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Potenza

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  1. Isabel
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    Potenza

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    - Info -

    « Comunque ci sto rimuginando e siamo sulla Basentana e ti credo, un bolide del genere riesce a fare un chilometro in ventidue secondi. Passiamo sotto Potenza che mi sembra diversa da dietro gli oblò di questa navicella spaziale - più moderna e intonata - e mi chiedo quando tornerò a casa. »

    Potenza è un comune italiano di 68.312 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e della Basilicata.
    È la città più popolosa della Basilicata. La collocazione a 819 m s.l.m., rende Potenza il capoluogo di Regione più alto d'Italia e il secondo capoluogo di Provincia più alto d'Italia, preceduta solo da Enna (931 m s.l.m.).

    Territorio

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    Panorama notturno di Potenza dal Parco di Rossellino
    La città sorge lungo una dorsale appenninica a nord delle Dolomiti lucane nell'alta valle del Basento, attraversata dal corso del fiume omonimo e racchiusa da vari monti più alti come ad esempio i Monti Li Foj. L'antico nucleo medievale, il quartiere centro storico, è situato nella parte alta della città, mentre i moderni ed estesi quartieri sono sorti più in basso. Probabilmente, la prima collocazione della città fu a quota 1.095 di altitudine, in località oggi denominata Serra di Vaglio. In epoca successiva, l'insediamento urbano potrebbe essersi trasferito, per ragioni ignote, sul colle ove è attualmente il centro antico.Al fine di migliorare la viabilità cittadina, il fiume Basento che attraversa la città è interrssato dalla costruzione di nuovi ponti e viadotti che hanno portato all'abbattimento di alberi e piante che crescevano spontaneamente vicino alle rive del fiume. Per quanto riguarda il Rischio Sismico, nel centro urbano della città di Potenza, i progetti degli edifici in cemento armato, di cui il 70% è stato realizzato prima del 1981 e si trova quindi a fare i conti con il degrado naturale dei materiali, sono stati redatti secondo una classificazione che collocava Potenza in seconda categoria (media sismicità) mentre, attualmente, il capoluogo è considerato ricadente in zona ad alta sismicità. Il protocollo di intervento redatto dalla Protezione civile prevede un'indagine graduale su tutto il territorio, iniziando dalle zone meno conosciute che per numero di abitanti risultano di importanza strategica per il sistema urbano.

    Clima

    Potenza gode di un clima mediterraneo montano: freddo e nevoso d'inverno, tiepido e secco d'estate. Il mese più freddo risulta essere quello di gennaio, con temperatura media di +3,5 °C, mentre i mesi più caldi sono ovviamente luglio ed agosto, con temperatura media di +20 °C.

    Storia

    Dall'Età Antica al Regno Normanno-Svevo

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    Potentia
    L'origine della città, certamente antichissima, è incerta ed oscura: la sua origine potrebbe essere stata pelasgica o sabellica o di stirpe italo-greca (Riviello).Indubbiamente la sua posizione equidistante tra le colonie greche di Poseidonia e Metaponto deve averla esposta al soffio della civiltà greca, molto più gentile e progredita rispetto ai costumi di vita spartani che dovevano caratterizzare queste aspre e fiere popolazioni montanare.Anche se non si ha notizia di monete potentine o altri ritrovamenti che attestino pienamente questa autonomia, essa dovette effettivamente rimanere libera fino a quando Roma non iniziò la sua politica di espansione.L'atteggiamento delle popolazioni lucane e di Potenza nei riguardi di Roma fu sempre di aperta ostilità: nelle guerre tra Romani e Sanniti prima e tra Roma ed i Bruzi dopo, essi si schierarono sempre con i nemici di Roma. Assoggettati dalla forza delle armi, i Lucani vissero senza particolari scosse fino all'epoca della battaglia di Canne, quando passarono nel campo di Annibale, puntando sulle sue fortune. Dopo la battaglia del Metauro, nel corso della quale fu vinto ed ucciso il fratello Asdrubale, Annibale oramai sconfitto si ritirava in Africa, lasciando Potenza alla vendetta di Roma che si abbatté spietata sulla città, che da municipium, fu ridotta al rango di praefectura prima e poi di colonia militare, con il mutare del nome in Potentia Romanorum.
    Ma l'accortezza e la sapienza di Roma non sottovalutarono la posizione geografica e strategica della città, che fu collegata, con l'apertura di strade militari, a molti centri limitrofi: per Oppidum con Venusia e per Anxia a Grumentum. La città seguì poi le vicissitudini dell'Impero fino alla sua decadenza, e la sua fortuna peggiorò fino al rovinoso periodo delle invasioni barbariche. Vi giunsero allora i Bizantini che dettero alla regione il nome di Basilicata dai basilici o governatori che l'amministrarono ed in seguito, provenendo dalla Apulia attraverso la regione del Vulture, i Normanni sottomisero la città e tutta la Basilicata per unirla alla Calabria ed alla Sicilia e creare il forte regno che strinse in una sola unità l'Italia Meridionale.Già in età bizantina la regione perse definitivamente il nome di Lucania per assumere quello di Basilicata; in epoca normanna le scorrerie dei Saraceni minacciarono anche una città come Potenza, lontana dalle coste e arroccata sui contrafforti dell'Appennino all'interno. Presso Potenza una località denominata Campo Saraceno conserva nel nome il ricordo delle incursioni arabe.Il periodo normanno, comunque, fu ricco per Potenza di importanti avvenimenti: nel 1137, al tempo di Roberto il Guiscardo, vennero accolti in città Papa Innocenzo II e l'imperatore Lotario II; più tardi nel 1148 (o forse nel 1149) re Ruggero II vi ricevette Ludovico re di Francia, liberato ad opera della flotta normanna dalle mani dei saraceni, mentre ritornava da una sfortunata spedizione in Terra Santa.Già in tale epoca Potenza rivestiva particolare importanza come città vescovile: si vuole che il suo primo vescovo fosse Amando o Amanzio, altro pastore fu Gerardo di Piacenza, salito alla sedia vescovile nel 1111 e morto nel 1119: egli fu in seguito santificato ed è stato eletto a patrono della città. Nel Quattrocento Martino V, poi papa, mosse da Potenza a Roma per partecipare al conclave che lo elesse pontefice.Con le nozze di Costanza d'Altavilla, ultima erede dei Normanni, con Enrico VI, figlio del Barbarossa, subentrarono nel regno del sud gli Svevi. Potenza inquieta e forse un po' ambigua come sempre. Seguì comunque l'aquila sveva di Federico II il quale, nonostante questo, sospettandola di dubbia fede la punì devastandola.Il maestoso castello di Lagopesole, non distante dalla città, ed il rinnovato castello normanno di Melfi rimasero a monito di autorità e di potenza. Questa volta Potenza seguì la sorte di Manfredi e di Corradino e, quando il giovane e biondo re cadde decapitato in piazza del Carmine a Napoli, le città che avevano parteggiato per lui, come Potenza, furono soggette alla punizione ed all'ira del vincitore Carlo d'Angiò che, per mano dei suoi fedelissimi Conte di Belcastro e Ruggiero Sanseverino, conte di Marsico, infierì sui potentini ritenuti ribelli e sul centro abitato che per gran parte fu raso al suolo.Ma maggiori ed ancor più gravi devastazioni ed incendi distrussero la città allorquando il 18 dicembre 1273, uno dei tanti terremoti distruttivi si abbatté contro le sue stremate ed affamate popolazioni.

