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Avellino

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  1. Isabel
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    Avellino

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    - Info -

    Avellino è un comune italiano di 56.236 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Campania.

    Territorio

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    Tipico paesaggio irpino
    Il comune di Avellino all'interno dell'omonima provincia.La città è situata nel cuore di una grande conca dell'Appennino Campano dominata dai massicci montuosi dei Picentini e del Partenio ed è circondata a sud-ovest dal monte Faliesi e a nord-est dal Montevergine, il più importante e famoso monte del Partenio, meta di pellegrinaggio per venerare la Madonna di Montevergine nel Santuario benedettino del XII secolo, posto sul monte a 1272 m. La città è attraversata da alcuni corsi d'acqua: il Rigatore, il San Francesco ed il Fenestrelle, affluenti del fiume Sabato, oggi molto impoveriti ed in parte interrati.I dintorni del centro urbano sono rigogliosi di vegetazione: prevale la coltura della nocciola, le pregiate "nocciole avellane".

    Clima

    Caratterizzato dal clima più rigido e piovoso della regione, l'avellinese è un territorio costituito sostanzialmente da colline e montagne boscose. La piovosità è la sua caratteristica predominante viste le abbondanti medie annue che superano quasi ovunque i 1200 mm. Solo nella zona confinante con la Puglia si registrano valori medi molto più bassi di circa 500 mm. Anche dal punto di vista termico la provincia risulta essere una delle più fredde in inverno e più fresche d'estate grazie anche ai numerosi ettari di bosco che ricoprono i monti che ne sfavoriscono il surriscaldamento. Boschi di faggio e di castagno sono predominanti su altre forme vegetali arboree. Precipitazioni nevose spesso cadono a quote superiori ai 1000mt su tutti i monti della provincia. Frequenti anche i temporali estivi durante le ore più calde della giornata. Nebbie nelle conche sono molto frequenti praticamente in tutte le stagioni, soprattutto in estate.

    Storia

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    Scavi di Abellinum
    nei pressi di Atripalda
    Il nucleo originario della città, Abellinum, si formò in prossimità dell'odierna Atripalda a circa 4 km dal centro di Avellino. Fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., che la sottrassero al dominio dei Sanniti nella sanguinosa battaglia di Aquilonia, durante le Guerre sannitiche che si verificarono tra il 343 a.C. e il 292 a.C. Sotto il dominio di Roma la città cambiò più volte denominazione (nell'ordine: Veneria, Livia, Augusta, Alexandriana e Abellinatium).La posizione geografica ha agevolato la nascita dei primi insediamenti: sin dall'antichità la valle del Sabato ha costituito una via naturale tra l'Irpinia e il Sannio.Nell'89 a.C. Silla occupò Pompei, Ercolano, Stabia, Eclano, Abella e Abellinum. Abellinum non costituiva ancora un vero e proprio centro urbano. Furono le truppe di Silla ad avviare l'edificazione di una vera città. Il Cardo e il Decumano, tipici elementi urbanistici romani, la suddividevano in quattro quadrati, ognuno dei quali conduceva alle quattro porte esterne.Dopo la sua distruzione da parte dei Longobardi, gli abitanti fondarono la nuova città di Avellino su uno sperone di tufo. Lo sviluppo demografico e urbanistico fu piuttosto lento a causa di alcuni violenti terremoti e delle invasioni degli Aragonesi e dei Normanni. L'arrivo dei Normanni pose Avellino al centro di importanti avvenimenti: nel 1137 Innocenzo II e Lotario III nominarono Duca di Puglia Rainulfo di Alife, il conte di Avellino, per il contributo dato per fermare i primi tentativi di conquista del neoeletto (1130) Re di Sicilia Ruggero II. Due anni dopo, però, in seguito all'improvvisa morte di Rainulfo, con la città rimasta senza l'appoggio di Papa e Imperatore, Ruggero II riunificò il Regno di Sicilia, annettendovi il Ducato di Puglia e il Principato di Capua. Nei decenni successivi, la città passò al conte Riccardo dell'Aquila, dunque ai Paris, ai Sanseverino, a Simone di Montfort, ai Balzo, ai Filangieri de Candida, fino a diventare feudo dei Caracciolo, negli anni dal 1581 al 1806.Durante la signoria dei Caracciolo la città conosce una lunga stagione di crescita demografica, di espansione urbanistica e di progresso economico. In questo periodo, si afferma la produzione della lana: i pregiati panni di Avellino dal tipico colore azzurro carico. Il commercio troverà una sede monumentale nella Dogana dei grani. Durante il primo secolo della loro Signoria, i Caracciolo ampliarono il Castello fino a farne diventare un punto di riferimento per poeti e viaggiatori. La peste del 1656 costituirà nulla più che una battuta d'arresto. Nel '700, infatti, la città comincia ad assumere l'odierna conformazione urbana: i principi Caracciolo abbandonano il Castello, si trasferiscono in una nuova residenza, il Palazzo Caracciolo, attuale sede dell'amministrazione provinciale, e avviano i lavori per la creazione del corso principale della città.Nel 1806 la città di Avellino è nominata capoluogo di provincia del Principato Ultra al posto della vicina Montefusco. Avellino fu sede dei moti del 1820-1821. La diffusione, nel marzo 1820, anche nel Regno di Napoli, della conquista in Spagna del regime costituzionale contribuì notevolmente ad esaltare gli ambienti carbonari e massonici. A Napoli, la cospirazione (la quale non si pose mai l'intento di rovesciare il re, ma solo di chiedere la costituzione) prese subito vigore e coinvolse anche alcuni ufficiali superiori, come i fratelli Florestano e Guglielmo Pepe, Michele Morelli, capo della sezione della carboneria di Nola cui si affiancarono Giuseppe Silvati, sottotenente, e Luigi Minichini, prete nolano dalle idee anarcoidi. La notte tra il 1 e il 2 luglio 1820, la notte di San Teobaldo, patrono dei carbonari, Morelli e Silvati diedero il via alla cospirazione disertando con circa 130 uomini e 20 ufficiali. Il giovane ufficiale Michele Morelli, sostenuto dalle proprie truppe, procedeva verso Avellino dove lo attendeva il generale Guglielmo Pepe. Il 2 luglio, a Monteforte, fu accolto trionfalmente. Il giorno seguente, Morelli, Silvati e Minichini fecero il loro ingresso ad Avellino. Accolti dalle autorità cittadine, rassicurate del fatto che la loro azione non aveva intenzione di rovesciare la monarchia, proclamarono la costituzione sul modello spagnolo. Dopodiché gli insorti passarono i poteri nelle mani del colonnello De Concilij, capo di stato maggiore del generale Pepe. Questo gesto di sottomissione alla gerarchia militare, provocò il disappunto di Minichini che tornò a Nola per incitare una rivolta popolare. Mentre la rivolta si espandeva a Napoli, dove il generale Guglielmo Pepe aveva raccolto molte unità militari, il 6 luglio, il re Ferdinando I si vide costretto a concedere la costituzione.Dopo pochi mesi, le potenze della Santa Alleanza, riunite in congresso a Lubiana, decisero l'intervento armato contro i rivoluzionari che nel Regno delle Due Sicilie avevano proclamato la costituzione. Si cercò di resistere, ma il 7 marzo 1821 i costituzionalisti di Napoli comandati da Guglielmo Pepe, sebbene forti di 40.000 uomini, furono sconfitti a Rieti dalle truppe austriache. Il 24 marzo gli austriaci entrarono a Napoli senza incontrare resistenza e chiusero il neonato parlamento. Dopo l'Unificazione della Penisola tagliò fuori la città dalle principali vie di comunicazione, impedendone lo sviluppo.Il 14 settembre 1943 intorno alle 11:10 del mattino la città fu pesantemente bombardata dagli Alleati nel tentativo di bloccare la ritirata delle truppe naziste nei pressi dello strategico ponte della Ferriera. Durante l'attacco anglo-americano persero la vita più di 3.000 persone, circa un cittadino avellinese su otto, e furono duramente colpite piazza del Mercato, il palazzo vescovile e alcuni edifici religiosi e abitativi.Il 23 novembre del 1980, Avellino, ed in particolare molti comuni interni alla provincia, furono colpiti dal Terremoto dell'Irpinia.

