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Cosenza

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  1. Isabel
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    Cosenza

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    - Fonte -

    « Cosenza ha interessi e meraviglie che danno la tentazione di girarla tutto il giorno. È inadeguato chiamarla pittoresca; a ogni passo, dall'inizio della strada principale al piede della collina fino al severo castello medievale che ne corona la sommità, c'è da stupirsi e da ammirare. »
    (George Gissing, Sulla riva dello Jonio, 1897)


    Cosenza Ascolta (IPA: [koˈzɛnʦa], Cusenza [kuˈsɛnʣa] in cosentino) nota anche come "città dei Bruzi", è un comune italiano di 69.131 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia, la più estesa e popolosa della Calabria. Città tra le più antiche della regione, capofila di una agglomerazione di circa 269.000 abitanti nel cui perimetro (Rende) è ubicata l'Unical, il più grande campus universitario italiano e una delle migliori università d'Italia tra i grandi atenei secondo le classifiche stilate da Censis e la Repubblica. Il capoluogo bruzio è sede della Rai regionale (TG Regione), di un museo all'aperto, dell'Ufficio ANAS per l'Autostrada A3 e rappresenta uno dei principali poli regionali da un punto di vista economico, urbanistico, culturale, sociale, organizzativo e di servizio. Il territorio cosentino è proiettato da anni verso la fusione con i comuni dell'area urbana cosentina nell'interpretazione ristretta (Castrolibero e Rende) che darà vita ad una città unica, il nodo centrale di un sistema urbano complesso, policentrico e dinamico. Cosenza è identificata anche come Atene della Calabria per via del suo passato culturale; l'Accademia Cosentina, ad esempio, è la seconda del Regno di Napoli e una delle primissime accademie fondate in Europa. Ancora oggi resta una città in cui arte e cultura affondano bene le proprie radici, non a caso nel mese di ottobre del 2008 è stata riconosciuta come Città d'arte dalla Regione Calabria con una delibera volta ad evidenziare il patrimonio storico-artistico della città, con importanti ricadute sull'aspetto commerciale (fiore all'occhiello dell'economia cittadina) e turistico del territorio. Il 12 ottobre 2011 il Duomo di Cosenza è stato dichiarato dell'UNESCO "patrimonio testimone di una cultura e di pace"; si tratta del primo riconoscimento assegnato dall'organizzazione in Calabria. Storicamente svolse il ruolo di capitale dei Bruzi ed in seguito capoluogo della Calabria Citeriore (o Calabria latina).

    Territorio


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    Confluenza del Busento nel Crati

    Cosenza, il capoluogo di provincia più a nord della Calabria, sorge sui sette colli nella Valle del fiume Crati, alla confluenza di quest'ultimo con il Busento, confluenza che determina la distinzione geografica fra il centro storico, posto in alto fino al colle Pancrazio, e la città moderna sviluppatasi lungo la sua riva sinistra del Crati. Il nucleo storico, meglio conosciuto come Cosenza vecchia, rispecchia gli standard dei tipici centri antichi meridionali, caratterizzato da vicoli erti, stretti e tortuosi lungo i quali si erge un'edificazione fatta da fabbricati minuti e palazzi signorili, arroccati sui colli Pancrazio, Guarassano e Torrevetere, a sinistra del Crati, mentre sono rare le abitazioni su i restanti colli Gramazio, Triglio, Mussano e Veneri. Tutto il centro urbano è cinto ad ovest dalla Catena Costiera meridionale (lungo la quale svetta Monte Cocuzzo di formazione dolomitica calcarea e che molti ritengono invece erroneamente un vulcano spento) che separa la città dal mar Tirreno, e ad est dalla Sila, l'altipiano boscoso in cui vive ancora il lupo, animale totemico della città stessa e simbolo della locale squadra di calcio, verso la quale protende il centro antico. La città si estende su una superficie di 237,2 km², ad un'altezza dal livello del mare pari a 238 m.

    Clima


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    Cosenza sotto la neve

    Cosenza si trova in un fondovalle (la Valle del Crati) interamente circondato da alte montagne, perciò è soggetta ad un microclima particolare. La Valle del Crati si trova, ad un'altitudine media di 200m, rinchiusa tra i monti della Catena Costiera, della Sila e del Pollino presentando una sola e parziale apertura sul mare a nord-est (Piana di Sibari). Di conseguenza l'influenza del mare sul proprio microclima risulta quasi assente: infatti, le escursioni termiche, sia giornaliere che annuali, sono molto elevate. Le temperature minime, che grazie all'irraggiamento notturno ed all'inversione termica, raggiungono valori bassi (se rapportati ad altitudine e latitudine), sono affiancate da massime che, specie in condizioni di calma di vento e nella stagione estiva, risultano molto elevate. Come accennato sopra l'inversione termica è quasi una costante della vallata, grazie alla scarsa presenza di venti, di cui risulta riparata proprio dall'orografia del territorio. In modo particolare i venti sono praticamente assenti quando, altrove, spirano dai quadranti orientali (E SE) a causa della presenza del massiccio Silano. L'inverno a Cosenza si presenta abbastanza fresco ed in media nevica 2 o 3 volte l'anno con accumuli considerevoli. Spesso, infatti, quando al suolo si hanno venti di Scirocco nella colonna d'aria soprastante alla valle si ha omotermia. Proprio questo favorisce precipitazioni nevose anche in pianura quando l'aria mite sopraggiunge su un cuscinetto freddo, generato da una precedente ondata fredda (solitamente serve una giornata di cielo sereno con -5 °C ad 850hPa). In altri casi le precipitazioni nevose si hanno con aria fredda che arriva dal Rodano o dai Balcani (almeno -2/-4 °C ad 850hPa) supportata da minimi di bassa pressione nelle vicinanze o, comunque, posti in modo tale da attivare correnti occidentali. Proprio con correnti occidentali si ricevono i maggiori quantitativi pluviometrici, grazie allo stau prodotto dalla Catena Costiera e dalla Valle del Savuto. La zona si ritrova in ombra pluviometrica con correnti settentrionali. In condizioni anticicloniche oltre all'escursione termica accentuata, sono frequenti foschie o banchi di nebbia, specie nelle zone più basse, e brinate nel periodo invernale; in estate, invece, tendono a generarsi temporali e nubi cumuliformi nelle ore centrali e frequentemente si hanno temperature molto alte accompagnate da valori di umidità molto bassi.

    Storia - Le origini del nome

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    Cosentia è menzionata nella quinta riga del Lapis Pollae


    Il primo nome della città bruzia fu Consentia, nome che diedero i Bretti alla loro capitale nel 356 a.C. Consentia deriva dal "consenso" espresso dalle altre città del Bruzio affinché diventasse la loro capitale e dai Lucani, dai quali i Bretti si erano ribellati e liberati a seguito di una guerra.

    Nomi Storici
    • Consentia (incerto) in epoca Bruzia
    • Consentia e Cosentia (nel Lapis Pollae meglio noto come Cippo di Polla) in epoca Romana
    • Constantia in epoca Bizantina

    Età antica

    Le origini della città di Cosenza risalgono al IV secolo a.C., momento in cui tutta l'area della Valle del Crati era ritenuta strategica per il popolo Bruzio, che qui innalzarono la loro capitale dandole il nome di Cosentia. Cosentia si sviluppò rapidamente tanto da esser definita "metropoli" e capitale di un vasto territorio, e controllore di quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che una dopo l'altra caddero sotto i continui attacchi dei Bruzi. La forza della città nell'area locale, diede coraggio ai Bruzi anche nell'affrontare l'impero di Roma, che però riuscì a sottomettere la città e tutto il suo popolo, facendo di Cosenza una delle sue stazioni, precisamente quella della Via Capua-Rhegium, attuale via Popilia (o via Annia). Sotto l'impero di Augusto, Cosenza trova nuova prosperità passando da città bellica a città commerciale, fino all'arrivo di Alarico re dei Visigoti, che dopo il sacco di Roma, muore a Cosenza venendo sepolto sotto il fiume Busento.

    Età medievale

    Dopo un nuovo periodo florido, nell'VIII e IX secolo, la città fu sotto il dominio dei longobardi, prima ed in seguito dei bizantini. Violentemente contesa da saraceni e longobardi, la città fu quasi distrutta e riedificata nel 988. Durante il periodo normanno la città ebbe il coraggio di ribellarsi in più occasioni senza mai ottenere grandi successi, divenendo successivamente, ducato degli Svevi, è fra le città preferite dell'imperatore Federico II di Svevia, che aiutò economicamente e culturalmente la città. Durante il periodo Angioino la città fu teatro di un diffuso brigantaggio, e di un profondo periodo di miseria. Dopo circa un secolo re Luigi III d'Angiò insieme alla moglie, decise di risiedere nel castello dando alla città il titolo di centro del ducato di Calabria.

    Età moderna

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    Panorama del centro storico


    Nel periodo Aragonese la città divenne capitale della Calabria Citra Naethum, poi capoluogo della Calabria Citeriore che comprendeva grosso modo l'attuale provincia cosentina. In questo periodo nasce l'Accademia Cosentina che trova il culmine con la guida di Bernardino Telesio, Con la conquista da parte degli spagnoli diviene uno dei centri più vivi della cultura meridionale. Il XVI secolo vide un impressionante fioritura umanistica e segnò per Cosenza una rinascita intellettuale, tanto che venne definita Atene della Calabria. Seguirono le dominazioni austriache fino alla guerra fra i Borboni e l'impero francese. Nel periodo risorgimentale in città si manifestarono movimenti liberali e patriottici tra cui quello del 15 marzo 1844, rivolta ispiratrice per i Fratelli Bandiera che a capo di un gruppo di repubblicani veneziani cercano di aiutare i “fratelli calabresi”. Catturati in Sila dopo una aspra lotta armata contro le guardie civiche borboniche, vennero successivamente fucilati presso il Vallone di Rovito. In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d'indipendenza fino all'impresa dei Mille.

    Età contemporanea

    Nei primi del Novecento inizia lo sviluppo della città, grazie all'opera di liberali come Tommaso Arnoni, che successivamente collaborò con il regime fascista. Le attività di sistemazione dei quartieri esistenti e di creazione di nuovi quartieri furono consistenti. Anche per questo la città si dimostrò favorevole ai motti fascisti e alla politica del duce. Durante la guerra Cosenza fu bombardata in modo consistente nel 1943 e la fine della guerra la vide ridotta in condizioni socio-economico disastrose. Con il boom economico Cosenza iniziò una veloce ripresa finanziaria, grazie ad una consistente espansione edilizia. L'azione amministrativa venne caratterizzata dalla politica della Democrazia Cristiana e da un governo di centro sinistra. La popolazione aumentò vertiginosamente superando i 100.000 abitanti nel 1971. La città si caratterizzava, come nel resto delle città meridionali, da un centro storico in stato di abbandono con i cittadini riversati nella città nuova. Vennero edificati enormi quartieri residenziali, sviluppando altresì il fenomeno dell'emarginazione sociale.

