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Borgia

Provincia di Catanzaro

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  1. Isabel
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    Borgia

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    - Info -

    Borgia è un comune di 7.645 abitanti in provincia di Catanzaro. È considerata una delle più belle cittadine della Calabria, nonché uno dei centri turistici del catanzarese più rinomati e ambiti.

    Territorio

    Il centro storico dista circa 27 km dal capoluogo, al quale è collegato mediante due strade, la provinciale e la strada statale 106. Presenta le frazioni di Donnantona, Vallo e Roccelletta, quest'ultima ormai conurbata con il comune di Catanzaro. Il nucleo dell'abitato sorge su un altopiano collinare a 341 m s.l.m., dista poco più di 10 km sia dal mar Jonio che dalle montagne circostanti. L'agglomerato urbano, che attraversa una fase di rapida espansione, è attraversato da due principali corsi, Mazzini e Matteotti, e da strade parallele e regolari. I luoghi di principale interesse pubblico, che fungono da punto di ritrovo per i giovani della città sono Villa Pertini, Piazza del popolo e Piazza Ortona, nella quale si può ammirare il duomo e il monumento dedicato ai caduti di guerra. In località Roccelletta si possono ammirare i resti della imponente basilica di Santa Maria della Roccella e i resti del teatro e dell'anfiteatro della colonia romana di Scolacium.

