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Sellia Marina

Provincia di Catanzaro

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    Sellia Marina

    selliamarina490

    - Fonte -

    Sellia Marina è un comune di 6.578 abitanti della provincia di Catanzaro, in Calabria. Si trova al vertice settentrionale di un'area densamente popolata che passa da Catanzaro e arriva fino a Soverato per un totale di circa 150.000 abitanti. È comune autonomo dal 1956, con legge istitutiva N. 1439 del 13 dicembre dello stesso anno. Prima di tale data il suo territorio apparteneva ai comuni di: Sellia, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Magisano, Albi e Cropani. Ha una superficie di 4.086 ettari e si trova nella zona settentrionale del Golfo di Squillace, tra i fiumi Simeri e Frasso; quasi 14 i km di ampia spiaggia compresi nei confini comunali. Le vie di comunicazione più importanti sono la SS 106 ed il tratto ferroviario Taranto-Reggio Calabria. Dista 30 km da Catanzaro (15 km da Catanzaro Lido), 55 km dall'aeroporto di Lamezia Terme, 50 km da Crotone e dall'aeroporto Sant'Anna, 50 km dalla Sila Piccola, 40 km da Soverato.

    - Fonte -

    La superficie comunale è di kmq 40,86 e comprende un litorale ampio e sabbioso, una zona sovrastante pianeggiante e le prime ondulazioni collinari dell'entroterra che si elevano fino ad un'altitudine massima di 214 m.s.l.m. Le montagne del Parco Nazionale della Sila distano circa 40 km , il parco archeologico della città di Scolacium meno di 20 km. Negli immediati dintorni si trovano castelli, cascate, natura incontaminata, ma anche moderni centri commerciali. Comune autonomo dal 1956, con legge istituitiva N. 1439 del 13 dicembre dello stesso anno. Prima di tale data il suo territorio apparteneva ai comuni di: Sellia, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Magisano, Albi e Cropani. Ha una superficie di Ha 4.086, si trova nella zona settentrionale del Golfo di Squillace, tra i fiumi Simeri e Frasso; quasi 14 i km di ampia spiaggia compresi nei confini comunali. Le vie di comunicazione più importanti sono la S.S. 106 ed il tratto ferroviario Ta-Rc. Dista solo 10 km da Catanzaro, capoluogo regionale, 55 km dall'aeroporto di Lamezia Terme e 40 km da Crotone e dall'aeroporto S. Anna.

