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Catanzaro

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  1. Isabel
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    Catanzaro

    Panoramacatanzaro

    Info - Scheda Wikipedia

    Catanzaro /?katan'?aro/ (in dialetto locale Catanzaru /?katan'?aru/, ?ata??t?a ????, Katantza'rion in Greco), detta anche Città dei tre colli è una città italiana di 92.986 abitanti, capoluogo della regione Calabria dagli anni '70. Si colloca al centro di un'area densamente popolata, con un'intensa mobilità urbana, comprendente alcuni comuni costieri, da Sellia Marina a Soverato e alcuni comuni della Sila per un totale di 156.196 abitanti. Va consolidandosi la formazione di un'area metropolitana, già deliberata dalla Regione Calabria, con la città di Lamezia Terme, che comprenderà 10 comuni e porterà alla creazione di un'area integrata che si estenderà dalla costa ionica a quella tirrenica, coinvolgendo oltre 200.000 abitanti. Storico capoluogo dell'antica provincia di Calabria Ultra per oltre 200 anni e sede dell'Università degli Studi "Magna Grecia", il secondo ateneo calabrese per numero di iscritti, nei mesi estivi il litorale ionico da Catanzaro a Soverato è soggetto a importanti flussi turistici, soprattutto giovanili, per la presenza di numerose strutture ricettive. Catanzaro è conosciuta inoltre come la "Città tra due mari", giacché è situata nell'istmo di Catanzaro, ovvero la striscia di terra più stretta d'Italia, in quanto soli 30 km separano il mar Ionio dal Tirreno. Ciò consente di vedere contemporaneamente, dai quartieri nord della città in alcune giornate particolarmente limpide, il mar Tirreno, il mar Ionio, l'isola di Stromboli e le isole Eolie.

    800pxcatanzarocentro
    Catanzaro centro


    Catanzaro è conosciuta, infine, come la Città delle tre "V", riferite a tre caratteristiche distintive della città, ovvero:
    • V di San Vitaliano, santo patrono;
    • V di velluto in quanto importante centro serico fin dai tempi dei Bizantini;
    • V di vento in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal Mar Ionio e dalla Sila.

    "V V V" era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri i velluti, i damaschi ed i broccati provenienti dalla città.

    Territorio

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    Centro storico con il Duomo sullo sfondo


    Catanzaro si trova in posizione centrale rispetto alla regione Calabria: rispetto alle città di Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, Catanzaro dista circa 50 km in linea d'aria. Si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio, dove secondo alcuni studiosi si trovava il porto del regno dei Feaci, dove, secondo Omero, Ulisse fu accolto e raccontò la sua storia. Come già sopra accennato, è situata nell'istmo di Catanzaro. L'estensione della città lungo la valle della Fiumarella fino al mare Il territorio comunale si estende dal mare fino a un'altezza di circa 600 metri, il centro cittadino è situato a circa 300 mt. sul livello del mare. Comprende una zona costiera sul mar Ionio che ospita 8 km di spiaggia e un porto turistico, da qui il centro abitato risale la valle della Fiumarella (anticamente detta fiume Zaro) sede di un forte sviluppo urbanistico, fino ai i tre colli: del Vescovado, di San Trifone (o di San Rocco) e di San Giovanni (o del Castello) su cui sorge il centro storico della città e che si ricollegano con la Sila verso Nord. Per la sua particolare orografia il territorio comunale è bagnato dal mare, ma soggetto a fenomeni nevosi d'inverno. I corsi d'acqua principali sono il torrente Fiumarella (nel dialetto locale Hjiumareddha, anticamente detto Zaro), nel quale confluisce il torrente Musofalo, il torrente Corace (anticamente detto Crotalo) il maggiore in termini di portata d'acqua che delimita il confine comunale a sud e il torrente Alli che delimita il confine comunale a nord. Per loro natura i corsi d'acqua sono a carattere torrentizio ed hanno una scarsa portata nella maggior parte dell'anno, mentre si gonfiano dopo le piogge.

    Clima

    « Trovare un amico è così raro / come un dì senza vento a Catanzaro. »
    (antico proverbio catanzarese)

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    Quartiere Lido visto dal parco archeologico Scolacium


    Il clima di Catanzaro è tipicamente mediterraneo, è di tipo temperato, caratterizzato dalla presenza costante di fenomeni ventosi anche di forte intensità nei mesi primaverili ed autunnali. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +8,9 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +24,5 °C. Il clima, come detto, è segnato dalla presenza del vento, anche di forte intensità, soprattutto nei mesi primaverili ed autunnali. L'intesità media annuale è di circa 4 nodi con picchi che sfiorano la media di 6 nodi nei mesi di aprile e maggio caratterizzati da forti venti di scirocco e libeccio. Le precipitazioni medie annue si aggirano sui 1.000 mm e si distribuiscono mediamente in 87 giorni, con un prolungato minimo estivo e un picco tra l'autunno l'inverno.

    Cenni storici

    « "L'intiera terra fra i due golfi di mari, il Nepetinico [S. Eufemia] e lo Scilletinico [Squillace], fu ridotta sotto il potere di un uomo buono e saggio, che convinse i vicini, gli uni con le parole, gli altri con la forza. Questo uomo si chiamò Italo che denominò per primo questa terra Italia. E quando italo si fu impadronito di questa terra dell'istmo, ed aveva molte genti che gli erano sottomesse, subito pretese anche i territori confinanti e pose sotto la sua dominazione molte città". (Antioco di Siracusa, Sull'Italia, V secolo a. C.) »

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    Resti della basilica bizantina


    Alcune ipotesi fanno risalire l'origine di Catanzaro a un'antica colonia greca nel luogo che inseguito divenne l'antica Scolacium oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. Altre ipotesi più accreditate individuano la fondazione da alcuni insediamenti posti in ordine sparso nella zona dell'attuale Catanzaro Marina, Tiriolo (anticamente Teura), Santa Maria di Catanzaro, sul colle Trivonà (Trischines) e lungo la valle del Corace che formavano l'antica "Terra dei Feaci". E proprio alla foce del torrente, secondo la leggenda Ulisse fondò l'antica Skilletion. Di recente ritrovamento nel quartiere Germaneto lungo la valle del Corace, una necropoli greca del V secolo a.C. e un antico centro romano testimoniano la presenza di antichi insediamenti lungo la valle del Corace.

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    Torre del complesso San Giovanni, già castello Normanno


    Dai ritrovamenti archeologici, emerge che l'attuale territorio comunale era compreso nell'area abitata fin dall'età del ferro, dalla popolazione dei "Vituli" così chiamati perché adoratori del simulacro del vitello, che i greci ribattezzarono "Italoi" (adoratori del vitello) e governati dal famoso re Italo (dal quale in seguito prese il nome tutta la penisola italiana), fratello di Dardano progenitore dei troiani. Secondo la leggenda due condottieri bizantini Cattaro e Zaro condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion o Skillakion, corrispondente alla romana Scolacium (nei pressi dell'odierna Catanzaro Marina), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria di Catanzaro) poi successivamente sul Trivonà, in una un fortezza militare (secondo alcune ipotesi già esistente da qualche secolo nel luogo che attualmente è il quartiere che porta il nome di Grecìa). La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l'abitato in zone più elevate. Tale fondazione è attribuita tradizionalmente alla seconda metà del IX secolo, per decisione del generale bizantino Niceforo Foca il vecchio, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di "Rocca di Niceforo". Il passaggio da fortezza a centro urbano vero e proprio avvenne ad opera del generale Flagizio che avviò la costruzione di una cittadella, di un recinto fortificato e infine la sistemazione di cisterne e provviste di grani. Potenziato dall’accentramento di popolazione, prese forma urbana ed in seguito fu incastellato e assunse la denominazione di Katantzárion, con il permesso dell'Imperatore ottenuto da Flagizio. Secondo alcune ipotesi, proprio da questo periodo che vide lo sviluppo di officine per la lavorazione della seta importata dall'oriente e delle coltivazioni di gelso, deriva il nome attuale della città dal termine greco "Katartarioi", ovvero filatori di seta. Agli inizi del X secolo la città bizantina fu occupata dai Saraceni, che vi fondarono un emirato e prese il nome arabo di Qatansar. La presenza araba è testimoniata da ritrovamenti ottocenteschi di una necropoli che restituì oggetti con iscrizioni arabe. Durante il periodo Arabo la città si ribellò più volte. Nel 929 a seguito di una nuova rivolta e del rifiuto di pagare i tributi Catanzaro venne duramente saccheggiata dal generale Saraceno Al-Mahdi. Intorno al 1000 Catanzaro si ribellò al dominio Saraceno, tornando per un breve periodo nuovamente sotto controllo Bizantino. Nel 1069 fu l'ultima città calabrese, dopo mesi di resistenza a cadere sotto l'assedio dei Normanni di Roberto il Guiscardo che eressero il Castello Normanno, e la città fu feudo della famiglia Altavilla con il conte Rodolfo († 1098), figlio di Goffredo d'Altavilla. In quest'epoca conobbe una fioritura di arti e dei mestieri, e in particolare la lavorazione della seta, con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali ed europei.

