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Novella: Il mio amore impossibile

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  1. Marilena58
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    Ragazze, vi faccio leggere il primo capitolo di una novella. Fatemoi sapere se vi piace e se volete leggere il resto. Poi vi dirò chi l'ha scritta.Kiss


    IL MIO AMPORE IMPOSSIBILE



    Cap. I°



    E' passato un anno dal nostro ultimo incontro, ma nella mia mente è come se fosse stato ieri. Ricordo ancora i tuoi occhi che mi imploravano di restare lì, accanto a te, di non buttare al vento quell'a-more così travolgente che ci aveva unito fin dal primo sguardo. Invece ti ho lasciato a lei, alla donna che dovevi sposare da lì a qualche settimana. Non sai quanto ho sofferto, quanto, ad ogni passo che mi allontanava da te, il mio cuore sanguinasse. Ma ho dovuto farlo, mi ero imposta di lasciarti e ci sono riuscita. Adesso sono quì a ricordare e a chiedermi se ho fatto bene a fare quello che ho fatto.

    Rivedo il nostro primo incontro in quella sala d'albergo dove la mia amica Katy mi aveva trascinata, perchè voleva almeno intravedere quell'attore famoso di telenovele che eri diventato in meno di tre mesi.
    - Avanti Luana, che ti costa accompagnarmi, e poi so che anche a te piace quell'uomo. -
    Era piena di entusiasmo perchè aveva scoperto che eri alloggiato in un albergo rinomato della nostra città.
    - Sai benissimo come la penso, non mi va di affrontare una folla di ragazzine urlanti che spingono da tutte le parti per poter entrare in quell'hotel. E poi non credo che riusciremo a vederlo, in tutta quella baldoria. Uscirà dall'uscita di servizio, per non essere aggredito dalle sue fans. - ma questo non l'aveva smontata, e per tutta la sera ha continuato a ripetermi che bisognava ten-tare lo stesso e che ne valeva la pena per vedere quel dio greco. Ha detto proprio così, "E' un dio greco". Ho riso per quell'aggettivo che in fondo aveva azzeccato in pieno. E così ho acconsentito ad accompagnarla, ma come prevedevo, appena arrivate davanti all'albergo, un gran chiasso ci ha investite in pieno. Era come vedere un mare in tempesta che sbatteva le sue onde sugli scogli infrangendole. A quel punto mi sono fermata pentita di averla seguita, ma lei mi ha preso per mano e facendosi largo a forza di gomitate non so come siamo arrivate davanti all'entrata, e lì un paio di poliziotti ci hanno fermato domandandoci se eravamo ospiti dell'al-bergo.- Ma certo, io e mia sorella siamo arrivate stamattina, ma se sapevamo che c'era tutto questo casino, avremmo cambiato hotel. -
    La guardai stupita per la sua prontezza di spirito e soprattutto per l'accento francese che la sua voce aveva assunto. ( E' pazza! Decisa-mente pazza, questi, non crederanno mai alla sua storia.) Invece con mia somma meraviglia ci fecero entrare nella hall senza dover dare ulteriori spiegazioni.
    - Ci siamo riuscite tesoro, lo sapevo. - Battè le mani come una bam-bina che avesse ricevuto il regalo che aveva sognato da sempre e la sua gioia mi aveva contagiata a tal punto che pensavo che tutto poteva accadere, anche incontrare il suo idolo.
    Per un momento voltai il viso verso l'uscita e quelle ragazzine che aspettavano sotto la pioggia che era cominciata a cadere mi fecero pena, forse non avrebbero mai avuto l'occasione di vedere il loro attor-e preferito e sarebbero rimaste deluse.
    Girando lo sguardo intorno, osservai con attenzione la grande sala in cui c'era il banco del portiere che in quel momento stava consegnando una chiave a dei clienti appena arrivati. Vi erano anche dei divani molto sobri e dei tavolini in cui i clienti potevano sostare e leggere delle riviste e dei quotidiani. Da una grande porta alla mia destra si intravedeva un bar che in quel momento era affollato di ospiti seduti in tavolini coperti da tovaglie bianche che gustavano del tè e del caffè. Nel salone dove eravamo c'erano delle colonne di marmo che reggeva-no il soffitto molto alto e decorato con stucchi antichi. Anche il mobi-lio era in stile ottocento con degli arazzi alle pareti dove vi erano ricamate delle scene di caccia e dei giochi di giovinetti dell'epoca scorsa.
