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Guardia Piemontese

Provincia di Cosenza

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    Guardia Piemontese

    guardiapiemontesepanora

    Info - Scheda Wikipedia

    Guardia Piemontese (La Gàrdia in lingua occitana) è un comune di 1.558 abitanti della provincia di Cosenza. Guardia Piemontese ha la particolarità di essere una isola linguistica occitana del meridione italiano, insieme a quella di Faeto e Celle San Vito in provincia di Foggia. Fu fondata nel XII secolo da rifugiati valdesi provenienti da Bobbio Pellice in Piemonte. Era conosciuta in passato anche come Guardia Lombarda

    Geografia

    Il capoluogo del comune, che sorge a 514 metri sul livello del mare sul litorale tirreno della provincia di Cosenza, è localmente noto come Guardia Piemontese paese, mentre la frazione Marina, di recente sviluppo, è detta Guardia Piemontese Marina.

    Storia

    Già nota con il nome di Casale di Fuscaldo, chiamata successivamente Guardia Fiscalda, Guardia dei Valdi e Guardia Lombarda, solo in anni più recenti ha preso la denominazione attuale di Guardia Piemontese. L'aggettivo "piemontese" del nome, deriva dall'origine valdese della popolazione locale, la quale a causa della povertà, dell'intolleranza religiosa e delle persecuzioni subite nelle proprie terre, in Piemonte, dovette fuggire alla ricerca di un luogo più sicuro e ospitale e si trasferì in Calabria dove fondò il paese di Guardia. Altre comunità di valdesi si stabilirono in alcuni paese vicini, a Montalto Uffugo, e a San Sisto dei Valdesi. I Valdesi arrivarono in Calabria tra il XII e il XIII secolo dal Piemonte, provenienti soprattutto dalla Val d’Angrogna e dalla Val Pragelato. Gli abitanti di Guardia Piemontese vissero senza conflitti per due-tre secoli con le comunità cattoliche circostanti. Dopo la loro adesione alla riforma protestante il cardinale alessandrino Michele Ghislieri (futuro papa Pio V), deliberò che venissero annientati sia i valdesi del Piemonte che quelli della Calabria. Scatenò così contro di loro una crociata e li sterminò. La persecuzione religiosa si portò, in tempi antichi, fino nella parte antica di Guardia (il cosiddetto "paese") con scontri e violenze e l'uccisione di gran parte della popolazione, comprese donne e bambini. I pochi supersiti scampati al massacro furono costretti alla conversione. Rimane a tal testimonianza la porta del sangue, chiamata così dal 5 giugno 1561, oltre ai nomi delle strade che ricordano tali fatti storici. Una testimonianza diretta dei fatti cruenti di quel sanguinoso giugno 1561 è contenuta in tre lettere scritte da un abitante di Montalto.

    « Ora occorre dir come oggi a buon'ora si è ricominciato a far l'orrenda iustizia di questi Luterani, che solo in pensarvi è spaventevole: e così sono questi tali come una morte di castrati; li quali erano tutti serrati in una casa, e veniva il boia e li pigliava a uno a uno, e gli legava una benda avanti agli occhi, e poi lo menava in un luogo spazioso poco distanle da quella casa, e lo faceva inginocchiare, e con un coltello gli tagliava la gola, e lo lasciava così: dipoi pigliava quella benda così insanguinata, e col coltello sanguinato ritornava pigliar l'altro, e faceva il simile. Ha seguito quest'ordine fino al numero di 88; il quale spettacolo quanto sia stalo compassionevole lo lascio pensare e considerare a voi.(...) Ora essendo qui in Mont'Alto alla persecuzione di questi eretici della Guardia Fiscalda, e Casal di San Sisto, contro i quali in undici giorni si è fatta esecuzione di 2000 anime; e ne sono prigioni 1600 condannati; et è seguita la giustizia di cento e più ammazzati in campagna, trovati con l'arme circa quaranta, e l'altri tutti in disperazione a quattro e a cinque: brugiate l'una e l'altra terra, e fatte tagliar molte possessioni. »
    ( da "Colonia Piemontese in Calabria" (Torino, 1862), di Giovenale Vegezzi-Ruscalla )

    Simeone Florillo, ministro evangelico a Chiavenna in un lettera del 21 agosto 1561 descrisse con queste parole, indirizzate a Guglielmo Grattarola medico a Basilea, il massacro avvenuto a Guardia. <p align="center">« Novità non ho altre, se non che ti mando copia di lettere scritto da Montalto l'1l giugno 1561, stampate a Roma e a Venezia, intorno al macello commesso in Calabria in due villaggi a otto miglia da Cosenza, San Sisto e Guardia, che furono distrutti, e uccisine ottocento abitanti, o circa mille, come scrive da Roma il 21 giugno uno che era servo di Ascanio Caracciolo. Io conobbi quella gente, d'origine valdese , di buona vita e di miglior dottrina. Perocché, prima di partir da Ginevra, a loro istanza vi mandammo due ministri e due maestri di scuola. I ministri furono martirizzati l'anno passato, uno a Roma che chiamavasi Giovanni Luigi Pasquale di Cuneo, l'altro a Messina, Giacomo Bonello, entrambi piemontesi. »
    (Da Gli eretici d'Italia, di Cesare Cantù)

    Il centro storico di Guardia

    Il centro storico si articola in numerosissimi vicoli la cui pavimentazione è formata da un insieme di pietre. Vi è una torretta di avvistamento, facilmente ravvisabile anche dal "paese marino". Nel piazzale antistante la torretta vengono messi in scena vari tipi di spettacoli.

