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Cosenza

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  1. Isabel
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    Cosenza

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    - Fonte -

    « Cosenza ha interessi e meraviglie che danno la tentazione di girarla tutto il giorno. È inadeguato chiamarla pittoresca; a ogni passo, dall'inizio della strada principale al piede della collina fino al severo castello medievale che ne corona la sommità, c'è da stupirsi e da ammirare. »
    (George Gissing, Sulla riva dello Jonio, 1897)


    Cosenza Ascolta (IPA: [koˈzɛnʦa], Cusenza [kuˈsɛnʣa] in cosentino) nota anche come "città dei Bruzi", è un comune italiano di 69.131 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia, la più estesa e popolosa della Calabria. Città tra le più antiche della regione, capofila di una agglomerazione di circa 269.000 abitanti nel cui perimetro (Rende) è ubicata l'Unical, il più grande campus universitario italiano e una delle migliori università d'Italia tra i grandi atenei secondo le classifiche stilate da Censis e la Repubblica. Il capoluogo bruzio è sede della Rai regionale (TG Regione), di un museo all'aperto, dell'Ufficio ANAS per l'Autostrada A3 e rappresenta uno dei principali poli regionali da un punto di vista economico, urbanistico, culturale, sociale, organizzativo e di servizio. Il territorio cosentino è proiettato da anni verso la fusione con i comuni dell'area urbana cosentina nell'interpretazione ristretta (Castrolibero e Rende) che darà vita ad una città unica, il nodo centrale di un sistema urbano complesso, policentrico e dinamico. Cosenza è identificata anche come Atene della Calabria per via del suo passato culturale; l'Accademia Cosentina, ad esempio, è la seconda del Regno di Napoli e una delle primissime accademie fondate in Europa. Ancora oggi resta una città in cui arte e cultura affondano bene le proprie radici, non a caso nel mese di ottobre del 2008 è stata riconosciuta come Città d'arte dalla Regione Calabria con una delibera volta ad evidenziare il patrimonio storico-artistico della città, con importanti ricadute sull'aspetto commerciale (fiore all'occhiello dell'economia cittadina) e turistico del territorio. Il 12 ottobre 2011 il Duomo di Cosenza è stato dichiarato dell'UNESCO "patrimonio testimone di una cultura e di pace"; si tratta del primo riconoscimento assegnato dall'organizzazione in Calabria. Storicamente svolse il ruolo di capitale dei Bruzi ed in seguito capoluogo della Calabria Citeriore (o Calabria latina).

    Territorio


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    Confluenza del Busento nel Crati

    Cosenza, il capoluogo di provincia più a nord della Calabria, sorge sui sette colli nella Valle del fiume Crati, alla confluenza di quest'ultimo con il Busento, confluenza che determina la distinzione geografica fra il centro storico, posto in alto fino al colle Pancrazio, e la città moderna sviluppatasi lungo la sua riva sinistra del Crati. Il nucleo storico, meglio conosciuto come Cosenza vecchia, rispecchia gli standard dei tipici centri antichi meridionali, caratterizzato da vicoli erti, stretti e tortuosi lungo i quali si erge un'edificazione fatta da fabbricati minuti e palazzi signorili, arroccati sui colli Pancrazio, Guarassano e Torrevetere, a sinistra del Crati, mentre sono rare le abitazioni su i restanti colli Gramazio, Triglio, Mussano e Veneri. Tutto il centro urbano è cinto ad ovest dalla Catena Costiera meridionale (lungo la quale svetta Monte Cocuzzo di formazione dolomitica calcarea e che molti ritengono invece erroneamente un vulcano spento) che separa la città dal mar Tirreno, e ad est dalla Sila, l'altipiano boscoso in cui vive ancora il lupo, animale totemico della città stessa e simbolo della locale squadra di calcio, verso la quale protende il centro antico. La città si estende su una superficie di 237,2 km², ad un'altezza dal livello del mare pari a 238 m.