    Gli Angioini, gli Aragonesi e la dominazione spagnola

    Gli Angioini frazionarono le terre del sud tra vassalli francesi sotto i quali le città, tra cui Potenza, non godettero certo pace e prosperità, anzi esse furono spesso coinvolte nelle guerre dinastiche che travagliarono questo periodo storico: verso il 1390 re Ladislao, cui contestava il regno il cugino Ludovico d'Angiò, pose l'assedio alla città ed ad essa però usò clemenza il 10 aprile 1399 con decreto reale scritto "in campo Felia prope Potentiam", sollevandola dalla dipendenza feudale per qualche tempo. Nel 1414 Giovanna successe al fratello Ladislao al trono degli Angiò e la città fu ancora coinvolta nelle lotte che seguirono con i vari pretendenti o predestinati al trono.Ebbero ancora la città Francesco Sforza, che la passò a Michele Attendolo di Cotignola, e, per brevi periodi, gli Zurlo e Iacopo Caracciolo.Sopraggiunti gli Aragonesi, il re Alfonso la sottrasse alla contea degli Attendolo e la concesse con il suo contado al suo fido Don Indico de Guevara, giunto con lui dalla Spagna; a don Indico seguirono don Antonio e quindi don Giovanni che, quale terzo conte di Potenza, partecipò dalla parte degli Aragonesi alle guerre contro Carlo VIII e Luigi XII.Don Alfonso de Guevara, sesto conte di Potenza, maritò sua figlia Beatrice ad Enrico di Loffredo, marchese di S. Agata e di Trevico, è così la città, che costituiva la dote nuziale, passò ai Loffredo che già vi erano stati signori in epoca normanna, prima dei Sanseverino. L'antico castello di cui oggi non resta che una sbocconcellata torre, fu da don Carlo Loffredo, figlio di Beatrice Guevara e di Enrico, trasformato in monastero. Nelle lotte di predominio che seguirono tra francesi e spagnoli per la divisione del regno nella seconda metà del '600, Consalvo de Cordova e Luigi d'Armagnac, duca di Nemours, fatto un armistizio, convennero a Potenza per negoziare l'accordo, che non fu raggiunto tanto in breve tempo le ostilità ripresero e, cacciati i francesi da tutto il reame, questo divenne provincia spagnola. Tutto il Mezzogiorno d'Italia, oramai Vicereame spagnolo subì una degradazione politica e morale che sfociò nella rivolta di Masaniello nel 1647.Anche Potenza agitata da fazioni contrastanti, fu teatro di moti di intolleranza popolare antispagnola che comunque vennero facilmente repressi e che portarono all'insorgenza di fenomeni di violenza nelle sue campagne, sempre più spopolate. Nel 1694 un altro violento terremoto la distrusse quasi per intero e ben poco fu fatto dai dominatori spagnoli in favore delle popolazioni e per la ricostruzione della città.