    Ad un tratto sentii la mano di Katy sulla mia e voltandomi la vidi in-dicare un ascensore che era quasi di fronte a noi e che in quel mo-mento si era aperto facendone uscire quattro uomini.
    Era incredibile, ma eri "tu"; si, proprio l'uomo che eravamo venute a incontrare. Sorridevi e parlando spagnolo conversavi con il compagno che avevi al fianco.
    In quel momento ho capito che avrei potuto innamorarmi follemente di te, di te come uomo e non certo perchè eri l'attore del momento. Percepii distintamente l'attrazione che mi spingeva verso di te, il desi-derio di toccarti e di farmi stringere fra le tue braccia, di baciarti fino ad accendere i tuoi sensi e i miei. E questa consapevolezza mi spaven-tò tanto che quando Katy fece qualche passo per avvicinarsi a te, ri-masi lì, ferma, come se fossi stata di pietra. Solo i miei occhi conti-nuavano a esplorare quel corpo così perfetto in jeans e maglione che si era fermato per capire cosa stesse succedendo. Sapevo che se mi sarei mossa ti saresti accorto dell'amore che era nato in me non appena ti vidi e non volevo che questo accadesse. Sentii appena la voce della mia amica chiederti un autografo e scambiare qualche parola con te che faticavi a capirla. Ricordo solo che ad un suo cenno hai alzato gli occhi e guardandomi le hai scritto qualcosa su un pezzo di carta, mentre il tuo guardaspalle cercava di allontanarti da lei. Ad un tratto l'hai fermato posandogli una mano sul braccio e ti sei avvicinato a me. Il mio cuore in quel momento si è fermato di botto ed è stato come se fossimo rimasti soli in quella sala, non sentivo più le voci intorno a me, ne le urla delle ragazzine che evidentemente ti avevano visto da fuori. Guardavo solo il tuo viso così bello e i tuoi occhi neri come i tuoi capelli. Il tuo naso dritto e perfetto, le tue labbra socchiuse e ben modellate che invitavano a baciarle. Avevi le spalle larghe ed eri al-tissimo e camminando ti dondolavi un pò come se facessi passi di danza. Eri davvero l'uomo più sexi che avessi mai visto in vita mia e quando sei arrivato da me sorridente e mi hai rivolto la parola, ho dovuto appoggiarmi alla colonna che era dietro le mie spalle per non rischiare di cadere, tanta è stata l'emozione.
    - La tua amiga mi ha detto che parli bene el español, è vero? -
    Era la tua voce quella, la tua splendida voce che mi stava parlando nella tua lingua. Solo in quel momento sono tornata alla realtà e cer-cando di ricordarmi il tuo idioma ho detto quasi sussurrando. - Si, tener a escuela, ma non sono così brava come credi. -
    - Invece vedo che te la cavi benissimo, molto meglio di me con l'i-taliano. -
    Katy intanto si era avvicinata e si era appoggiata al mio braccio chiedendoti mille cose, tutte insieme. Ma tu hai alzato le mani e scu-sandoti per avere capito solo la metà delle sue parole hai detto che eri in ritardo per un'intervista negli studi televisivi dall'altro capo della città e che dovevi precipitarti lì. Ci hai salutate e ti sei allontanato senza che riuscissi a dirti mezza parola. Katy ti ha seguito fin fuori dall'hotel, mentre io rimasi dentro ad aspettare non so cosa. Dopo qualche secondo uno degli uomini che ti scortavano e tornato da me chiedendomi se potessi dargli il mio numero di telefono. La cosa mi stupì, tanto che l'altro se ne accorse e mi spiegò che eri tu a chiederlo. - Carlos avrebbe piacere di rivederti quando ha un pò di tempo libe- ro. -
    In quel momento mi sembrò naturale, non chiesi nessuna spiegazione e gli diedi quello che voleva. Ma quando uscì mi domandai come mai volevi rivedermi, in fondo ero una delle tante tue ammiratrici e sicu-ramente non chiedevi a tutte il loro numero di telefono.
    Quell'incontro per noi doveva segnare l'inizio di qualcosa di meravi-glioso e nello stesso tempo di terribile. Questo però non potevo ancora saperlo, almeno fino all'indomani sera quando ricevetti la tua telefona-ta che mi invitavi a cena nel tuo albergo. Accettai subito e mi precipi-tai da te senza dirlo alla mia amica. Volevo che quella serata fosse tutta per noi due, volevo poterti ascoltare e guardare senza avere nien-te e nessuno che ci interrompesse con domande stupide.




    ozExgZH



    Edited by Isabel - 22/3/2013, 09:47
     
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  2. valnic
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    davvero bella, chi l'ha scritta?
     