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    Torre Cavallara del XV secolo


    Alla metà del XIII secolo l'imperatore Federico II fece di Catanzaro un diretto possesso della corona. In seguito la città fu feudo delle famiglie Ruffo, Caraffa e Soriano. Per farne un centro di dominio, i Normanni l'elessero a Contea, conferendola a Pietro Ruffo, grande marescalco di Federico II. Da questi perduta nelle sue lotte contro Manfredi, la città ritornò ai Ruffo quando Carlo I d'Angiò la donò al secondo Pietro Ruffo, nipote del precedente, suo generale nella guerra del Vespro. Per quattordici anni, ad opera del Re Ladislao, rimase nel demanio regio. Nel 1420, ritornò a Nicolò Ruffo, che la diede in dote alla figlia Enrichetta che andava sposa ad Antonio Centelles. In seguito alla ribellione di costui che fomentò le plebi rurali, Alfonso I ne fece di nuovo una città demaniale. Per cui pochi anni dopo (1460) si accese nuova guerra durante la quale Catanzaro trucidò i partigiani di Centelles. Ritornata la pace, la città ebbe concessi nuovi privilegi che favorirono enormemente l'affermarsi della sua industria della seta, per cui i suoi damaschi andavano noti in tutta Europa. Da quel tempo Catanzaro acquista sempre più l'aspetto e l'importanza di quieta città aristocratica ed artigianale. Tuttavia questa condizione le conferisce l'energia di comportarsi eroicamente, nel 1528, e di resistere all'assedio posto dai francesi, meritandosi da Carlo V il titolo di "Fedelissima" e l'autorizzazione a fregiare il proprio stemma con l'aquila imperiale. La sua importanza per tutto il territorio regionale ebbe conferma nel 1970, anno in cui venne nominata capoluogo della regione Calabria.

    La rivolta di Catanzaro

    Il 1461 fu un anno sanguinoso per la città. Da tempo il potente Marchese Centelles, uomo avido e violento che tiranneggiò in modo spietato sulla città, appoggiato da vari nobili dell'epoca, cercava di organizzare una rivoltà contro il sovrano Carlo V. I primi mesi del 1461 furono particolarmente spietati, per timore di essere scoperto, il Marchese non esitava a far imprigionare o giustiziare chiunque destasse sospetto ai sui occhi. La pazienza dei catanzaresi terminò l'8 maggio 1461 quando la città intera si ribellò al feudatario tiranno. Durante la notte un gruppo di cittadini tentarono un assalto al castello in cui viveva il Marchese. La notizia si sparse rapidamente in tutta la città dando vita alla sommossa che costrinse il Marchese Centelles alla fuga. Durante gli scontri scoppiò un grande incendio nel quartiere Paradiso adiacente al castello, ma le fiamme (secondo la leggenda per intercessione di San Vitaliano) furono miracolosamente deviate dal mutare del vento contenendo il numero di vittime ed evitando che il fuoco si propagasse all'interno della città. In seguito a questo evento l'antico rione Paradiso fu ribattezzato con il nome, che tutt'ora possiede, di Case Arse.

    Assedio alla città sotto l'imperatore Carlo V

    Quando l'imperatore Carlo V divenne re di Napoli, la città dimostrò la propria fedeltà alla Corona. Nel 1528 il francese Odet de Foix de Lautrec fu incaricato dal re Francesco I di conquistarla al Regno di Francia. Perciò inviò in Calabria due contingenti, al comando rispettivamente di Simone Tebaldi, conte di Capaccio, e di Francesco di Loria da Tortorella. Ad essi si associarono diversi nobili calabresi come il Marchese di Crotone e pugliesi come il Marchese di Taranto parteggianti per la Francia che formarono un esercito di circa 35.000 uomini. Il Viceré della Provincia di Calabria Ulteriore, Don Pedro d'Alarcon de Mendoza, con 11 mila uomini forniti dai nobili rimasti fedeli alla Corona, organizzò la difesa della Calabria Ulteriore eleggendo la città di Catanzaro, considerata inespugnabile, Piazza d'Armi e Comando Generale delle operazioni. La città venne invano assediata per settimane, nonostante la netta inferiorità numerica, i catanzaresi resistettero eroicamente fino al 28 agosto 1528 dopo la vittoria, l'Imperatore le concesse il diritto di utilizzare come suo simbolo l'Aquila imperiale, recante sul petto uno scudo rappresentante i tre colli della città sormontati da una corona, e reggente col becco un nastro azzurro col motto Sanguinis Effusione . Nello stesso periodo a Catanzaro fu concessa l'esenzione dai tributi regi e la facoltà di battere moneta, del valore di un carlino. Le monete provenienti da Catanzaro recavano su una faccia la scritta "OBSISSO CATHANZARIO" e sull'altra "CAROL. V S IMP".

    La rivolta della brigata del 16 luglio 1917

    La brigata Catanzaro, come tante altre, aveva avuto i suoi giorni in linea (23 e 24 maggio) e pur con perdite notevoli era stata ricondotta in trincea (Hermada) 10 giorni dopo. Ritirata nuovamente a Santa Maria la Longa, paesino della bassa friulana il 24 giugno (64% gli effettivi) si paventò da subito un suo reimpiego. Il malcontento divampò tra i soldati, privati dello sperato riposo. Il parroco del paese aveva avuto sentore che qualcosa si andava tramando, dai discorsi fatti nelle osterie. Credette suo dovere mettere sull’avviso il comandante della Brigata, ma fu tranquillizzato dal fatto che quelle erano ritenute normali lamentele. Quando di lì a qualche giorno la Brigata ricevette l’ordine di tornare al fronte, la sommossa divampò. Alle 22.30 del 15 luglio, con un violento fuoco di fucileria, razzi multicolori ascesero il cielo per dare il segnale della rivolta ad altre Brigate. Viene dato l’allarme al Comando Supremo a Udine. Nel cuore della notte gruppi di artiglieria, carabinieri e squadroni di cavalleria circondano la Brigata Catanzaro. Verso le 3.00 del mattino la rivolta è spenta. Si istruì il processo per direttissima a seguito del quale 28 militari furono condannati a morte, passati per le armi e gettati in una fossa comune. Qualche ora dopo, sotto buona scorta la Catanzaro fu rispedita nella bolgia. Lungo la strada altri dieci vennero condannati e fucilati per insubordinazione di fronte al nemico. Facevano parte di quei 114 uccisi con esecuzione sommaria.

