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Ragusa

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  1. Isabel
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    Ragusa

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    - Info -

    « Ragùs forte rocca, città ricchissima che vanta antiche origini, nei cui mercati è un continuo andirivieni di genti da tutte le nazioni »
    (Idrisi, Libro di Ruggero)

    Ragusa è un comune italiano di 72.812 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Sicilia.

    È il settimo comune della regione per popolazione e il terzo per superficie. La casa comunale sorge a 502 m s.l.m.Essa è chiamata la "città dei ponti" per la presenza di tre strutture molto pittoresche, ma è stata definita anche da letterati, artisti ed economisti come "l'isola nell'isola" o "l'altra Sicilia", grazie alla sua storia e ad un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell'isola. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell'intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull'altopiano, dall'altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell'antica città e ricostruita secondo l'antico impianto medioevale.
    I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Ragusa è uno luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d'arte barocca.

    Geografia fisica

    Territorio

    La città si estende sulla parte meridionale dei monti Iblei, è il capoluogo di provincia più a sud d'Italia, l'undicesimo per altitudine e dista mediamente dal mare 20 km.

    La cima più elevata è rappresentata dal monte Arcibessi (906 m s.l.m.), per questo è fra i comuni lambiti dal mare che presentano il più elevato dislivello. Il quartiere più antico della città, Ragusa Ibla, sorge su una collina. Ad est la città è circondata dal colle San Cono, ed in mezzo vi scorre il fiume Irminio, il più importante della Sicilia sud-orientale. A nord la città è circondata dal monte Patro, nella valle in mezzo vi scorre il fiume San Leonardo. A sud si trova il monte Bollarito che è diviso da Ragusa tramite il torrente Fiumicello. Infine a ovest sorge Ragusa superiore sui colli Patro e Cucinello, la parte più recente della città invece sui colli Corrado, Pendente e Selvaggio, i primi due staccati dalle colline circostanti da due profonde gole, le tipiche "cave" del tavolato ibleo, la cava San Leonardo e la Cava Santa Domenica.


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    Monti Iblei, Cava Volpe
    La città si sviluppa verso ovest fino a raggiungere l'altopiano (680 m s.l.m.). In passato l'intero territorio di Ragusa era ricoperto da una fitta vegetazione mediterranea composta principalmente da querce e allori. I disboscamenti perpetrati nei secoli, a partire da quelli massicci effettuati dai romani, al fine di destinare la terra alla coltura dei cereali e alla pastorizia, hanno contribuito in larga parte alla diminuzione delle risorse idriche, che comunque nell'intera provincia sono superiori rispetto a quelle di altre province siciliane. Il fiume Irminio, un tempo navigabile, come si evince da antichi documenti arabi, è sbarrato da una diga, ciò ha dato luogo a un lago artificiale: il lago Santa Rosalia, che si trova a metà tra il territorio di Ragusa e quello di Giarratana. Nel territorio ibleo la flora annovera oltre 1500 taxa, per la maggior parte appartenenti all'elemento circum-mediterraneo.
    Il territorio extracomunale, nella quasi totalità, insiste sugli ultimi lembi dei Monti Iblei che dolcemente, scivolano verso il mare, un altopiano caratterizzato da enormi distese coltivate, di un interrotto reticolo di muri a secco punteggiato da carrubi e olivi. I rilievi una volta degradati fino al livello del mare, lasciano il posto alla costa per lo più costituita da enormi distese di sabbia.


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    Paesaggio ibleo e
    il lago di Santa Rosalia
    Negli ultimi due milioni di anni, terminata la regressione marina che nel miocene aveva lasciato emergere gli Iblei e tutto il fondale che va fino alle isole dell'arcipelago maltese, il movimento contrario, nel pliocene immerse le terre più basse e le vicende orogenetiche provocate dall'attività vulcanica sottomarina composero il tavolato ragusano. Il territorio è prevalentemente collinare, formato da grandi altopiani e vallate e lo scorrere dei fiumi ha eroso l'altopiano formando numerosi canyon profondi. Il plateau ibleo costituisce uno dei promontori della placca africana ed è costituito da una crosta di tipo continentale in massima parte da sedimenti carbonatici e carbonatico-marnosi di età cretaceo-quaternario in cui si intercalano vulcaniti basiche, inoltre è diffuso il carsismo. Nelle zone costiere, nei pressi del mare, si trova la pietra arenaria. Alcune aree dei Monti Iblei presentano anche rocce di origine vulcanica come nei pressi del Monte Lauro, facente parte di un complesso vulcanico sottomarino. Dalla pietra calcarea che abbonda nell'intero territorio, nascono i muri a secco, che delimitano le chiuse e che caratterizzano il paesaggio.

    Clima

    Ragusa gode di un clima mediterraneo di tipo collinare: la sua altitudine infatti determina temperature medie più fredde rispetto a quelle della costa siciliana. Sono rari gli eventi nevosi nelle zone più basse della città come Ibla; si verificano con maggiore frequenza, invece, nelle zone più alte, situate sull'altopiano, le quali presentano un clima mediterraneo montano. L'inverno è molto piovoso: la piovosità è abbondante da ottobre a tutto marzo. Insieme a Messina, Ragusa è uno dei più piovosi capoluoghi di provincia, avendo una media annua di circa 700 mm annui. Maggiore è invece la quantità di pioggia che cade sulle zone elevate dei monti Iblei, dove si possono superare 1000 mm annui. Le precipitazioni maggiori si hanno, oltre che durante intense fasi temporalesche tipiche dell'autunno, nel corso delle levantate invernali più persistenti, che riescono ad apportare facilmente quantitativi anche intorno ai 200 mm in un giorno su tutti gli Iblei, con l'eccezione del bassopiano vittoriese che risulta sfavorito se soffiano venti orientali. Esiste un'oscillazione decennale compresa tra i 650 mm e 1 481 mm complessivi.
    Dal punto di vista legislativo, il comune di Ragusa ricade nella Fascia Climatica C e D, tuttavia la frazione di Marina di Ragusa è classificata nella fascia climatica A.

