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Isernia

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    Isernia

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    - Info -

    Isernia è un comune italiano di 22.163 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Molise.

    Primo insediamento paleolitico documentato d'Europa, fiorente città sannita, capitale della Lega Italica, Municipium romano, tenace oppositrice contro le truppe napoleoniche e piemontesi, medaglia d'oro al valor civile per i bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale ed infine capoluogo di provincia; Isernia è una città di riferimento dell'Alto Molise. Nonostante la sua storia sia stata sempre legata al Regno delle Due Sicilie, Isernia si distacca culturalmente e urbanisticamente da esso, poiché possiede numerose caratteristiche delle città dell'Italia centrale.

    Territorio

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    Territorio di Isernia
    Isernia è situata sul fianco di una collina nel centro degli Appennini che divide due corsi d'acqua di modeste dimensioni, il Carpino ed il Sordo che confluiscono nel fiume Cavaliere, affluente del fiume Vandra a sua volta affluente del Volturno. La città sorge all'incrocio della strada statale 85 e la strada statale 17 Appulo-Sannitica ed è circondata dai monti del Matese a sud e dalle Mainarde a nord e il suo territorio ha un'altimetria che varia da 285 m s.l.m. fino a 905 m s.l.m., per una media di 457 m s.l.m. La zona è ad altissimo rischio sismico perché è circondata da zone dove questa attività è molto intensa. La parte più a nord del centro abitato si trova ad un'altitudine maggiore rispetto alla parte più a sud (la parte più vecchia), ed è situata in un terreno quasi pianeggiante ma molto umido in quanto è ricco di sorgenti acquitrinose infatti vi è presente anche la sorgente del fiume Sordo.Secondo la Carta Geologica d'Italia redatta dal Servizio Geologico d'Italia il territorio del comune di Isernia è situato a metà tra formazioni "calcareo-dolomitiche mesozoiche" a sud dell'appennino campano e dei monti del matese e "sedimenti di tipo pelagico" del mesozoico-terziario a nord appartenenti all'appennino sannita e all'appennino abruzzese. L'accavallamento molto esteso di queste due zone è un'anomalia rispetto al resto della morfologia appenninica.Il sottosuolo del centro abitato è formato da rocce di travertino mentre nella parte nord del comune sono presenti rocce arenarie e calcaree.

    Clima

    In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +5,9 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +23,5 °C. La temperatura più bassa registrata ad Isernia in gennaio 2011 è stata di -8.5°C.

    Etimologia del nome Isernia

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    Iscrizione latina
    L'origine del toponimo Isernia non ha una provenienza certa. Una delle ipotesi principali è che il nome provenga dalla radice indoeuropea «ausa», che vuol dire «acqua». Questa radice, infatti, ha dato origine a molti nomi di luoghi e città in tutta Europa.Ulteriori ipotesi prevedono che il nome provenga dalla radice sannitica Aiser, che significa "Dio". Questo darebbe un'aura sacrale al nome della città, accresciuta anche dal fatto che la radice Aiser, in lingua Etrusca, significa "Dèi". Entrambe le etimologie suggeriscono quindi che la città sarebbe stata "consacrata agli dèi".Infine, nel nome latino di Isernia, cioè Aesernia, o meglio nel nome osco Aisernio, è molto marcata l'assonanza con il toponimo Esere. Questo nome è un'epiclesi di Ercole e compare in un frammento di ceramica di origine osca, trovato a Campochiaro. Di conseguenza, tale origine potrebbe indicare che Isernia è una città sacra dedicata ad Ercole.

