate da massicce colonne ioniche, disposte in coppia.
    • Chiesa degli Osservanti - La chiesa venne costruita nel 1441 per volere di Bonaccorso Caponsacco. Dista poche centinaia di metri dalle mura del Borgo. È un'opera di architettura monastica in stile "tardo-gotico", e conserva un'abside quadrangolare. Il portale di ingresso all'edificio è a forma ogivale in pietra. La cupola si presenta a costoloni rivestiti con mattonelle di maiolica policrome.
    • Tomba Bretia - La sepoltura è costituita da una tomba a "camera sotterranea", sita su una collina a ridosso del mare in località Salto, facilmente raggiungibile dalla statale 106.

    Cariati di notte

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    Cariati Marina

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    Edited by terryborry - 5/10/2011, 08:48
     
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  2. Isabel
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    Cattedrale

    - Info -

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    Cupola della Cattedrale di S. Michele Arcangelo

    La chiesa venne costruita nel V secolo e fu riedificata, sotto l'episcopato di monsignor Nicola Golia nel 1857, ad opera di Carmine Ruggiero.
    La facciata è preceduta da un porticato, dal quale si erge il campanile, costruito successivamente. La cupola è rivestita con mattonelle di maiolica policrome.
    L'interno presenta tre navate, separate da massicce colonne ioniche, disposte in coppia.


    Chiesa degli Osservanti

    La chiesa venne costruita nel 1441 per volere di Bonaccorso Caponsacco.
    Dista poche centinaia di metri dalle mura del Borgo. È un'opera di architettura monastica in stile "tardo-gotico" e conserva un'abside quadrangolare.
    Il portale di ingresso all'edificio è a forma ogivale in pietra. La cupola si presenta a costoloni rivestiti con mattonelle di maiolica policrome.


    Borgo

    Borgo sulla riva del mare, accessibile da più punti ma con l'attuale accesso principale costituito da Porta Pia. Il primo nucleo dell’attuale centro storico sorse come luogo strategico fortificato in età bizantina, fra il IX e il X secolo.
    La cinta muraria fu fortificata quando la cittadina era un feudo della famiglia Ruffo. La lunghezza completa del perimetro è di circa un chilometro, inframmezzata da otto torri.


    Porta Pia (o Porta Nuova) e corso XX settembre

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    Subito dopo l'ingresso principale di Porta Pia o Porta Nuova, si trova il Palazzo del Seminario, costruito nella prima metà del Seicento.
    Dalla porta inizia il corso XX settembre, la via principale una volta "via Duomo"), lungo la quale sorge prima la cattedrale di San Michele Arcangelo e, subito dopo, il Palazzo vescovile, preceduto dalla piazza del Borgo (piazza Plebiscito), dove si trova la torre campanaria con un orologio, costruita nel 1904.


    Tomba Brettia

    La sepoltura è costituita da una tomba a "camera sotterranea", sita su una collina a ridosso del mare in località Salto, facilmente raggiungibile dalla statale 106.


    Turismo

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    Vista dal Torrione

    La bellezza del paesaggio circostante, la limpidezza del mare (Bandiera Blu 2009, 2010), la bontà dei prodotti tipici e la vicinanza con la Sila fanno di Cariati un centro turistico apprezzato dalle migliaia di persone che ogni anno si riversano su questo scorcio di Ionio. Pochi sono ancora gli alberghi e le pensioni ma a sud del paese sono presenti dei villaggi molto attrezzati. In più non è difficile affittare per i mesi estivi appartamenti che i residenti mettono a disposizione.


    Artigianato

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    Veliero in manutenzione presso un cantiere navale a Cariati


    L’artigianato locale subisce l'influsso delle incursioni dei Turchi Ottomani e all'ancora più antica arte della Magna Grecia (Si trova infatti a metà strada fra due delle più importanti città del periodo (Sibari e Crotone)). L'influenza turca nell'artigianato si nota particolarmente nel tessile dove ancora oggi alcune donne continuano a tessere coperte e tappeti. "Si narra che una donna del posto di nome Laura fu rapita dai Turchi e deportata per un periodo di tempo in Turchia. Qui imparò l'arte manufatturiera e, una volta liberata e tornata al proprio paese, insegnò la nobile arte tessile alle altre donne". Anche la lavorazione della creta, un tempo molto praticata, è un’attività artigianale tipica di Cariati. Vi sono vari negozi di oggetti in terracotta e ceramica, lavorati secondo la tradizione dei vasai (“vucalari”) cariatesi di una volta. Esiste infine a Cariati una tradizione cantieristica per la costruzione di barche da pesca, pescherecci (“paranza”).Infatti nel circondario sono chiamati “i maestri d’ascia”.

    Edited by terryborry - 5/10/2011, 08:48
     
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  3. Anais81
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    mia madre e' nata in questa bella citta'!
    sono anni che non torniamo a rivisitarla...
    avevo 7 anni l'ultima volta che ci sono stata...
    grazie per questo post!mi avete fatto venire l'idea di farmi un bel viaggetto,
    sarebbe anche l'ora!!:)
     
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2 replies since 30/10/2009, 14:25   481 views
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