    Così Gabriele D'Annunzio commentò l'accaduto:
    « Di spalle al muro grigio furono messi i fanti condannati alla fucilazione, tratti a sorte dal mucchio dei sediziosi……Siete contadini. Vi conosco alle mani. Vi conosco al modo di tenere i piedi in terra. Non voglio sapere se siete innocenti, se siete colpevoli. So che foste prodi, che foste costanti. La legione tebana, la sacra legione tebana, fu decimata due volte. Espiate voi la colpa? O espiate la patria contaminata?……Il Dio d'Italia vi riarma e vi guarda. »

    Economia

    Catanzaro con un reddito pro-capite di 18.416 € annui è il capoluogo di provincia calabrese con il reddito più elevato. L'economia è stata caratterizzata da periodi di forte sviluppo alternati a fasi di declino. Agli inizi del secolo è sede del "primo congresso eucaristico" della regione oltre ad essere un punto di riferimento commerciale e industriale; risale a questo periodo la nascita di numerose fabbriche, situate nella zona sud, come la "Tonnina" (produzione del tannino) di proprietà francese, la "Ladoga" e la "Gaslini" oltre ad altre fabbriche situate nelle zone di Santa Maria e Sala. Durante la seconda guerra mondiale si assiste ad un declino economico dovuto alla chiusura della maggior parte della precedenti attività produttive. Nel dopoguerra inizia un forte ripresa; in questo periodo è sede della prima Fiera Campionaria del meridione. Attualmente l'economia è incentrata nei settori dei servizi telematici alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Il settore della pubblica amministrazione fa registrare il più alto numero di addetti, seguito da quello dei servizi. Il settore industriale è per lo più rappresentato da aziende di media e piccola dimensione incentrato su produzioni per il mercato locale e nazionale (esempi di aziende catanzaresi degne di nota sono: Guglielmo Caffè, Telespazio Tv, RTC Telecalabria, Cal.Me, SIARC, AZ spa distributore del marchio Sidis per la Calabria. Di recente costruzione la centrale di turbogas della Edison situata all'entrata della città in prossimità del torrente Alli. Catanzaro è il principale mercato agricolo della regione, sede del COMALCA (Centro agroalimentare regionale) ed è anche un importante centro alimentare con numerosi oleifici, pastifici e distillerie.


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    Lungomare con il porto sullo sfondo

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    Catanzaro sud

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    Centrale a turbogas della Edison

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    Stabilimento produttivo della Cal.Me

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    Il ponte Fausto Bisantis

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    Porto di Catanzaro

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    Stazione funicolare quartiere Sala

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    Basilica di San Giovanni

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    Il Cavatore

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    Monumento ai caduti della Grande Guerra

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    Parte del Parco delle Bio Diversità

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    Il Museo storico militare

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    Corte d'appello

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    Teatro Politeama

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    Villa Margherita



    Catanzaro Lido

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    Info - Scheda Wikipedia

    Catanzaro Lido è il quartiere costiero della città di Catanzaro; situato a sud rispetto al centro cittadino, si estende per circa 6 km lungo la costa ionica. Insieme ai quartieri Marina, Aranceto, Corvo, Fortuna, Casciolino, Giovino e Barone forma la 4a Circoscrizione territoriale di Catanzaro, dal cui centro urbano dista circa 9 km. Più che periferia viene considerato dai cittadini catanzaresi come un vero e proprio secondo centro, il "centro turistico-balneare" della città. Nel quartiere è presente un lungomare di circa 2 km lungo il quale sono situati numerosi centri di ristorazione, bar, locali notturni e alberghi. Proprio dal quartiere inizia il tratto di costa di circa 15 km che va fino a Soverato soggetto ad importanti flussi turistici estivi. Situato tra la foce del Corace e il rione Casciolino, è anche sede di un piccolo porto turistico ed è attraversato dalla linea ferroviaria e dalla strada statale jonica (SS106/E90), importanti arterie di comunicazione che uniscono Reggio di Calabria a Taranto, costeggiando il Mar Jonio e passando da Crotone.

    Storia

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    Area di probabile insistenza dell'antica colonia magnogreca di Skylletion, successivamente divenuta Minervia Scolacium in epoca romana

    Nel periodo pre-greco l'area dell'attuale quartiere era denominata Crotala, in quanto attraversata dal Crotalo, l'attuale torrente Corace, in seguito con la colonizzazione greca fu inglobata nell'area dell'antica Scolacium. In seguito alle incursioni Turche, la popolazione fu costretta a rifugiarsi sulle alture retrostanti dello Zarapotamo (dove attualmente è situato il quartiere Santa Maria) e del Trivonà su cui poco tempo dopo sorse Catanzaro. Agli inizi del XII secolo, periodo in cui la costa divenne più sicura, intere famiglie di pescatori provenienti da Catanzaro, trovarono la loro sistemazione definitiva nel "villaggio marina", dando il via ad un lento e continuo ripopolamento dell'area. Con il passare degli anni il quartiere ha assunto un ruolo di riferimento sempre più importante per lo sviluppo dei commerci, fino a divenire ai nostri giorni polo di attrazione turistica per la numerosa presenza di impianti di balneazione e in quanto limitrofo al Parco Archeologico Scolacium.

    La stazione di Catanzaro Lido

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    La stazione di Catanzaro Lido è la principale stazione ferroviaria della città e di tutta la costa ionica calabrese, fa parte del circuito delle CentoStazioni con in media circa 200.000 passeggeri l'anno; dopo l'8 settembre 1943, per la sua natura di punto cruciale di raccordo tra la tratta ferroviaria ionica e quella tirrenica, è stata fatta oggetto di pesanti bombardamenti da parte degli alleati. Nel quartiere Lido, più precisamente nel rione Casciolino, è presente un porto turistico, in buona parte danneggiato dal mare, in fase di ristrutturazione. È inoltre in fase di realizzazione un'ulteriore tratto di circa 1 km di lungomare nel rione Giovino e un'oasi marina a largo della costa.

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    Edited by terryborry - 24/6/2012, 19:43
     
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    Provincia di Catanzaro

    CZ

    Info - Scheda Wikipedia

    La Provincia di Catanzaro (Pruvincia di Catanzaru in calabrese) è una provincia della Calabria di 368.517 abitanti, con capoluogo a Catanzaro. Confina a ovest con il mar Tirreno, a nord con la provincia di Cosenza, a nord-est con la provincia di Crotone, a est con il mar Ionio, a sud con la provincia di Reggio Calabria e a sud-ovest con la provincia di Vibo Valentia.

    Territorio

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    Mappa della provincia di Catanzaro


    La provincia di Catanzaro con una superficie di 2.391 km² occupa il 15,9% del territorio regionale e la parte centrale della Calabria. È delimitata a ovest dal mar Tirreno, a nord dalla Sila, a est dal mar Ionio e a sud dalle Serre calabresi. La parte centrale del territorio è costituita dal cosiddetto istmo di Catanzaro, stretta valle allungata di 30 km circa che unisce le due coste dal golfo di Squillace al golfo di Sant'Eufemia e che è il punto più stretto dell'intera penisola italiana. In alcune giornate particolarmente limpide, da alcune zone della provincia, è possibile vedere contemporaneamente il mar Tirreno, il mar Ionio, le isole Eolie ed anche la cima dell'Etna.

    Storia

    L'attuale territorio provinciale era in antichità la terra abitata dai Vituli, popolazione che adorava il simulacro del vitello. La provincia di Catanzaro deriva dalla provincia di Calabria Ulteriore II (Calabria Ulteriore Seconda), istituita da Ferdinando IV di Napoli con la Legge riguardante la circoscrizione amministrativa delle Provincie dei Reali Domini di qua del Faro del 1º maggio 1816. La provincia abbracciava i distretti di Catanzaro (nominata Capoluogo), Cotrone (oggi Crotone), Nicastro (oggi Lamezia Terme) e Monteleone (oggi Vibo Valentia). In questo periodo, cominciarono ad assumere consistenza fra la popolazione ideali progressisti e liberali, soprattutto nella città di Catanzaro, che divenne uno dei più importanti centri della Carboneria nel Regno. Gli anni che vanno dal 1830 al 1850, furono caratterizzati da diversi moti insurrezionali, soprattutto a Monteleone (Vibo Valentia) e Catanzaro, dove fecero proselitismo anche Luigi Settembrini e Benedetto Musolino, fondatore della Giovine Italia. Il territorio provinciale rimase intatto fino al 6 marzo 1992, quando venne ridimensionato (circa del 50%) con l'istituzione delle due nuove province di Crotone e Vibo Valentia.

