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Biografia: Frida Kahlo

Pittrice messicana - 1907/1954

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  1. sylvia1979
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    Frida Kahlo

    fridakahlofoto

    Info - Scheda Wikipedia

    « Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni. »
    (Frida Kahlo, Time Magazine, "Mexican Autobiography" (1953-04-27))

    Frida Kahlo, il cui nome completo era Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán, 13 luglio 1954), è stata una pittrice messicana.

    La vita

    Frida Kahlo era figlia di Carl Wilhelm Kahlo (1871–1941), tedesco, nato a Pforzheim ed emigrato in Messico all'età di 19 anni, e della sua seconda moglie, Matilde Calderón y Gonzalez. Benché la stessa Frida Kahlo sostenesse che suo padre fosse di origine ebreo-ungherese, un gruppo di ricercatori ha stabilito che i genitori di Wilhelm Kahlo, Jakob Heinrich Kahlo e Henriette Kaufmann, non erano ebrei bensì tedeschi luterani. Fu una pittrice dalla vita quanto mai travagliata. Sosteneva di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana di quell'anno e del Messico moderno. La sua attività artistica ha avuto di recente una rivalutazione, in particolare in Europa con l'allestimento di numerose mostre. Affetta da spina bifida, che i genitori e le persone intorno a lei scambiarono per poliomielite (ne era affetta anche sua sorella minore), fin dall'adolescenza manifestò talento artistico e uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale. A 17 anni rimase vittima di un incidente stradale tra un autobus su cui viaggiava e un tram, a causa del quale riportò gravi fratture tra cui 2 alle vertebre lombari, 5 al bacino, 11 al piede destro e la lussazione del gomito sinistro; inoltre un corrimano dell'autobus si staccò, le trapassò il fianco e uscì dalla vagina. Ciò la segnerà a vita costringendola a numerose operazioni chirurgiche. Dimessa dall'ospedale, fu costretta ad anni di riposo nel suo letto di casa col busto ingessato. Questa forzata situazione la spinse a leggere libri sul movimento comunista ed a dipingere. Il suo primo soggetto fu un suo autoritratto che in seguito diede in dono al ragazzo di cui era innamorata. Da ciò la scelta dei genitori di regalarle un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo tale che potesse vedersi e dei colori; cosicché iniziò la serie di autoritratti. Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì a recuperare la capacità di camminare, sebbene non senza dolori, che sopporterà a vita. Portò i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore murale dell'epoca, per avere una sua critica. Rivera rimase colpito dallo stile moderno della giovane artista tanto che la trasse sotto la sua ala e la inserì nella scena politica e culturale messicana. Divenne un'attivista del partito comunista messicano cui si iscrisse nel 1928, partecipò a numerose manifestazioni e nel frattempo si innamorò di colui che era stato la sua "guida". Infatti nel 1929 il 21 agosto sposò Rivera, che era al suo terzo matrimonio, pur sapendo dei continui tradimenti a cui andava incontro. Dopo anni di dolori coniugali, prese a fare lo stesso, anche con esperienze omosessuali. In quegli anni al marito Rivera furono commissionati alcuni lavori negli USA, come il muro all'interno del Rockefeller Center di New York, o gli affreschi per la fiera internazionale di Chicago. A seguito dello scalpore suscitato dall'affresco nel Rockefeller Center, in cui un operaio era chiaramente raffigurato col volto di Lenin, gli furono revocate tali commissioni. Nello stesso periodo di soggiorno a New York la Kahlo rimase incinta, per poi avere un aborto spontaneo a gravidanza inoltrata a causa dell'inadeguatezza del suo fisico a sopportare una gestazione. Ciò, ovviamente, la scosse molto. Quindi decise di tornare in Messico col marito. I due decisero di vivere in due case separate collegate, però, da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi "da artista". Nel 1939 però, i due divorziarono a causa del tradimento di Rivera con Cristina Kahlo, la sorella di Frida. Rivera tornò da Frida un anno dopo, di fatto non l'aveva mai dimenticata e, malgrado i tradimenti, mai aveva smesso d'amarla. Le fece una nuova proposta di matrimonio che lei accettò non senza qualche riserva. Si risposarono nel 1940 a San Francisco. Da lui aveva assimilato uno stile volutamente naïf che la portò a dipingere in particolare piccoli autoritratti ispirati all'arte popolare ed alle tradizioni precolombiane. La sua chiara intenzione era, ricorrendo a soggetti tratti dalle civiltà native, affermare in maniera inequivocabile la propria identità messicana. Il suo cruccio maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua appassionata (ed all'epoca discussa) storia d'amore con Rivera è raccontata in un suo diario. Ebbe – dicono le cronache – numerosi amanti, di ambo i sessi, con nomi che, neanche all'epoca, potevano passare inosservati come quelli del rivoluzionario russo Lev Trotsky e del poeta André Breton. Fu amica e probabilmente amante di Tina Modotti, militante comunista e fotografa nel Messico degli anni Venti[senza fonte]. Pochi anni prima della sua morte le venne amputata la gamba destra, in evidente stato di cancrena. Le ultime parole che scrisse nel suo diario sono "Attendo con gioia la mia dipartita. E spero di non tornare mai più."

