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Vini Doc della Calabria

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  1. Isabel
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    Vini Doc della Calabria

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    Vino Bivongi Doc

    bivongi

    Tra i vini più giovani della Calabria ad ottenere il riconoscimento internazionale, il vino Bivongi ha ottenuto il riconoscimento Doc da parte dell'Unione Europea solo nel 1996. Si produce sul versante orientale della Catena delle Serre, nella bassa valle del torrente Stilaro, a ridosso dei comuni di Bivongi, Caulonia, Monasterace, Riace e Stilo nella provincia di Reggio Calabria, e nel comune di Guardavalle sito nella provincia di Catanzaro. Il Bivongi è un vino Doc relativamente leggero in quanto a gradazione alcolica totale, che varia dai 10% ottenuta nella tipologia bianco, fino ai 12,5% massimi raggiunti dal rosso Riserva.
    Nella produzione del vino Bivongi qualità rosso, vengono utilizzati tra il 30 ed il 50% di vitigni del tipo Gaglioppo e Greco nero. Nero d'Avola e Castiglione per il restante 30-50% e altri vitigni a bacca nera per un massimo del 10% della massa totale. Così composto il vino acquisisce una gradazione minima totale del 12% e si presenta di colore rosso intenso tendente al granato nella qualità Riserva, che viene invecchiata per almeno 2 anni. Il rosato invece viene sostanzialmente prodotto con l'utilizzo degli stessi vitigni utilizzati nella produzione del rosso, ma con l'aggiunta di vitigni a bacca bianca per un massimo del 15% della massa totale. Ne risulta dunque una gradazione minima totale intorno al 11,5% ed un colore rosato più o meno intenso dal gradevole sapore vinoso e fruttato. Il Bivongi qualità bianco si ottiene mescolando il 30-50% di vitigni del tipo Greco bianco e/o Guardavalle, con Malvasia Bianca e/o Ansonica, anch'essi tra il 30-50% e altri vitigni della zona a bacca bianca in quantità non superiore al 30% della massa totale. Il vino così ottenuto avrà una gradazione alcolica minima del 10,5% che gli conferisce un colore paglierino ed un sapore secco. Come gran parte dei vini Doc della Calabria, anche il Bivongi rende al meglio nella qualità rosso, si adatta molto bene infatti agli antipasti tipici calabresi, a base di formaggi e salumi insaccati, conserve e alimenti sott'olio.
    Il Decreto Ministeriale 4 Luglio 2005 modifica il disciplinare di produzione del vino Bivongi Doc estendendo l'area in cui sono ammesse le operazioni di vinificazione e invecchiamento al comune di Roccella Ionica in provincia di Reggio Calabria. Lo strsso Decreto estende il riconoscimento Doc al vino novello ottenuto da uve che rispondono a requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione, e fissa nella misura del 75% la resa massima dell'uva in vino finito.

    Vino Cirò Doc

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    Primo vino calabrese ad ottenere il riconoscimento Doc dall'Unione Europea, il vino Cirò è il più antico prodotto in Calabria, diretto discendente del famoso Krimisa, vino prodotto sulla fascia ionica dagli antichi popoli achei. Il vino Cirò Doc è in sostanza un monovitigno più che un uvaggio, prodotto cioè al 95% da uva della tipologia Gaglioppo, e per la restante parte da uve tipo Greco Bianco e Trebbiano Toscano. I vitigni utilizzati sono in massima parte coltivati sui terreni aspri e siccitosi della provincia di Crotone, tra i comuni di Cirò, Cirò Marina, Crucoli e Melissa, che forniscono alle uve coltivate una particolare corposità delle bacche, con un colore molto scuro e buccia assai carnosa.
    Prodotto nelle tre diverse tipologie di rosso, rosato e bianco, il vino Cirò è un monovitigno poichè, come previsto dal disciplinare di produzione, si ottiene con l'utilizzo di alte percentuali di un solo tipo di uva. Il rosso ed il rosato si ottengono con il 95-100% di uva Gaglioppo e con il restante 5% di uva Greco Bianco o Trebbiano Toscano. Il bianco invece si ottiene con il 90% di uva Greco Bianco ed il restante 10% di uva Trebbiano Toscano. Il Gaglioppo è un vitigno molto resistente presente in altre regioni d'Italia oltre alla Calabria, dove comunque è fortemente utilizzato per la produzione di molti vini locali. E' un vitigno a bacca rossa, il vino che se ne ricava è molto corposo con alta gradazione alcolica, adatto all'invecchiamento. Il Greco Bianco invece è un uva a bacca bianca che fornisce un vino giovane, fresco e fruttato poco adatto all'invecchiamento. Questo vitigno è tra i più diffusi in Italia e storicamente venne introdotto dai coloni greci provenienti dalla Tessaglia. Le basse e assolate colline del Marchesato di Crotone forniscono uve e vitigni tra i migliori della Calabria, da queste colline provengono altri vini calabresi come il Melissa, ed il Sant'Anna, ottimo vino Igt che si produce a ridosso dei centri di Isola Capo Rizzuto e Crotone.
    Il vino Cirò Doc è tra i più esportati e conosciuti a livello internazionale, oggi viene prodotto dalle aziende Librandi, Caparra & Siciliani, Ippolito, Lucà, Malena, Enotria e Val di Neto. Questo ottimo vino calabrese può definirsi Classico quando le uve utilizzate provengono dai territori di Cirò e Cirò Marina, mentre acquisisce l'etichetta Riserva solo dopo tre anni di invecchiamento, quando la gradazione alcolica minima supera il 13,5%. Come previsto dal disciplinare di produzione il vino Cirò Doc deve avere un invecchiamento obbligatorio di 9 mesi ed un livello di acidità totale compreso tra il 4,5 e 8 per mille.