    Clima


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    Cosenza sotto la neve

    Cosenza si trova in un fondovalle (la Valle del Crati) interamente circondato da alte montagne, perciò è soggetta ad un microclima particolare. La Valle del Crati si trova, ad un'altitudine media di 200m, rinchiusa tra i monti della Catena Costiera, della Sila e del Pollino presentando una sola e parziale apertura sul mare a nord-est (Piana di Sibari). Di conseguenza l'influenza del mare sul proprio microclima risulta quasi assente: infatti, le escursioni termiche, sia giornaliere che annuali, sono molto elevate. Le temperature minime, che grazie all'irraggiamento notturno ed all'inversione termica, raggiungono valori bassi (se rapportati ad altitudine e latitudine), sono affiancate da massime che, specie in condizioni di calma di vento e nella stagione estiva, risultano molto elevate. Come accennato sopra l'inversione termica è quasi una costante della vallata, grazie alla scarsa presenza di venti, di cui risulta riparata proprio dall'orografia del territorio. In modo particolare i venti sono praticamente assenti quando, altrove, spirano dai quadranti orientali (E SE) a causa della presenza del massiccio Silano. L'inverno a Cosenza si presenta abbastanza fresco ed in media nevica 2 o 3 volte l'anno con accumuli considerevoli. Spesso, infatti, quando al suolo si hanno venti di Scirocco nella colonna d'aria soprastante alla valle si ha omotermia. Proprio questo favorisce precipitazioni nevose anche in pianura quando l'aria mite sopraggiunge su un cuscinetto freddo, generato da una precedente ondata fredda (solitamente serve una giornata di cielo sereno con -5 °C ad 850hPa). In altri casi le precipitazioni nevose si hanno con aria fredda che arriva dal Rodano o dai Balcani (almeno -2/-4 °C ad 850hPa) supportata da minimi di bassa pressione nelle vicinanze o, comunque, posti in modo tale da attivare correnti occidentali. Proprio con correnti occidentali si ricevono i maggiori quantitativi pluviometrici, grazie allo stau prodotto dalla Catena Costiera e dalla Valle del Savuto. La zona si ritrova in ombra pluviometrica con correnti settentrionali. In condizioni anticicloniche oltre all'escursione termica accentuata, sono frequenti foschie o banchi di nebbia, specie nelle zone più basse, e brinate nel periodo invernale; in estate, invece, tendono a generarsi temporali e nubi cumuliformi nelle ore centrali e frequentemente si hanno temperature molto alte accompagnate da valori di umidità molto bassi.

    Storia - Le origini del nome

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    Cosentia è menzionata nella quinta riga del Lapis Pollae


    Il primo nome della città bruzia fu Consentia, nome che diedero i Bretti alla loro capitale nel 356 a.C. Consentia deriva dal "consenso" espresso dalle altre città del Bruzio affinché diventasse la loro capitale e dai Lucani, dai quali i Bretti si erano ribellati e liberati a seguito di una guerra.

    Nomi Storici
    • Consentia (incerto) in epoca Bruzia
    • Consentia e Cosentia (nel Lapis Pollae meglio noto come Cippo di Polla) in epoca Romana
    • Constantia in epoca Bizantina

    Età antica

    Le origini della città di Cosenza risalgono al IV secolo a.C., momento in cui tutta l'area della Valle del Crati era ritenuta strategica per il popolo Bruzio, che qui innalzarono la loro capitale dandole il nome di Cosentia. Cosentia si sviluppò rapidamente tanto da esser definita "metropoli" e capitale di un vasto territorio, e controllore di quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che una dopo l'altra caddero sotto i continui attacchi dei Bruzi. La forza della città nell'area locale, diede coraggio ai Bruzi anche nell'affrontare l'impero di Roma, che però riuscì a sottomettere la città e tutto il suo popolo, facendo di Cosenza una delle sue stazioni, precisamente quella della Via Capua-Rhegium, attuale via Popilia (o via Annia). Sotto l'impero di Augusto, Cosenza trova nuova prosperità passando da città bellica a città commerciale, fino all'arrivo di Alarico re dei Visigoti, che dopo il sacco di Roma, muore a Cosenza venendo sepolto sotto il fiume Busento.

    Età medievale

    Dopo un nuovo periodo florido, nell'VIII e IX secolo, la città fu sotto il dominio dei longobardi, prima ed in seguito dei bizantini. Violentemente contesa da saraceni e longobardi, la città fu quasi distrutta e riedificata nel 988. Durante il periodo normanno la città ebbe il coraggio di ribellarsi in più occasioni senza mai ottenere grandi successi, divenendo successivamente, ducato degli Svevi, è fra le città preferite dell'imperatore Federico II di Svevia, che aiutò economicamente e culturalmente la città. Durante il periodo Angioino la città fu teatro di un diffuso brigantaggio, e di un profondo periodo di miseria. Dopo circa un secolo re Luigi III d'Angiò insieme alla moglie, decise di risiedere nel castello dando alla città il titolo di centro del ducato di Calabria.

    Età moderna

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    Panorama del centro storico


    Nel periodo Aragonese la città divenne capitale della Calabria Citra Naethum, poi capoluogo della Calabria Citeriore che comprendeva grosso modo l'attuale provincia cosentina. In questo periodo nasce l'Accademia Cosentina che trova il culmine con la guida di Bernardino Telesio, Con la conquista da parte degli spagnoli diviene uno dei centri più vivi della cultura meridionale. Il XVI secolo vide un impressionante fioritura umanistica e segnò per Cosenza una rinascita intellettuale, tanto che venne definita Atene della Calabria. Seguirono le dominazioni austriache fino alla guerra fra i Borboni e l'impero francese. Nel periodo risorgimentale in città si manifestarono movimenti liberali e patriottici tra cui quello del 15 marzo 1844, rivolta ispiratrice per i Fratelli Bandiera che a capo di un gruppo di repubblicani veneziani cercano di aiutare i “fratelli calabresi”. Catturati in Sila dopo una aspra lotta armata contro le guardie civiche borboniche, vennero successivamente fucilati presso il Vallone di Rovito. In seguito i cosentini parteciparono a molte vicende del Risorgimento, dalle guerre d'indipendenza fino all'impresa dei Mille.

