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Catania

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    Catania

    kItRuvO

    - Info -

    Catania è un comune italiano di 315.576 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Sicilia.

    È il secondo comune siciliano per popolazione dopo Palermo ed è il centro della maggiore conurbazione siciliana, nota come "Sistema lineare della Sicilia orientale". È una delle quindici città metropolitane italiane. L'agglomerato urbano supera ampiamente i confini comunali, ed ha una popolazione di 637.587 residenti, mentre l'area metropolitana ne conta 765.623. È il decimo comune italiano per popolazione ed inoltre il comune non capoluogo di regione più popoloso d'Italia.Fondata nel 729 a.C. dai Calcidesi, vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono oggi il patrimonio artistico, architettonico e culturale. Sotto la dinastia aragonese fu capitale del Regno di Sicilia.
    Nel corso della sua storia è stata più volte interessata da eruzioni vulcaniche (la più imponente, in epoca storica, è quella del 1669) e da terremoti (i più catastrofici ricordati sono stati quelli del 1169 e del 1693).Il barocco del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità, assieme a sette comuni del Val di Noto (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli), nel 2002.

    Geografia fisica

    Territorio

    L5cBBya
    La fontana dell'Amenano,
    conosciuta come l'acqua
    o' linzolu
    acqua a lenzuolo),
    in piazza del Duomo
    Catania è una delle poche città in Italia ad offrire paesaggi tanto diversi concentrati in un solo sito. Sorge sulla costa orientale dell'isola, ai piedi del vulcano Etna (il vulcano attivo più alto d'Europa) e a metà strada tra le città di Messina e Siracusa.
    Il suo territorio comprende anche una vasta fetta della piana di Catania ('a Chiana), una tra le più estese aree coltivate della Sicilia, la cui zona più vicina al mare costituisce l'Oasi del Simeto, riserva naturale di circa 2.000 ettari, istituita nel 1984. L'Oasi del Simeto prende nome dal fiume Simeto, il più importante dell'isola, che sfocia a sud della città. Catania si affaccia sul mar Ionio con il golfo che prende il suo nome.
    Intorno al vulcano, inoltre, sorge un'altra area naturale protetta: il Parco dell'Etna.
    Il territorio è prettamente pianeggiante a sud e sud-est, e montuoso a nord per la presenza dell'Etna.
    Il nucleo originario della città era situato su un colle, corrispondente all'odierna piazza Dante, dove sorge il Monastero di San Nicolò l'Arena (oggi sede universitaria). L'unico altro rilievo importante è la collina Santa Sofia, dove sorge la Cittadella Universitaria, al confine con Gravina, comune del vasto hinterland.
    Il verde pubblico è costituito dai parchi situati all'interno della città. Sono sei quelli di una certa grandezza e importanza: il Giardino Bellini, detto 'a Villa o Villa Bellini è dedicato a Vincenzo Bellini; il Giardino Pacini, detto Villa 'ê varagghi (cioè "degli sbadigli", perché si diceva frequentata soprattutto da pensionati e da sfaccendati in genere) o Villa Pacini, dedicato a Giovanni Pacini; il Parco Gioeni (situato a nord, alla fine della via Etnea); il Parco Falcone e Borsellino (a nord del Corso Italia); il parco I Viceré (nel quartiere Barriera Canalicchio) e il Boschetto della Plaia (nella zona tra l'Aeroporto Vincenzo Bellini e la città). Tra gli altri, per l'importanza storica e per la conservazione della biodiversità, va segnalato l'orto botanico di Catania.
    La città è attraversata da un fiume sotterraneo, l'Amenano. In passato, poco fuori le mura ad ovest, si poteva trovare il lago di Nicito, al fiume collegato e ormai coperto dalla colata lavica del 1669 (l'omonima via ne ricorda l'ubicazione). Attualmente, l'Amenano si rende visibile all'Acqua a linzolu, fontana in marmo bianco che sorge tra la cosiddetta "Pescheria" e la piazza del Duomo, e nei sotterranei del locale Ostello Agorà. Ma è stato tutto il territorio circostante a mutare profondamente in seguito a calamità naturali come questa: la costa a nord del porto è appunto una scogliera sorta in seguito alle varie colate laviche, in epoca storica nel 1169, 1329 e 1381, anno in cui venne coperta anche parte dell'antico Porto Ulisse; tale tratto di costa è chiamato appunto "La Scogliera" e comprende la spiaggetta di San Giovanni li Cuti.
    L'area a sud del Castello Ursino, un tempo a picco sul mare, è invece il prodotto dell'enorme colata del 1669 che, accerchiatolo, si spinse per qualche chilometro verso il mare. La costa a sud del porto venne profondamente modificata, formando il litorale attuale (la cosiddetta "Plaia") che è, invece, sabbioso.

