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Rionero in Vulture

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  1. Isabel
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    Rionero in Vulture

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    - Info -

    Rionero in Vulture, chiamato generalmente Rionero (Arnìur in dialetto locale), è un comune italiano di 13.500 abitanti della provincia di Potenza. È stato insignito della Medaglia d’argento al merito civile per atti di abnegazione durante il secondo conflitto mondiale. La città di Rionero è conosciuta in Italia anche per la sua ricchezza di acque Minerali. Qui opera l'azienda "Fonti del Vulture", che produce la famosa "Acqua Lilia" ed è luogo di estrazione dell'acqua Gaudianello, azienda con sede a Melfi. Inoltre è un rinomato centro produttivo di vini, come l'Aglianico del Vulture, il Moscato bianco e di olio come l'Olio DOP del Vulture. Rionero ospita il CROB, uno dei più importanti centri sulla ricerca oncologica a livello nazionale.

    Geografia

    Si trova su due colline a sud-est del Vulture, vicino al confine con la Campania e la Puglia, a 645 metri sul livello del mare. Il suo territorio si estende per 53,1 km² ed i suoi abitanti sono divisi tra il centro abitato e le frazioni di Monticchio Bagni e Monticchio Sgarroni.

    Clima

    Il clima è rigido d'inverno e caldo temperato d'estate. Secondo i dati medi del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +4,4 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di +23,0 °C.

    Le origini del nome

    Le origini del nome di questa cittadina non sono del tutto chiare. Secondo alcuni, la sua etimologia deriva da "Rivo Nigro" (ruscello nero) , sorgente affiorante dal tufo vulcanico (pozzolanico) di colore nero che attraversa il paese dividendolo in due parti (fonte ora conglobata nella fontana detta "Grande" o della "Baronessa").

    Storia

    Antichità

    Il territorio era abitato nel IV secolo a.C., come provano le tombe rinvenute nelle località "San Francesco", "Cappella del Priore" e "Padulo". Resti di un acquedotto di epoca romana sono visibili sulla fiumara di Ripacandida, nei pressi dell'attuale abitato.Scavi archeologici in corrispondenza della "Torre degli Embrici" hanno riportato alla luce nel 2004 un insediamento agricolo-termale, risalente agli ultimi secoli avanti Cristo e proseguito fino al tardo Medioevo. Una bolla di papa Eugenio III datata 1152 diede vita a "Santa Maria di Rivonigro", casale del feudo di Atella, a sua volta appartenente al vescovo di Rapolla.

    Medioevo

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    Federico II con un falco

    Con la caduta dell'impero romano e l'avvento delle invasioni barbariche, il circondario di Rionero vide l'arrivo dei normanni, che si stanziarono soprattutto nella frazione di Monticchio, facendo del castello locale la loro roccaforte, il quale fu probabilmente costruito prima del loro arrivo. La zona divenne in seguito luogo di rifugio per i monaci Basiliani, giunti dalla penisola balcanica per evitare le persecuzioni iconoclastiche. Anche l'ordine religioso si stanziò a Monticchio, ove costruirono anche un'abbazzia.In epoca sveva, si ritiene da alcuni storici che la zona di Rionero fu residenza di caccia di Federico II, ove il sovrano, che trascorreva gran parte del suo tempo libero a Melfi, si recava nei boschi del monte Vulture per esercitare la sua grande passione. Nel 1316, in seguito ad un bando di Giovanni D'Angiò che accordava esenzioni e immunità per popolare l'allora neonata Atella, Rionero fu quasi del tutto abbandonata per circa un secolo.

    Età moderna

    Il casale di Rionero fu ripopolato nel 1456, quando Atella fu distrutta da un violento terremoto e gran parte degli abitanti furono costretti a ricostruire e ripopolare il vicino casale. In questo periodo giunse anche una comunità di contadini discendenti degli albanesi emigrati a Melfi. Durante la dominazione spagnola, la città ebbe un periodo di pace e di prosperità.In data 1 aprile 1502, Rionero ospitò nella chiesa di Sant'Antonio Ludovico d'Armagnac, duca di Nemours e Consalvo Fernandez di Cordova, rispettivamente comandanti degli eserciti francese e spagnolo, i quali si incontrarono per stipulare accordi sulla spartizione del Regno di Napoli.Gravemente colpita dal terremoto del 1694, la sua popolazione in quel periodo non superava settecento persone. In seguito la nobile famiglia Caracciolo, ai quali spettava il feudo, concessero il disboscamento, il dissodamento e la coltivazione dei terreni occupati dai boschi della località "Gaudo".In seguito allo sviluppo economico conseguente la popolazione subì un forte incremento: nel 1735 gli abitanti erano giunti a circa 3000, nel 1752 a circa 9000. Durante la Repubblica Napoletana del 1799, il rionerese Michele Granata si distinse come portarore di ideali repubblicani sulla scia della rivoluzione francese, una caratteristica che gli costò la vita nel dicembre dello stesso anno. Nel 1811, Rionero avevano superato gli 11000 abitanti e divenne Comune autonomo con decreto di Gioacchino Murat il 1º maggio dello stesso anno.