    Di seguito le variazioni amministrative della provincia:
    • Nel 1863 il comune di Nocera della Pietra della Nave assume il nome di Nocera Terinese.
    • Nel 1872 il comune di Feroleto Piano assume il nome di Pianopoli.
    • Nel 1935 viene creato il comune di Sant'Eufemia Lamezia da territori appartenenti al comune di Gizzeria.
    • Nel 1968 i comuni di Nicastro, Sambiase e Sant'Eufemia Lamezia vengono fusi nella città di Lamezia Terme.

    Simboli

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    Stemma della Provincia di Catanzaro


    Lo stemma, approvato con regio decreto del 28 marzo 1938, ha la seguente descrizione:

    « Inquadrato a croce di Sant'Andrea al primo e al terzo d'oro a quattro pali di rosso, al secondo e al quarto d'argento alla croce di nero potenziata. »
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    Gonfalone della Provincia di Catanzaro


    La descrizione del gonfalone, approvato con regio decreto del 14 settembre 1939 è la seguente:

    « Drappo di bianco riccamente ornato di ricami d'oro caricato dallo stemma provinciale con l'iscrizione centrato in oro: "Provincia di Catanzaro". Le parti di metallo e i nastri saranno dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentata lo stemma della provincia e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dei colori menzionati e fregiati d'oro. »


    Lo stemma condivide gli stessi elementi presenti su quello della provincia di Reggio Calabria in quanto ambedue le provincie anticamente costituivano la provincia di Calabria Ulteriore successivamente distinta in Calabria Ulteriore Prima e Calabria Ulteriore Seconda.

    Economia

    La provincia di Catanzaro ha il reddito pro-capite più elevato della regione con 10.907 €/ab. Le maggiori attività economiche riguardano il terziario a Catanzaro, il commercio a Lamezia Terme e il turismo a Soverato. Ben affermata è anche la vocazione turistica montana della Sila catanzarese, soprattutto nell'area del Parco nazionale della Sila, dove si registra la presenza di vari villaggi attrezzati.

    Turismo

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    Scorcio del lungomare di Catanzaro


    La provincia di Catanzaro punta molto sul turismo marittimo ma il suo territorio comprende anche la Sila. I comuni più importanti dal punto di vista turistico sono: Taverna e Tiriolo, situati alle pendici della Sila, Chiaravalle Centrale sulle Serre calabresi, Girifalco sulle pendici delle Serre settenrionali, Nocera Terinese, Falerna, Gizzeria e Lamezia Terme sulla fascia costiera tirrenica e soprattutto Catanzaro, Soverato, Montepaone, Stalettì, Squillace, Sellia Marina, Davoli, Badolato e Botricello sulla fascia costiera ionica.

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    La costa tra Soverato e Montepaone


    La costa ionica è molto più sviluppata rispetto quella tirrenica per quanto riguarda strutture e organizzazione, sviluppo dovuto ad una maggiore presenza del turismo per via della bellezza naturale e artistica dei luoghi. La zona più rinomata è quella situata nel centro del Golfo di Squillace tra Catanzaro Lido e Soverato, si può dire che la zona in questione vive a 360° il periodo estivo, di giorno con la rara bellezza che caratterizza la costa del Golfo di Squillace dove si vedono alternate splendide scogliere a lunghi tratti di spiaggia con sabbia bianca e finissima, e la notte con la presenza di molti locali notturni che animano l'intera costa trovando in Catanzaro Lido e soprattutto Soverato le località principali di tali attività.

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    Copanello di Stalettì - Spiaggia

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    Copanello di Stalettì - Stessa spiaggia di cui sopra

    Principali località turistiche

    Catanzaro è situata al centro del Golfo di Squillace. Sul lungomare, molto popolato nei mesi estivi si trovano numerosi bar, caffè, ristoranti e pizzerie. Inoltre durante la stagione estiva presso l'area Magna Graecia, vengono organizzati numerosi eventi musicali, con la partecipazione di cantanti nazionali e internazionali.
    Soverato, situata sulla costa jonica soprannominata "La perla dello Ionio" è la prima città turistica della Calabria, si distingue per la movida e le decina di locali che caratterizzano le sue notti estive.
    Montepaone si divide tra Montepaone, antico Borgo caratteristico nell'entroterra della costa jonica e Montepaone Lido che si affaccia sulla costa dei Saraceni o Costa degli Aranci situata nel Golfo di Squillace fa parte della fascia costiera che va da Catanzaro a Soverato ed è contigua con Caminia e Pietra Grande di Stalettì insieme ad esse è una delle zone balneari più belle e frequentate della provincia di Catanzaro.
    Roccelletta di Borgia, località marittima del comune di Borgia al confine con la città di Catanzaro situata nel Golfo di Squillace e bagnata dal mar Jonio è famosa per il sito archeologico Scolacium ove sono presenti i resti dell'abitato preromano di Skylletion, tra essi vanno segnalati gli avanzi delle strade lastricate, degli acquedotti, dei mausolei e di altri impianti sepolcrali, della basilica, di un impianto termale, di un teatro e di un anfiteatro.
    Squillace, paese antichissimo che da il nome al noto Golfo, si estende fino al mar Jonio e rientra nella fascia costiera presente tra Catanzaro e Soverato nel centro storico del Paese, situato in una zona collinare, sono presenti un Castello Normanno detto anche "Dei Borgia" e diverse chiese monumentali risalenti ad epoche diverse, fu fondata nella Magna Graecia con il nome di Skylletion (parco archeologico nella vicina Roccelletta di Borgia) per poi diventare colonia romana denominata Scolacium successivamente conquistata dai Saraceni, Bizantini e per ultimi dai Normanni, proprio per vie delle diverse invasioni il borgo antico è ricchissimo di storia e cultura. Nella stessa piazza Vittorio Emanuele II si trova una fontana realizzata in stile barocco nel XVII secolo per volere del sindaco dell'epoca Carlo Pacino.
    Girifalco, cittadina antica situata sulle pendici del monte Serralta. Presenta importanti chiese tra le quali quella di San Rocco del XVII secolo, dove al suo interno custodisce la statua di San Rocco risalente al XVI secolo realizzata in legno massiccio.
    Stalettì, comune che si trova nello stupendo Golfo di Squillace sulla Costa dei Saraceni o Costa degli Aranci, tra Catanzaro Lido e Montepaone Lido, ospita nella sua fascia costiera tre delle zone più importanti a livello turistico della provincia di Catanzaro; Caminia, Copanello e Pietra grande, la sua costa si distingue sia per la presenza di tratti con meravigliose scogliere che per spiagge con sabbia finissima e bianca.
    Cortale è situato nel punto più stretto della Calabria, tra i due mari, paese natale del grande pittore ottocentesco Andrea Cefaly, ha una secolare e importante tradizione artistico-musicale. È inoltre rinomata per i suoi fagioli e per la seta pregiata, conserva uno dei più antichi centri storici della Calabria. Oggi, a Cortale, è attivo il primo parco eolico della Calabria.
    Belcastro è situata alle falde sud-orientali della Sila Piccola verso la costiera ionica, permette di raggiungere il mare o la montagna in pochi minuti. L'abitato, tipico di un feudo medioevale, sorge su uno sperone boscoso ai piedi del castello dei Conti D'Aquino, si alternano vicoli bellissimi, dove è impossibile circolare con le auto, a zone di nuova costruzione. Particolarmente numerose le chiese di varie epoche.

