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Guardavalle

Provincia di Catanzaro

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    Guardavalle

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    Guardavalle (Guardavaji in dialetto calabrese) è un comune di 4.928 abitanti della provincia di Catanzaro.

    Cenni storici

    - Info -

    Guardavalle è una cittadina del versante jonico delle Serre. Si adagia in una valle circondata da colline, alle falde orientali del monte Pecoraro delimitata dalle fiumare Assi e Lunari ed attraversata nel centro dal Patella. Posta al confine sud della provincia di Catanzaro, conta oggi circa 6000 abitanti. Sorse intorno all'anno 1000 quando gli abitanti della Marina per sfuggire alle incursioni Saracene si trasferirono in una vallata del monte Consolino. Guardavalle divenne comune autonomo nel 1799 in seguito all'ordinamento amministrativo del Generale Championnet. Il paese fu attaccato per ben due volte dai Saraceni nel 1555 e nel 1569. In questo periodo, i guardavallesi, per difendere le loro case e le loro terre, costruirono nei punti più alti dodici torri di avvistamento, delle quali la torre del Crocco e la torre del Giordano sono state mozzate e radicalmente modificate in abitazioni. La torre Toscano fu scriteriatamente demolita nel 1948. Intatta resta oggi la torre di sopraguardia fatta costruire nel 1486 da Carlo V a Vinciarello. Il piano terra della torre era adibito a scuderia, mentre il piano superiore serviva come alloggio per i soldati. Successivamente nel '700 le scuderie vennero trasformate in magazzini oleari, le cui giare si possono ancora oggi ammirare nel giardino antistante la torre. Delle restanti torri si è persa anche la memoria. La cittadina fu resa illustre dal Cardinale Guglielmo Sirleto, il quale occupa un posto preminente nella storia della chiesa del tempestoso XVI secolo. Egli fu nominato vescovo di S. Marco Argentano nel 1566, ma ben presto fu richiamato a Roma dove partecipò alla preparazione del "Catechismo Romano", alla riforma del "Breviario" e del "Messale". Alla morte di Pio IV rifiutò l'investitura a pontefice preferendo lo studio della Bibbia, della filosofia e delle scienze e presiedette inoltre alla riforma del calendario giuliano. Quest'illustre personaggio guardavallese, costretto a vivere lontano dalla sua gente, nutrì sempre grande affetto per il suo paese natio, al quale procurò vantaggi economici e politici. In quei tempi, i cittadini erano obbligati a dare alloggio alle truppe militari. Per le misere economie locali e per la moralità paesana, l'arrivo dei soldati era calamità pubblica. Grazie all'intervento del Cardinale Sirleto, i guardavallesi furono esentati da tale obbligo. Di portata maggiore fu il suo intervento presso il Re di Napoli, dal quale ottenne che Guardavalle fosse esentata dal pagamento delle tasse per dieci anni, per essere stata saccheggiata dai turchi

    Monumenti e luoghi d'interesse
    • Castello Rispoli
    • Torre Cavallara Vinciarello
    • Palazzo Falletti (XIX secolo);
    • Palazzo Squillacioti
    • Palazzo Spedalieri
    • Palazzo Scuteri
    • Palazzo Sirleto (XVI-XVII secolo);
    • Rione Carmine
    • Basilica di San Carlo;
    • Chiesa del Purgatorio
    • Chiesa di Sant'Agazio (XVIII secolo);
    • Monastero di Santa Maria.
    • Calvario
    • Calanchi di Lisarusa
    • Vallata di Coscinù
    • Cascate di Pietracupa
    • Gole del Fiume Assi

    Il Parco Naturale Regionale delle Serre

    Il Parco Naturale Regionale delle Serre è un'area naturale protetta della regione Calabria, istituita nel 1990 . Situato tra l'Aspromonte e la Sila, è percorso da due lunghe catene montuose, da grandi boschi, tra cui il Bosco di Stilo, e da corsi d'acqua con cascate come la cascata del Marmarico (la più alta, di 105 m), nel comune di Bivongi, e la cascata di Pietra Cupa, sulla fiumara Assi di Guardavalle.