    Le origini

    - Fonte -

    Sicuramente uno dei più antichi insediamenti della zona, Sellia vanta una storia illustre, che si intreccia, in molti punti, con le vicissitudini storiche di Taverna e Catanzaro. Assai controverse sono, però, le versioni storiche sulle origini del borgo, supportate, peraltro, da un’esile documentazione storiografica. Secondo quanto scrive il Galas nella sua “Cronaca” del XV secolo, Sellia fu fondata, tra il IX e X secolo, da gruppi di profughi provenienti dall’antica città costiera di Trischene, i quali, per sfuggire ai terribili assalti dei Saraceni, si rifugiarono sul monte Sellion, la cui posizione rupestre garantiva una maggiore difesa contro gli attacchi nemici. Qui diedero vita ad un nuovo centro che chiamarono Asilia, da cui derivò poi il nome Sellia. A questo punto, però, prima di proseguire nel rievocare l’antico passato di Sellia, è opportuno aprire una breve parentesi riguardante la città di Trischene. Le vicende di questa città vengono illustrate, sia nella “Cronaca” del Galas del 1450 sopra menzionata, sia nella “Chronica Trium Tabernarum”, redatta dal canonico catanzarese Ruggero Carbonello, vissuto nel XV secolo, e riportata dall’Ughelli nel IX Libro della sua “Italia Sacra”. In tali scritti si narra che, al tempo in cui la Calabria era sotto il dominio dei Bizantini ed i Saraceni infestavano le sue coste, nel territorio compreso tra Squillace e Crotone, presso la foce dei fiumi Marvotrinchison (l’attuale Simeri) ed Aroca (l’odierno Crocchio), esisteva una città molto popolata, detta Trischene (dal greco “Treis Schenè”), perché composta dall’unione di tre centri abitati, in cui si trovavano tre chiese principali. La città si era ingrandita per una continua aggregazione di genti latine e greche. Fra questi ultimi, vi erano anche monaci itineranti giunti in Calabria, nel 726 d.C., in seguito all’occupazione araba della Palestina ed alla furia delle persecuzioni iconoclaste, volute da Leone III l’Isaurico, che aveva decretato la distruzione delle immagini sacre per purificare la fede da tentazioni idolatriche. Trischene divenne, ben presto, una ricca e fiorente città, favorita dalla posizione propizia sia ai traffici marittimi che terrestri. Questo grosso borgo, poi sede vescovile, fu distrutto dai Saraceni durante le loro incursioni lungo le coste calabre ed i suoi abitanti, esposti al pericolo della violenza e della deportazione, fuggirono verso le zone montuose e collinose in cerca di sicurezza. Qui, in luoghi fortificati e sicuri, lontani dal mare, vennero edificati dei nuovi centri. Fu allora che i superstiti della distrutta Trischene si separarono. I latini, guidati da Julo Catimero, si stabilirono in direzione sud-est, sul monte Sellion, dove fondarono Asilia. I greci, invece, si divisero: alcuni gruppi si fermarono nella media valle del Simeri, edificandovi un castello, che aveva una funzione d’avamposto, in quanto sbarrava la via verso i monti; altri, al contrario, andarono oltre, verso i boschi di Peseca dove, tra le montagne, costruirono una fortezza chiamata Taverna. Sellia, così come Simeri, assunse ben presto, la funzione di avamposto difensivo sulla via d’accesso alla nuova città di Taverna. In quello stesso tempo venne fondata anche Catanzaro. Molti insigni studiosi hanno dibattuto a lungo sull’effettiva esistenza di Trischene. Non v’è dubbio, però, che la città sia realmente esistita. Per ciò che riguarda il nostro caso, è pertanto probabile che Sellia sia stata fondata dagli abitanti di Trischene, sfuggiti alla sua distruzione. Tuttavia, reperti archeologici, rinvenuti nei dintorni del paese, fanno supporre che Sellia esistesse già molto tempo prima della venuta di questi fuggiaschi e che la sua origine sia, quindi, di gran lunga anteriore al IX-X secolo. Infatti, durante una Campagna di scavi archeologici condotta, nel 1880, dall’ing. Giuseppe Foderaro, un appassionato di archeologia, fu ritrovata, nel burrone Pallara, un’ascia di bronzo di fattura greca simile e addirittura anteriore a quella recuperata nella valle del Coscile, dove era ubicata l’antica città di Sibari. Della suddetta scure, poi trafugata, manca tuttora, qualsiasi tipo di documentazione storica. In realtà, secondo una consolidata tradizione popolare mai, però, pienamente documentata, si presume che, nel luogo del ritrovamento, fosse edificato un piccolo tempio dedicato alla dea Pallade, da cui prese volgarmente nome il burrone, detto, appunto, Pallara. Pallade era, uno degli appellativi con cui era chiamata Atena, divinità dell’Olimpo greco, dea della sapienza e della saggezza, protettrice delle scienze e delle arti, nonché della città di Atena. Le erano sacri l’ulivo e la civetta e per tale motivo, in scultura ed in pittura è rappresentata con l’elmo, la lancia, l’ulivo, il serpente e la vittoria alata. L’ipotesi che Sellia abbia origini antichissime, è, comunque, anche confermata da quanto Giovanni Balletta scrive nel suo libro: “La Calabria nel suo periodo eccelso”. Leggendo un articolo della prof.ssa Enrica Fiandra, illustre archeologa appassionata di Creta, pubblicato sulla rivista “Le Scienze-American Scientific”, egli notò che il paese di Sellia appariva su una mappa degli antichi siti abitativi dell’isola di Creta. Successivamente, scoprì non solo che, in tutto il mondo, tale toponimo si può ritrovare soltanto in Calabria e a Creta, ma anche che il sito geografico di Sellia cretese combacia con la zona dove sono ubicati i due paesi di Sellia calabresi. Il legame affettivo che unisce lo studioso a Sellia, paese di origine dei suoi antenati di ramo materno, lo portò ad approfondire le sue analisi. I suoi studi gli permisero di individuare un sottile ma tenace filo tra la Calabria, detta anticamente Bruzio, Creta ed i Fenici. Tra il 1400 ed il 1200 a.C., si verificò una forte immigrazione di questi popoli mediorientali, che giunsero in Calabria, integrandosi con le popolazioni autoctone. La fondazione di Sellia potrebbe, dunque, risalire a questo periodo. L’interesse di queste genti verso le nostre coste fu motivato dalla presenza di foreste di pino, il cui legno era essenziale per la costruzione di navi, vitali per lo svolgimento dei commerci e delle imprese militari. A ciò si aggiungeva anche la produzione della pece nera del Bruzio, cioè quel residuo catramoso, che si ottiene da un particolare modo di combustione degli alberi, e che serviva per sigillare i fasciami delle navi in legno ed impedire, così, che l’acqua entrasse nella stiva. Questi popoli trovarono, quindi, qui da noi un importante luogo dove fornirsi di materie prime da destinare al commercio internazionale e procurarono, nello stesso tempo, una ricchezza diffusa nella regione. Sulle colline pedemontane venne impostata, inoltre, la coltivazione intensiva dell’ulivo, dal momento che questa pianta era una delle maggiori coltivazioni in uso a Creta. Lo stesso culto dell’ospitalità, proprio dei Calabresi, accoglienti nei confronti dell’ospite forestiero, è, sempre secondo il Balletta, anche derivato dalla tradizione cretese. L’afflusso in Calabria dei Cretesi e dei Fenici risulta, comunque, chiaro ed evidente, sia dalla presenza di toponimi di derivazione cretese, sia dai ritrovamenti archeologici. I nomi di alcuni paesi calabresi, quasi tutti posizionati lungo la Calabria ionica, hanno, infatti, una forte assonanza fonetica con i siti mediorientali di Creta; mentre quattro esemplari di scarabeo, rinvenuti tra i sepolcri di Simeri Crichi e facenti parte della Collezione Foderaro, seppur di imitazione, sono di tipo fenicio o cartaginese. La fine improvvisa di questa evoluta e ricca civiltà cessò con l’avvento dei Romani, che avviarono un rapido sfruttamento delle risorse boschive della Sila e causarono l’imbarbarimento di una colta popolazione. E’ opportuno sottolineare che, per quanto le supposizioni dello studioso possano risultare ardite ed inedite, esse appaiono piuttosto interessanti per la ricostruzione delle origini del nostro paese. Un’ulteriore conferma che il luogo fosse abitato sin dal paganesimo, viene da quanto riportato dal compianto arciprete di Sellia, Don Giuseppe Rosi. Egli rilevò che, sull’altare della chiesetta di S. Angelo, sita nell’omonimo rione, vi erano incise queste parole: “Hoc transiit Timotheus” (“Da qui passò Timoteo”). Timoteo, che visse nel I secolo d.C., fu propagandista della fede cristiana e discepolo dell’apostolo S. Paolo, che seguì fino a Roma, dove venne martirizzato da Nerone. E’ probabile che Timoteo sia effettivamente passato di qui quando S. Paolo sbarcò a Reggio, prima di giungere a Roma. Narrano, infatti, gli Atti degli Apostoli che S. Paolo, recandosi a Roma, approdò a Reggio, dove ebbe modo di fare i primi proseliti, i quali contribuirono a diffondere il Cristianesimo nel resto della regione. Della chiesetta e dell’iscrizione, oggi, purtroppo, non rimane alcuna traccia. L’indagine archeologica avrebbe potuto fornirci degli elementi utili sulla costituzione del borgo e forse diradare alcuni punti oscuri della storia più remota del paese, mentre oggi, l’impresa è pressoché impossibile a causa della dispersione delle fonti. A ciò si aggiungono le forti trasformazioni del territorio comunale, causate da calamità naturali quali terremoti ed alluvioni, che hanno completamente cancellato o ben celato le tracce di queste antiche testimonianze storiche, lasciando poche vestigia del glorioso passato di Sellia.