    Comuni
    La provincia di Catanzaro comprende 80 comuni:
    • Albi • Amaroni • Amato • Andali • Argusto • Badolato • Belcastro • Borgia • Botricello • Caraffa di Catanzaro • Cardinale • Carlopoli • Catanzaro • Cenadi • Centrache • Cerva • Chiaravalle Centrale • Cicala • Conflenti • Cortale • Cropani • Curinga • Davoli • Decollatura • Falerna • Feroleto Antico • Fossato Serralta • Gagliato • Gasperina • Gimigliano • Girifalco • Gizzeria • Guardavalle • Isca sullo Ionio • Jacurso • Lamezia Terme • Magisano • Maida • Marcedusa • Marcellinara • Martirano • Martirano Lombardo • Miglierina • Montauro • Montepaone • Motta Santa Lucia • Nocera Terinese • Olivadi • Palermiti • Pentone • Petrizzi • Petronà • Pianopoli • Platania • San Floro • San Mango d'Aquino • San Pietro Apostolo • San Pietro a Maida • San Sostene • San Vito sullo Ionio • Sant'Andrea Apostolo dello Ionio • Santa Caterina dello Ionio • Satriano • Sellia • Sellia Marina • Serrastretta • Sersale • Settingiano • Simeri Crichi • Sorbo San Basile • Soverato • Soveria Mannelli • Soveria Simeri • Squillace • Stalettì • Taverna • Tiriolo • Torre di Ruggiero • Vallefiorita • Zagarise.

    Comuni maggiormente popolosi

    I comuni con più di 5.000 abitanti della provincia di Catanzaro sono:
    Catanzaro - 93.089
    Lamezia Terme - 71.270
    Soverato - 9.589
    Borgia - 7.670
    Curinga - 6.800
    Chiaravalle Centrale - 6.639
    Sellia Marina - 6.630
    Girifalco - 6.170
    Davoli - 5.509

    Edited by terryborry - 24/6/2012, 19:48
     
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    Il Duomo

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    - Info -

    A pochi chilometri dalla costa ionica e dalla Sila piccola sorge il capoluogo di regione Catanzaro. La città a causa dei terremoti che l'hanno colpita nell' arco della sua storia, conserva poche testimonianze dei tempi antichi. Non è sfuggita a questa crudele realtà neanche la chiesa più importante e rappresentativa della città, il Duomo. Originariamente, nello stesso luogo dove sorge il Duomo, si ergeva la Cattedrale Normanna costruita nel 1121, la cui facciata crollò durante il terremoto del 1638, mentre la Sacrestia, con tutti i documenti diocesani, bruciò nel 1660. La Cattedrale di Catanzaro, quindi, inaugurata da Papa Callisto II, ha subito nel corso dei secoli trasformazioni che ne hanno cambiato radicalmente l’aspetto, cui vanno aggiunti i bombardamenti della II guerra mondiale ed i furti avvenuti nella Cattedrale tra il 1943 ed il 1956. Intorno al 1955 si iniziò la completa ristrutturazione del Duomo. Il nuovo impianto architettonico presenta tre porte sulla facciata principale e tre su quella laterale prospiciente piazza Duomo. Dell’antica Cattedrale sono state salvate opere d’arte di notevole valore: il busto argenteo di S.Vitaliano, attribuito all’argentiere napoletano Gilberto Lelio; la statua della Madonna delle Grazie del 1595, opera di ascendenze artistiche messinesi o napoletane proveniente dell’antico convento delle clarisse; la raffinata statua di Dormitio Virginia, degli inizi del XVIII, secolo raffigurante l’Assunta; la statua settecentesca in legno, di bottega napoletana, della S.S.Vergine Addolorata, un tempo posta nella Cappella del S.S.Sacramento; la romantica tela ottocentesca (1834) della Sacra Famiglia opera di Domenico Augimeri. Il Duomo, nonostante le innumerevoli ricostruzioni, rimane una delle più importanti e prestigiose chiese di Catanzaro.

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    Facciata del Duomo

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    Particolare del Duomo

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    Campanile del Duomo



    Chiesa del Monte dei Morti

    chiesadelmonte

    -Info -

    La chiesa del Monte dei morti di Catanzaro, si presenta in tutto il suo splendore con il portale barocco in pietra arenaria opera dalle abili maestranze roglianesi rinomati scalpellini ed intagliatori. Il portale è sovrastato da una nicchia entro la quale è posta la statua della Madonna e su cui si imposta l’ampio e alto finestrone. Benché la data sulla facciata della chiesa riporti il 1728, la storia di questo edificio sacro e caro ai catanzaresi, risale al sec. XVII. Intorno alla prima metà del ‘600 alcuni governatori del Monte, riconobbero la necessità di avere un oratorio dove officiare la celebrazione dei suffragi ed esplicare in forma pubblica legittima la pia istituzione del culto verso i defunti. Decisero così di edificare una chiesa, ed i lavori cominciarono nel 1712. Ad essa vi si accedeva da una scalinata monumentale, ma nel 1893, l'amministrazione comunale dell'epoca, decise senza non poco scalpore, di abbatterla e di restringerla. Il nome chiesa del Monte, deriva sia dalla piccola elevazione su cui sorge, sia dal fatto che sul posto c'era un monte di pietà i cui risparmi servivano per i funerali dei poveri. La struttura è in forma di croce greca, unico esempio nel tessuto architettonico sacro urbano, è sormontata da una cupola priva del tamburo, poggiante direttamente sulle vele dei quattro grandi pilastri. Quest’ultime sono decorate da quattro tele raffiguranti i quattro evangelisti opere del pittore gasperinese Giovanni Spadea. L’interno presenta quattro cappelle laterali, due delle quali costituiscono il transetto, le altre due da altari in onice che sostituiscono quelli originali settecenteschi in stucco dei quali restano traccia soltanto i fastigi. Il presbiterio è caratterizzato dall’altare dedicato alle Anime del Purgatorio. Si possono ammirare ancora, la tela del '600 raffigurante la Madonna, San Francesco d'Assisi, san Felice e l'Arcangelo Gabriele, inoltre si può ammirare il quadro dedicato alla Madonna della Porziuncola dipinto da Giovanni Prete. Sulla cupola vi è un affresco che raffigura San Filippo Neri nella gloria. All'esterno, la facciata della chiesa custodisce una memoria storica della città. I Padri Cappuccini infatti, vollero murare ai lati del portale monumentale due lapidi marmoree con i nomi dei 178 catanzaresi caduti durante la prima guerra mondiale e che furono scoperte e benedette da Mons. Giovanni Fiorentini il 4 novembre 1924 alla presenza di rappresentanti del governo e di tutta la cittadinanza catanzarese che applaudì commossa al ricordo di chi aveva dato la propria vita per difendere la città.

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    Portale della Chiesa

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    Particolare della Chiesa



    Complesso San Giovanni

    ComplessoSanGiovanni

    -Info -

    Nell’area del distrutto castello Normanno sorge il Complesso Monumentale del San Giovanni. Nel XV secolo il castello che simboleggiava il potere feudale venne parzialmente distrutto, i materiali che se ne ricavarono vennero utilizzati dal vescovo Tornefranza per abbellire la Cattedrale, la chiesa dell’osservanza e per costruire la chiesa di San Giovanni(1952). Nel corso degli anni le varie congregazioni che lo abitarono, adibirono alcuni spazi del complesso ad ospedale, in tempi più recenti il Complesso ospitò le Carceri fino al crollo del muraglione di via Carlo V nel Gennaio 1970. Il complesso, oltre al grande piazzale panoramico alla Torre di Carlo V e alle restanti mura del castello, ospita anche l’antica fontana con il nicchione dove trova sistemazione la statua del Cavatore realizzata dallo scultore calabrese Giuseppe Rito. Oggi il Complesso Monumentale ospita nella palazzina adiacente alla chiesa l’Assessorato alla cultura del comune di Catanzaro e gli uffici della Sovrintendenza ai beni artistici e ambientali. Il complesso vanta un’ampia area espositiva con numerose sale, disposta su due livelli. Il Complesso Monumentale del San Giovanni è un monumento Nazionale.