    Guardavalle Marina

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    - Info -

    Il centro di Guardavalle Marina deve la sua origine alle alluvioni che, nel 1951 e nel 1953, recarono ingenti danni sia a Guardavalle sia soprattutto alla frazione montana Pietracupa. Agli alluvionati vennero costruiti in Marina, ad opera della Cassa del Mezzogiorno, sette isolati per civile abitazione con chiesa, scuola e delegazione comunale. Dal 1960 in poi la popolazione di Guardavalle Marina è andata sempre più aumentando, arrivando a poco più di duemila abitanti. In questo periodo è sempre più cresciuto anche il numero dei turisti che, da maggio a settembre, frequentano il centro marino per le ferie estive. La chiesa parrocchiale, intitolata a S. Maria degli Angeli, costruita all'inizio per pochi fedeli, nel corso degli anni si è resa più incapace di accogliere l'accresciuta popolazione locale e i numerosi turisti. I lavori di ampliamento hanno reso la chiesa più solenne ma anche più accogliente e luminosa. Nella chiesa si può ammirare la statua lignea della Madonna degli Angeli, opera dello scultore Conrad Moroder da Ortisei (Bolzano), risalente al 1972.


    Clima e natura

    Per la particolare situazione geografica, con la parte più alta della Catena Appenninica delle Serre che blocca l'accesso alle perturbazioni occidentali, questa è la parte d'Italia dove piove di meno, con un clima dolcissimo, caratterizzato da una lunghissima estate e da un inverno quasi inesistente. La temperatura media di 18.5° è tra le più alte d'Europa. Il clima secco e ventilato giova alla cura delle malattie respiratorie. Un clima e una natura incontaminata che, di certo, favoriscono la longevità: nel 1995 ben tre anziani guardavallesi hanno compiuto i 100 anni in buona salute, una nel 1996 ed un altro nel 1997. Nel breve spazio di pochi chilometri si possono risalire un migliaio di metri di quota, passando da ampie spiagge e da un mare pescoso e cristallino fino ai 1350 metri di Monte Pecoraro ed ai fitti boschi di faggi, pini ed abeti, passando attraverso colline alberate di mandorli, uliveti, vigneti, agrumeti e boschi di querce, lecci, corbezzoli, eriche, allori, tipici della macchia mediterranea, odorosa di timo, salvia, lavanda, rosmarino, mentuccia, cisto e ginestre sempre fiorite e profumate. Un clima, una natura, una tradizione millenaria che, come al tempo degli antenati magnogreci, considera sacra l'ospitalità, giustificano ampiamente una vacanza a Guardavalle. Vacanza che non significa solo mare, sole, natura, ma anche rapporto umano con la realtà locale, con i suoi sentimenti, con il suo patrimonio di folclore, arte, storia, civiltà e cultura.

    Mare

    Guardavallle Marina è situata sulla SS 106, è scalo ferroviario, è sul mare e durante l'estate diventa un discreto centro balneare. Sulla spiaggia sono dislocati 4 stabilimenti balneari di cui due con discoteca a libero ingresso. Il territorio di Guardavalle ospita 2 Villaggi turistici, 3 Campeggi 2 Agriturismo, 2 Alberghi, e svariati ristoranti tipici. Durante il periodo estivo che va da giugno a fine settembre l' Amministrazione Comunale e le Associazioni culturali Guardavallesi organizzano varie manifestazioni culturali, musicali, teatrali e sagre paesane tipo la Sagra della melanzana ad agosto. Il mare pulito, la spiaggia dorata, la tranquillità dei luoghi, fanno di Guardavalle una località balneare per chi vuole passare una vacanza tranquilla, a stretto contatto con la natura e la cultura e le tradizioni paesane.