    Caratteristiche artistiche

    Il regalo del letto a baldacchino con annessa installazione di uno specchio durante il suo prolungato immobilismo, ebbero inizialmente per Frida un effetto sconvolgente e la portarono al ricorrente tema dell'autoritratto. Il primo che dipinse fu per il suo amore adolescenziale, Alejandro. Nei suoi ritratti raffigurò molto spesso gli aspetti drammatici della sua vita, il maggiore dei quali fu il grave incidente di cui rimase vittima nel 1925 mentre viaggiava su un autobus. I postumi di quell'incidente (un corrimano le perforò il bacino e a causa delle ferite sarà sottoposta nel corso degli anni a trentadue interventi chirurgici) condizioneranno la sua salute (ma non la sua tensione morale) per tutta la vita. Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza uno degli aspetti fondamentali della sua arte: crea visioni del corpo femminile non più distorto da uno sguardo maschile. Allo stesso tempo coglie l'occasione di difendere il suo popolo attraverso gli autoritratti, facendovi confluire quel folclore messicano e quell'autobiografismo utopico che li rende originali rispetto alla canonica pittura di storia. Sotto questo aspetto, forte (ma non privo talvolta di un certo humour) risulta nei suoi quadri l'impatto di elementi fantastici accostati a oggetti in apparenza incongruenti. Si tratta di quadri di piccole dimensioni (Frida predilige il formato 30 x 37 cm) dove si ritrae con una colonna romana fratturata al posto della spina dorsale o circondata dalle scimmie, che cura come figlie nella sua Casa Azul. Tre importanti esposizioni le furono dedicate nel 1938 a New York, l'anno successivo a Parigi e nel 1953, un anno prima della morte, a Città del Messico. Nella sua casa di Coyoacán, la "Casa Azul", sorge oggi il Museo Frida Kahlo.