    L'età Borbonica

    Con questa dinastia, che dal 1734 governò l'Italia meridionale, la città divenne sede di Ripartimento, soppiantando Tricarico.Nel 1799, epoca di tumulti sociali nei quali perse la vita anche il vescovo monsignor Serao, Potenza ebbe due anime, l'una legittimista con i feudatari Loffredo, e l'altra rivoluzionaria. Ripacificata, la vita cittadina restò placida anche nel 1806, ossia all'arrivo delle truppe di Napoleone.Anzi, di fatto, la mancata resistenza ai francesi divenne merito, per cui il capoluogo regionale fu spostato da Matera a Potenza.Con il ritorno di Ferdinando I di Borbone nel 1815 le cose non mutarono.

    Dall'Unità d'Italia al Secondo conflitto mondiale

    La città partecipò attivamente al Risorgimento italiano, ribellandosi alla dominazione borbonica nel 1860. Il protagonista assoluto della ribellione patriottica fu a Potenza Emilio Maffei, che il 5 giugno riunì in città nel palazzo Loffredo i delegati delle Provincie confinanti, i quali sottoscrissero un "memorandum" a sostegno e difesa della libertà. La repressione fu dura ancora una volta in tutto il regno ed anche a Potenza, come dice il Riviello..."le carceri si riempirono di accusati, mentre la polizia molestava pacifici e sospetti".Il terribile terremoto del 1857, distruggendo ancora una volta gran parte della città, aprì nuove tremende ferite e raffreddò notevolmente le attività e le trame dei patrioti e solo due anni dopo, nel 1859 le cospirazioni antiborboniche iniziarono a riallacciarsi in modo concreto, tanto che l'anno successivo, dopo lo sbarco di Garibaldi nel continente, cominciava la dissoluzione delle truppe borboniche, comandate da ufficiali vecchi ed incapaci e già si iniziava ad intravedere in modo tangibile un processo di inevitabile disgregazione del regno del Sud: il 16 agosto 1860 la città si sollevava in armi ed il 18 dello stesso mese veniva proclamata l'annessione al Regno d'Italia sotto lo scettro di Vittorio Emanuele II di Savoia.Il brigantaggio meridionale, dilagato nel sud subito dopo l'Unità d'Italia, alimentato da correnti filoborboniche nella speranza di una restaurazione e sostenuto dalle tradizionali ragioni di scompenso sociale, dalla miseria, dall'ignoranza e dall'incapacità dei nuovi governanti piemontesi a comprendere i veri problemi delle classi oppresse del meridione, insanguinò molti centri della provincia, ma tenne fuori ancora una volta la città di Potenza dagli avvenimenti più cruenti, anche se la maggior parte delle direttive operative e strategiche della repressione furono coordinate ed attuate proprio nel capoluogo della regione.Gli anni successivi del regno d'Italia fino alla Prima guerra mondiale, furono caratterizzati da lotte politiche condotte sempre in uno spirito di rispetto e correttezza anche se appassionate ed accese in duelli polemici legati alle personalità più rappresentative degli uomini che ne furono protagonisti. Le vicende che nel primo dopoguerra tanto travagliarono non solo le città del Nord, ma anche molte città del Sud, anche di regioni limitrofe e che alla fine portarono all'avvento del fascismo al potere, videro la città di Potenza distinta in una moderazione ed in una esemplare accettazione ed assimilazione degli aspetti più esasperati del nuovo clima politico che si affermò in tali anni. Eccessi di violenza, atti di grossolana limitazione della libertà individuale o di disprezzo della personalità umana furono solo episodi isolati durante l'intero periodo della dittatura fascista a Potenza.L'immane tragedia legata al secondo conflitto mondiale richiese alla città un tributo di innumerevoli vite umane e provocò lutti, la cui memoria non è ancora spenta in tanti cittadini. Nel settembre 1943 alcuni bombardamenti aerei, non completamente richiesti da esigenze strategiche e cioè dall'intento di tagliare le comunicazioni stradali e ferroviarie che consentivano l'afflusso delle truppe tedesche alle zone dello sbarco alleato, avvenuto il 9 sulle spiagge del litorale salernitano, costarono alla città molte vittime innocenti tra la popolazione civile e portarono alla distruzione, coi pochi obiettivi militari esistenti, di molte costruzioni civili, private e pubbliche, tra le quali l'ospedale San Carlo e la Cattedrale.

    Il secondo dopoguerra

    Nel dopoguerra con la ricostruzione delle devastazioni apportate dal conflitto e la comparsa all'orizzonte della Nazione di nuovi obiettivi, iniziava per Potenza la espansione urbana e la crescita di tanti nuovi poli di sviluppo civile e sociale, anche se questa crescita avviava la progressiva scomparsa di molte testimonianze del passato di questa città.

    Il terremoto del 23 novembre 1980

    La sera di domenica 23 novembre 1980, alle 19:34, una lunghissima scossa di terremoto, durata un minuto e mezzo e di magnitudo 6.9, distrugge gran parte della città e provoca una quindicina di morti e centinaia di feriti. Gli anni successivi al terremoto saranno caratterizzati da una lenta e difficile ricostruzione,tanto che ancora oggi il quartiere di prefabbricati di Bucaletto, nato provvisoriamente per i cittadini terremotati, non è stato ancora smantellato. La città è stata colpita da altri terremoti di entità inferiore, quali quelli del 1990 e del 1991.