    Toponomastica

    L'origine del nome Ragusa risale all'epoca bizantina, Ρογος, Ragous, Rogos ovvero granaio, dovuto alla ricchezza agricola della zona. Durante il dominio arabo, il nome divenne Ragus o Rakkusa che in arabo significa "luogo famoso per un sorprendente avvenimento", probabilmente una battaglia. Infine in epoca normanna e aragonese venne latinizzato in Ragusia, per poi diventare alla fine del XVIII secolo Ragusa. Secondo Filippo Garofalo l'etimologia di Ragusa verrebbe invece dalla trasformazione del greco Heraea in Heresium per poi passare a Reusium, Reusia, Rakkusa sotto gli arabi, Ragusia e al definitivo Ragusa.
    Heraea a sua volta verrebbe da una presunta identificazione dell'abitato con l'antica Hybla Heraia, la cui effettiva ubicazione non è mai stata accertata. Tuttavia, a partire dal XVII secolo si è cercato di localizzarla proprio in Ragusa, basandosi sulla Tabula Peutingeriana. La tradizione secentesca, mai confermata né smentita, ha dato nome al quartiere antico della città che viene chiamato Ibla o Ragusa Ibla.
    Quale che sia la sua origine toponomastica, in lingua siciliana la città è chiamata “Raùsa” e i suoi cittadini “rausàni”.

    Storia

    Storia antica

    Le origini di Ragusa risalgono al neolitico esattamente alla cultura di Castelluccio, i primi insediamenti sono datati al XX secolo a.C., la città ha da sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella storia dell'isola. Se l'antica Hybla Heraia - la cui ubicazione è attualmente sconosciuta - fosse corrisposta al territorio di Ragusa, ad essa dunque si potrebbe legare la leggenda che narre del re siculo Hyblon fondatore di un primo nucleo abitativo, scacciando gli antichi sicani meno progrediti rispetto ai siculi, e sarebbe più volte stata assediata dai greci, ma inutilmente. Nel 491 a.C. - si suppone presso Hybla Heraia - Ippocrate di Gela morì in battaglia contro i siculi iblei. Nel 450 a.C., Falaride, tiranno d'Agrigento minacciò più volte col suo esercito l'indipendenza e la libertà del popolo di Ibla. Ma il tiranno venne respinto tenacemente e facilmente, anche grazie all'aiuto di Kamarina - fondata dai siracusani su territorio ibleo - e di Siculi, le quali intervennero con i loro eserciti a combattere gli agrigentini. Grazie a queste vittorie, Hybla fu nota in tutto il mondo antico abitato, cosicché le fu attribuito l'appellativo di "Audax", Hibla "l'Audace", dunque la città conservò la propria indipendenza fino alla metà del III secolo a.C.
    Kamarina, popolata da siculi iblei e da greci, non ebbe la stessa sorte, durante il corso dei secoli, a causa dei continui saccheggi, fu completamente spopolata e gli abitanti si rifugiarono nella città d'Hybla. In seguito sotto i Romani, Ragusa divenne una città decumana insieme a Modica, obbligate cioè a pagare la decima parte dei raccolti, ciò fa pensare ad un trattamento di favore, probabilmente dovuto al fatto che le città si arresero senza combattere.

    Storia medioevale

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    Ragusa in epoca medievale
    I bizantini costruirono un ampio muro di cinta a Ibla intorno al 700 d.C., inoltre Basilio e Nicola furono nominati patroni della città. Già agli inizi del IX secolo gli arabi avevano conquistato la maggior parte dell'isola, nell'844 d.C. l'alleata Modica viene conquistata. Gli arabi provarono più volte ad espugnare la città ma la conquistarono solo nell'848 dopo varie ed estenuanti guerre contro le popolazioni iblee; nell'866 d.C. la popolazione iblea espulse gli arabi da tutto il territorio a causa di una violenta ribellione, solo nell'878 venne nuovamente riconquistata. Tuttavia durante gli arabi si formarono decine e decine di casali, coltivazione di cotone, coltivazioni irrigue, terrazzamenti. In poco meno di 200 anni gli arabi diedero un impulso grandioso all'agricoltura. Nel 1090 un'imponente rivolta popolare supportata da spie normanne, scacciò definitivamente gli arabi da tutto il ragusano innescando una tremenda caccia all'invasore. Dal periodo normanno, tranne per qualche breve interruzione, la città fu per più di cinquecento anni amministrata autonomamente da vari conti, anche all'interno di altre dominazioni come quelle angioine e aragonesi, grazie agli antichi privilegi che nel 1091 il Gran Conte Ruggero concesse al proprio figlio Goffredo primo conte di Ragusa, che poté amministrarla con un'ampia autonomia. Durante il periodo svevo la città fu incorporata nel demanio, tuttavia alcuni privilegi furono ristabiliti grazie al re Federico II. Gli angioini, invece, amministrarono la Sicilia e Ragusa in modo pessimo e furono cacciati grazie ai famosi vespri Siciliani, in particolare Giovanni Prefoglio capeggiò la rivolta ragusana che sterminò il presidio francese. In seguito a ciò, sotto gli aragonesi, Ragusa riacquistò l'antica autonomia normanna e fu concessa in Signoria a Donna Marchisia Prefoglio, moglie del citato Giovanni. La contea di Ragusa si fuse con la contea di Modica nel 1296 grazie a Manfredi I Chiaramonte, che prese in sposa Isabella Mosca, figlia del Conte di Modica. Nel 1366, con Manfredi III Chiaramonte, la contea raggiunse il massimo splendore con l'acquisizione delle terre di Terranova e di tutto l'arcipelago maltese. La Contea di Modica godeva di un'amministrazione autonoma del tutto separata dal governo di Palermo, nessun re aveva diritto a governarla, ma solo il conte. Divenne dunque fra gli stati feudali italiani più importanti. Ma fu soprattutto sotto il potente conte Bernardo Cabrera che l'infeudazione ebbe il massimo prestigio.