    Il rapporto con il Surrealismo

    A partire dal 1938 la pittura s'intensifica: i suoi dipinti non si limitano più alla semplice descrizione degli ‘incidenti’ della sua vita, parlano del suo stato interiore e del suo modo di percepire la relazione con il mondo e quasi tutti includono tra i soggetti un bambino, sua personificazione. Nel 1938 il poeta e saggista surrealista André Breton vide per la prima volta il suo lavoro: ne rimase talmente stregato da proporle una mostra a Parigi e proclamò che Frida fosse ‘una surrealista creatasi con le proprie mani’. A Parigi Frida frequentò i surrealisti facendosi scortare nei caffè degli artisti e nei night club; tuttavia trovò la città decadente. Sapeva che l’etichetta surrealista le avrebbe portato l’approvazione dei critici, ma le piaceva l’idea di essere considerata un’artista originale. Quello che può essere considerato il suo lavoro più surrealista è "Ciò che l’acqua mi ha dato": immagini di paura, sessualità, memoria e dolore galleggiano nell’acqua di una vasca da bagno, dalla quale affiorano le gambe dell’artista. In quest’opera così enigmatica sono chiari i riferimenti a Dalì, soprattutto per l’insistenza sui dettagli minuti. Estremamente surreale è anche il suo diario personale, iniziato nel 1944 e tenuto fino alla morte: si tratta di una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole. Per molte immagini il punto di partenza era una macchia di inchiostro o una linea, come se usasse la tecnica dell’automatismo per verificare le sue nevrosi. In ogni caso, nonostante l’accento posto sul dolore, sull’erotismo represso e sull’uso di figure ibride, la visione di Frida era ben lontana da quella surrealista: la sua immaginazione non era un modo per uscire dalla logica ed immergersi nel subconscio, ma piuttosto il prodotto della sua vita che lei cercava di rendere accessibile attraverso un simbolismo. La sua idea di surrealismo era giocosa, diceva che esso "è la magica sorpresa di trovare un leone nell'armadio, dove eri sicuro di trovare le camicie". Anni dopo Frida negherà violentemente di aver preso parte al movimento, forse perché negli anni quaranta questo cessò di essere di moda.

    Opere
    Autoritratto - (1926)
    Ritratto di Alicia Galant - (1927) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Ritratto di Miguel N. Lira - (1927) - Instituto Tlaxcalteca de Cultura, Tlaxcala
    L'autobus - (1929) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Autoritratto - (1930)
    Autoritratto con scimmia - (1930) - Albright-Knox Art Gallery, Buffalo (New York)
    Frida e Diego - (1931) - San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco
    Ritratto di Eva Frederick - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Ritratto di Luther Burbank - (1931) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Ospedale Henry Ford (o Il letto volante) - (1932) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti - (1932)
    La mia nascita - (1932)
    Il mio vestito è appeso là (o New York) - (1933)
    Qualche piccola punzecchiatura - (1935) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    I miei nonni, i miei genitori e io - (1936)
    Autoritratto dedicato a Lev Trockij - (1934) - National Museum of Women in the Arts, Washington D.C.
    Frida e l'aborto - (1936) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Il piccolo defunto Dimas Rosas all'età di tre anni - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    La mia balia e io - (1937) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Ricordo - (1937)
    Ciò che ho visto nell'acqua e ciò che l'acqua mi ha dato - (1938)
    I frutti del cuore - (1938)
    Il cane itzcuintli con me - (1938)
    Quattro abitanti del Messico - (1938)
    Due Nudi nella Giungla (La Terra Madre) - (1939) - Collezione Privata
    Il suicidio di Dorothy Hale - (1939) - Phoenix Art Museum, Phoenix
    Le due Frida - (1939) - Museo de Arte Moderno, Città del Messico
    Autoritratto con collana di spine - (1940)
    Autoritratto con i capelli tagliati - (1940) - Museum of Modern Art, New York
    Autoritratto con scimmia - (1940)
    Autoritratto per il Dr. Eloesser - (1940)
    Il sogno (o Il letto) - (1940)
    Cesto di fiori - (1941)
    Io con i miei pappagalli - (1941)
    Autoritratto con scimmia e pappagallo - (1942)
    Autoritratto con scimmie - (1943)
    La novella sposa che si spaventa all'aprirsi della vita - (1943)
    Retablo - (1943 circa)
    Ritratto come una Tehuana (o Diego nel mio pensiero) - (1943)
    Pensando alla morte (1943) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Radici (1943) - Collezione privata
    Diego e Frida 1929-1944 - (1944)
    Fantasia - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Il fiore della vita - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    La colonna spezzata - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Ritratto di Donna Rosita Morillo - (1944) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Il pulcino - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    La maschera - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Mosè (o Il nucleo solare) - (1945)
    Ritratto con scimmia - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Senza speranza - (1945) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Il piccolo cervo - (1946)
    Autoritratto con i capelli sciolti - (1947)
    Albero della speranza mantieniti saldo - (1946)
    Il sole e la vita - (1947)
    Autoritratto - (1948)
    Diego e io - (1949) - Collezione privata
    L'abbraccio amorevole dell'universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl - (1949)
    Autoritratto con ritratto del Dr. Farill - (1951)
    Ritratto di mio padre - (1951) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
    Perché voglio i piedi se ho le ali per volare - (1953) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
    Autoritratto con Diego nel mio Cuore - (1953-1954) - Collezione Privata
    Autoritratto con Stalin (o Frida e Stalin) - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
    Il cerchio - (1954 circa) - Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
    Il marxismo guarirà i malati - (1954 circa) - Museo de Frida Kahlo, Città del Messico


