Semplicemente Passioni forum

Tutte le chiese di Pizzo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Tutte le chiese di Pizzo




    Duomo di San Giorgio

    ZFo9rJO

    - Fonte -

    Come riporta l’epigrafe sull’architrave, la Chiesa Madre di Pizzo (o Duomo) è intitolata a San Giorgio Martire e alla Vergine Maria. Nel bel mezzo del centro storico, la struttura fu costruita nel secondo Cinquecento per essere adibita al culto nel 1587: è la prima Collegiata della Diocesi di Mileto in ordine di tempo e per importanza. Più volte restaurata e ristrutturata, la Chiesa di San Giorgio presenta una ricca facciata barocca scolpita dal Fontana in cui è rappresentato il Santo a cavallo nell’atto di trafiggere il dragone con la sua lancia: sono riconoscibili anche una figura femminile (una principessa, secondo la tradizione, ma anche la Madonna in un’interpretazione più allegorica) ed una fortezza sullo sfondo per la quale lo scultore potrebbe essersi ispirato alla torre angioina del Castello Aragonese. Le due torri campanarie, aventi campane di varia dimensione, sono state oggetto di ridimensionamento nel XVIII secolo: essendo queste piuttosto elevate, infatti, rappresentavano un pericolo in caso di sisma.L’interno è ricchissimo: oltre allo splendido altare maggiore in marmi policromi, vi si conservano opere scultoree e pittoriche di gran pregio, talvolta provenienti da altri luoghi di culto andati distrutti. E’ il caso del convento di Sant’Antonio che, danneggiato gravemente dal sisma del 1783, cedette alla chiesa matrice di San Giorgio le statue di Sant’Antonio da Padova, la “Madonna del Popolo” e “San Francesco di Assisi”. Pregevole anche la statua marmorea di santa Caterina da Alessandria di Carlo Canale e quella di San Giovanni Battista attribuita a Pietro Bernini. Molti anche gli affreschi con soggetti sacri, presenti in diversi punti della Chiesa ed opera in gran parte degli artisti locali Paparo, Zimatore, Grillo e Barone. Nella Cappella di Sant’Anna è conservato un crocefisso del XV secolo noto come “Padre della Rocca”, mentre nei sotterranei riposano le spoglie di Gioacchino Murat.

    Isdvgs9
    Particolare della Facciata

    g2pgtcn
    Vista della Cupola dall'Interno

    asi2K4E
    Lapide di Sepoltura di Re Gioacchino Murat

    xPCVTl5
    Interno

    cJ5hhbI
    Altare

    TLnOvME
    Vista del Soffitto

    I2TqhUw
    Campanile



    Edited by Isabel - 8/11/2014, 12:47
     
    .
  2. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Chiesa del Purgatorio o dei Morti

    PiLFtVA

    - Fonte -

    La Chiesa del Purgatorio di Pizzo Calabro è adiacente a quella di Maria Santissima delle Grazie, a poca distanza dalla Terrazza panoramica della città. Edificata nel 1651 grazie al lavoro dei membri della locale congregazione di marinai e pescatori, divenne subito punto di riferimento spirituale per i fedeli, molti dei quali provenivano dalla vicina Rocca Angitola, città distrutta da un violento sisma: la chiesa venne intitolata alle “Anime del Purgatorio” proprio come quella della loro parrocchia nella città d’origine. La facciata è la stessa della Chiesa della Madonna delle Grazie, con le ceramiche dello scultore pizzitano Curatolo, tra le quali spicca la raffigurazione della Vergine quale protettrice della gente di mare. La struttura fu a lungo parte del Convento dei frati Pasqualini, un’area dove i pizzitani commemoravano i loro defunti prima che venisse ratificata la legge sui cimiteri: è per questo che la Chiesa del Purgatorio è nota a Pizzo anche come “Chiesa dei Morti”. Al suo interno troverete opere dei pittori locali Zimatore, Grillo e Aloi, marmi policromi, paraste corinzie e due confessionali in legno finemente intarsiati.