    Storia

    - Info -

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    Il nucleo originario di Borgia sarebbe da collocare nel territorio dello stesso comune, che viene denominato località Roccelletta e sarebbe da collegare con la presenza nel sito della greca Skilletion e della successiva romana Scolacium. Recenti studi hanno però avanzato una nuova ipotesi secondo la quale, le origini di Borgia sono da individuare in un tempo storico antecedente alla fondazione delle suddette città greca e romana. I Greci sbarcando nel VII-VI sec. a.C. sulla costa jonica trovarono una popolazione dedita all’allevamento e alla pastorizia. All’arrivo dei Greci, nel Golfo di Squillace, esistevano dei nuclei residenti sulla precollina e collina in quel sito che prenderà il nome di Palagorio. Si ritiene che il termine Palagorio non esistesse in origine, ma venisse attribuito al villaggio più importante. H.orio di Palagorio di Borgia è da rapportare con H.orio, col il significato di “terre - villaggio”, che i Greci attribuivano ai villaggi indigeni esistenti nel sito di Borgia, aggiungendovi appunto “Pala” per definirli antichi rispetto alla loro venuta. Il villaggio, inizialmente, era organizzato sulle pendenze della collinetta ancora oggi detta “h.orio”, che si trova al km 5 della SS. 384 per Borgia. Il villaggio nel tempo si potenziò estendendosi e assorbendo le poche capanne che si erano localizzate intorno la piazza detta Meghale, pur mantenendo le dizioni originarie, rintracciabili nel rogito di conferma del 1602 del Costituito Casal di Borgia. L’abbandono della città romana di Scolacium avvenuto tra il VII e l’VIII sec. d.C., probabilmente, fece confluire nel villaggio di Palagorio parte della popolazione che cercava rifugio nell’entroterra, dalle incursioni dei Musulmani e dal diffondersi della malaria. Oggi non abbiamo tracce di Palagorio antico, ciò è dovuto al basso livello culturale degli abitanti, che condussero una vita primitiva, su cui poi prevalse la colonizzazione romana. Dell’insediamento stesso non si sono conservate tracce, questo è dovuto al fatto che le abitazioni erano probabilmente costruite in legno; solo un recente scavo fatto nell’area per l’impianto di un uliveto, ha riportato alla luce resti di sepolture che non sono state, purtroppo, localizzate con precisione. Il fattore principale della completa scomparsa del villaggio è quasi sicuramente attribuibile al fatto che per la seconda volta, il 21 gennaio del 1604, Palagorio fu assalita dai barbareschi (forse chiamati dallo stesso Principe G. B. Borgia, vista la cocciutaggine degli abitanti di non voler lasciare il vecchio borgo, per trasferirsi nel nuovo centro del Casal Di Borgia). Il borgo venne messo “a sacco e a fuoco” e si costituì un tribunale in piazza, che pronunciò condanne a morte per gli abitanti. Vennero perfino straziati dei bambini. Borgia sorse per concessione di Giovan Battista Borgia, Principe di Squillace, nel 1547. Palagorio, tuttavia, aveva già nel 1547 una sua struttura socio-economica-territoriale ben definita. Nel 1518 il borgo venne, una prima volta, quasi completamente distrutto da un’incursione turchesca, che incise profondamente nella struttura del borgo, tanto da farla porre tra le cause che spinsero il Principe G. B. Borgia a concedere una nuova località per la ricostruzione del paese. Con la loro petizione gli abitanti di “Palagorio gionto con Meghale” così si rivolsero al loro Principe, essendo: «... mal situati et posti che non porrian esser pegio sì per il malissimo airo stando entro una fossa come per esser molto appreso al mar; et senza nulla fortezza de luoco naturale: espostissimo alli mani deli turchi come già tanti anni sono l’hanno stato....». Gli abitanti di Palagorio fondarono il nuovo centro abitato in località Ventoliani-Crocelle (attuale Dirupi), dando al nuovo casale il nome di Borgia, secondo la volontà dello stesso Principe, il quale pretese anche che il patrono del casale fosse San Giovanni Battista. Per molto tempo ancora il nuovo casale mantenne anche la dizione di “alias Palagorio”. Nel 1755, Borgia fu staccata da Squillace e venne ceduta alla famiglia De Gregorio. Del casale di Borgia non abbiamo una pianta urbanistica del centro abitato anche se non mancano notizie sulla vita economica e sociale che vi si svolgeva. La relazione fatta dal Vicario F. Pignatelli al re Ferdinando IV sullo stato generale della Calabria dopo il terremoto del 1783, ci offre un quadro generale sul casale di Borgia, il quale alle ore una e mezza del 28 marzo 1783: «... fu rovesciata dalle fondamenta, dilamandosi parte dalla collina su cui poggiava e fendendosi il suolo in modo che non vi si può a niun patto riedificare. Caddero 25 trappeti e tutte le Case di Campagna, e si fracassarono le Conserve dell’olio, vino e Grano: di duemila 636 Abitanti vi perirono 143 Uomini, 118 Donne e 70 Ragazzi, oltre a 300 bestie da soma. (...) Per le dilamazioni delle Colline andarono sossopra circa cento tomolate di terra in varie Contrade di quella vicinanza colla perdita di vigne e di circa cinquanta alberi di ulivi, trenta di Gelsi e 500 di querce. Si apportarono a volo gli opportuni ripari, facendo sollecitamente bruciare i cadaveri e curare diligentemente i feriti, per cui di cento e tre ne perirono soltanto due. I poveri vennero soccorsi largamente, e con viveri e con denaro, non trascurando di far comodamente collocare le Baracche in luogo sicuro. Con egual diligenza e celerità si fece riaprire la strada di passaggio, onde non si impedisse il commercio, e vennero riedificati i Forni ed i mulini, e provvista l’annona...». Il 29 maggio e il 4 giugno del 1784 su indicazione del Vicario Generale, il Re creò una Cassa Sacra per la ricostruzione dei centri distrutti dal terremoto. Borgia fu indicato come paese interamente distrutto da riedificarsi in sito diverso. La disposizione del Vicario Generale per tutti i paesi da riedificare in sito diverso, ordinava che: «si fosse proceduto alla distribuzione de’ loro piani, i quali dovessero principalmente esser proporzionati al numero degli abitanti, e di quella figura, che più convenisse alla regolarità delle strade (...) con esigere, che per il loro buon ordine fossero diritte, e corrispondenti ne’ mezzi delle piazze, de’ mercati e de’ principali edifici (...) affinché le fabbriche venissero formate ad angoli retti». Il nuovo sito scelto fu quello detto “Le Crocelle”. Il progetto della Pianta della nuova terra di Borgia venne disegnato dall’architetto V. Ferraresi, che operò uno spostamento simile a Filadelfia (VV), anch’essa colpita dallo stesso evento sismico, da realizzarsi in un territorio pianeggiante in una forma trapezoidale, “avveniristico” per quell’epoca in Calabria; con una lunghezza di 450 mt e largo da 150 mt a 260. Il Ferraresi seguì scrupolosamente le indicazioni del Vicario Generale, il suo progetto rispecchia le nuove idee illuministiche del periodo, senza però sfuggire alla suggestione dell’impianto urbanistico romano basato sugli assi ortogonali (Cardo e Decumano), codificato da Vitruvio nel De Architectura e alla concezione urbanistica greca introdotta nel V sec. a.C. da Ippodamo di Mileto. L’impostazione originaria data alla nuova Borgia si è trasmessa fino ad oggi; spesso studiata nelle università nei corsi di urbanistica come esempio da seguire per la realizzazione di un moderno centro urbano.