    Storia

    L'area dove oggi sorge Isernia è stata abitata dall'uomo sin dall'era paleolitica: i primi insediamenti, infatti, risalgono ad almeno 700.000 anni fa. Anche le origini dell'agglomerato urbano sono molto antiche, ma non se ne può ancora definire una data certa.La città fu sotto il dominio Sannita fin dal V secolo a.C. Grazie alla sua posizione strategica, il suo controllo fu uno dei punti cruciali durante le guerre sannitiche.Nel 264 a.C. divenne colonia romana e nel 209 a.C. rimase fedele a Roma nella seconda guerra punica. Nel periodo che va dal 263 a.C. al 240 a.C., cioè dopo la deduzione a colonia, furono coniate le monete di Aesernia.Alcuni autori ritengono che parte della monetazione della guerra sociale possa essere stata coniata nello stesso centro. Durante la guerra sociale, nel 90 a.C. fu occupata dagli italici dopo un lungo assedio e divenne la loro capitale. Cadde alla fine della guerra per mano di Silla, il quale la rase al suolo.Negli anni successivi, vari imperatori, da Cesare a Nerone, promossero un piano di ripopolamento inviando colonie nei territori ove sorgeva la città. Ai tempi di Traiano, Isernia venne elevata al rango di Municipio; in quel periodo, venne anche costruito il Capitolium. Dopo la caduta dell'Impero romano, Isernia venne distrutta nel 456 dai Vandali, capitanati da Genserico, per ben tre volte dai Saraceni, negli anni 860, 882 e 883.

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    Fontana Fraterna in
    una foto d'epoca

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    Rivolte cittadine nel 1957

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    Poesia di Carlo Betocchi
    su Isernia
    Nel VII secolo, i Longobardi ne promossero la rinascita con la costruzione di opere pubbliche. Successivamente, durante il dominio normanno, nel quale faceva parte della contea di Molise, subì una fase di decrescita: la sua diocesi fu unificata con quelle di Venafro e Bojano.Inoltre, nel 1199, fu saccheggiata da Marcovaldo di Annweiler. Nel XIII secolo, la città rinacque ancora, grazie a Federico II. Dopo vari passaggi di proprietà della città tra un feudatario ed un altro, nel 1519 fu annessa da Carlo V al Regno di Napoli. Il 23 ottobre 1860 Isernia ospitò per una notte Vittorio Emanuele II di Savoia in viaggio per recarsi a Teano ad incontrare Giuseppe Garibaldi. Il Sovrano prese alloggio nel Palazzo Cimorelli, sito nella via che poi prese il Suo nome, ospite di Vincenzo Cimorelli (*5.4.1796 †9.8.1889) (Raffaele de Cesare: La fine di un regno, Milano 1969, p. 963). L'indomani, alla partenza per Venafro, donava all'ospite la sua tabacchiera d'oro in un cofanetto sul coperchio del quale erano incise le iniziali reali (Francesco Colitto: Imperatori, Re e Regine nel Molise: Vittorio Emanuele II. S. Giorgio Editrice, Campobasso 1978).Alla fine del XVIII secolo, era la città più popolosa del Contado di Molise.Oppose resistenza ai francesi nel tentativo di conquista del Regno di Napoli, così come oppose resistenza anche nel 1860, in virtù della reazione borbonica contro i Piemontesi. Nel giorno 10 settembre 1943, durante la seconda guerra mondiale, Isernia subì un pesantissimo bombardamento da parte degli alleati, che rase al suolo quasi un terzo dell'abitato e provocò la morte di un numero altissimo di persone. A causa dei danni causati da questi e da altri bombardamenti, verso la metà del XX secolo si pose in atto un piano di rinascita della città, che prevedeva anche lo sviluppo nella zona più a nord. Inoltre, nel 1957, dopo la divisione dell'Abruzzi e Molise, cominciò a prendere piede l'ipotesi dell'istituzione della provincia di Isernia. In realtà, questo non era il primo tentativo in tal senso: l'istituzione della provincia era stata promossa già nel 1810 da Gioacchino Murat, ma senza successo. Il Parlamento, però, rinviò qualsiasi decisione al riguardo. Il nuovo fallimento del processo di istituzione della provincia scatenò una protesta nella città, caratterizzata da cortei di operai e studenti; la protesta, poi, sfociò in una serie di rivolte cittadine, culminate con blocchi stradali e violenti scontri con le forze dell'ordine, con feriti ed arresti. Il 1957 e 1958 furono gli anni ricordati a Isernia come 'della violenza sociale'. Il 16 febbraio del 1970 il Parlamento sancì l'istituzione della nuova provincia che divenne operativa il 3 marzo 1970.