    La città medievale

    Dopo che i Longobardi determinarono la fuga di parte (tesi minoritaria) o di tutti (tesi prevalente) gli abitanti di Abellinum, questi si dispersero sul territorio circostante. Parte di essi cominciò ad aggregarsi sulla collina Selleczanum, oggi nota come Terra, originando la nuova città di Avellino su uno sperone di tufo. Per secoli "intra civitatem" ed "intra moenia" coincisero, visto che la città di Avellino, all'epoca un piccolo borgo, era ricompresa entro il ristretto spazio in cima alla collina tufacea. Ciò perché invasioni, terremoti e pestilenze frenarono notevolmente la crescita demografica. Avellino è stata fino all' 849 parte del Principato di Benevento, per diventare dopo la spartizione parte del Principato di Salerno, pur restando legata a Benevento sotto il profilo ecclesiastico, essendo la diocesi di Avellino tuttora suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento. L'arrivo dei Normanni pose Avellino al centro di importanti avvenimenti: nel 1137 Innocenzo II e Lotario III nominarono Duca di Puglia Rainulfo di Alife, il conte di Avellino, per il contributo dato per fermare i primi tentativi di conquista del neoeletto (1130) Re di Sicilia Ruggero II. Due anni dopo, però, in seguito all'improvvisa morte di Rainulfo, con la città rimasta senza l'appoggio di Papa e Imperatore, Ruggero II riunificò il Regno di Sicilia, annettendovi il Ducato di Puglia e il Principato di Capua. Nei decenni successivi, la città passò al conte Riccardo dell'Aquila, dunque ai Paris, ai Sanseverino, a Simone di Montfort, ai del Balzo, ai Filangieri de Candida. Dal 1287 al 1581 fu capoluogo del Principatus ultra serras Montorii.

    La prima metà del XVI secolo e la signoria di Maria de Cardona

    Nel 1512 divenne contessa di Avellino Maria de Cardona, che è la più grande figura femminile nella storia della città. Sotto la sua guida Avellino divenne uno dei poli culturali più importanti del regno e riuscì a trarre quanti più vantaggi possibili dalla strategica posizione della città nei collegamenti tra la Puglia e Napoli e tra Benevento e Salerno, riuscendo a far tornare Avellino un crocevia dei commerci fiorente da dopo la caduta della città romana. Per far sviluppare l'economia cittadina ed i propri commerci, la contessa, con l'aiuto di suo marito Francesco d'Este e con il bene placito di sua maestà Carlo V, istituì il giorno di mercato franco, ottenne il permesso di realizzare una fiera annuale, costruì due ferriere nella contea e fece avviare un programma di riordino edilizio ed amministrativo, infatti venne formato nel 1548 un precursore di un consiglio comunale (detto ordine dei deputati) e comparì per la prima volta la carica di sindaco; queste riforme prepararono l'avvento poi della dinastia dei Caracciolo verso la fine del secolo. Il risultato più evidente della guida lungimirante della contessa de Cardona è il boom demografico cui la città andò incontro, che passò dai 1000 abitanti nel 1532 ai 1600 abitanti nel 1561, due anni prima della sua morte.

    Feudo dei Caracciolo

    Negli anni dal 1581 al 1806 divenne feudo dei Caracciolo ed in tale periodo la città conobbe una lunga stagione di crescita demografica, di espansione urbanistica e di progresso economico. In questo periodo, si affermò la produzione della lana: i pregiati panni di Avellino dal tipico colore azzurro carico. Il commercio trovò una sede monumentale nella Dogana dei grani. Durante il primo secolo della loro Signoria, i Caracciolo ampliarono il Castello fino a farne diventare un punto di riferimento per poeti e viaggiatori. La peste del 1656 costituì nulla più che una battuta d'arresto. Nel Settecento, infatti, la città comincò ad assumere l'odierna conformazione urbana: i principi Caracciolo abbandonarono il Castello, si trasferirono in una nuova residenza, il Palazzo Caracciolo, attuale sede dell'amministrazione provinciale, e avviarono i lavori per la creazione del corso principale della città.