    Culti misterici ad Uria


    cultiuria
    Per diversi secoli, accanto ai culti ufficiali diffusi in tutta l’area mediterranea, le nostre Uria ed Ocriculum conobbero anche la diffusione delle cosiddette religioni misteriche, alternative e comunque prevalenti su quelle controllate dagli apparati statali, con adepti di tutte le classi sociali, compresi gli schiavi , le donne e i giovani. Dalla Magna Grecia giunsero a Roma nel III secolo a.C, come si ricava dai frammenti della tragedia “Licurgos” di Nevio e da altri frammenti del teatro di Plauto, innestandosi sui riti esistenti in onore della “triade capitolina”. Nella Media Età del Bronzo si verificò nell’Italia Meridionale un fenomeno di assestamento dei vari gruppi etnici, cui fece seguito la cosiddetta colonizzazione leggendaria pre-greca, seguita in età protostorica dalla colonizzazione minoica. La varietà del rito di seppellimento e l’abbondanza di suppellettili di fattura orientale dimostrano la sovrapposizione di diverse civiltà lungo la via istmica del Golfo di Squillace, prima degli albori del I millennio a.C., per cui alcune ipotesi storico-filologiche – come quelle della fuga dei Cretesi nella Japigia e della fondazione di Uria nella parte mediana del Golfo di Squillace - si caricano di valenze suggestive ed escono dalla dimensione mitica, per acquistare i caratteri del fatto storico.