    Monumenti e luoghi d'interesse


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    Castello Svevo

    Il centro storico di Cosenza incarna nelle sue forme architettoniche l'apice dell'espansione e della cultura dei Bruzi. Si tratta di uno dei centri storici più belli e interessanti d'Italia non solo per l'ampiezza, ma soprattutto per il pregio dei valori che presenta. Elementi caratteristici della parte antica della città sono la notevole concentrazione di edifici monumentali, i numerosi palazzi padronali e di pregio, il disegno urbano, caratterizzato da un dedalo di strette strade che si snodano attorno agli antichi edifici, chiese, conventi, case fortezze, slarghi e piazze. Lo spazio urbano presenta la giusta sintesi tra tradizione costruttivo-materiale locale e ambiente naturale, perfettamente inserito tra i fiumi Crati e Busento e lo splendido scenario delle colline periurbane che fanno di Cosenza un esempio notevolissimo nel panorama della cultura urbana europea. Dalla fontana dei 13 canali si può assaggiare l'acqua proveniente dall'acquedotto dello Zumpo in Sila, leggera e dissetante; lungo il corso Telesio si trovano la Casa delle Culture e il Duomo del 1100, mentre su uno dei sette colli (il Pancrazio) si staglia la figura del Castello Svevo, imponente fortezza anch'essa millenaria che fu roccaforte di Federico II di Svevia, lo "Stupor Mundi", imperatore-magnate profondamente innamorato della città. Di rilievo anche la biblioteca nazionale e i conventi di San Gaetano e San Domenico con le relative chiese. Interessante è anche Palazzo Arnone sul colle Triglio, ex sede del Tribunale, e del carcere, ora restituito all'antico splendore e trasformato in sede della Galleria Nazionale, presso la quale è possibile ammirare l'originale icona della Madonna del Pilerio protettrice di Cosenza e la Stauroteca, preziosissima croce-reliquiario donata da Federico II alla città in occasione della riconsacrazione della Cattedrale (1222), oltre che opere di vari pittori meridionali tra cui Pietro Negroni, Mattia Preti e Luca Giordano. Nel quartiere detto della Massa è ubicato anche il Museo dei Brettii e degli Enotri un tempo Convento di Sant'Agostino. Ricco di testimonianze religiose è il centro antico sede delle chiese più pregevoli, in primis del Duomo opera del XI secolo, realizzato dall'allora arcivescovo Luca Giordano. Dopo il Duomo l'edificio religioso più antico è il Chiesa e Convento del Santissimo Crocifisso (o della Riforma) del XII secolo. Le principali costruzioni religiose sono del XV secolo, fra queste troviamo la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa, convento e chiostro di S. Francesco di Paola e la Chiesa e Complesso Monumentale di Sant'Agostino. Del secolo successivo sono invece la Chiesa di San Domenico la più pregevole chiesa dopo il Duomo, la Chiesa e convento delle Cappuccinelle, il Convento di Santa Maria delle Vergini e la Chiesa del Santissimo Salvatore Del XVII secolo è il Convento dei Carmelitani Scalzi mentre altre chiese di rilievo sono la Chiesa di San Nicola che racchiude preziose opere d'arte, la Chiesa, convento e chiostro di S. Francesco d'Assisi, il Palazzo Arcivescovile e il Convento delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo in cui operò la Venerabile suor Elena Aiello, nota come 'a monaca santa.

    Altri monumenti
    Altri luoghi da visitare del Centro Storico e dei suoi immediati dintorni:
    • Castello Normanno-Svevo (Cosenza) (X secolo)
    • Chiostro di San Domenico (Ex Caserma Fratelli Bandiera)
    • Palazzo Arnone (XVI secolo);
    • Arenella (area di mercato, oggi utilizzata per il mercatino delle pulci, per l'officina delle donne e per concerti)
    • Prefettura o Palazzo del Governo (XVII secolo);
    • Monumento ai caduti in guerra in Piazza della Vittoria
    • Villa Vecchia (giardino comunale)
    • Museo Civico,
    • Teatro di tradizione A. Rendano (XIX secolo)
    • Piazzetta Toscano (sito archeologico all'aperto) e Biblioteca Nazionale
    • Ara dei Fratelli Bandiera (si trova nel Vallone di Rovito luogo della fucilazione dei 2 patrioti italiani)
    • Conservatorio di Musica "Stanislao Giacomantonio"[20]
    • Ruderi e Scavi Romani (in Piazzetta Toscano)
    • Antica Chiesa del Carmine (in Piazza XX settembre)

    Verde urbano e parchi cittadini
    • Villa Vecchia (Piazza XV marzo- Centro Storico)
    • Parco Morrone (Via Misasi)
    • Parco delle Rimembranze (Via Pola)
    • Parco Nicholas Green (Viale Sergio Cosmai)
    • Villa Nuova (Viale Trieste)
    • Villetta Leonida Repaci
    • Parco Fluviale (Centro Storico)
    • Parco Corrado Alvaro (Via Aldo Moro)
    • Viale Parco (Da Cosenza centro fino a Rende)
    • Area verde via Giulia
    • Area verde via della Repubblica

    Secondo l'indagine Ecosistema Urbano 2009 stilata da Legambiente e Ambiente Italia pubblicata sul Sole 24 Ore, Cosenza è la città più verde in Calabria in base a una graduatoria sulla sostenibilità urbana redatta tenendo conto di 26 parametri. La città dei Bruzi si colloca al 45º posto complessivo tra i 103 capoluoghi di provincia italiani nella classifica finale e seconda nel sud solo a Caserta. Secondo la stessa indagine del 2010 che si basa su parametri come trasporto pubblico, isole pedonali, zone a traffico limitato, depurazione delle acque, raccolta differenziata, Cosenza è al 55º posto, primo capoluogo in Calabria davanti a Reggio Calabria (86º posto), Catanzaro (88º posto), Vibo Valentia (99º posto) e Crotone penultimo posto (102º).

    Lingua e dialetti

    Il dialetto cosentino (u dialettu cusintinu), come per tutta la Calabria del nord (corrisponde approssimativamente alla storica divisione amministrativa "Calabria Citeriore"), è di tipo napoletano. Il "cosentino" è fortemente influenzato sia dal greco che dal latino, ma grazie anche alle tante dominazioni storiche, dallo spagnolo e dal francese. Si differenzia molto dal resto dei dialetti calabresi per sintassi, per forme verbali (non è infatti presente la forma verbale del passato remoto derivante dal perfetto latino) e per pronuncia. Il vero dialetto cosentino, ha ormai quasi completamente lasciato il posto ad una sua "italianizzazione" e viene parlato soprattutto nei quartieri storici e dalle persone più anziane e da qualche cultore del vernacolare. Il dialetto cosentino consta di una dialettica con parole spesso mozzate ed in alcuni casi appena accennate. Fortemente caratterizzato dalla pronuncia lunga e dilatata delle vocali e dalle variazioni dell'intonazione (uniche nella regione), questo dialetto si differenzia moltissimo dal resto della sua provincia; è infatti noto che già il dialetto dei paesi limitrofi alla città, pur non avendo quasi differenze nei termini, cambia moltissimo proprio nella pronuncia.

    U Cusintinu

    U Cusintinu è nu cristianu stranu, tena ra vucca granni eppuru parra stranu Dicia ri parole stritti dintra i dianti Si fida cchiù di stranii ca di parianti Si senta nu Rodolfo i numi Valentinu Eppuru è assai paisanu e pocu cittadinu Si minta ra cravatta, adopera ru picu Ancora va trovannu u tesoro i Re Alaricu U juarnu va ara scola a sira a Piazza Scura Si jura sup'a mamma e ti duna ra fricatura Si senta superiore ppi via i l'antichi avi Eppuru ci hannu scrittu ca sunnu muntanari. Però 'unn'è correttu a nni parrà sgarbatu Picchi sù gent'i core e l'hannu dimostratu, È vero ca s'atteggia a dottu e malandrinu Però chi bella cosa...ad essa cusintinu!

    Religione


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    La Madonna del Pilerio è la Patrona protettrice della città di Cosenza, deve il suo nome alla parola greca "puleros" che vuol dire guardiano. La Madonna del Pilerio è raffigurata in una icona risalente al XII secolo che si trova dal 1607 nella cappella appositamente costruita all'interno del duomo di Cosenza, voluta da Mons. Giovan Battista Costanzo (1591-1617), per favorire l'afflusso dei pellegrini. Il 10 maggio 1981 il duomo di Cosenza venne elevato a santuario della Madonna del Pilerio dall'arcivescovo mons. Dino Trabalzini. Il titolo di Madonna del Pilerio risale al secolo XII dal quadro omonimo, di cui venne riconosciuta l'autenticità tra il 1971 ed il 1979, grazie alla volontà di mons. Enea Selis, che delegò alcuni esperti per un restauro e che ne riconobbero l'autenticità e lo datarono, appunto, al secolo XII. Da questa scoperta si capì che il nome doveva provenire dalla parola greca "puleros" che vuol dire guardiano. Il culto alla Madonna del Pilerio risale all'anno 1576, quando una devastante epidemia di peste si accanì sulla città di Cosenza facendo numerose vittime. La popolazione ormai allo stremo, visti gli infruttuosi tentativi umani di arginare l'epidemia, si rivolse al Divino. Si narra che un devoto che pregava dinanzi all'antica icona della vergine Maria, posta all'interno del Duomo cittadino, si accorse che sul viso della Madonna si era formato un bubbone di peste. Allertato il Vicario generale dell'epoca, si sparse immediatamente la notizia ed una grande folla si recò ad ammirare con i proprio occhi lo strano evento che venne interpretato come volontà della Vergine di accollarsi la malattia, per liberare la popolazione. La regressione della peste nella città, che avvenne nei mesi successivi, venne interpretata dalla città come vero e proprio miracolo, e la Madonna venne eletta a Patrona Protettrice di Cosenza. La festa patronale di Cosenza non viene celebrata l'8 settembre, data alla quale viene riconosciuta la Natività della Madonna, ma il 12 febbraio per ricordare quel giorno del 1854 in cui Cosenza fu risparmiata dalla Vergine da un violento terremoto che colpi' la Calabria.

    Musica

    La città dei Bruzi è sede del Conservatorio "Stanislao Giacomantonio" intitolato al compositore cosentino Stanislao Giacomantonio. Il 5 maggio 2011 l'artista Franco Battiato ha inaugurato in Piazza Amendola la "Casa della Musica", un'opera che ha trasformato un'ex istituto scolastico in un bell'auditorium da 400 posti, aperto a tutte le esperienze musicali con grande cura per l'acustica. La struttura è gestita dal Conservatorio “Giacomantonio” che mette a disposizione concerti, didattica, ricerca, proposta musicale di qualità in collaborazione con l'amministrazione comunale. A Cosenza è stata dedicata la serenata "Buonanotte Cosenza" del cantante e attore italiano Claudio Villa; la città viene citata anche nella canzone "La Paranza" di Daniele Silvestri, nella canzone "C'era un Re" di Edoardo Bennato e nella canzone "Da Cosenza a Milano" di Eugenio Bennato.