    Vino Donnici Doc

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    Insieme al più famoso Cirò il Donnici è stato tra i primi vini della Calabria ad ottenere il riconoscimento Doc da parte dell'Unione Europea. Si produce nelle tre classiche qualità di rosso, rosato e bianco tra i comuni di Aprigliano, Cellara, Dipignano, Mangone, Pedace, Piane Crati e Pietrafitta, ricadenti nella provincia di Cosenza. L'area di produzione dunque è localizzata nell'alta valle del fiume Crati stretta tra le pendici occidentali dell'Altopiano della Sila ed il versante orientale della Catena Costiera, ad altezze comprese tra i 400 e gli 800 metri sul livello del mare. Questa posizione offre un particolare microclima caratterizzato da umidità media e forti escursioni termiche notturne e stagionali.
    Nonostante le differenze climatiche che però si rilevano tra le diverse altitudini, le coltivazioni locali appaiono omogenee in termini di caratteristiche agronomiche e di resa. Il vino Donnici Doc è un uvaggio ottenuto cioè dalla mescolanza di vari vitigni locali tra cui spicca il Magliocco Nero o Mantonico Nero, varietà locale di Gaglioppo, che viene utilizzato fino ad un massimo del 50%. Si aggiungono il Greco Nero per almeno il 10%, Malvasia Bianca o Greco Bianco non oltre il 10% e altri vitigni della zona sia a bacca bianca che a bacca nera con percentuali non superiori al 20%. Si ottengono con questo uvaggio sia il rosso Donnici Doc che raggiunge una gradazione minima totale del 12,5% che il rosato Doc che ha una gradazione dell' 11%. Il Montonico Bianco o Magliocco Bianco costituisce la base dell'uvaggio per il bianco Donnici Doc, al quale si aggiunge il Greco Bianco o la Malvasia Bianca fino ad un massimo del 30% ed altri vitigni a bacca bianca della zona di produzione per la restante parte. Il disciplinare di produzione del vino Donnici Doc, stabilisce che le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti debbono essere quelli tradizionali della zona e comunque tali da conferire alle uve, ai mosti ed ai vini derivati le specifiche caratteristiche di qualità che distinguono il Donnici dagli altri vini calabresi.
    Quindi un colore cha va dal rosso rubino al cerasuolo per la varietà rosso, colore rosa più o meno intenso per il rosato, e giallo paglierino per il Donnici bianco. Per tutte le qualità prodotte, l'acidità totale minima del vino Donnici Doc è fissata nella misura del 5 per mille, anche per il Novello e Riserva.