    La lingua locale: il guardiolo

    Il guardiolo, o lingua guardiola, costituisce l'unico esempio di lingua occitana nel meridione italiano ed è isolata rispetto all'area nativa che consiste sostanzialmente nella Francia meridionale-orientale. Altre aree occitanofone in Italia sono alcune valli alpine del Piemonte e della Liguria, e in particolare, nel meridione, l'Isola francoprovenzale di Faeto e Celle San Vito, sita in provincia di Foggia.

    Punti di interesse culturale, storico e sociale

    A Guardia Piemontese esiste il Museo della Civiltà Contadina, sito in via Interna.

    Porta del sangue

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    - Info -

    La "Porta del Sangue" di Guardia Piemontese è una delle testimonianze storiche più interessanti di questo centro del Tirreno Cosentino. Si tratta di una delle porte d’accesso all’antico borgo della cittadina, ora ristrutturato e in parte riammodernato ma sempre di grande interesse architettonico. La Porta, però, rimanda soprattutto al 15 giugno 1561 allorché, su preciso ordine dell’Inquisizione Napoletana, venne operata una violenta campagna di sterminio ai danni delle famiglie valdesi presenti a Guardia, dove avevano trovato rifugio dalle persecuzioni in Piemonte. E’ il più cruento eccidio che questi luoghi abbiano mai conosciuto: si narra che il sangue delle persone uccise scorresse a fiumi dalle case del borgo e, passando attraverso il portale d’ingresso, si fermasse nella piazza antistante.

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    Commemorando quei luttuosi eventi la cittadinanza denominò il portale e il piazzale rispettivamente “Porta del Sangue” e “Piazza della Strage”. La struttura del monumento è piuttosto semplice: un arco a tutto sesto sorretto da due colonne in tufo e circondato da quel che resta delle antiche mura di cinta, ottenute con pietre e laterizi disposti irregolarmente. L’effetto visivo, però, è notevole: l’accesso al borgo antico è costituito da una salita alquanto ripida e immaginare il sangue che scorre copioso dalle case popolari per poi arrestarsi nella piazza che avrete alle vostre spalle varrà molto più di cento libri di storia per capire cosa siano stati quegli anni bui dei secoli passati. Se vorrete approfondire, potrete visitare il Centro Studi Valdesi “Giovan Luigi Pascale” proprio a fianco della Porta: qui troverete una raccolta di testi, una piccola videoteca con documentazioni storiche, un museo fotografico della comunità valdese e la ricostruzione di un’antica cucina tradizionale.

    Centro di cultura Giovan Luigi Pascale

    Il centro, dedicato al predicatore piemontese Giovan Luigi Pascale (o Giovanni Luigi Pasquale), può essere considerato un "Museo" o meglio un punto di documentazione e raccolta della storia dei Valdesi in Calabria e in particolare a Guardia Piemontese. La sala del pianterreno ospita la biblioteca valdese. I visitatori possono visionare alcuni video sulla storia dell'eccidio dei Valdesi di Calabria e a Guardia. La sala del piano superiore raccoglie una serie di pannelli raffiguranti la documentazione sul valdismo in particolare in Calabria e a Guardia. Nell'altro piano è stata ricostruita un'antica cucina, arredata da antiche utensili e vari oggetti. Il centro venne inaugurato nell'anno 1983 in occasione del gemellaggio tra Guardia Piemontese e Torre Pellice su iniziativa della Chiesa Valdese quale testimonianza del ruolo che ebbe nella storia di questo centro, considerato l'ultima colonia valdese in Calabria.

    Chiesa di Sant'Andrea apostolo

    Dedicata al Patrono di Guardia Piemontese. Interessante da vedere è il portale di tufo sormontato dallo stemma di Guardia Piemontese La Torre.