    Monumenti e luoghi d'interesse

    Architetture religiose


    Cattedrale di San Pietro

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    La torre campanaria


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    Cattedrale di San Pietro
    È la chiesa più importante della città, cattedrale della diocesi di Isernia-Venafro è dedicata a San Pietro Apostolo e si trova in piazza Andrea d'Isernia. L'edificio attuale sorge su un antico tempio pagano italico del III secolo a.C. di cui è rimasto integro l'intero podio da cui è possibile ricostruirne la forma. Il tempio era un capitolium, cioè un tempio dedicato alla triade capitolina che aveva l'ingresso dalla parte opposta rispetto alla collocazione attuale. In epoca medioevale venne costruita una cattedrale di stile greco-bizantino che rispettava la disposizione del precedente tempio pagano. Nel 1349 questo edificio fu distrutto completamente da un terremoto e venne costruito un nuovo edificio nella disposizione moderna. Agli inizi dell'800 un nuovo terremoto lesionò gravemente la chiesa che venne ricostruita nella stessa sede ma di dimensioni maggiori e di aspetto molto simile a quello attuale.
    L'aspetto attuale è dovuto ai restauri neoclassici ordinati dal vescovo Gennaro Saladino nella seconda metà del XIX secolo che presenta il grande timpano triangolare in travertino, è sorretta da due coppie di pilastri agli angoli e da quattro alte colonne ioniche sulla fronte. Lo spazio interno appare suddiviso in tre navate con pilastri decorati da lesene corinzie in marmi policromi. Nella cappella del Santissimo Sacramento vi è l'antica tavola bizantina denominata "Virgo Lucis" (la Madonna della Luce) di Marco Basilio risalente al XV secolo.

    Altre chiese

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    La chiesa di Santa Chiara

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    Eremo dei Santi Cosma
    e Damiano
    • L'Eremo dei santi Cosma e Damiano, come la cattedrale, è stato costruito su un antico tempio pagano. Notizie certe della sua costruzione si hanno a partire dall'anno 1130.
    • La Chiesa di San Francesco fatta costruire nel 1222 da San Francesco.
    • La Chiesa di Santa Chiara costruita nel 1275.
    • Il Monastero di Santa Maria delle Monache costruito intorno all'anno mille, ha ospitato le monache dell'ordine benedettino. Nelle sue stanze sono presenti il Museo Nazionale, la Biblioteca Comunale di Isernia e parte del Museo paleolitico di Isernia.
    • L'Arco di San Pietro è il campanile della Cattedrale, costruito 1349 collega la chiesa con il palazzo dell'università.
    • La Chiesa di San Giuseppe lavoratore costruita nel 1993 nel rione San Lazzaro, il più popoloso della città.
    • La Chiesa di San Pietro Celestino fondata nel 1623 insieme al monastero adiacente, andato distrutto.
    • La Chiesa dell'Immacolata Concezione sede della Confraternita di San Pietro.
    • La Chiesa di Santa Maria Assunta di recente costruzione nella parte nuova della città.
    • La Parrocchia Sacro Cuore costruita nel 1948 e che comprende il monastero dei frati cappuccini.

    Architetture civili

    Fontana Fraterna

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    Fontana della Fraterna
    Annoverata fra le fontane monumentali d'Italia per la sua mirabile struttura architettonica, la Fontana Fraterna è una delle opere più significative e più importanti nonché simbolo della città.
    La fontana, composta da blocchi di pietra locale provenienti da un numero imprecisato di edifici nella città e da costruzioni di epoca romana, è formata principalmente da una serie di archi a tutto sesto. Presenta diverse epigrafi incise su di essa, tra cui una dedicata agli Dei Mani. Al centro della fontana c'è una lastra di marmo più grande delle altre, decorata con due delfini ed un fiore, proveniente da un edificio sepolcrale. Si può affermare quindi che la fontana non risale ad un periodo storico preciso, ma che è testimone dei numerosi periodi storici che hanno attraversato la città.
    La fonte si trova in piazza Celestino V a seguito dei bombardamenti del 1943; in precedenza si trovava in piazza della Fraterna, da cui prese il nome.
    L'Acquedotto romano di Isernia è un acquedotto di origine romana scavato nelle rocce travertiniche nel sottosuolo della città ed è tutt'oggi funzionante.

