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Cuglieri

Provincia di Oristano

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    Cuglieri

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    - Fonte -

    Cùglieri è un comune italiano di 2.902 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna. Cuglieri sorge sul sito dell'antica città Romana di Gurulis Nova. Prima del 1974, anno di istituzione della provincia di Oristano, faceva parte della provincia di Nuoro.

    Geografia


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    Monte Entu (1024 m s.l.m.)

    Il comune sorge ai piedi del versante occidentale del massiccio del Montiferru, complesso vulcanico spento da almeno 2 milioni di anni, a circa 500 metri sul livello del mare. I confini naturali del territorio sono individuati a Nord dal Rio Mannu, a Sud dal Rio Pischinappiu, ad Est del massiccio del Montiferru e ad Ovest dal mare di Sardegna; quelli geografici dai comuni di Tresnuraghes, Sennariolo, Scano di Montiferro, Santu Lussurgiu, Seneghe e Narbolia. Il territorio ha una costa particolare, frastagliata e aspra, con delle borgate marinare: Santa Caterina di Pittinuri, S'Archittu e Torre del Pozzo, rispettivamente a 14, 16 e 18 km circa dal capoluogo comunale. La morfologia costiera mette in evidenza i bianchi calcari marnosi di Santa Caterina, sopra i quali si distinguono i resti delle colate basaltiche, stratificate nelle falesie di cabu Nieddu fino alla foce (Foghe) del Rio Mannu. La punta più alta nel territorio di Cuglieri è il Monte Entu, poco distante dal Monte Urtigu, in comune di Santu Lussurgiu, il più alto del massiccio del Montiferru con i suoi 1050 m. Numerosi i nuraghi, tra i più importanti: Oragiana, Oratanda, Orakeris e Maggiore.



    Toponimo

    La forma attuale del nome pare abbia origini medievali, sebbene i Canonici Giampalolo Nurra e Giovanni Spano parlino di una radice fenicia: GUR, mentre il prof. Pietro Pes fa riferimento ad un sito dell'agro di Cuglieri dal nome del quale deriverebbe quello attuale del paese. La tesi più accreditata farebbe invece risalire il toponimo da un insediamento: Gurulis Nova, la cui genesi si colloca nel tardo periodo repubblicano di Roma. Un'altra Gurulis, l'attuale Padria, assunse allora l'appellativo di Vetus.

    La preistoria

    I primi insediamenti nel territorio di Cuglieri risalgono al Neolitico antico (5700-5300 a.C.). I ritrovamenti dell'archeologo Pietro Pes riguardano elementi litici in selce e ossidiana nelle attuali zone costiere di Santa Caterina e Torre del Pozzo. Sono stati censiti 64 Nuraghi, prevalentemente monotorre e dodici tombe dei giganti, una delle quali con 4 bètili.

    Cornus e Ampsicora

    La città di Cornus venne fondata dai cartaginesi nell'altopiano di Corchinas, tra Santa Caterina di Pittinuri e S'archittu, subito dopo la conquista della Sardegna (VI secolo a.C.). L'intera area tra le borgate di Santa Caterina e S'Archittu era occupata dalla città punico-romana di Cornus , la cui Acropoli sorgeva sul colle di Corchinas, protetta da una cinta muraria solo in parte conservata. Sull'altopiano di Campu 'e Corra invece dovevano sorgere gli edifici più importanti: il nucleo urbano più recente sarebbe invece da individuarsi nelle tre colline di Sisiddu, Mont'Albu e Columbaris; quest'ultima sede di un importante complesso paleocristiano: qui è stata riportata alla luce un'arca cimiteriale cristiana con due basiliche. Mentre il porto doveva trovarsi nei presi di cala su pallosu.

