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Castelpetroso

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    Castelpetroso

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    - Info -

    Castelpetroso (Castièllë in molisano) è un comune italiano di 1.647 abitanti della provincia di Isernia in Molise.

    Descrizione e geografia

    Comune montano di antica origine, dal tessuto economico agricolo e industriale di modeste dimensioni. I castellani presentano un indice di vecchiaia nella media, dato in controtendenza rispetto alla stragrande maggioranza dei comuni della zona, ed abitano inoltre le località di Guasto, Indiprete, Pastena, Camere (nucleo speciale dell'Orfanotrofio) e Paduli. Il profilo geometrico del territorio si presenta irregolare, con il paesaggio alto-collinare costituito da rilievi coperti di bosco ceduo alternati a prati di modesta estensione, adatti al pascolo. Il capoluogo comunale sorge su un colle lungo lo spartiacque tra il Mare Tirreno, con il bacino del Volturno a nord-ovest, e l'Adriatico, con il bacino del Biferno a sud-est. Il massiccio del Matese, a sud, si staglia contro l'orizzonte. Lo stemma raffigura tre torri, simbolo delle antiche porte di accesso all'abitato.
    Il territorio è attraversato dalla statale 17 Appulo-Sannitica, che rappresenta il principale asse di collegamento tra le due province molisane, ed occupa una posizione di valico sui rilievi che dividono la piana di Pettoranello di Molise da quella di Boiano. La viabilità provinciale collega il centro al tracciato della statale 17, a Carpinone e a Macchiagodena; all'Autostrada del Sole A1 si accede dai caselli di San Vittore (verso Roma) a 55 km e Caianello (per Napoli) a 61. Non servita direttamente dalla rete ferroviaria, ha la stazione più vicina a 5 km, sulle linee Campobasso-Vairano e Carpinone-Sulmona, e vanta un buon servizio di autolinee; il porto e l'aeroporto di riferimento distano rispettivamente 126 e 121 km ma per il traffico aereo è utilizzato anche lo scalo intercontinentale di Roma/Fiumicino, a 221 km, mentre i traffici marittimi interessano anche il porto turistico di Termoli, a 99 km. La qualità dei collegamenti con le principali direttrici di traffico è più che sufficiente grazie alla buona percorribilità della statale 17, solo occasionalmente ostacolata, proprio nell'attraversamento di questo comune, dalle precipitazioni nevose e dal ghiaccio negli inverni più rigidi. Per il commercio, i servizi, il lavoro e tutte le esigenze che non possono essere soddisfatte sul posto la popolazione fa riferimento ad Isernia.


    Storia

    Le origini dell'insediamento risalgono probabilmente all'età longobarda, ma solo in epoca angioina i documenti attribuiscono Castrum Petrosum ai possedimenti della famiglia d'Alneto. Si sa poi che fra il Tre e il Seicento conobbe la signoria dei conti di Isernia, dei Pandone di Venafro, degli Storrente di Gaeta, dei Caracciolo, dei Paolucci e dei Rossi, già noti come de Rubeis, che vi dominarono fino all'eversione della feudalità. All'inizio del secolo scorso fu capoluogo di governo, ma perse otto anni più tardi tale blasone a vantaggio di Carpinone, nel cui circondario fu inserito insieme a Pesche, Pettoranello di Molise e Sessano del Molise. L'opera architettonica di maggior rilievo è senza dubbio l'imponente Santuario dell'Addolorata che sul pianoro di valico, a brevissima distanza dal tracciato della statale 17, si staglia contro la montagna con i suoi marmi chiari e le vistose cupole; quale testimonianza storica rivestono interesse anche alcune delle costruzioni più antiche del centro storico.