    Ragusa descritta dall'abate Paolo Balsamo agli inizi dell'Ottocento

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    Paolo Balsamo esperto viaggiatore
    nel 1808 visitò la contea.
    « Ci dipartimmo da Ragusa gratissimi per le cortesie usateci [...]; ed affezionatissimi ad una città, che chiamammo per ischerzo la nostra Capua, perciocché ci distolse dal nostro semplicissimo modo di vivere e viaggiare e c'intrattenne con piacevolezze e passatempi, che provenire non possono se non da una raffinata civiltà e da una bastevole affluenza di pubbliche e private fortune. Io che ho veduto a sufficienza di Europa e posso luoghi con luoghi comparare, ingenuamente confesso, che le provincie di Sicilia, mancano di quella ridente prosperità; vorrei tuttavia, che quei maldicenti nazionali e forestieri, conoscessero e contemplassero bene Ragusa, affinché si divezzassero da certi concetti, ed opinioni sullo stato dell'interno del Regno, che hanno adottate per difetto di opportune notizie, e per una immaturità, e precipitanza di giudizi. »
    (Paolo Balsamo, Giornale di viaggio fatto in Sicilia e particolarmente nella contea di Modica)

    Storia moderna

    « Urbs dives, città opulentissima, ricca di cospicue famiglie, e che forma la miglior parte della contea »
    (Vito Amico, Lexicon Siculum, 1757)L'11 gennaio 1693 un terremoto devastante distrusse l'antica città e causò circa cinquemila morti su una popolazione di tredicimila abitanti. Questo determinò la ricostruzione dell'intera città dando origine allo splendido barocco che caratterizza il Val di Noto.
    Nel 1848 insieme alle città di Modica e di Scicli si ribellò al governo borbonico, al fine di ottenere la libertà e l'indipendenza dell'Isola. Nel 1860 furono inviati immediatamente dei volontari armati in aiuto di Garibaldi che era appena sbarcato a Marsala e dunque entrò a far parte del Regno d'Italia sotto la guida del senatore Corrado Arezzo de Spuches di Donnafugata. Nel 1889 nasce la Banca Popolare Cooperativa di Ragusa, primo embrione dell'attuale Banca Agricola Popolare di Ragusa, la banca nacque grazie alle ingenti ricchezze e alla florida agricoltura che appartenevano all'ormai ex contea e divenne subito un polo importante di riferimento per tutta l'economia iblea.
    Agli inizi del XX secolo anche nel ragusano si diffusero le idee socialiste in modo particolarmente forte rispetto alla regione, da molti storici fascisti Ragusa fu descritta come "un feudo dei rossi, non dissimile da quello di Bologna". A causa di una forte dialettica politica, a Ragusa si impose il fascismo, provocando una risposta violenta analoga a quella padana. Il 29 gennaio 1921 un gruppo di fascisti distrusse il circolo socialista di Vittoria, uccidendo un uomo e ferendone dieci e due mesi dopo a Ragusa furono uccise quattro persone e sessanta rimasero ferite. La città fu la prima siciliana ad avere dato vita a questo movimento politico, a tal punto che nella Torre littoria edificata per volere dello stesso Mussolini fu incisa la seguente frase: "Fascismo ibleo Tu primo a sorgere nella generosa terra di Sicilia". In seguito, nel 1927 grazie a Filippo Pennavaria noto esponente fascista, Ragusa divenne capoluogo dell'omonima provincia, e contemporaneamente aggregò il limitrofo comune di Ragusa Ibla.
    Durante la seconda guerra mondiale la città fu scossa improvvisamente dai bombardamenti, a partire dal 1942 e per tutto il 1943, a causa della presenza dell'aeroporto militare di Comiso; dalla sua pista partivano i cacciabombardieri dell'Asse. Nel 1943 la costa iblea fu poi teatro dello Sbarco in Sicilia da parte degli Alleati, ritornando comunque rapidamente alla normalità alla fine della guerra. Il 4 gennaio 1945, la giovane Maria Occhipinti diede origine ad una rivolta popolare; infatti la donna incinta di cinque mesi si stese a terra davanti ad un camion militare, ed in tutta la città scoppiò una violenta sommossa, soprattutto nelle zone più popolari e in particolare nel quartiere soprannominato Russia. La calma fu ristabilita rapidamente non senza feriti e molti ragusani vennero incarcerati o costretti a essere espulsi dalla città. Il 6 maggio 1950 con regolare bolla pontificia, Ragusa è stata eretta alla dignità di diocesi, grazie al sagace e costante impegno di Mons. Carmelo Canzonieri, allora parroco di San Giovanni Battista divenuto in seguito vescovo ausiliare di Messina prima e di Caltagirone poi, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Siracusa e dalla diocesi di Noto.
    Oggi Ragusa si presenta come una città dinamica e benestante: è sede di numerose aziende ed enti ed è inoltre il più importante polo finanziario del meridione per la presenza della BAPR che è la quarta banca popolare italiana. Dagli anni novanta l'economia ragusana si sta sviluppando verso il settore industriale che è tuttora in rapida crescita in controtendenza rispetto alla situazione italiana; la scarsa presenza di infrastrutture ha limitato la grande potenzialità di questo territorio che comunque rimane l'area export più importante della Sicilia, inoltre la città dal 1993 è sede universitaria.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    « Ma anche si pretende la passione per le macchinazioni architettoniche, dove la foga delle forme in volo nasconde fino all'ultimo il colpo di scena della prospettiva bugiarda. Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d'animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia »
    (Gesualdo Bufalino)