    Ponte Cardarelli

    « Alla via Nazionale, che con pendenze troppo sentite attraversava la città d'Isernia, venne sostituito un nuovo tratto di strada di cui fa parte il viadotto detto La Precie, per l'attraversamento, presso Isernia, del profondo vallone dal quale prende il nome. Il manufatto è a due soli ordini, quantunque misuri 57 metri d'altezza, il che lo rende specialmente ardito e singolare. È lungo ben 130 metri, di cui 92 tra le spalle. Riesce svelto allo sguardo e pertanto, per la sua grande mole, desta un senso d'imponenza ed ammirazione, specialmente a chi lo ammira dal fondo della valle. La sua costruzione ebbe principio nell'aprile 1887 e terminò nell'aprile 1892, con la spesa di lire 300.000. Vi si impiegarono 11.000 metri cubi di muratura, compresi mille metri di pietra da taglio. Allo scopo di diminuirne il peso, tra la sommità delle arcate superiori e il piano stradale vi è una galleria longitudinale di 120 metri, della capacità di metri cubi 1090. Detta galleria è illuminata da finestre ricavate sotto gli archetti ed è comodamente praticabile. L'ingegnere del Genio Civile Gustavo Baliviera diede al preesistente progetto l'attuale sua forma ed ebbe la direzione del lavoro »
    (Notizie da una pubblicazione di fine Ottocento)


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    Il ponte Cardarelli, già viadotto
    La Prece, sul fiume Sordo
    • Acque Sulfuree: è presente, in contrada Acqua Sulfurea, uno stabilimento termale risalente ai tempi dei romani, e in disuso ormai da molto tempo. Nello stabilimento è presente una fontana di acqua sulfurea tutt'oggi attiva. Recentemente - a seguito di una ancora parziale ristrutturazione del sito ad opera dell'amministrazione comunale - c'è stata una rivalorizzazione del luogo, anche grazie a delle organizzazioni giovanili che hanno organizzato serate, musicali e non, per attirare i giovani isernini nel posto.
    • Viadotto Santo Spirito: viadotto ad arco della Ferrovia Termoli-Vairano sul fiume Carpino. Distrutto nei bombardamenti alleati del 1943, venne ricostruito nella forma attuale. Consiste in due serie di piccoli archi separate da un arco di notevoli dimensioni.

    Palazzi di Isernia

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    Palazzo D'Avalos-Laurelli
    • Palazzo D'Avalos-Laurelli edificato nel 1694 ad opera del principe Diego D'Avalos.
    • Palazzo San Francesco costruito nel 1222 da San Francesco.
    • Palazzo De Lellis-Petrecca, risalente a circa la metà del settecento, è un'opera vanvitelliana fatta costruire da Ferdinando II di Borbone.
    • Palazzo Jadopi risalente al XVIII secolo, fu testimone dell'impiccagione di alcuni garibaldini.
    • Palazzo Pecori Veneziale uno dei più belli della città, fu costruito nel XVIII secolo dal marchese Pecori.
    • Palazzo Orlando, situato nella zona nuova della città, è una delle sedi dell'università degli studi del Molise.
    • Palazzo Pansini-Clemente edificato tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento sulla chiesa dell'Annunziata, andata distrutta.
    • Palazzo dell'Università è un'altra sede dell'Università degli studi del Molise; costruito sulla vecchia chiesa di San Paolo, è collegato alla cattedrale attraverso l'arco di San Pietro.