    Clima

    La città e la piana di Catania presentano un clima mediterraneo, pur con alcuni connotati di tipo subtropicale e continentale, ben ravvisabili dall'analisi dei dati climatici delle stazioni meteorologiche ufficiali di Fontanarossa e di Sigonella, che descrivono rispettivamente il quadro relativo alla città di Catania e all'entroterra della piana.
    Le precipitazioni, piuttosto scarse, sono comprese tra i 450 e i 550 mm annui, con minimo estivo molto marcato e moderato picco nella stagione autunnale.
    L'inverno, spesso di breve durata, assicura temperature massime diurne generalmente piuttosto miti, mentre nelle ore notturne possono verificarsi raffreddamenti, più pronunciati nell'entroterra e nei paesi etnei, in presenza di cielo sereno e vento calmo: tutto ciò a causa degli effetti continentali che si verificano nell'esteso territorio pianeggiante che, nella parte più interna, sono influenzati anche dalla presenza dell'Etna.
    Il record assoluto di freddo, 7 gradi centigradi sotto lo zero, fu raggiunto il 1º febbraio 1962.
    L'estate, di lunga durata, si presenta molto calda, anche se raramente con alti tassi di umidità. Mentre lungo la fascia litoranea le temperature massime sono parzialmente contenute dalla brezza marina di levante, nella parte più interna della città e della piana si registrano valori molto elevati.

    Le origini del nome

    Secondo lo storico greco Plutarco, il suo nome deriva da katane (cioè grattugia), per l'associazione con le asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal protolatino katina (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città. L'etimologia resta comunque oscura: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna).

    Storia

    Età antica

    Catania era originariamente un insediamento sicano, quindi dopo il XIII secolo a.C. sede di un grosso villaggio siculo e rifondato come Kατάvη nel 729 a.C. da coloni greci calcidesi guidati da Tucle dal dominio dei quali venne tolta nel 476 a.C. da Gerone I di Siracusa che la chiamò Aitna (Etna). Dopo la morte del tiranno siracusano e la sconfitta di Trasibulo la città fu riconquistata dai Katanaioi che le rimisero il nome originario. Subì la conquista di Dionisio I di Siracusa.
    Fu poi conquistata dai Romani nel 263 a.C. È l'inserimento nella universalitas romana che attribuisce alla città il carattere di "sistema urbano complesso", che verrà continuato fino alla riconversione "barocca" operata dopo la distruzione di fine XVII secolo.

    Età medievale

    Alla caduta dell'Impero Romano la Sicilia venne conquistata nel VI secolo dagli Ostrogoti di re Teodorico il Grande che si occupò della ricostruzione delle mura della città, utilizzando le pietre che costituivano l'anfiteatro romano. Venne in seguito conquistata dai Bizantini, e nella seconda metà del IX secolo dai musulmani. Nel 1071 viene conquistata dai Normanni che provvidero a ridarle la sede vescovile, con l'approvazione del papa Urbano II (bolla pontificia del 9 marzo 1092); sarà elevata a sede arcivescovile, Arcidiocesi di Catania, nel 1859. Fu poi governata dagli Svevi, periodo in cui si eresse il Castello Ursino e si crearono le figure amministrative che perdurarono fino al 1817. La città fu una delle sedi della corte itinerante di Federico II di Svevia e da qui furono emanati editti e leggi di grande importanza. Alla fine del casato Hohenstaufen furono gli Angioini a prendere possesso della città, occupandola militarmente abusando spesso della popolazione locale.
    In generale, la città viene menzionata innanzitutto per la presenza dell'Etna nelle sue vicinanze: "la città racconta una storia di ridotta emergenza politica".
    Nel 1282, passò al ramo cadetto degli Aragonesi (in quanto la moglie di Pietro d'Aragona era nata a Catania) che fino a re Martino I di Aragona fecero di Catania la capitale del Regno di Trinacria. Dopo la cancellazione del regno di Trinacria la Sicilia perse l'indipendenza e passò sotto i domini Spagnolo, Savoiardo e Borbonico.

    Età moderna

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    Il duomo
    Nel 1622, Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia, con lettera ratificata da Filippo IV, aveva assegnato al Senato catanese funzioni pari a quelli di Palermo e Messina, concedendole una certa autonomia.
    Le due importantissime catastrofi naturali di fine XVII secolo (l'eruzione dell'Etna del 1669 e il terremoto del Val di Noto del 1693) segnano "il transito verso la modernità". La rifondazione, in ogni caso, non prescinde dal tessuto antico, anche per il sopravvivere di diversi edifici (in particolare le mura, le absidi del duomo, il Castello Ursino).

    Età contemporanea

    Tra il 1816 e il 1818 acquisì lo status di Comune, lasciando quello di Urbs, in modo da essere governata da un Intendente, coadiuvato dal Segretario generale e dal Consiglio di Intendenza. Nel 1860 Catania entrò a far parte del Regno d'Italia. Oggi è uno dei principali comuni italiani, capoluogo della provincia di Catania.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    La città antica