    La città di ieri e di oggi

    Il centro della città è in piazza Matteotti, sulla quale si affaccia il Palazzo del Comune, attraversata dalla via Pretoria, animata via cittadina del centro che si allarga nella centrale piazza Mario Pagano, detta dai potentini Piazza Prefettura poiché ospita l'ottocentesco palazzo della prefettura, oggi dimora del Prefetto e sede degli uffici provinciali. Nella stessa piazza è presente il noto Teatro Stabile, costruito nel 1856 e inaugurato nel 1865 a causa di un'interruzione dei lavori dovuta a terremoti, frequenti nella zona. Nelle zone più a valle del colle sul quale sorge la città, invece, si sono venuti a formare svariati quartieri residenziali, zone popolari e commerciali che hanno reso la città più importante nel suo ruolo di capoluogo, contribuendo enormemente al suo sviluppo.

    Centro storico e luoghi d'interesse

    Chiese Antiche

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    Veduta di Piazza Duomo

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    Chiesa di San Francesco


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    Chiesa di San Michele Arcangelo


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    Chiesa di Santa Maria
    del Sepolcro


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    Chiesa di San Rocco


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    Cappella di Bonaventura
    da Potenza


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    Chiesa di Sant'Antonio
    la Macchia

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    Chiesa di Santa Lucia
    • Duomo - Situato nell'omonima piazza, nel cuore del centro storico, è originario del XIII Secolo, dapprima dedicato alla Vergine Assunta, e poi a Gerardo La Porta che divenne patrono della città. Ricostruito da un allievo del Vanvitelli alla fine del XVIII Secolo per volere del vescovo Andrea Serrao, cambiò radicalmente, passando da Basilica Romanica ad edificio di chiaro gusto neoclassico. Conserva le spoglie del santo patrono e una vasta collezione di affreschi e statue raffiguranti vari santi alla quale la popolazione potentina è devota.
    • San Francesco - Nel retro di Piazza Mario Pagano è situata la chiesa di S. Francesco, fondata nel 1274, con portale contenente imposte lignee trecentesche intagliate, e campanile del '400. Nell'interno vi è il sepolcro rinascimentale De Grasis, che ha accanto una Madonna di stile bizantineggiante del '200. La chiesa conserva anche La Pietà del Pietrafesa.
    • San Michele - Proseguendo in Via Pretoria verso ovest si incontra la chiesa romanica di S. Michele (XI-XII secolo), con tozzo campanile; al suo interno è conservato il dipinto dell'Annunciazione realizzato dal Pietrafesa.
    • Santa Maria del Sepolcro - Nel rione Santa Maria ha sede la chiesa di S. Maria del Sepolcro, secolo XIII, XV e XVII. Rappresenta uno dei monumenti pui' interessanti della città; costruita ad opera dei Cavalieri dell'ordine dei Templari, su iniziativa del Conte di Santasofia, al ritorno della III crociata,1191. Il casale del Santo Sepolcro venne costruito a Nord della città, all'incrocio della vie Erculea e la via Appia Nuova; vie di passaggio dei pellegrini diretti in Terrasanta. Da documenti di archivio della fine del XV, risulta un legame storico tra la Chiesa di S. Maria del Sepolcro ed il Sepolcro di Cristo. Custodisce pregevoli tele, e sulla parete destra è presente il monumentale altare barocco della Reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo. Molte affinità ci sono con la Chiesa Madre di Ripacandida, che porta lo stesso titolo.
    • San Rocco - Più a sud, nei pressi del Cimitero, ha sede l'antica chiesa di S. Rocco dove sono conservate delle antiche statue in legno raffiguranti San Vito e San Rocco, costruite a metà Ottocento.

    Musei
    • Museo Archeologico Nazionale - Largo Pignatari
    • Museo Archeologico Provinciale - Via Ettore Ciccotti
    • Pinacoteca Provinciale - Via Lazio
    • Museo Diocesano - Via Vescovado

    Torre Guevara
    In piazza Beato Bonaventura, sull'estremità est del centro storico della città, si possono ammirare i resti del Castello. Costruito probabilmente dai Longobardi intorno all'anno 1000 e costituì la vera "piazza" delle varie dominazioni di Potenza. Gli ultimi proprietari, ovvero Carlo Loffredo e Beatrice Guevara donarono ai frati cappuccini l'intero edificio, ad eccezione della Torre. In seguito il castello fu adibito a lazzaretto, dedicando una cappella a San Carlo: divenne, così, la sede dell'Ospedale San Carlo per alcuni anni, almeno fino al 1935, quando l'ospedale si trasferì in una struttura più moderna, nel rione Santa Maria. A metà secolo scorso, un decreto ne dispose l'abbattimento permettendo di salvare la torre, cilindrica, dominante la valle del Basento. Tutto intorno, i diversi alberi nel piazzale, definiscono la zona come un Belvedere. Dopo il sisma del 1980, fu restaurata e adibita a galleria d'arte.

    Le porte
    Le Porte di Potenza, rappresentano le antiche entrate al centro storico della città, intorno alle mura di cinta che la racchiudevano per la difesa dagli assalti nemici.