    Monumenti e luoghi di interesse
    • Il Santuario della Madonna Addolorata
    • La Chiesa Parrocchiale è dedicata a San Martino Vescovo
    • La piccola Cappella della Maddalena

    Fontane e sorgenti
    • Fonte dell'Ospedale (Indiprete)
    • Fonte della Creta (Guasto)
    • Fonte dei Salici (Guasto)
    • Fonte dell'Apparizione (Santuario)
    • Fonte della Taverna (Indiprete)
    • Fonte Pisciarello (Guasto)
    • Fonte dell'Astore (Santuario)
    • Fonte di Cicchino (Indiprete)
    • Fonte di Forte (Indiprete)
    • Fonte di Ricci (Indiprete)
    • Fonte del Santuario (Guasto)
    • Fonte Pisciarello (montagna)
    • Le Strepparelle (Guasto)
    • Fonte Provena (Guasto)
    • Fonte di Pastena (Pastena)
    • Fonte dei Tamburri (Indiprete)
    • Fonte Sant'Framo (Indiprete)
    • Fonte della Terra (Casale)
    • Fonte del Palammo (Castelpetroso)
    • Fonte dei Grilli (Guasto)
    • Fonte Prete (montagna)
    • La Fonte dell'anno (Indiprete)
    • Fonte della Canala (Pastena)
    • Fontana della oianova (Indiprete)
    • Sorgente San Salvatore (Indiprete)
    • Fonte dei Ferrara (Indiprete)
    • Fonte dei Felicioni (Pastena)
    • Fonte Giancola (Indiprete)
    • Fonte Zappitelli (Indiprete)
    • Fonte Pescara

    Edited by PatriziaTeresa - 25/6/2015, 19:57
     
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  2. Isabel
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    Santuario della Madonna Addolorata

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    - Fonte -

    A Castelpetroso sorge il Santuario della Madonna Addolorata, patrona del Molise.Secondo la testimonianza delle veggenti, la Vergine Maria apparve la prima volta il 22 marzo 1888 a due pastorelle di nome Serafina e Bibiana in località Cesa tra Santi, sulle pendici del Monte Patalecchia. A questa prima apparizione ne seguirono altre. Tale fenomeno fu in seguito riconosciuto. Il santuario, iniziato con la posa della prima pietra avvenuta il 28 settembre 1890 e completato nel 1975 è realizzato in stile neogotico; visto dall'alto questo è composto da sette cappelle che rappresentano i sette dolori della Madonna, al centro delle quali c'è la cupola alta 54 metri. Il santuario e il luogo delle apparizioni sono collegati tra loro dalla Via Matris, lunga 750 metri, dove vengono appunto ricordati i sette dolori mariani.Qui il 19 marzo 1995 papa Giovanni Paolo II vi celebrò una Santa Messa.Sebbene Castelpetroso si trovi in provincia di Isernia, il santuario ricade sotto l'arcidiocesi di Campobasso-Boiano ed è comunque retto da un proprio vicario episcopale in ottemperanza allo statuto del santuario promulgato il 14 novembre 2004 dall'arcivescovo metropolita di Campobasso-Boiano Armando Dini. In conseguenza di tale nuovo statuto, i Frati Francescani dell'Immacolata, che amministravano economicamente e pastoralmente le attività del santuario, ne hanno abbandonato la direzione e non sono più presenti in esso dopo 12 anni di attività al suo interno.