    Età contemporanea

    Nei primi del Novecento inizia lo sviluppo della città, grazie all'opera di liberali come Tommaso Arnoni, che successivamente collaborò con il regime fascista. Le attività di sistemazione dei quartieri esistenti e di creazione di nuovi quartieri furono consistenti. Anche per questo la città si dimostrò favorevole ai motti fascisti e alla politica del duce. Durante la guerra Cosenza fu bombardata in modo consistente nel 1943 e la fine della guerra la vide ridotta in condizioni socio-economico disastrose. Con il boom economico Cosenza iniziò una veloce ripresa finanziaria, grazie ad una consistente espansione edilizia. L'azione amministrativa venne caratterizzata dalla politica della Democrazia Cristiana e da un governo di centro sinistra. La popolazione aumentò vertiginosamente superando i 100.000 abitanti nel 1971. La città si caratterizzava, come nel resto delle città meridionali, da un centro storico in stato di abbandono con i cittadini riversati nella città nuova. Vennero edificati enormi quartieri residenziali, sviluppando altresì il fenomeno dell'emarginazione sociale.

    Monumenti e luoghi d'interesse


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    Castello Svevo

    Il centro storico di Cosenza incarna nelle sue forme architettoniche l'apice dell'espansione e della cultura dei Bruzi. Si tratta di uno dei centri storici più belli e interessanti d'Italia non solo per l'ampiezza, ma soprattutto per il pregio dei valori che presenta. Elementi caratteristici della parte antica della città sono la notevole concentrazione di edifici monumentali, i numerosi palazzi padronali e di pregio, il disegno urbano, caratterizzato da un dedalo di strette strade che si snodano attorno agli antichi edifici, chiese, conventi, case fortezze, slarghi e piazze. Lo spazio urbano presenta la giusta sintesi tra tradizione costruttivo-materiale locale e ambiente naturale, perfettamente inserito tra i fiumi Crati e Busento e lo splendido scenario delle colline periurbane che fanno di Cosenza un esempio notevolissimo nel panorama della cultura urbana europea. Dalla fontana dei 13 canali si può assaggiare l'acqua proveniente dall'acquedotto dello Zumpo in Sila, leggera e dissetante; lungo il corso Telesio si trovano la Casa delle Culture e il Duomo del 1100, mentre su uno dei sette colli (il Pancrazio) si staglia la figura del Castello Svevo, imponente fortezza anch'essa millenaria che fu roccaforte di Federico II di Svevia, lo "Stupor Mundi", imperatore-magnate profondamente innamorato della città. Di rilievo anche la biblioteca nazionale e i conventi di San Gaetano e San Domenico con le relative chiese. Interessante è anche Palazzo Arnone sul colle Triglio, ex sede del Tribunale, e del carcere, ora restituito all'antico splendore e trasformato in sede della Galleria Nazionale, presso la quale è possibile ammirare l'originale icona della Madonna del Pilerio protettrice di Cosenza e la Stauroteca, preziosissima croce-reliquiario donata da Federico II alla città in occasione della riconsacrazione della Cattedrale (1222), oltre che opere di vari pittori meridionali tra cui Pietro Negroni, Mattia Preti e Luca Giordano. Nel quartiere detto della Massa è ubicato anche il Museo dei Brettii e degli Enotri un tempo Convento di Sant'Agostino. Ricco di testimonianze religiose è il centro antico sede delle chiese più pregevoli, in primis del Duomo opera del XI secolo, realizzato dall'allora arcivescovo Luca Giordano. Dopo il Duomo l'edificio religioso più antico è il Chiesa e Convento del Santissimo Crocifisso (o della Riforma) del XII secolo. Le principali costruzioni religiose sono del XV secolo, fra queste troviamo la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa, convento e chiostro di S. Francesco di Paola e la Chiesa e Complesso Monumentale di Sant'Agostino. Del secolo successivo sono invece la Chiesa di San Domenico la più pregevole chiesa dopo il Duomo, la Chiesa e convento delle Cappuccinelle, il Convento di Santa Maria delle Vergini e la Chiesa del Santissimo Salvatore Del XVII secolo è il Convento dei Carmelitani Scalzi mentre altre chiese di rilievo sono la Chiesa di San Nicola che racchiude preziose opere d'arte, la Chiesa, convento e chiostro di S. Francesco d'Assisi, il Palazzo Arcivescovile e il Convento delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo in cui operò la Venerabile suor Elena Aiello, nota come 'a monaca santa.

