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Tutte le chiese di Bivongi

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    Tutte le chiese di Bivongi



    Sacro Monastero Greco-Ortodosso di San Giovanni Theristis

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    L'abside del tempio del monastero

    - Fonte -

    Il Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis si trova presso Bivongi, in provincia di Reggio Calabria, ed appartiene alla Chiesa ortodossa rumena. In passato era sotto la giurisdizione dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia, facente parte del Patriarcato di Costantinopoli. Dal 2006 fa parte della lista dei candidati, insieme ad altri 7 siti basiliano-bizantino calabresi, per entrare a far parte dell'elenco UNESCO dei siti Patrimonio dell'umanità.

    Le origini

    La Calabria fu sotto il dominio bizantino sino agli inizi dell'XI secolo, permettendo che la regione conservasse la cultura e la lingua greca e che nel territorio si sviluppasse il cristianesimo di rito bizantino piuttosto che di rito latino. L'Italia meridionale divenne in quei secoli una delle principali mete dei monaci basiliani provenienti dall'oriente, soprattutto a partire dal VII secolo dopo la lotta degli iconoclasti. In Aspromonte sorsero moltissimi monasteri, soprattutto nella Vallata dell'Amendolea e nella Vallata dello Stilaro e vi furono parecchi santi italogreci. Proprio nella vallata dello Stilaro visse ed operò nel IX secolo San Giovanni Theristis. Dopo la sua morte la sua fama presso le popolazioni della zona crebbe così tanto che esse lo acclamarono santo e divennero meta di pellegrinaggio i suoi luoghi ed il suo aghiasma (fonte sacra).

    Il Katholikon


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    Parte del muro antico e
    parte del muro ristrutturato

    Costruita nella seconda metà dell'XI secolo, la basilica costituisce una chiara testimonianza architettonica di transizione dall'epoca bizantina a quella latina. Infatti presenta frammisti tra loro, elementi architettonici bizantini e normanni. La basilica si presenta come chiesa bizantina, ma con dimensioni normanne. Elementi dell'architettura normanna si notano all'intero, nei quattro pilastri angolari chiusi da quattro archi che sorreggono la cupola: quello della navata e quello del presbiterio sono a sesto acuto (gotici). La cupola, poggia su una base cubica contornata da due file di denti di sega e diventa, all'altezza delle 4 finestrelle, ottagonale, a causa di quattro nicchiette che smussano gli angoli del cubo. Sul prisma ottagonale s'innesta il cilindro della cupola coperto da una calotta ribassata. Lo stile bizantino è invece evidente nell'esterno della basilica, nei muri perimetrali costruiti con strati di pietra concia e con cotto alternati, contornati da lesene di mattoni posti di piatto e di coltello che in alto si chiudono ad arco, nelle lesene all'esterno dell'abside che, intersecandosi, formano archi ogivali ed insieme a tutto tondo arieggianti motivi dell'architettura araba. Tracce di affreschi denotano come i muri della basilica, fossero un tempo affrescati. Le absidiole esterne e quella principale, gli spioventi delle stesse e dei bracci del transetto, la cupola, con il tamburo contornato da 16 sottili colonnine a mezzo tondo in cotto, che tutto sovrasta, offrono nell'insieme la visione di una struttura protesa verso l'alto. Contemplando la basilica nel silenzio della campagna, l'animo avverte, con un gran senso di pace, l'invito ad elevare lo sguardo e lo spirito il cielo.

    L'antico monastero


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    Nel luogo di questo aghiasma sorse nell'XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato. Esso si sviluppò in periodo normanno come uno dei più importanti monasteri basiliani nel Meridione d'Italia e mantenne splendore e ricchezza sino al XV secolo. I suoi monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi tesori. Il monastero cominciò a conoscere in seguito fasi di declino, come tutti i monasteri greci della zona: nel 1457 il Visitatore Apostolico del Papa ne constatava la decadenza. Ma dal 1579, con la fondazione dell'Ordine Basiliano d'Italia, si ebbe una nuova fase di crescita ed il monastero divenne il principale convento basiliano della Calabria meridionale. Nel '600 una banda di briganti creò molte difficoltà al monastero e nel 1662 i monaci lo abbandonarono definitivamente per trasferirsi nel convento più grande di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo, dove furono portate le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi asceti Nicola e Ambrogio. All'inizio dell'800, in seguito alle leggi napoleoniche sui beni ecclesiastici, divenne proprietà del comune di Bivongi. Appartenne poi a diversi proprietari, che lo adattarono all'uso agricolo. Gli eredi dell'ultimo proprietario lo donarono nel 1980 nuovamente al comune di Bivongi.