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  3. Marilena58
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    L'ho scritto io. Sono contenta che ti piaccia. Se vi fa piacxere posterò anche gli altri capitoli. Kiss
     
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  4. Isabel
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    Appena ho letto leggete e poi vi dico chi l'ha scritta sapevo che eri tu altrimenti che ci interessava saperlo :hihi: :hihi: ho letto solo metà perchè sono stanchissima e mi bruciano gli occhi, molto bella...domani sera me la continuo :piacere:
    Poi volevo dirti che andrebbe in FANART & FANFIC non qui quindi appena leggi dimmelo così domani la sposto :ciao:
     
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  5. Marilena58
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    Ah si, hai fatto bene a dirmelo. Puoi fare ciù che ritieni più giusto. L'ho masso quì, perchè pensavo fosse il posto adatto.
    Leggilo con calma, tanto è solo il primo capitolo.
    Sapevo che avresti capito che l'avevo scritto io, era logico. Kiss :ride: :ride: :hihi: :hihi:
     
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  6. lincredibilegnappa
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    mmm inizio promettente mettine altri :)
     
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  7. Rita_estrella_para_siempre
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    Bellissimoooo...sei davvero brava :brava: :brava:
     
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  8. Marilena58
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    Stasera posterò il secondo capitolo. Kiss
     
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  9. Marilena58
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    Ecco ragazze il secondo capitolo. Spero che vi piaccia. Kiss