    La città ottocentesca

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    Torre dell'Orologio e statua
    di Carlo II d'Asburgo
    bambino, detto "il reuccio"
    Con l'abolizione del feudalesimo, nel 1806 il capoluogo di provincia del Principato viene riportato dalla vicina Montefusco ad Avellino. La città fu una delle sedi dei moti del 1820-1821. La diffusione, nel marzo 1820, anche nel Regno di Napoli, della conquista in Spagna del regime costituzionale contribuì notevolmente ad esaltare gli ambienti carbonari e massonici. A Napoli, la cospirazione (la quale non si pose mai l'intento di rovesciare il re, ma solo di chiedere la costituzione) prese subito vigore e coinvolse anche alcuni ufficiali superiori, come i fratelli Florestano e Guglielmo Pepe, Michele Morelli, capo della sezione della carboneria di Nola cui si affiancarono Giuseppe Silvati, sottotenente, e Luigi Minichini, prete nolano dalle idee anarcoidi. La notte tra il 1º e il 2 luglio 1820, la notte di San Teobaldo, patrono dei carbonari, Morelli e Silvati diedero il via alla cospirazione disertando con circa 130 uomini e 20 ufficiali. Il giovane ufficiale Michele Morelli, sostenuto dalle proprie truppe, procedeva verso Avellino dove lo attendeva il generale Guglielmo Pepe.
    Il 2 luglio, a Monteforte, fu accolto trionfalmente. Il giorno seguente, Morelli, Silvati e Minichini fecero il loro ingresso ad Avellino. Accolti dalle autorità cittadine, rassicurate del fatto che la loro azione non aveva intenzione di rovesciare la monarchia, proclamarono la costituzione sul modello spagnolo. Dopodiché gli insorti passarono i poteri nelle mani del colonnello De Concilij, capo di stato maggiore del generale Pepe. Questo gesto di sottomissione alla gerarchia militare, provocò il disappunto di Minichini che tornò a Nola per incitare una rivolta popolare. Mentre la rivolta si espandeva a Napoli, dove il generale Guglielmo Pepe aveva raccolto molte unità militari, il 6 luglio, il re Ferdinando I si vide costretto a concedere la costituzione. Dopo pochi mesi, le potenze della Santa Alleanza, riunite in congresso a Lubiana, decisero l'intervento armato contro i rivoluzionari che nel Regno delle Due Sicilie avevano proclamato la costituzione. Si cercò di resistere, ma il 7 marzo 1821 i costituzionalisti di Napoli comandati da Guglielmo Pepe, sebbene forti di 40.000 uomini, furono sconfitti a Rieti dalle truppe austriache. Il 24 marzo gli austriaci entrarono a Napoli senza incontrare resistenza e chiusero il neonato parlamento. Dopo l'Unificazione della Penisola lo Stato italiano tagliò fuori la città dalle principali vie di comunicazione, impedendone lo sviluppo.

    I bombardamenti del 1943

    Il 14 settembre 1943 intorno alle 11:10 del mattino la città fu pesantemente bombardata dagli Alleati nel tentativo di bloccare la ritirata delle truppe naziste nei pressi dello strategico ponte della Ferriera. Durante l'attacco anglo-americano persero la vita più di 3.000 persone, circa un cittadino avellinese su otto, e furono duramente colpite piazza del Mercato, il palazzo vescovile e alcuni edifici religiosi e abitativi.

    Il terremoto del 1980

    Il 23 novembre del 1980 un sisma di magnitudo 6,9 devastò il territorio della Campania centrale e della Basilicata centro-settentrionale. Parecchi comuni della provincia furono colpiti ed in particolare il comune di Avellino contò 82 vittime e notevoli danni.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Nella città di Avellino vi sono molte chiese e conventi. Fino alla fine degli anni trenta, c'erano, nel Largo dei Tribunali (ora Piazza della Libertà), la chiesa di San Francesco d'Assisi ed il convento dei Frati Minori Conventuali, fondato dallo stesso santo, e la chiesa dell'Annunziata, con il convento dei padri Domenicani, ora sede della prefettura. Il podestà fascista di allora, ritenne opportuno demolire le due chiese, con il convento francescano, cancellando per sempre due importanti luoghi storici ed artistici.

    Duomo

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    Duomo di Santa Maria
    Assunta e di San Modestino
    L'attuale cattedrale della diocesi di Avellino sorge approssimativamente dove insisteva l'antichissima Chiesa di Santa Maria. In particolare, i blocchi in pietra alla base del campanile sono quanto resta dell'originaria costruzione di epoca longobarda/normanna.


    Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori (Cripta del Duomo)

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    La cripta romanica del Duomo
    È in stile romanico, ed è composta da tre navate con eleganti colonne di spoglio dai capitelli di ordine diverso. In essa sono sepolti alcuni vescovi di Avellino. La databilità della cripta del Duomo è da identificarsi con lo stesso periodo di costruzione della Cattedrale stessa.

    Chiesa di Santa Maria del Rifugio (detta di Sant'Anna)
    È situata nella centrale Piazza del Popolo, per secoli luogo di scambi commerciali e mercati ortofrutticoli. La chiesa fu edificata nel 1712, ed è conosciuta per il culto particolare verso Sant'Anna. Il 26 luglio, giorno in cui cade la festa della santa, la chiesa è meta di pellegrinaggio in modo particolare da parte delle gestanti, e delle neo-mamme.

    Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie
    In cima alla collina dei Cappuccini si trova la Chiesa-Santuario di S. Maria delle Grazie, affiancata dal Convento dei Cappuccini in un corpo unico, entrambi del 1580.

    Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

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    La chiesa di Santa Maria
    di Costantinopoli
    La chiesa è documentata fin dal XVI secolo, ed era abbellita da un soffitto dipinto da Francesco Guarini, andato distrutto durante il terremoto del 1688. La chiesa, restaurata nel 1732, si presenta così come è da allora. Inoltre è dotata di una doppia scalinata, con al centro l'accesso verso l'ipogeo. Presso questa chiesa fu istituito dall'Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli nel 1583, il Monte di Pietà, rimasto attivo fino al 1966.

    Chiesa e Convento di San Generoso
    Il complesso apparteneva all'Ordine Agostiniano, ed è situato sull'antica via Regia delle Puglie. La chiesa fu completata nel 1751 e contiene le reliquie di San Generoso Martire. Ora il convento è sede della Polizia Municipale, mentre la chiesa è ancora officiata la domenica.

    Chiesa della Santissima Trinità
    Di piccole dimensioni, ma con arredi ed opere d'arte di un certo valore, come un'acquasantiera barocca del 1640, il soffitto dipinto da Michele Ricciardi, ed una tela di Angelo Solimena firmata dallo stesso, e datata 1672. Dopo il terremoto del 1980, cadde in disuso. Ora la chiesa è adibita a sala conferenze dell'Istituto di Scienze Religiose di Avellino.

    Chiesa di San Francesco Saverio (detta di Santa Rita)

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    Complesso della Chiesa
    e del Convento
    di S.Alfonso Maria
    de Liguori (Chiesa e
    Collegio dei Liguorini)
    Fu costruita nel 1752 e dedicata al Santissimo Nome di Maria e a San Francesco Saverio. La chiesa è anche conosciuta sotto il nome di Santa Rita da Cascia, cui il popolo avellinese nutre una particolare devozione, ed è meta di imponenti pellegrinaggi durante il periodo della novena e della festa in suo onore.

    Chiesa e Conservatorio delle Oblate

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    Chiesa del Santissimo Rosario
    È situata nei pressi della centralissima Piazza della Libertà. La costruzione del complesso monastico delle Oblate Sacramentine avvenne nel Settecento. La chiesa è dedicata a Gesù Sacramentato, ed è a navata unica, con due altari laterali. Il soffitto fu dipinto ne 1729 da Michele Ricciardi.

    Chiesa e Collegio dei Liguorini
    Il complesso della chiesa e del convento dei Redentoristi, detti anche Liguorini, fu iniziato nella seconda metà del Settecento, dopo una missione predicata ad Avellino da Sant'Alfonso Maria de Liguori fondatore della suddetta congregazione. Dopo la morte del santo, i padri redentoristi gli hanno dedicato la bellissima chiesa, che negli anni cinquanta del ventesimo secolo è divenuta parrocchia. Il convento è dotato di una vasta raccolta di libri. Le esigenze di spazio, a causa della crescenda popolazione del rione San Tommaso, hanno fatto sì che i padri Redentoristi costruissero una nuova e ben più ampia chiesa. Il vecchio complesso fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1980, rimanendo chiuso per parecchi anni. Ora la chiesa ed il collegio dei Liguorini sono stati ristrutturati. Si aspetta solo il giorno dell'apertura ufficiale.

    Chiesa e Monastero di Santa Maria di Monserrato

    Il complesso è del Cinquecento, ed è situato su quella che un tempo era la via Regia delle Puglie (oggi via Francesco Tedesco). La chiesa è dedicata a San Giovanni Battista, e il monastero a Santa Maria di Monserrato. Un tempo appartenevano ai monaci di Montevergine, ora il monastero è retto dalle suore Stimmatine.

    Chiesa del Santissimo Rosario

    Fu costruita nel 1942, e dedicata alla Madonna del Rosario. La chiesa è in stile gotico, e si affaccia sul Corso Vittorio Emanuele II, ed è retta dei padri Domenicani, che risiedono nell'attiguo convento.

    Architetture civili

    Torre dell'Orologio

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    La torre dell'Orologio di notte
    La torre dell'Orologio è alta 36 metri ed è il simbolo della città di Avellino. Voluta per volontà del principe Francesco Marino Caracciolo, fu progettata dall'architetto Cosimo Fanzago a metà del XVII secolo. La struttura domina la sottostante piazza della dogana ed è visibile dalla fine di via Francesco Tedesco e di Corso Vittorio Emanuele II.

    Carcere Borbonico

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    Prospetto principale
    del Carcere borbonico
    Venne iniziato nel 1819. Nel 1826 fu approvato il progetto del carcere di Giuliano de Falco. I lavori vennero iniziati nel 1827, i primi due padiglioni ultimati entro gli anni trenta dell'Ottocento. Il carcere è stato attivo fino al 1987, per poi essere sottoposto a lunghe attività di restauro e riqualificazione, non senza polemiche, fino alla sua funzione attuale di principale polo museale della provincia.
    Oggi i suoi padiglioni sono sede del Museo Provinciale Irpino, in particolare del Museo del Risorgimento (nuova sezione inaugurata il 17 marzo 2011), della Pinacoteca Provinciale (attualmente in riallestimento) e del Lapidario Provinciale (nel cortile aperto). È da anni in programma lo spostamento al suo interno della prestigiosa Sezione archeologica del Museo irpino, attualmente ospitata nel complesso culturale di Corso Europa ma chiusa al pubblico.
    La struttura ospita sale dedicate a mostre e attività didattiche e un auditorium di circa 100 posti. Molti gli spazi spazi concessi periodicamente ad associazioni ed enti privati per attività culturali. È sede degli uffici della Soprintendenza di Avellino, dell'Archivio di Stato e di alcuni uffici della Provincia di Avellino.

    Casino del Principe

    Residenza nobiliare in stile rinascimentale commissionata da uno dei Principi della dinastia Caracciolo, Camillo, nel 1591. In seguito al restauro è stata adibita a centro espositivo. Tra le mostre presentate vi sono quelle dedicate a Caravaggio, Leonardo Da Vinci, Andrea Pazienza e Picasso.

