Semplicemente Passioni forum

Rocca di Neto

Provincia di Crotone

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Rocca di Neto

    CHTezql

    - Fonte -

    Rocca di Neto è un comune di 5.614 abitanti della provincia di Crotone.

    Cenni Storici

    Si narra che nel VII sec. a.C gli Achei al ritorno da una spedizione contro Troia, approdarono sulle rive nel nostro leggendario fiume Neto. La valle apparve loro come un’immensa distesa di terra fertile e ricca. Una terra promessa, rigogliosa e benedetta dalla natura, che poteva accogliere, generosa ed ignara, il popolo più ricco e sapiente del Mediterraneo, offrendo terra da coltivare, legname e materie prime, acqua ed animali e soprattutto enormi spazi disabitati dove impiantare centri agricoli e commerciali. Fu così che Rocca di Neto sorse sulle alture di Cupone e di Tanzanovella, con il nome di Casale di Terrate. La storia della nostra comunità fu scandita col trascorrere dei secoli da diverse dominazioni La fine prematura della splendida civiltà greca aprì la strada all’avvento della potenza di Roma, alle invasioni barbariche, ai bizantini, alle incursioni saracene, ai normanni, agli svevi, agli angioini, agli aragonesi, agli spagnoli, ai borboni e... Ed intanto, in tutta questa girandola di dominazioni e di istituzioni straniere e domestiche che si erano avvicendate in Calabria, il nostro piccolo agglomerato intorno al Mille (epoca contrassegnata dalle continue scorrerie dei saraceni) munitosi di una poderosa rocca sita sulla collina ancora oggi denominata del "Turrazzo", vide accrescere i suoi abitanti, i suoi templi (chiese e monasteri) e le sue attività economiche. Nel XV, secolo Casale di Terrate cambiò la sua denominazione in Rocca di Neto ed assistette passivamente all’avvicendarsi dei suoi numerosi feudatari laici ed ecclesiastici, ai quali interessavano soprattutto gli introiti derivanti dai loro disparati diritti. Ma il dominio feudale provocò funeste ripercussioni sulle condizioni socio-economiche della comunità. Nel 1460 l’abitato fu distrutto da Marino di Marzano, principe di Rossano. Riedificata sulla murgia detta "Rocca Vecchia", la cittadella crebbe lentamente e nel 1664 si arricchì del convento dei Certosini di Serra S. Bruno. Il violento terremoto del 1832 rase al suolo quello che era diventato un centro di 700 abitanti. La ricostruzione del nuovo abitato, chiamato inizialmente Rocca Ferdinandea, avvenne sul sito attuale. Della vecchia Rocca oggi abbiamo pochissimi resti e molti ricordi in parte conservati nella memoria di chi la abita.

    Il Territorio

    Centro agricolo della bassa valle del fiume Neto, a monte della confluenza con il Vitravo. Fino al 1863, ebbe il nome di Rocca Ferdinandea, in omaggio al Re di Napoli. Ciò che si vede oggi di Rocca di Neto è il nuovo borgo realizzato dopo il terremoto del 1832. Il paese si sviluppa su assi regolari e ortogonali tra loro, interessanti sono il palazzo Marraino, la chiesa di S.Filomena, i resti del Casino dei Certosini di S.Stefano, casa Gallo-Arcuri e Santa Maria delle Terrate. All'esterno dell'abitato, sono da vedere le grotte della vecchia Rocca, la chiesa della Madonna delle sette porte e i resti del convento degli Agostiniani.

    Gastronomia e Tradizione

    La Gastronomia rocchitana è ricca di sapori che solleticano i palati più raffinati pur trattandosi di ricette che conservano il gusto della tradizione popolare. Forse sono lontani i tempi in cui le stagioni venivano scandite dai profumi dei prodotti nostrani, ma Rocca di Neto conserva tuttora gli antichi odori, intrisi di sana genuinità. Sarebbe stato impossibile riportare in queste pagine tutta la tradizione gastronomica rocchitana, dunque la scelta è ricaduta su alcuni di essi che meglio ricordano le tradizione e l’arte culinaria di questo paese.

    "A gnelatina" ( la gelatina ): La gelatina di maiale viene preparata con la testa, la trippa, la coda, le zampe, le cotenne del maiale, e con l’aggiunta di qualche pezzo di carne magra; il tutto si fa bollire dopo un’accurata pulizia. Nel frattempo, in un grosso pentolone, si mette a bollire dell’aceto con pepe rosso, aglio, alloro e poi si aggiungono le parti del maiale precedentemente cotte e tagliate a pezzetti. Terminate queste operazioni "a gnelatina" si lascia raffreddare ed assume un aspetto gelatinoso.

    "La carne salata": Costole e pancetta magra di maiale vengono passate nel sale e poi messi a strati in un "salaturu" (recipiente di terracotta). La carne si consuma cotta, insieme a verdure, legumi o sugo di pomodoro, di solito dopo diversi mesi.

    "Peperoni e Pomodori Verdi salati": Questi ortaggi vengono raccolti e lasciati riposare per 12 o 24 ore, dopodiché vengono tagliati in due e disposti a strati in un "salaturu" ( recipiente di terracotta) ricoperti con sale e finocchio selvatico. Si consumano fritti.

    "Pomodori secchi sott’olio": Per la preparazione di questo gustosissimo piatto, servono pomodori ben maturi e molto grossi, da tagliare in due, cospargere con sale, e lasciare essiccare al cocente sole d’agosto per un paio di giorni. Quando i pomodori sono ben asciutti, si adagiano nei barattoli formando diversi strati di pomodori alternati con aglio, semi di finocchio, peperoncini rossi spezzettati, il tutto si copre con abbondante olio

    Persone legate a Rocca di Neto
    • Pasquale Apa, ex calciatore.
    • Alfonso Dattolo (Rocca di Neto, 23 aprile 1964), politico e attuale consigliere regionale della Calabria. Il 25 aprile 2013 è stato anche nominato Assessore regionale all'Urbanistica.
    • Francesco Pugliano (Rocca di Neto, 9 settembre 1955), politico e attuale consigliere regionale della Calabria.
    • Attilio Gallo Cristiani, autore del volume intitolato Piccola cronistoria di Rocca di Neto.
    • Vincenzo Gallo Arcuri, poeta e patriota.

    Immagini



    Tutte le grotte



    Edited by Isabel - 1/11/2014, 21:01
     
    .
0 replies since 24/8/2011, 12:01   134 views
  Share  
.