    Cap II°



    Arrivai all'hotel e vidi la solita folla di ragazzine che urlavano il tuo nome e volevano vederti; anche quella volta non sapevo come en-trare in albergo, ma all'ingresso vidi l'uomo che la sera prima mi aveva avvicinata per chiedermi il numero telefonico. Appena mi vide, mi fe-ce cenno di avvicinarmi e insieme entrammo nella hall. In ascensore mi disse. - Carlos ti sta aspettando nella sua suite, cenerete lì. -
    Non opposi nessuna resistenza, non mi domandai nemmeno se era giusto quello che stavo facendo. In fondo era Katy che avrebbe dovuto essere lì, al mio posto.
    Quando le porte si riaprirono davanti a me c'era un lungo corridoio e per terra un tappeto che quasi copriva tutto il pavimento. Ai lati vi erano delle porte che sicuramente davano a delle stanze.
    Seguii il tuo amico fino in fondo e lo vidi bussare discretamente alla tua porta, che si aprì. Un'altro uomo mi fece cenno di entrare e richiu-se l'uscio alle sue spalle, lasciandomi sola. Mi guardai in giro e vidi una tavola rotonda apparecchiata con dei piatti di porcellana finissima e dei bicchieri di cristallo. Le posate erano incise nei manici e nel mezzo del tavolo vi era un candelabro a quattro braccia con delle candele accese. Il tutto immerso in una penombra che sembrava ma-gica. Dal lato opposto c'era un divano bianco e dietro ad esso una grande vetrata coperta da una tenda. Mentre mi guardavo intorno chie-dendomi cosa ci facessi lì, sentii una porta aprirsi quasi dietro le mie spalle e voltandomi ti vidi sorridere e indicarmi il divano. - Por favor, siéntese. -
    Mi sedetti non potendo distogliere lo sguardo da te che ti eri accomo-dato al mio fianco e continuavi a guardarmi con quei tuoi occhi mera-vigliosi. Mi ofristi da bere e quando sfiorai le tue dita per prendere il calice di champagne che avevi appena versato, un brivido mi passò lungo la schiena. Fu come sentire le tue mani accarezzarmi il viso. Cercai in tutti i modi di distogliere il pensiero dalle sensazioni mera-vigliose che provavo in quel momento, ma non ci riuscii e tu ti sei accorto di tutto. Tanto che hai posato il bicchiere sul tavolino davanti a noi e hai detto in spagnolo. - Credo che stiamo provano qualcosa di unico e stupendo nello stesso tempo. -
    - E' assurdo, - risposi nella tua stessa lingua. - Come può succedere tutto questo, se ci conosciamo appena. -
    - Non lo so, ma sta accadendo e non vorrei cambiarlo per niente al mondo. - rispondesti.
    Mi alzai per allontanarmi da te, avevo paura di quello che poteva ac-cadere se ti fossi rimasta accanto. Ti voltai le spalle e guardando il bicchiere che ancora avevo in mano sorrisi ironicamente. - Dovrebbe esserci la mia amica quì stasera, non io. In fondo è lei la tua fans più accanita. -
    - Le hai detto che saresti venuta da me,? -
    Scossi la testa e la alzai al soffitto. - No, non ho potuto, volevo vederti da sola senza nessun altro. - Ti sentii alzare e avvicinarti, le tue mani erano sulle mie spalle, mi hai costretta a voltarmi e guardarti. Ti toc-cai il viso, affondai le mani nei tuoi capelli e mi ritrovai a baciarti con il desiderio folle di non smettere mai. Il calice di champagne si in-franse sul pavimento, ma noi non ce ne accorgemmo; eravamo troppo presi dalla passione che ci stava travolgendo come un fiume in piena. L'unica cosa che volevo era stare con te, sentire le tue mani sul mio corpo che bruciava di desiderio.
    - Te desio, Luana. Adesso, in questo momento, voglio fare l'amore con te, stringerti e baciarti fino a farti perdere fra le mie braccia. - Mi hai detto fra un respiro affannoso e l'altro, mentre mi sbottonavi il ve-stito e vi insinuavi le mani.