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    L'anfiteatro romano di Catania
    Del periodo greco non rimangono molte tracce, a causa di vari fattori sia naturali (terremoti che hanno rovinato la città, colate laviche) che antropici, come le ricostruzioni che spesso hanno ricoperto le precedenti architetture. Inoltre, non sono mai state eseguite grandi campagne di scavi e studi archeologici se non in casi sporadici della sua storia recente. Miglior fortuna hanno avuto i monumenti di epoca romana che hanno resistito fino ad oggi testimoniando l'importanza della città in antico, inoltre numerosissimi reperti provengono dagli scavi occasionali della città (la gran parte di questi – tra cui mosaici, statue e persino il frammento di una colonna istoriata – sono esposti al Museo civico).
    Nel 1978 gli scavi archeologici all’interno dell’ex monastero dei Benedettini, anticamente nota come la collina di Montevergine, hanno confermato un’imponente e stratificata urbanizzazione dell’area fin dall'epoca eneolitica: sono state rinvenute strutture di edifici del VI e del IV sec. a.C., appartenenti alla fase più antica della colonia calcidese.
    Il Teatro Romano (del II secolo), l'Odeon (III secolo), l'Anfiteatro (II secolo), le Terme dell'Indirizzo (in piazza Currò), le Terme della Rotonda, le Terme Achilliane, varie altre strutture termali (in piazza Sant'Antonio, piazza Itria, piazza Dante) i resti di un acquedotto presso via Grassi e alcuni edifici funerari, il foro, Mausoleo del Carmine (II secolo), una Domus romana con i mosaici, tardo repubblicana, tra gli esempi più significativi dell’attività edilizia romana in Sicilia nel corso del II secolo dell’Impero (nell'Emeroteca sotterranea della Facoltà di Lettere), le colonne (in Piazza Mazzini) e quella che sostiene la statua di S. Agata (in piazza dei Martiri), tre assi viari (due si incrociano ortogonalmente ai Benedettini dove sono state trovate ancora basolate, oggi allo scoperto; una strada che conduceva in antico dal Teatro all’Anfiteatro in Via Crociferi) sono i maggiori resti attualmente visibili della Catania romana. Molti di questi monumenti fanno parte dal 2008 del Parco archeologico greco-romano di Catania, (istituito dalla Regione Siciliana) e alcuni di essi come il Teatro romano, le Terme della Rotonda e altri monumenti minori sono stati restaurati e resi visitabili. Anche i resti dell'anfiteatro sono visibili dal 1907 (anno in cui sono stati riportati alla luce) dall'ingresso di piazza Stesicoro e dal cortiletto di via Anfiteatro.
    abilmente anche "'u liotru", il simbolo della città situato attualmente al centro di piazza Duomo, è stato scolpito in epoca romana se non prima. È un manufatto in pietra lavica porosa, che raffigura un elefante. Il nome deriva probabilmente dalla storpiatura del nome di Eliodoro, negromante semi-leggendario e grande avversario di Leone il Taumaturgo. L'elefante è sormontato da un obelisco egittizzante di cronologia incerta con figure probabilmente legate al culto isideo.
    Del periodo Tardo Antico rimangono i resti delle necropoli a nord e ad est del centro storico, come il mausoleo di viale Regina Margherita, il monumento funerario detto Mausoleo Modica o Ipogeo quadrato (in via G. Sanfilippo, traversa via Ipogeo), e come pure numerosi frammenti, lapidi (tra cui quella di Julia Florentina esposta al Louvre), o il cippo esposto al Castello Ursino. Sono invece di epoca paleocristiana le cripte di Sant'Euplio, di Santa Maria La Grotta, della cappella nell'Ospedale Garibaldi, nonché gli ambienti del cosiddetto Sacro Carcere.

    La città medioevale

    Un monumento di età bizantina è la Cappella Bonajuto (nome derivante dalla famiglia nobiliare che l'aveva tenuta come sacrario di famiglia nonché come cappella privata): si tratta di una "trichora" bizantina (cioè un edificio con tre absidi); prima del suo restauro se ne aveva conoscenza grazie ai disegni di Jean-Pierre Houël.
    Del periodo normanno si conservano principalmente il castello di Aci (presso il comune omonimo) e le absidi della Cattedrale di Sant'Agata (il Duomo), che poi sarebbe stata ristrutturata dopo il terremoto del 1693. Oggi la cattedrale conserva la vara, il busto-reliquiario e la cassa-reliquiaria di Sant'Agata, realizzato dal senese Giovanni di Bartolo nel XIV secolo.
    Del periodo svevo (XIII secolo) sono il portale della chiesa di Sant'Agata al Carcere e il famoso Castello Ursino, federiciano (sede del Museo civico, formato principalmente dalle raccolte Biscari e dei benedettini, dal 1927), coevo dell'altrettanto famoso castello di Castel del Monte ad Andria e del siracusano Castello Maniace. Invece il portale della scomparsa Chiesa di San Giovanni de' Fleres e il balcone di palazzo Platamone risalgono al periodo Aragonese.
    Del periodo tardo aragonese rimangono poche tracce, tra cui la chiesa di Santa Maria di Gesù situata nella piazza omonima e costruita nel 1498 è forse l'esempio in migliori condizioni. La chiesa fu ristrutturata nel Settecento, mentre il portale è del Cinquecento e solo la Cappella Paternò mantiente l'originale struttura gotica.
    Nel 1558, fu iniziata la costruzione del Monastero dei Benedettini, a cui sarebbe poi stata affiancata la chiesa di San Nicolò l'Arena. Distrutto dalla colata lavica del 1669 e dal terremoto del 1693, nel 1703 se ne avviò la ricostruzione che tuttavia non è stata mai più portata a termine. Di detto edificio permangono tutt'oggi le antiche cucine, il chiostro occidentale, nonché la traccia dell'antico archeggiato del corridoio di meridione.
    Le cosiddette Mura di Carlo V, che racchiudono il centro storico, furono erette nel XVI secolo, tra il 1550 e il 1555 su un progetto iniziale di Antonio Ferramolino. Il progetto non riuscì ad essere portato a termine, neanche dopo l'apporto di Tiburzio Spannocchi il quale progettò l'ampliamento delle fortificazioni verso sud-ovest e verso nord a scapito delle vecchie mura di epoca medioevale (tra cui l'antica Torre del Vescovo del 1302).
    Venne eretta nel 1612, sotto il re di Spagna e di Sicilia Filippo III, la fontana dei Sette Canali. E nel 1621 sorsero la Fontana di Sant'Agata e, su consiglio dell'incaricato dal Luogotenente del Re, ingegnere Raffaele Lucadello, quella detta «di Gammazita», di cui oggi resta soltanto il «pozzo» nei pressi dell'attuale via San Calogero.La colata dell'eruzione del 1669 inghiottì parte del sistema difensivo a sud e a sud-ovest della città che, rimasta sguarnita da questo lato, riedificò in parte sulle lave ancora calde una cortina muraria, detta popolarmente fortino, su cui ancora si apre la porta d'accesso (Porta del Fortino vecchio in via Sacchero, un tempo dedicata al duca di Ligne che qui vi passò nel 1672) e di cui rimangono ancora sparute tracce. Su tali mura venne ricavata la Porta Ferdinandea, ancora oggi erroneamente detta "'u furtinu" ("il fortino").
    Con il terremoto del 1693 e la seguente ricostruzione si volle dare alla città un aspetto più aperto e libero dai fortilizi (i resti furono infatti inglobati nello sviluppo della città), anche perché ormai non esisteva più il pericolo delle incursioni piratesche che secoli prima diedero l'impulso alla fortificazione del Regnum.