    Storia

    - Fonte -


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    Il 28 settembre del 1890, alla presenza di una enorme folla di oltre tentamila pellegrini provenienti da ogni contrada d'Italia, si iniziarono i lavori del Santuario su progetto dell'architetto Francesco Gualandi di Bologna. Erano passati solo due anni da quando il 12 marzo del 1888 la Vergine Addolorata si manifestò a Bibbiana che, era in compagnia della cugina Serafina. Bibbiana in quell'occasione fu investita da un flusso di luce intensa fuoriuscire da una fessura della rupe di "Cesa tra Santi". Poco dopo il 22 dello stesso mese fissando lo sguardo nel cavo della rupe le apparve la Vergine Addolorata con Cristo morto depositato sul telo di lino candido. La costruzione della chiesa iniziata, quindi, alla fine del secolo scorso, grazie all'entusiamo ed alla fede del Conte Carlo Aquaderni di Bologna,che ebbe miracolato il figlio di 19 anni, proseguì negli anni successivi e in data 21 settembre 1975 venne consacrata alla già patrona del Molise. La fede dell'Addolorata si diffuse rapidamente con le offerte anche di fedeli esteri. La prima cappella terminata nel 1907, come il Santuario attuale, sono stati portati a termine grazie alle offerte di molti fedeli, con proventi di paesani trasferitisi all'estero o da offerte provenienti da ogni parte d'Europa come testimoniano quelli di Cracovia. La presenza dei pellegrini è continua e va ricordata il 19 marzo 1995 la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II. Il maestoso Santuario, poste ai piedi del Monte Patalecchia svetta bianco e leggero con le sue forme slanciate sullo sfondo della folta e verde vegetazione. La chiesa è stata realizzata in stile neo gotico con migliaia di metri cubi di pietre del posto e lavorata, pezzo per pezzo, tutta a mano da valenti scalpellini molisani e toscani, veri artigiani. Con una pianta di tipo radiale con sette cappelle laterali, racchiude una superficie di circa 10.000 metri quadrati capace di ospitare oltre 10.000 fedeli; la massima altezza della cupola è di mt. 54, quella delle guglie laterali di mt. 35. L'interno presenta pregevoli opere del Maestro Amedeo Trivisonno che raffigurano i sette dolori della Madonna e da mosaici alla base della cupola.Ma il Santuario anche se è un tempio la cui fama travalica i confini nazionali non è il solo segno della religiosità delle popolazioni locali: un numero elevato di chiese e chiesette, cappelline rurali ed immagini religiose sono diffuse in ogni parte dell'agro dalle frazioni, ai piccoli nuclei ai crocevia delle strade di campagna. Ne elenchiamo alcune ricordando, come la volontà degli abitanti abbia riportato alla luce con un sentito intevento la chiesetta della Madonna Maddalena, appena fuori la frazione di Guasto; esempio di come si possa contribuire alla tutela di beni ed alla valorizzazione di testimonianze che vengono sempre più apprezzate.

    Le Apparizioni

    - Fonte -

    Immerso nel verde ai piedi del Monte Patalecchia, come un’intelaiatura vivente in costante moto verso l’alto, appare il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, comune in provincia di Isernia, simbolo di devozione alla Santa Vergine che, anni or sono, concesse il privilegio delle sue Apparizioni. La storia racconta che nel lontano 22 marzo del 1888 Fabiana Cicchino e Serafina Valentino, due contadine del luogo, giunte al termine di una dura giornata di lavoro nei campi e radunato il gregge per far ritorno a casa, si accorsero che mancavano delle pecorelle. Cercandole tra siepi e crepacci Fabiana si trovò nei pressi di un burrone, dove vide una luce forte e insolita e tra i suoi raggi l’immagine della Vergine Santissima e ai suoi piedi il figlio morto. Tornate alle loro case raccontarono commosse la visione celeste, ma pochi credettero a quello che sembrava solo essere un sogno. Qualche giorno dopo, nello stesso luogo, l’Apparizione si manifestò nuovamente alle due contadine che per la seconda volta raccontarono l’accaduto. Fu così che alcuni cominciarono a credere e a recarsi nel luogo sacro in contrada Cesa tra Santi, avendo a loro volta il privilegio dell’Apparizione. Sempre la stessa immagine: la Vergine Santissima seminginocchiata con le braccia allargate, il cuore trafitto da sette spade, gli occhi rivolti al cielo e Cristo morto disteso ai suoi piedi. Anche l’allora vescovo di Bojano, Mons. Francesco Macarone Palmieri, recatosi sul luogo sacro ebbe la grazia di vedere la Madonna Addolorata.

    Alle Apparizioni si aggiunse un altro evento straordinario: ai piedi della rupe era scaturita una sorgente d’acqua rivelatasi subito miracolosa. La notizia si diffuse rapidamente non solo a Castelpetroso, ma anche nei paesi e nelle regioni vicine e masse di fedeli peregrinarono verso la orami nota contrada Cesa tra Santi. Il 29 gennaio del 1889 tra i numerosi pellegrini giunti a Castelpetroso vi era anche il Conte Carlo Aquaderni, partito da Bologna insieme al figlio dodicenne Augusto, malato di tubercolosi ossea. In quell’occasione la fede forte e sincera portò ad entrambi la consolazione di vedere la Madonna e Augusto ricevette il dono della guarigione per mezzo dell’acqua della fonte miracolosa.