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    Cascata nei pressi di Cabu Nieddu
    Cornus fu la protagonista della lotta decisiva che si svolse nel 215 a.C. tra i sardo-punici guidati da Ampsicora e dal figlio Josto contro il console romano Tito Manlio Torquato. Cornus passò quindi sotto il dominio romano e continuò probabilmente ad essere un centro commerciale importante, in posizione centrale sulla strada litoranea che collegava Othoca, Tharros, Bosa, Turris Libisonis. Si ricordano anche i popoli degli Euthiciani e degli Uddadhas Numisiarum, che dovevano occupare rispettivamente le sedi verso S. Caterina e Cuglieri, sono ricordati da alcuni cipi terminali datati al I sec. a.C., a sud del Rio Mannu che li divideva dai Cittilitani stanziati a nord di Foghe presso l'attuale Tresnuraghes.

    Il periodo giudicale

    Cornus subì pesantemente le conseguenze delle invasioni dei musulmani del nord africa (berberi) all'inizio del Medio Evo, e dovette essere abbandonata come avene anche per altre città costiere. Gli ultimi reperti infatti sul colle di Corchinas risalgono all'età bizantina, mentre gli abitanti dovettero ritirarsi verso Cuglieri. Su questo periodo le notizie si fanno rare anche per Cuglieri. Cuglieri fece parte del Giudicato di Torres dove fu anche capitale della curatoria del montiferru, nel XII secole fu costruito il castello del montiferru, per mano di Ittocorre, fratello del giudice Barisone di Torres allo scopo di proteggere il confine del giudicato dagli attacchi del vicino Giudicato di Arborea. Nel 1259 con la fine dal Giudicato di Torres, Cuglieri passa agli Arborea. Con la resa di san Martino fuori le mure nel 1410, Cuglieri col suo castello passa al regno di Sardegna e Corsica. Nel 1417 Cuglieri diventa feudo.

    Il feudo del Montiferru

    Nel 1417 Guglielmo di Montañans diventa il primo feudatario di Cuglieri (composta dai villaggi di Sennariolo, Santu Lussurgiu, Cuglieri, Scano, Flussio e Sietefuentes), ma nel 1421 cederà il feudo a Raimondo Zatrillas. I Zatrillas terranno il feudo per 248 anni, fino al 1669. Ebbero una cura particolare per il feudo cuglieritano svilupparono ampiamente la olivocultura, offrendo alla campagna intorno a Cuglieri quel paesaggio di foglie argentate d’ulivo che ancora oggi la caratterizzano. I Serviti diffusero il culto della Vergine e furono ancora i Zatrillas a costruire e ad ampliare la chiesa della Madonna della Neve. Molto importante fu la storia di Francesca Zatrillas de Castelvì y Lanza, ultima feudataria per i Zatrillas del feudo. Nacque a Cuglieri nel 1642. Alla morte del fratello Giuseppe Zatrillas nel 1661, si aprì una lite successoria tra donna Francesca e donna Marchesia, figlia di don Gerolamo, che si compose con l’assegnazione dei titoli e dei feudi di Cuglieri e Sietefuentes a donna Francesca, e delle ville di Santulussurgiu e Sennariolo a donna Marchesia. Donna Francesca fu dunque 5ª contessa di Cuglieri, 4ª marchesa di Siefuentes. Francesca alla morte de suoi genitori, si affidò allo zio materno don Agostino dI Castelvì Marchese di Laconi che la sedusse, la mise incinta e poi la sposò. Nel 1668 rimase coinvolta nel omicidio del marito e del Viceré. Ritenuta colpevole si rifugio nel suo feudo prima di fuggire verso la penisola italiana col cugino e amante Silvestro Aymerich, figlio del conte di Villamar. Francesca Zatrillas riparò a Genova e sposò il cugino Silvestro, il quale fu poco dopo assassinato a tradimento. Francesca Zatrillas, che subì la confisca di tutti i suoi beni e titoli, si fece suora e morì serenamente forse nel 1673. Nel 1670 Cuglieri e Scano sono vendute a don Francesco Brunengo per 62227 scudi.