    Altri monumenti
    Altri luoghi da visitare del Centro Storico e dei suoi immediati dintorni:
    • Castello Normanno-Svevo (Cosenza) (X secolo)
    • Chiostro di San Domenico (Ex Caserma Fratelli Bandiera)
    • Palazzo Arnone (XVI secolo);
    • Arenella (area di mercato, oggi utilizzata per il mercatino delle pulci, per l'officina delle donne e per concerti)
    • Prefettura o Palazzo del Governo (XVII secolo);
    • Monumento ai caduti in guerra in Piazza della Vittoria
    • Villa Vecchia (giardino comunale)
    • Museo Civico,
    • Teatro di tradizione A. Rendano (XIX secolo)
    • Piazzetta Toscano (sito archeologico all'aperto) e Biblioteca Nazionale
    • Ara dei Fratelli Bandiera (si trova nel Vallone di Rovito luogo della fucilazione dei 2 patrioti italiani)
    • Conservatorio di Musica "Stanislao Giacomantonio"[20]
    • Ruderi e Scavi Romani (in Piazzetta Toscano)
    • Antica Chiesa del Carmine (in Piazza XX settembre)

    Verde urbano e parchi cittadini
    • Villa Vecchia (Piazza XV marzo- Centro Storico)
    • Parco Morrone (Via Misasi)
    • Parco delle Rimembranze (Via Pola)
    • Parco Nicholas Green (Viale Sergio Cosmai)
    • Villa Nuova (Viale Trieste)
    • Villetta Leonida Repaci
    • Parco Fluviale (Centro Storico)
    • Parco Corrado Alvaro (Via Aldo Moro)
    • Viale Parco (Da Cosenza centro fino a Rende)
    • Area verde via Giulia
    • Area verde via della Repubblica

    Secondo l'indagine Ecosistema Urbano 2009 stilata da Legambiente e Ambiente Italia pubblicata sul Sole 24 Ore, Cosenza è la città più verde in Calabria in base a una graduatoria sulla sostenibilità urbana redatta tenendo conto di 26 parametri. La città dei Bruzi si colloca al 45º posto complessivo tra i 103 capoluoghi di provincia italiani nella classifica finale e seconda nel sud solo a Caserta. Secondo la stessa indagine del 2010 che si basa su parametri come trasporto pubblico, isole pedonali, zone a traffico limitato, depurazione delle acque, raccolta differenziata, Cosenza è al 55º posto, primo capoluogo in Calabria davanti a Reggio Calabria (86º posto), Catanzaro (88º posto), Vibo Valentia (99º posto) e Crotone penultimo posto (102º).

    Lingua e dialetti

    Il dialetto cosentino (u dialettu cusintinu), come per tutta la Calabria del nord (corrisponde approssimativamente alla storica divisione amministrativa "Calabria Citeriore"), è di tipo napoletano. Il "cosentino" è fortemente influenzato sia dal greco che dal latino, ma grazie anche alle tante dominazioni storiche, dallo spagnolo e dal francese. Si differenzia molto dal resto dei dialetti calabresi per sintassi, per forme verbali (non è infatti presente la forma verbale del passato remoto derivante dal perfetto latino) e per pronuncia. Il vero dialetto cosentino, ha ormai quasi completamente lasciato il posto ad una sua "italianizzazione" e viene parlato soprattutto nei quartieri storici e dalle persone più anziane e da qualche cultore del vernacolare. Il dialetto cosentino consta di una dialettica con parole spesso mozzate ed in alcuni casi appena accennate. Fortemente caratterizzato dalla pronuncia lunga e dilatata delle vocali e dalle variazioni dell'intonazione (uniche nella regione), questo dialetto si differenzia moltissimo dal resto della sua provincia; è infatti noto che già il dialetto dei paesi limitrofi alla città, pur non avendo quasi differenze nei termini, cambia moltissimo proprio nella pronuncia.

    U Cusintinu

    U Cusintinu è nu cristianu stranu, tena ra vucca granni eppuru parra stranu Dicia ri parole stritti dintra i dianti Si fida cchiù di stranii ca di parianti Si senta nu Rodolfo i numi Valentinu Eppuru è assai paisanu e pocu cittadinu Si minta ra cravatta, adopera ru picu Ancora va trovannu u tesoro i Re Alaricu U juarnu va ara scola a sira a Piazza Scura Si jura sup'a mamma e ti duna ra fricatura Si senta superiore ppi via i l'antichi avi Eppuru ci hannu scrittu ca sunnu muntanari. Però 'unn'è correttu a nni parrà sgarbatu Picchi sù gent'i core e l'hannu dimostratu, È vero ca s'atteggia a dottu e malandrinu Però chi bella cosa...ad essa cusintinu!