    HbSBYlZ
    Particolare della facciata

    dZOwnVu
    Particolare dell' ingresso

    gFdpgrm
    Particolare ceramico

    sMDqtek
    Interno

    UDn2hcP
    Altare

    bwY2wEk
    Portone

    uy5sLIn
    Affresco raffigurante la Moltiplicazione del pane e dei pesci



    Edited by Isabel - 8/11/2014, 13:32
     
    .
  3. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Chiesa dell’Immacolata

    BhXjDh3

    - Fonte -

    La Chiesa di Maria Immacolata si trova nella zona più frequentata di Pizzo Calabro, dalla parte opposta a quella della terrazza sul mare dove ci sono le gelaterie più famose. La Chiesa, molto ben conservata, nacque nel 1630 per volere della congregazione di commercianti ed agricoltori locali devoti alla Vergine Maria.Restaurata nel 2004 presenta una gradevole facciata dalle tinte chiarissime, con un portale sormontato da un arco a tutto sesto sottolineato dai semiarchi che incorniciano i finestroni laterali del livello superiore: quest’ultimo è dominato dalla statua dell’Immacolata posta al centro in grande risalto in una nicchia ad arco a sesto acuto. L’edificio è sormontato da un crocifisso e dalla torre campanaria laterale. Al suo interno troverete diverse opere d’arte degne di nota, molte delle quali aventi la Vergine per protagonista. Tra queste ricordiamo la statua processionale dell’Immacolata, il quadro raffigurante la Madonna che salva i marinai dal naufragio, l’Annunciazione e diverse statue lignee conservate nella sagrestia.

    Dnt8oga
    Vista della Chiesa

    cZNyVzb
    Particolare dell'Ingresso

    tCzVa2C
    Particolare della Facciata

    PDejBTm
    Campanile

    akWhmYJ
    Nicchia con Statua

    wknlqAO
    Portone



    Edited by Isabel - 8/11/2014, 13:24
     
    .
  4. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Chiesa di Maria Santissima delle Grazie

    Kj31wzH

    - Fonte -

    La Chiesa di Maria SS delle Grazie di Pizzo Calabro si trova a pochi passi dalla Piazza panoramica della città. La struttura venne edificata a metà del Seicento insieme alla Chiesa del Purgatorio di qualche anno più vecchia ed alla quale è tutt’ora annessa. La facciata comune era un tempo adornata da decorazioni pittoriche che però il tempo ha portato via: oggi è ricoperta da bassorilievi in ceramica realizzati dallo scultore pizzitano Giovanni Curatolo. La Chiesa venne edificata grazie all’omonima congregazione di pescatori ed venne più volte rimaneggiata ed abbellita. Nel 1833, ad esempio, l’artista Brunetto Aloi ne dipinse il soffitto con scene tratte dal Nuovo TestamMaria Santissima delle Grazie a Pizzoento ed un secolo prima maestranze dell’area delle Serre costruirono il bel coro ligneo che troverete presso l’altare a cui era consentito l’accesso ai soli membri della Congrega. Interessanti anche gli affreschi sulla parete sinistra, copie degli originali del Raffaello realizzate da artisti locali. Le altre opere pittoriche sono dei pittori pizzitani Carmelo Zimatore e suo cognato Diego Grillo. Alla sinistra dell’altare troverete la statua di Sant’Emidio protettore delle genti terremotate: venne portata qui nel 1911 quale estrema richiesta di aiuto divino contro i frequenti eventi sismici che avevano interessato la zona. La parte più interessante della Chiesa di Maria delle Grazie è però la cripta cui si accede dalla Sagrestia: qui si trova infatti una tomba di scolo dei frati Pasqualini scoperta nel 1975 e risalente al XVII secolo. Sono ancora presenti alcuni scheletri con gli abiti talari, posti sugli scranni dove i cadaveri erano lasciati “scolare” prima di essere interrati in fosse comuni. Una visione non certo adatta agli animi più sensibili, ma di sicuro interesse per tutti gli altri.