    La città barocca

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    L'eruzione del 1669
    che investì la città
    (affresco di Giacinto Platania,
    sagrestia della cattedrale)
    Catania è stata ampiamente trasformata dalle conseguenze dei terremoti che hanno imperversato su questa parte della Sicilia. Il suo territorio circostante è stato più volte coperto da colate laviche che hanno raggiunto il mare. Ma i catanesi caparbiamente l'hanno ricostruita sulle sue stesse macerie. La leggenda vuole che la città sia stata distrutta sette volte durante la sua storia, ma in realtà tali eventi disastrosi si possono sicuramente riferire a pochi ma terribili eventi. Anche le distruzioni del centro urbano in tempi recenti a causa delle colate laviche sono frutto di una storiografia fantasiosa. Tuttavia in epoca storica (forse nel 122 a.C. e nel 252) è testimoniata dal punto di vista archeologico la presenza di colate che giunsero a colpire parte della città.
    Tutti i monumenti antichi sono stati inseriti nel tessuto urbano della città ricostruita grazie a tanti artisti, anche di fama nazionale, tra cui di certo spicca l'opera dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, che hanno dato alla città una chiara impronta barocca. Tra gli altri che hanno aiutato la rinascita della città si ricordano Francesco Battaglia, Stefano Ittar, Alonzo di Benedetto e Girolamo Palazzotto.

    Monumenti barocchi

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    Fontana dell'Elefante

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    La chiesa di San Biagio

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    Palazzo Gravina Cruyllas (2007).
    Tra i principali monumenti barocchi si ricordano:
    • la cattedrale di Sant'Agata
    • la chiesa della Badia di Sant'Agata, in via Vittorio Emanuele II
    • la chiesa di Sant'Agata la Vetere, in via Santa Maddalena, sorge su una chiesa del 264
    • la chiesa di Sant'Agata alla Fornace o di San Biagio, in piazza Stesicoro
    • la chiesa di San Francesco in piazza San Francesco, che custodisce le spoglie di Eleonora d'Angiò
    • la chiesa di San Benedetto, in via Crociferi
    • la chiesa di San Domenico, sull'omonima piazza
    • la chiesa di San Giuliano, in via Crociferi
    • il monastero e la chiesa di San Nicolò l'Arena, in piazza Dante
    • la chiesa di San Placido, sull'omonima piazza
    • il monastero della Santissima Trinità, in via Vittorio Emanuele
    • la basilica Maria Santissima dell'Elemosina (regia Cappella), in via Etnea
    • il Santuario di Santa Maria dell'Aiuto, nella via omonima
    • il palazzo degli Elefanti (sede del municipio), il palazzo del Seminario dei Chierici e la fontana dell'Amenano, in piazza del Duomo
    • il palazzo Biscari, in via Biscari
    • il palazzo Manganelli, in piazza Manganelli
    • il palazzo del Toscano, in piazza Stesicoro
    • il palazzo Reburdone, in via Vittorio Emanuele II
    • il palazzo Gravina Cruyllas, in piazza San Francesco
    • il palazzo Bruca, in via Vittorio Emanuele II
    • il palazzo Fassari Pace, in via Vittorio Emanuele II
    • il palazzo Valle, in via Vittorio Emanuele II, sede della Fondazione Puglisi-Cosentino
    • la villa Cerami, in via Crociferi, sede della facoltà di Giurisprudenza
    • la porta Uzeda in via beato Giuseppe Dusmet
    • la porta Ferdinandea, detta oggi porta Garibaldi, costruita nel 1768 e sita in piazza Palestro
    • la fontana dell'Elefante
    • il convitto nazionale Mario Cutelli

