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Taurianova

Provincia di Reggio Calabria

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    Taurianova

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    Piazza della città

    - Fonte -

    Taurianova è un comune italiano di 15.846 abitanti della provincia di Reggio Calabria, in Calabria. Nasce dalla fusione tra i due comuni di Radicena e Iatrìnoli.

    Geografia

    Situato su di un terrazzo alluvionale ai piedi della dorsale che salda le serre all'Aspromonte, il comune di Taurianova è uno dei più importanti centri della provincia. La città è situata nella parte più meridionale della piana di Gioia Tauro, a circa 15 chilometri dal mare, a sei dalla montagna, a ottocento metri dal torrente Razzà. Il clima è mediterraneo, con una temperatura media annua superiore ai 17 °C. Venti predominanti sono quelli umidi dell'Occidente; d'estate soffia talora lo scirocco.

    Etimologia

    Gerhard Rohlfs nel “Dizionario toponomastico ed Onomastico della Calabria” asserisce che Radicena, in dialetto “Redicina” o “Dericina”, deriva dal latino tardo "radicina", ovvero "radice". Mentre Iatrìnoli, in dialetto "Jatrinuni" o "Iatrinni", sembra nato da "Iatridoni", i discendenti dalla famiglia "Iatridi", dal cognome greco "Iatris". Andrè Guillou nel "Teothokos de Hagia-Agàthé" considera Radicena toponimo di origine latina, da "radicina", mentre Iatrinoli toponimo di origine greca e significherebbe "ostretica", "levatrice". Emilio Barillaro nel "Dizionario bibliografico" ritiene che Radicena appartenga al periodo bizantino, secolo XI, da "Radikena". G. B. Marzano nel "Dizionario etimologico del dialetto calabrese" sostiene che Radicena e Iatrìnoli derivino dal greco e Iatrìnoli significhi "medicare", "guarire" da "iatros". L'arciprete F. Maria De Luca dice che Iatrinoli derivi dal sostantivo greco "iatreion", "il paese dove il medico esercita la sua arte", per far rammentare la sua fondazione nella tenuta di pertinenza di un medico. A parere dello stesso De Luca, Iatrìnoli potrebbe essere un nome promiscuo dal greco "iatros" e dal latino "nolo", "non volere", e "colo", "esercitare", per dire che non aveva bisogno del medico, dandosi vanto della salubrità del luogo.

    Storia

    Nasce ufficialmente come macro-comune il 12 marzo 1928, dal preesistente comune di Terranova (il quale riacquisterà poi la sua indipendenza amministrativa il 23 aprile 1946), unito alle località di Radicena e Jatrinoli, più l'annessione di frazioni e contrade quali San Martino, Amato, Pegara e Scroforio (quest'ultima poi riceduta al comune di Terranova Sappo Minulio.

    Medioevo


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    Foto di G.Quaranta

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    Fontana Monumentale del Barillari