    Regno delle Due Sicilie e brigantaggio

    Durante il Regno delle Due Sicilie, Rionero diede i natali a diversi esponenti di quell'epoca. Tra questi Giustino Fortunato senior, ex murattiano che ricoprì importanti incarichi politici nel decennio francese, fu primo ministro del regno dal 1849 al 1852.Con la caduta del reame e la successiva annessione al regno dei Savoia, Rionero divenne uno dei maggiori centri del brigantaggio postunitario. La città diede i natali al famoso brigante Carmine Crocco detto "Donatelli", un bracciante dai trascorsi garibaldini che, dopo la delusione ricevuta per la mancata clemenza per il suo passato da disertore, si arruolò nelle file borboniche per combattere i sabaudi.Crocco riuscì ad organizzare una banda di 2000 uomini, e, pur in vigenza della famigerata "legge Pica", a soggiogare gran parte della Basilicata, parte dell'Irpinia e compiendo depredazioni fino alle zone di Bari e Lecce. Le sue azioni furono in grado di mettere in crisi il nuovo governo di Vittorio Emanuele II, che dovette inviare massicci rinforzi per poter frenare il suo esercito, affidando il compito al generale Emilio Pallavicini.La città è stata anche luogo di nascita del politico e scrittore Giustino Fortunato, pronipote di Giustino Fortunato senior, uno dei più importanti meridionalisti che si impegnarono per la risoluzione della cosiddetta questione meridionale. Il 21 settembre 1897, grazie all'impegno politico di Fortunato, venne inaugurata la stazione ferroviaria di "Rionero-Atella-Ripacandida".

    Dall'eccidio nazista ad oggi

    Nel settembre 1943, si registrò a Rionero una delle più tristi tragedie della sua storia, ove 18 rioneresi furono trucidati da alcune truppe naziste. Già dal 16 settembre la popolazione rionerese, per paura della distruzione da parte tedesca dei magazzini dei viveri, assalta gli stessi magazzini del Rione Sant'Antonio, portando via sacchi di farina, di riso e altri generi alimentari.I nazisti spararono sulla folla uccidendo un diciassettene, Antonio Cardillicchio, e diedero fuoco ai magazzini, ove perì una donna, Elisa Giordano Carrieri. Il 24 settembre, il contadino Pasquale Sibilia, svegliato dalle grida della figlia, esce di casa con un fucile e, vedendo un sergente dei paracadutisti, che sembrava rubargli una gallina, lo spara ferendolo di striscio e il militare risponde al fuoco colpendo Sibilia all'inguine.A causa del gesto del contadino, il capitano dei paracadutisti, su ordine di un ufficiale tedesco, fece catturare 16 persone che, insieme a Sibilia vengono barbaramente uccisi a colpi di mitragliatrice. Uno soltanto, Stefano Di Mattia, creduto morto perché svenuto, sfugge al massacro giacendo sotto i corpi dei compagni. Una stele eretta sul luogo dell’eccidio ne ricorda la tragedia per la quale la città di Rionero ha ottenuto la Medaglia d’Argento al Merito Civile. I successivi e periodici flussi emigratori fecero diminuire la popolazione sino agli attuali 14.000 abitanti.

    Monumenti e luoghi d' interesse

    Architetture religiose
    • Chiesa di San Marco Evangelista
    • Chiesa del SS. Sacramento
    • Chiesa della SS. Annunziata
    • Chiesa della Misericordia
    • Chiesa di Sant'Antonio Abate
    • Chiesa di San Nicola

    Architetture civili

    Palazzi

    • Palazzo Fortunato
    • Palazzo Pierro

    Altri Palazzi
    • Palazzo Giannattasio - XVII secolo
    • Palazzo Catena - XVII secolo
    • Palazzo Ciasca - casa natale del senatore Raffaele Ciasca e inagibile a causa del terremoto del 1980
    • Palazzo Rotondo - attuale sede del Municipio.

    Altri
    • Orologio del "Rione Costa"
    • Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale
    • Stele ai Trucidati della seconda guerra mondiale

    Siti archeologici
    • Complesso Archeologico Romano

    Personalità legate a Rionero
    • Giustino Fortunato senior - politico, primo ministro del Regno delle Due Sicilie
    • Giustino Fortunato - scrittore, politico e meridionalista
    • Carmine Crocco - brigante
    • Raffaele Ciasca - storico e politico
    • Michele Granata - studioso e patriota, aderente alla Repubblica Napoletana del 1799
    • Vincenzo Maria Granata - prete e poeta dialettale
    • Nicola Russo - generale
    • Gianna Schelotto - psicologa e scrittrice
    • Beniamino Placido - giornalista e critico televisivo
    • Michele Zarrillo - cantautore
    • Michele Placido - attore e regista
    • Gerardo Amato - attore, nonché fratello di Michele Placido
    • Roberto Placido - politico
    • Nino Calice - scrittore e politico, membro del Comitato di Gestione dell'Agenzia per il Mezzogiorno
    • Roberto Cammarelle - pugile
    • Pasquale Plastino - regista teatrale e sceneggiatore, collaboratore di Carlo Verdone
    • Gigi Vigliani - cabarettista e imitatore, apparso in programmi come Domenica In e Maurizio Costanzo Show.

    Edited by PatriziaTeresa - 18/6/2015, 12:31
     
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