    La città romantica

    Nel biennio 1863-1865 il Comune provvide a dotare la Città di fontanelle, nel quartiere del Fortino, in piazza Crocifisso della Buona Morte (poi piazza Alfredo Cappellini, dal 1907), nel largo dei Miracoli, nel Largo delle «Chianche Mortizze», nella piazza Monserrato, in quella della Guardia, nonché nel rione della Consolazione. Ormai tutte scomparse.
    Non c'è più traccia di una fontana che aveva al centro un obelisco e che i catanesi avevano innalzato nel 1862, in un primo tempo nell'attuale piazza Duca di Genova, per ricordare la visita compiuta in quell'anno alla città dai tre figli del primo re d'Italia Vittorio Emanuele II (Umberto, Amedeo e Oddone), poi ricollocata nella zona di piazza Cutelli.
    Scomparsa un'altra fontana lungo la via Umberto, in piazza Vittorio Emanuele III.


    La città novecentesca

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    Il palazzo delle Poste centrali,
    progettato dall'architetto
    Francesco Fichera
    Nel 1821 venne costruito il teatro Coppola, primo teatro comunale a Catania, che fu adibito principalmente alla rappresentazione di opere liriche. Il teatro venne poi chiuso nel 1890 quando fu inaugurato il teatro Massimo Vincenzo Bellini, seguendo lo stile dell'Opera di Parigi, in piazza Vincenzo Bellini.
    Al 1904 risale la Fontana di Proserpina in piazza Stazione, oggi piazza Giovanni XXIII, costruita 'di getto' in pochi mesi, penultima scultura di Giulio Moschetti. Negli anni trenta iniziò la costruzione del palazzo di Giustizia e in seguito della fontana de I Malavoglia.
    Sotto Domenico Magrì sindaco, agli inizi degli anni '50, sorgono tre nuove fontane: la prima realizzata su disegno di Domenico Cannizzaro, la Fontana delle Conchiglie, in piazza Cutelli; un'altra, al largo Paisiello, opera modernissima di Dino Caruso, in ceramica e pietra lavica; e infine viene ricollocata la Fontana dei Delfini, in piazza Vincenzo Bellini, opera di Giovanni Battista Vaccarini, proveniente dal chiostro della Badia Sant'Agata.
    Sorge il Palazzo Generali Assicurazioni, primo grattacielo di 19 piani della città.Nel 1961, il Piano regolatore di Luigi Piccinato diede avvio ai lavori di costruzione anche del complesso universitario della Cittadella, che oggi è uno dei maggiori poli di ricerca dell'Ateneo.

    « A Giuseppe Garibaldi che la notte del 18 agosto 1862 pronunziava da questa casa le storiche parole «Roma o Morte» il popolo catanese dedicava questa lapide il 2 giugno MDCCCLXXXIII primo anniversario della morte dell'Eroe, a gloriosa memoria del fatto, ad aborrimento perpetuo di usurpatori, di sacerdoti, di reggitori codardi. »
    (Epigrafe di Mario Rapisardi)

    Strade e piazze

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    Piazza Università

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    Palazzo del Seminario
    dei Chierici
    (novembre 2006)