    Fontana di Bellerofonte

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    Fontana di Bellerofonte
    La Fontana di Bellerofonte (secolo XVII) è un'opera dello scultore bergamasco Cosimo Fanzago, sita nel centro storico nella parte alta di corso Umberto I, già via di Costantinopoli.

    Palazzo de Concilii

    Opera dell'architetto Maria Luigi de Conciliis nel corso del Settecento, ha accolto il giovane Victor Hugo in occasione del ricongiungimento col padre (il colonnello Joseph Léopold Sigisbert Hugo) ad Avellino, ivi trasferitosi in seguito alla nomina a Governatore militare della provincia, in sostituzione del Digonet, avvenuta agli inizi del 1808.

    Casa della Gioventù Italiana del Littorio

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    La Casa della Gioventù Italiana
    del Littorio durante
    il ventennio fascista
    Inaugurata da Renato Ricci nel pomeriggio del 10 aprile 1937, la Casa della GIL è stata realizzata su progetto del noto architetto Enrico Del Debbio, già autore degli edifici del Foro Italico di Roma. Il palazzo, dopo essere stato abbandonato nel dopoguerra, fu riconvertito in una sala cinematografica ("Cinema Risorgimento"); sopravvissuto al terremoto del 1980, è stato ristrutturato negli anni novanta per ospitare una nuova sala cinematografica, il Cinema Eliseo. Il 2 gennaio 2013 la struttura, inutilizzata da anni, ha subìto gravi danni in seguito a un incendio doloso.

    Architetture militari

    Castello

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    Scorcio dei ruderi
    del Castello
    Longobardo
    Di fronte al teatro Gesualdo, sorge il castello della città. La prima parte del castello è stata realizzata sotto la dominazione dei Longobardi nel VI secolo d.C.,cioè quando iniziò la rinascita del borgo di Avellino. Il castello è circondato dai fiumi Fenestrelle e Rio San Francesco, quest'ultimo oggi interrato,su 3 lati e dalla collina della Terra a ovest, ma contrariamente a molti dei castelli irpini, sorge nel punto più basso della città. Il castello ha subito diversi assedi nel corso della sua storia, il più importante quello portato avanti dalle truppe di Alfonso d'Aragona nel 1436. Dimora di tutte le famiglie feudatarie di Avellino, ha ospitato anche gli imperatori del Sacro Romano Impero Lotario I ed Enrico VI e diversi sovrani di casa d'Angiò e d'Aragona. Fu qui che il 27 settembre 1130 l'antipapa Anacleto II consegnò a Ruggero II la bolla che lo fece re di Sicilia, avviando quindi la storia del regno dei Normanni in Sicilia e di casa Altavilla. Quando nel XVI secolo divenne contessa di Avellino Maria de Cardona, il castello divenne meta di poeti e viaggiatori che vennero da tutt'Italia per ammirare la bellezza della contessa, come Bernardo Tasso, Giovanni Andrea Gesualdo e Beldando; avviò la creazione della foresteria dove prima sorgeva il casotto di caccia (oggi la Casina del Principe) e iniziò la creazione del parco del castello.
    Fu però sotto i Caracciolo che il Castello visse il suo momento di massimo splendore.Tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVIII secolo i principi di Avellino completarono la costruzione del parco, dotandolo di un lago artificiale e di una nuova casina di caccia,abbatterono le torri ed i merli e trasformarono il castello in una reggia stupenda che continuò ad attirare letterati e colti da tutta la penisola, accrescendo l'importanza culturale della città. La reggia dei Caracciolo divenne una dimora principesca di uno splendore paragonabile alle corti napoletane ed uno dei gioielli del mezzogiorno d'Italia. Nel XVII un grande mecenate avellinese, Marino II Caracciolo, instituì nel castello l'Accademia dei Dogliosi. Il castello però, dopo aver raggiunto il suo apice, subì gravi danneggiamenti durante la rivolta di Masaniello, i Caracciolo dunque abbandonarono la reggia e si trasferirono nell'omonimo palazzo al centro della città. Dal settecento ad oggi il castello è restato nell'incuria più totale, alcune zone sono persino state abbattute per far posto a costruzioni moderne, come il conservatorio Domenico Cimarosa della città. Solo di recente il comune di Avellino ha avviato un progetto per restaurare il castello e restituirlo alla cittadinanza, i lavori sono però fermi dal 2011 a causa della scoperta di una discarica di materiali di costruzioni, fra cui diverse quantità di piombo, nella piazza di fronte al castello.

    Altro

    Corso Vittorio Emanuele II

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    Scorcio di Corso
    Vittorio Emanuele II
    Il corso, lungo quasi 800 metri, è il punto principale di ritrovo degli avellinesi. La strada ha subìto, tra il 2007 e l'inizio del 2009, ingenti lavori di riqualificazione con una nuova pavimentazione in pietra lavica, la posa in opera di nuovi arredi urbani e la totale pedonalizzazione.

    Ville Comunali

    Vi sono nella città due Ville Comunali, la più grande sita in adiacenza al Corso Vittorio Emanuele II, mentre un'altra, inaugurata nel 2006, si trova nei pressi dell'edificio del distretto militare.

    Aree naturali

    Parco "Antonio Manganelli"

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    La Villa Comunale

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    Parco urbano di Santo Spirito
    Inaugurato il 23 luglio 2010, il Parco urbano di Santo Spirito è il polmone verde di Avellino. Con i suoi 120.000 m², infatti, costeggia e copre buona parte del percorso del torrente Fenestrelle, andando così a rivalutare una zona di Avellino ancora sottoutilizzata. Il parco comprende vaste aree verdi, piste ciclabili, un anfiteatro all'aperto, uno spazio giochi per bambini, una pista da jogging, campi da tennis, calcetto, rugby, pallavolo, pallacanestro e bocce, ed un edificio adibito ai servizi. Alcuni progetti, come l'idea di un maneggio o di punti ristoro, non hanno mai visto la luce. Nel giugno 2012 il parco è stato chiuso a causa dello stato di degrado e di abbandono in cui versava a soli due anni dall'inaugurazione. A seguito di lavori di ristrutturazione a cui sono state sottoposte le strutture del parco, il 18 maggio 2013 è stato riaperto al pubblico. Contestualmente è avvenuta la cerimonia di intitolazione ad Antonio Manganelli.