    Non ho saputo che dirti di si con tutta me stessa e poco dopo mi sono ritrovata nuda accanto a te nella tua camera da letto. Facemmo l'amore con una tale passione che mi lasciò sbalordita, non eravamo mai sazi delle nostre carezze e dei nostri baci. Non volevamo smettere più, tanto il nostro amore stava crescendo, e alla fine eravamo esausti e sudati come se avessimo corso le mille miglia.
    - Sapevo che sarebbe stato bello, ma non fino a questo punto. -
    Sono state le prime parole che hai detto dopo, mentre mi baciavi la spalla.
    - Non ho mai provato nulla del genere con nessun altro uomo. - Ti voltavo le spalle e accarezzavo il tuo braccio che mi cingeva la vita. - Avrei voluto continuare all'infinito a fare l'amore con te. -
    Mi facesti voltare e ti vidi sorridere e baciarmi sulle labbra. - Non è detto che debba finire, aggi è il nostro principio el mio amor, è la no-stra storia. - Ti appoggiai la testa sul torace per sentire i battiti del tuo cuore e in quel momento mi accorsi che il letto era completamente disfatto, le coperte sparse in terra con i nostri vestiti e noi eravamo avvinghiati l'uno all'altra nella nostra nudità. Esplorai con gli occhi il tuo corpo perfetto e cominciai ad accarezzarti accorgendomi ben pre-sto che il tuo desiderio cresceva ad ogni istante. Questo mi diede ancora più audacità e cominciai a baciarti e toccarti mentre tutto il mio essere gridava che ti voleva ancora, ancora, e ancora. Così ricomin-ciammo ad amarci mettendoci tutto il tempo necessario e appagando i nostri sensi. Alla fine accoccolati cominciammo a parlare, ti raccontai di me, ti dissi che ero una studentessa al terzo anno di lettere e che mi piacevano molto le telenovele. Era stata in una di esse che ti avevo vi-sto e che mi eri entrato immediatamente nel cuore. - Certo, non potevo immaginare fino a che punto, non credevo che mi sarei innamorata di te. -
    - La cosa ti spaventa? -
    - No, adesso non più, perchè vedo lo stesso amore nei tuoi occhi, lo stesso desiderio di stare insieme e la speranza che tutto questo non fi-nisca questa notte. -
    Ti sei passato la mano nei capelli scompigliati e hai sorriso mentre mi stringevi di più a te. - E' stato come ricevere una scarica elettrica po-tentissima, appena ti vidi la prima volta. Tutto il mio corpo e i miei pensieri volevano stringerti fra le mie braccia, volevano urlarti che ti amavo già, che non avrei potuto sopravvivere un minuto di più senza di te. -
    Ti baciai e respirando profondamente ricacciai in dentro il desiderio di te che ancora non mi aveva abbandonata. Mi sistemai meglio fra le tue braccia dicendo. - Anche per me è stato così, avevo paura di muo-vermi, non volevo che ti accorgesti di quanto ti amavo, ed ero sicura che questo sarebbe accaduto. Sapevo di non poterti nascondere nulla, perchè il mio amore era lì, intorno a me. Speravo che quando te ne fossi andato tutto sarebbe tornato alla normalità. -
    - Ma questo non è successo. No, non poteva accadere, noi ormai sia-mo parte l'una dell'altro e niente potrà cambiare il nostro destino. -
    Fu in quel momento che una tristezza infinita si impossessò di me, la sentii scendere nel mio cuore e non capii perchè. Ero fra le braccia dell'uomo che amavo, dell'uomo della mia vita, allora perchè provavo quella strana sensazione, quel qualcosa che mi diceva che tutto questo non poteva durare, che avremmo pagato molto caro per il nostro amo-re? I miei occhi si riempirono di lacrime e cominciai a piangere in silenzio, bagnando il tuo torace. Non riuscivo a smettere, ne a cacciare via quel terribile presentimento che mi aveva presa.
    - Eih, che c'è, porquè éste lágrima. -
    Scossi la testa non sapendo come giustificarmi, non potevo dirti nulla, perchè neanch'io sapevo bene cosa stesse accadendo. Ti chiesi solo di stringermi fra le tue braccia e di ripetermi che mi amavi e che fra noi non sarebbe finita mai. E tu lo facesti baciandomi e facendomi sentire l'unica donna della tua vita. Alla fine la mia tristezza scomparve e ricominciai a sorridere.