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    La via Garibaldi e sullo sfondo
    la Porta Garibaldi al Fortino
    La via Etnea è il salotto della città. Attraversa Catania da sud a nord partendo dalla Piazza del Duomo ed arrivando, dopo circa 3 km, al Tondo Gioeni. Il suo andamento ha come prospettiva la sagoma incombente dell'Etna, tuttavia è leggermente spostata verso est rispetto al vulcano, pare per proteggere i resti dell'anfiteatro. Essa nasce dalla piazza del Duomo e dopo circa 100 m raggiunge la piazza Università. Qui si affacciano il palazzo dell'Università e il palazzo San Giuliano costruiti entrambi in stile barocco nella prima metà del XVIII secolo. La piazza è illuminata da quattro candelabri bronzei realizzati dal celebre scultore Mimì Maria Lazzaro con allegorie di tre antiche leggende catanesi: Colapesce, i Fratelli Pii, Gammazita. A queste si aggiunse la storia di Uzeta, creata per l'occasione. Più avanti si incontra la Basilica Collegiata e quindi l'incrocio con la via Antonino di Sangiuliano, ovvero i Quattro Canti come detto dai catanesi. Più in là sorge la Chiesa dei Minoriti quindi la piazza Stesicoro, già Porta Jaci. Qui si trovano il monumento a Vincenzo Bellini e i resti dell'anfiteatro romano situati a circa 10 m sotto il livello stradale. La strada incontra quindi la cosiddetta Villa Bellini, che costituisce il principale polmone verde del centro storico e il cui monumentale ingresso eretto durante il ventennio si affaccia su via Umberto, grossa arteria che collega il lungomare con la suddetta Villa, e al discusso monumento a Giuseppe Garibaldi che fa da spartitraffico con la via Caronda. Seguono poi l'incrocio con il viale Regina Margherita e la piazza Cavour, il Borgo per i catanesi[26], dove venne spostata la fontana della dea Cerere in marmo bianco, in passato esposta in piazza Università, conosciuta dai vecchi catanesi come 'a Matapallara dô Burgu (Madre Pallade del Borgo). L'ultimo tratto, caratterizzato da una maggiore pendenza rispetto al resto della via, presenta una serie di edifici eretti alla fine del XX secolo e taluni edifici moderni, alternati sul lato sinistro dal verde del giardino botanico e dell'Ospizio dei Ciechi e dal ponte dell'Istituto Musicale Vincenzo Bellini. La strada termina infine con il Tondo Gioeni, laddove un tempo sorgeva l'omonimo ponte abbattuto nell'agosto del 2013, anticipato dai due edifici dell'Istituto Zooprofilattico, posti ai due lati dell'arteria, che chiude in curva davanti alla facciata dell'omonimo parco.
    Via dei Crociferi: un raro esempio di unità architettonica, spesso definita la strada più bella della Catania settecentesca. Essa ha inizio in Piazza San Francesco d'Assisi e vi si accede passando sotto l'arco di San Benedetto che collega la Badia maggiore alla Badia minore posta al di là della strada. La strada, contornata da chiese, monasteri e poche abitazioni civili, è un raro esempio di barocco siciliano. Nel breve spazio di circa 200 metri sono presenti ben quattro chiese. La prima è la chiesa di San Benedetto collegata al convento delle suore benedettine dall'arco omonimo che sovrasta la via. Ad essa si accede a mezzo di una scalinata ed è contornata da una cancellata in ferro battuto. Proseguendo si incontra la chiesa di San Francesco Borgia alla quale si accede tramite due scaloni. A seguire si incontra il Collegio dei Gesuiti, dal 1968 al 2009 sede dell'Istituto d'arte, con all'interno un bel chiostro con portici su colonne ed arcate. Di fronte al Collegio è ubicata la chiesa di San Giuliano considerata uno dei più begli esempi del barocco catanese. L'edificio, attribuito all'architetto Giovan Battista Vaccarini, ha un prospetto convesso e delle linee pulite ed eleganti. Proseguendo ed oltrepassando la via Antonio di Sangiuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi e quindi la chiesa di San Camillo. In fondo alla via è ubicata Villa Cerami, che è sede della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Catania.

    Musei

    La città siciliana ospita numerosi musei, di cui sette stabili: il Museo diocesano, quello del Castello Ursino, l'Antiquarium regionale del Teatro romano, il Museo Emilio Greco, il museo dell'Orto Botanico, il Museo di Zoologia, il Museo civico belliniano (presso la casa di Vincenzo Bellini) e la Casa Museo di Giovanni Verga.

    Esistono inoltre due musei privati:
    il Museo Paleontologico dell'Accademia Federiciana (istituito nel 1996 da Fortunato Orazio Signorello), che accoglie fossili provenienti da ogni parte del mondo risalenti ad un arco di tempo compreso tra il Siluriano, 435-395 milioni di anni fa, e il Neozoico: 2-1,5 milioni di anni fa
    il Museo Valenziano Santangelo, che ospita sculture in pietra lavica.
    Infine, al Centro fieristico le Ciminiere, area industriale dismessa oggi completamente ristrutturata, si svolgono manifestazioni e mostre periodiche, organizzate principalmente dalla Provincia di Catania.

    All'interno del complesso sono stati creati due nuovi musei:
    il Museo storico dello Sbarco in Sicilia – 1943, dove è stata realizzata una minuziosa riproduzione di una piazza siciliana prima e dopo un bombardamento; contiene inoltre una vasta collezione di oggetti e uniformi, armi del tempo e ricostruzioni virtuali dello sbarco.
    Il Museo del Cinema contiene molti cimeli e ricostruzioni di scene famose di film, con una sezione interamente dedicata a Catania come set cinematografico.

    Tradizioni e folclore

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    I fratelli Pii, moneta del 212