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    Ingresso San Giovanni

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    Chiesa del S. Giovanni



    Teatro Politeama

    teatropoliteama

    - Info -

    Il "Teatro Politeama di Catanzaro", è stato inaugurato il 29 novembre 2002 con un concerto dell'orchestra dell'Arena di Verona. Situato nel centro storico, è stato progettato dal prof. Paolo Portoghesi ed occupa lo spazio dove si trovava l'omonimo cinema e teatro costruito negli anni Trenta e un vicino mercato coperto della stessa epoca. Ha una superficie di circa 7 mila metri quadrati ed è compresa tra via Jannoni, via Italia, via delle Clarisse e la ex strada statale 19 delle Calabrie. La sua struttura ruota intorno ad una sala a forma di ferro di cavallo come previsto nella tradizione del teatro classico all'italiana. Una struttura imponente, che può ospitare opere importanti, anche dal punto di vista scenografico. Il palcoscenico, uno dei più avanzati in Italia dal punto di vista tecnologico, può essere definito il "cuore" del teatro: largo 22,30 m e profondo 20 m, ha un'altezza di 30 m (24 alla graticcia). Inoltre il boccascena è largo 15m e alto 16m. Lungo la linea curva della sala, si affacciano i cinque ordini di palchi, decorati con circa 1000 stelle, e che possono ospitare: il primo 104 spettatori, il secondo 84 spettatori più il palco centrale, 80 spettatori più il palco centrale il terzo, 90 il quarto, 60 nel "loggione" del quinto. Ad essi si accede da quattro scale elicoidali e con l'ausilio di 2 ascensori panoramici. Il parterre contiene ordini di posti per 372 spettatori che sommati agli spettatori che occupano i cinque palchi, fanno un totale di circa 900 spettatori. La sala scenografica, i camerini, la sala trucco, la sala costumi e le sale prove affacciano su via Italia, dove è situato un'altro ingresso. Il teatro è servito da 73 toilette distribuite sui sei piani.

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    Veduta del Teatro

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    Vista laterale del Teatro



    Viadotto Bisantis

    pontecatanzaro

    - Info -

    Il simbolo della città di Catanzaro è il viadotto conosciuto come Viadotto Bisantis. Realizzato su progetto dell’Ingegnere Riccardo Morandi nel 1962 su commissione dell’amministrazione provinciale di Catanzaro. Questa imponente opera, rappresenta una mirabile espressione di ingegneria e architettura. Il Viadotto è oggi il secondo al mondo per ampiezza di luce dell’arco e per molti anni, l’ampiezza della sua arcata ne ha fatto il ponte più grande d’Europa. I dati tecnici di tale opera ne esaltano la grandezza: altezza da fondo valle: mt 110, ampiezza d'arco (luce): mt 231, lunghezza sede stradale: mt 468,45. L'arco, costituito da due semiarchi indipendenti, ha una struttura scatolare larga in chiave 10,50 m e alla base 25 m. Oltre ad essere una spettacolare opera architettonica il Viadotto è anche conosciuto come luogo che nasconde segreti ed eventi soprannaturali, sembra infatti che tante persone, per mettere fine alla loro pena, scelgano proprio il Ponte sulla Fiumarella.

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    Edited by terryborry - 24/6/2012, 19:50
     
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    Colli di Catanzaro

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    Posizione dei tre colli

    Info - Scheda Wikipedia


    La denominazione di città dei tre colli è dovuta alla posizione della città di Catanzaro che si trova a circa 300 m di altezza sul livello del mare. È situato su uno sperone roccioso denominato Trivonà, composto da tre colli e delimitato da profonde valli percorse dalla Fiumarella ad ovest e dal Musofalo ad est. Alle spalle del Trivonà sono ben visibili le alture della Sila, mentre la parte opposta scende, attraverso un breve pianura detta Piede della Sala verso la costa Ionica. Il Trivonà è composto da tre colli, con altezza progressiva man mano che si va verso nord:

    • San Trifone (oggi San Rocco) è il colle che si incontra provenendo dalla quartieri sud della città. Ha un'altezza di 295 mt., anticamente qui era posizionata l'antica Porta Marina la principale per giungere al centro storico. Da questo colle, dal rione Bellavista è possibile vedere il panorama dei quartieri sud della città e dell'intero Golfo di Squillace;
    • Del Vescovato (oggi Duomo) è in posizione intermedia rispetto agli altri due colli ad un'altezza di 343 m Sulla sua sommità è posizionato il Duomo, su questo colle è costruito l'antico borgo medioevale della città in cui si snodano i viculi le strettisime vie del centro storico.
    • Del Castello (oggi San Giovanni) è il colle posizionato in posizione più alta a 380 m circa. Qui era costruito l'antico castello Normanno, oggi divenuto complesso monumentale San Giovanni. A questo colle è collegato il famoso Ponte di Catanzaro che permette l'accesso al colle dall'antica Porta Prattica.

    Fontana del Cavatore

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    - Info -

    La caratteristica fontana sorge alle spalle del complesso di San Giovanni. La statua di bronzo, fusa in una famosa fonderia di Napoli nella seconda metà del XX secolo, rappresenta un uomo che con un piccone colpisce una roccia da cui fuoriesce l'acqua.

     
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    Storia di Catanzaro

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    Ritratto in terracotta del III secolo a.C. ritrovato lungo il fiume Corace e custodito nel museo provinciale di Catanzaro

    « "Chatacium antiquissimum oppidum et vetustissima graecorum colonia". »
    ( Polibio, Storie)


    Il primo storico antico a nominare la città di Catanzaro fu Polibio, nelle sue "Storie". La descrive come un antico centro greco, facente parte dell'area di Scolacium, posto su uno sperone roccioso dal quale era possibile vedere l'intero Scilletinico, l'attuale Golfo di Squillace. Secondo lo storico, lungo il fiume Crotalus (attuale Corace) sorgevano vari centri abitati, tra cui uno situato lungo la sponda settentrionale del fiume, che chiama "Crotalla" (attuale Marina) Quest'ultimo centro viene segnalato anche da una bolla papale datata tra 800 e il 900 d.C. che chiamava Palepoli, l'antica Crotalla.
    Altri storici, tra cui Cassiodoro parlano di vari centri situati nell'entroterra a pochi km da Crotalla, poco distanti l'uno dall'altro, come Gallianus (attuale quartiere Gagliano), Petrusa, Mater Domini (attuale quartiere Mater Domini), Petra Gnazia, Janous (attuale quartiere Ianò), Sansenatora (attuale Sansinato), Cassioleonum (attuale Casciolino) e Castra Hannibalis (sulla sponda nord del fiume Crotalus in prossimità del quartiere Marina.

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    Castra Hannibalis alla foce del Crotalo


    Anche il D'Amato, nelle sue Memorie Historiche, conferma la presenza di vari piccoli centri di origine autoctona e divenuti colonia greca.

    La Catanzaro Paleolitica (600.000-20.000 a.C.)

    Vari ritrovamenti in contrada Pirivoli (quartiere Gagliano) di alcune Asce Amigdale, e di alcune Grotte esistenti nella stessa zona testimoniano come la presenza l'uomo fosse già presente fin dal Paleolitico. L'ascia amigdale è il simbolo della presenza umana nel Paleolitico, era a forma di mandorla (admigale) e ricavata da ciottoli scheggiati da ogni lato. Altri ritrovamenti di notevole importanza datati 20.000 a.C. sono avvenuti nel quartiere presilano Cavorà, in un grotta a circa 50 m di distanza dal Corace.