    Altro

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    L'Incontro
    • L'Incontro (Piazza della Repubblica). Nel 1998, in Piazza della Repubblica, fu posta una scultura in pietra lavorata del maestro Pietro Cascella, denominata "L'incontro". L'opera rappresenta l'anima di Isernia, fondata su un incontro di più strade e quindi di culture diverse.
    • Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, collocato nel Parco della Rimbembranza e costruito dal mastro scalpellino Camillo Centuori, il monumento è dedicato alle vittime della prima guerra mondiale; è formato da sei colonne con capitelli corinzi, che sorreggono una struttura circolare sulla quale sono scolpiti i nomi delle vittime della Grande Guerra e i sei fiumi protagonisti della vittoria italiana.
    • Le leonesse di marmo: in piazza Andrea D'Isernia era presente una fontana nel XVI secolo. Di questa fontana rimangono soltanto quattro leonesse di marmo. Due di queste sono state posizionate all'ingresso sud dell'attuale villa comunale. Altre due giacciono in un deposito comunale (ritrovate casualmente da un operaio dello stesso comune) e da almeno un decennio attendono di essere ricollocate.

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    Monumento ai Caduti
    della Prima guerra
    mondiale

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    Statua alle vittime
    del X Settembre
    • Statua alle vittime del X settembre, situata in Piazza X settembre, la statua delle vittime del X settembre rappresenta una figura maschile bronzea tra le macerie, che si ripara dai bombardamenti aerei.
    • Terminal Francesco Martino: Il terminal per gli autobus urbani ed extraurbani, costruito nei primi anni 2000 vicino alla stazione ferroviaria, è stato intitolato a Francesco Martino, il ragazzo di Isernia morto in un incidente ferroviario sulla tratta Roma-Campobasso nei pressi di Roccasecca il 20 dicembre 2005.
    • Mura Ciclopiche: il centro storico di Isernia (cioè la parte della vecchia colonia latina) era circondato da mura ciclopiche (oggi visibili solo in alcuni punti) risalenti al terzo secolo a.C. circa. Le mura circondavano l'area della cittadella fortificata sul tracciato delle quali nel Medioevo furono innalzate delle torrette di guardia circolari ancora oggi perfettamente visibili. L'area delle mura ciclopiche va dalla zona della Chiesa di San Pietro Celestino ed arriva all'altezza dell'attuale piazza Celestino V dove è situata la Fontana Fraterna davanti alla quale sono state recentemente scoperte resti delle suddette mura. Altri resti sono stati scoperti durante il restauro di un locale adibito a ristorante adiacente piazza Celestino V.

    Siti archeologici
    • Isernia "La Pineta" è un sito archeologico del Paleolitico risalente a circa 700.000 anni fa candidato nel 2006 alla lista dei patrimoni dell'umanità. Fu rinvenuto casualmente dal ricercatore Alberto Solinas nel maggio 1979 in occasione dei lavori per la superstrada Napoli-Vasto.
    • La Necropoli: ci sono stati molti ritrovamenti di oggetti funerari sulle strade che uscivano dalla città che si presume appartenessero a delle necropoli. Il ritrovamento più importante è stato quello nel 1980 della necropoli a sud della città, dove il Sordo e il Carpino si uniscono a formare il fiume Cavaliere, risalente ai primi secoli dopo cristo. Le tombe erano di tipo a fosso, ricche di corredo funerario, ma con corredi molto simile tra loro ad indicare una uniformità sociale. Alcuni corredi funerari sono esposti nel museo di Santa Maria Delle Monache.

    Valico del Macerone
    Il Valico del Macerone (684 m sldm) situato nella zona nord della città. In passato collegava Isernia con Forli del Sannio e Castel di Sangro (ora è stata costruita un'arteria autostradale) ed è molto conosciuto soprattutto per gli amanti del ciclismo e degli escursionisti in moto. Anche se il valico vero e proprio è presente nel comune di Isernia, con il termine 'Macerone' si intende di solito tutta la strada che arriva fino alla piana delle cinque miglia a Roccaraso. Nel 1921 in una tappa del giro d'Italia, Costante Girardengo sui tre chilometri devastanti con pendenze sino al 14% del 'Macerone', scese dalla bicicletta e tracciò una croce sulla polvere della strada sussurrando "Girardengo si ferma qui!" con voce stremata, per poi abbandonare la corsa.