    Religione


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    La Madonna del Pilerio è la Patrona protettrice della città di Cosenza, deve il suo nome alla parola greca "puleros" che vuol dire guardiano. La Madonna del Pilerio è raffigurata in una icona risalente al XII secolo che si trova dal 1607 nella cappella appositamente costruita all'interno del duomo di Cosenza, voluta da Mons. Giovan Battista Costanzo (1591-1617), per favorire l'afflusso dei pellegrini. Il 10 maggio 1981 il duomo di Cosenza venne elevato a santuario della Madonna del Pilerio dall'arcivescovo mons. Dino Trabalzini. Il titolo di Madonna del Pilerio risale al secolo XII dal quadro omonimo, di cui venne riconosciuta l'autenticità tra il 1971 ed il 1979, grazie alla volontà di mons. Enea Selis, che delegò alcuni esperti per un restauro e che ne riconobbero l'autenticità e lo datarono, appunto, al secolo XII. Da questa scoperta si capì che il nome doveva provenire dalla parola greca "puleros" che vuol dire guardiano. Il culto alla Madonna del Pilerio risale all'anno 1576, quando una devastante epidemia di peste si accanì sulla città di Cosenza facendo numerose vittime. La popolazione ormai allo stremo, visti gli infruttuosi tentativi umani di arginare l'epidemia, si rivolse al Divino. Si narra che un devoto che pregava dinanzi all'antica icona della vergine Maria, posta all'interno del Duomo cittadino, si accorse che sul viso della Madonna si era formato un bubbone di peste. Allertato il Vicario generale dell'epoca, si sparse immediatamente la notizia ed una grande folla si recò ad ammirare con i proprio occhi lo strano evento che venne interpretato come volontà della Vergine di accollarsi la malattia, per liberare la popolazione. La regressione della peste nella città, che avvenne nei mesi successivi, venne interpretata dalla città come vero e proprio miracolo, e la Madonna venne eletta a Patrona Protettrice di Cosenza. La festa patronale di Cosenza non viene celebrata l'8 settembre, data alla quale viene riconosciuta la Natività della Madonna, ma il 12 febbraio per ricordare quel giorno del 1854 in cui Cosenza fu risparmiata dalla Vergine da un violento terremoto che colpi' la Calabria.

    Musica

    La città dei Bruzi è sede del Conservatorio "Stanislao Giacomantonio" intitolato al compositore cosentino Stanislao Giacomantonio. Il 5 maggio 2011 l'artista Franco Battiato ha inaugurato in Piazza Amendola la "Casa della Musica", un'opera che ha trasformato un'ex istituto scolastico in un bell'auditorium da 400 posti, aperto a tutte le esperienze musicali con grande cura per l'acustica. La struttura è gestita dal Conservatorio “Giacomantonio” che mette a disposizione concerti, didattica, ricerca, proposta musicale di qualità in collaborazione con l'amministrazione comunale. A Cosenza è stata dedicata la serenata "Buonanotte Cosenza" del cantante e attore italiano Claudio Villa; la città viene citata anche nella canzone "La Paranza" di Daniele Silvestri, nella canzone "C'era un Re" di Edoardo Bennato e nella canzone "Da Cosenza a Milano" di Eugenio Bennato.