    Cucina

    La cucina cosentina semplice e fantasiosa, è caratterizzata da sapori forti e genuini, tipici della tradizione contadina calabrese che sfrutta a pieno tutti i prodotti genuini della terra, ed è legata nel genere alla tradizione culinaria silana. Specialità gastronomica cosentina per eccellenza sono i cuddrurieddri (ciambelle fritte salate preparate per la ricorrenza dell'Immacolata e successivamente in tutto il periodo natalizio) che vanno gustati preferibilmente caldi e accompagnati da un buon bicchiere di vino rosso locale. Gli antipasti sono caratterizzati essenzialmente da capiccuaddru (capocollo cosentino), prisuttu crudu (prosciutto crudo cosentino), suprissata (soppressata di Calabria), sazizza (salsiccia cosentina), funghi, melanzane, pomodori e olive sott'olio, polpette di carne e di melanzana, frittelle di verdura, formaggi locali e latticini vari. Tra i primi piatti primeggiano la pasta e patate ara tijeddra, pasta e patate al forno la cui caratteristica è quella di venir cotta a crudo con tutti gli ingredienti (penne a candela, patate, sugo, parmigiano grattugiato, aglio, origano e sale), i fusilli alla cosentina che insieme a diversi tipi di pasta fresca lavorata in casa secondo le vecchie tradizioni vengono conditi con innumerevoli varietà di sughi a base di carne di manzo, vitello, maiale, agnello, cotti con cura in un passato di pomodoro e olio d'oliva e lagane e ciciari ara cusentina (tagliatelle larghe preparate in casa con un impasto di sola acqua e farina, mescolate con ceci che vengono condite con soffritto di aglio, olio e peperoncino). Da provare anche la pasta fresca con funghi della Sila. Altrettanto gustosi i secondi piatti tra i quali spiccano vruacculi i rapa e sazizza (broccoli di rapa fritti con olio di oliva, sale e peperoncino insieme alla salsiccia cosentina), le costolette d'agnello alla cosentina (preparate con olio, cipolla, pomodori, peperoni e le olive verdi), le patate 'mpacchiuse, piatto tipico caratterizzato da patate fritte appiccicate con cipolla, peperoncino a pezzettini e sale (alla ricetta di base si possono aggiungere peperoni oppure pezzi di salsiccia), le mazzacorde alla cosentina preparate con interiora di agnello (trippa, polmone, cuore, milza, budelline, rete) e condite con aglio, peperoncino rosso piccante, pomodori pelati, basilico, origano, olio vergine d'oliva, e sale. Altro secondo piatto in voga anche nel resto della provincia e della regione con alcune varianti è il suffrittu, soffritto di maiale preparato con guanciale fresco ed altra carne di maiale con alta percentuale di grasso, olio d'oliva, foglie di alloro, salsa di pomodoro, aglio, aceto e sale. Rari i piatti a base di pesce, essendo Cosenza una città dalla tradizione culinaria contadino-montanara: tra i primi il piatto più noto sono gli spaghetti con alici e mollica di pane fritta e peperoncino (solitamente preparato come primo piatto del cenone della vigilia di Natale), mentre tra i secondi spiccano il baccalà alla cosentina (con patate, olive nere, peperoni, salsa di pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe) e il baccalà fritto. Il pane locale preparato a lievitazione naturale accompagna tutte le pietanze dei cittadini bruzi. I dolci cosentini per antonomasia e prettamente del periodo natalizio sono i turdiddri e le scaliddre (il primo dolce fritto a base di farina, anice e olio, solitamente ricoperto di miele di fichi e di api mescolati, i secondi di glassa di zucchero) ma non bisogna dimenticare le chinuliddre (altro tipo di dolce fritto e ripieno di mostarda o cioccolata del periodo natalizio) e la Pitta 'mpigliata. Corone fritte e Zeppole al forno sono le golosità preparate per la festa del papà (San Giuseppe). Dolci tipici del periodo pasquale sono i "cuculi", i mostaccioli (focacce a base di miele d'api o di fichi, mosto cotto, farina e mandorle, dalle tipiche forme alcune delle quali, come il paniere con fiori, derivanti dalle antiche offerte alle divinità) e le chiacchiere.

    Economia

    Quando si parla di economia di Cosenza è necessario parlare di economia dell'area urbana cosentina visto che ormai anche il tessuto economico è unico a causa dell'interazione quotidiana dei cittadini che si muovono nella città policentrica per motivi di lavoro e di studio oltre che per ragioni di residenza e di svago e intrattenimento, andando ad incidere sull'economia globale dell'intera area urbana. Secondo un'indagine sulla ricchezza dei Comuni italiani condotta da Il Sole 24 Ore nell'anno 2007 Cosenza risulta essere con 15.725 euro annui di reddito medio-pro capite il secondo capoluogo di provincia della Calabria, di pochissimo inferiore al capoluogo di regione (15.973 euro annui), mentre Rende con 17.007 euro annui risulta essere il primo comune della regione Calabria per reddito medio pro-capite, seguito al secondo posto da un altro comune dell'area urbana cosentina, Castrolibero con 16.182 euro annui. La stessa classifica redatta dal Il Sole 24 Ore nel 2008 sui redditi dei capoluoghi di provincia italiani registra nella città dei Bruzi un reddito medio-pro capite di 17.747 euro dichiarati al Fisco.

    Agricoltura


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    Una bottiglia di Donnici DOC
    Castello Svevo Bianco

    Nel decennio del boom economico italiano (1951/1961) il capoluogo fu investito da una notevole espansione edilizia che decretò la scomparsa da Cosenza dell'attività agricola che grazie al clima favorevole era abbastanza sviluppata sul territorio. L'unica zona non coinvolta nella cementificazione fu quella a sud nelle attuali frazioni collinari di Borgo Partenope, Donnici e Sant'Ippolito. In questa zona si produce il Vino Donnici DOC (uno dei primi vini della Calabria ad aver ottenuto il riconoscimento DOC da parte dell'Unione Europea con decreto del 28 aprile 1975) nelle diverse tipologie: Donnici rosso, Donnici rosso novello, Donnici rosso riserva, Donnici bianco, Donnici rosato. La sua produzione è concentrata da una Cooperativa di produttori e da alcuni imbottigliatori. I "fichi di Cosenza" (la denominazione "Fichi di Cosenza" designa esclusivamente i frutti essiccati di fico domestico "Ficus carica sativa", appartenenti alla varieta' "Dottato" o "Ottato") hanno ottenuto dall'Unione europea il riconoscimento DOP, Denominazione di origine protetta. Il regolamento di iscrizione nel registro comunitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea - Serie L 162 del 22 giugno 2011[71]. Un altro prodotto cosentino a Denominazione d'Origine Protetta (D.O.P.), secondo la norma europea del Reg. CEE 2081/92 ed il riconoscimento del Reg. CE n.1065/97 è l'olio d'oliva Bruzio. Dall'ultimo censimento del settore (anno 2.000) risultano nell'area Cosenza-Rende 1,7 aziende agricole ogni 100 abitanti, a fronte delle 9 ogni 100 registrate in provincia e nella regione nel suo complesso (tra l'altro bisogna considerare che nell'area urbana cosentina, il 70% delle aziende- per lo più a conduzione familiare- può contare su una superficie agricola utilizzata inferiore ad un ettaro).

    Industria


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    Complesso edilizio lungo Viale Mancini

    L'area urbana di Cosenza come la maggior parte del Mezzogiorno è caratterizzata da un sistema industriale di piccole-medie imprese incentrato su produzioni per il mercato locale e nazionale (come l'azienda Caffè Aiello o l'azienda che produce la Moka Drink), che potrebbe essere potenziato notevolmente vista l'abbondanza di risorse scientifiche accademiche nel campo della logistica e della gestione di sistemi complessi di smistamento, della meccanica industriale, dei nuovi materiali e dell'economia applicata. La zona industriale principale è quella del Parco Industriale di Rende dove operano circa 200 aziende di vari settori. Altre aree sono localizzate a sud, sud-est e a nord del capoluogo, precisamente l'importante nucleo industriale di Piano Lago di Mangone- Figline in cui erano presenti importanti imprese come la PoltiSud s.r.l aperta nel 1997 dell'azienda Polti creata dall'imprenditore cosentino Franco Polti con circa 200 dipendenti e la DNE spa (Digital Network Engineering), che però nei primi anni del nuovo millennio ha subito alcuni momenti difficili che hanno decretato la chiusura di molti stabilimenti, l'area commerciale di Zumpano ormai inglobata nel tessuto urbano cosentino e l'area industriale di Montalto Uffugo. L'industria edilizia è l'attività più sviluppata del settore secondario nell'area urbana Cosenza-Rende anche in virtù della crescita dell'Università e dei nuovi Piani Regolatori Generali che attraverso numerose concessioni edilizie stanno cambiando volto al contesto urbano. La città nel nuovo millennio ha modificato il suo skyline puntando verso l'alto e andando incontro ai tempi e ai bisogni che cambiano. È nato a Cosenza nel 2004 il primo edificio in Calabria ad aver sfidato le altezze con i suoi 47,50 metri, il "Brutium Palace" di Viale Busento, che incarna un nuovo aspetto architettonico e coniuga l'estetica e la funzionalità con l'aspetto strutturale tecnologicamente avanzato del fabbricato, con i suoi 14 piani. Il fabbricato consegnato nel 2011 su Via Panebianco, battezzato "Skyline Cosenza", ha stravolto le gerarchie architettoniche del sud Italia. Infatti si tratta di uno dei primi grattacieli da Napoli in giù per altezza (oltre 75 metri), sviluppato con 49 alloggi suddivisi su 25 piani di cui 24 fuori terra ed uno interrato suddiviso a box, mentre essendo l'area d'ingombro sul lotto molto ridotta e contenuta entro il 20% della superficie totale la rimanente parte non occupata è stata adibita a verde attrezzato ed a spazio per uso collettivo.

    Terziario

    Senza dubbio il settore che fa da traino all'economia cosentina è il terziario che registra un buon numero di impiegati nella pubblica amministrazione, nell'erogazione dei servizi pubblici, in servizi telematici e servizi bancari, e una buona offerta di servizi assicurativi e consulenze legali. Il commercio, punto di eccellenza del settore particolarmente sviluppato sull'isola pedonale di Corso Mazzini nel cuore della città, è favorito dalla posizione favorevole di Cosenza e dell'area urbana rispetto alle direttrici di trasporto stradali, soprattutto rispetto all'Autostrada A3 ("Napoli ↔ Reggio Calabria") che fa del capoluogo bruzio uno snodo importante tra Napoli e la Sicilia e rappresenta un punto di riferimento non solo per il contesto provinciale ma anche per quello regionale. L'Università con i suoi circa 40.000 studenti rappresenta per tutta l'area urbana fonte di estrema vitalità per quanto riguarda la domanda di servizi avanzati come ricerca e sviluppo ed informatica, la domanda di alloggi, la crescente offerta di locali notturni e in generale la presenza di una buona movida garantita da migliaia di giovani che animano l'area urbana durante tutta la settimana. In collaborazione con l'universtità si sta sviluppando un distretto hi-tech, formato da piccole imprese specializzate nell'information technology. Diversi incubatori stanno nascendo in partnerariato tra Università della Calabria e aziende multinazionali per lo sviluppo di software, un patrimonio fatto da 900 imprese, di cui 300 software house che danno lavoro a 2.500 persone, tant'è che la provincia di Cosenza, è al quinto posto in Italia tra i sistemi locali del lavoro specializzati nel settore informatico.