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    Il Castello Ursino all'inizio
    del XX secolo
    La storia di Catania è arricchita da molte leggende di cui quattro sono state rappresentate nei rispettivi lampioni di Piazza dell'Università realizzati da Mimì Maria Lazzaro e Domenico Tudisco agli inizi del Novecento: Colapesce, i Fratelli Pii, Gammazita e Uzeta.
    Una delle leggende di Colapesce narra che egli era un giovane (Nicola il pesce) che poteva stare sott'acqua per molto tempo; non appena Federico II ne venne a conoscenza, lo sfidò a recuperare una coppa d'oro. Colapesce lo fece ed ottenne in premio la coppa. Il Re, allora, gli chiese di vedere cosa c'era sotto la Sicilia. Riemerso, Colapesce informò il Re del fatto che la Sicilia poggiava su tre colonne e che una di esse era consumata dal fuoco. Federico II gli chiese di portargli il fuoco ma Colapesce, tuffatosi nuovamente in mare, non riemerse mai più. Secondo la leggenda è ancora in fondo al mare e continua a reggere la colonna che stava per crollare.
    I fratelli Pii (Anfinomo ed Anapia) cercarono di salvare gli anziani genitori portandoli sulle proprie spalle durante un'eruzione dell'Etna; mentre stavano per essere travolti il fiume di lava si divise per volere degli dei e tutti si salvarono.
    Gammazita era una giovane virtuosa; di lei si invaghì un soldato francese, che fu rifiutato; un giorno Gammazita, recatasi da sola ad un pozzo, venne raggiunta dall'innamorato e, per non cedere alle sue richieste, si uccise gettandosi dentro la cavità.
    Uzeta è protagonista di una leggenda inventata agli inizi del Novecento: questo ragazzo di umili origini diventò cavaliere per la sua bravura e riuscì a sconfiggere gli Ursini, giganti saraceni che avrebbero dato il nome al Castello.
    Altre leggende occupano invece la memoria dei luoghi di Catania – così alla divinità fluviale Ongia si dovrebbe il nome del borgo marinaro di Ognina (secondo alcuni studiosi piuttosto dal nome del fiume che lo bagnava, il Longane, secondo altri dal celebre castello del re Italo a Λογγον) - o dell'Etna, dove una tradizione attribuita a Gervasio di Tilbury (che era ospite della corte Normanna) vuole che essa fosse l'ultima dimora di Re Artù. Legata a questa leggenda il mito del cavallo del vescovo, attribuita piuttosto ad eventi di epoca Sveva. La nascita dell'Etna sarebbe a sua volta legata ad un evento mitologico: la sconfitta di Tifeo da parte di Zeus che, con un grosso macigno oggi la stessa Etna, lo seppellì e quando il gigante si dovesse muovere sarebbe egli la causa dei terremoti e delle eruzioni etnee.
    Inoltre pure molte leggende, sempre legate alle forze della natura, hanno circondato gli eventi del sisma del 1693, come la storia di don Arcaloro, e quella del vescovo Francesco Carafa.

    Altro

    Mercati e mercatini

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    La pescheria
    Uno dei posti più caratteristici della Catania popolare è il mercato del pesce della Pescheria sempre rutilante di colori, voci e odori. Un altro caratteristico è il mercato di piazza Carlo Alberto, meglio conosciuto come Fera 'o Luni, la cui radice etimologica è stata spesso messa in discussione. L'ipotesi più diffusa è che stia per "Fiera del Lunedì" perché probabilmente il mercato originariamente doveva essere attivo soltanto per tale data settimanale. Nella stessa piazza tutte le domeniche si tiene un importante mercato delle pulci.
    Un mercato di "bric a brac" è aperto la domenica sotto gli archi della "marina" nei pressi della Villa Pacini. Altro mercato molto frequentato è quello che si svolge il venerdì in piazza I Viceré nel quartiere nord di Barriera del Bosco. Una risorsa non meno importante riguarda i mercatini rionali di Catania.