    Musei

    Galleria nazionale dei Selachoidei


    La Galleria nazionale dei Selachoidei è un museo dedicato esclusivamente agli squali.

    Museo d'arte

    Il Museo d'arte, fondato nel 1995 presenta una collezione di opere dell'Ottocento e del Novecento, di autori fra i quali si ricordano:Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Renato Guttuso, Ernesto Treccani, Vincenzo Irolli, Raffaele Tafuri, Pietro Bouvier, ed altri.

    Museo Archeologico Provinciale Irpino

    Il Museo Archeologico Provinciale Irpino nasce dal "Museo privato Zigarelli", sorto sul finire dell'Ottocento, poi lasciato al Comune di Avellino nel 1889 ed infine passato alla Provincia. Dal 1965 è collocato al primo piano del Palazzo Provinciale della Cultura con un'eposizione degli anni '50, dato che il progetto dall'architetto Francesco Fariello è del 1951. Il museo, situato in corso Europa, espone reperti archeologici ritrovati nella provincia di Avellino. Presso il carcere Borbonico, invece, sono ospitati la Pinacoteca Provinciale, il Museo Irpino del Risorgimento, l'esposizione di strumenti scientifici dell'800.

    Museo Zoologico degli Invertebrati "Carbone Lauretana"

    Il Museo Zoologico degli invertebrati è dedicato alla malacologa irpina Lauretana Carbone. È situato in Corso Umberto I, è uno dei maggiori musei dedicati agli invertebrati in Italia, aperto nel luglio del 2002. L'esposizione del museo è suddivisa in tre sezioni, che rappresentano le classi zoologiche degli animali a cui è dedicato: nella prima sezione si espone al pubblico la specie dei celenterati e dei poriferi; nella seconda: gli artropodi, i tentacolati, gli anellidi, gli echinodermi, gli aschelminiti, i rizopodi, i sipinculidi e i tunicati. La terza area del museo è completamente dedicata ai molluschi.
    Il museo custodisce collezioni comparative di molluschi ascritti ai generi: Acavus, Allonautilus, Aporrhais, Argonauta, Harpa, Nautilus, di livello internazionale, con tutte le specie viventi ed attualmente descritte. Di rilievo la collezione di Tentacolati, l'unica presente sul territorio campano.
    Fra le specie ormai estinte si segnalano alcune chiocciole arboricole del Madagascar del genere Tropidophora, delle Isole Maurizie del genere Gibbus, dell'isola di Madera del genere Geomitra, dell'isola di Kauali (Hawaii) del genere Camelia, dell'Isola di Raiatea (Polinesia Francese) del genere Partula. Oltre al gasteropode d'acqua dolce planorbide carinato del Nord America (Neoplanorbis carinatus) proveniente dall'Alabama (USA) ed all'igromiide di Picard (Trochoidea picardi) da Tel Aviv (Israele).

    Pinacoteca Provinciale Irpina

    La Pinacoteca Provinciale Irpina è situata all'interno del "Carcere Borbonico", in un intero braccio, nei pressi del Corso Vittorio Emanuele. Propone dipinti e ceramiche, principalmente di autori locali e di interesse provinciale. Degna di nota è la sezione di dipinti napoletani dell'Ottocento con Domenico Morelli, Lord Mancini, Vincenzo Caprile, Federico Maldarelli.

    Altri musei
    • Lapidario Provinciale, Carcere Borbonico
    • Esposizione di reperti della Soprintendenza Archeologica, Carcere Borbonico (Via Dalmazia)
    • Esposizione Provinciale di attrezzature scientifiche del XIX secolo, presso il Museo Provinciale del Risorgimento, Carcere Borbonico
    • Museo e Lapidario Diocesano
    • Museo Provinciale del Risorgimento, Carcere Borbonico
    • MateMuseum (Museo della Matematica)


    Curiosità

    • Nella serie televisiva i Soprano è spessisimo menzionata Avellino come città di origine della famiglia Soprano. In una puntata in cui Maria Grazia Cucinotta racconta di Avellino, viene narrata una falsa leggenda, secondo la quale ad ogni rintocco delle campane della Torre dell'Orologio in città venisse concepito un bambino.
    • Durante il periodo appena precedente alla fine della Prima Repubblica, la classe dirigente del paese era conosciuta come "la casta degli avellinesi": infatti presidente del consiglio, segretario DC, ministri e svariati parlamentari e senatori erano irpini.
    • "Montevergine col cappello, Avellino con l'ombrello" è un proverbio molto diffuso e conosciuto in città, che permette di far fare ai cittadini di Avellino una sorta di previsione del tempo casalinga, difatti ogni qualvolta le nubi sovrastano la cima del monte Partenio, in città è molto probabile che piova.
    • San Modestino e la sua proclamazione come santo padrono della città hanno visto un singolare episodio. Le spoglie del martire cristano erano contese da Avellino e la contigua Mercogliano; si dice che per risolvere il "contenzioso" si pensò bene di metterle su di un carro trainato da un bue in una strada di confine tra le due cittadine, quella in cui il bue si sarebbe diretto, avrebbe tenuto le sante reliquie. Ebbene il bue andò verso Avellino, ma secondo molti attirato da ortaggi ben nascosti.