    Capoluogo di Provincia

    Nel 1821 Cuglieri divenne capoluogo di provincia in sostituzione di Bosa, la provincia comprendeva 25 comuni (Sennariolo, Scano Montiferro, Tresnuraghes, Flussio, Tinnura, Magomadas, Sagama, Modolo, Bosa, Montresta, Sindia, Suni, Bortigali, Birori, Borore, Dualchi, Lei, Macomer, Mulargia, Noragugume, Silanus, Santu Lussurgiu, Bonarcado e Seneghe) per un totale di circa 35000 abitanti, distribuiti in 4 distretti (Cuglieri, Bosa, Bortigali, S.Lussurgiu). Nel 1859 con il Decreto Rattazzi tutte le province della Sardegna furono abolite, tranne quelle di Sassari e di Cagliari, Cuglieri entrò a far parte proprio di quest'ultima.

    Il Regno D'Italia


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    Nel 1861, due anni dopo l'abolizione della provincia, ci fu il primo censimento del neonato Regno d'Italia, Cuglieri con i suoi 4305 abitanti, risultava essere il 18 centro abitato della Sardegna. Il 27 agosto 1865 scoppio un violento incendio, che durò tre giorni e distrusse la zona di "Sa Pattada" fra Scano e Cuglieri. Si dice che le fiamme fossero tanto alte che si poteva leggere durante la notte come di giorno. Un altro terribile incendio circondò Cuglieri il 23 agosto 1877: i Cuglieritani, prostrati dagli inutili sforzi per spegnere il rogo, stavano per arrendersi, quando il parroco suonò le campane di S.Maria rincuorando gli animi: l'incendio fu così spento in meno di due ore. Agli inizi del '900 Cuglieri, pur avendo perso il ruolo di capoluogo di provincia, rimase un paese fiorente e prospero. Infatti godeva di servizi pubblici che altri comuni non avevano come l'ufficio postale telegrafico, la banca (Credito Cooperativo Agrario) la prima dell'isola, la società operaia ed era anche sede della Tenenza dei Carabinieri con la loro stazione di Monta Equina. Tutto il paese era servito dalla rete idraulica e fognaria, oltre alla illuminazione, e inoltre il Comune garantiva l'assistenza medica gratuita a 257 poveri. Nel 1924 Cuglieri fu scelta per ospitare la Pontificia facoltà teologica della Sardegna, (la prima facoltà teologica italiana extra urbem, cioè fuori di Roma), con il compito di formare il futuro clero sardo. Fu Inaugurata il 5 Agosto del 1927, il seminario regionale fu affidato alla Compagnia di Gesù, erigeva in Cuglieri le due facoltà di teologia e filosofia che dovevano continuare l'attività già avviata nelle università di Cagliari e di Sassari. Pochi anni dopo, a causa della scarsità delle risorse, si rinunciò alla facoltà di filosofia per mantenere solo quella di teologia. Il seminario a Cuglieri rimase aperto fino al 1970, quando fu trasferita a Cagliari. Tra i suoi allievi si ricordano, il cardinale Mario Francesco Pompedda, il Vescovo di Ozieri Sergio Pintor, il Vescovo di Tempio Sebastiano Sanguinetti. Nel 1927 Cuglieri abbandona le provincia di Cagliari per entrare nella nuova provincia di Nuoro. Nel 1928 Cuglieri fu scelta per ospitare un'altra grande opera in Sardegna, ovvero la prima colonia antimalarica dell'isola (Il Sanatorio Vittorio Emanuele III di Cuglieri per i bambini malarici). La colonia rimase aperta fino al 1948, e fu l'unica nel suo genere in tutta la Sardegna.

    Monumenti e luoghi d'interesse

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    Ex Seminario Pontificio

    Architetture religiose

    Il comune è famoso per la presenza della Basilica di Santa Maria ad Nives, la Madonna della Neve, che sovrasta il centro abitato con la sua imponenza. A questa si aggiungono altre dieci chiese, alcune delle quali ubicate fuori dal centro abitato. Sono andate perdute invece le chiese di Sant'Anna di Santa Vittoria, di Sant'Antonio (nell'attuale piazza Ampsicora) e di altre ancora.