    TD5Cm77
    Tombe di Scolo

    MLm9exV
    Particolare in Ceramica della Facciata

    ELd9gkg
    Pala dell'altare del Convento dei Frati Pasqualini

    ybsBcP8
    Interno

    yTkxbe0
    Ingresso

    LsdPmCa
    Interno della Cripta

    LxR8Jlv
    Coro Ligneo

    tHrdnTa
    Altare

    ZffkLwC
    Affresco Nascita di Maria

    KRiSj04
    Affresco

    So6xDyM
    Affresco Matrimonio di Maria e Giuseppe

    LklEK1V
    Affresco dell'Annunciazione



    Edited by Isabel - 8/11/2014, 13:32
     
    .
  5. Isabel
        Mi piace   Non mi piace
     
    .

    User deleted


    Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta

    88u2vrA

    - Fonte -


    okzqem7

    Poco fuori dall’abitato di Pizzo Calabro e a pochi passi dal mare si trova la nota Chiesetta di Pidigrotta o più comunemente “A Madonneja” come la chiamano i pizzitani. Si tratta di un luogo di culto interamente scavato in una roccia tufacea e risalente alla fine del ‘600, costruita come segno di devozione cristiana alla Madonna.Al centro dello splendido scenario del Golfo di Sant’Eufemia, nel territorio napitino, vi è una piccola grotta che offre al visitatore uno spettacolo unico nel suo genere. La chiesetta di Piedigrotta tra mito e leggenda è il primo monumento in Calabria per continuità e numero di presenze ogni anno, e già da ben 3 anni supera di molto i famosi Bronzi di Riace. Arte, religione, antropologia e cultura, un mix perfetto che ha permesso di rendere nel tempo. “A Madonneja” uno dei luoghi più belli e amati in tutto il mondo. Dalla statale 522, scendendo giù dalla scalinata in granito serrese ci si incammina per un sentiero che costeggia il meraviglioso Basso Tirreno. Lungo il breve tratto si possono ammirare le due sponde del Golfo ed una scogliera di tufo che non conosce eguali. La risacca del mare cristallino, accompagna il visitatore giù alla chiesetta, “preparandolo” allo scenario che solo questo posto sa offrire. Dalla continua e nuda roccia tufacea, si passa ad una serie di profondità, bene articolate e complesse, con vari gruppi di statue in tufo, affreschi e chiaroscuri, che creano all’interno della grotta atmosfere cangianti e mistiche, che variano in base all’inclinazione dei raggi solari che vi filtrano all’interno grazie a delle “finestre-aperture” che sembrano ben studiate dai bravissimi e devoti autori Angelo ed Alfonso Barone.

    Un viaggio all’interno della chiesetta

    CyHhfGn

    Una navata centrale e tre aperture per ogni lato che danno vita ad altre “stanze-cappelle”, si articolano lungo tutta la grotta scavata da mani sapienti più di 350 anni fa. Dall’entrata principale si nota immediatamente il quadro miracoloso della Madonna col Bambino posto su una stele in vetro (si spera non per molto) e la Mensa. Ad incorniciare il tutto due gruppi di angeli posti ai lati dell’altare maggiore. In alto a questi, degli affreschi (di Alfonso Barone), dei quali uno più grande posto al centro che rappresenta l’assunzione della Vergine Maria.Vicino l’entrata due acquasantiere sorrette e contornate di angeli, ricordano al pellegrino l’entità sacra del luogo e armoniosamente l’accolgono nella piccola chiesa. A partire da sinistra, fa bella scena di se, il Sacerdote che celebra Messa, uno dei pochi gruppi tufacei rimasto integro.

    cDUVdjy

    Il sacerdote non prende le sembianze o la fisionomia di Angelo Barone (come affermano erroneamente in tanti), il sacerdote è semplicemente un parente dello scultore, ritratto mentre officia la sua prima Messa. Ciò si deduce dalla donna inginocchiata alla sua sinistra. Ella è la madre, e secondo l’usanza del tempo, quando un novizio diventava sacerdote, dava la sua “prima comunione” ai propri genitori. Da notare l’ottima fattura degli abiti cerimoniali e del rilievo della Madonna di Pompei posta sull’altare dietro il prete. Nella stessa scena è presente anche la statua di Fidel Castro, aggiunta successivamente con il restauro del ’68 dal nipote degli autori, Giorgio Barone. Il perché dell’esistenza della statua sarà resa nota con la pubblicazione del libro “La vera storia della chiesetta di Piedigrotta tra misteri, miracoli e leggenda.” Una colonna-pilastro, nascosta da San Francesco di Paola intento ad attraversare lo Stretto di Messina, divide la scena del sacerdote con un piccolo corridoio, che accompagna il visitatore a scrutare l’estasi di Santa Rita di fronte l’Angelo della Morte e più in là, parte del presepe con i Re Magi e l’Annunzio.