    Cucina

    La cucina cosentina semplice e fantasiosa, è caratterizzata da sapori forti e genuini, tipici della tradizione contadina calabrese che sfrutta a pieno tutti i prodotti genuini della terra, ed è legata nel genere alla tradizione culinaria silana. Specialità gastronomica cosentina per eccellenza sono i cuddrurieddri (ciambelle fritte salate preparate per la ricorrenza dell'Immacolata e successivamente in tutto il periodo natalizio) che vanno gustati preferibilmente caldi e accompagnati da un buon bicchiere di vino rosso locale. Gli antipasti sono caratterizzati essenzialmente da capiccuaddru (capocollo cosentino), prisuttu crudu (prosciutto crudo cosentino), suprissata (soppressata di Calabria), sazizza (salsiccia cosentina), funghi, melanzane, pomodori e olive sott'olio, polpette di carne e di melanzana, frittelle di verdura, formaggi locali e latticini vari. Tra i primi piatti primeggiano la pasta e patate ara tijeddra, pasta e patate al forno la cui caratteristica è quella di venir cotta a crudo con tutti gli ingredienti (penne a candela, patate, sugo, parmigiano grattugiato, aglio, origano e sale), i fusilli alla cosentina che insieme a diversi tipi di pasta fresca lavorata in casa secondo le vecchie tradizioni vengono conditi con innumerevoli varietà di sughi a base di carne di manzo, vitello, maiale, agnello, cotti con cura in un passato di pomodoro e olio d'oliva e lagane e ciciari ara cusentina (tagliatelle larghe preparate in casa con un impasto di sola acqua e farina, mescolate con ceci che vengono condite con soffritto di aglio, olio e peperoncino). Da provare anche la pasta fresca con funghi della Sila. Altrettanto gustosi i secondi piatti tra i quali spiccano vruacculi i rapa e sazizza (broccoli di rapa fritti con olio di oliva, sale e peperoncino insieme alla salsiccia cosentina), le costolette d'agnello alla cosentina (preparate con olio, cipolla, pomodori, peperoni e le olive verdi), le patate 'mpacchiuse, piatto tipico caratterizzato da patate fritte appiccicate con cipolla, peperoncino a pezzettini e sale (alla ricetta di base si possono aggiungere peperoni oppure pezzi di salsiccia), le mazzacorde alla cosentina preparate con interiora di agnello (trippa, polmone, cuore, milza, budelline, rete) e condite con aglio, peperoncino rosso piccante, pomodori pelati, basilico, origano, olio vergine d'oliva, e sale. Altro secondo piatto in voga anche nel resto della provincia e della regione con alcune varianti è il suffrittu, soffritto di maiale preparato con guanciale fresco ed altra carne di maiale con alta percentuale di grasso, olio d'oliva, foglie di alloro, salsa di pomodoro, aglio, aceto e sale. Rari i piatti a base di pesce, essendo Cosenza una città dalla tradizione culinaria contadino-montanara: tra i primi il piatto più noto sono gli spaghetti con alici e mollica di pane fritta e peperoncino (solitamente preparato come primo piatto del cenone della vigilia di Natale), mentre tra i secondi spiccano il baccalà alla cosentina (con patate, olive nere, peperoni, salsa di pomodoro, alloro, prezzemolo, sale e pepe) e il baccalà fritto. Il pane locale preparato a lievitazione naturale accompagna tutte le pietanze dei cittadini bruzi. I dolci cosentini per antonomasia e prettamente del periodo natalizio sono i turdiddri e le scaliddre (il primo dolce fritto a base di farina, anice e olio, solitamente ricoperto di miele di fichi e di api mescolati, i secondi di glassa di zucchero) ma non bisogna dimenticare le chinuliddre (altro tipo di dolce fritto e ripieno di mostarda o cioccolata del periodo natalizio) e la Pitta 'mpigliata. Corone fritte e Zeppole al forno sono le golosità preparate per la festa del papà (San Giuseppe). Dolci tipici del periodo pasquale sono i "cuculi", i mostaccioli (focacce a base di miele d'api o di fichi, mosto cotto, farina e mandorle, dalle tipiche forme alcune delle quali, come il paniere con fiori, derivanti dalle antiche offerte alle divinità) e le chiacchiere.

    Economia

    Quando si parla di economia di Cosenza è necessario parlare di economia dell'area urbana cosentina visto che ormai anche il tessuto economico è unico a causa dell'interazione quotidiana dei cittadini che si muovono nella città policentrica per motivi di lavoro e di studio oltre che per ragioni di residenza e di svago e intrattenimento, andando ad incidere sull'economia globale dell'intera area urbana. Secondo un'indagine sulla ricchezza dei Comuni italiani condotta da Il Sole 24 Ore nell'anno 2007 Cosenza risulta essere con 15.725 euro annui di reddito medio-pro capite il secondo capoluogo di provincia della Calabria, di pochissimo inferiore al capoluogo di regione (15.973 euro annui), mentre Rende con 17.007 euro annui risulta essere il primo comune della regione Calabria per reddito medio pro-capite, seguito al secondo posto da un altro comune dell'area urbana cosentina, Castrolibero con 16.182 euro annui. La stessa classifica redatta dal Il Sole 24 Ore nel 2008 sui redditi dei capoluoghi di provincia italiani registra nella città dei Bruzi un reddito medio-pro capite di 17.747 euro dichiarati al Fisco.

    Agricoltura


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    Una bottiglia di Donnici DOC
    Castello Svevo Bianco

    Nel decennio del boom economico italiano (1951/1961) il capoluogo fu investito da una notevole espansione edilizia che decretò la scomparsa da Cosenza dell'attività agricola che grazie al clima favorevole era abbastanza sviluppata sul territorio. L'unica zona non coinvolta nella cementificazione fu quella a sud nelle attuali frazioni collinari di Borgo Partenope, Donnici e Sant'Ippolito. In questa zona si produce il Vino Donnici DOC (uno dei primi vini della Calabria ad aver ottenuto il riconoscimento DOC da parte dell'Unione Europea con decreto del 28 aprile 1975) nelle diverse tipologie: Donnici rosso, Donnici rosso novello, Donnici rosso riserva, Donnici bianco, Donnici rosato. La sua produzione è concentrata da una Cooperativa di produttori e da alcuni imbottigliatori. I "fichi di Cosenza" (la denominazione "Fichi di Cosenza" designa esclusivamente i frutti essiccati di fico domestico "Ficus carica sativa", appartenenti alla varieta' "Dottato" o "Ottato") hanno ottenuto dall'Unione europea il riconoscimento DOP, Denominazione di origine protetta. Il regolamento di iscrizione nel registro comunitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea - Serie L 162 del 22 giugno 2011[71]. Un altro prodotto cosentino a Denominazione d'Origine Protetta (D.O.P.), secondo la norma europea del Reg. CEE 2081/92 ed il riconoscimento del Reg. CE n.1065/97 è l'olio d'oliva Bruzio. Dall'ultimo censimento del settore (anno 2.000) risultano nell'area Cosenza-Rende 1,7 aziende agricole ogni 100 abitanti, a fronte delle 9 ogni 100 registrate in provincia e nella regione nel suo complesso (tra l'altro bisogna considerare che nell'area urbana cosentina, il 70% delle aziende- per lo più a conduzione familiare- può contare su una superficie agricola utilizzata inferiore ad un ettaro).