     
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  10. ic@
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    :piacere: posta posta!!!
     
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  11. Marilena58
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    Va bene. Tranquilla, presto ci sarà il terzo capitolo. Kiss
     
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  12. Marilena58
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    Ecco il 3° cap. Buona lettura a tutte/i. Kiss

    Cap. III°


    Il giorno dopo uscii per incontrarmi con Katy a cui volevo dire quello che era accaduto, sapevo che avrebbe capito e che mi sarebbe stata vicino. Quando la vidi avvicinarsi però, mi chiesi se davvero era così o si sarebbe arrabbiata per non averla avvertita del nostro appun-tamento.
    - Ciao, tesoro. Cosa c'è, per telefono mi sei sembrata strana, come se avessi un segreto da nascondere. - Mi sorrise mentre ci sedevamo in un bar e ordinavamo due caffè.
    - Se te lo dico, mi prometti che non ti arrabbi e che non lo dirai a nesà-suno? -
    - Sai benissimo che le mie labbra sono sigillate, puoi dirmi qualunque cosa e resterò muta come un pesce. -
    Le misi una mano sul braccio e glielo strinsi sapendo che era vero. La conoscevo fin da bambina, eravamo subito diventate buone amiche e avevamo frequentato le scuole insieme, fino a quando lei smise per lavorare, ma fino a quel momento senza successo. Era la mia migliore amica, le confidavo tutto, anche i più piccoli dettagli della mia vita. E così faceva lei. Se aveva qualche problema col suo ragazzo ero io che le davo dei consigli e lei mi era sempre grata. Ultimamente lo aveva lasciato perchè si era accorta che la tradiva con una nostra amica e per una notte intera avevo dovuto consolarla, ma alla fine mi aveva ab-bracciata dicendomi che se non avesse avuto me, avrebbe di certo fat-to qualche sciocchezza. In quel momento non aveva nessun nuovo amore, ma sapevo che prima o poi un uomo l'avrebbe amata davvero, perchè era una bellissima ragazza bruna, alta quanto me, ma un pò più snella. Aveva dei bei capelli lunghi e gli occhi chiari che facevano im-pazzire qualunque uomo la guardasse. Era una ragazza semplice, ac-qua e sapone e sapeva ascoltare senza giudicare nessuno.
    Adesso era lì, seduta di fianco a me che aspettava di sapere il mio segreto. - Ieri sera sono stata da Carlos, al suo hotel. Siamo stati in-sieme. - La guardai e vidi che era rimasta a bocca aperta senza sapere cosa dire. Cercai di sorriderle, ma ero un pò in imbarazzo e non sape-vo perchè. Nel frattempo il cameriere aveva portato i nostri caffè e se n'era andato.
    - Cosa? Tu e Carlos. Non capisco, cosa è accaduto? -
    In poche parole le spiegai tutto e mi accorsi che continuava a essere stupita e anch'io non riuscivo a credere che tutto ciò che avevo detto era successo veramente.
    - Mi dispiace, avrei dovuto avvisarti del nostro appuntamento, ma vo-levo che nessuno si frapponesse fra me e lui in quella serata. Dovevo capire cosa mi stava accadendo, perchè mi sentissi così strana al solo pensiero di lui. -
    - Hai scoperto che ti sei innamorata di Carlos e che lui è innamorato di te. -
    Abbassai la testa senza rispondere mentre la sentii dire. - Lo sai che tutto questo è pazzesco, come puoi amare un uomo che non conosci nemmeno e che hai visto solo l'altra sera. Non è da te. -
    La guardai cercando di non farmi prendere dal panico, in fondo aveva ragione, era successo tutto troppo in fretta, troppo in fretta ero andata da lui e troppo in fretta ero finita nel suo letto. Ma ricordando la sera precedente e le sue carezze, tutto mi sembrò naturale, ma questo non lo dissi. - Hai ragione, è una pazzia, ma ormai è andata, non riesco a pensare ad altro che a lui e alle sue braccia che mi stringono e mi fan-no andare in paradiso. Ti giuro che con nessun altro ho mai provato nulla di simile, è stato come essere trasportati da un torrente in piena per finire la corsa in una cascata. Qualunque cosa accada da questo momento, non riuscirò mai a dimenticare l'immenso amore che ci ha uniti ieri sera. -
    Katy si appoggiò alla spalliera della sedia e scosse la testa guardan-domi. Alzò le mani e prendendo la mia disse in tono quasi piagnu-coloso. - Non voglio rovinare il tuo sogno, ma lo sai che è fidanzato e che deve sposarsi fra poco, vero? -
    Il sorriso scomparve dalle mie labbra e cominciai a tremare, tanto che lei se ne accorse e si avvicinò di più a me. - Si, è vero. So tutto della sua fidanzata, tutto quello che dicono i giornali e le sue interviste. So anche che il loro matrimonio è imminente. Ieri sera non ho pensato a questo, ero solo felice di stare con lui. Il resto del mondo era chiuso fuori dalla porta della sua stanza. -
    Katy finì di bere il caffè e mi guardò come se fossi una povera illusa. Cosa credevo, che Carlos lasciasse la sua donna per me, che si dimen-ticasse tutti gli anni passati con lei per cominciare una nuova storia che non sapeva come sarebbe finita? Era questo che leggevo nello sguardo della mia amica, in quel momento aveva compassione di me perchè mi ero imbarcata in qualcosa che non aveva futuro e che si sarebbe esaurita nel giro di un paio di giorni, in tempo per la fine della sua visita nella nostra città.
    - So a cosa stai pensando, tutto questo non porterà niente di buono, alla fine sarò solo io a soffrire. E forse è vero, ma in questo momento non voglio pensarci, ho solo bisogno di lui per quanto possa durare. - La vidi sorridere un pò stentatamente e sospirare. Ci alzammo e dopo essere uscite dal bar cominciammo a camminare in silenzio fino a quando Katy si fermò per dirmi. - Sai che ti sono amica e che ti dico sempre quello che penso, anche a costo di farti del male e rischiare di perdere la tua amicizia. Questa volta devo dirti che stai sbagliando, e non perchè Carlos è un attore ed è facile ai colpi di testa. No, stai sba-gliando perchè non credo che tutto questo possa durare e non per col-pa tua o sua, ma perchè, lui vive in un altro ambiente a cui non sei abituata e in cui i flirt sono all'ordine del giorno. -
    Stavo per replicare e dirle che il nostro era amore vero e non un ca-priccio di qualche ora, ma lei mi interruppe con un gesto della mano per continuare. - Appena i giornali verranno a sapere della vostra sto-ria, cominceranno a perseguitarvi, non avrete più un momento di pace. Questo sarà un piatto troppo ghiotto per loro, i pettegolezzi sono alla base delle loro vendite. Alla fine Carlos si stancherà, avrà paura che la sua fidanzata lo venga a sapere e troncherà con te. Anche la sua re-putazione se ne andrà al diavolo. Sei disposta a tutto questo? Ad es-sere al centro dei bisbigli della gente e delle domando imbarazzanti dei reporter? -
    No, non lo ero, il mio amore per Carlos era qualcosa di speciale per darlo in pasto agli altri. Nessuno avrebbe avuto il diritto di sporcarlo, non lo avrei permesso e neanche lui l'avrebbe gradito per tutti i motivi che Katy aveva detto e per molti altri.
    - Comunque non posso che augurarti che questo non avvenga e che davvero tu possa essere felice per sempre con l'uomo che ami. - Mi aveva abbracciata per farmi sentire che era con me e che mi avrebbe aiutata se ne avessi avuto bisogno.
     