    eofCaor

    Ritornando alla navata centrale si nota a destra del piccolo corridoio un mezzo busto del Cuore di Gesù. Subito dopo la statua intera di Gesù si notano le vasche battesimali, che ricordano l’immersione del Nazzareno nel Giordano, e sopra di queste, in tutto il su splendore e dolcezza appare il gruppo della Natività, illuminata in alto da Dio e dallo Spirito Santo. Sopra la navata centrale, vicino l’entrata si intravedono 4 affreschi, ormai degradati dal tempo e dalla salsedine. Nel primo a sinistra si vede la Battaglia di Lepanto, mentre al secondo di destra si nota l’apparizione della Vergine Maria vestita di bianco sopra una cittadina (molto probabilmente Lourdes). Al centro si nota la mancanza di un quadro che qualcuno col tempo ha ritagliato e portato via. Nel rosone centrale della navata, invece, c’è l’affresco della notte del mitico nubifragio che diede vita alla storia di Piedigrotta (si nota il veliero in balia delle onde).

    eaCZFPg

    A destra dell’entrata, dopo gli angeli dell’acquasantiera, il visitatore scorge un bassorilievo, che dato il suo avanzato stato di degrado non si riesce a comprenderne il contenuto. Sopra, quello che resta di un trono e delle gambe di un pontefice. Sant’Antonio di Padova con un gruppo di orfanelli, divide la prima scena con un passaggio, dal quale si intravedono San Giorgio (patrono di Pizzo), mentre trafigge il drago, e Bernadette inginocchiata innanzi alla Madonna di Lourdes. Vicino a questa scena, un altorilievo di alcuni infermi, si pensa ad un pellegrinaggio dei malati. Ritornando alla navata centrale, dopo la statua della vergine Maria e le vasche battesimali alimentate da acqua sorgiva, prende vita a largo raggio, il gruppo della pesca miracolosa.

    b6ZUflo
    In alto a destra di questo, si notano a parete i due medaglioni del presidente degli USA Jon F.J. Kennedy e di Papa Giovanni XXIII, contornati da dei ramoscelli di ulivo. I due medaglioni sono stati aggiunti nel ’68 ad opera di Giorgio Barone, un segno di pace a cui si affidava una bellissima preghiera, che fu ascoltata e accolta nel 2000. Nel libro in uscita sarà raccontato anche questo. L’atmosfera surreale che si respira all’interno di questo luogo magico è incredibile, il silenzio viene interrotto soltanto dal dolce fragore delle onde lungo la spiaggetta sottostante . In base alle diverse ore del giorno il mix di chiaroscuri, di luci e colori cambia radicalmente accentuando ancora di più la particolarità del luogo ed invogliando il pellegrino a pregare, ad aprirsi verso Dio, a trovare conforto per la propria anima. Si respira all’interno della grotta un’aria di pace, di serenità. Ciò è accentuato dall’espressioni dei volti delle statue e dalle scene di vita che esse rappresentano. Nessuna espressione di dolore, di pianto, di tristezza, di rabbia.Non esiste una scena della passione o un Crocefisso. Tutto e tutti trasmettono serenità, estasi. La pace è il tema principale e sovrano del luogo in questione. Questo il tema scelto da Angelo Barone, e seguito dal figlio Alfonso, successivamente abbracciato e portato avanti anche dal loro nipote Giorgio, che tornò dalla lontana America, affidando alla Madonna della chiesetta napitina una preghiera di pace “internazionale” che potesse fermare una probabile terza guerra mondiale…