    Personalità legate ad Isernia
    • Erennio Ponzio (...-...) comandante dell'esercito Sannita, vissuto ad Isernia nel IV secolo a.C..
    • Benedetto da Isernia (XII secolo, 1255ca) giurista, nato ad Isernia.
    • Celestino V (1215-1296) Papa, Isernia ne rivendica la nascita.
    • Andrea da Isernia (1230ca.-1316) giurista, nato ad Isernia.
    • Cristoforo Maroni (... – 1404) cardinale italiano, è stato vescovo di Isernia.
    • Cristoforo Numai (XV secolo – 1528) cardinale e vescovo cattolico italiano, è stato vescovo di Isernia.
    • Onorato Fascitelli (1502-1564) poeta, nato ad Isernia.
    • Giovan Vincenzo Ciarlanti (1593-1654) storico, nato e morto ad Isernia.
    • Domenico Raucci (1872-1935) pittore figurativo italiano, ha operato ed è morto ad Isernia.
    • Giovanni Ciampitti (1877–1967) avvocato e politico italiano, è nato e morto ad Isernia.
    • Roberto Farinacci (1892-1945) politico e giornalista, nato ad Isernia.
    • Franco Ciampitti (1903-1988) scrittore, nato e morto ad Isernia.
    • Tullio Tedeschi (1910-1987) medaglia d'oro al v.m., nato e morto ad Isernia.
    • Ferdinando Veneziale (1887-1946) componente della Consulta Nazionale, morto ad Isernia.
    • Sabino D'Acunto (1916-2004) sindaco di Isernia, poeta, giornalista e scrittore, nato ad Isernia.
    • Natalino Zullo (1939) scultore, docente Accademia BBAA Napoli, nato ad Isernia.
    • Davide Appollonio (1989) ciclista, nato ad Isernia.

    Edited by PatriziaTeresa - 28/6/2015, 19:47
     
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    La Cattedrale di San Pietro Apostolo

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    - Info -

    La Cattedrale di San Pietro Apostolo è l'edificio di culto cattolico più importante della città di Isernia, chiesa madre della diocesi di Isernia-Venafro e sede dell'omonima parrocchia. Si trova in piazza Andrea d'Isernia, nel centro storico della città e sorge su un antico tempio pagano italico del III secolo a.C.; il suo aspetto odierno è il risultato di numerosi interventi, effettuati sia dopo i numerosi terremoti, sia in seguito a progetti di rinnovamento dell'edificio.

    Storia - Il tempio della Triade Capitolina

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    Il podio del tempio italico visibile
    su un lato della cattedrale
    Isernia venne fondata come colonia latina nel 264 a.C., come avamposto nel Sannio. La colonia aveva caratteri simili alle altre colonie italiche dell'epoca riscontrabili dalla Toscana (come Cosa) alla Campania (come Paestum). All'epoca l'elemento unificatore della cultura centro e sud italica era già la città di Roma, attraverso una capillare opera di colonizzazione. Anche il tempio era strettamente affine ai templi dell'epoca ed anche se non era il più grande della città, se ne hanno i maggiori resti grazie alla preservazione dell'intero podio al di sotto dell'attuale cattedrale. Ulteriori scavi recenti hanno appurato le forme del tempio.Il podio in travertino che sporge da un lato è caratterizzato da un massiccio basamento, sopra il quale sono poste due sagome rigonfie a "cuscino", sovrapposte simmetricamente (dritta e rovescia) e sormontate dal plinto. La dedica era a Giove, Giunone e Minerva. Per la costruzione dell'edificio alcuni materiali dell'antico tempio sono stati riciclati: ciò ha chiaramente reso più difficoltoso la ricostruzione delle fattezze dell'antico stabile, ed è lecito supporre che questo sia stato a lungo abbandonato ed utilizzato unicamente come cava cui attingere materiale per l'edilizia. La pianta dell'edificio prevedeva tre celle, una per l'adorazione di ciascuna delle divinità componenti la triade: l'ingresso era sull'attuale vico Giobbe, e probabilmente la toponomastica conserva questo nome come modificazione del pagano Giove.