    Ragusa è stata catalogata nel 2002 patrimonio dell'umanità, è una delle città d'arte più importanti d'Italia, grazie a svariate ricchezze artistiche e archeologiche, eredità della sua storia plurimillenaria.
    La ricostruzione della città dopo il terremoto del 1693 ha avuto protagonisti famosi quali Vaccarini, Palma, Giovanni Vermexio, Sebastiano Ittar, Vincenzo Sinatra e soprattutto il celebre Rosario Gagliardi. Questi, con l'aiuto di uno stuolo di scultori locali e capomastri, ha contribuito a creare un fenomeno unico e particolare: il Barocco del Val di Noto. Esso è adornato dalla pietra locale, di volute, di vuoti e di pieni, di colonne e capitelli, di statue e di composizioni architettoniche, di cui probabilmente il Duomo di San Giorgio è la massima espressione. Già dalla fine del Cinquecento a Ragusa circolavano libri importanti quali I sette libri di architettura di Sebastiano Serlio, i Quattro libri dell'architettura di Andrea Palladio, le opere di Domenico Fontana ed altri testi di celebri architetti.
    In generale il barocco ragusano è una rielaborazione di opere o disegni, spunto in cui si inserisce il gusto raffinato ed eclettico dell'artista, infatti molti mastri-scultori costituirono la base sulla quale la fantasia, l'estro e l'abilità di questi, riprodusse e personalizzò modelli e schemi, ricavando con la pietra locale, calda e dorata, effetti riferibili solo al barocco ibleo. La maggior parte del patrimonio artistico, con la sola eccezione della cattedrale di San Giovanni Battista e di qualche palazzo settecentesco, si trova nel quartiere antico di Ibla. Il solo quartiere di Ragusa Ibla contiene oltre cinquanta chiese, la maggior parte sono in stile tardo barocco. Anche i palazzi storici sono numerosi.
    Di tutte le strutture edificate fra la tarda antichità e la fine del Seicento esistono solo frammenti: un breve tratto della cerchia di mura, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del Duomo di San Giorgio, datate 1570 attribuite ad Antonio Gagini, figlio del grande Antonello Gagini, morto nel 1536; alcuni frammenti della lapide del conte Bernardo Cabrera.

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    Piazza Libertà negli
    anni cinquanta
    Innumerevoli furono le opere portate al termine negli anni trenta in brevissimo tempo, a coordinare i progetti fu chiamato l'architetto Ugo Tarchi della reale accademia di Brera, che in particolare curò lo studio urbanistico e la costruzione di piazza Impero, con il maestoso Palazzo del Fascio caratterizzato dall'alta torre centrale, su progetto dell'architetto Ernesto Lapadula. Sulla medesima piazza si avviò anche la costruzione del Palazzo del consiglio provinciale delle corporazioni, oggi sede della Camera di Commercio, su progetto dell'architetto Fichera. Al lato della Cattedrale si trova il Monumento ai Caduti, opera in bronzo dello scultore Sindoni, su basamento rivestito di marmo, inaugurato il 12 maggio del 1924 in occasione della prima visita a Ragusa di Benito Mussolini.

    Architetture religiose

    Portale di San Giorgio

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    Portale di San Giorgio
    L'antica chiesa di San Giorgio edificata nel XII secolo, ebbe la massima attenzione da parte del conte Goffredo che modificò e ampliò e arricchì la primitiva chiesa sia negli aspetti architettonici che nell'arredo e nelle dotazioni patrimoniali. La chiesa a giudicare dal portale doveva essere di grande magnificenza, in linea con l'estetica che lo stile ogivale esigeva, si trattava dunque di un grande tempio a tre navate separate da sette colonne per lato, arricchite da ben dodici altari oltre i tre dell'abside al Fonte Battesimale. Caratteristica dell'edificio era soprattutto il campanile, edificato dall'architetto ragusano Di Marco, mirabile esempio di architettura con i suoi 100 metri d'altezza fu tra i più alti d'Europa. Del terribile terremoto del 1693 purtroppo resta solo il portale, magnifico esempio di architettura gotico-catalana costruito con blocchi di calcare tenero, dal tenue colore rosato. La lunetta sopra l'architrave rappresenta il santo cavaliere che trafigge il drago, con la regina di Berito inginocchiata che assiste alla scena. L'arco è contenuto tra due lesene scanalate e lo spazio superiore è arricchito da due grandi losanghe, all'interno delle quali alloggia l'aquila ragusana. Gli interstizi tra le colonne dell'arco sono ornate da figure che rappresentano le arti e i mestieri e lungo tutta la superficie da una teoria di figure mostruose e immaginarie, tra fiori e foglie, eredità dei bestiari medievali. Nelle strombature ha eleganti colonnine a fascio, che si uniscono formando un armonioso arco; l'ultima colonna dei nove fasci non segue l'arco ma si restringe, si alza sugli altri otto per formare un grande fiore. Il portale è tra i più importanti simboli della città, inoltre il noto premio Portale d'argento assegnato dalla città di Ragusa si fregia della contemporanea presenza del premio di rappresentanza del presidente della Repubblica Italiana.

    Cattedrale di San Giovanni Battista

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    Cattedrale di San Giovanni Battista

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    La Cattedrale in un'immagine del 2002
    Cattedrale di San Giovanni Battista; è fra le più grandi chiese della Sicilia, prima del terremoto sorgeva nella parte ovest della città, sotto le mura del castello. I capomastri Giuseppe Recupero e Giovanni Arcidiacono progettarono la riedificazione in stile barocco. Possiede una maestosa facciata, ricca di intagli e sculture, è divisa in cinque partiti da grandi colonne, sul lato sinistro svetta il campanile che si innalza per oltre 50 metri. L'interno è a croce latina, con presbiterio absidato, è diviso da tre ampie navate e quattordici colonne in pietra pece ragusana come anche il pavimento, costituita anche da intarsi in calcare bianco, mentre nel 1858 fu costruito il grande organo Serassi con l'ampia cantoria in legno scolpito e dorato. Dal 1950 la chiesa è sede della cattedra del vescovo e madre di tutte le chiese della diocesi. All'incrocio del transetto con la navata centrale, nel 1783, venne innalzata la cupola che, nei primi anni del secolo XX, fu rivestita con una copertura di lastre di rame, per eliminare le nocive infiltrazioni d'acqua piovana che ne stavano compromettendo la struttura. Nella prima metà del XIX secolo gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita e dorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, sono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi.