    Roccia di Val Pellice

    Posta nella Piazza Chiesa Valdese così denominata perché ivi anticamente sorgeva il tempio Valdese. Lastrone di roccia alpina collocata a specchio su una base di cemento armato. Fu portata dai monti di Torre Pellice (TO) nel 1975. Vi è incisa una scritta molto significativa per il popolo guardiolo tratta dal verso del Profeta Isaia (51.1): «Considerate la roccia da cui foste tratti» Il 5 giugno 2008 l'amministrazione comunale ha istituito "LA GIORNATA DELLA MEMORIA" in ricordo dell'eccidio del 5 giugno 1561. Celebrazione comunitaria per trasmettere alle nuove generazioni una significativa pagina di storia che appartiene non solo alla gente guardiola, ma alla Calabria, all'Italia e all'Europa. Sotto la Roccia è stata posta una lapide, su cui sono riportati i 118 nomi dei martiri guardioli uccisi in quella tragica notte del 5 giugno 1561.

    Porta con spioncino

    Antica porta munita di spioncino apribile solo dalla parte esterna, imposto dall'Inquisizione dopo la strage del 5 giugno 1561. Lo spioncino consentiva ai frati domenicani giunti a Guardia Piemontese nel XVII secolo di controllare la vita pubblica e privata degli ex eretici scampati al massacro e convertiti con la forza al cattolicesimo.

    Portale Palazzo Spinelli

    Antica residenza estiva del Marchese Salvatore Spinelli feudatario di Fuscaldo alla cui giurisdizione apparteneva il territorio di Guardia. Oggi rimane soltanto il portale e in alto e raffigurato lo stemma della famiglia Spinelli un cigno sormontato da una corona.

    Torre di guardia

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    - Info -

    Il toponimo Guardia Piemontese deriva dalla torre di avvistamento che venne costruita in cima al borgo attorno all’anno mille. A quel tempo i nemici provenivano soprattutto dal mare: i più temuti erano i pirati saraceni che non solo rendevano rischiosa la navigazione nel Mediterraneo, ma di frequente attaccavano le coste saccheggiando tutti i centri che incontravano. Quella di Guardia Piemontese, infatti, non è che una delle tante torri presenti lungo la costa tirrenica, certamente tra le meglio conservate. In origine da ogni torre era possibile vedere le altre vicine, così da avere un maggiore controllo sul territorio. I calabresi avevano anche sviluppato un efficace sistema di comunicazione visiva: in caso di pericolo, nelle giornate di cielo limpido, si facevano dei veri e propri segnali di fumo tramite le feritoie laterali, mentre nelle giornate di maltempo o nelle ore di buio si appiccavano alti roghi. In tal modo tutto il circondario sapeva dell’attacco e poteva localizzarlo in poco tempo. Quando parlano della loro torre, i guardioti la chiamano “ou Castelle”, il castello: pur non essendo stata mai dimora di nobili o valorosi cavalieri, questa denominazione mostra tutto l’affetto della gente per una costruzione dalla quale, grazie alle sue mura alte venti metri e spesse due, è dipesa per secoli la sopravvivenza dell’intero paese.

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    Lato della Torre

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    Finestra


    Porta Carruggio

    Piccola porta secondaria d'accesso dell'antico sistema murario di Guardia Piemontese.

    Chiesa del SS.Rosario, ex convento dei Domenicani

    Fondato dai domenicani nel 1600 e consacrato nel 1616. Di notevole pregio artistico è l'antico coro ligneo scolpito a mano alla metà del XVII secolo. Composto da 33 scanni divisi in due ordini di posti: 21 superiormente e 12 più in basso. I pannelli meravigliosamente scolpiti sono divisi da alte colonne. I braccioli degli scanni rappresentano figure femminili. Alle spalle dell'altare si trova la tomba di Mario Spinelli figlio del marchese Salvatore Spinelli, morto nel 1636. Le mura abbellite da tipiche e antiche tele su cornici artistiche presumibilmente di epoca del sec. XVI e da colossali e vivaci affreschi.

    Bassorilievo

    Opera dello scultore Giuseppe Tarantino. Offerto al comune di Guardia Piemontese dalla Regione Piemonte su richiesta del Presidente dell'Associazione Piemontesi nel mondo di Pinerolo (TO) dr. Michele Colombino. Rappresenta la storia dell'emigrazione piemontese ma anche di quella calabrese. Inaugurato il 17 luglio 2000, rappresenta per il popolo guardiolo la continuità delle proprie radici che lo legano al Piemonte.

    Statua di Padre Pio

    Posta in località Manca. Posa in opera il 28 maggio 2000.

    Chambra dal Conselh Eros Marcello Gai

    Sala del Consiglio dell'Associazione Culturale Occitana Gàrdia d'O.c dedicata all'intellettuale guardiolo Eros Marcello Gai e sita in via Marco Usceglio. Inaugurata il 12 Novembre 2010 con pubblica manifestazione è un luogo d'incontro,organizzazione e discussione circa la "Questione Occitana" di Guardia Piemontese se non sede del gruppo folk occitano-guardiolo Vent de Nòtes. In quanto luogo d' incontro e cultura la Chambra dal Conselh è aperta al pubblico eccetto nei giorni in cui l'associazione si riunisce.

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    Edited by terryborry - 1/7/2012, 15:42
     
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