    Tradizioni e folclore

    Carnevale

    Il carnevale in Irpinia ha una tradizione antichissima. Il periodo, storicamente, prende il via il 17 gennaio, giorno in cui il calendario romano ricorda la figura di Sant'Antonio Abate. Le rappresentazioni del Carnevale in Irpinia hanno una loro connotazione strettamente legata al territorio, momenti di folklore che richiamano antichi riti della civiltà contadina, usi e costumi che, nel tempo, si sono tramandati di generazione in generazione.
    Il clou della festa si svolge, normalmente, nel mese di febbraio allorquando, seguendo la tradizione, in quasi tutti i paesi si svolgono manifestazioni ad hoc, alle quali si registra ampia partecipazione della popolazione allo svolgimento delle rappresentazioni.

    Zeza

    La Zeza è una scenetta carnevalesca, cantata al suono del trombone e della grancassa. Vide probabilmente la luce nella seconda metà del Seicento. Da Napoli si diffuse presto nelle campagne adiacenti, con caratteri sempre più diversificati nelle altre regioni del Regno. Almeno fino alla metà dell'Ottocento la Zeza veniva rappresentata nei cortili dei palazzi, nelle strade, nelle osterie e nelle piazze. Le parti femminili erano interpretate da soli uomini perché le donne non potevano essere esposte alla pubblica rappresentazione (tradizione che si conserva ancora oggi). La sua sparizione dalle piazze e dalle strade di Napoli, dove aveva preso vita, era stata determinata dai divieti ufficiali emanati nella seconda metà dell'Ottocento, infatti essa era stata proibita dalla polizia “per le mordaci allusioni e per i detti troppo licenziosi ed osceni”.
    A causa di questi divieti, la canzone di Zeza si spostò più nell'entroterra, dove è sopravvissuta fino ad oggi. Questo spettacolo è ancora più o meno vivo in alcune province irpine, grazie all'impegno di tante persone, che ogni anno fanno rivivere questa tradizione. Oggi la Zeza può essere considerata un pezzo di teatro popolare prettamente campano. Famose sono quelle rappresentate dalla frazione di Bellizzi Irpino e dai comuni di Cervinara, Capriglia Irpina, Mercogliano, Monteforte Irpino e Solofra.

    Venerdì Santo

    Il Venerdì Santo si svolge la processione del simulacro dell'Addolorata e del Cristo morto per le principali strade cittadine, con sosta all'ospedale San Giuseppe Moscati. La processione parte dalla cattedrale dopo l'adorazione della Croce, presieduta dal vescovo.

    La processione di Santa Rita da Cascia

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    Uscita della statua di Santa Rita
    da Cascia dalla chiesa
    di San Francesco Saverio
    Il 22 maggio la statua della santa viene portata in processione dalla chiesa di San Francesco Saverio, detta anche di Santa Rita (che si trova nel centro storico della città, nei pressi del Duomo). La statua della santa viene condotta nel piazzale dell'ospedale "San Giuseppe Moscati", dove i malati, affacciatisi alle finestre, lanciano coriandoli e fiori, mentre assistono al volo delle colombe. Molte delle donne che seguono la processione attraversano le strade di Avellino completamente scalze.

    Ferragosto

    Simulacro dell'Assunta compatrona di Avellino (legno di tiglio cotto nell'olio opera di Nicolò Fumo da Baronissi 1718)
    Nel mese di agosto la città festeggia l'Assunzione di Maria Santissima con feste, eventi teatrali, di strada e con la partecipazione di artisti di musica leggera. Le celebrazioni iniziano il giorno 26 di luglio in cui viene issato il Pannetto dell'Assunta e terminano il 16 di agosto. Il giorno 14 la città rende un simbolico omaggio floreale alla Madonna. Il giorno 15 c'è un solenne pontificale tenuto dal vescovo e, nel pomeriggio, si svolge la tradizionale processione dell'Assunta;
    La processione dell'Assunta per le strade di Avellino parte dal duomo, percorre le vie principali e sosta davanti all'ospedale san Giuseppe Moscati, dove i dipendenti ed i pazienti possono lanciare fiori. Spettacolo pirotecnico a mezzanote davanti allo stadio Partenio.

    Feste religiose
    Avellino vanta di numerose feste religiose, alcune delle quali vedono anche lo svolgimento di programmi civili e ricreativi:
    • Festa religiosa di San Ciro 31 gennaio
    • Festa religiosa di San Biagio (Compatrono della città) 3 febbraio
    • Festa di religiosa San Modestino (Patrono principale della città) 14 febbraio
    • Venerdì Santo
    • Festa religiosa e civile di San Michele Arcangelo Contrada Bosco dei Preti 8 maggio
    • Festa religiosa di Santa Rita da Cascia 22 maggio
    • Festa religiosa e civile di Sant'Antonio di Padova Rione Corea 13 giugno
    • Festa religiosa e civile della Madonna di La Salette Rione Parco ultima domenica di giugno
    • Festa religiosa e civile della Madonna delle Grazie Tuoro cappuccini 2 luglio
    • Festa religiosa della Madonna del Carmine 16 luglio
    • Festa religiosa di Sant'Anna 26 luglio (alzata del Pannetto dell'Assunta ed inizio del Ferragosto Avellinese)
    • Festa religiosa e civile di Sant'Alfonso Maria de Liguori Rione San Tommaso 1º agosto
    • Festa religiosa e civile del Santissimo Salvatore frazione Picarelli 6 agosto
    • Festa religiosa e civile della Madonna Assunta (Compatrona della città) 15 agosto
    • Festa religiosa e civile della Madonna di Montevergine Rione Mazzini prima domenica di settembre
    • Festa religiosa e civile della Madonna di Costantinopoli frazione Bellizzi prima domenica di settembre
    • Festa religiosa e civile della Madonna Assunta frazione Valle-Ponticelli prima domenica di settembre
    • Festa religiosa di San Pio da Pietrelcina 23 settembre
    • Festa religiosa e civile di San Francesco d'Assisi Borgo Ferrovia 4 ottobre
    • Festa religiosa di San Gerardo Maiella frazione Pianodardine 16 ottobre