    Lo sviluppo dei due centri di Radicena e Iatrìnoli, all'origine dell'odierno nucleo urbano, e dell'attuale frazione San Martino, tutti antichi casali di Terranova, che per la loro posizione geografica si trovano al centro di un importante sistema viario, può considerarsi parallelo. Attendibile è l'esperto di storia bizantina italiana André Guillou, il quale, richiamandosi a un documento di donazione, dimostra che Radicena esisteva fin dal 1050 e menziona dello stesso periodo il monastero di Santa Lucia situato ad ovest del suddetto centro. Padre Fiore, storiografo del Settecento, afferma che la loro fondazione è stata opera dei profughi provenienti da Tauriana, importante e fiorente centro della costa tirrenica, distrutto nel 950 dalle incursioni saracene dell'emiro di Palermo, Hasan-Ibn Alì, di casa Kelbita, il quale per il mancato tributo dovutogli dai Bizantini decise di occupare tutta la Calabria. Padre Fiore così si esprime: «Ond'è da trarre in conseguenza quanto grande e popolata fosse la già distrutta Taureana, mentre le sue reliquie furono bastanti a fondare la nuova città di Seminara, a riabitar Terranova, accrescere San Giorge, e forse ancora a dar principio a tutto dalla maggior parte dei villaggi i quali sono sotto la giurisdizione di Terranova, cioè Rizziconi, San Leo, San Martino, Cristò, Vatone, Radicena, Iatrinole, Bracade, Curtulade, Galatoni, Scroforio e Molochio». Lo storico Giuseppe Romeo Toscano arriva alla conclusione che essendo "piazza Garibaldi" di Radicena tuttora denominata "Chianu 'i San Basili" (Piano di San Basilio), potrebbe darsi che ivi già sorgesse uno dei 137 conventi basiliani che lo storiografo polistenese Girolamo Marafioti afferma esservi stati nella Piana di San Martino, tra Seminara, Rosarno e Galatro, e che un certo numero di profughi di Taureana vi avesse trovato rifugio dando origine all'antico nucleo cittadino. A sostegno di questa tesi il fatto che a Radicena dagli "Atti di visita pastorale" emerge che esisteva una chiesa di San Basilio nel 1586 e che dagli atti notarili di fine Seicento si incontra spesso la definizione "quarterio di San Basilio". La derivazione di Radicena e Iatrìnoli da San Martino, invece, è dimostrata da Domenico Valensise, storico polistenese, per il quale le genti fuggite da Taureana decisero di stanziarsi nelle zone oltre il fiume Metauros, dove costruirono un casale a cui diedero il nome di San Martino (noto per la Sua divina protezione). Molti vi rimasero, altri proseguirono andando a popolare le zone circostanti, fissandosi in piccoli nuclei abitativi, tra cui Radicena e Iatrinoli, facenti però sempre capo a San Martino che divenne il più importante centro civile e religioso della Piana, sede di chiese e conventi e munito di un Castello. Quest'ultimo mantenne una posizione di grandezza, di progresso e di tranquillità fino la discesa dei Normanni. Nel 1058 Ruggiero d'Altavilla saccheggiò e devastò San Martino e l'anno successivo nel 1059 represse presso la cittadina le ultime resistenze delle fiere genti di questa parte di Calabria, che furono costrette a riconoscere i Normanni come loro feudatari. San Martino perse la sua importanza, in particolare, quando dall'altra parte del torrente Marro sorse un altro borgo che i profughi di Taureana chiamarono con il nome della loro patria, "Tauriana Nova" poi "Terranova". La località, ritenuta dai Normanni più sicura, fu promossa a Contea e successivamente a Ducato. Così Radicena, Iatrinoli e San Martino ne diventarono casali seguendone le sorti. Dopo il dominio feudale dei Laurìa, vi fu quello dei Sanseverino, dei Sant'Angelo, dei Caracciolo, dei de Cordoba, dei De Marini e dei Grimaldi.

    Feudalesimo (dal 1100)