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    Duomo di San Giorgio
    Duomo di San Giorgio; è una delle massime espressioni a livello mondiale dell'architettura sacra barocca, la chiesa antica sorgeva all'estremità est dell'abitato, dove si trova ancora l'antico portale. Fu riedificata al posto della chiesa di San Nicola, che fino al XVI secolo era stata di rito greco. Del progetto venne incaricato il grande architetto Rosario Gagliardi, si conservano tuttora le antiche tavole originali, esso è caratterizzato dalla monumentale facciata a torre che ingloba anche il campanile nel prospetto e termina con una cuspide a bulbo. La sua collocazione al termine di un'alta scalinata e la sua posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante ne accentuano l'imponenza e gli effetti plastici. La cupola di gusto neoclassico a doppia calotta, poggiante su due fila di colonne sarebbe stata progettata dal capomastro ragusano Carmelo Cultraro, ispirandosi alla cupola del Pantheon di Parigi. All'interno si trovano le statue del Gagini e si trova inoltre il capolavoro della ditta Serassi che lo volle chiamare Organum maximum in quanto sintesi della migliore arte organaria all'epoca esistente composto da 3368 canne. Nelle cappelle delle navate laterali si trovano tele dei migliori artisti del settecento siciliano: D'Anna, Tresca, Manno. Sopra le porte laterali sono conservati i due simulacri che vengono portati in processione per le strade, durante la festa patronale di San Giorgio: la statua del Santo a cavallo opera dello scultore palermitano Bagnasco, che la realizzò nel 1874, e la grande cassa-reliquiario in lamina d'argento sbalzata, opera del 1818 dell'argentiere palermitano Domenico La Villa. Le finestre della navata centrale sono chiuse da vetri colorati, artisticamente istoriati: in tutta la chiesa ve ne sono ben 33, raffiguranti 13 episodi del Martirio di San Giorgio, 6 figure di Santi, 14 simboli vari, realizzati su disegni di Amalia Panigati. L'architettura trova corrispondenza non tanto nelle Chiese italiane, ma è molto più simile ai modelli dell'Europa del nord, come le chiese londinesi di Hawksmoor o quelle di Neumann in Franconia, che sviluppano in facciata il tema del partito centrale a torre.

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    Campanile della chiesa
    di Santa Maria dell'Itria
    • Chiesa di Santa Maria dell'Itria; la chiesa di Maria Santissima dell'Itria è la chiesa commendale del Sovrano militare ordine di Malta sotto il titolo di San Giuliano, fondata dal barone Blandano Arezzi nel 1626, vicino all'ospedale col medesimo nome. Il nome deriva dal greco Odygitria (ovvero colei che indica il cammino). La chiesa, che è situata al centro dell'antico quartiere ebraico di "Cartellone", non fu particolarmente colpita dal sisma, essa però venne ugualmente ampliata e modifica in stile barocco, diventando uno dei luoghi di culto più importanti del quartiere.
    • Chiesa di Santa Maria delle Scale; costruita nel XV secolo del cui periodo rimangono avanzi di un portale e di un pregevole pulpito in pietra in stile gotico.
    • Chiesa di San Filippo Neri; sorta intorno al XVII secolo grazie alla confraternita devota al santo, il prospetto molto semplice si affaccia su un piccolo sagrato ed è impreziosito dal portone d'ingresso. L'interno, ad aula, con una cappella sul lato destro, fu rimaneggiato alla fine dell'Ottocento.
    • Chiesa di Santa Maria dei Miracoli; venne edificata intorno alla metà del XVII secolo dopo il rinvenimento di una immagine della Madonna col Bambino, di origine bizantina. Ha una pianta ottagonale allungata e rappresenta dunque un unicum nel contesto ibleo, il dipinto sacro, presenta caratteri cirillici preslavi, tuttora avvolta nel mistero, anche se secondo la leggenda fu portata da Isacco Comneno dove qui fu sepolto.
    • Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio; ricostruita completamente nel XVIII secolo a tre navate e con facciata tripartita. Vi si conservano pregevoli tele e la statua in argento del XVII secolo del santo.
    • Chiesa di San Giuseppe; edificata nel 1756 per iniziativa delle monache benedettine, progettata dal Gagliardi, la facciata a tre ordini, ricca di intagli e sculture. L'interno è caratterizzato da una pianta ovale, la copertura è costituita da una grande cupola.

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    Chiesa di San Giuseppe
    • Convento e chiesa di Santa Maria del Gesù; costruita intorno al 1636 per volere dei frati minori riformati, il prospetto ha una caratteristica forma a capanna e ha come unico ornamento il portale scandito da due semicolonne che reggono un timpano spezzato. Vi è un piccolo campanile posto sul lato sinistro della chiesa. L'interno è riccamente adornato da stucchi e affreschi.
    • Convento e chiesa di San Francesco all'Immacolata; la chiesa sorse probabilmente nel XIII secolo, i frati francescani la vollero allocare all'estremità dell'abitato per poter svolgere l'accoglienza e la cura dei malati. La torre campanaria è tra le più antiche della Sicilia, databile infatti al periodo svevo.
    • Chiesa di San Vincenzo Ferreri; la chiesa venne costruita agli inizi del XVI secolo, non fu particolarmente danneggiata dal terremoto, però probabilmente subì qualche modifica. Ha un prospetto lineare molto semplice che presenta due colonne con capitelli corinzi e un timpano, spezzato da un finestrone. Particolare è il campanile impreziosito da fasci di pietre policrome. L'interno è affrescato con pitture murali che rappresentano la Ragusa medioevale, all'esterno è presente un'antica meridiana risalente ai primi del XVI secolo. La chiesa è stata oggetto di un importante restauro terminato nel 2010; l'edificio è attualmente adibito ad auditorium pubblico.

    Architetture civili

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    Balconi del Palazzo Cosentini