    Fino ad alcuni anni si svolgevano anche altre feste religiose, che purtroppo attualmente sono cadute in disuso:
    • Festa religiosa di Sant'Antonio Abate (con benedizione degli animali) 17 gennaio
    • Festa religiosa di San Giuseppe
    • Festa religiosa e civile di San Vincenzo Ferreri 5 aprile
    • Festa religiosa e civile della Madonna di Costantinopoli (Centro storico) 17 maggio
    • Festa religiosa dei Santi Cosma e Damiano 26 settembre
    • Festa religiosa di Santa Lucia 13 dicembre


    Eventi

    Palio della Botte


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    Scorcio di Corso Umberto I
    Ad agosto si svolge in città il Palio della Botte, una competizione di stampo medievale che si svolge tra le sette contrade (che coincidono con le sette circoscrizioni) della città di Avellino. La sfida consiste nel far rotolare con una spranga ricurva una botte di circa due quintali, spingendola in salita lungo tutto Corso Umberto I. La vittoria viene assegnata al rione che riesce a raggiungere nel minor tempo possibile la Fontana di Bellerofonte.

    Persone legate ad Avellino
    • Gaio Ponzio (Abellinum, ... - ...), condottiero sannita.
    • Scipione Bellabona (Avellino, 1603 – XVII secolo), religioso e storico.
    • Joseph Léopold Sigisbert Hugo (Nancy, 1773 – Parigi, 1828), generale francese.
    • Federico Cassitto (Bonito, 1776 – Bonito, 1853), scrittore, politico ed economista.
    • Lorenzo De Conciliis, (Avellino, 1776 - 1866( - patriota e senatore del Regno d'Italia
    • Francesco de Sanctis (Morra Irpina, 1817 – Napoli, 1883) scrittore, critico letterario, politico e filosofo.
    • Cesare Uva (Avellino, 1824 – Napoli, 1886), pittore.
    • Luigi Amabile (Avellino, 1828 – Napoli, 1892), storico.
    • Francesco Tedesco (Andretta, 1853 – Roma, 1921), politico.
    • Federico Amodeo (Avellino, 1859 – Napoli, 1946), matematico.
    • Enrico Cocchia (Avellino, 1859 – Napoli, 1930), latinista e filologo classico.
    • Alfonso Rubilli (Avellino, 1873 – Avellino, 1960), politico.
    • Guido Dorso (Avellino, 1892 – Avellino 1947), politico.
    • Augusto Guerriero (Avellino, 1893 – Roma, 1981), giornalista.
    • Adolfo Tino (Avellino, 1900 – Milano, 1977), giornalista, politico e banchiere.
    • Oscar D'Agostino (Avellino, 1901 – Roma, 1975), chimico.
    • Costantino Preziosi (Avellino, 1905 – Roma, 1977), politico.
    • Carlo Muscetta (Avellino, 1912 – Aci Trezza, 2004) critico letterario.
    • Giuseppe Santaniello (Avellino, 1920), giurista.
    • Aldo Masullo (Avellino, 1923), filosofo.
    • Antonio Maccanico (Avellino, 1924 – Roma, 2013), politico.
    • Camillo Marino (Salerno, 1925 – Avellino, 1999), critico cinematografico.
    • Luciano Cafagna (Avellino, 1926 – Roma, 2012), storico e politico.
    • Salverino De Vito (Avellino, 1926 – Avellino 2010), politico.
    • Ettore de Conciliis (Avellino, 1941), pittore e scultore.
    • Giorgio Freda (Padova, 1941), terrorista ed editore.
    • Giulio Labruna (Avellino, 1947), incisore.
    • Carlo Palermo (Avellino, 1947), magistrato.
    • Francesco Pionati (Avellino, 1947), politico.
    • Enrico Preziosi (Avellino, 1948), imprenditore.
    • Antonio Manganelli (Avellino, 1950 – Roma, 2013), capo della Polizia di Stato.
    • Enrico Fierro (Avellino, 1951), giornalista e scrittore.
    • Pierpaolo Marino (Avellino, 1954), dirigente sportivo.
    • Gigi Marzullo (Avellino, 1954), conduttore televisivo.
    • Arturo Iannaccone (Avellino, 1956), politico.
    • Gianfranco Rotondi (Avellino, 1960), politico.
    • Antonello Matarazzo (Avellino, 1962), video artista.
    • Leonardo Surro (Avellino, 1962), calciatore.
    • Giorgio Tino (Avellino, 1962), funzionario dello Stato.
    • Milly D'Abbraccio (Avellino, 1964), pornostar.
    • Fernando De Napoli (Avellino, 1964), calciatore.
    • Marco Pugliese (Avellino, 1971), imprenditore.
    • Luca Abete (Avellino, 1973), giornalista.
    • Carmine Russo (Avellino, 1976), arbitro di calcio.
    • Sonia Aquino (Avellino, 1977), attrice.
    • Roberto Casalino (Avellino, 1979), cantautore.
    • Ghemon (Avellino, 1982), rapper.
    • Vittorio Iannuzzo (Avellino, 1982), un pilota motociclistico.
    • Maurizio Lanzaro (Avellino, 1982), calciatore.
    • Gaetano Masucci (Avellino, 1984), calciatore.
    • Luca Napolitano (Avellino, 1986), cantautore.
    • Luigi Di Maio (Avellino, 1986), politico.
    • Valentina Tirozzi (Avellino, 1986), pallavolista.
    • Francesca Fusco (Avellino, 1993), nuotatrice.

    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 10:05
     
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  2. tagliatella86
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    quante belle cose che ci sono scritte su Avellino! non me ne ero mai accorta! è una città molto bella, e non solo perchè ci sono nata e ci vivo, ma perchè è una delle poche città capoluoghi di provincia che è tranqilla, dove si respira aria veramente fresca, pulita dove non c'è il traffico spaventoso delle grandi metropoli e che ti offre tutti i servizi di cui si ha bisogno con efficenza, nella maggior parte dei casi! ah, e non c'è immondizia per le strade! è molto pulita!|
     
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1 replies since 6/8/2011, 13:16   274 views
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