    Attualmente quelle "visibili" sono soltanto tre, e sono:
    • Porta S.Giovanni - Via Caserma Lucana
    • Porta S.Luca - Via Manhes
    • Porta S.Gerardo - Largo Duomo
    Le altre porte furono abbattute nel corso dei secoli, per la modernizzazione del nucleo urbano della città, e sono:
    • Portasalza - Via Portasalza
    • Porta Amendola - Largo Sinisgalli
    • Porta Trinità - Piazza Duca della Verdura

    Palazzi
    • Palazzo Loffredo. Situato nella piazza Pignatari, nei pressi del Duomo, è uno dei palazzi più antichi della città, che conserva le successioni avvenute nella città. Oggi è sede del Museo Archeologico Nazionale della Basilicata dedicato a Dinu Adameşteanu.
    • Palazzo Bonifacio. Si trova in Piazza Beato Bonaventura ed è uno dei pochi palazzi storici ancora esistenti nel Centro storico della città. Racchiude al suo interno un piccolo chiostro.
    • Palazzo Pignatari ex Palazzo Ciccotti. Si trova in Largo Pignatari, nelle immediate vicinanze del Palazzo Loffredo. Notevole l'antico portale visibile dalla piazza.
    • Palazzo Castellucci era uno dei pochi palazzi importanti del centro storico che non era stato sventrato.Proprietà di una antica famiglia della città (un Castellucci è stato Sindaco di Potenza) l'edificio si affacciava sull'omonimo larghetto, punto di passaggio obbligato per le persone che si recavano al vicino mercatino diPorta di San Giovanni. Il palazzo è stato abbattuto negli anni sessanta.
    • Monastero di San Luca, attualmente la Caserma dei Carabinieri, sita alla fine di Via Pretoria in direzione della Torre Guevara. In principio affidato alle suore Cisternine dell'Ordine delle Benedettine, era l'unico Monastero di donne in città. Successivamente passò alle suore Clarisse o Chiariste.
    • Caserma Lucana. Di antica costruzione, situata in Via Ciccotti, a Santa Maria. Iniziata nel 1885 e terminata nel 1995, su progetto di Quaroni e Piacentini. Dal 1943 ospita il glorioso "91 Battaglione Lucania"
    • Palazzo degli Uffici. Visibile da molti panorami, si trova in Corso 18 agosto.
    Ad ogni modo, le vie del centro storico sono ricche di molti palazzi di rilievo, alcuni dei quali sono ricordati oggi soltanto da pochi potentini.

    Teatro Stabile

    Il Teatro Stabile è dedicato a Francesco Stabile, musicista potentino, che ha sviluppato la sua arte nel conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Occupa il lato occidentale della centralissima Piazza Mario Pagano ed è stato costruito sullo stile del teatro San Carlo di Napoli. La costruzione del teatro fu iniziata nel 1856, ma fu interrotta per qualche anno a causa dei frequenti terremoti verificatisi in città in quel periodo. Il Teatro Francesco Stabile sin dalla sua nascita nel 1881 è sempre stato un punto d'incontro per i potentini. L'ingresso principale per anni è stato anche il Caffè della città. I nobili del posto, infatti, avevano l'abitudine di occupare i tavolini che erano sistemati lungo l'intera facciata. A gestire il locale erano i fratelli Giugliano ai quali apparteneva anche l'impresa che provvide ai lavori di restauro del teatro durante gli anni venti. In quel periodo il teatro presentava una cancellata che poggiava su una piccola gradinata.

    Edicola di San Gerardo
    L'Edicola di San Gerardo, rinominata dai potentini San Gerardo di Marmo è un tempietto che ospita al suo interno la statua di San Gerardo, santo patrono della città. Situato in piazza Matteotti, stando all'epigrafe sulla lastra al lato destro del Santo, il tempietto sarebbe stato ultimato nel 1865, probabilmente dallo scultore potentino Antonio Busciolano (1823 - 1871). L'edicola ripropone la facciata di un edificio a cupola, con pianta semicircolare, chiusa sul retro. Sul basamento formato a gradoni, poggiano cinque colonne con il fusto scanalato, decorato con il capitello a foglie. Le colonne sorreggono degli architravi decorati da angioletti e rose. Il retro è costituito da una parete continua, divisa in tre parti: il settore centrale è costituito da una vetrata poligroma a raggi, sulla quale poggiano due colonne scalanate che inquadrano la statua del santo, lateralmente invece, sono poste due iscrizioni, quella a destra ricorda l'edificazione dell'edicola e la dedica di esso, mentre quella a sinistra ricorda due momenti importanti della città: l'invasione dei briganti nel 1809, e l'insurrezione del 18 agosto 1860.

    Villa romana

    La villa romana di Malvaccaro è situata in una traversa della moderna Via Parigi nel quartiere di Poggio Tre Galli. Qualche anno fa si rinvennero in quella località degli ambienti appartenuti ad una villa d'epoca romana. Le strutture presentano dei mosaici e un'aula absidata attorno alla quale si sviluppano cinque ambienti. I dati acquisiti ci indicano una datazione post-Costantiniana, con arte musiva tendenziale che parte dal III secolo d.C. Della villa si sono trovati i muri perimetrali a Nord-Ovest e a Nord-Est e altre strutture verso Sud.