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    Pal Contestabile

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    Villa Zerbi

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    Villa Fava

    Furono sottoposti a vari feudatari, tra cui il più lungo fu il dominio feudale dei Lauria, venendo poi acquistati dalla famiglia Grimaldi di Gerace nel 1574. Nel corso del Cinquecento risulta dagli atti notarili che a Radicena e Iatrìnoli abbondavano le coltivazioni di grano e di gelseti, quest'ultima era l'unica pianta che producesse una rendita perpetua, e importante era anche l'allevamento dei cavalli e dei bovini. Nel corso del Seicento, nonostante le difficoltà del banditismo e della carenza delle vie di comunicazione, molte famiglie si spostarono principalmente dal nord e dal centro Italia e andarono ad abitare nei due casali. Si trovano così cognomi nuovi come gli Zerbi, di origine ligure, i Sofia, da Santa Margherita Ligure, i Loschiavo, dalla Campania. S'intrecciarono matrimoni con altre famiglie illustri del luogo e dei paesi vicini: Contestabile residenti a Stilo, De Leonardis di Gerace, Luvarà di Terranova. Alla fine del Seicento si collocarono altre famiglie al centro degli interessi economici della zona: Drago, di origine greca, e Ganini, con questi ultimi che si distinsero in particolare a Iatrìnoli. Nei due casali esistevano notevoli coltivazioni di grano, lino, oliveti e vigne e molti erano i benestanti, tra cui le famiglie già menzionate. Ai proprietari privati si affiancava, da quanto si evince dagli atti notarili, anche il Convento di Santa Maria della Misericordia dei Domenicani di Radicena come il maggiore detentore di beni, infatti faceva compravendita con privati, permutava e dava soldi in prestito. Radicena, Jatrinoli e San Martino furono anticamente delle contrade e casali sotto l'amministrazione di Terranova Sappo Minulio. Radicena risale almeno al 1050, data di donazione della monaca Kometo, vedova di Giovanni, discendente da Elia Erotikes, alla chiesa di Oppido Mamertina. Il filologo Gerhard Rohlfs nel “Dizionario toponomastico ed Onomastico della Calabria” asserisce che Radicena, in dialetto “Redicina”, deriva dal greco tardo "ρаδικενаς", ovvero "tetto di radici". Mentre Iatrìnoli in dialetto "Jatrinuni" o "Iatrinni", sembra nato da "Iatridoni", i discendenti dalla famiglia "Iatridi", dal cognome greco "Iatris". Emilio Barillaro nel "Dizionario bibliografico" ritiene che Radicena appartenga al periodo bizantino, secolo XI, da "Radikena". G. B. Marzano nel "Dizionario etimologico del dialetto calabrese" sostiene che Radicena e Iatrìnoli derivino dal greco e Iatrìnoli significhi "medicare", "guarire" da "iatros". L'arciprete F. Maria De Luca dice che Iatrinoli derivi dal sostantivo greco "iatreion", "il paese dove il medico esercita la sua arte", per far rammentare la sua fondazione nella tenuta di pertinenza di un medico. A parere dello stesso De Luca, Iatrìnoli potrebbe essere un nome promiscuo dal greco "iatros" e dal latino "nolo", "non volere", e "colo", "esercitare", per dire che non aveva bisogno del medico, dandosi vanto della salubrità del luogo. Ai primi del Settecento si verificò una crisi profonda dell'agricoltura, cardine dell'economia, e molti subivano il carcere per non poter pagare le tasse e vendevano tutto quello che possedevano per poter sostenere la propria famiglia. La proprietà ecclesiastica era molto estesa nei due casali e le terre venivano date a censo ai grandi esponenti della nobiltà e della borghesia. Il terremoto del 5 febbraio del 1783 distrusse completamente sia Terranova che San Martino, mentre a Radicena e Iatrìnoli si provocarono danni non ingenti: venne distrutta la Chiesa di Santa Maria della Misericordia o del Rosario, la torre dei Gemelli annessa alla Chiesa matrice di Radicena. Le chiese e gli edifici importanti distrutti o danneggiati vennero ricostruiti in forme barocche e neoclassiche. Dalle statistiche emerge che a Radicena ci furono 756 morti e a Iatrìnoli 312. Costituita la Cassa sacra, all'indomani del terremoto, Radicena fece parte del Comprensorio D (assieme ad Anoia, Laureana, Oppido, Polistena, San Giorgio Morgeto, Seminara e Terranova) e il suo distretto comprendeva, oltre alla città, Iatrìnoli, San Martino e Vatoni. Ma la trasformazione sociale, subentrata dopo il terremoto, non mutò la condizione delle plebi rurali che sentivano sempre più il peso del proprietario borghese, col minuscolo pezzo di terra gravato di censo bollare (contratto con cui veniva data in prestito un somma di denaro dietro garanzia, che veniva restituita dal richiedente con gli interessi). Per questo stato di cose dilagava il brigantaggio. Nel periodo dell'istituzione della Repubblica Partenopea, molti sanfedisti, fautori dei Borboni, approfittarono al passaggio del cardinale Ruffo per diffondere disordine. A Radicena seminavano disordine due bande di malfattori: una ad opera di Domenico Moretti e l'altra capeggiata da Domenico Sicari, responsabili di molti delitti compiuti nei paesi vicini. In particolare, tra il XI e il XIII secolo, la frazione di San Martino ebbe un ruolo protagonista, tanto da dare anch'essa il nome alla stessa Piana, per un certo periodo. San Martino ospitò diversi nobili e sovrani, oltre che il pontefice Onorio IV. Ruggiero il Normanno vi celebrò qui il proprio matrimonio. La frazione Amato invece, fu fondata nei primi decenni del XIX secolo, su iniziativa del marchese Gagliardi, allora totale possidente dell'intera Piana.