    Vino Greco di Bianco Doc

    grecodibianco

    Vino passito dotato di eccezionali finezze organolettiche, con la rara caratteristica di presentare un'elevata quantità naturale di alcool in armonia con l'acidità reale, il Greco di Bianco è un ottimo vino prodotto con vitigni nati nel paese di Bianco, sul litorale ionico della provincia di Reggio Calabria. Tra i vini più antichi d'Italia, di certo quello di cui si abbia la più antica testimonianza storica, il Greco di Bianco ha ottenuto il riconoscimento Doc solo nel 1980. Anche se prodotto in quantità abbastanza limitate, a causa dell'esigua zona di produzione, questo vino storico è oggi forse il vino più pregiato prodotto in Calabria.
    Il greco bianco è un vitigno antico proveniente dalla Tessaglia, e condotto in Calabria dai primi coloni greci nel corso del VII secolo a.C. Il suo grappolo è lungo fino ad oltre i 60 cm, gli acini sono piccoli e rotondeggianti e nel complesso presenta poca polpa e buccia sottile. Questo vitigno avido di cure, è invece avaro di frutto, tanto che da una pianta si ricava appena mezzo litro di vino. Ben diffuso in tutta la regione, questo vitigno si utilizza nella produzione di vini bianchi tipici della Calabria. Su un lembo del litorale ionico della Provincia di Reggio Calabria, sui pendii argillosi del Massiccio d'Aspromonte, che digradano dolcemente verso il mare, sorge il comune di Bianco, dove si produce un vino Greco, che ha l'ambizione di essere il primo dell'antica terra di Enotria. Secondo il disciplinare di produzione del vino Doc, si procede alla vendemmia verso la metà di Settembre dietro un'accurata selezione di uve, che per il 95% devono essere del tipo greco bianco. Il restante 5% può provenire da altre uve bianche non aromatiche della provincia di Reggio Calabria. Le uve si appassiscono su graticci al sole per 8/10 giorni, così da alzare la concentrazione di zuccheri. Quindi dopo la vinificazione il vino viene conservato per 12 mesi in botti di acciaio ed un eventuale passaggio in legno di tre mesi, prima di essere imbottigliato e messo in commercio dopo almeno 13 mesi dalla vendemmia.
    Il Greco di Bianco Doc è un vino dal colore giallo tendente al dorato con riflessi ambrati, profumo etereo, caratteristico, con sentori che spaziano attraverso tutte le modulazioni della frutta secca. Il sapore è morbido, armonico, con retrogusto caratteristico. Si beve freddo, da solo o in abbinamento a pasticceria secca, torte a base di pasta di mandorle, torta a base di frutta fresca. Si presta molto bene ad essere accostato con formaggi piccanti.

    Vino Lamezia Doc

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    Come la gran parte dei vini calabresi anche il Lamezia ha ottenuto il marchio Doc da parte dell'Unione Europea nel 1995. Il Lamezia è un ottimo vino tipico prodotto nella Piana di Sant'Eufemia, a cavallo di 9 comuni ricadenti tutti nella provincia di Catanzaro, tra i quali Gizzeria, Falerna, Maida, San Pietro a Maida, Pianopoli e Lamezia Terme, dalla quale prende anche il nome. L'area di produzione si sviluppa dunque tra le falde occidentali del Massiccio del Reventino, e la costa del Mar Tirreno, ad altitudini comprese tra i 200 ed i 400 metri.
    Il vino Lamezia doc si ottiene da un uvaggio composito di vitigni locali come il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio la cui presenza non deve restare tra il 30-50% nella produzione del rosso e del rosato. Si aggiunge poi il 25-35% di uva Gaglioppo anche nella varietà autoctona Magliocco, un altro 25-35% di Greco Nero o di Marsigliana Nera. Il restante 20% è costituito da vitigni a bacca nera della zona di produzione. Dall'uvaggio così composto si ottengono il rosso, la cui gradazione minima totale è del 12% con colore cerasuolo più o meno intenso, il rosato invece ha colore rosa e una gradazione minima di 11,5%. Il Lamezia bianco Doc invece si ottiene dalla mistura di uva Greco Bianco fino al 50%, Trebbiano Toscano massimo 40% e Malvasia Bianca non meno del 20%. La residua parte è costituita da vitigni a bacca bianca della zona per un massimo del 30%. Una varietà del bianco è il Lamezia Greco ottenuto da un uvaggio molto meno composito, quasi monovitigno, fatto dall'85% di Greco Bianco e altri vitigni a bacca bianca della zona per l'altro 15%. Il vino Lamezia Greco doc ha una gradazione totale di 11% ed è il più conosciuto di questa Doc.
    Come tutti i vini bianchi anche il Lamezia Greco si produce con il metodo della vinificazione in bianco che consiste nel separare il succo estratto dall'uva, dai residui di bucce e di vinacce, facendo fermentare solo il mosto pulito. Secondo il disciplinare di prosuzione il vino Lamezia Doc deve provenire da uve prodotte nella zona specifica, con resa massima si 120 quintali per ettaro di terra ed il 70% di resa massima di uva in vino. L'acidità totale minima è del 5 per mille. Prima di ottenere il riconoscimento Doc, il vino prodotto in questa zona veniva venduto nel nord Italia per poi passare ai paesi limitrofi come la Francia e la Svizzera, con nomi diversi relativi al comune di produzione.