    Le chiese esistenti sono:
    • Basilica di Santa Maria della Neve
    • Chiesa di Santa Croce, (prima parrocchia del paese, in precedenza dedicata a Santa Silvana)
    • Chiesa delle Grazie (Cuventu)
    • Chiesa di Sant'Antonio
    • Chiesa di San Giovanni
    • Chiesa del Carmelo
    • Chiesa di Santa Caterina (Santa Caterina di Pittinuri)
    • Chiesa di San Quirico
    • Chiesa di Sant'Antioco
    • Chiesa di San Lorenzo (Campestre)
    • Chiesa di Sant'Imbenia (Campestre)

    A Cuglieri è presente anche ex seminario regionale pontificio che ospitò la neonata Pontificia facoltà teologica della Sardegna dal 1927 al 1970 quando fu trasferita a Cagliari.

    Siti archeologici


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    Rovine di "Casteddu Etzu"

    Nel territorio comunale sulla cima del monte Casteddu Etzu si trovano i ruderi del Castello di Montiferru o Casteddu Etzu (in italiano "Castello Vecchio"). Tra le frazioni costiere di Santa Caterina di Pittinuri e S'Archittu, è sito l'insediamento paleocristiano di Cornus in località Columbaris, alcuni chilometri verso l'interno in direzione perpendicolare alla SS292 Nord Occidentale Sarda. (Approfondimenti nella sezione Storia)


    Altri luoghi di interesse


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    Rovine di "Su Palattu"

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    La cupola fonolitica
    di Punta Ala (848 m)

    • Cascata di Massabari
    • Boschi di Su Monte 'e s'Ozzu e della Madonnina
    • Fonti di Tiu Memmere
    • Ponte Romano sul Rio Pischinappiu
    • Su Palattu
    • Le miniere di ferro. tra cui Su Enturgiu
    • L'olivastro millenario
    • Foghe
    • Il selciato dei giganti sotto Cabu Nieddu
    • Su Riu de sa Ide
    • L'arco naturale di S'Archittu
    • Spiaggia di Santa Caterina
    • Spiaggia di S'archittu
    • Spiagge di Torre del Pozzo
    • Spiagge di sas renas (is arenas)
    • Torri costiere di Torre del pozzo, Santa Caterina, di Capu Nieddu e di Punta Foghe


    Mare

    - Fonte -



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    Spiaggia di Is Arenas

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    Torre Su Puttu

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    Santa Caterina di Pittinuri