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    Circolo di conversazione
    • Palazzo Zacco; il palazzo, tra i più belli di Ragusa superiore, fu costruito dal barone Melfi. Si presenta con due prospetti, in ognuno dei quali si aprono tre balconi nel piano nobile. Il portone d'ingresso è fiancheggiato da due colonne su alti plinti in pietra pece, con capitelli corinzi sui quali poggia il balcone centrale con una ringhiera mistilinea in ferro battuto. Gli stipiti dei balconi sono sorretti da mensoloni con due registri: in quello inferiore mascheroni grotteschi, in quello superiore figure fantastiche che ricalcano quelli di altri palazzi nobiliari coevi o realizzati nei decenni precedenti. Nella testata ad angolo tra le due strade l'enorme scudo araldico dei Melfi di S. Antonio. Con questo palazzo entra a Ragusa lo stile rococò più sfrenato che ha riscontro solo in pochi altri edifici. Il palazzo diverrà la sede del museo delle tradizioni ragusane.
    • Palazzo Schininà di Sant'Elia; fu costruito alla fine del XVIII secolo dal barone Mario Leggio Schininà marchese di Sant'Elia e primo sindaco di Ragusa superiore. Si estende per un intero isolato, dal 1950 la parte nord è stata regalata alla diocesi e successivamente vi furono trasferiti la sede del vescovado e alcuni uffici amministrativi. Del lunghissimo prospetto è completo solo il piano terra su cui si aprono i due portoni. La facciata dell'ala nord ha sette balconi al primo piano: nel mezzo si trova il portone centrale, delimitato da due paraste su alti plinti, arricchite da ghirlande, con capitelli rococò. Dal portone si accede a un cortile interno da cui si diparte il sontuoso scalone che porta ai portici del piano nobile I sei balconi sono sorretti da grandi mensoloni con finissimi motivi fogliacei; gli ornamenti degli stipiti ripetono il motivo del balcone centrale e culminano con una classica conchiglia barocca. È la più grande costruzione del tardo settecentesco di Ragusa.
    • Palazzo Sortino-Trono; il palazzo fu edificato nel 1778 su parte delle mura dell'antico castello. L'imponente prospetto sovrasta la piazza degli archi e si affaccia sulla balconata. Vi è un ampio portale d'ingresso, lievemente convesso, che regge un balcone dalla cornice alquanto lineare realizzata in pietra calcarea con intarsi in pietra pece. I tre balconi laterali hanno grandi mensole in pietra pece scolpite a motivi vegetali e nelle aperture cornici in pietra calcarea, con un caratteristico fregio a lambrecchini di gusto rococò. Ai lati del portone d'ingresso due piccole aperture di forma ovale e nei tre partiti, grandi finestroni dalla cornice mistilinea sormontata da un fregio a conchiglia.
    • Palazzo Bertini; edificato alla fine del Settecento, caratteristiche sono le sculture presenti, tre grandi teste, dette "mascheroni" che raffigurano tre personaggi della cultura barocca: il mendicante, il nobile e il mercante. Il primo è coperto di stracci e mostra un viso deforme con un grande naso e la bocca senza denti, il nobile, dallo sguardo fiero, ha un elegante cappello piumato da cui fuoriesce la capigliatura a boccoli, mentre il mercante ha il viso paffuto con un grande turbante ed un orecchino con una grande perla, segno di ricchezza e opulenza.
    • Palazzo Nicastro; edificato nella prima metà del XVIII secolo, divenne sede della cancelleria comunale, il prospetto principale si affaccia su una piazzetta che anticamente era l'unica via d'accesso al quartiere superiore della città. Due alte lesene racchiudono lo spazio in cui troneggia la grande tribuna, l'elemento di maggior pregio della costruzione.
    • Palazzo Cosentini; edificato nel terzo quarto del XVIII secolo per iniziativa del barone Raffaele Cosentini. I tre balconi presenti, si caratterizzano per la ricchezza di decorazioni delle mensole con mascheroni dai volti grotteschi e deformi sormontati da figure di musicisti, in quello centrale, figure alludenti all'abbondanza e in quello a destra, personaggi del popolo. Il prospetto è laterale, delineato da due alte paraste.
    • Palazzo La Rocca; costruito intorno al 1765 dal barone La Rocca di S. Ippolito. Il prospetto, ad un piano, sobrio ed elegante, è caratterizzato da sette balconi sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece. Vi sono raffigurate delle figure antropomorfe tra cui particolarmente interessante il flautista, il suonatore di liuto, la popolana col bimbo e le due figure unite in un abbraccio, ripetuto dai puttini nelle mensole piccole laterali.
    • Palazzo Battaglia; la costruzione fu iniziata nel 1724 probabilmente dal Gagliardi. La facciata principale, rivolta verso la chiesa della SS. Annunziata, è costituita da un pianterreno ed un primo piano separati da una semplice fascia di pietra, nel sovrastante piano nobile troviamo tre balconi dalle sobrie cornici; quello centrale è sormontato dal grande scudo araldico con gli stemmi della casa nobiliare delle famiglie Battaglia e Giampiccolo.
    • Circolo di conversazione; l'aristocrazia ragusana decise di costruire un proprio circolo di conversazione, raro esempio di stabile costruito appositamente a tale scopo. È chiamato anche Caffè dei cavalieri. Costruito nel 1850 in stile neoclassico è una delle poche strutture ricreative che si è conservata intatta. Il prospetto ad un piano, si presenta elegante e sobrio lungo circa 10 metri, in stile neoclassico. Ha tre porte divise da sei paraste scanalate con capitelli di stile dorico, il cornicione ornato da triglifi, in corrispondenza delle porte presenta tre bassorilievi con due donne alate che sorreggono una lampada e due sfingi ai lati. Sul cornicione, lo stemma della città affiancato da due leoni antropomorfi circondati da una ghirlanda di fiori. Il fastoso salone delle feste mostra un soffitto affrescato dal ragusano Tino Del Campo alla fine del XIX secolo con un'allegoria delle arti e delle scienze e quattro medaglioni agli angoli. Trattandosi di un locale privato non è aperto al pubblico, ma la disponibilità dei soci ne permette spesso la visita.

    Architetture militari

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    Porta Walter
    • Porta Walter o porta Vattiri è l'unica delle cinque porte d'ingresso alla città antica che ha resistito ai secoli e rappresenta uno dei pochi resti della cinta muraria. Fu edificata nella prima metà del '600 in occasione della visita del Viceré di Sicilia Giovanni Alfonso Enriquez de Cabrera. La porta, alta 5 metri e larga 3, sopra l'arco a sesto ribassato ha un'iscrizione in latino su due file di blocchi intagliati di calcare. Purtroppo le sei righe di caratteri latini sono ormai quasi illeggibili. Da Porta Walter scende una stradina che porta alla vallata Santa Domenica e alla strada per Modica.
    • Mura bizantine; accanto alla chiesa del santissimo Signore Trovato che si trova alla periferia orientale di Ragusa Ibla e dietro la chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio nel quartiere degli Archi si trovano i resti di mura bizantine dell'VIII secolo che facevano parte della cinta muraria difensiva del castello di Ragusa costruito dai bizantini e poi ingrandito dai normanni.
    • Torre Cabrera di Marina; si trova nel territorio comunale anche la Torre Cabrera di Marina di Ragusa che è una torre di difesa costiera che fu costruita nel XVI secolo a protezione del caricatoio del porto vecchio della frazione ragusana.
    • Castello di Donnafugata; la leggenda narra che la principessa Bianca di Navarra, fu imprigionata dal conte Bernardo Cabrera signore della Contea di Modica, ma la principessa riuscì a fuggire attraverso le gallerie che conducevano nella campagna che circonda il palazzo. Il conte era talmente temuto dai sovrani di Palermo che non reagirono, né mai ridimensionarono il suo potere.