    La chiesa medievale

    In epoca altomedievale, sul sito del tempio venne costruita una cattedrale di stile greco-bizantino, che conservava la disposizione del precedente edificio: a sud era situato l'ingresso, a nord l'abside, in corrispondenza delle antiche celle dedicate agli dei pagani. Nel 1300 venne costruito un campanile, in comune con la chiesa di San Paolo, locata alle spalle della cattedrale. Una serie di disastri naturali, tra cui numerosi terremoti, danneggiarono strutturalmente l'edificio, che vide susseguirsi una serie di restauri e ricostruzioni, la prima delle quali nell'846: nel 1349 fu ricostruita totalmente in seguito al crollo per uno smottamento sismico, ma l'aspetto mutò radicalmente. L'ingresso fu infatti spostato a nord in prossimità della piazza del mercato, per catalizzare l'attività cittadina in un unico punto.L'interno della chiesa era costituito da tre navate arricchite da decorazioni.

    La chiesa moderna

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    Esterno della Cattedrale
    in una foto del 1925
    Nel 1456 un ulteriore terremoto danneggiò l'edificio, che venne sempre restaurato senza sostanziali modifiche rispetto al precedente. Nel XVII secolo furono costruite le due cappelle ai lati dell'abside e nel 1769 fu realizzata la cupola per volere del vescovo De Peruta. Nel 1805, un disastroso terremoto lesionò gravemente le antiche strutture dell'edificio, che venne poi ricostruito nella stessa sede, ma di dimensioni maggiori. I lavori si svolsero tra il 1826 e il 1834, sotto l'episcopato di Gomez Cardosa, per venire poi completati da mons. Gennaro Saladino dal 1837 al 1851, che fece provvedere alla costruzione del pronao. Il tempio venne danneggiato dai bombardamenti aerei del settembre 1943 e restaurato per volere del vescovo Achille Palmerini fra il 1963 e il 1968. In seguito sono stati realizzati degli scavi archeologici all'interno della cattedrale che hanno messo in evidenza le antiche strutture del tempio, visibili attraverso il pavimento in vetro realizzato al posto di quello del 1903, voluto dall'allora vescovo di Isernia-Venafro Nicola Maria Merola.

    Esterno


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    La facciata
    La facciata principale della cattedrale dà su piazza Andrea d'Isernia ed è affiancata da quella più bassa e semplice dell'episcopio. Il suo aspetto attuale è dovuto ai restauri neoclassici ordinati dal vescovo Gennaro Saladino nella seconda metà del XIX secolo. L'ingresso alla chiesa, che è possibile tramite tre grandi portali bronzei di gusto moderno, è preceduto dall'ampio pronao Ottocentesco; la struttura, con il grande timpano triangolare in travertino, è sorretta da due coppie di pilastri agli angoli e da quattro alte colonne ioniche sulla fronte. Nel 1954, furono aperte le due fiancate laterali del pronao e furono eliminate le cancellate in ferro battuto. Lungo la fiancata sinistra della cattedrale, che costeggia Corso Marcelli, rimasta con i mattoni a vista, si può notare la stratificazione storica e la presenza di un portale in stile barocco con cornice in marmo, attualmente murato e posto più in alto rispetto al piano stradale. Sempre su Corso Marcelli è possibile vedere il podio costituito da doppia gola rovescia dalle forme rigonfie.

    Interno


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    L'interno
    L'attuale aspetto interno della cattedrale risale anch'esso ai restauri ordinati dal vescovo Gennaro Saladino e dai suoi successori in seguito al terremoto del 26 luglio 1805 a partire dall'anno 1851. Lo spazio interno, quindi, appare suddiviso in tre navate con quattro campate ciascuna da pilastri decorati da lesene corinzie in marmi policromi. La navata centrale, sulla cui controfacciata si trova la cantoria lignea contenente le canne dell'organo Ruffati, la cui consolle è nel transetto, prima del sisma del 1984 aveva la volta a botte affrescata con figure di Santi. La cupola, invece, mantiene ancora la sua originaria decorazione ad affresco, che ne copre interamente la calotta interna, realizzata nel 1927-1928 da Amedeo Trivisonno. Essa, incentrata sul Dogma dell'Assunzione, si ispira agli affreschi barocchi e non ha subito gravi danni durante il bombardamento del 1943 ed il terremoto del 1984. Il pavimento per la maggior parte in vetro risale al 2002 e mette in evidenza gli scavi ritrovati sotto l'edificio.


