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Riserve naturali

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  1. Isabel
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    Riserve naturali


    Riserva naturale I Giganti della Sila

    gigantidellasila

    - Fonte -

    Tipologia di area protetta

    La Riserva Naturale Biogenetica "I Giganti della Sila" interessa un'area di 5,4 ettari di pineta (a circa 1.400 metri di quota) di pino laricio con esemplari plurisecolari; si trova nel Comune di Spezzano della Sila (CS), nella località Fallistro.

    Descrizione

    Nella Riserva Naturale Biogenetica Statale "I Giganti della Sila" la specie forestale dominante è il pino laricio che forma una fustaia disetanea che va dai 350 e più anni di età dei cosiddetti "Giganti", ai 120 anni della pineta matura, fino ai 10-15 anni della rinnovazione naturale. Le piante più vecchie (tutte numerate) sono poco più di 50 di pino laricio, oltre ad alcuni esemplari di acero montano. Il pino larcio più imponente ha un diametro di di 187 cm e un'altezza di 43 metri circa. Nel piano intermedio è presente il faggio, il melo selvatico e qualche castagno, mentre ai margini della riserva si trovano esemplari di pioppo tremulo. La Riserva rappresenta un importante relitto dell'antica foresta che, fino alla fine del XIX secolo, ricopriva gran parte del territorio silano, prima di essere sacrificata per rifornire di legname pregiato il giovane Regno d’Italia. La fauna, tipica delle zone silane e appenniniche, è limitata dalle ridotte dimensioni della riserva.

    giganti+della+sila

    - Fonte -

    La Riserva naturale I Giganti della Sila, nota anche come Riserva naturale del Fallistro dal nome della località in cui si trova, è un'area naturale protetta statale istituita nel 1987 in Calabria, nella provincia di Cosenza. Quest'area protetta è nota in quanto ospita i famosi "Giganti della Sila" o "Giganti di Fallistro", pini larici ultracentenari di dimensioni maestose, i cui tronchi formano un perfetto colonnato naturale. Tali tronchi possono innalzarsi fino a 45 metri di altezza e avere un diametro alla base di circa due metri, tanto da essere spesso paragonati per dimensioni alle sequoie nordamericane (che però raggiungono dimensioni quasi doppie). I pini presenti nella riserva sono 56. Oltre al pino laricio sono presenti anche meli selvatici, faggi, castagni, pioppi tremuli e aceri montani.

    Storia

    Il nome "Sila" deriva da un'espressione osca equivalente al latino "silva", ossia "selva", "bosco". I Romani chiamavano l'area della Sila, compreso l'altopiano delle Serre e l’Aspromonte, "Silva brutia", da cui deriva il nome attuale. La riserva è quindi l'ultimo residuo dell'antica foresta silana, presente fino agli inizi del Novecento, e che venne poi in gran parte tagliata dapprima con l'Unità d'Italia, quando venne sacrificata per rifornire di legname pregiato il giovane Regno, e poi nell'immediato secondo dopoguerra, come pegno da pagare agli alleati britannici e americani, per aver liberato il paese. Secondo alcuni studi effettuati su campioni di legno, parte della riserva risalirebbe invece agli anni 1620-1650.

    Territorio

    La riserva occupa una superficie di 5,44 ha su un leggero pendio ad un'altitudine media di 1.420 m s.l.m., esposto a nord-ovest e a sud-est.

    Fauna

    La fauna è quella tipica delle zone silane e appenniniche. Nella riserva ci si può imbattere nello scoiattolo nero calabrese (Sciurus vulgaris) e nella volpe appeninica (Vulpes vulpes). Vi è anche la presenza di rapaci quale la poiana, il gheppio e altri. Nella riserva vivono varie specie di picidi come il picchio rosso maggiore, il picchio rosso mezzano e il raro picchio nero. Non è esclusa la presenza del cinghiale nella foresta, ma solo nel periodo autunnale-invernale, quando l’accesso ai visitatori non è consentito.

    Flora

    La Riserva è sostanzialmente una pineta di Pino Laricio (Pinus nigra var. calabrica), impiantata, secondo alcuni studiosi, nella prima metà del 1600, da un nobile proprietario terriero che edificò lì vicino la propria dimora estiva, con annesso una filanda. Tale proprietario terriero decise di abbellire l’area intorno la dimora realizzando una sorta di orto botanico, impiantando varie specie di piante autoctone, tipiche dell’area silana. Ad oggi quello che rimane nella Riserva, sono 56 piante di Pino Laricio di cui 4 caduti per maltempo, dei meli selvatici, di pioppi neri e degli aceri di montagna. 7 degli aceri sono esemplari centenari e si collocano ai margini della riserva.

    I "Giganti di Fallistro"

    scavato

    Tutte i 56 "giganti" presenti nella Riserva sono ultra secolari, fino ai 350 anni, mentre altre piante, sempre presenti nella Riserva, hanno circa 150 anni. Recentemente sono nate in maniera spontanea altri Pini Larici di età inferiore ai 30 anni.

    Accesso e strutture ricettive

    La Riserva non è aperta tutto l’anno. Il suo accesso è programmato solo nel periodo estivo da giugno, fino a metà autunno, fine di ottobre. La Riserva può essere percorsa soltanto a piedi, attraversando un percorso obbligato. Sono esclusi al suo interno l’uso di biciclette e ciclomotori. Un ampio parcheggio all’ingresso della Riserva consente comodamente di raggiungerla con autovetture e autobus. Naturalmente sono previsti i classici obblighi da osservare in un’area boschiva. Tutte le 56 piante sono state catalogate dal Corpo Forestale dello Stato, che ha realizzato e installato in prossimità di ogni piante, tabelle informative sulle piante stesse, nella quale viene indicata l’altezza e l’età della pianta, la specie e il diametro del tronco.


    Edited by Simona s - 22/10/2013, 11:51
     
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13 replies since 4/3/2010, 15:35   365 views
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