    Turismo


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    Isola di Dino sul Tirreno Cosentino

    Il patrimonio paesaggistico, storico-artistico e culturale della città dovrebbe essere il volano di partenza per accogliere un buon numero di turisti. Infatti il turismo, che è essenzialmente di passaggio e commerciale (nel 2010 sono state 50.000 le presenze registrate in città per soggiorni in media di due giorni) , non trova sufficiente valorizzazione economica in relazione alle potenzialità di Cosenza che è città d'arte dal 2008, a causa di gestioni amministrative che hanno incentivato poco e male questo settore; il suo centro storico apprezzato dai tanti viaggiatori giunti a Cosenza nel corso della sua storia e secondo per estensione nel sud solo a Napoli, è stato definito tra i più belli d'Italia dal critico d'arte Vittorio Sgarbi. L'amministrazione Occhiuto che si è insediata nel 2011 ha inserito tra gli obiettivi prioritari del suo programma il rilancio dell'accoglienza turistica per dare visibilità a Cosenza e alla sua area urbana a livello nazionale ed internazionale. La città di Telesio, storicamente nota come Atene della Calabria per il suo fermento culturale, è situata in una posizione strategica e di cerniera, al centro tra i flussi turistici del Mar Tirreno noto come "Tirreno Cosentino" a ovest dove tra le località costiere più rinomate vanno segnalate Praia a mare, Scalea, Diamante, Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola ed Amantea e dell' altopiano della Sila cosentina nota come Sila Grande a est dove spiccano Camigliatello Silano e il villaggio turistico Lorica sede del Parco nazionale della Sila. Questi centri marittimi e montani sono ben collegati al capoluogo grazie alla SS 107 e alle linee ferroviarie Cosenza - Paola e Cosenza - Camigliatello.

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    Panorama di Diamante, la "perla"
    del Tirreno Cosentino
    Nel nuovo millennio Cosenza ha iniziato a guardare anche verso lo Jonio Cosentino, ed in particolare verso la Piana di Sibari, zona ad alta vocazione turistica sia balneare che culturale; infatti oltre al vecchio ed obsoleto collegamento ferroviario Cosenza - Sibari sono in corso i lavori di costruzione della superstrada Cosenza-Sibari e nella stessa frazione di Sibari sorgerà l'aeroporto di Cosenza. Tuttavia i dati sulle presenze turistiche nell'area urbana hanno fatto registrare degli incrementi abbastanza significativi a partire dagli anni novanta, anche con un aumento dei posti letto (erano circa 74.000 nel 2003) e in generale una migliore qualità dei servizi di ospitalità (alberghi e catene internazionali come Holiday hinn, Home Club Residence, ecc.) che hanno contribuito allo sviluppo del Turismo d'affari. Il nuovo millennio ha segnato anche un incremento di servizi di ristorazione in tutta l'area urbana sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.


    Personalità legate a Cosenza
    • il re visigoto Alarico, che secondo la leggenda morì a Cosenza e fu seppellito armato a cavallo e col suo tesoro alla confluenza dei due fiumi Busento e Crati
    • l'astronomo Giovan Battista Amici
    • la regina di Francia Isabella d'Aragona, che a Cosenza morì in seguito a una caduta da cavallo
    • i Fratelli Bandiera, patrioti italiani fucilati a Rovito, vicino Cosenza il 25 luglio 1844
    • l'umanista Aulo Giano Parrasio, fondatore dell'Accademia Cosentina
    • i poeti Bernardino e Coriolano Martirano
    • il filosofo Bernardino Telesio
    • il compositore Stanislao Giacomantonio
    • il letterato, politico e librettista Francesco Saverio Salfi
    • il politico Giacomo Mancini
    • l'aviatore Mario Martire, medaglia d'oro al valor militare durante la seconda guerra mondiale
    • l'architetto Mario Occhiuto
    • lo scrittore Nicola Misasi
    • il calciatore Francesco Rizzo
    • il giurista e politico Stefano Rodotà
    • il calciatore Stefano Fiore
    • il dirigente d'azienda italiano Pasquale D'Alessandro
    • il calciatore Stefano Morrone
    • il politico e avvocato Tommaso Arnoni
    • il giornalista e scrittore Vincenzo Padula fondatore del periodico "Il Bruzio"(1864-65)

    Immagini

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    Fontana collocata al posto della statua di Cesare Baccelli nel centro storico

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    Centro commerciale nell'area urbana di Cosenza

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    Piazza Europa

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    Un tratto di Viale Parco, una delle arterie che collega Cosenza e Rende

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    Il Comune: Palazzo dei bruzi



    Edited by Isabel - 12/9/2013, 19:01
     
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  2. AdriBY91
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    molto interessante la storia di Cosenza..grazie mille isabel
     
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  3. greppolo
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    grazie, isabel per il bel ritratto che hai fatto della mia città. Peccato non aver avuto la possibilità di contattarvi durante la mia permanenza a Cosenza e proprio durante la nevicata,a tratti fittissima.Ne ho goduto pienamente con i miei nipotini nel bellissimo parco che sta di fronte al palazzo (in pieno centro)dove abita mia madre.
     
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    Provincia di Cosenza

    CS

    Info - Scheda Wikipedia

    La Provincia di Cosenza (Pruvincia 'e Cusenza in cosentino) è una provincia della Calabria. Con un territorio di 6.650 km2, è la più estesa provincia calabrese, la quinta provincia in Italia per estensione. Con 734.742 abitanti, è inoltre la provincia della Calabria più popolosa, avendo però, una densità abitativa di soli 110,44 abitanti per Km2. Il territorio cosentino è piuttosto variegato, caratterizzato da una prevalenza di montagne e colline a dispetto di aree pianeggiante, ma con ampi tratti di costa, ed è suddiviso in 155 comuni. Ospita i principali centri ed enti scientifici e culturali della Calabria, ed ha sede presso Arcavacata di Rende l’Università della Calabria, il primo e più grande campus universitario in Italia, nonché il primo e più importante ateneo della regione. Affacciata ad ovest sul Mar Tirreno e ad est sul Mar Ionio, confina a nord con la Basilicata (Province di Potenza e di Matera), a sud con le Province di Catanzaro e di Crotone.

    Storia

    La provincia di Cosenza corrisponde grosso modo ai territori dell'antica provincia di Calabria Citeriore. La provincia calabrese, la più estesa della regione, ha vissuto stratificazioni culturali, le cui tracce sono ancora presenti su tutto il territorio, una storia millenaria ancora oggi visibile attraverso i reperti storici archeologici, i monumenti e i centri storici di tutti i 155 comuni che fanno parte della provincia.

    Origini

    I primi insediamenti e presenze umane nella provincia di Cosenza, databili grazie al recupero e al ritrovamento di utensili rudimentali come la selce, ma anche utensili in metallo, riconducono a diverse fasi che vanno dal Paleolitico inferiore, al Neolitico. Vi sono ritrovamenti che, seppur limitati per le trasformazioni dell'ambiente originario, accertano la presenza di gruppi di popolazioni nomade, con attività legate alla caccia e alla pesca.

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    Grotta del Romito a Papasidero

    Paleolitico

    Fra i siti più importanti di questa fase, abbiamo Tortora, Praia a mare e Scalea, luoghi dove sono stati ritrovati siti di origine Paleolitica. Altri insediamenti minori, ritrovati sul versante ionico della provincia, si associano ai siti appena citati. I siti più importanti sono posti in aree collinari del nord-est della provincia, di facile raggiungimento, e lungo corsi di acqua dei fiumi interni, quali il fiume Noce ed il fiume Lao. Fra i maggiori siti rinvenuti da scavi archeologici, il più importante resta quello della Grotta del Romito a Papasidero, ove sono state rinvenute incisioni rupestri raffiguranti bovidi.

    Neolitico

    Di questa fase sono stati rinvenuti insediamenti di gruppi di nomadi che comincia a praticare le prime forme di agricoltura e allevamento, con rinvenimenti sul luogo di manufatti in ceramica. Molti sono i siti nella quale sono stati rinvenuti interessanti testimonianze, alcune della quali si sovrappongono al periodo precedente. Le testimonianze riportano le abitudini dei gruppi nomadi del luogo, alcune primitive forme di commercio utilizzando la navigabilità dei corsi d'acqua delle aree interne e i primi tracciati rupestri di alcune vie di comunicazione, che collegano le aree collinari con le valli e le coste. Di questo periodo sono le civiltà rupestri che verranno assoggettate e conquistate dalla futura Sybaris. Il periodo del rame, invece, è poco significativo, o per lo meno lo risulta essere dai rinvenimenti e dai reperti trovati nella provincia. La cultura del rame è di derivazione campana e pugliese, ma gli scarsi reperti non riescono a restituire un quadro completo, mentre l'età del ferro è significativa grazie alle testimonianze rinvenute dalle necropoli di Spezzano Albanese e San Lorenzo, stabilimenti di età pre-ellenica.

    I Bruzi

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    Moneta Bruzia

    Età Greca

    Molto rilevante è il periodo ellenico che ha vissuto la provincia di Cosenza insieme a tutta la regione Calabria. Periodo florido, da tutti i punti di vista, economico, politico e sociale, probabilmente il miglior periodo storico, ad oggi, di tutta la provincia. Significative sono i ritrovamenti delle colonie greche che hanno interessato e scritto la storia di questo periodo, e che andremo ad elencare sotto.

    Le colonie greche

    Il processo di colonizzazione da parte della Grecia verso quella regione che in seguito verrà definita Magna Grecia, comincia nell’VIII secolo a.C. Nella provincia di Cosenza, la colonia greca più importante è stata certamente quella di Sibari, fiorente città e struttura di centri urbani, che raggiunse la popolazione di 300.000 abitanti, con diversi centri abitati dislocati lungo la piana omonima, fino alle pendici del Pollino e la costa tirrenica, capace di controllare dunque, l'intera provincia cosentina. Altri centri di rilevata importanza sono Pandosia, città sorta in quella che è adesso il capoluogo di provincia, in una area interna della Valle del Crati, Laos fondata da Sibari e che un tempo sorgeva sulla riva destra del fiume Lao, Scidros (posta tra Cetraro e Belvedere Marittimo), Clampetia (nell'area tra Amantea e San Lucido), Temesa (tra Amantea e Nocera Terinese) e Ursentum (l'attuale Orsomarso). Di minore importanza ma di uguale pregio ed interesse, da citare sono certamente i siti e i centri di Aufugum (l'attuale Montalto Uffugo), Argentanum (l'attuale San Marco Argentano), Bergae, Besidiae (l'attuale Bisignano) e Lymphaeum (l'attuale Luzzi). Lo stato delle colonie e dei centri urbani di questo periodo durerà circa sei secoli, nel corso dei quali varie lotte interne, mutazioni politico-economiche nel Mediterraneo e la presenza dei popoli Bruzi all'interno del territorio provinciale portarono alla scomparsa prima dell'influsso della Grecia su questi territori, e in seguito alla scomparsa delle stesse colonie, che coincisero con l'avvento dei Romani.