    L’Architettura

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    Progettato in stile neogotico da Francesco Gualandi di Bologna, il Santuario è un inno a Maria e al Molise. Interamente scolpito in pietra locale, la prima pietra viene posata il 22 settembre 1890, quando, Mons. Francesco Macarone Palmieri nel corso di una solenne celebrazione da ufficialmente il via ai lavori. La consacrazione, invece, avviene il 21 settembre del 1975.

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    La chiesa per il suo stile architettonico rientra nell’ambito del movimento artistico denominato Gothic Revival. La pianta è di tipo radiale con sette cappelle laterali e si sviluppa su una superficie di circa 2800 metri quadrati. Essa simboleggia un cuore, la parte centrale, trafitto da sette spade, i sette dolori di Maria, le sette cappelle. Tale disposizione planimetrica è di immediata lettura se si osserva la volumetria dell’intero complesso architettonico: dall’alto corpo centrale sovrastato dalla cupola si dispongono a raggiera i bracci più bassi delle cappelle.Colpisce il visitatore il percorso che conduce al Santuario. Lungo il viale, in un cammino di riflessione due suggestivi angeli, Michele e Gabriele, sono posti al limite del parcheggio e ricordano l’atteggiamento in cui deve porsi il pellegrino.

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    Una gigantesca pietra richiama al paganesimo e al senso del sacrificio incarnatosi poi in Cristo, per portare a compimento la rivelazione. In alto spiccano tre croci, a significare la salvezza che passa attraverso la sofferenza, annunciata con le parole di Paolo all’Aeropago, che si leggono in una stele. Incontriamo poi, sul piazzale antistante, un altare, di 80 quintali in cui Giovanni Paolo II in visita al Santuario celebrò l’eucarestia il 19 marzo 1995 e dietro un bronzo raffigurante l’Assunta, dono del 50° anniversario di Sacerdozio di Mons. Ettore Di Filippo, Vescovo emerito di Campobasso-Bojano, che tanto ha contribuito alla diffusione del messaggio mariano. Incastonati tra le svettanti torri campanarie che racchiudono la facciata tripartita dai pilastri, sormontati dai caratteristici gigli, spiccano i tre portali ricamati di mosaici nelle lunette e da rosoni lobati sui quali campeggiano i pinnacoli. E’ un intarsio di pietra, che riporta alle arti antiche dei molisani, in una metafora della mano esperta che tesse il tombolo. Tutto l’ornato della facciata è opera di artisti della pietra locale, i fratelli Chiocchio di Oratino e i fratelli Pasquini di Pietrasanta.Le tre porte di bronzo, divise in otto pannelli, rappresentano i misteri del Santo Rosario e la figura di Maria attraverso la rivelazione e la storia della Chiesa. La porta centrale, realizzata dallo scultore Urbano Buratti di Pietrasanta, fu fusa dalla ditta Mariani e posta in opera nel 1974. La porta a sinistra è opera della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Quella di destra è della fonderia Mariani e Belfiore di Pietrasanta. Nelle formelle c’è una catechesi mariana, dai misteri del Rosario alla storia di Maria. Al di sopra dei portali tre mosaici rappresentano le tappe più significative di Maria: l’annunciazione, la crocifissione del Cristo e l’incoronazione di Maria unita al Figlio, opera della ditta Ferreri e Bacci di Pietrasanta.