    La rinascita


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    Monastero lato ristrutturato

    Nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio e dell'area per riportarlo ad essere nuovamente un luogo di preghiera per i monaci greci. Nel 1994 cominciarono a vivervi stabilmente i primi monaci athoniti provenienti dal Monte Athos e nel dicembre dello stesso anno il Consiglio Regionale della Calabria dichiarò sacra l'area compresa fra i fiumi Stilaro e Assi per facilitare l'insediamento dei monaci. Il 24 febbraio 1995 il comune di Bivongi consegnò ufficialmente il monastero all'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia per un tempo di 99 anni. Questo monastero è il primo in Italia ad essere stato fondato da monaci athoniti provenienti direttamente dall'Athos. Il 21 marzo 2001 il monastero fu visitato dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che vi riportò una reliquia di San Giovanni Theristis dall'omonima chiesa di Stilo. Nel 2002 sono stati definitivamente ultimati i lavori con il completamento della ricostruzione del katholikon. Nel 2008 è sorta una querelle all'interno dell'Arcidiocesi ortodossa d'Italia e Malta per il monastero di Bivongi, risolta nel luglio 2008 dal Consiglio comunale di Bivongi, con l'assegnazione dell'uso del Monastero per 99 anni alla Chiesa ortodossa rumena in Italia, anch'essa fondata nel 2008.

    Il tempio


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    Ingresso al tempio

    Costruita nella seconda metà dell'XI secolo, la basilica costituisce una chiara testimonianza architettonica di transizione dall'epoca bizantina a quella latina. Infatti presenta frammisti tra loro elementi architettonici bizantini e normanni. La basilica si presenta come chiesa bizantina, ma con dimensioni normanne. Elementi dell'architettura normanna si notano all'intero, nei quattro pilastri angolari chiusi da quattro archi che sorreggono la cupola; quello della navata e quello del presbiterio sono a sesto acuto (gotici). La cupola poggia su una base cubica contornata da due file di denti di sega e diventa, all'altezza delle 4 finestrelle, ottagonale, a causa di quattro nicchiette che smussano gli angoli del cubo. Sul prisma ottagonale s'innesta il cilindro della cupola coperto da una calotta ribassata. Lo stile bizantino è invece evidente nell'esterno della basilica, nei muri perimetrali costruiti con strati di pietra concia e con cotto alternati, contornati da lesene di mattoni posti di piatto e di coltello che in alto si chiudono ad arco, nelle lesene all'esterno dell'abside che, intersecandosi, formano archi ogivali ed insieme a tutto tondo arieggianti motivi dell'architettura araba. Tracce di affreschi denotano come i muri della basilica siano stati affrescati già dalla sua edificazione e la più notevole di queste raffigura San Giovanni Theristis. Le absidiole esterne e quella principale, gli spioventi delle stesse e dei bracci del transetto, la cupola, con il tamburo contornato da 16 sottili colonnine a mezzo tondo in cotto, che tutto sovrasta, offrono nell'insieme la visione di una struttura protesa verso l'alto. L'interno oggi si presenta nuovamente ricco di icone, pitture, affreschi e ammirevoli arredi sacri come l'iconostasi o lo splendido lampadario in oro nella navata centrale, con una grande base di dodici lati, su ognuno dei quali è raffigurato un apostolo.

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    Video


    Edited by Isabel - 8/10/2014, 13:44
     
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  2. Isabel
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    Santuario Maria Santissima Mamma Nostra

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    - Fonte -

    I lavori di ciostruzione dell’odierna chiesa di Maria Santissima Mamma Nostra durarono circa due secoli perché a metà dei primi lavori strutturali essa venne demolita, distrutta per gran parte da un terremoto che fece tremare le terre calabre nel 1783. Il terremoto però e ciò è attribuito all’aiuto di Maria, non provocò alcuno morto. a chiesa nel 1995 venne dedicata a Maria Santissima Mamma Nostra ed elevata a Santuario. La festa di Maria Santissima Mamma Nostra si svolge in tre sere principalmente. Il tutto preparandosi, i fedeli, con devozione attraverso la novena di preghiera. La chiesa ha una struttura a croce latina e lo stile barocco predomina sulla facciata anteriore. No solo. Essa porta con sé anche taluni elementi della chiesa che fu prima di essa, quella più antica. Infatti furono scoperti l’altare antico, alcune tombe ed altri elementi.

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    Interno



    Edited by Isabel - 8/10/2014, 13:46
     
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