    Chiesa di San Leonardo

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    - Info -

    Nel centro storico di Borgia, lungo Corso Mazzini, troviamo la chiesa di San Leonardo, un bell’esempio di architettura romanica. La costruzione, di origine ignota, venne completamente ripristinata dopo il 1783, anno del sisma che distrusse l’intero paese di Borgia. La chiesa subì un adattamento anche agli inizi del secolo scorso, ma ha conservato la pianta mononavata con facciata a capanna: questa è caratterizzata da un ampio frontone triangolare sottolineato da un doppio cornicione, da due paraste in stile dorico e da un portale ad arco a sesto acuto in cui la pietra levigata ripercorre il perimetro del portone stesso. Su di esso, proprio al centro della facciata, vi è la nicchia con la Statua di San Leonardo. Il campanile nella parte posteriore dell’edificio custodisce ancora due campane in sostituzione di quelle fuse durante il regime fascista in occasione della partecipazione dell’Italia al secondo conflitto mondiale. Una campana particolarmente interessante è invece ancora conservata al suo interno e proviene con ogni probabilità dalla distrutta chiesa di San Leonardo antecedente al terremoto di fine Settecento. Le opere artistiche più interessanti sono però di carattere pittorico: tra queste segnaliamo le due tele dell’artista locale di fama internazionale Ugo Ortona, molto attivo nella prima metà del secolo scorso, e di Giuseppe Rocca.

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    Retro della Chiesa

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    Particolare del Campanile

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    Interno

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    Ingresso

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    Torre Campanaria

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    Statua di San Leonardo



    Roccelletta di Borgia

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    - Info -

    Roccelletta di Borgia situata nel mezzo del Golfo di Squillace, tra Crotone e Soverato. Come in molti paesi della Presila catanzarese, anche qui, a partire dagli inizi degli anni ’70, i nuovi comuni della “marina” hanno conosciuto un nuovo e diverso sviluppo grazie ad una corrente turistica sempre più in espansione. Oggi, tutta la zona è particolarmente consigliata per le vacanze dell’intera famiglia, grazie alla tranquillità dei paesini, al clima mite, alla vegetazione rigogliosa. A circa 3 km da Catanzaro lido e 15 km da Soverato, dove poter passare serate all’insegna del divertimento notturno. L'attrattiva principale in questa frazione del comune di Borgia (CZ) è il Parco archeologico di Scolacium, nato nel 1982 e sede dei resti della città grecoromana. Della Roccelletta del Vescovo di Squillace, basilica normanna (XI secolo) rimane l'imponente architettura esterna dalle volute arabeggianti e dall'inconfondibile colore rosso. Risalendo la collina la terra battuta lascia spazio a viali lastricati d'epoca classica su cui sorgono i resti di un grande teatro, il foro romano, le terme e la base di un tempietto. Lo scenario è molto suggestivo al punto che dal 2005 è sede durante la stagione estiva di Intersezioni, rassegna artistica curata dal MARCA. Artisti del calibro di Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto e Marc Quinn hanno preso parte alla manifestazione, portando avanti la ricerca nel cui spirito nasce l'evento: realizzare un ponte culturale e temporale tra natura e arte. Prima di salire verso la necropoli arroccata sul punto più alto incontriamo un edificio moderno, l'Antiquarium di Roccelletta. Allestito nella casa padronale del barone Mazza ospita collezioni di pregio archeologico tra le più importanti in Calabria. Gli esterni di Villa Mazza sono stati fedelmente ricostruiti mentre gli interni sono stati rimodernati per ospitare il museo. Due sale sono dedicate a imponenti statue d'epoca romana ritrovate nel Parco, altre a fregi e colonne. Una notevole collezione numismatica ricostruisce le dinamiche commerciali del tempo mentre le tipiche ceramiche classiche narrano gloriose gesta eroiche. Adiacente al museo si trova il frantoio elettrico (1940 c.ca), perfettamente conservato e reso ora disponibile al pubblico alla scoperta di un mestiere ormai dimenticato. È ormai il tramonto e la nostra passeggiata termina così. Ma Roccelletta, concentrato di arte, cultura e storia offre anche ospitalità e buon cibo. A pochi metri dall’ingresso del Parco troverete numerose offerte culinarie pronte a soddisfare i vostri palati. Noi vi consigliamo La Cena di Bacco, un intimo e nient’affatto dispendioso agriturismo in cui dall'antipasto al dessert, la Calabria sarà portata in tavola con tutti i suoi tipici sapori.