    Età Romana

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    Via Popilia, antica via romana


    Il territorio sotto la presenza dei Bruzi, venne ben presto fatto oggetto di attacchi da parte dei Romani, intorno all'inizio del III secolo a.C., che non trovarono grandi ostacoli da parte del popolo Bruzio nonostante il sostegno da parte dell'Impero dell'Epiro e di Pirro, sostegno che si spense con le guerre puniche nel II secolo a.C. Roma mutò drasticamente le condizioni sociali dei centri della provincia, colonizzando ampie parti di territorio, e dominando le antiche colonie presenti, quest'ultime soggetto a sovrapposizioni urbanistiche o edificazioni affiancate alle città preesistenti. La scomparsa della cultura bruzia e l'assimilazione di quella greca, segnarono un confine netto tra il passato e il presente di quel periodo. I romani si concentrarono nello sfruttamento delle risorse e dei minerali (vedi San Marco Argentano), mentre procedette ad un depauperamento del territorio, con l'estinzione dell'agricoltura e di tutte le attività portuali, e delle infrastrutture esistenti, eliminando il vecchio tracciato reticolare che collegava i vari centri interni, sostituendolo con la via Capua-Rhegium nel tratto provinciale della via Popilia-Annia. La via Popilia era una via realizzata a scopi militari, necessaria via di comunicazione per trasportare le risorse accaparrate nei territori occupati, e come collegamento fra i vari centri che stavano sorgendo lungo la stessa strada. La conseguenza del dominio romano fu soprattutto un totale abbandono delle antiche aree greche, fertili e strategiche sotto il punto di vista delle comunicazioni marine; in seguito si diffusero e svilupparono i centri urbani a mezza costa, più protetti da attacchi via mare, e attigui ad aree collinari facilmente coltivabili, centri urbani che ancora oggi costituiscono l'ossatura generale di praticamente tutti i centri storici urbani costieri della provincia, che solo nell'immediato dopoguerra, svilupparono nuovamente le aree costiere, dopo quasi due millenni di abbandono.

    Medioevo

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    Gioacchino da Fiore


    Il periodo appena successivo alla caduta dell'Impero romano, vide come protagonisti i Bizantini, che occuparono tutta la regione combattendo contro i Barbari, e i Goti che lasciarono ampie tracce del loro passato. Da citare anche i Longobardi che occuparono il nord della provincia per tutto il IX secolo. L'impero Bizantino ebbe comunque, il predominio per molti secoli, e su tutti i centri urbani della provincia. I maggiori centri di questo periodo furono Rossano e Corigliano che ancora oggi conservono ampie testimonianze dell'epoca bizantina, mentre con l'avvento dei Normanni si proseguì l'opera di recupero del territorio, iniziato con i Bizantini dopo la caduta dell'impero romano. Vennero erette importanti fortificazioni militari, ma significative saranno anche le costruzioni religiose di questo periodo, condotto da grandi personaggi. Dal XIII secolo in poi, la provincia e l’intera regione, subiranno un periodo di declino economico, dovuto essenzialmente alle lotte interne fra i fari livelli di potere, le diverse dinastie che si contenderanno i terreni e i feudi della provincia cosentina.

    Il cristianesimo

    In questa fase storica, importante e molto influente, fu l'avvento del cristianesimo di tradizione orientale. Giunsero molti monaci provenienti dal medioriente e dal nord dell'Africa, che importarono la cultura orientale della cristianità, ma anche nuovi metodi di coltivazione e di conduzione agricola. Il periodo fu piuttosto florido anche sotto l'aspetto sociale, favorendo l'aggregazione delle culture latine con quelle greche e quelle bruzie. Sorge in questo periodo l'eparchia di Mercurion (sistema urbano di luoghi di culto) e vengono edificati complessi religiosi di grande rilievo, specie nelle aree ioniche della provincia. I principali ordini religiosi di questa fase sono quelli dei Benedettini, dei Certosini e dei Cistercensi, di quest'ultimo ordine si stacco in seguito il ramo della riforma Florense. Tra le figure di spicco, in ambito religioso abbiamo invece San Nilo da Rossano, Gioacchino da Fiore da Celico e San Francesco da Paola, in ambito scientifico e filosofico invece spiccano le figure di Bernardino Telesio, mentre il reggino Tommaso Campanella insieme ad altri esimi studiosi, scienziati ed umanisti, daranno vita all’Accademia Cosentina.

    Storia moderna

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    Ferdinando I d'Aragona


    L’età moderna comincia con un periodo di forte incertezza, proseguendo dunque il percorso lasciato con il medioevo. Gli Aragonesi dovettero far fronte alla proteste contadine represse con la forza dalle truppe guidate da Ferdinando I d’Aragona. Difficile fu la ripresa economica nonostante vani tentativi di sostegno ad iniziative imprenditoriali. In questo periodo da evidenziare è l’arrivo di un forte contingente di profughi albanesi che daranno vita a numerose località, ancora oggi presenti sul territori, che seppero mantenere la cultura arbëreshë e le caratteristiche delle popolazioni che le fondarono. Si intensificano le strutture militari e si rinforzano quelle esistenti, a difesa da parte degli Aragonesi, della provincia minacciata dagli ottomani e dai francesi, oltreché ancora da lotte feudatarie interne. La sconfitta dei francesi per mano degli spagnoli, segnarono l’avvento dei napoletani, con Napoli vicereame spagnolo, in territorio regionale, con la Calabria che passa ad essere una provincia del Regno di Napoli, cosa che comportò l’ennesima crisi economica e sociale della provincia cosentina. Il territorio cosentino, venne utilizzato solo a scopo militare, tant’è che in questo periodo vennero eretti numerose torri di guardia a difesa del regno di Napoli. Vi furono inoltre, alcuni episodi di crudele barbarie, atti di pulizia etnica con la cacciata degli ebrei dal regno e lo sterminio delle popolazioni valdesi di Guardia Piemontese, episodi risalenti entrambi alla metà del ‘500. Da aggiungere anche due devastanti terremoti presenti e ricordati negli annali del regno, ossia il terremoto del 27 marzo 1638 e quello del 1659, oltre ad una serie di pestilenze e carestie che decimano costantemente la popolazione.

    Storia contemporanea

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    Fucilazione dei Fratelli Bandiera


    La fase contemporanea inizia con gli impegni politici e amministrativi dettati da Carlo III di Spagna, che tentò di promuovere un miglioramento nel campo agricolo. Il lavoro di ripresa di questa attività verrà poi continuato da Ferdinando IV. Per poter promuovere le opere necessarie ad un rinnovamento nell'economia agricola, i vari governatori non si fecero scrupoli nell'utilizzare le ingenti risorse possedute dalla curia calabrese, un ingente patrimonio, tanto ingente da far ritenere necessaria l'istituzione di un ente gestore, la Cassa Sacra (fine XVIII secolo), ente attuato in concomitanza con un nuovo tragico terremoto, quello del 1783. L'esproprio dei beni ecclesiastici aveva lo scopo di risanare l'economia della provincia e della Calabria intera, procedento unitamento con una distribuzione più equa della proprietà fondiaria. La riforma purtroppo non ottenne gli effetti sperati. Il governo francese cercò di riorganizzare l'assetto civile della provincia, eliminando il feudo, ma dovettero fare i conti con il fenomeno del brigantaggio, che imperverso in tutta la regione, ed anche nella provincia, specie in Sila. I Borboni ritornarono al potere e cercarono di limitare il progetto di restauro civico intrapreso dai francesi, con la conseguenza di continui conflitti sociali e politici. Si alimentarono le prime speranze rivoluzionarie, segnate dalla tragedia della spedizione dei fratelli Bandiera. Nel 1860 Garibaldi in Calabria, e con l'Unità d'Italia si diede avvio ad una repressione fortissima del brigantaggio. La provincia di Cosenza venne formalizzata l'anno successivo, e così appare oggi come allora, con gli stessi confini e le stesse città. In ambito architettonico, la provincia visse un periodo altalenanta. Il Barocco sarà l'architettura che condizionerà lo stile di molti edifici e luoghi di culto. Iniziato il secolo precedente, il barocco, di chiara influenza napoletana si affermerà nei centri principali della provincia, in particolar modo a Mormanno e a Morano Calabro, centri che sforneranno grandi interpreti dell'architettura barocca. Nel campo della pittura emergeranno alcuni ottimi interpreti, tra i quali il rendese Cristoforo Santanna e soprattutto Mattia Preti, catanzarese originario di Taverna, considerato il più grande pittore calabrese di ogni epoca, uno dei maggiori esponendi di quest'arte di tutto il '600, che affrescherà molti edifici religiosi della provincia. Purtroppo la provincia non virà il periodo florido del secolo precedente, ma si assisterà ad un assestamento delle strutture già esistenti.

    Istituzione

    La provincia di Cosenza venne istituita con un decreto del 2 gennaio del 1861.

    Territorio

    Fanno parte del territorio provinciale la catena del Pollino (2248 m) a nord, la Catena Costiera sul tirreno, l’Orsomarso e il massiccio montuoso della Sila. Vi sono numerosi valli, le principali sono, la Valle Crati, e la Valle del Savuto, ed un’area pianeggiante, quella di Sibari. Sono presenti tre grandi laghi artificiali, Cecita-Mucone, Arvo e Ampollino, ed altri di minori dimensioni. Il fiume più lungo della regione Calabria è il Crati, che partendo dalla Sila, attraversa l'omonima la valle, dove è situato il capoluogo, Cosenza, e la piana di Sibari per sfociare nel mar Ionio. Vi sono da citare certamente il Golfo di Policastro, a nord/ovest a confine con la Basilicata tirrenica, e il golfo di Sibari, a nord/est che comprende la costa della piana di Sibari fino al confine con la Basilicata ionica.

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    Il Pollino

    La superficie territoriale è suddivisa in 3.604 km2 di montagna, 2.696 km2 di collina e 352 km2 di pianura. La provincia ha anche 228 km di coste, divise quasi equamente fra i mari del Tirreno e dello Jonio, sulle quali sono presenti numerose località balneari.