    Trischene


    turismocultimisterici
    Notizie desunte da due Cronache, riferiscono, che tre sorelle di Priamo, scampate alla rovine di Troia, approdarono ad Uria, nei pressi di Sellia Marina ed ivi edificarono tre tabernacoli (Treis Schenè). Origini lontane, ma certamente greche, comprovate dal ritrovamento di scheletri putrificati ed oggetti loro posti accanto, di monete con sul retro due o tre tabernacoli e sul rovescio il Minotauro. Con l'affermarsi delle città Magno-Greche nei secoli VIII-VII, una parte del territorio di Trischene passò sotto le dipendenze di Crotone e, nonostante i tentativi di riappropriazione del territorio, nel (510 a.C.) dovette riconoscere l'egemonia della riduzione dei confini territoriali da Uria al Corace. Nel corso della grande espansione romana, per sfuggire alle minacce dei Bruzi e dei Canesi, si pose sotto il protettorato di Roma, fino a diventare una colonia, senza però mai assurgere al rango di "Municipium". Trischene, alla caduta dell'Impero Romano, dopo aver diviso la soggezione all'Impero Greco, artagi cui rimase fedele tanto che ottenne un diploma di privilegio da Eraclio il 9 marzo 639, subì lutti e rovine prima ad opera dei Saraceni di Sicilia (852 d.C.) e poi degli Arabi (924 d.C.), a causa anche della debolezza e dei dissidi interni provocati da due fazioni civili opposte. Entrambe non raggiunsero accordo alcuno sul governo della città, per cui, difronte ad una ulteriore incursione dei Saraceni il ramo greco fu costretto a rifugiarsi sul monte Panormite (Taverna Vecchia) mentre quello latino scelse il monte Selion (Sellia Superiore).

    Visite e percorsi


    37imgnews
    Sellia Marina si trova in una zona quanto mai centrale. Facilmente raggiungibile da zone limitrofe, è anche un'ottimo punto di partenza per raggiungere le molte località di alto livello storico e turistico. Si segnalano nel territorio Selliese queste visite: presso la Frazione Feudo il Borgo medievale De Seta, in Frazione La Petrizia invece potrete ammirare la stupenda Villa dei Nobili e in Frazione Uria vi consigliamo di fare una passeggiata tra le Grotte nelle colline di sabbia e visitare le rovine di un antico acquedotto romano. Singolare su tutto il territorio di Sellia Marina sono i resti di moltissimi antichi casati, ruderi di un passato lontano che mostra oggi il vivere di ieri. Pochi sono a conoscenza che a Sellia Marina in località Feudo esiste un museo storico della Lambretta. Questo museo vuole mantenere viva la memoria di uno scooter con un così glorioso passato e vuole essere un ritrovo per tutti i collezionisti che con grande pazienza restaurano questi mezzi. L'allestimento è stato lungo, laborioso e paziente. Ma la gratificazione deriva dal pensiero di aver fatto una cosa utile e rievocativa per le nuove generazioni in modo che non venga dimenticata un'epoca storica assai importante che non merita davvero di cadere nell'oblio.

    Personalità legate a Sellia Marina
    • Vittorio De Seta, (Palermo, 15 ottobre 1923 – Sellia Marina, 28 novembre 2011) regista e sceneggiatore italiano. Negli anni ottanta realizza documentari per la televisione e si trasferisce nella tenuta materna di Sellia Marina in provincia di Catanzaro. Il suo profondo legame con la Calabria, che ha dato i natali a sua madre, è esplorato nel documentario In Calabria, del 1993. Negli ultimi anni della sua vita si ritira in Calabria, dove muore all'età di 88 anni.

    Immagini

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    Tramonti

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    Mare

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    Spiaggia



    Edited by Isabel - 30/9/2013, 18:54
     
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