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    Capo Nieddu

    Percorrendo le coste da Is Arenas sino a Porto Alabe si incrociano viste magnifiche: lunghe spiagge, elevate scogliere, corsi d'acqua che si lanciano in mare con turbinose cascate e un entroterra in gran parte ancora selvaggio. La grande pineta e la vastissima spiaggia di Is Arenas appartengono al comune di Narbolia. Qui dune di sabbia dorata con alle spalle la grande pineta artificiale, si susseguono per 5 km l'una dietro l'altra. In primavera, quando l'acqua è abbondante e i torrenti si infiltrano nelle sabbie, si assiste al rigoglio di erbe, orchidee cisto, tamerici, distese di margherite che si arrampicano sulle dune. Cessate le piogge le sabbie ritornano a essere dominate dal timo, dalla gariga, dalla palma nana, le uniche che resistano alla siccità estiva. Fino al '50, quando è iniziato il rimboschimento, esistevano solo smisurate dune di sabbia e per la tutela di queste località con la legge regionale 31 del 1989 era stata decisa la costituzione del Parco Regionale Naturale del Sinis Montiferru. Proseguendo oltre, all'altezza della torre Su Puttu si trova il borgo turistico di Torre del Pozzo dal quale lo sguardo spazia fino a capo Mannu. Si giunge poi al borgo turistico di S'Archittu che si affaccia sulla baia omonima. Il paesaggio cambia: le bianche scogliere si presentano con pareti verticali con isolotti, promontori calcarei ricchi di fossili e una cala chiusa da una sporgenza di roccia scavata dal mare. Spicca qui il celebre arco, che ha dato il nome alla località., riconosciuto con la Legge Regionale n. 31/89 come monumento naturale. Poco più avanti incontriamo Santa Caterina di Pittinuri, un centro turistico formatosi nel dopoguerra attorno alla chiesa di Santa Caterina di Pittinuri. Sotto la torre di Pittinuri si sviluppa la spiaggia di Santa Caterina di Pittinuri in un litorale per gran parte roccioso. Santa Caterina che appare racchiusa tra le scogliere di Punta Cagaragas e Torre Pittinuri: la spiaggia sassosa è un vero museo mineralogico, con ciottoli che riassumono tutte le vicende geologiche della montagna. La costa prosegue con la bella scogliera di Su Riu'e sa Ide, di bianco calcare, poi inizia la maestosa falesia basaltica che continua sino a Foghe, interrotta solo dalle piccole incisioni dei torrenti che provengono dall'entroterra e che, nelle stagioni più piovose, si gettano in mare con bellissime cascate. È a Capo Nieddu, dove sorge la torre omonima, che la scogliera raggiunge le massime altezze: è davvero impressionante affacciarsi dalle ripe e vedere il mare di un colore incredibile che si frange contro le rocce. Verso Foghe la costa prosegue sempre a picco. La Torre di Foghe può essere considerata uno dei migliori belvedere della costa: di fronte Capo Mannu, l'isola di Mal di Ventre, a sinistra Santa Caterina, a destra Torre Columbargia, Bosa, la Nurra. La zona compresa tra il mare e la statale costituisce il conoide di Sessa, una vasta distesa ghiaiosa, con coltivazioni e vigneti, punteggiata dalle case della "riforma agraria", ma non privo di angoli suggestivi, specialmente in primavera. Porto Alabe è lo sbocco sul mare di Tresnuraghes, importante centro turistico della Planargia, sviluppatosi intorno alla piccola chiesa di Santa Maria del Mare. Dall'abitato si scende con una gradinata fino al mare alla spiaggia di Porto Alabe.

    Economia
    L'economia della zona si basa sull'allevamento di bovini Bue rosso e ovini, sull'agricoltura, in particolare la coltivazione dell'olivo, e sull'artigianato; particolarmente rinomati i tappeti, gli arazzi e le coperte di cotone o lino realizzati con tecniche molto antiche. Le donne di Cuglieri sono inoltre famose per "sa prenditura", la lavorazione delle frange ornamentali per asciugamani o corredi.

    Personalità legate a Cuglieri
    • Ampsicora, condottiero sardo-punico nemico dei Romani
    • Guglielmo di Montañans, nominato nel 1417 primo feudatario di Cuglieri dal Re di Aragona Alfonso V
    • Raimondo Zatrillas III, feudatario di Cuglieri dal 1421
    • Lucia Zatrillas, figlia di Raimondo IV, fondò a Cuglieri il convento dei Servi di Maria, dove morì nel 1545
    • Francesca Zatrillas Marchesa di Sietefuentes, (DONA FRANCISCA CETRILLAS QVE FVE MARQVESA DE SIETEFUENTES) ereditò il feudo di Cuglieri nel 1661, nel 1669 fu ritenuta colpevole con altri nobili sardi della morte del marito Don Agostino di Castelvì e del viceré di Sardegna.
    • Frate Paolo Perria, taumaturgo (1650-1727)
    • Serafino Carchero (1763-1847), cuglieritano, vescovo dell'Ogliastra e di Ozieri
    • Bonfiglio (Leonardo) Mura (1810-1882), teologo cuglieritano, fu rettore delle Università di Perugia (1854-1858) e di Roma La Sapienza (1860-1870)
    • Pietro Are, eroe nella guerra di Libia (1911-1912) al quale Gabriele d'Annunzio dedicò una poesia
    • Pietro Collu (1901-1999), pittore cuglieritano
    • Giuseppe Fiori (1923-2003), giornalista, scrittore, senatore, i cui genitori erano cuglieritani; tenne sempre casa a Cuglieri oltre che a Roma