    Passi e valichi
    Riportiamo i principali passi e valichi delle quattro conformazioni montuose che si trovano nel territorio provinciale.
    • Passo dello Scalone - Massiccio del Pollino
    • Valico Sierra del Fiego - Sila
    • Passo Crocetta - Catena Costiera
    • Passo dello Scalone - Monti di Orsomarso

    Monti
    Riportiamo i principali monti delle quattro conformazioni montuose che si trovano nel territorio provinciale.
    • Serra Dolcedorme - Massiccio del Pollino
    • Botte Donato - Sila
    • Monte Cocuzzo - Catena Costiera
    • Cozzo del Pellegrino - Monti di Orsomarso

    Fiumi

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    Cosenza e il fiume Crati

    Riportiamo i principali corsi d'acqua che scorrono nel territorio provinciale.
    • Coscile - Pollino
    • Crati - Sila Greca
    • Esaro - Sila Greca
    • Lao - Pollino
    • Lese - Sila piccola
    • Mucone - Sila Grande - Greca
    • Neto - Sila Grande - Piccola
    • Trionto - Sila Greca
    • Savuto - Sila Grande

    Laghi

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    Lago Cecita

    Riportiamo i principali bacini idrici presenti sul territorio provinciale.
    • Lago Ampollino - Sila Piccola
    • Lago Arvo - Sila Grande
    • Lago Ariamacina - Sila Grande
    • Lago Cecita - Sila Grande
    • Lago dell'Esaro - Piana di Sibari
    • Lago del Savuto - Sila Grande
    • Lago di Tarsia - Sila Greca
    • Lago Votturino - Sila Grande
    • Serbatoio del Passante

    Clima

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    Foreste della Sila con il lago Arvo e Lorica sullo sfondo


    Il clima della provincia presenta molte differenze climatiche fra i centri e le aree della costa, e le aree più interne. Le catene montuose presenti sul territorio, incidono sulle condizioni climatiche e le precipitazioni della aree pianeggianti e dei rilievi minori, facendo della provincia di Cosenza, una delle aree più piovose del meridione e dell'Italia Intera. Il clima si caratterizza per autunni, inverni e primavere molto piovose, ma con clima miti in pianura e sulle coste, ed estati piuttosto secche. Le valli principali, le aree interne del Pollino e quelle della Sila, presentano le prime, condizioni climatiche condizionate da forti tassi di umidità, e le seconde, temperature tipiche montane. In base alle indicazioni della Stazione meteorologica di Cosenza abbiamo: precipitazioni medie annue si aggirano sui 881,2 mm, con minimo in estate e picco in autunno-inverno

    Economia

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    Patata

    Agricoltura

    L’agricoltura è, come nel resto della regione, il settore più importante sia per numero di occupati che di aziende. Ampie sono le aree della provincia nella quale l'agricoltura è predominante sul resto del paesaggio, ed ampie sono le coltivazioni tipiche del luogo. Le aree interne, dalle piane alle valli alle aree pedemontane, fino alle valli montane della Sila, si prestano bene a varie forme di produzione agricola, offrendo un ventaglio di prodotti ricco e variegato.

    Produzione agricola

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    Clementine


    Molte son quindi le aree interessate dall'agricoltura. La piana di Sibari è il cuore pulsante di questo settore: gli agrumeti sono il campo primario della piana, che offre spazio anche ad altre coltivazioni. Le valli quali la valle del Savuto e la valle del Crati, sono ricche di vigneti e di piantagioni di alberi da frutta. Importanti sono le coltivazioni di ulivo presenti nelle valli, e nelle aree pedemontane ai piedi del Pollino e della Sila, che ben si prestano alla coltivazione dell’ulivo, con distretti alimentari attivi in questo settore, una produzione ottimale con prodotti riconosciuti nel mercato nazionale ed internazionale, come fra i migliori del mondo, così come da alcuni decenni si sono affermati nobili vitigni che garantiscono la produzioni di alcuni vini D.O.C. quali il Donnici e il Savuto. Negli anni consorzi agricoli insieme alle varie istituzioni, stanno cercando di ottenere ulteriori marchi IGP e DOP, per alcuni prodotti prettamente indigeni. Ricordiamo fra questi la Clementina di Calabria, e la Patata silana. Molto diffusi sono anche i prodotti caseari, prodotti sia nell’areale della Sila che nella zona di Campotenese ai piedi del Pollino, con la produzione dei prodotti tipici locali, specie del Caciocavallo Silano.

    Pesca ed Allevamento

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    Il porto di Corigliano


    Il settore ittico è un settore importante e molto diffuso nell'intera provincia, visto soprattutto il numero consistente di centri urbani, alcuni fra i più grandi dell'intera regione, sviluppati lungo le due coste dello Ionio e del Tirreno. Fra i centri più importanti di questo settore, vi sono Corigliano Calabro e Rossano sulla costa ionica, Paola e i paesi dell'alto tirreno, sul Tirreno. Per quel che concerne l'allevamento questo è praticamente diffuso su tutto il territorio, dalla costa all'aree montane. In quest'ultime aree si concentra maggiormente l'allevamento bovino, mentre nelle zone collinari della provincia e sulla costa è diffuso l'allevamento di ovini e caprini e di animali domestici di razza avicola (polli e tacchini).

    Industria e Commercio

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    Attività commerciali


    L’industria è il settore che più di altri ha avuto nel corso del tempo uno sviluppo a macchia di leopardo su tutto il territorio. Attività industriali di un certo rilievo si trovano solo in alcune aree della provincia, mentre altre aree, specie le zone più interne, che soffrono della carenza di infrastrutture adeguate, presentano attività più che altro artigianali. La provincia è priva di distretti industriali; questo ha comportato la mancanza del know-how necessario ad uno sviluppo industriale con basi più solide su tutto il territorio. Non mancano rilevanti attività industriali, sia nel campo dell’industria alimentare che nei settori di industria pesante (fonderie, e industria chimica), quest'ultimi nell'area urbana di Cosenza.

    Energia

    Il settore energetico occupa una parte consistente dell’industria cosentina. Oltre alle centrali idroelettriche realizzate nei primi decenni del secolo scorso, site nei comuni di Acri e San Giovanni in Fiore, e le nuove centrali idroelettriche di Tarsia, vi sono altre infrastrutture energetiche di rilievo, come la centrale a gas di Rossano, di proprietà dell’Enel. Il settore delle fonti energetiche rinnovabili è in crescita, grazie alla creazione di parchi eolici realizzati nella valle del Crati e nella piana di Sibari. Il mercato dell'energia nel complesso, è un settore ancora in crescita nella provincia cosentina.

    Terziario e Servizi

    Quello del terziario e dei servizi è il settore più in crescita, conseguente ad un travaso di lavoratori da parte del settore manifatturiero verso questo settore. Il polo urbano di Cosenza con il suo hinterland è il maggiore centro erogatore di servizi. Un secondo polo urbano di una certa importanza è quello di Rossano - Corigliano sulla costa ionica. Cosenza e il suo hinterland forniscono pressoché tutti i servizi principali della provincia, oltreché servizi avanzati collocati soprattutto nella cittadina di Rende. I principali centri urbani della provincia offrono comunque tutti i servizi primari necessari per i comprensori territoriali che gravitano intorno ad essi.

    Turismo

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    La spiaggia di Paola


    Il turismo della provincia di Cosenza è il più variegato fra quello delle province calabresi, poiché all'ormai consolidato turismo estivo delle località marittime e a quello culturale e religioso dei principali centri interni la provincia di Cosenza ha oramai da molti anni acquisito anche un turismo montano pressoché annuale, che, se pur presente nelle altre province calabresi, resta per quest'ultime un settore minore rispetto a quello della provincia di Cosenza. Fra le località marittime più importanti vanno segnalate: Praia a mare, Diamante, Belvedere Marittimo, Scalea, Cetraro, Paola (Italia) ed Amantea sulla costa tirrenica, Trebisacce, Rossano, Corigliano, Mirto e Cariati sulla costa ionica. I centri urbani culturali e religiosi nelle aree interne sono: Castrovillari, Rocca Imperiale, Morano Calabro, Altomonte, Acri, San Giovanni in Fiore, San Marco Argentano e Bisignano. Le località turistiche montane più importanti sono: Camigliatello Silano, Lorica, Fago del Soldato e Silvana Mansio.

    Architetture religiose a Cosenza

    • Duomo di Cosenza, costruito agli inizi del Duecento, caratterizzato da numerosi interventi di consolidamento e ristrutturazione a causa dei numerosi danni riportati a seguito di vari terremoti; realizzato in stile romanico, fu modificata profondamente la facciata. L'edificio venne consacrato il 30 gennaio 1222 alla presenza dell'imperatore Federico II di Svevia e dell'arcivescovo monaco scrivano cistercense Luca Campano, autore dell'edificio.
    • Santuario del Santissimo Crocifisso, dell'863, più volte ritoccato architettonicamente e stilisticamente, fino alla forma attuale; è il convento dei frati minori di Cosenza;
    • Chiesa di San Domenico, con rosone romanico di pregevole fattura;

    Architetture religiose in provincia

    • Chiesa di San Domenico, con rosone romanico di pregevole fattura;
    • Santuario di San Francesco di Paola, sito fuori il centro urbano di Paola, in una zona collinare posta sopra la cittadina tirrenica; costruito nel XVI sec. ha subito numerosi interventi sia di ampliamento, che di consolidamento e ristrutturazione; ospita parte delle spoglie del Santo;
    • Abbazia Florense, fondata dall'abate e mistico Gioacchino da Fiore, sorge nel centro storico della cittadina di San Giovanni in Fiore, nel cuore della Sila; il monastero in stile gotico-romanico, nonostante i numerosi rifacimenti e i continui mutamenti di stile architettonico, conserva ancora l'austerità di untempo;
    • Basilica del Beato Angelo ad Acri, costruita verso la fine del 1800, in stile barocco è un edificio religioso appartenente all'Ordine Francescano intitolato al Beato Angelo d'Acri;
    • La Cattedrale di Maria Santissima Achiropita a Rossano, in stile Bizantino;
    • Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Morano Calabro;
    • Chiesa di San Bernardino da Siena ad Amantea, fondata nel 1400; fa parte della lista dei monumenti nazionali ed è un luogo di culto appartenente all'Ordine dei frati minori;
    • Santuario di Sant'Umile, posto nel centro storico di Bisignano e dedicato al Religioso appartenente all'ordine dei frati minori;
    • Santuario della Madonna della Armi a Cerchiara, incastonata nella roccia ai piedi del massiccio del Pollino;
    • Abbazia della Sambucina a Luzzi fondata alla fine del XII secolo da una comunità di Benedettini;
    • Duomo San Nicola di Bari di San Marco Argentano;
    • Santuario della Madonna di Costantinopoli a Papasidero
    • Chiesa della Madonna della Serra a Montalto Uffugo con facciata in pregevole stile barocco napoletano;
    • Abbazia di Fonte Laurato a Fiumefreddo Bruzio, risalente al XI secolo probabilmente di origini benedettine;
    • Santuario della Madonna della Catena a Cassano allo Ionio;

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    Il Santuario di Paola

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    Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore

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    Basilica del Beato Angelo d'Acri