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    La cappella del
    Santissimo Sacramento
    con l'icona della Virgo Lucis
    L'abside, a pianta quadrangolare, accoglie due importanti opere barocche: addossato alla parete fondale, infatti, vi è l'altar maggiore pre-conciliare, commissionato dall'allora vescovo di Isernia Michelangelo de Peruta e risalente alla fine del XVIII secolo, sormontato dalla pala Consegna delle Chiavi a San Pietro, di Raffaele Gioia. L'altar maggiore post-conciliare, la cattedra episcopale, l'ambone e il fonte battesimale marmorei, collocati sotto l'arco di separazione fra la crociera e l'abside, sono risalenti all'adeguamento liturgico degli anni '80 del Novecento. La cappella del Santissimo Sacramento, alla sinistra dell'abside, accoglie un pregevole altare barocco in marmi policromi con ciborio sormontato da due cherubini e dalla colomba dello Spirito Santo. Nell'ancona, vi è l'antica tavola bizantina denominata "Virgo Lucis" (la Madonna della Luce) di Marco Basilio. Risalente al XV secolo, fu portata ad Isernia nel 1567 dal Vescovo Lomellina. Per gli isernini essa rappresenta il simbolo di una "Guidatrice" attraverso la luce. Essi si rivolgono all'icona, infatti, dicendo «Santa Maria, spiccia la via» (Santa Maria, libera la strada). Nella cappella alla destra del presbiterio, invece, vi è la statua della Madonna de ru père (Madonna del Piede), realizzata con ogni probabilità nel XIII secolo e dapprima collocata nel Santuario di Santa Maria d'Altopiede, nei pressi della città, poi nell'Eremo dei Santi Cosma e Damiano ed infine collocata nella cattedrale nel XX secolo. Fanno parte del Tesoro della Cattedrale varie opere, fra cui la Gabbia di rame dorato di S. Nicandro, del XIV secolo, la Croce d'argento donata da Celestino V alla sua città, alcuni calici ed una preziosa croce da altare di scuola Angioina.

    Organo a canne

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    L'organo in controfacciata
    Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne della cattedrale, costruito negli anni novanta del XX secolo dalla ditta organaria padovana Fratelli Ruffatti.
    Lo strumento è a trasmissione elettrica e la sua consolle, avente due tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note, si trova nel braccio sinistro del transetto. La mostra del corpo fonico, con cassa limitata al basamento e priva di decorazioni, e di tipo ceciliano, con canne di Principale dell'altezza di 8' disposte in due cuspidi laterali simmetriche di 22 canne ciascuna, ed una cuspide centrale più stretta di 17 canne.

    Torre campanaria
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    La torre campanaria
    Addossata alla fiancata sinistra della chiesa, sopra Corso Marcelli, vi è l'antica torre campanaria, comunemente chiamata Arco di San Pietro, per via del grande arco ogivale attraverso il quale passa il corso.L'attuale campanile, che sorge sul luogo di uno più antico di almeno quattro secoli, deve il suo aspetto ai restauri del 1456, voluti dal vescovo Giacomo Montaquila.La struttura ha la forma di una tozza torre a pianta quadrata, suddivisa in quattro ordini da cornicioni: in quello inferiore si apre l'arco, a sesto acuto, attraverso il quale passa Corso Marcelli, con quattro statue togate di origine romana; nei due superiori, invece, si aprono le finestre della cella campanaria e vi è l'orologio civico.Sulla sommità del campanile, l'unica parte della torre danneggiata durante il terremoto del 1805, vi sono le due campanelle che suonano le ore.

    Edited by PatriziaTeresa - 12/5/2015, 11:13
     
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