    Neolitico (15.000-10.000 a.C.)

    Lo storico Lovisato afferma che "l'uomo preistorico ebbe le sue principali officine litiche nell'istmo catanzarese a partire dalle falde del colosso silano". Di questo periodo sono di rilevante importanza i ritrovamenti di un stazione litica nei pressi del quartiere Marina di Catanzaro in cui sono stati ritrovati numerosi oggetti e manufatti datati 12.000 a.C. A questo periodo vengono fatti risalire le prime forme di commercio soprattutto di ossidiana, particolarmente abbondante nella zona tra Petrusa e Gallianus. Nel tardo neolitico comincia a prendere forma un'area policentrica formata da piccoli villaggi, sui colli Petrusa, Trivonà, Pozzo, Fontanelle e sulle rive dei fiumi come Crotalla sul Crotalo e Palepoli sul Massente oggi Fiumarella. Se oggi il centro nevralgico è il Trivonà, a quei tempi era Petrusa ove oggi sono situati i quartieri Gagliano, Mater Domini e Sant'Antonio.

    Periodo del Rame

    Intorno al 5.000 a.C. iniziò nell'area catanzarese un forte sfruttamento delle miniere di rame, situate nelle valli in prossimità degli attuali colli della città e in quelli immediatamente vicini come Gimigliano e Tiriolo. La lavorazione avveniva in alcuni antichi stabilimenti lungo la costa, a prova di ciò sono stati fatti ritrovamenti di vaschette utilizzate per la fusione del metallo nell'area di scolacium e nell'attuale quartiere Marina di Catanzaro. Il rame estratto dalle miniere veniva inviato sulla costa tramite il Corace, a quei tempi navigabile, e scaricate su alcune banchine situate in prossimità della foce del fiume.
    La presenza di queste miniere, uniche in Calabria, permise un forte sviluppo dell'area, soprattutto per via degli scambi commerciali con altri metalli quali oro e argento, facilitati dalla posizione al centro dell'istimo che permetteva il rapido trasporto sulla sponda Tirrenica. Proprio la posizione di dominio sull'istimo consenti un ulteriore sviluppo dell'area in quanto rappresentata il passaggio terrestre più agevole tra il Mar Egeo ed il Mar Tirreno. Nel suo "Catanzaro e Temesa, due storie:la stessa storia", Luigi De siena identifica l'italica "Petrusa" con la mitica "Temesa" omerica; Petrusa fu chiamata Temesa, che in semitico significa "fonderia", dai commercianti orientali che la frequentavano per le sue celebri miniere ma anche come via più veloce per raggiungere le coste iberiche attraverso l'istmo catanzarese. Fra le tante prove che lo storico cita nella sua opera si parla anche della scomparsa definitiva e immediata da tutte le fonti storiche del mitico nome "Temesa" contemporaneamente all'apparire del nuovo nome "Catanzaro".

    Periodo del Bronzo

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    Area di probabile insistenza dell'antica colonia magnogreca di Skylletion, successivamente divenuta Minervia Scolacium in epoca romana.


    Diversi ritrovamenti datati intorno al 2º millennio a.C. di cuspidi, fibule, anelli, catenelle, rasoi, piattini di bronzo confermano, le tesi di molti storici, nel far partire l'Età del Bronzo in Calabria intorno tra il 3º ed il 2º millennio a.C. Questo periodo vide l'incremento di scambi commerciali con Micenei e Fenici, quest'ultimi specialmente interessati al rame in quanto piuttosto carente nella loro area di origine. La ricchezza portata dai commerci, produsse un forte sviluppo e l'aumento della popolazione, soprattutto lunga la costa che era oggetto di migrazioni da parte degli abitanti delle alture circostanti. L'espansione di molti antichi centri, come Crotalla (attuale quartiere Marina di Catanzaro) e altri villaggi della valle del Corace portò ad un'unificazione territoriale dando vita ad un grosso centro che dopo fu ribattezzato Scolacium. Questo fiorente periodo fu però interrotto intorno al 1º millennio a.C. dallo scoppio della Guerra di Troia.

    Periodo pregreco

    Alla fine del X secolo a.C. la maggior parte della popolazione era concentrata sulla costa e lungo il Corace. Questo è il periodo dei maggiori ritrovamenti di arnesi per l'estrazione dei minerali, per l'agricoltura e la pesca. La zona in questione era divenuta famosa soprattutto per la lavorazione dei metalli come bronzo, ferro, ed in particolar modo rame e proprio il commercio di questi metalli portò alla creazione delle importanti vie commerciali:

    • Mar Ionio - istmo di Catanzaro - Mar Tirreno direttrice Est -ovest, era la tratta utilizzata dalle popolazioni medio-orientali soprattutto Fenici;
    • Corace - Crati - Sibari tratto da Tolo a Sibari. Tolo era una località situata tra gli attuali quartieri Germaneto e Lido a circa 350 m dalla foce del Corace, ed era l'ultima fermata per lo scarico di merci prima del mare. Le altre "stazioni" erano denominate Tole, Tuls, Tule ed erano distribuite lungo la via che partendo da Catanzaro, attraversava Gimigliano Inferiore, Porto, Carlopoli, Soveria, Rogliano, Sibari per un totale di quasi 30 ore di viaggio. L'antico tragitto è oggi utilizzato dalla Strada statale 19 delle Calabrie.
    • Petrusa-Crichi-Uria-Cropani-Crotone che collegava la dorsale ionica con Crotone.

    È importante notare che le vie Corace-Sibari e Petrusa-Crotone sono esistenti sin dal paleolitico come testimoniano alcuni reperti in pietra rinvenuti in località Pirivoli.
    Le peculiarità climatico-ambientali, l'abbondanza di legno estratto dai boschi silani e la presenza costante di vento consentivano di raggiungere la temperatura necessaria per i forni in cui veniva lavorato il rame e gli altri metalli. I ritrovamenti delle antiche miniere tra i colli Petruso e Trivonà e i numerosi resti di stabilimenti e arnesi per la lavorazione, sono la prova dell'intensa attività protoindustriale di quel tempo.
     
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    Stadio comunale Nicola Ceravolo

    Stadio_Ceravolo

    Info - Scheda Wikipedia

    Lo stadio comunale Nicola Ceravolo è un impianto sportivo di Catanzaro.