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    Il Castello di Donnafugata.
    Ma il nome del castello è probabilmente di origine araba, dal nome dato alla località. Si dice che sia stato edificato sulla vecchia struttura di una torre duecentesca; una parte dell'edificio, tra cui la torre, risalgono alla metà del Settecento ma nel suo complesso il possente edificio è dovuto al Barone Corrado Arezzo che lo fece realizzare un secolo dopo inserendo nella facciata principale, in stile neo-gotico con richiami del veneziano, la bella loggia con gli eleganti archi trilobati. L'edificio si sviluppa su una superficie di 2500 m² e consta di ben di 122 vani. Il piano nobile è dotato dell'arredamento originale dell'epoca; vi si accede mediante una grande scalinata monumentale in pietra-pece (tipica della zona ragusana ricca di bitume e olio minerale). Notevoli il salone degli stemmi, con affreschi parietali di insegne nobiliari delle grandi famiglie Siciliane, il salone degli specchi, la sala della musica, la stanza del biliardo, con infine la improbabile, dal punto di vista cronologico, ma affascinante dal punto di vista della leggenda, stanza da letto della principessa di Navarra. Le stanze, le sale e i corridoi sono decorati con stucchi ed affreschi. Il Castello è attorniato da un parco lussureggiante di quasi 8 ettari con grandi alberi di Ficus, ed altre essenze esotiche. Al suo interno si trovano un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali.

    Ponti di Ragusa

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    Il ponte vecchio
    • Ponte Vecchio; nel 1843 con la costruzione del Ponte Vecchio la città si poté sviluppare pure verso sud, il ponte infatti permetteva di superare l'ostacolo naturale della vallata S. Domenica. Il ponte in stile architettonico romano detto anche dei Cappuccini, fu voluto dal Padre cappuccino Gianbattista Occhipinti Scopetta (1770-1836), dell'omonima famiglia Occhipinti di cui deriva lo pseudonimo di "Scopetta" molto conosciuto a Ragusa, costruito come collegamento tra il centro abitato ed il convento di S. Francesco di Paola oggi d'Assisi edificato al di là della vallata e voluto sempre dallo stesso Padre Scopetta, sul colle in cui vi erano numerose attività industriali per l'estrazione della pietra pece, e aprendo così in un certo modo la strada verso il mare.
    • Ponte Nuovo; nel 1937 fu inaugurato il secondo ponte, chiamato Ponte del Littorio, comunemente chiamato dai cittadini Ponte Nuovo o Ponte di Via Roma. Nel punto più alto misura quaranta metri, è lungo circa centotrentadue metri e largo circa dieci, oltre i marciapiedi larghi due metri ciascuno. Presenta quattro pilastri in cemento armato ricoperti di calcare duro (pietra viva) e quattro arcate.
    • Ponte Papa Giovanni XXIII; nel 1964, a causa dell'intenso sviluppò cittadino, si realizzò un terzo ponte, il Ponte Papa Giovanni XXIII (detto anche Ponte Nuovissimo o Ponte San Vito per distinguerlo dal ponte del '37) a campata unica che unisce il quartiere del Carmine con il quartiere dei Cappuccini.

    Siti archeologici

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    Scavi archeologici a Ibla
    L'area iblea ha restituito diverse rilevanze archeologiche, nella zona di Fontana nuova, nei pressi di Marina di Ragusa, spetta il primato del più antico ritrovamento di testimonianze umane finora scoperto in Sicilia: in una grotta sono state ritrovati alcuni raschiatoi e lame da taglio in pietra scheggiata, risalenti a 30 000 anni fa. La maggior parte dei reperti si trovano al Museo archeologico ibleo.
    • Kamarina. La città antica era realizzata su tre colli, come testimoniano le tracce e le parti di mura arcaiche e una grande torre. Resti di case ellenistiche: Casa dell'altare, Casa dell'iscrizione e Casa del Mercante.
    • Monte Arcibessi. Nel territorio di Monte Arcibessi sono presenti insediamenti fortificati ("castellieri") dell'età del Bronzo e dell'età del Ferro. Abitati preistorici, resti di insediamenti abitati greci arcaici, testimonianze di epoca ellenistico-romana e resti bizantini e medievali.
    • Kaukana. Resti archeologici di una città portuale greco-romana ed insediamento bizantino.
    • Hybla Heraia. Resti della città stato siculo-greca rinvenuti dagli scavi effettuati a Ragusa Ibla.
    Grotta delle Trabacche. Sito archeologico di architettura funebre a carattere monumentale dell'epoca romana e bizantina.
    • Castiglione. Insediamento siculo-greco con resti di due ampi quartieri del VI secolo a.C., fortificazioni, strada urbana, un'area sacra ed una necropoli Greca.
    Tra i ritrovamenti più importanti di tutta l'area iblea vi è il Guerriero di Castiglione un bassorilievo da un'unica lastra di calcare locale, raffigurante un armato a cavallo con destriero incedente verso sinistra, mentre l'estremità del blocco sono decorate con le protomi di un toro e di una sfinge.