    Dal 1800 a oggi


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    Duomo

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    Chiesa S. Giuseppe

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    Chiesa Jatrinoli

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    Chiesa S. Martino

    Con gli anni della ricostruzione post-terremoto del 1783 e l'abolizione della feudalità nel 1806, il breve periodo dell'Amministrazione Francese contribuì non poco a dare a questa parte di Calabria una fisionomia diversa, e lasciarvi fermenti culturali che lieviteranno idee e comportamenti nuovi. Si tratta di pochi provvedimenti amministrativi che da soli non sono sufficienti a cambiare in maniera radicale le sorti della zona, ma che tuttavia sono caratterizzate da una inusuale sintesi politica i cui effetti segneranno profondamente la coscienza civile e il pensiero politico di una collettività fino ad allora relegata nel limbo del vassallaggio più servile. Per la prima volta, forse, si può parlare di storia, intesa nel senso nobile della parola, perché per la prima volta si avverte la presenza attiva di uno Stato che, eliminato il padrone e la sua ingordigia, ridimensionato il censo alla Chiesa e l'egoismo della borghesia, guarda alla collettività e ne riconosce i meriti e le necessità. Radicena e Iatrìnoli con l'ordinamento amministrativo disposto dai Francesi per la legge 19 gennaio 1807, diventarono Università nel cosiddetto Governo di Casalnuovo (oggi Cittanova). Nel 1815 fu istituito il Distretto di Palmi che comprendeva 35 comuni tra cui le due cittadine di Radicena e Iatrìnoli. I comuni erano governati da sindaci, dai decurioni, dal capourbano, dal sottocapourbano, dal conciliatore e dal supplente giudiziario. Durante il ricostituito governo borbonico furono emanate per Radicena diverse ordinanze come l'autorizzazione di un mercato nel sabato di ciascuna settimana e la fiera di Sant'Orsola che si celebrava dal precedente giovedì fino all'ultima domenica di settembre e proseguiva per otto giorni. Era molto rinomata e conosciuta per tutte le province del Regno. Il primo gennaio 1842 il Circondario di Casalnuovo fu diviso in due circondari distinti: l'uno formato da Casalnuovo, l'altro si compose del comune di Radicena, che fu capoluogo, del comune di Iatrìnoli e dei villaggi di San Martino e Terranova. Molti furono i liberali che lottarono contro il governo borbonico. Tra i più importanti ricordiamo: Girolamo Zerbi e Antonio Fera, medico chirurgo. Il primo partecipò a tutti i movimenti insurrezionali e soprattutto a quello del 2 settembre 1847. Fu arrestato e processato il 23 aprile 1851 e condannato a morte. La condanna venne commutata in 24 anni di carcere; ma solo dopo sette anni di tormentosa prigionia, morì. Antonio Fera cominciò a congiurare insieme agli altri patrioti reggini il 27 agosto del 1847, riunitosi nel palazzo di Casimiro de Lieto, e per questo fu condannato all'ergastolo. Molte sono le testimonianze e lettere autografe del suo coraggio e della sua abnegazione patriottica. Dopo l'unità d'Italia nelle campagne di Radicena e Iatrìnoli abbondavano la raccolta del lino e degli agrumeti. Il 9 settembre 1894 avvenne il miracolo della "Madonna della Montagna", patrona di Radicena. Verso mezzanotte, come riferisce su "Pro Fide" di quell'anno lo scrittore taurianovese Francesco Sofia Moretti: "La luna pallida, spettatrice agli umani eventi, questa volta fu attraversata da due raggi di luce, come il gran segno di Costantino - due enormi fasci luminosi che incrociano sul petto del gran disco; e quasi indescrivibile è questa volta lo spettacolo di una Croce formatasi improvvisamente". Agli albori del Novecento Radicena era un importante centro agricolo e commerciale, capoluogo di mandamento e quindi sede di uffici governativi, quali la Pretura, l'agenzia delle Imposte, l'Ufficio del Registro, la Caserma dei Carabinieri, oltre che un distaccamento del ventesimo Reggimento Fanteria per la guardia delle Carceri, di una Banca Agricolo-Industriale, di un teatro di prosa; mentre a Iatrinoli veniva inaugurato l'ospedale Principessa di Piemonte, sorto per opera dei lasciti di alcuni esponenti delle famiglie benestanti. Il terremoto del 1908 provocò lievi danni a Radicena e Iatrinoli: il crollo della cupola della Chiesa matrice di Iatrinoli e del campanile di Radicena. Questo, che ha dato adito alle voci di Miracolo operato dalla Patrona di Radicena “Maria Ss.ma della Montagna” che avrebbe concesso la sua protezione ai due comuni. Con regio decreto del 16 febbraio 1928 Radicena, Iatrìnoli e Terranova Sappo Minulio (che dal 1946 ritornò ad essere comune autonomo) formarono il Comune di Taurianova. Durante la seconda guerra mondiale Taurianova ospitava gli uffici provinciali della Rai e l'ufficio zootecnico, sfollati da Reggio, e divenne anche sede del Comando della Divisione "Mantova" e della Divisione "Lupi di Toscana". Nella sua immediata periferia s'installò un deposito per l'approvvigionamento di una intera armata e di una polveriera; nelle vicinanze s'accampò una grossa divisione tedesca Panzergrenadier. Sul territorio di Taurianova insistono alcune 'ndrine che gestiscono le attività illecite e si sono infiltrate anche nell'economia legale, l'ambito politico-amministrativo non è immune da tali penetrazioni tanto che il consiglio comunale della cittadina è stato sciolto per infiltrazioni mafiose(ex art. 143 d.lgs. 267/2000) tre volte: la prima nel 1991(il primo comune ad essere sciolto per tale motivo in Italia proprio con il cosidetto decreto Taurianova poi convertito in legge), la seconda nel 2009 e la terza nel 2013