    Parco Archeologico di Scolacium

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    - Info -

    La zona archeologica comprende una vasta area che si estende lungo 35 ettari in buona parte occupata da un uliveto e disposta sulla strada statale 384. Il percorso nel cuore del Parco conduce immediatamente alla monumentale chiesa normanna della Roccelletta risalente al XII secolo e si conclude al teatro, con cavea addossata alla bassa collina, all’interno del quale è possibile ammirare tracciati stradali e monumenti della colonia romana di Scolacium. Lungo il percorso è possibile visitare il foro costituito da una grande piazza rettangolare con pavimentazione in laterizi del III sec. d.C. e le fondamenta di altri edifici prospicienti il foro stesso, la necropoli bizantina situata nel punto più alto dell’area e l’anfiteatro romano. Alcuni pannelli esplicativi, con traduzione in inglese sul retro, si dispongono accanto ai monumenti più importanti e consentono al visitatore di comprendere maggiormente i ruderi che si visitano. Varie sono le statue rinvenute in tutta l’area archeologica tra le quali spiccano statue di togati tardo-repubbliani e statue della famiglia Giulio-Claudia, nonchè ritratti frammentari di Agrippina minore e di Germanico. Il Museo Archeologico conclude la visita del Parco consentendo di ricostruire, nell’immaginario, quel contesto storico di grandiosità che visse il territorio nel periodo romano e medievale. Di recente realizzazione è l’Antiquarium in un edificio che ospita, al suo interno, il primo frantoio elettrico della Calabria che rappresenta un’interessante traccia di archeologia industriale.

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    Personalità illustri
    • Antonio Pitaro (Borgia, 31 agosto 1767 – Parigi, 28 luglio 1832) è stato un medico e scienziato italiano. Dottore in tutte le scienze, letterato e accademico, ha insegnato medicina all'università di Salerno, Napoli e alla Sorbona di Parigi. Medico della famiglia Buonaparte, le sue opere abbracciano argomenti fra i più disparati. A Parigi gli è stato eretto un monumento in una villa cittadina, per eternarne l'opera e l'ingegno.
    • Guglielmo Sabatini (Borgia, 21 marzo 1877 – Catania, 1949) è stato un giurista italiano. Sostenne nella scienza penalistica un indirizzo che, dissociando il concetto di reato da quello di colpa e di libertà e superando le distinzioni tra imputabili e non imputabili, inquadrava unitariamente i concetti di pena e di misura di sicurezza, direttore della rivista La scuola Unitaria
    • Ugo Ortona (Borgia, 15 ottobre 1888 – Roma, 27 marzo 1977) è stato un pittore e incisore italiano, la cui arte fu improntata al cubismo-espressionismo. Decorò alcune sedi istituzionali ed edifici religiosi calabresi con mosaici, vetrate, affreschi: Palazzo degli Uffici di Catanzaro e Sala consiliare del Comune di Catanzaro, Chiesa dell'Annunziata e una cappella del Duomo di Reggio Calabria. Sue opere sono esposte in importanti musei e pinacoteche, quali le gallerie Nazionale d'Arte Moderna, Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea e Corsini di Roma, e la galleria di Palazzo Rosso a Genova.

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    Borgo



    Edited by terryborry - 26/6/2012, 11:11
     
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