    Altri siti d'interesse
    • Vecchio Mercato di Ibla
    • Vecchio Macello di San Paolo
    • Timpa ro Nannu nella Cava San Leonardo
    • Salita dell'orologio, a Ragusa Ibla

    Aree naturali

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    Parco Giovanni Paolo II

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    Giardino Ibleo

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    Giardino Ibleo
    Ragusa è circondata da ampie vallate che costituiscono un verde pubblico naturale di cui è possibile usufruire, inoltre all'interno della città vi sono quattro parchi che costituiscono un polmone verde. Ogni vallata è percorsa da un fiume, a nord si trova il San Leonardo, ad est il fiume Irminio e a sud scorre il torrente fiumicello.
    • Giardino Ibleo (1858), il giardino è stato realizzato nel 1858, sorge sull'estremità est d'Ibla a circa 385 ms.l.m., all'interno si trova l'imponente monumento ai caduti della grande guerra e la chiesa di San Vincenzo Ferreri, la chiesa di San Giacomo e la chiesa dei Cappuccini. Vicino al giardino, si trovano pure gli scavi archeologici di Ragusa Ibla, essi hanno portato alla luce molti reperti dell'antica Hybla.
    • Villa Margherita
    • Villa Santa Domenica
    • Parco Giovanni Paolo II
    • Parco Robert Baden-Powell
    • Parco Padre Pio a Marina di Ragusa
    • Villetta Via Stiela
    • Villetta Citelli - Caboto

    Il comune ospita anche:
    • Riserva naturale macchia foresta del fiume Irminio
    • Riserva naturale integrale Cava Randello
    • Demanio forestale Calaforno
    Inoltre è stato avviato l'iter per l'istituzione del Parco degli Iblei.
    Muri a secco, il 2 maggio 1445 la Gran Corte Regia di Palermo condannò all'esborso di 60.000 ducati il conte Giovanni Bernardo, per appropriazioni indebite di terre e diritti demaniali. Il conte, per pagare questa somma, diede così inizio all'enfiteusi, iniziando a spezzettare e cedere il proprio feudo ai contadini, in cambio di modesti canoni. Questa opera di distribuzione delle terre continuò per tutto il Quattrocento ed il Cinquecento, anche con i subentranti Conti della dinastia degli Enriquez Cabrera. Alla distribuzione delle terre seguì l'opera di dissodamento da parte dei contadini e la costruzione dei muri a secco. Queste strutture servivano a rendere coltivabile il terreno e a delimitare le proprietà dei contadini. Questa fitta rete geometrica di muri caratterizza il paesaggio rurale ragusano.

    Tradizioni e folclore
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    San Giovanni
    Nel 1063 l'importante battaglia di Cerami segnò la disfatta degli arabi in Sicilia. Ruggero fu il primo ad inventare la cosiddetta propaganda bellica, anticipatrice dell'intelligence, infatti i normanni fecero circolare la voce che la battaglia fosse stata vinta grazie ad appena un centinaio di cavalieri, contro preponderanti forze nemiche. La leggenda vuole che San Giorgio per volere di Dio fosse sceso sulla terra per aiutare i soldati normanni, così il conte Goffredo, costruì a Ragusa l'imponente chiesa dedicata al Santo cavaliere, l'edificio era in stile gotico-catalano, fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e ai giorni nostri è rimasto solo lo splendido portale. Nel 1643, in conseguenza della bolla "Universa" di Papa Bonifacio VIII, San Giorgio fu proclamato Patrono Principale e Protettore della città di Ragusa.
    San Giovanni Battista invece è il patrono di Ragusa superiore, probabilmente il culto risale al VI secolo d.C., ma è ormai confermato che nel quartiere dei cosentini, formatosi con il conte Goffredo, fosse stata eretta una chiesa devota al santo, fuori le mura d'Ibla. Dunque questa situazione di doppio patrono, deriva da una serie di eventi storici, ma si inasprì soprattutto dopo il terremoto del 1693 che divise in due la città, già sofferente a causa di guerre campanilistiche sempre più intense. Queste lotte portarono alla formazione di due comuni autonomi, solo nel 1926 le due amministrazioni si riunirono dopo circa due secoli di separazione. Attualmente la festa di San Giorgio si svolge l'ultima settimana di maggio a Ragusa Ibla, mentre la festa di San Giovanni Battista si celebra il 29 agosto a Ragusa superiore. Ormai non esiste più una vera contrapposizione fra i due Santi, ma entrambi vengono festeggiati con sontuose processioni.

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    San Giorgio
    Negli ultimi decenni, qualche volta i due santi si sono incontrati; San Giorgio è salito, mentre San Giovanni è sceso a Ibla, in modo da attenuare gli antichi dissapori che si trascinavano da secoli. Nel 2000, in occasione del giubileo, in entrambe le feste i patroni hanno trascorso il venerdì sera nella chiesa madre dell'altro. Le due feste sono però abbastanza diverse, quella di San Giorgio è una festa che si caratterizza oltre che per l'aspetto religioso anche per l'aspetto folkloristico e gioioso, con la statua che portata a spalla dai numerosi fedeli portatori dà quasi la sensazione che venga fatta ballare. Quella di San Giovanni è la festa più silenziosa, più interiore, la festa delle migliaia di persone con le candele accese davanti al simulacro. Un dente di San Giovanni si conserva nella cattedrale di Ragusa. La compatrona di Ragusa superiore è la Maria S.S. della Medaglia, mentre la compatrona di Ragusa Ibla è Santa Gaudenzia. Durante il Santo Natale vengono allestiti caratteristici presepi a Ibla e presepi viventi, questi ultimi favoriti nelle ambientazioni dagli scenari naturali a disposizione, spesso infatti le vallate di Ragusa sono l'ambientazione ideale per questo tipo di manifestazioni. Il venerdì Santo invece vi è la tradizionale processione per le vie barocche dei simulacri, che in serata tornano nelle rispettive Chiese.

    Persone legate a Ragusa
    • Bernardo Cabrera, nobile
    • Psaumida, atleta dell'antichità
    • Giovan Battista Odierna, astronomo
    • Teodoro Belleo, medico
    • Maria Paternò Arezzo, filantropa
    • Vann'Antò, poeta futurista
    • Maria Occhipinti, scrittrice
    • Carmelo Cappello, scultore
    • Anna Favella, attrice di teatro, cinema e televisione.
    • Giorgio Lucenti, calciatore
    • Santino Coppa, allenatore di pallacanestro
    • Carmelo Occhipinti, storico e critico d'arte
    • Loredana Cannata, attrice
    • Angelo Russo, attore
    • Stead, nome d'arte di Stefano Antoci D'Agostino, cantante
    • Franco Nobile, attore e regista
    • Roberto Nobile, attore

    Edited by PatriziaTeresa - 29/6/2015, 10:18
     
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