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    Entrando, nell’atrio si osservano varie epigrafi che ricordano la consacrazione del santuario, le parole del papa Paolo VI che nel 1973 proclamò l’Addolorata di Castelpetroso Patrona del Molise e i nomi di chi ha contribuito con le offerte alla costruzione dell’edificio. Vi è inoltre una nicchia, sulla sinistra, dove è posto un piccolo battistero in marmi policromi con retrostante mosaico. Proseguendo verso l’interno, due angeli di marmo bianco, posti uno a destra e l’altro a sinistra, che tengono tra le mani un’acquasantiera a forma di conchiglia. Colpisce subito al visitatore, la parte centrale, coperta da una cupola alta 54 metri da cui si irradiano le sette cappelle.
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    Alzando gli occhi si scorgono i mosaici dei santi più venerati in Molise, più in alto gli Evangelisti e i Profeti. Sulla cantoria risuonano le note delle 1778 canne dell’organo, opera dei fratelli Ruffatti di Padova. Nel mezzo si erge la cappella centrale e l’altare maggiore con retrostante monumento e trono alla Vergine Maria, avvolti da una luce suggestiva proveniente da vetrate colorate. Il contrasto tra lo splendore della luce forte della cupola e quella soffusa della cappella, crea un’atmosfera misteriosa e quasi ultraterrena riportando alla mente le Apparizioni del lontano 1888. L’altare maggiore e il trono della Vergine furono progettati da Francesco Gualandi, nipote del progettista del Santuario e sono realizzati in pregiati marmi policromi. Dal trono in stile gotico, alto 11 metri e largo 4.80, il gruppo della Vergine Addolorata con Gesù morto ai piedi riproduce le Apparizioni come descritte dalle veggenti. La statua dell’Addolorata, danneggiata a seguito di un incendio causato da un corto circuito la mattina di Pasqua nel 1963, fu restaurata a Napoli dalla ditta Lebbro e collocata sul trono marmoreo il 21 settembre dello stesso anno. Nella pietra sacra dell’altare sono racchiuse le reliquie dei santi Paciano vescovo, Pelino e Simplicio.



    Le tele di Amedeo Trivisonno

    All’interno del Santuario è possibile ammirare otto capolavori del pittore molisano Amedeo Trivisonno (1904 – 1995). In ognuna delle sei cappelle minori è collocata una tela dell’artista che rappresenta un dolore della Vergine. Le tele sono solamente sei poiché uno dei dolori, il sesto, è rappresentato dalla statua della Madonna situata sul trono della cappella maggiore. Le tele hanno una grandezza di 2,15 m x 3,75 m e furono realizzate tra gli anni 1966 e 1972. Le altre due tele, raffiguranti la Risurrezione di Gesù (1985) e l’Assunzione di Maria al cielo (1986) misurano 3,60 m x 7 m, sono collocate a sinistra e a destra dell’entrata. In queste ultime opere si mette in evidenza la linea mariologica della compartecipazione della Madre alla Missione del Figlio. Inoltre nella tela dell’Assunzione, tra la gente che osserva Maria assunta in cielo, è possibile distinguere mons. Pietro Santoro (Arcivescovo di Campobasso – Bojano dal 1979 al 1989).

    Percorso storico-culturale

    Un itinerario mariano che vede il collegamento del sito di Castelpetroso con il Santuario della Madonna della Libera, a Cercemaggiore, il cui culto inizia con il ritrovamento di una statua lignea, definita la Vergine Orante, di cui si celebra quest’anno il VI centenario.Parallelamente al percorso principale, si ripercorrono suggestivi angoli molisani quali il borgo longobardo di Sant’Angelo in Grotte ed il sito romano di Altilia.

    Percorso naturalistico

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    Il sentiero Tobia; inaugurato il 22/5/11, «Scoprirsi accanto» in viaggio con il giovane Tobia, è il tema al centro del nuovo sentiero che, intreccia il carattere naturalistico a quello religioso e rappresenta un’apprezzabile opera di salvaguardia e di valorizzazione del territorio oltre che una rilevante risorsa spirituale per i numerosi pellegrini che, quotidianamente, si recano al Santuario Mariano. Il sentiero, benedetto ed inaugurato da monsignor GianCarlo Bregantini, consiste in undici pannelli di legno 70×50 ciascuno dei quali descrive una fase del cammino di Tobia, che i giovani scout hanno scelto come espressivi del disagio e delle speranze tipiche di ogni giovane del Molise. La realizzazione del progetto è stata curata dal gruppo scout Agesci Campobasso IV della Parrocchia Santa Maria Maggiore in Cattedrale del capoluogo.


    Esterno


    Interno


    Edited by PatriziaTeresa - 25/6/2015, 19:58
     
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