    Montagna

    Guardavalle con il suo vasto territorio di circa sessanta chilometri quadrati, ha un enorme patrimonio boschivo e montano. Ci sono diverse frazioni abitate, come: Elce della vecchia che conta piu’ di cento abitanti, Sciordillà, Piano del Gatto, ecc. Camminando nella montagna guardavallese si può ammirare una natura incontaminata e molto variegata negli aspetti naturalistici. Si possono ammirare alberi secolari come: faggi, lecci, castagni, ecc. All’interno del bosco il Corpo Forestale dello Stato ha creato piccoli spazi attrezzati (Faggio Grande) ove trascorrere una giornata in montagna, fra gli alberi e natura lontani dal caldo afoso delle frazioni marine. Aspetto molto importante che la distanza fra la costa e la montagna non supera i quaranta chilometri.

    Edited by Isabel - 6/7/2012, 09:14
     
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    Da visitare

    - Info -


    Torre Cavallara


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    Fu costruita da Vincio Spedalieri nel 1485. In quell'anno, regnando a Napoli Ferdinando I d'Aragona, donna Maria Brancaccia, signora della terra di S. Caterina e vedova del conte Alberico di Luvo, per volontà espressa da. questi nel suo testamento, diede il feudo rustico di Caminise a Vincio degli Spedalieri. Insieme col feudo, Vincio ebbe l’obbligo di provvedere alla difesa del litorale contro, le incursioni dei Turchi, e perciò edificò la torre Cavallara che noi oggi vediamo. Al piano terra vi era la scuderia per i cavalli, mentre, al primo piano alloggiavano i soldati. Nel ‘700 le scuderie vennero trasformate in magazzini per l’olio: alcune delle giare, in seguito, sono state sistemate all'esterno, nel giardino della torre. Il fabbricato fu parzialmente distrutto nel terremoto del 1783 e poi ricostruito. Sul frontone è murata un’interessante lapide marmorea con la data del 1485 e sul passetto del ponte levatoio è incisa la data del 1756. Accanto alla torre, verso sud, vi era una cappella dedicata a S. Pietro. Della cappella oggi restano la pala lignea con l’immagine del Pescatore di Galilea, e la campana bronzea, datata 1785.


    La torre Giordano


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    Si erge in tutta la sua imponenza a metà del Corso Sirleto, mentre le facciate laterali sporgono su Via S. Carlo, Via Indipendenza e Via Progresso. Sul portone d'ingresso fa bella mostra di sé, anche se un po’ lesionato, un grosso stemma in travertino raffigurante l’emblema nobiliare dei baroni Crea di Stilo. Questo privilegio fu riconosciuto alla famiglia Giordano perché net 1700 una Clorinda Giordano sposò uno delta famiglia dei baroni Crea. L'ingresso delta torre è posto sulla confluenza di Via S. Carlo e di Via Indipendenza. Le strutture architettoniche dell'ingresso sono rimaste sostanzialmente intatte con i contorni basale e laterale di pietra viva, mentre il grande portone in legno è stato rifatto nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Nell’androne dell'ingresso si notano tuttora i grandi soffitti a volta e le pareti laterali che separavano da un lato le stalle per i cavalli e dall'altro le cantine e i magazzini di deposito. Le scale di accesso al primo piano delta torre (di proprietà degli eredi del defunto dott. Gioacchino Giordano) mostrano chiaramente l’impronta delta tecnica costruttiva di origine romana, mediante la posa in opera di lunghi massi levigati di pietra viva per la sezionatura degli scalini.


    Palazzo Rispoli

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    L'esterno

    - Info -

    «Sul corso principale del paese si affaccia l'ottocentesco Palazzo Rispoli, con cortile interno da cui si sviluppa una bella scala, a pezzi intagliati di granito, che porta al piano nobile dell'antico edificio, dove erano situati gli ambienti abitativi. è della stessa famiglia la villa ottocentesca che sorge su una collinetta di contrada "Coltura". Spiccano, su due lati dell'edificio, altrettanti torrioni, che ingentiliscono l'intera costruzione, già residenza di campagna dei Rispoli».