    Sito archeologico

    Recentemente rinvenuto nella zona Gallitello, il Sito Archeologico risulta essere il più importante sito mai scoperto nell'ambito urbano di Potenza. Grazie agli scavi per la costruzione del Nodo complesso del Gallitello, è stato possibile confermare la presenza di un complesso abitativo, ubicato presso la confluenza del torrente Gallitello con il fiume Basento. Allo stato attuale delle indagini questo insediamento sembrerebbe svilupparsi in almeno sei ambienti rettangolari di cui si conservano parzialmente i muri perimetrali, occupando un'area di circa 300 metri quadrati. Si tratterebbe di un'antica fattoria funzionale allo sfruttamento agricolo dell'area. L'esame dei manufatti ceramici e degli altri reperti rinvenuti fa ipotizzare una datazione tra la fine del IV ed i primi decenni del III secolo a.C., quindi da mettere in relazione con il sistema insediativo dei Lucani in un momento precedente la romanizzazione del territorio. Il complesso, che rappresenta uno dei pochissimi rinvenimenti effettuati ad oggi nel sottosuolo cittadino, è ancora in corso di scavo, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata.

    Piazze, larghi, strade e vicoli

    Il centro storico della città, è ricco di vicoletti, angoli e larghi suggestivi che hanno segnato la storia della città o di qualche importante famiglia regnante e non nella città.
    « Questa era via Pretoria, la strara chiù vecchia e cunusciura della Lucania: sta murenn, si nunn’è gia morta, no p’ lu scarpesio giurnaliero, bensì da quann tutt’ lu sistema sociale è accumenza' a cagna'. »

    Via Pretoria

    Il nome e l'origine di via Pretoria sono molto remoti, sulla loro origine le notizie che si hanno sono ancora poche e frammentarie. Le più probabili si possono ricavare dagli scritti dello storico antico potentino, Emanuele Viggiano. Da questi scritti si desume che al tempo di Silla e delle sue guerre civili contro Mario, egli vinse quest'ultimo e ridusse a colonie militari romane sei delle città Lucane, tra cui Potenza. In ognuna i queste città Silla vi stabilì il Pretorio, Comando dei Romani, e l'accampamento dei Pretoriani.Dunque doveva esistere un collegamento viario fra l'accampamento romano e il loro Comando che, con poca fantasia, venne chiamato Via Pretoria.Questa via, che nel corso degli anni non ha mai cambiato il suo nome ed è sempre rimasta lì, anche di fronte a tutte le distruzioni che la città ha dovuto subire, si estende per tutto il centro storico a partire dal Largo di Portasalza fino alla Torre Guevara, in quel piccolo tratto di strada, che fu aggiustato nel 1809, e che, secondo le legende, doveva essere chiamato Via Manhes, anziché via Pretoria. Questo però, mancando dei veri e propri atti comunali che lo testimoniassero, venne comunque rinominato via Pretoria, seguendo la scia e il basolato della strada principale.

    Vicoli e strade

    • Vico San Luca in prossimità della cantina "Triminiedd". Oggi questo vicolo non esiste più, è profondamente cambiato ed anche la famosa cantina, oggi ristorante, non si trova più nel centro storico.
    • Vico Corrado è uno dei tanti vicoli scomparsi della Potenza antica quando ancora c'era il rione Addone. Oggi esiste una via Corrado profondamente modificata. Essa divide l'edificio delle Poste dai primi isolati di largo Pignatari. Il vico finisce su via Pretoria all'altezza della caserma dei carabinieri.
    • Via Ciccotti nei pressi della villa comunale di Santa Maria e della Caserma dei Militari, il lungo edificio, a tre piani, costruito nel 1898. Il prospetto principale si affaccia sulla strada e mostra le pareti con paramento esterno in pietra, aperte da file sovrapposte di bifore. Al suo interno si sviluppano i cosiddetti quartieri di “accasermaggio” e gli spazi destinati alla vita comune ed alle esercitazioni militari.
    • il Viadotto dell'Industria o Ponte Musmeci. Realizzata dall'ingegnere Sergio Musmeci, la monumentale struttura, unica nel suo genere, mette in comunicazione la città con la tangenziale in direzione Salerno o Taranto. Concepita come vera e propria opera d'arte, fu realizzata alla fine degli anni sessanta. Il Ponte, un'unica volta di 30 centimetri di spessore e quattro campate di circa settanta metri di luce ciascuna, è, secondo gli esperti, la massima espressione di quella filosofia della progettazione dove la forma è il frutto di un processo di ottimizzazione del regime statico. La plasticità della forma fa della struttura un gigantesco e raffinato oggetto scultoreo a scala urbana.
    • Il Ponte di San Vito. La data di costruzione del Ponte è da porre attorno al 305 a.C. Dell'originaria struttura sono rimasti i soli piloni, mentre tutta la parte superiore porta i segni di vari interventi di restauro avvenuto in epoca medioevale e nelle successive. Il Ponte è a tre luci, a pianta rettilinea; poggia su due piloni centrali fondati nell'alveo del fiume. I piloni, legati tra loro con grappe di ferro, sono costituiti da grandi blocchi di notevole spessore, che sopportano la spinta delle acque con speroni triangolari a monte e semicilindrici a valle. Anticamente chiamato S. Aronzio, il Ponte San Vito era parte integrante dell'antico percorso della via Erculea che, attraversando la Lucania, toccava anche la città di Potenza. La denominazione del Ponte, stando alla tradizione, si ricollega al ricordo del martirio di S. Aronzio che, giunto dall'Africa con i fratelli Onorato, Fortunaziano e Sabiniano, non volendo abiurare la propria fede cristiana, subì con essi, tra il 238 ed il 288 d.C., l'estremo supplizio presso il fiume Basento.