    Vino Melissa Doc

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    Insieme al più famoso Cirò, il vino Melissa è tra i più antichi vini prodotti in Calabria, e certamente tra i più antichi d'Italia. Già Ovidio nel I secolo a.C. cita il borgo di Melissa come un luogo ameno ricco di vigne, da cui si estraeva un vino forte e corposo secondo le tecniche introdotte dai coloni greci. La zona di produzione ricade nel cuore dell'Alto Crotonese tra i comuni di Carfizzi, San Nicola dell'Alto, Umbriatico e Melissa da cui prende il nome, e parte dei territori dei comuni di Pallagorio, Casabona, Rocca di Neto, Scandale, Strongoli, Santa Severina e Castelsilano, tutti in provincia di Crotone.
    Il vino Melissa Doc viene prodotto nelle tipologie rosso, rosso Superiore e bianco, da un uvaggio a doppio vitigno. Infatti nell'uvaggio di quest'ottimo vino calabrese si impiegano solo 2 tipi di uve, il Gaglioppo, padre del Cirò utilizzato per il Melissa rosso e rosso Superiore, e il Greco Bianco che si adopera per ottenere il Melissa bianco. Il disciplinare di produzione per la qualità rosso e Superiore prevede l'impiego del Gaglioppo non meno del 75-95% con aggiunta di Greco Nero per la restante parte. Il bianco invece si ottiene da uva Greco Bianco per 80-95% e Malvasia Bianca o Trebbiano Toscano per la restante parte. Dunque il vinaggio utilizzato contiene una forte e marcata presenza di un solo tipo di uva, tanto che, come avviene per il Cirò, anche il Melissa Doc è considerato un monovitigno. La gradazione minima totale varia da 11,5% del bianco al 13% del rosso Superiore, che si ottiene dopo 2 anni di invecchiamento in botte. Prodotto da vitigni ubicati sulle aspre e assolate colline del Marchesato di Crotone la cui componente geologica primaria è l'argilla, anche il Melissa Doc è un vino abbastanza corposo di colore tra il rosato carico e il rosso rubino per la varietà rosso, con riflessi arancioni per il Superiore, giallo paglierino tenue e profumo vinoso per il bianco. Dalle stesse colline provengono altri vini tipici della Calabria, come il più famoso e blasonato Cirò, ed il Sant'Anna, ottimo vino Igt che si produce a ridosso dei centri di Isola Capo Rizzuto e Crotone.
    Nel 2002 è stata fondata la cooperativa Cantine Riunite del Cirò e del Melissa con l'obiettivo di rivalutare la tipicità ed il prestigio di questi due eccellenti vini calabresi che si posizionano sulla fascia bassa a livello di costi, ma che nulla hanno da invidiare ai più blasonati vini nazionali.

    Vino Pollino Doc

    vinopollino

    Tra i primi vini calabresi ad ottenere il riconoscimento Doc dall'Unione Europea, il Pollino si produce nei territori dei comuni di Civita, Frascineto, Castrovillari, Saracena e Cassano allo Ionio tutti nella provincia di Cosenza. I vitigni utilizzati per produrre questo ottimo vino Doc crescono dunque alle falde meridionali del Massiccio del Pollino, su terreni argillosi e calcarei che permettono una maggiore densità delle coltivazioni in virtù di un'alta permeabilità. Il clima risente in via principale di forti escursioni termiche, ma offre comunque un elevato apporto d'acqua ai vitigni che risultano quindi poco corposi.
    Il disciplinare di produzione prevede l'impiego di uva tipo Gaglioppo per almeno il 60%, Greco Nero minimo 20% e Malvasia Bianca, Montonico e altre uve a bacca bianca per non oltre il 20% del volume totale. Nella produzione del vino Pollino Doc viene utilizzata una varietà autoctona di Gaglioppo denominata Magliocco Canino. Questo vitigno si coltiva solo nella zona collinare del Massiccio del Pollino e conserva caratteristiche climatiche molto particolari che lo rendono poco zuccherato ma ricco di aromi e polifenoli. Un altro vitigno utilizzato per ottenere il Pollino Doc è l'Aglianico, varietà coltivata nel sud Italia, più corposo e strutturato, cresce anche ad elevate altitudini e si coniuga molto bene con l'uva del tipo Magliocco Canino. Il Pollino Doc è un vino ottenuto da vitigni che maturano tra la fine di Settembre e i primi di Ottobre. La fermentazione del mosto avviene con la tecnica della vinificazione in rosso, cioè a contatto con l'uvaccia ottenuta dalle parti solide dell'uva come la buccia e ed i vinaccioli. Il vino Pollino Doc è tra i vini maggiormente diffusi della Calabria, molto apprezzato anche sul versante lucano del Massiccio del Pollino, e sulla costa tirrenica calabrese.
    Il Pollino Doc ha colore rosso rubino, il profumo intenso e fruttato con aroma di prugne e ribes, mentre il sapore risulta abbastanza secco e sapido. Secondo il disciplinare di produzione la versione base del Pollino Doc deve mantenere una gradazione minima totale di 12,5%, mentre la tipologia Superiore, che si ottiene dopo due anni almeno di invecchiamento in botte, deve avere una gradazione non inferiore ai 13%. Oggi oltre duecento produttori vitivinicoli della provincia di Cosenza partecipano alla produzione del vino Pollino Doc, ottenendo una quantità complessiva di oltre un migliaio di ettolitri.