    Edited by Isabel - 7/6/2012, 20:17
     
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  2. sadmoon
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    mi è semrpe molto piaciuta questa pittrice e nonostante abbia avuto una vita piena di difficoltà sopratutto a livello di salute non si è mai arresa ed era piena di energia. molto belli i suoi quadri
     
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  3. irene18
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    ho visto il film sulla sua vita bellissimo...ha avuto una vita pazzesca.....
     
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  4. principessaorchidea
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    una vita drammatica ma che lei ha saputo usare bene diventando una grande pittrice
     
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  5. silvia1979
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    Posto alcune sue opere:

    L'abbraccio d'amore dell'Universo


    Il sole e la vita


    Edited by Isabel - 7/6/2012, 20:18
     
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  6. MaryCaty
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    Gran donna e grande pittrice
     
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  7. silvia1979
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    Terry ma la prima foto perchè è stata inserita in questo topic?
     
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    Silvia, sinceramente... ieri, quando l'ho sistemato, avevo preso l'img che vedi adesso :blink: Evidentemente il link è cambiato nn so. :huh:
    E' da un pò ke lo noto. Il link di una img, prima te ne da una ma poi te la cambia e ti da un altra img... comunque adesso la riprendo e la carico io... :hihi:
     
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  9. silvia1979
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    Infatti non capivo il nesso! P.S. Complimenti, quella che vedo ora è bellissima! :suono:


    Edited by silvia1979 - 1/5/2011, 17:43
     
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    Anch'io quando sono entrata e l'ho vista ho pensato: mo che ci fa questa img? Ma centra? Chi ha postato è l'unica a poter modificare oltre me, perkè ha messo questa? Che nesso c'è? Quale utente è...? :hihi:
    Mi sono fatta un mucchio di domande, per arrivare giù e leggerti... :svengo: :hihi:

    Ps: Si, è niente male quella img.. prego :adulatore:
     
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  11. silvia1979
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    Si sylvia1979 ero io, quando ho aperto il topic avevo inserito solo la foto dove lei ha la sigaretta in mano.

    Edited by silvia1979 - 2/5/2011, 11:25
     
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  12. matilde88
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    una bravissima pittrice!molto bello anche il film che hanno fatto sulla sua vita!
     
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  13. silvia1979
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    Questa è la sua casa a Coyoacàn (Messico), la "Casa Azul", che ora è diventata il museo "Frida Kahlo", mi piacerebbe visitarla un giorno!


    Edited by Isabel - 7/6/2012, 20:18
     
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  14. Anais*
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    grande artista e donna dalla personalita' molto controversa!alcune sue opere mi piacciono molto!!*.*
    ho un suo libro che raccoglie parti della sua vita e alcune opere piu' famose,ma il film non l'ho mai visto!!
     
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  15. matilde88
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    se ti capita guardalo,è davvero molto bello...
     
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14 replies since 31/7/2010, 21:26   1134 views
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