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    Veduta esterna laterale



    Palazzo Falletti

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    Ubicato a lato della chiesa del purgatorio, su via Garibaldi, mostra al suo ingresso due colonne in granito monolitico ospitate da nicchie che incorniciano il portale sempre in granito, il tutto e’ sormontato dalla trabeazione che ospita nel fregio metope e triglifi e cornice che sorreggono il balcone superiore. Oltre il portale si apre un ampio androne che porta alle cantine e ai piani superiori, inoltre, superando il magnifico cancello in ferro battuto opera di artigiani serresi, si arriva nel giardino pensile che ospita zampilli ed aiuole.


    Palazzo Salerno (400 -700)

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    Il palazzo ha diversi ambienti che si organizzano su quattro livelli. Nell’androne d’ingresso vi sono due volte a crociera e le scale che portano ai piani superiori, a destra e a sinistra due porte con alcuni gradini permettono l’accesso al livello piu’ basso dell’edificio (seminterrato) che e’ palese anche dall’esterno grazie alla presenza di finestre basse con inferriate. Il livello piu’ basso, come i livelli superiori, gira intorno al corpo scala e si suddivide in quattro ambienti. Qui vi sono ancora oggi: la macina in ferro per le olive, recipienti in terracotta per il deposito dell’olio, cioe’ le giare, alcune delle quali sono incassate interamente nel terreno per risparmiare spazio; vi sono anche scaffali in legno con ripiani in stuoia per il deposito dei viveri.


    Palazzo Spedalieri (1600-1700)

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    Si affaccia sulla piazza Immacolata ed e’ stato costruito in momenti diversi: la parte che si affaccia sul fiume e’ del 600, mentre la parte che da su piazza Immacolata e’ del 700. La facciata e’ ad intonaco bianco con ornati baroccheggianti. All’interno si possono ammirare, il selciato dell’androne, che e’ originario le ampie stanze ed un oratorio privato.




    Chiesa matrice o di S. Agazio o del Rosario


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    Non si sa quando venne costruita ne a chi fosse dedicata. Nel 1548 venne portata da Squillace la reliquia di sant’Agazio, per questo motivo la chiesa dal 1632 venne intitolata al santo. L’edificio sacro subì poi vari cambiamenti. La facciata ha influenze neoclassiche (architetto Muzzà di Serra San Bruno). Il portale centrale in granito è settecentesco. Sulla cornice della trabeazione vi è scolpita la data del 1608. L’interno in stile barocco è ad una sola navata. Il soffitto è decorato con affreschi dell’ottocento che riproducono scene bibliche e il martirio di sant’Agazio (patrono di Guardavalle). La chiesa ha tre cappelle: quella di sant’Agazio, quella del rosario e quella dell’Immacolata. L’interno ospita diverse statue.


    Chiesa di S. Carlo


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    Fabrizio Sirleto nato a Guardavalle nel 1557, nipote del cardinale Guglielmo Sirleto, fu vescovo di Squillace dal 1603 al 1635. Carlo Borromeo è il Santo della famiglia Sirleto (amico dello zio) e il vescovo Fabrizio spende 60 mila scudi per erigergli una chiesa nella sua città di Guardavalle. Deceduto il primo aprile 1635, per sua espressa volontà ebbe sepoltura nella stessa chiesa. Non è mai stata completata (forse per la morte del vescovo) ma, dalla rilettura delle sue parti strutturali e architettoniche si deduce che molto più vaste sarebbero state le sue dimensioni. Infatti l’arcone in pietra visibile sull’attuale facciata non è altro che l’arcosoglio che ad opera finita doveva dividere il presbiterio dal corpo principale della chiesa, ipotesi questa confermata dalla presenza sulla facciata a destra di un un muro longitudinale tronco. Da ciò si arriva alla conclusione che, la facciata attuale non è altro che, il risultato di un rimedio preso in seguito all’impossibilità di completare l’opera originale voluta dal vescovo Fabrizio Sirleto. La chiesa attuale é a pianta longitudinale, misura 25 m in lunghezza e 10,80 in larghezza, i muri sono scanditi da paraste e arcate cieche, coperte parzialmente con una volta a crociera di mattoni a foglio.

    Edited by Isabel - 9/7/2012, 12:27
     
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