    Vino Savuto Doc

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    Coltivato e prodotto nella bassa valle del fiume Savuto, sul versante tirrenico della Calabria, il vino Savuto ha ottenuto il riconoscimento Doc dall'Unione Europea nel 1995, come la maggior parte dei vini calabresi. L'area di produzione, che interessa 13 comuni della provincia di Cosenza e 6 comuni della provincia di Catanzaro, si estende lungo la valle del fiume Savuto, vero confine naturale tra le pendici nord-occidentali del Massiccio del Reventino e la parte più meridionale della Catena Costiera che termina col gruppo del monte Cocuzzo.
    Tra le zone di produzione più caratteristiche di tutta la Calabria, dal grande valore paesaggistico e culturale, la coltivazione della vite nell'area di produzione tipica del Savuto Doc, si pratica su stretti terrazzi digradanti verso il fondo valle, ottenuti con muretti in blocchi di pietra. Mentre la geologia dei terreni si conserva abbastanza omogenea, racchiusa tra i rilievi montuosi cristallini della Sila, della Catena Costiera e del gruppo del Reventino, la situazione climatica invece è più variabile tra le zone collinari più piovose e umide e le zone a ridosso del mar Tirreno, dove il clima è più temperato. Il vino Savuto Doc si produce nella unica varietà di rosso con l'utilizzo di uva proveniente da vitigni locali come stabilisce il disciplinare di produzione. Il vinaggio si ottiene dalla mescolanza del Gaglioppo per il 35-40%, Nerello Cappuccio e/o Magliocco Canino e/o Sangiovese per il 30-40% e la Malvasia bianca in aggiunta ad altri vitigni a bacca bianca della zona per un massimo del 25% del volume totale.
    Secondo il disciplinare di produzione il vino Savuto Doc deve avere un colore rosso rubino più o meno intenso, profumo caratteristico e sapore asciutto, con una gradazione minima totale del 12%. La qualificazione Superiore del vino Savuto Doc si ottiene invece dopo 2 anni di invecchiamento obbligatorio, che danno al vino una gradazione minima totale del 12,5%. Il Savuto è uno dei vini più antichi della Calabria, apprezzato sin dai romani con il nome di Sanutum, venne menzionato nelle opere letterarie dell'archeologo francese Francois Lenormant e del viaggiatore inglese Norman Douglas.