    Architetture civili a Cosenza
    • Palazzo Arnone, sede della Galleria nazionale’’';
    • Palazzo del Governo, sede del Consiglio provinciale;

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    Veduta del centro storico dal piazzale antistante Palazzo Arnone

    Architetture civili in provincia

    • Palazzo delle Clarisse ad Amantea, del XVII secolo un tempo utilizzato come convento dopo un periodo di abbandono venne acquistato da alcuni privati; oggi è sede dell'Accademia degli Arrischiati e del Museo della Copia d'Autore;
    • Palazzo Pucci ad Amendolara, sede della famiglia Pucci, un tempo famiglia nobiliare di Amendolara;
    • Palazzi di Acri;
    • Palazzi di San Giovanni in Fiore;
    • Palazzo ducale Martirano-Spinelli ad Aieta;
    • Palazzo Marsico ad Altilia;
    • Ex Convento Francescano di Pedace;

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    Il Palazzo delle Clarisse

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    Palazzo Pucci ad Amendolara


    Architetture militari a Cosenza
    • Castello Normanno-Svevo, sorge sul colle Pancrazio, colle che domina tutto il centro storico della città bruzia; il castello ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti;

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    Panorama di Cosenza dal castello svevo


    Castelli in provincia

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    Castello di Corigliano


    • Castello di Belmonte Calabro a Belmonte Calabro, edificato verso il 1270, oggi rimangono i ruderi e i resti della vecchia fortezza; l'edificio fu eretto dal Maresciallo del Regno Drogone di Beaumont, e subì numerose aggiunte architettoniche come le mura di cinta nel 1500;
    • Castello Angioino Aragonese di Belvedere Marittimo eretto da Ruggero il Normanno tra la fine del secolo XI e la prima metà del XII secolo
    • Castello Giannone di Calopezzati; del XII secolo; originariamente era una semplice fortezza difensiva, venne poi trasformato in castello residenziale;
    • Castello di Castrovillari, realizzato in età tardo-medievale, subì una profonda ristrutturazione e modifica introno al 1500 ad opera del re Ferdinando d'Aragona; il castello sorge nel cuore della città;
    • Castrum Petrae Roseti di Roseto Capo Spulico, edificato in epoca normanna sorge a picco sul mare sul Promontorio di Cardone; il castello indicava con molta probabilità, il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo e quelli del fratello Ruggiero; venne conquistato e modificato ad opera di Federico II agli inizi del XIII secolo, adottato come confine tra le capitanerie con la quale Federico II aveva diviso il Regno delle due Sicilie; ad oggi è una residenza privata con uso commerciale;
    • Castello ducale di Corigliano Calabro, sito nel centro storico della cittadina ionica, arroccato sopra il promontorio che domina la frazione di Schiavonea e parte della Piana di Sibari; costruito nel 1073 ad opera di Roberto il Guiscardo, il castello è stato recentemente ristrutturato ed oggi viene utilizzato per esposizioni artistiche e manifestazioni;
    • Castello feudale di Crosia, fatto edificare nel 1600;
    • Castello normanno di Malvito, di origini longobarde, venne poi mutato dai Normanni;l'edificio è posto sull'estrema sommità della collina malvitana, dominando tutto l'abitato;
    • Castello ducale di Montegiordano, costruito nel 1600 come fortezza residenziale da parte della famiglia Pignone del Carretto; oggi dopo un profondo restauro si presenta in ottime condizioni;
    • Castello Svevo di Rocca Imperiale, fortezza e residenza fatta costruire da Federico II; fu poi ampliata e riadattato intorno al 1500 ad opera di Alfonso d'Aragona, con elementi tipici delle fortezze spagnole; oggi è di proprietà comunale, oggetto di un profondo restauro, dopo che fu ampiamente depauperato di tutti i suoi elementi architettonici, verso la fine del 1800;
    • Castello di Sangineto edificato nel XV secolo
    • Castello angioino di San Lorenzo del Vallo del XVI secolo; fatto erigere dalla famiglia degli Alarcon, a scopo residenziale; nel 1978 venne dichiarato "Bene di interesse storico- artistico"; in stato di abbandono da circa 30 anni, il castello ha subito un processo di degrado che lo ha reso inagibile; attualmente è chiuso ai visitatori;

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    Castello di Roseto Capo Spulico

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    La Torre Mastio coincide con il primitivo nucleo risalente al 1073. La torretta ottagonale è seicentesca

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    Castello ducale di Montegiordano

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    L'ingresso del Castello di Rocca Imperiale

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    Castello di San Lorenzo del Vallo dopo i lavori di restauro

    Torri di guardia

    • Torre di Rienzo a Cetraro, realizzata nella prima metà del '500
    • Torre di guardia a Guardia Piemontese, risalente al IX secolo circa;
    • Torre di Fiuzzi a Praia a Mare, eretta su un faraglione della scogliera di Fiuzzi alto 15 metri, su cui era già presente una torre angioina;
    • Torre normanna di San Marco Argentano, primo insediamento normanno in Calabria; venne eretta verso la metà dell'anno 1000 ad opera di Roberto il Guiscardo; la torre, alta 22 metri è di forma cilindrica, facente parte di un'antica fortificazione ben più ampia;
    • Torre Talao a Scalea, torre costiera fatta edificare nel 1563 da Pedro Afan de Ribera d'Alcalà, Viceré del regno di Napoli;
    • Cinta Urbica di Cariati, che delimita l'antico centro storico un tempo fortificato;

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    Torre normanna di San Marco Argentano

    Siti archeologici


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    Moneta incusa ritrovata nel parco archeologico di Sibari


    • Parco archeologico di Sibari, dove sono emersi i ritrovamenti delle antiche città di Thurii e Sibari;
    • Scavi di Laos, nei pressi di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro;
    • Grotta del Romito a Papasidero: caverna preistorica con incisioni risalenti al paleolitico.
    • Blanda antica città rupestre, cui restano alcuni ruderi e testimonianze del luogo, alle porte di Tortora;

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    Il mausoleo in contrada Pergolo.

    Aree naturali

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    Sila innevata

    La provincia di Cosenza accoglie nel suo territorio, due Parchi nazionali e 11 Aree naturali protette (Riserve naturali).

    I parchi nazionali sono:
    • Parco nazionale del Pollino, la più grande aree protetta italiana, sita al confine fra la Basilicata e la Calabria;
    • Parco nazionale della Sila, istituito nel 2002 occupa parti delle tre sile (greca, grande e piccola), abbracciando i territori delle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone;

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    Gole del Raganello



    Riserve naturali
    • Riserva naturale Golia Corvo
    • Riserva naturale Gole del Raganello
    • Riserva naturale Gallopane
    • Riserva naturale I Giganti della Sila;
    • Riserva naturale Iona Serra della Guardia
    • Riserva naturale Macchia della Giumenta - S.Salvatore
    • Riserva naturale Serra Nicolino Piano d'Albero
    • Riserva naturale Tasso Camigliatello Silano
    • Riserva naturale Trenta Coste
    • Riserva naturale Valle del Fiume Argentino
    • Riserva naturale Valle del Fiume Lao
    Infine vi è anche una Riserva naturale regionale che è la Riserva naturale Tarsia.

    Cultura

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    Statua di Bernardino Telesio

    Biblioteche
    • Biblioteca Nazionale di Cosenza
    • Biblioteca Civica di Cosenza
    • Sistema Bibliotecario Territoriale Silano di San Giovanni in Fiore

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    Università della Calabria

    Sul territorio provinciale è presente l'Università della Calabria. L'università ha sede ad Arcavacata, frazione di Rende. È un campus universitario con il complesso universitario realizzato negli anni '70 fuori da centri abitati, con la possibilità di poter realizzare residenze per gli studenti, adiacenti all'università.

    Musei

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    Lupo della Sila, opera di Mimmo Rotella, Museo Bilotti

    Musei di Cosenza

    • Galleria nazionale, con sede nel Palazzo Arnone, storico palazzo di Cosenza; è una pinacoteca che custodisce opere del XVI e XVII secolo, mentre parte del museo è utilizzato per manifestazioni e gallerie temporanee specie di arte contemporanea;
    • Museo all'aperto Bilotti, comprende un tratto di Corso Mazzini, antico corso e strada commerciale più importante di Cosenza; il museo conserva statue ed opere donate da privati; il museo è in continua fase di allestimento e dunque non ancora terminato;
    • Museo Civico Archeologico;
    • Museo Civico dei Brettii e degli Enotri;
    • Museo delle "Rimembranze";

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    Museo civico d'arte contemporanea Silvio Vigliaturo

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    Museo archeologico di Sibari

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    Museo civico e MAON di Rende

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    Polo Museale, C.I.S.G. e Abbazia Florense



    Altri enti culturali
    • Accademia Cosentina a Cosenza;
    • Centro Internazionale di Studi Gioachimiti a San Giovanni in Fiore;
    • Centro di cultura Giovan Luigi Pascale a Guardia Piemontese;

    Lingue e dialetti

    Nella provincia viene parlato il dialetto cosentino, parte del calabrese tranne nei 13 comuni dell'Arberia in provincia di Cosenza dove viene parlato l'Arbëreshë, un dialetto albanese e a Guardia Piemontese dove si parla il Guardiolo, un dialetto occitano portato dai Valdesi provenienti da Bobbio Pellice (TO) nel XII-XIII secolo per fuggire alle persecuzioni religiose in Piemonte.

    Dialetto consentino

    Il dialetto cosentino è un dialetto calabrese, parlato nella città di Cosenza e nel territorio della provincia di Cosenza. È caratterizzato da una parlata morbida e di ampio respiro, con la lettera "T" sostituita con la "D". In provincia il dialetto è influenzato dalla vicinanza con le altre regioni; si ha quindi un dialetto "napoleizzato" nei paesi che si affacciano sulla costa tirrenica, ed un dialetto con influenze "pugliesi" sull'alto versante ionico.

    lingua arbëreshë

    Lingua (e non dialetto) parlata in molti comuni del cosentino, specie nei paesi sorti ai piedi del Pollino, comuni nati nel medioevo quando intere popolazioni fuggendo dall'Albania si rifugiarono in Calabria.

    Religione

    Nella provincia di Cosenza la religione maggiormente diffusa è il Cristianesimo, nella maggior parte nella confessione cattolica, ma sono presenti anche altre minoranze cattoliche. Come nel resto d'Italia sono comunque presenti altre minoranze religiose, quali musulmane, ebree e ortodosse. Nel territorio provinciale si estendono l'arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, la diocesi di Cassano allo Ionio, la diocesi di Lungro, l'arcidiocesi di Rossano-Cariati e la diocesi di San Marco Argentano-Scalea. Il totale delle parrocchie registrate nelle diocesi della provincia ammontano a 319.