    Persone legate a Catania
    Catania ha dato i natali a numerose personalità illustri, distintesi in campi diversi, quali quello politico, quello letterario, quello artistico. A Catania sono altresì legate diverse figure importanti, che vissero nel capoluogo etneo, spesso nel periodo di più intensa attività. Legati a Catania sono in epoca arcaica Tisia di Imera, noto col nome di Stesicoro, poeta e scrittore esule, divenuto cittadino onorario di Catania, dove morì e fu sepolto, e il legislatore Caronda, che qui scrisse le sue più note leggi; all'epoca classica appartiene il danzatore e musicista catanese Androne, vissuto in città nel V secolo a.C.; in età repubblicana il triumviro Gaio Giulio Cesare Ottaviano elesse la città a rango di colonia a seguito dell'appoggio ottenuto durante la battaglia con Sesto Pompeo mentre l'imperatore Adriano rimase affascinato dall'Etna durante la sua visita nel II secolo.
    All'epoca medievale appartengono personalità come Federico II, che a Catania fece costruire come monito il Castello Ursino, futura sede del parlamento aragonese di Sicilia, dopo aver risparmiato la cittadinanza a lui ribellatasi e legiferato, dando ampi spazi di potere al suo arcivescovo, Gualtiero di Palearia; a Catania ebbe i natali la regina Costanza, futura regina del regno degli Aragona di Sicilia, come qui nacque e regnò Federico IV d'Aragona, ricordato soprattutto per la pace che mise fine alla guerra del Vespro. Il sistema difensivo della città rinascimentale si deve a Tiburzio Spannocchi, architetto e ingegnere di re Carlo I, che ne ricavò la prima cartografia scientifica; Giovanni Francesco Paceco, che fu duca di Uzeda, diede incarico a Giuseppe Lanza, duca di Camastra di organizzare la ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693; il pittore Olivio Sozzi, considerato uno degli artisti di spicco della prima metà del XVIII secolo in Sicilia, vi nacque nel 1690; il principe Ignazio Paternò Castello, mecenate e nobile illuminato del XVIII secolo, ne incrementò turismo e archeologia con la creazione del suo museo e con gli scavi svolti in città; Saverio Landolina, archeologo, vi nacque, come pure il poeta e scrittore Domenico Tempio; va ricordato anche Vito Maria Amico, cui si deve la più importante raccolta documentaristica del suo tempo per la Sicilia.
    Nel XIX secolo spiccano diverse figure in campo letterario, come ad esempio Giovanni Verga, che visse per un certo periodo a Catania e vi ambientò la novella Storia di una capinera, o come Luigi Capuana, che studiò giurisprudenza nell'Ateneo catanese, o Federico De Roberto, catanese di fatto (la mamma era una Asmundo), che a Catania ambientò il romanzo I Viceré; importante pure la figura del poeta Mario Rapisardi, l'unico a cui Catania dedicò un busto marmoreo in vita, al giardino Bellini.
    In ambito musicale spiccano personaggi come Giovanni Pacini, qui nato e che fu ai suoi tempi noto compositore, il raffinato Vincenzo Bellini, anch'egli nato e cresciuto a Catania, o infine Francesco Paolo Frontini, altro celebre compositore. In questo secolo iniziano anche a emergere personalità illustri della politica italiana, come ad esempio Giuseppe de Felice Giuffrida, nato in città, che fu tra i promotori dei Fasci siciliani; in campo astrofisico gli scienziati Peters e Sartorius (a lui si deve la descrizione dei crateri dell'Etna che prendono il suo nome, i Monti Sartorius) sono nel capoluogo etneo per realizzare la meridiana della chiesa di San Nicolò, ritenuta la più completa d'Italia per la gran quantità di informazione che essa fornisce; in quello matematico Sebastiano Catania, nato a Catania e impegnatosi nella trasposizione dell'organizzazione ipotetico-deduttiva delle proposizioni matematiche; nel campo delle scienze naturali Carlo Gemmellaro, noto geologo, nato a Nicolosi ma catanese di adozione. Nello spettacolo si ricorda il celebre Paolo Fratellini, clown inventore della maschera bianca, nato a Catania nel 1877.
    Nei primi decenni del XX secolo le figure di spicco del capoluogo etneo si distinguono in campi come la fisica (Filippo Eredia nato e vissuto a Catania, Ettore Majorana promettente fisico misteriosamente scomparso nel 1938 ed Enrico Boggio Lera che vi passò oltre cinquant'anni della sua vita), la poesia (Gaetano Ardizzoni, Giovanni Formisano e altri che qui nacquero) e la lirica (Gaetano Emanuel Calì, compositore, noto soprattutto per la raccolta di brani popolari e dialettali, o Francesco Pastura a cui si deve la raccolta epistolare di Vincenzo Bellini). In politica personaggi di spessore furono Napoleone Colajanni, deputato e senatore della Repubblica, mentre nei primi decenni del secolo si dedicò alla scultura Mimì Maria Lazzaro. Spiccarono nell'arte drammatica Angelo Musco, maestro del teatro dialettale, Giovanni Grasso, attore drammatico e Goliarda Sapienza, attrice e scrittrice. Nella prosa attori di calibro quali, Turi Ferro, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. Anche in tempi recenti la città è legata a personalità illustri, come nel campo musicale (Uzeda, Gianni Bella, Marcella Bella, Vincenzo Spampinato, Franco Battiato, Carmen Consoli, i Lautari, Gerardina Trovato) o in quello artistico (certamente tra i più noti è Emilio Greco, spentosi a Roma nel 1995 e Antonio Placido Torresi) o in quello giornalistico (tra cui primeggia Giuseppe Fava, che visse a lungo a Catania e che qui venne ucciso dalla mafia, ma si ricorda anche Candido Cannavò, noto giornalista de La Gazzetta dello Sport, morto nel 2009 ed Enzo Magrì, inviato speciale dell'Europeo e capocronista del Giorno, scomparso nel 2013). A Catania è nato il filosofo e pedagogista Giuseppe Catalfamo.

    Santi legati a Catania
    • Sant'Agata
    • Sant'Euplio
    • San Berillo
    • San Severo di Catania
    • San Serapione di Catania
    • San Sabino di Catania
    • San Leone di Catania
    San Comizio
    Santa Veneria


    Galleria fotografica
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    Chiesa della Badia di Sant'Agata

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    Chiesa di Sant'Agata la Vetere

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    Chiesa di San Biagio

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    Chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata

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    Chiesa di San Benedetto

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    Chiesa di San Giuliano

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    Monastero di San Nicolò l'Arena

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    Chiesa di San Placido

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    Monastero della Santissima Trinità

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    Basilica della Collegiata

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    Palazzo degli Elefanti

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    Palazzo Biscari

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    Villa Cerami

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    Porta Uzeda

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    Fontana dell'Elefante


    Edited by PatriziaTeresa - 29/6/2015, 10:17
     
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    Adorooooo Cataniaaaaaaa!! :) Ho vissuto 6 anni li per motivi di studio e mi sono trovata benissimoooo
     
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  3. Isabel
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    Io della Sicilia conosco solo tutta la città e provincia di Messina, qualche giorno mi devo allungare a Catania :sonocattivo:
     
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  4. AdriBY91
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    Catania non la conosco ma ci vive una mia amica
     
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  5. Zell86
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    catania è bellissima! :D
     
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    La mia cittààààà *________* Stupendaaaa *-*
     
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    Bellissima come citta'.... :wub: :)
     
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6 replies since 27/3/2010, 19:28   1008 views
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