Semplicemente Passioni forum

San Vero Milis

Provincia di Oristano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted



    © Impostazione sotto Copyright dell'Isabel Forum - Telenovelas Italiane

    San Vero Milis

    sanveromilis

    - Fonte -

    San Vero Milis (Sant' Eru in sardo) è un comune italiano di circa 2.500 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna. Il comune è posto a 10 m s.l.m. all'estremità nord-occidentale del Campidano, nella regione detta del Campidano di Oristano, a ridosso della catena del Montiferru, a un quarto d'ora dal mare. È un importante centro agricolo e vinicolo, famoso per l'artigianato dei canestri in giunco, per la produzione della vernaccia e la coltivazione dei mandarini.

    Geografia


    200pxfenicotterirosasan
    Fenicotteri rosa negli stagni

    Il comune di San Vero Milis è situato nella zona centro-occidentale della Sardegna all'estremo nord della pianura del Campidano e ai piedi del Montiferru. La zona occidentale del comune si estende in gran parte nella penisola del Sinis. Il territorio è caratterizzato da un'ampia varietà di ambienti, dalle campagne al deserto alle alte scogliere. Nell'area interna e nella marina è da segnalare la presenza di diverse zone umide di grande importanza ambientale come gli stagni di Sale 'e Porcus e di Is Benas. Queste oasi protette sono frequentate da varie specie di uccelli migratori tra i quali i fenicotteri rosa. Nel territorio comunale si trova anche una piccola parte della baia di Is Arenas, caratterizzata da una delle più grandi estensioni di Pini marittimi della Sardegna.

    Storia


    250px-Sanveromilis_torre_costiera
    Torre costiera

    La conformazione pianeggiante e la presenza dell'acqua nel territorio del paese hanno consentito sin da tempi remoti lo sviluppo delle coltivazioni e quindi il costituirsi di insediamenti: sono facilmente visibili le testimonianze dell'uomo neolitico (IV - III millennio a.C.) che ha lasciato le tracce di almeno quattro villaggi e tre necropoli a domu de janas, e del periodo nuragico (II - inizi I millennio a.C.), con almeno 30 nuraghi, di cui il più grande, s'Uraki, è alle porte del paese. In età fenicio-punica e romana il territorio è intensamente occupato con fattorie destinate allo sfruttamento agricolo: quest'area era, infatti, destinata a granaio di Cartagine, prima e di Roma, poi. Ma lo sfruttamento delle risorse riguardava anche altri aspetti, quasi certamente il sale di Sa Salina Manna e la pesca. A Capo mannu era ubicato un porto legato a queste attività: il Koracodes Portus. Con la fine dell'epoca romana muta il quadro politico ed economico, molti degli insediamenti vengono abbandonati e la gente si riunisce in piccoli centri, alcuni dei quali ancora abitati. Le attività economiche non si basano più sulla monocoltura cerealicola ma, adesso, la produzione è più variata: vigne, oliveti, orti, allevamento, peschiere. A partire dal medioevo è attestata l'attività delle saline, più tardi quella delle tonnare. Nel ‘500 anche la Sardegna era dominio spagnolo. Per creare una difesa dalle continue incursioni dal mare di turchi e barbareschi, vennero edificate lungo le coste, anche sanveresi, delle torri di avvistamento.

    Toponimo

    Il nome San Vero Milis deriva molto probabilmente dalla denominazione originale del centro abitato, San Teodoro (San Teoru in sardo), dovuta alla presenza di una Chiesa dedicata al santo e ubicata con buone probabilità sotto l'attuale Chiesa Parrocchiale. La trasformazione, avvenuta nel Medioevo avrebbe poi modificato il nome San Teoru in Sancte Eru (San Vero in italiano, traduzione per assonanza effettuata dai piemontesi senza alcuna considerazione per il significato del nome in sardo) del quale troviamo traccia già nel XII secolo nei testi del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado. Milis fu aggiunto in epoca giudicale ad indicare la posizione del Comune nel Campidano di Milis del Regno di Arborea e distinguerlo da un altro Comune omonimo situato nel campidano di Simaxis a cui fu assegnato il nome di San Vero Congius.

    Lingua

    Il dialetto sanverese, ancora molto vitale, viene classificato dai linguisti come varietà meridionale del sardo Arborense (varietà intermedia tra il campidanese e il logudorese), presentando una base sostanzialmente campidanese (lessico; declinazioni verbali, es. andai, dromì e arrì; nasalizzazione delle vocali nasalizzate da n mediano, es. su pai per su pani; articolo plurale is; vocali finali i ed u, es. su sali e su coru; protesi vocalica per r iniziale, es. arroda) insieme a peculiarità tipiche dei dialetti sardi del gruppo logudorese che differenziano il sanverese dal vicino campidanese di Oristano (trasformazione di kw iniziale e intervocalico, es. abba, battru e kimbi, contro i campidanesi aqua, cuattru e cincu; assenza di palatizzazione delle gutturali iniziali, es. kentu e ghenna, invece di centu e genna; oltre a numerose influenze lessicali e di pronuncia, es. fizzu e ozzu per fillu e ollu, limba e sambiri per lingua e sanguini, commu per immoi, agasi per aicci, iscu per sciu etc.).


    Edited by Isabel - 27/7/2013, 18:47
     
    .
  2. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted



    © Impostazione sotto Copyright dell'Isabel Forum - Telenovelas Italiane

    Chiesa di Santa Sofia

    RSGfYvh

    - Fonte -


    6vpVjsa

    La chiesa di Santa Sofia è una chiesa parrocchiale di San Vero Milis, in provincia di Oristano. Fu innalzata nel XVIII secolo su un precedente edificio romanico del XIII secolo, di cui restano le tracce di alcuni muri, in una mescolanza di stili (romano-gotico spagnolo, rinascimentale e barocco) e con uso di materiali di diversa colorazione. I lavori si prolungarono dal 1604, con l'arcivescovo di Oristano Antonio Canopolo, al 1638, ad opera dei cabos mastos (capomastri) Agostino Careli, di Genova, e Francesco Escanu, o Escano, di Cagliari, i cui nomi sono riportati nell'iscrizione a lato dell'altare maggiore. La chiesa è affiancata dall'alto campanile settecentesco (lavori tra il 1742 e il 1802) anch'esso con giochi cromatici nei materiali utilizzati e con cupola a cipolla (ricostruita nel 1952). All'interno si conserva la statua lignea secentesca di San Sebastiano.


    Edited by Isabel - 27/7/2013, 18:47
     
    .
1 replies since 17/11/2011, 10:57   40 views
  Share  
.