    Industria


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    Complesso edilizio lungo Viale Mancini

    L'area urbana di Cosenza come la maggior parte del Mezzogiorno è caratterizzata da un sistema industriale di piccole-medie imprese incentrato su produzioni per il mercato locale e nazionale (come l'azienda Caffè Aiello o l'azienda che produce la Moka Drink), che potrebbe essere potenziato notevolmente vista l'abbondanza di risorse scientifiche accademiche nel campo della logistica e della gestione di sistemi complessi di smistamento, della meccanica industriale, dei nuovi materiali e dell'economia applicata. La zona industriale principale è quella del Parco Industriale di Rende dove operano circa 200 aziende di vari settori. Altre aree sono localizzate a sud, sud-est e a nord del capoluogo, precisamente l'importante nucleo industriale di Piano Lago di Mangone- Figline in cui erano presenti importanti imprese come la PoltiSud s.r.l aperta nel 1997 dell'azienda Polti creata dall'imprenditore cosentino Franco Polti con circa 200 dipendenti e la DNE spa (Digital Network Engineering), che però nei primi anni del nuovo millennio ha subito alcuni momenti difficili che hanno decretato la chiusura di molti stabilimenti, l'area commerciale di Zumpano ormai inglobata nel tessuto urbano cosentino e l'area industriale di Montalto Uffugo. L'industria edilizia è l'attività più sviluppata del settore secondario nell'area urbana Cosenza-Rende anche in virtù della crescita dell'Università e dei nuovi Piani Regolatori Generali che attraverso numerose concessioni edilizie stanno cambiando volto al contesto urbano. La città nel nuovo millennio ha modificato il suo skyline puntando verso l'alto e andando incontro ai tempi e ai bisogni che cambiano. È nato a Cosenza nel 2004 il primo edificio in Calabria ad aver sfidato le altezze con i suoi 47,50 metri, il "Brutium Palace" di Viale Busento, che incarna un nuovo aspetto architettonico e coniuga l'estetica e la funzionalità con l'aspetto strutturale tecnologicamente avanzato del fabbricato, con i suoi 14 piani. Il fabbricato consegnato nel 2011 su Via Panebianco, battezzato "Skyline Cosenza", ha stravolto le gerarchie architettoniche del sud Italia. Infatti si tratta di uno dei primi grattacieli da Napoli in giù per altezza (oltre 75 metri), sviluppato con 49 alloggi suddivisi su 25 piani di cui 24 fuori terra ed uno interrato suddiviso a box, mentre essendo l'area d'ingombro sul lotto molto ridotta e contenuta entro il 20% della superficie totale la rimanente parte non occupata è stata adibita a verde attrezzato ed a spazio per uso collettivo.

    Terziario

    Senza dubbio il settore che fa da traino all'economia cosentina è il terziario che registra un buon numero di impiegati nella pubblica amministrazione, nell'erogazione dei servizi pubblici, in servizi telematici e servizi bancari, e una buona offerta di servizi assicurativi e consulenze legali. Il commercio, punto di eccellenza del settore particolarmente sviluppato sull'isola pedonale di Corso Mazzini nel cuore della città, è favorito dalla posizione favorevole di Cosenza e dell'area urbana rispetto alle direttrici di trasporto stradali, soprattutto rispetto all'Autostrada A3 ("Napoli ↔ Reggio Calabria") che fa del capoluogo bruzio uno snodo importante tra Napoli e la Sicilia e rappresenta un punto di riferimento non solo per il contesto provinciale ma anche per quello regionale. L'Università con i suoi circa 40.000 studenti rappresenta per tutta l'area urbana fonte di estrema vitalità per quanto riguarda la domanda di servizi avanzati come ricerca e sviluppo ed informatica, la domanda di alloggi, la crescente offerta di locali notturni e in generale la presenza di una buona movida garantita da migliaia di giovani che animano l'area urbana durante tutta la settimana. In collaborazione con l'universtità si sta sviluppando un distretto hi-tech, formato da piccole imprese specializzate nell'information technology. Diversi incubatori stanno nascendo in partnerariato tra Università della Calabria e aziende multinazionali per lo sviluppo di software, un patrimonio fatto da 900 imprese, di cui 300 software house che danno lavoro a 2.500 persone, tant'è che la provincia di Cosenza, è al quinto posto in Italia tra i sistemi locali del lavoro specializzati nel settore informatico.

