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Liquirizia, Oro Nero di Calabria

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  1. Isabel
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    Liquirizia, oro nero di Calabria

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    Calabria di sole e di mare. Non solo. Calabria di sapori e di profumi, di prodotti unici e autentici. Particolarità che un paesaggio dai luminosi contorni mostra ai viandanti affascinati. È inevitabile perdersi in quel misterioso intreccio di odori e colori sparsi sul ciglio di un sentiero. Agli angoli assolati di stradine di campagna, venditori ambulanti offrono ai visitatori le rosse cipolle di Tropea o piccanti vasetti di ‘nduja. La chiamano l’oro nero di Calabria. È preziosa.Attraente. Utile. Gustosa. Scopro che le hanno dedicato un intero Museo.A Rossano Calabro, il paese che, insieme a Corigliano, produce la liquirizia più pura del mondo. Parola dell’autorevole Enciclopedia Britannica. Trasformata in liquore, cioccolatini, caramelle, crema, gelato, cartine da tabacco aromatizzate (per citare solo alcuni dei prodotti da essa derivati), la pianta della “nera nequizia” nasce spontanea lungo il litorale calabrase. Si racconta che persino Casanova la usasse per rinfrescare l’alito prima di un appuntamento amoroso. Nota per le sue proprietà digestive e antinfiammatorie, la nera pianta veniva consigliata dal medico greco Ippocrate per combattere la tosse. Quella della liquirizia calabrese è la storia di una lunga tradizione. Legata al nome della famiglia Amarelli, ideatrice del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” di Rossano Calabro. Nel 1731, per valorizzare l’impiego di questo prodotto tipico della costa ionica, la stessa famiglia diede vita ad un impianto proto-industriale detto “concio”, dove le radici della pianta venivano trasformate in succo. Dopo tre secoli, la Amarelli, mescolando sapienza tradizionale e amore per la propria terra, produce ancora una miriade di prodotti derivati dalla liquirizia. Non solo. Per custodire i segreti di una storia centenaria, la famiglia ha deciso di adibire a Museo il palazzo quattrocentesco sede dell’antica azienda. Il complesso, impreziosito da un vicino agrumeto, è costituito anche da una piccola chiesa. Il viaggio all’interno dell’edificio, accompagnato dall’intenso profumo delle arance, comincia con la storia della famiglia, ripercorsa quotidianamente attraverso incisioni, documenti, libri, abiti, oggetti di vita sociale e foto d’epoca. Segue il percorso della liquirizia, cuore e respiro del Museo, costituito da balle di radice, attrezzi manuali, forme di porcellana, stampi in bronzo, primi macchinari sperimentali, giornali, libri contabili, registri paga. Riprodotto in un angolo, il vecchio ufficio spedizioni. Agli estremi della galleria, la ricostruzione di un punto vendita ottocentesco. Nel 2004, le Poste Italiane hanno dedicato al Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli” un francobollo appartenente alla serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano”, emesso in 3.500.000 esemplari. Una piccola curiosità. Nel 2008, il chicco di liquirizia ricoperto di cioccolato prodotto da Amarelli è risultato vincitore del “Vassoio d’Argento”, premio consegnato dall’AIDI, Associazione delle Aziende Dolciarie Italiane.


    Edited by Simona s - 1/8/2013, 20:52
     
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  2. ikkoku
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    Amarelli ottima liquirizia, ogni volta che vengo in Calabria ne compriamo un po', ottima, sopratutto quella pura.

    Edited by Isabel - 27/9/2014, 23:57
     
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1 replies since 2/6/2010, 10:17   147 views
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