    Storia dello stadio

    L’attuale stadio “Nicola Ceravolo” sorge su un appezzamento in località “Corallo”, alle pendici del monte “Pezzano”. Il suo utilizzo risale ai primi decenni del Novecento, quando, in concomitanza con l’inizio del primo conflitto mondiale, viene adibito a campo di concentramento per prigionieri di guerra. La fine del conflitto bellico segna anche un diverso utilizzo dell’impianto, che conosciuto col nome di “Piazza d’Armi”, viene destinato all’addestramento delle truppe d'istanza a Catanzaro, allora sede del Comando di Divisione e del 19º Reggimento di Fanteria. Negli anni Venti, il crescente interesse verso lo sport, ed in particolare per il football, determina l’adeguamento della struttura alle nuove esigenze dei cittadini, così nell’Ottobre del 1924, dopo circa sette mesi di lavori, viene presentato, con una sontuosa inaugurazione, il nuovo campo sportivo, che prende il nome di “Stadio Divisionale”, di proprietà del Reparto di 21^ Divisone Militare. Per l’occasione si svolse il “III Congresso Sportivo Calabrese” che culminò con la rappresentazione di centinaia di atleti suddivisi in varie discipline sportive. Per il calcio fu istituito un torneo apposito denominato “Coppa città di Catanzaro e Cosenza”, al quale presero parte tre formazioni: la Fortitudo Cosenza, l’Audace di Catanzaro ed il Nuovo Reggio Football Club. Fu la compagine reggina ad aggiudicarsi il trofeo battendo in finale l’Audace per 3-0. Il nuovo “Stadio Divisionale”, in seguito conosciuto come “Stadio Militare”, era dotato di un rettangolo di gioco livellato, fiancheggiato da un “percorso di guerra”, da una pista sopraelevata e da graziose tribune in legno, ben arredate all’interno. Nel corso degli anni venti l’impianto sarà utilizzato principalmente dai militari per le loro finalità operative, ma anche da società sportive dotate di apposita autorizzazione. Nel 1928 “l’Unione Sportiva Fascista Catanzarese Scalfaro Braccini” , presieduta da Enrico Talamo, viene inserita nella III Divisione Regionale (paragonabile all’attuale serie D), segnando così l’ingresso del calcio catanzarese nell’ambito sportivo nazionale. Questo evento suggerisce alle autorità militari e civili dell’epoca, di regolamentare l’uso della struttura attraverso una concessione al Comune di Catanzaro. Negli anni successivi l’impianto viene ribattezzato “Stadio Comunale” e, sotto la presidenza di Aldo Ferrara (1950-1958), viene dotata di una funzionale e comoda gradinata (i Distinti), eretta sul vecchio “prato”, con sottostanti docce, sala stampa e magazzini. La prima importante e radicale ristrutturazione ha luogo nell’estate del 1971. L’U.S. Catanzaro ha appena conquistato la promozione in serie A ed il Comune decide di costruire una tribuna coperta ed una tribuna stampa che rendano il complesso idoneo alla disputa del prestigioso torneo. I lavori vengono eseguiti molto velocemente ed alla fine del maquillage lo stadio avrà una capienza, mai determinata ufficialmente, di 20.000 posti. Ulteriori modifiche vengono apportate sotto l’era “Di Marzio”. L’allenatore partenopeo convince il Comune a costruire ulteriori gradini su quelli già esistenti, riuscendo così a portare la capienza complessiva a 33.000 posti. Queste modifiche rendono il “Militare” uno degli stadi più grandi del Sud Italia, nonostante l’impianto non sia in regola con le normative dell’epoca. Nel 1990 lo stadio viene dedicato a Nicola Ceravolo, in riconoscimento di cinquant'anni di fervida ed appassionata attività spesa per lo sport e per Catanzaro. Al mitico presidente verrà dedicato un monumento all'ingresso del settore "Curva Ovest" a ridosso del leggendario pino marino che spadroneggia nella curva. Nel 1996 la "Curva Ovest" viene intitolata a Massimo Capraro, notissimo tifoso scomparso in un tragico incidente stradale. Nel 1998 il Comune di Catanzaro è costretto ad eseguire diversi lavori al fine di adeguare l'impianto sportivo alle nuove normative; tra le innovazioni vengono sostituite le vecchie reti di ferro di Tribuna e Distinti con i moderni vetri antisfondamento. La sostituzione delle reti renderà i settori di Tribuna e Distinti molto più vicini al campo di gioco, tale modifica farà scomparire la pista di atletica e con essa la multifunzionalità dell'intero impianto sportivo. Tali adeguamenti porteranno alla capienza, ufficialmente determinata dalla commissione provinciale di vigilanza, di 11.033 posti. Col ritorno in serie B nella stagione 2004/2005 furono effettuati alcuni lavori marginali al terreno di gioco ed al sistema di video sorveglianza. Nella stagione 2007/2008 a seguito dell’approvazione del decreto “Pisanu” la capienza dello stadio Ceravolo viene ridotta a 7.500 posti con la chiusura totale del settori Distinti e del settore Tribuna Est. Il 18 settembre 2008 iniziano i lavori di adeguamento normativo dell’impianto comunale per un importo pari a circa 2 milioni di euro, dando di fatto il via al più importante e massiccio intervento strutturale dall’epoca della prima promozione in serie A (1971). Gli interventi più significativi riguardano: sistemazione dei seggiolini e numerazione dei posti a sedere, divisione dei settori e individuazione delle vie di esodo, installazione di 15 tornelli (750 persone all’ora), servizi igienici per gli spettatori, sistema di illuminazione, postazioni pronto soccorso, area parcheggio 200 posti a servizio del settore “ospiti”, sistemi di allarme, ammodernamento della tribuna stampa e realizzazione di una “sala interviste” a ridosso degli spogliatoi. Attualmente Il rinnovato stadio “Nicola Ceravolo” è un impianto completamente a norma, con una capienza ufficialmente determinata di 14.650 posti a sedere tutti numerati ed un notevole colpo d'occhio determinato dalla posa di seggiolini giallorossi.

    Curiosità

    Lo stadio si caratterizzava per la presenza di un Pino marino nella Curva dei tifosi del Catanzaro, particolare unico tra gli stadi di tutta Italia. Nell'estate del 2008 viene tagliato per effetto dell'entrata in vigore delle nuove norme sulla sicurezza negli stadi.



    Edited by terryborry - 24/6/2012, 19:51
     
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  7. Isabel
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    Resti del Castello di Roberto il Guiscardo

    futUE

    - Info -

    «Ben poco rimane del poderoso fortilizio normanno, eretto come struttura difensiva da Roberto il Guiscardo – verso il 1060 – forse sui resti di una precedente rocca bizantina. Il castello era costituito da una cortina muraria difesa da torri alte e merlate. Una torre, probabilmente con funzioni di mastio, guardava la città. Simbolo del potere feudale, il castello fu parzialmente distrutto nel Quattrocento, sotto gli Aragonesi, e trasformato in cava di materiali per costruzione. I suoi materiali furono utilizzati – in particolare – per abbellire la Cattedrale e la Chiesa dell’Osservanza, e per la costruzione della Chiesa di San Giovanni. Nel 1589, la Congregazione dei Bianchi di Santa Croce, che già si occupava di assistenza agli infermi, chiese di poter realizzare nell’area un padiglione da adibire a ospedale: la richiesta fu accolta nel 1596 dal viceré don Enrico Gusmann, e ancor oggi il corpo centrale del complesso coincide con l'Ospizio dei Bianchi. Nel 1663 i Padri Teresiani vi costruirono il loro convento. L'area ospitò, successivamente, l'ospedale, le carceri dell'Udienza, gli uffici del Genio militare. In tempi più recenti, fino al 1970, ha ospitato le carceri cittadine. Dell’originario complesso di età normanna, spicca la bella torre quadrata merlata che un tempo accoglieva l’orologio pubblico. In una nicchia del muraglione perimetrale prospiciente sulla Piazza Matteotti, si trova la monumentale e artistica Fontana de “Il Cavatore”, pregevole opera scultoria in bronzo e granito realizzata alla metà del Novecento dallo scultore calabrese Giuseppe Rito».


    Torre Cavallara o Torre Cavallara dell'Aranceto

    erfIe

    «Sopra l'abitato del quartiere lido, sorge una torre cinquecentesca a pianta quadrata, su due livelli, con corpo parallelepipedo e base tronco-piramidale, secondo i canoni più tipici di tali costruzioni del periodo. è uno degli edifici che componevano il sistema difensivo costiero della Calabria, collegata con gli altri impianti di avvistamento sul mare e con le fortificazioni del territorio interno. L'elemento che la caratterizza è la poderosa scala con struttura ad arco, che consentiva - mediante ponte levatoio oggi scomparso; l'accesso al primo piano. Il livello più basso è costituito da un solo vano voltato a botte, quadripartito da un grosso pilastro centrale non ascrivibile all'età di fondazione dell'edificio. L'unica apertura di ingresso a pian terreno è presente in corrispondenza della scala esterna, semi nascosta dal corpo di quest'ultima. Vari ambienti intercomunicanti componevano il piano superiore, presumibile risultato di ricostruzioni e rifacimenti in epoche successive. La copertura, oggi totalmente scomparsa, era a due falde ricoperte da tegole e struttura lignea».
     
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