    Turismo


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    Isola di Dino sul Tirreno Cosentino

    Il patrimonio paesaggistico, storico-artistico e culturale della città dovrebbe essere il volano di partenza per accogliere un buon numero di turisti. Infatti il turismo, che è essenzialmente di passaggio e commerciale (nel 2010 sono state 50.000 le presenze registrate in città per soggiorni in media di due giorni) , non trova sufficiente valorizzazione economica in relazione alle potenzialità di Cosenza che è città d'arte dal 2008, a causa di gestioni amministrative che hanno incentivato poco e male questo settore; il suo centro storico apprezzato dai tanti viaggiatori giunti a Cosenza nel corso della sua storia e secondo per estensione nel sud solo a Napoli, è stato definito tra i più belli d'Italia dal critico d'arte Vittorio Sgarbi. L'amministrazione Occhiuto che si è insediata nel 2011 ha inserito tra gli obiettivi prioritari del suo programma il rilancio dell'accoglienza turistica per dare visibilità a Cosenza e alla sua area urbana a livello nazionale ed internazionale. La città di Telesio, storicamente nota come Atene della Calabria per il suo fermento culturale, è situata in una posizione strategica e di cerniera, al centro tra i flussi turistici del Mar Tirreno noto come "Tirreno Cosentino" a ovest dove tra le località costiere più rinomate vanno segnalate Praia a mare, Scalea, Diamante, Belvedere Marittimo, Cetraro, Paola ed Amantea e dell' altopiano della Sila cosentina nota come Sila Grande a est dove spiccano Camigliatello Silano e il villaggio turistico Lorica sede del Parco nazionale della Sila. Questi centri marittimi e montani sono ben collegati al capoluogo grazie alla SS 107 e alle linee ferroviarie Cosenza - Paola e Cosenza - Camigliatello.

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    Panorama di Diamante, la "perla"
    del Tirreno Cosentino
    Nel nuovo millennio Cosenza ha iniziato a guardare anche verso lo Jonio Cosentino, ed in particolare verso la Piana di Sibari, zona ad alta vocazione turistica sia balneare che culturale; infatti oltre al vecchio ed obsoleto collegamento ferroviario Cosenza - Sibari sono in corso i lavori di costruzione della superstrada Cosenza-Sibari e nella stessa frazione di Sibari sorgerà l'aeroporto di Cosenza. Tuttavia i dati sulle presenze turistiche nell'area urbana hanno fatto registrare degli incrementi abbastanza significativi a partire dagli anni novanta, anche con un aumento dei posti letto (erano circa 74.000 nel 2003) e in generale una migliore qualità dei servizi di ospitalità (alberghi e catene internazionali come Holiday hinn, Home Club Residence, ecc.) che hanno contribuito allo sviluppo del Turismo d'affari. Il nuovo millennio ha segnato anche un incremento di servizi di ristorazione in tutta l'area urbana sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.


    Personalità legate a Cosenza
    • il re visigoto Alarico, che secondo la leggenda morì a Cosenza e fu seppellito armato a cavallo e col suo tesoro alla confluenza dei due fiumi Busento e Crati
    • l'astronomo Giovan Battista Amici
    • la regina di Francia Isabella d'Aragona, che a Cosenza morì in seguito a una caduta da cavallo
    • i Fratelli Bandiera, patrioti italiani fucilati a Rovito, vicino Cosenza il 25 luglio 1844
    • l'umanista Aulo Giano Parrasio, fondatore dell'Accademia Cosentina
    • i poeti Bernardino e Coriolano Martirano
    • il filosofo Bernardino Telesio
    • il compositore Stanislao Giacomantonio
    • il letterato, politico e librettista Francesco Saverio Salfi
    • il politico Giacomo Mancini
    • l'aviatore Mario Martire, medaglia d'oro al valor militare durante la seconda guerra mondiale
    • l'architetto Mario Occhiuto
    • lo scrittore Nicola Misasi
    • il calciatore Francesco Rizzo
    • il giurista e politico Stefano Rodotà
    • il calciatore Stefano Fiore
    • il dirigente d'azienda italiano Pasquale D'Alessandro
    • il calciatore Stefano Morrone
    • il politico e avvocato Tommaso Arnoni
    • il giornalista e scrittore Vincenzo Padula fondatore del periodico "Il Bruzio"(1864-65)

    Immagini

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    Fontana collocata al posto della statua di Cesare Baccelli nel centro storico

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    Centro commerciale nell'area urbana di Cosenza

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    Piazza Europa

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    Un tratto di Viale Parco, una delle arterie che collega Cosenza e Rende

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    Il Comune: Palazzo dei bruzi



    Edited by Isabel - 12/9/2013, 19:01
     
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4 replies since 13/3/2010, 13:04   2471 views
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