    Piazze e larghi

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    Piazza Mario Pagano

    • Piazza Mario Pagano. I lavori per la realizzazione della Piazza iniziarono nel 1839, per volontà dell'Intendente Winspeare, con l'abbattimento delle casette con sottani abitate da contadini ed artigiani, ma furono completati solo tra il 1842 ed il 1847 ad opera dell'Intendente Duca della Verdura. In origine chiamata Piazza del Mercato (vi si svolgeva il mercato della domenica), divenne successivamente Piazza dell'Intendenza (poiché vi si affacciava il Palazzo del Governo, sede dell'Intendente) e Piazza Prefettura (dopo l'insurrezione di Potenza del 18 agosto 1860 e la sostituzione dell'Intendente col Prefetto). Intorno al 1870, fu intitolata a Mario Pagano, giurista nato a Brienza nel 1778, giustiziato nel 1799 per la sua attiva partecipazione alla Costituzione della Repubblica Partenopea negli anni infuocati della Rivoluzione Francese.
    • Piazza Duca della Verdura. Piccolo e grazioso slargo incastonato tra gli edifici, è collegato da scalinate alla Via Pretoria, da un lato, alla sottostante Via del Popolo, dall'altro. Un tempo era chiamato Largo Tassiello o Porta della Trinità per la presenza della posterula alla termine della scalinata di congiungimento con la Via Pretoria (ancora visibile nel 1857). Dal 1845, il Regolamento di Polizia Urbana e Rurale stabilì che vi si dovesse svolgere la vendita della carne, del pesce e del baccalà. La Piazzetta, priva di pavimentazione, polverosa e invasa dalla spazzatura e dai resti delle macellazioni, fu ridotto a luogo malsano ed inospitale, fino a quando Francesco Benso Duca della Verdura, Intendente a Potenza dal 1847, ne dispose la bonifica e la pavimentazione. Agli inizi del secolo scorso, per una evidente incomprensione della denominazione derivante dal nome dell'antico Intendente della città, determinata anche dalla destinazione d'uso dello slargo, la Piazzetta divenne per i potentini la Piazzetta del Pesce o Piazza della Verdura. Fino alla ristrutturazione a seguito del terremoto del 1980, erano visibili, al centro della stessa, due file parallele di banconi in pietra, coperti da un'unica grande tettoia, destinati appunto allo svolgimento del mercatino di generi alimentari. La Piazzetta ha conservato, in parte, l'antica destinazione commerciale; ma nei mesi estivi si trasforma in spazio culturale, ospitando rassegne cinematografiche e manifestazioni musicali.
    • Piazza Giacomo Matteotti. L'antica denominazione di Piazza Sedile (mutata nel secolo scorso in Piazza del Fascio e, dopo il 1944, in Piazza Giacomo Matteotti) rivela la sua originaria destinazione politica. Qui sorgeva il Seggio dell'Università, dove si riuniva il popolo in occasione delle assemblee elettorali, probabilmente risalente nel suo impianto originario all'epoca Angioina. Sulla piazza si affacciavano botteghe e taverne, e, per Decreto Regio del 1810, vi si svolgeva il mercato alimentare. Sul lato meridionale, lì dove oggi sorgono il Muraglione ed il Tempietto di S. Gerardo, c'erano la cappella di S. Domenico, con la vicina Torre, i locali della cosiddetta neviera (dove si raccoglieva la neve), la Porta ed il Vicolo della Beccheria (dove avveniva la macellazione degli animali e la vendita delle carni). In occasione della festa del Patrono della città, S. Gerardo, nella piazza veniva innalzata la cassa armonica, per le esibizioni della banda musicale.