    Vino San Vito di Luzzi Doc

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    Nella piccola frazione di San Vito del comune di Luzzi in provincia di Cosenza si produce da molti anni un vino giovane che ha ottenuto il riconoscimento Doc dall'Unione Europea nel 1997. Luzzi è un piccolo comune posto sulle basse pendici occidentali dell'Altopiano della Sila che digradano dolcemente verso l'ampia valle del Crati. I vitigni coltivati in quest'area della Calabria risentono di un clima umido e poco temperato, la cui caratteristica principale è data dai frequenti sbalzi di temperatura sia notturna che stagionale.
    Il vino San Vito di Luzzi Doc si produce nelle varietà rosso, rosato e bianco con l'utilizzo di uva proveniente da vitigni locali secondo una mescolanza stabilita dal disciplinare di produzione del 1994. Il rosso e rosato del San Vito di Luzzi si ottengono da un uvaggio composto di uva Gaglioppo al 70%, Greco Nero e/o Sangiovese ed altri vitigni a bacca nera della zona per il 30% e la Malvasia per un massimo del 10% del volume totale. Il bianco del San Vito di Luzzi invece si ottiene da uve di Malvasia Bianca al 40-60%, Greco Bianco al 20-30% e altri vitigni a bacca bianca per un massimo del 40%. Così composto il San Vito di Luzzi è uno dei vini più eterogenei della Calabria ottenuto dalla unione di numerosi vitigni dei quali qualcuno non autoctono come il Sangiovese, vitigno utilizzato per produrre il celeberrimo Brunello di Montalcino. La qualità di questo vino è assicurata dal riconoscimento Doc, mentre la tipicità che da una parte è garantita dalla piccola zona di produzione, risulta forse trascurata per l'eccessiva disomogeneità dell'uvaggio e dei vitigni utilizzati. In effetti il San Vito di Luzzi risulta essere tra i vini più disomogenei della Calabria, in quanto a vitigni utilizzati e percentuali di mescolanza tra essi.
    Il vino San Vito di Luzzi Doc ha una gradazione alcolica minima totale che varia dai 10,5 gradi del bianco fino agli 11,5 gradi del rosso. Il colore è giallo paglierino più o meno intenso con odore gradevole e vinoso per il bianco, rosso rubino più o meno intenso con sapore secco e vellutato per il rosso, colore rosa con qualche sfumatura arancione, odore caratteristico e delicato dal sapore fresco, asciutto ed elegante per il rosato che ha una gradazione minima di 11 gradi.

    Vino Verbicaro Doc

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    Coltivato e prodotto sulle falde occidentali del Massiccio del Pellegrino, il vino Verbicaro ha ottenuto il riconoscimento Doc dall'Unione Europea nel 1995. L'area di produzione ricade nella provincia di Cosenza, tra i comuni di Grisolia, Santa Maria del Cedro, Santa Domenica di Talao, Orsomarso e Verbicaro, da cui prende il nome. I vitigni utilizzati per ottenere questo vino crescono sui terreni collinari calcarei e porosi del versante occidentale del Massiccio del Pellegrino, a ridosso della fascia costiera tirrenica che garantisce un clima sostanzialmente mite tutto l'anno, privo di escursioni termiche e ricco di piovaschi.
    Il vino Verbicaro Doc si produce con l'utilizzo di vitigni locali quali la Guarnaccia Nera, varietà autoctona del Gaglioppo, che cresce bene alle pendici del Massiccio del Pellegrino, mescolata con il Greco Nero fino al 60% massimo, a questi si aggiunge la Malvasia Bianca o Guarnaccia Bianca fino al 30% e per il restante 10% si aggiungono altri vitigni a bacca rossa della zona. Da tali mescolanza si ottengono così il Verbicaro rosso Doc che ha una gradazione minima totale pari al 13% ed il rosato Doc che ha una gradazione del 10,5%, mentre la qualità Riserva, invecchiata 2 anni in botte, ha una gradazione di 13,5%. Il Verbicaro bianco Doc è ottenuto invece da una mescolanza di vitigni di Greco Bianco al 40%, Malvasia Bianca al 30%, Guarnaccia Bianca al 20% e per il restante 10% si impiegano altri vitigni a bacca bianca non aromatica della zona. Il bianco del vino Verbicaro ha una gradazione minima totale di almeno il 12%. Come il San Vito di Luzzi, anche il Verbicaro Doc è tra i vini più disomogenei della Calabria in quanto a vitigni utilizzati e grado di mescolanza tra essi.
    Come la gran parte dei vini prodotti da vitigni coltivati in terreni calcarei e porosi, con una forte permeabilità, il Varbicaro Doc ha un livello medio-basso di zuccheri che gli conferisce il classico colore rubino più o meno carico con sapore vinoso, asciutto e delicato. Mentre il bianco dal colore giallo paglierino ha un sapore più secco e aromatico. Tutte le tipologie del vino Verbicaro Doc hanno un'acidità minima totale del 4,5 per mille come stabilito dal disciplinare. Nel 1998 è nata la Verbicaro Viti e Vini S.r.l. istituita per promuovere la valorizzazione commerciale del vino Verbicaro Doc con l'analisi delle qualità dei vini, nonchè con lo studio delle caratteristiche agronomiche dei terreni per i nuovi innesti.
     
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