    Edited by Isabel - 27/7/2013, 18:44
     
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    Basilica di Santa Maria della Neve

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    - Fonte -

    La Basilica Insigne Collegiata di Santa Maria della Neve è la chiesa parrocchiale di Cuglieri. Il tempio domina il centro abitato dalla cima del colle Bardosu, sul quale si erge, preceduto da un panoramico piazzale.

    Cenni storici


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    Festeggiamenti in onore di
    Santa Maria della Neve

    Leggenda vuole che, nel XIV secolo, alcuni pescatori rinvennero, in località Santa Caterina di Pittinuri, una statua della Madonna con Bambino. Decisero di trasportarla, su un carro trainato da buoi, alla chiesa di Santa Silvana (oggi Santa Croce), allora parrocchiale di Cuglieri. I buoi però non si fermarono alla parrocchiale, ma proseguirono il percorso, fermandosi solamente sulla cima del colle Bardosu. Il fatto sarebbe stato interpretato come un segno, conseguentemente al quale venne elevata sul colle una chiesa dedicata alla Vergine, dove custodire il simulacro miracoloso. Tale luogo di culto è menzionato su fonti documentarie a partire dal XV secolo. I restauri che portarono all'aspetto e alle dimensioni attuali dell'edificio vennero intrapresi a partire dal XVII secolo, proseguendo nei secoli successivi, fino al primo quarto del XX secolo, con la sistemazione della facciata. La chiesa venne elevata al rango di Collegiata nel 1807, per volere di Pio VII, e ricevette il titolo di Basilica minore, nel 1919, da Benedetto XV. Nel 1893 la statua della Madonna fu solennemente incoronata.



    Descrizione


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    La facciata della basilica venne eretta tra il 1912 e il 1913, in seguito al prolungameto della navata, che vide l'aggiunta di un atrio e della soprastante cantoria. Il prospetto è incorniciato da due campanili gemelli, sovrastati da guglie piramidali, e si sviluppa su due ordini, divisi da una cornice retta da paraste e capitelli compositi. L'ordine inferiore presenta al centro il portale, ad arco ogivale, affiancato da due bassorilievi marmorei che illustrano l'arrivo del simulacro della Vergine sul colle Bardosu. L'ordine superiore presenta tre bifore neogotiche ed è sormontato da un terrazzino, dominato dal fastigio curvilineo ornato da una nicchia, entro la quale si trova un'immagine della Madonna. La basilica è coronata da una grande cupola ottagonale.

    Interno della Basilica
    L'interno del tempio è a navata unica, con volta a botte e quattro cappelle per lato, ornato da stucchi, diversi arredi marmorei di gusto barocco e dalle pitture realizzate dall'artista parmense Emilio Scherer (autore anche della decorazione pittorica nel duomo di Bosa), realizzate nel 1893. Il presbiterio, sormontato dalla cupola, è sopraelevato e chiuso da balaustra marmorea, sostenuta, ai lati della scalinata centrale, dalle statue di due leoni. Davanti alla balaustra sono invece collocate le statue marmoree dei santi Giovanni evangelista e Paolo dello scultore G. Sartorio. La profonda abside ospita l'altare maggiore, anch'esso marmoreo, in stile barocco, e un coro ligneo. Di pregio è l'antica e venerata statua della Madonna della Neve, in pietra dipinta.


    Edited by Isabel - 27/7/2013, 18:45
     
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