    Monumenti e luoghi d'interesse
    • Duomo di Santa Maria delle grazie
    • Chiesa del Rosario
    • Chiesa S. Martino
    • Chiesa Jatrinoli
    • Chiesa S. Giuseppe
    • Piazza Italia
    • Cimitero di Radicena - Ha una facciata monumentale sovrastata da tre angeli (uno centrale più in alto, e due laterali). All’interno del cimitero ci sono una serie di sculture di artisti taurianovesi.
    • Palazzo Zerbi - Si tratta di un'interessante esempio di architettura tardo-settecentesca. L'edificio è sito in via Roma alta.
    • Villa comunale Fava
    • Fontana Monumentale del Barillari

    Personalità legate a Taurianova
    • Giovanni Francesco Gemelli Careri (Radicena (oggi Taurianova), 1651 – Napoli, 1725) è stato un giurista, avventuriero e viaggiatore italiano.
    • Francesco Achille Ferdinando Sofia Alessio (Radicena (oggi Taurianova), 18 settembre 1873 – Reggio Calabria, 14 aprile 1943) è stato un poeta italiano, autore di componimenti poetici in lingua latina.
    • Antonio Renda (1875-1959), filosofo, docente e scrittore
    • Vincenzo Romeo (Radicena, 26 novembre 1878 – Roma, 11 novembre 1942) è stato uno scultore italiano.
    • Pietro Barillà (Radicena, 26 marzo 1887 – Napoli, 16 ottobre 1953) è stato un pittore italiano.
    • Gen. Luigi Romeo (Iatrinoli 1896 - Roma 1975) - Medaglia d'argento al v.m. (Monte Stol -Caporetto 26 ottobre 1917).
    • Alessandro Monteleone (Taurianova, 5 febbraio 1897 – Roma, 1967) è stato un pittore e scultore italiano.
    • Emilio Argiroffi (Mandanici, 2 settembre 1922 – Taurianova, 28 maggio 1998) è stato un medico, politico e poeta italiano. Senatore del Partito Comunista Italiano per tre legislature; relatore della legge sull'inquinamento da rumore e sulla istituzione degli asili nido; sindaco di Taurianova dal 1993 al 1997. Autore di numerose raccolte di poesie; premiato al Premio Strega; vincitore di numerose rassegne regionali e nazionali.
    • Agostino Saccà (Taurianova, 7 febbraio 1944) è un giornalista e manager italiano, ex-direttore generale della Rai,
    • Antonio Marziale sociologo, giornalista, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori.
    • Filippo Moretto Calabrese, soldato di ventura al comando di Giovanni delle Bande Nere.
    • Salvatore Siciliano (Taurianova, 23 novembre 1921 – Roma, 15 ottobre 2008) è stato un costruttore cinematografico italiano.
    • Giuseppe Condello, in arte Tiberius Florentino (Jatrinoli 1904- USA 1962), attore, scrittore e poeta.
    • Salvatore d'Agostino, generale di Brigata. Combatté durante la Prima guerra mondiale, la guerra italo-turca, la Guerra d'Etiopia e la Seconda Guerra Mondiale. Fu decorato ben 15 volte al valor militare. L'onorificenza più importante fu quella della medaglia Mauriziana.
    • Angela Napoli (Varallo, 26 novembre 1945) è una politica italiana, esponente di Futuro e Libertà per l'Italia. Laureata in Matematica, dirigente di scuola secondaria superiore,parlamentare della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana. È membro della Commissione parlamentare Antimafia e della II Commissione (Giustizia).