    Cinema

    La provincia di Cosenza in passato è stata scarsamente protagonista di set cinematografici, se si escludono alcuni importanti pellicole girate sulle montagne della Sila quali Il lupo della Sila, e Il brigante Musolino. A Cosenza e sul Tirreno Cosentino nel 2009 è stato girato il film "Vorrei vederti ballare" interpretato dal cast formato da Alessandro Haber, Gianmarco Tognazzi, Giuliana De Sio, Paola Barale, Chiara Chiti, Adriana Toman, Giulio Forges Davanzati, Franco Castellano (attore). Dal 2007 ogni anno nel capoluogo silano ad aprile si svolge il festival "La Primavera del Cinema Italiano- Premio Federico II", un evento la cui principale connotazione è quella di promuovere il cinema del nostro Paese con particolare attenzione all'incontro diretto con i protagonisti dello spettacolo filmico, le loro proposte, le manie e i miti. La manifestazione si chiude con la cerimonia di consegna del Premio Federico II (statuetta che rappresenta l’ottagono, simbolo della storia della città di Cosenza)[36]. Anche Diamante è spesso scelta come location per film cinematografici, fiction e programmi televisivi. Tra i lungometraggi ricordiamo:
    • L'abbuffata, film del regista Mimmo Calopresti con Gérard Depardieu, Diego Abatantuono e Nino Frassica
    • Ma l'amore sì, di Tonino Zangardi e Marco Costa con Anna Maria Barbera, Elena Bouryka e Gianni Pellegrino
    • Per sempre, di Alessandro Di Robilant su soggetto di Maurizio Costanzo con Giancarlo Giannini e Francesca Neri

    Teatro

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    teatro Rendano e Piazza XV marzo

    La provincia di Cosenza ospita i seguenti teatri:
    • Teatro Rendano a Cosenza;
    • Teatro Morelli a Cosenza
    • Teatro A.Tieri (ex Italia) a Cosenza
    • Teatro dell'Acquario a Cosenza
    • Teatro Garden a Rende-Cosenza
    • Teatro Metropol di Corigliano Calabro;
    • Teatro San Marco di Rossano;
    • Teatro Sybaris a Castrovillari
    • Teatro all'aperto di Acri

    Cucina

    La cucina della provincia cosentina, si rifà sostanzialmente alla tradizione regionale. Ampio è l'uso dei prodotti della terra, mentre a tavola a far da padrone è il maiale e tutti i suoi derivati. Nella zone costiere ampio e vario è l'utilizzo di prodotti ittici, mentre nelle aree interne montane si possono assaggiare piatti a base di cacciagione.

    Vino

    La produzione di vino, eccelle solo in alcune aree provinciali, in particolare tra la Valle del Crati e il Savuto. I vini doc della provincia sono, per ordine geografico:
    • Donnici bianco, Donnici rosato, Donnici rosso, Donnici rosso novello e Donnici rosso riserva;
    • Pollino rosso e Pollino rosso superiore;
    • San Vito di Luzzi bianco, San Vito di Luzzi rosato e San Vito di Luzzi rosso;
    • Savuto e Savuto superiore;
    • Verbicaro bianco, Verbicaro rosato, Verbicaro rosso e Verbicaro rosso riserva

    Comuni
    La provincia di Cosenza comprende 155 comuni:
    • Acquaformosa
    • Acquappesa
    • Acri
    • Aiello Calabro
    • Aieta
    • Albidona
    • Alessandria del Carretto
    • Altilia
    • Altomonte
    • Amantea
    • Amendolara
    • Aprigliano
    • Belmonte Calabro
    • Belsito
    • Belvedere Marittimo
    • Bianchi
    • Bisignano
    • Bocchigliero
    • Bonifati
    • Buonvicino
    • Calopezzati
    • Caloveto
    • Campana
    • Canna
    • Cariati
    • Carolei
    • Carpanzano
    • Casole Bruzio
    • Cassano allo Ionio
    • Castiglione Cosentino
    • Castrolibero
    • Castroregio
    • Castrovillari
    • Celico
    • Cellara
    • Cerchiara di Calabria
    • Cerisano
    • Cervicati
    • Cerzeto
    • Cetraro
    • Civita
    • Cleto
    • Colosimi
    • Corigliano Calabro
    • Cosenza
    • Cropalati
    • Crosia
    • Diamante
    • Dipignano
    • Domanico
    • Fagnano Castello
    • Falconara Albanese
    • Figline Vegliaturo
    • Firmo
    • Fiumefreddo Bruzio
    • Francavilla Marittima
    • Frascineto
    • Fuscaldo
    • Grimaldi
    • Grisolia
    • Guardia Piemontese
    • Lago
    • Laino Borgo
    • Laino Castello
    • Lappano
    • Lattarico
    • Longobardi
    • Longobucco
    • Lungro
    • Luzzi
    • Maierà
    • Malito
    • Malvito
    • Mandatoriccio
    • Mangone
    • Marano Marchesato
    • Marano Principato
    • Marzi
    • Mendicino
    • Mongrassano
    • Montalto Uffugo
    • Montegiordano
    • Morano Calabro
    • Mormanno
    • Mottafollone
    • Nocara
    • Oriolo
    • Orsomarso
    • Paludi
    • Panettieri
    • Paola
    • Papasidero
    • Parenti
    • Paterno Calabro
    • Pedace
    • Pedivigliano
    • Piane Crati
    • Pietrafitta
    • Pietrapaola
    • Plataci
    • Praia a Mare
    • Rende
    • Rocca Imperiale
    • Roggiano Gravina
    • Rogliano
    • Rose
    • Roseto Capo Spulico
    • Rossano
    • Rota Greca
    • Rovito
    • San Basile
    • San Benedetto Ullano
    • San Cosmo Albanese
    • San Demetrio Corone
    • San Donato di Ninea
    • San Fili
    • San Giorgio Albanese
    • San Giovanni in Fiore
    • San Lorenzo Bellizzi
    • San Lorenzo del Vallo
    • San Lucido
    • San Marco Argentano
    • San Martino di Finita
    • San Nicola Arcella
    • San Pietro in Amantea
    • San Pietro in Guarano
    • San Sosti
    • San Vincenzo La Costa
    • Sangineto
    • Sant'Agata di Esaro
    • Santa Caterina Albanese
    • Santa Domenica Talao
    • Santa Maria del Cedro
    • Santa Sofia d'Epiro
    • Santo Stefano di Rogliano
    • Saracena
    • Scala Coeli
    • Scalea
    • Scigliano
    • Serra Pedace
    • Serra d'Aiello
    • Spezzano Albanese
    • Spezzano Piccolo
    • Spezzano della Sila
    • Tarsia
    • Terranova da Sibari
    • Terravecchia
    • Torano Castello
    • Tortora
    • Trebisacce
    • Trenta
    • Vaccarizzo Albanese
    • Verbicaro
    • Villapiana


    Comuni più popolosi

    I comuni della provincia sono 155. Nella tabella sottostante vengono proposti i comuni con più di 10.000 abitanti, in ordine di popolosità:
    Cosenza - 70.081
    Corigliano Calabro - 40.516
    Rossano - 38.461
    Rende - 35.502
    Castrovillari - 22.560
    Acri 21.230
    Montalto Uffugo - 20.795
    San Giovanni in Fiore - 18.066
    Cassano allo Ionio - 17.577
    Paola - 16.878
    Amantea - 13.934
    Scalea - 10.937
    Bisignano - 10.484
    Castrolibero - 10.325
    Cetraro - 10.128
    Luzzi - 9.988

    Comunità montane

    Le caratteristiche orografiche dei territori della Provincia, essendo tendenzialmente montagnosi, hanno incentivato il costituirsi di aggregazioni comunali in Comunità Montane. Praticamente tutti i centri delle aree più interne fanno parte di Comunità Montane. Nonostante i alcune modifiche avvenute per decreto regionale sull'ordinamento e il riassetto delle comunità montane calabresi, quelle della Provincia di Cosenza, sono rimaste pressoché immutate, salvo pochi cambiamenti, come ad esempio, l'esclusione di Trebisacce dalla Comunità Montana Alto Ionio.

    Aree urbane

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    Un tratto di Viale Parco "Giacomo Mancini". L'arteria collega Cosenza con Rende e Montalto Uffugo


    Con il Piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2008-2020, compreso nel PSU (Piano di Sviluppo Urbano) Cosenza-Rende, si è dato avvio al processo che porterà all'istituzione di una nuova area urbana chiamata "Grande Cosenza" che comprenderà i comuni di Cosenza e Rende in primis, e i comuni di Castrolibero, Montalto Uffugo, Mendicino e Dipignano in seconda fase. Sono giunte a tale decisione le amministrazioni, dopo che, dall'immediato dopoguerra, tutta l'area a valle dell'antico nucleo storico di Cosenza, ha subito un fortissimo processo di urbanizzazione. Il Piano Strategico intende svilupparsi su una prospettiva di medio e lungo periodo, con una visione dell'area urbana Cosenza-Rende incentrata lungo due direttrici (o poli), quello di Cosenza (con servizi, istruzione e cultura) e quello di Rende (università, innovazione e ricerca). Essa è il risultato di un graduale processo di conurbazione iniziato negli anni sessanta che ha dato origine all'attuale città policentrica che si estende senza soluzione di continuità (un continuum urbano di edifici, piazze, infrastrutture, residenze e servizi accessori) nei comuni di Cosenza-Rende. In programma vi è anche la pianificazione di un secondo livello (o anello) economico-urbano, che configurerebbe le relazioni con il resto dell'interland di Cosenza, allo scopo di realizzare un bacino urbano completo, che si configuri nel miglior modo possibile con il resto del territorio, divenendo un'eccellenza in ambito interregionale e nazionale.

    Impianti sportivi

    L'impianto sportivo più capiente della provincia è lo Stadio San Vito di Cosenza, con 25.000 posti a sedere; altri impianti sportivi a Cosenza sono il Pala Ferraro sito in via Popilia, il Palazzetto dello sport di via Casali, e il Palazzetto dello sport di Donnici.

    Località sciistiche

    La provincia accoglie sul proprio territorio alcune località sciistiche, le più importanti delle quali, realizzate sull'altipiano della Sila. Queste sono:
    • gli impianti di risalita, per la pratica dello sci da discesa, di Botte Donato, presso Lorica, e di Monte Curcio, presso Camigliatello Silano;
    • i centri per la pratica dello sci di fondo a Carlomagno nel comune di San Giovanni in Fiore, e a Monte Scuro nel comune di Spezzano della Sila.

    Edited by Isabel - 6/7/2012, 09:45
     
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    Continua a nevicare intensamente in Calabria: neve a Cosenza

    Continua a nevicare intensamente nel cosentino e su gran parte della Calabria: fiocchi anche su Vibo Valentia pochi minuti fa, mentre su Cosenza ha ricominciato a nevicare come previsto dopo una breve pausa. La massima giornaliera nel capoluogo silano potrebbe rimanere di soli +2,3°C!. Accumuli significativi nelle zone interne, e soprattutto tra Sila, Pollino e Catena Costiera. Continuerà a nevicare per gran parte della giornata, ecco alcune foto dei nostri lettori:
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    Fonte: meteoweb.eu/
     
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