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  13. leonela74
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    compimenti adesso ti tocca postare un 'altro capitolo .
    E' come una telenovela che aspetti l'indomani per vedere come continual. bella e ancora complimenti
     
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  14. Marilena58
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    L'importqante è he vi piaccia. Questo conta. Fra unh pò avrete anche il quarto cap.
    Grazie per i complimenti a tutte/i. Kiss :ciao:
     
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  15. Marilena58
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    Ragazze eccovi il 4° capitolo e buona lettura

    Cap. IV°



    Per quel giorno non vidi Carlos, ma lo sentii per tefono. Mi disse che sarebbe tornato l'indomani e che andassi ad aspettarlo nella sua suite. In albergo avevano avuto ordine di farmi passare appena ar-rivata.
    Così ebbi modo di riflettere su quello che Katy mi aveva detto il gior-no avanti, e adesso ero combattuta. Avrei dovuto allontanarmi da lui fin quando fossi stata in tempo, dovevo lasciare alle mie spalle quella storia perchè non sarebbe potuta andare avanti a lungo. Ma la mia mente tornava sempre a quella notte travolgente, alle parole dolcis-sime che lui mi sussurrava e al desiderio folle che avevamo l'uno per l'altra, e allora tutti i miei dubbi cadevano e volevo solo stare fra le sue braccia e amarlo sognando che il tempo si fermasse.
    E così fu, perchè andai in albergo ad aspettarlo e non appena lo vidi gli corsi fra le braccia e per tutta la notte rimasi con lui.
    Quando l'indomani mi svegliai allungai una mano e non trovando Carlos al mio fianco, mi voltai e lo vidi davanti alla finestra. Guardai fuori e mi accorsi che era appena spuntata l'alba, lo chiamai e lui si voltò sorridendo, mi venne vicino e sedendosi sul letto mi baciò con passione. Guardandolo mi accorsi che qualcosa lo preoccupava e gli chiesi cosa avesse.
    - Stavo solo pensando a come è strana la vita. Credevo di avere pro-grammato il mio futuro, invece mi ritrovo ad avere in testa tanta con-fusione. Non so più cosa devo fare e come gestire tutto questo. -
    Ecco, sapevo che sarebbe accaduto, stava pensando a "lei" a quello che le stava facendo, l'aveva tradita con una sconosciuta che adesso avrebbe messo da parte per tornare alla sua vita. Per non fargli accor-gere delle mie lacrime mi strinsi a lui e respirai profondamente dicen-do. - Puoi dirmi tutto e ti capirò, questo lo dovresti sapere. Qualunque cosa ti passa per il cuore confidati e troveremo la soluzione insieme. - Mi strinse ancora più forte e ancora una volta mi assalì quel terrore che avevo provato alcuni giorni prima. Mi costrinsi a restare calma e guardandolo gli sorrisi e lo spronai a parlare. Immaginavo già cosa mi avrebbe detto e cosa gli avrei risposto. Dovevo lasciarlo libero, non potevo costringerlo a stare con me se non voleva e non lo avrei nean-che desiderato, non così.
    - Sai, ieri ho telefonato a Manuela, la mia fidanzata, ma è stato come parlare con un'estranea, come se non la conoscessi. Volevo dirle quel-lo che mi e successo, come mi sento in questo momento, ma poi ho preferito tacere. Non era giusto dirle che mi sono innamorato di un'al-tra per telefono. -
    Gli accarezzai il viso e lo baciai sulle labbra. Carlos mi amava dav-vero, il suo era un amore profondo, un amore che sarebbe durato per sempre, adesso lo sapevo. Ma questo non toglieva il fatto che volesse bene anche alla sua donna e che non volesse farla soffrire. - E' giusto, se davvero vuoi dirle di noi, devi farlo di persona per spiegarle che non è stata colpa di nessuno e che è accaduto tutto in un istante. Credi che capirà? -