    Gli Artisti

    nuGonIwLT6YvI7

    Alla fine dell'Ottocento un artista locale "Angelo Barone" che aveva una piccola cartolibreria in paese,decise di dedicare la sua vita a quel luogo, e a colpi di picone, amplio' la grotta,ne creo' altre hai lati e riempi' questi ambiebti, di statue anch'esse scolpite nel tufo. Si tratta di immagini semplici, care alla fede popolare: La Nativita' con tutto il Presepe, La pesca Miracolosa, scene di storia Sacra ed episodi dei Santi. Angelo Barone era un'artista completo e per sua mano la chiesa assunse il suo apetto definitivo, alla sua morte nel 1915 subentro' il figlio Alfonso, Pittore e Fotografo nipote del grande poeta "Antonio Anile", che vi lavoro' per molti anni. Egli scolpi' altri gruppi di statue, Capitelli con Angeli, Bassorilievi con scene Sacre, Affreschi sulla volta della navata centrale e su quella dell'Altare Maggiore. Alfonso lavoro' nella chiesa per 40 anni e alla sua morte non vi furono continuatori, tranne un nipote, Giorgio tornato dal Canada, che nel 1969 cerco' di restaurare le statue gia' gravemente danneggiate, e in un angolo scolpi' 2 medaglioni raffiguranti Papa Giovanni XXIII° e il Presidente Kennedy.

    Piedigritta Tra Storia e Leggenda

    Jwm9aWm

    Piedigrotta tra storia e leggenda…quando finisce la prima ed inizia la seconda… quello che si narra e che viene tramandato da centinaia di anni (che secondo i reperti risulta veritiero), è la storia del nubifragio avvenuto verso la metà del ‘600. Durante il viaggio di ritorno, lungo le coste napitine, un veliero con equipaggio campano, fu sorpreso e travolto da una violenta tempesta.

    lMmcSh4
    Il comandante, prelevando il quadro della Madonna col Bambino dalla propria cabina, ed esponendolo d’innanzi ai suoi uomini, insieme a loro fece un voto alla Vergine. In caso di vita salva, i superstiti avrebbero eretto una cappella o una chiesetta al quadro miracoloso. Il veliero andò tutto distrutto contro la scogliera di Pizzo, il carico perso negli abissi, ma tutto l’equipaggio col suo comandante toccarono riva sani e salvi, ed insieme a loro sulla spiaggetta dove ora sorge la chiesetta, approdarono anche il quadro dell’effige sacra e la campana di bordo datata 1632. Gli scalpellini del luogo, che si recavano in quella zona per tagliare i blocchi di tufo che servivano nel campo edilizio, posero il quadro in una grotta già esistente (quella dove oggi c’è il bar). Quella stessa grotta che loro usavano solitamente per ripararsi in caso di pioggia.

    q0pCePI
    Si esclude, come riportato in molti testi la presenza dei pescatori, in quanto nella zona interessata ( che non era collegata con nessuna strada carrozzabile col paese, ma solo con un piccolo e tortuoso sentiero), erano presenti solo le cave di tufo e non un rifugio o spiaggetta di pescatori. I primi di questo campo a “colonizzare” la zona ad un centinaio di metri più avanti dalla chiesetta, arrivarono solo verso il 1952, dando il nome alla spiaggia adiacente a quella di Piedigrotta, detta ancora oggi “spiaggia Malfarà”, prendendo il nome dal primo pescatore che vi si insediò. Si narra che altre due mareggiate successive, rubarono il quadro miracoloso da dove era stato sistemato, adagiandolo nel punto esatto in cui fu rinvenuto la prima volta dopo il famoso nubifragio. Gli scalpellini capirono il volere della Madonna ed esattamente di fronte al rinvenimento nella nuda e liscia roccia cominciarono a scavare a colpi di piccone la nuova residenza dell’Effige Sacra, ampliandola di volta in volta in caso di pioggia. Infatti, non potendo lavorare alle cave col brutto tempo, gli scalpellini passavano le loro ore picconando all’interno di Piedigrotta per ingrandire sempre di più la chiesa. Col tempo fu costruito un altare in marmo e furono posti nei pressi dell’altare due busti: uno del Cuore di Gesù (a destra), e l’altro della Vergine Maria (a sinistra dell’altare), costituiti probabilmente in legno o in gesso.


    ca6znPS

    l8mRRhS

    0lbHgCJ



    Edited by Isabel - 8/11/2014, 13:12
     
    .
4 replies since 12/7/2010, 10:20   303 views
  Share  
.