    Tutte le chiese



    Edited by Isabel - 30/10/2014, 16:58
     
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    San Martino di Taurianova

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    Dipinto

    - Fonte -

    San Martino è una frazione di Taurianova di circa 2.000 abitanti situata in provincia di Reggio Calabria.

    Geografia

    San Martino è distante circa 60 km da Reggio Calabria. Si trova in una delle poche zone pianeggianti della Calabria, la Piana di Gioia Tauro. Questa sua posizione è molto favorevole perché consente di raggiungere in poco tempo sia il mare (distante 15 km) sia la montagna (7 km). Il clima è afoso in estate, umido in inverno.

    Storia

    Le origini di San Martino risalgono alla metà del X secolo, si pensa[senza fonte] per opera dei profughi dell'antica città di Tauriana, distrutta dalle invasioni saracene. Durante il dominio normanno nel suo castello si verificò uno tra i più importanti eventi del Regno, per cui fu elevato prima a Contea e in seguito a sede di Corti o Stati Generali tanto che l'attuale Piana di Gioia Tauro era allora denominata "Piana di San Martino" Durante la rivolta del 1059 fu scelto da Roberto e Ruggero d'Altavilla come base per la riconquista del territorio e fu proprio nella Piana di San Martino che si svolse la battaglia decisiva a seguito della quale i Normanni ripresero il controllo della Calabria giungendo alla sconfitta finale dei Bizantini e alla prese di Reggio Calabria. La vittoria fu celebrata con il matrimonio di Ruggero d'Altavilla con Giuditta d’Evreux nel Castello di San Martino (1062). Nel 1255, sotto gli Svevi, nel Castello di S. Martino il capitano Gervasio pose il suo quartiere generale. Corrado di Truichio sconfisse i messinesi sul Piano della Corona. Durante i Vespri Siciliani San Martino fu sede di scontri tra Angioini e Aragonesi. Nel 1283 Carlo II d'Angiò (allora Principe di Salerno) fece del Castello la base per la difesa dei territori circostanti ed il 30 marzo di quell’anno vi convocò un Solenne Parlamento di Prelati, Baroni, Deputati e Probi uomini del Regno, ove furono proposte, discusse ed approvate le nuove Costituzioni della Monarchia. A S. Martino Pietro d’Aragona tornava da re nel 1285 per stabilire una convenzione col Sommo Pontefice Onorio IV, suo protettore contro la Repubblica di Venezia. Durante il terremoto del 1783 la città fu completamente rasa al suolo favorendo così la crescita dei centri vicini. Il paese fu, quindi, ricostruito in altra località. Più tardi divenne una Frazione del Comune di Taurianova

    Economia

    L'attività prevalente della zona è da sempre quella agricola, soprattutto la produzione olearia. Oggi, oltre all'olivicoltura, l'economia agricola locale opera attivamente nei settori degli agrumi (in particolare arance), degli ortaggi e della floricoltura.

    Eventi

    Ogni anno, come da tradizione, il primo novembre avviene l'ascesa del santo, nei giorni 10-11 novembre si svolge la festa del santo patrono San Martino di Tours, grazie alla quale ritornano nel loro paese molti emigrati, anche dall'estero. La festa è molto sentita da tutta la popolazione ed è caratterizzata da serate musicali, sagre e processioni; i festeggiamenti si concludono con la salita del Patrono e i fuochi artificiali. Un altro appuntamento importante avviene in estate, la prima domenica di agosto con la festa in onore di Maria SS. della Colomba.

    Personalità legate a San Martino
    • Giulio Nasso (San Martino di Taurianova, 28 novembre 1906 – New York, 23 ottobre 1999) è stato un imprenditore italiano. Emigrato a New York all'età di 18 anni è diventato uno tra i più ricchi e famosi costruttori americani.
    • Domenico Caruso (San Martino di Taurianova, 25 marzo 1933) è un poeta e scrittore italiano. Noto studioso del dialetto calabrese, lingua in cui ha composto molte delle sue opere.
     
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