    - Non lo so, si è sempre fidata di me, sa che non sono il tipo dai colpi di testa e che non mi piacciono i flirt. -
    Si alzò e infilandosi i pantaloni andò a sedersi nella poltrona che era di fronte al letto. Si passò la mano nei capelli come per scacciare i pen-sieri e abbassò gli occhi al pavimento. - L'ho pregata di raggiungermi, ma ha detto che non può lasciare il set dove sta girando un film. In questo momento è impossibile. -
    - Dove si trova, in Spagna? -
    - No, è a Los Angeles. E' il suo primo film da protagonista e non vuole sembrare una di quelle dive capricciose che chiedono una sospensione perchè hanno mal di testa. -
    Nel frattempo mi ero alzata anch'io e avevo indossato la sua camicia. Ormai l'alba era arrivata e un nuovo giorno stava nascendo, un giorno che per me non era dei più felici, perchè vedevo la delusione e la preoccupazione negli occhi del mio uomo. Capivo che non era abi-tuato a questo e che stava chiedendosi come era arrivato a quel punto. Avrei voluto aiutarlo, ma non sapevo cosa fare, ne cosa dire. Il mio cuore gli gridava di restare con me, di dimenticare tutto e tutti, la mia mente invece, diceva che dovevo lasciargli fare le sue scelte senza in-fluenzarlo. - Andrai da lei? -
    - Forse, ma non subito, sono troppo impegnato quì e in altri Paesi. E' stato già tutto programmato e non posso rimandare i miei impegni. -
    - Quando partirai? - Gli vidi alzare le spalle e appoggiarsi allo schie-nale.
    - Fra un paio di giorni. Domani sera daranno l'ultima puntata della mia telenovela, una delle vostre reti televisive ha programmato una serata speciale per questo evento. Ci sarà il pubblico in sala e dovrò inter-venire, faranno delle interviste e altre cose tutte inerenti alla mia par-tecipazione. -
    - Dovresti essere felice per questo, di certo non pensavi di riscuotere tanto successo. -
    - No, in effetti mi ha colto di sorpresa, non credevo di diventare l'at-tore più amato dalle donne. -
    Gli andai vicino e accoccolandomi ai suoi piedi, appoggiai le mani sulle sue gambe dicendogli che era inevitabile che succedesse perchè era davvero un uomo unico al mondo. Sorrise e abbassandosi mi prese fra le braccia e mi baciò. - A me basta che sia unico per te. -
    - Lo sai che è così, ci sei solo tu nella mia vita. - Avrei voluto dirgli che lo amavo alla follia, ma non lo feci, mi strinsi a lui e assaporai l'odore della sua pelle per ricordarlo nelle lunghe sere solitarie che mi aspettavano.
    Rivedendo adesso quei giorni mi accorgo che gli ho vissuti pratica-mente tra la mia casa e la stanza del suo albergo, non abbiamo potuto uscire insieme, ne fare una passeggiata e nemmeno andare in un locale a divertirci. Era troppo pericoloso, c'erano troppi giornalisti pronti a carpire i suoi segreti e fin quando Carlos non avesse parlato con Ma-nuela non potevamo correre rischi. Ma questo non mi ha mai impedito di essere felice, ne avevo la voglia e il desiderio di raccontare di lui ad altri, tranne ovviamente a Katy che continuava a ripetermi di non at-taccarmi troppo a lui, altrimenti avrei sofferto immensamente il gior-no che avrei dovuto dirgli addio. Cercavo di farlo, ma era impossibile, ero totalmente stregata da lui, non passava un minuto senza che la mia mente lo chiamasse e così era per Carlos. Quando non ci vedavamo, mi telefonava quasi ogni ora, solo per sentire la mia voce e dirmi che mi amava e gli mancavo.
    Quella settimana stava passando troppo in fretta e arrivò anche l'ulti-mo giorno della sua permanenza nella mia città, l'indomani sarebbe partito per un altro posto e forse non l'avrei più rivisto. Ma in quel mo-mento non volevo pensare a questo, volevo solo che venisse subito la sera per poter essere ancora una volta tra le sue braccia.
     
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