    Parchi comunali ed aree verdi attrezzate
    • Parchi comunali ed aree verdi attrezzate
    • La villa comunale di Santa Maria, storico parco della città.
    • Il parco di Montereale, al centro del quale si innalza un monumento ai caduti.
    • Il parco del Seminario, ristrutturato nel 2006.
    • La villa del Prefetto, annessa al palazzo della Prefettura.
    • Il parco Baden Powel, sito nei pressi di Viale Firenze, nel quartiere di Don Bosco, dove spesso vengono tenute manifestazioni di tipo musicale.
    Il Parco dell'Europa Unita, sito nel quartiere Poggio Tre Galli, inaugurato nell'estate del 2007, è un'isola verde strappata ad anni di incuria e degrado.
    • Il parco Miralles, situato nel rione Cocuzzo ( noto come " Il Serpentone " ).
    Intorno alla città sono inoltre presenti molte aree verdi, boschi e foreste, attrezzate e fruibili:
    • Parco Rossellino, alle porte della città, circonda il palazzetto dello sport, il "Palapergola";
    • il Lago Pantano, a 5 chilometri dal nucleo urbano verso Sud, è frequentatissima d'estate dagli amanti dello sport e delle passeggiate, sede di numerosi impianti sportivi, piscine, campi volo per ultraleggeri, campetti da calcio etc., ricca di pizzerie, ristoranti, locali giovanili; vi è l'Oasi del WWF, sede di un percorso di Bird Watching e di una clinica di riabilitazione per rapaci.
    • Il bosco di Pallareta, alle porte della città.
    • Il bosco di Rifreddo, con alberghi ristoranti, impianti per equitazione, impianti per il tiro al piattello. Stazione turistica montana.
    • La foresta della Sellata a 4 km dalla città, ricca di percorsi natura, stazione sciistica invernale, alberghi, ristoranti, agriturismo.

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    Tempietto di San Gerardo

    Manifestazioni

    Nel mese di maggio si tiene il MiniMusicMarket, un festival musicale che ha lo scopo di rappresentare anno per anno la situazione musicale nell'intera regione Basilicata.La manifestazione produce un cd antologico distribuito in tutta la Basilicata. Agli inizi di settembre, si tiene presso la località San Luca Branca (Potenza-Est), la gara di fuochi pirotecnici, chiamata Fuochi nel Basento, alla quale partecipano concorrenti provenienti da gran parte dell'Italia. Questo evento raccoglie ogni anno migliaia di cittadini provenienti dall'area urbana e dalla provincia di Potenza.Solitamente ogni mese di maggio si tiene presso uno dei tre piazzali della Regione, a Poggio Tre Galli, la Giornata dell'Arte e della Creatività Studentesca, che vede protagonisti tutti gli alunni degli istituti superiori, licei e anche non appartenenti al rango scolastico, in competizioni di ambito artistico e musicale, con stand organizzati dai ragazzi stessi.

    Il maggio potentino

    Il Maggio Potentino identifica una serie di eventi che il Comune di Potenza organizza in concomitanza con le festività in onore del santo patrono della città, San Gerardo.Si caratterizza da un mese e anche più di manifestazioni, mostre culturali, eventi particolari di ambito variabile. Ogni anno, il 29 e 30 maggio, si prepara la festa cittadina. Il 29 caratterizza la classica Sfilata dei Turchi, sfilata in costume che rispecchiano la tradizione della città, seguita dal Palio dei Cavalli, allo Stadio Alfredo Viviani. Mentre il 30 corrisponde al giorno in cui si venera il Santo Patrono, San Gerardo.. Mentre il 30 corrisponde al giorno in cui si venera il Santo Patrono, San Gerardo.

    La Sfilata dei Turchi

    Ogni 29 maggio si tiene a Potenza la rappresentazione chiamata "Sfilata dei Turchi". La manifestazione popolare rientra in una serie di eventi culturali, popolari e devozionali che si succedono durante le festività in onore del santo patrono della città, San Gerardo.



    Personalità legate a Potenza
    • Giacinto Albini - patriota risorgimentale e politico
    • Carlo Alianello - scrittore e sceneggiatore, esponente del revisionismo risorgimentale
    • Michele Andreolo - calciatore
    • Franco Angrisano - attore
    • Tanio Boccia - regista
    • Bonaventura da Potenza - presbitero e religioso francescano, beato
    • Anna Bonitatibus - Cantante lirica, mezzosoprano
    • Wally Buono - allenatore di football americano
    • Ettore Ciccotti - storico e politico
    • Emilio Colombo - senatore a vita e statista
    • Francesco Colonnese - ex calciatore di Inter e Lazio
    • Donato Bilancia - criminale
    • Ruggero Deodato - attore, regista e sceneggiatore
    • Carmen Di Pietro - showgirl e attrice italiana
    • Giovanni Frezza - attore
    • Young Corbett III - pugile
    • Vincenzo Garraffa - politico e dirigente sportivo
    • Sonia Topazio - attrice, scrittrice ed ex atleta
    • San Gerardo - santo italiano e patrono della città
    • Antonio Gerardi - attore e conduttore radiofonico
    • Giampaolo D'Andrea - politico
    • Francescantonio Nolè - vescovo
    • Tommaso Pedio - intellettuale, storico
    • Rocco Sabato - calciatore
    • Francesco Stabile - compositore
    • Giulio Stolfi - intellettuale, scrittore
    • Emanuele Viggiani - storico, vissuto a fine Settecento
    • Francesco Saverio Petroni - intendente, politico e studioso
    • Lucia Lauria Vigna - centenaria
    • Alfredo Viviani - giornalista ed animatore sportivo
    • Gaetano Cappelli - scrittore
    • Vito Lepore - cestista
    • Gianpasquale Santomassimo - storico
    • Vito Riviello - poeta
    • Beppe Salvia - poeta
    • Antonio Giosa - calciatore
    • Nico Messina - allenatore di pallacanestro.

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    Vista dall'alto del Duomo sulla destra e del Museo Nazionale sulla sinistra (Palazzo Loffredo) di Largo Pignatari



    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 19:46
     
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