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Tutte le chiese di Bagnara Calabra

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    Tutte le chiese di Bagnara Calabra


    Chiesa di Maria SS. del Monte Carmelo

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    - Fonte - Fonte foto -

    La Chiesa di Maria SS. del Monte Carmelo fu eretta nel 1756 in contrada Carmine, corrispondente al nucleo di più antica urbanizzazione conosciuto col nome di Marturano. Realizzata a spese della Confraternita omonima, con la partecipazione dell’Ecc.ma Casa Ruffo, si trovava immersa in un gran frutteto e un ruscello che lo attraversava. La chiesa era collegata, attraverso una stradina, ad una piazza, situata in corrispondenza del II arco del Ponte Caravilla. Al centro della piazza si trovava una fontana piramidale di marmo bianco, mentre intorno si trovavano botteghe di artigiani e di venditori di alimentari. Nella chiesa operava la Congregazione di Maria SS. del Monte Carmelo. Fondata nel 16 settembre del 1687 da Carlo Ruffo, III duca di Bagnara Calabra, su concessione dei P.P. Domenicani, si trattava di un ente assistenziale e caritatevole, gestito dai Carmelitani e unito alla corporazione dei boscaioli o "mannesi " , come a suo tempo era stato per la Confraternita del Rosario con i pescatori e per quella della Madonna della Montagna con gli agricoltori.

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    Il campanile ricostruito nel 1917, dopo il terremoto del 1908

    Prima dell’edificazione della chiesa la congregazione si riuniva nell’Abbazia di S. Maria delle Grazie e dei XII Apostoli, dove si presume la costruzione della prima cripta per l’adorazione della Vergine del Monte Carmelo . Con la concessione per la fondazione della Congregazione, i P.P. Domenicani concessero un settore dei sotterranei dell’Abbazia da adibire a luogo sepolcrale e l’antica cripta. In cambio, i carmelitani s’impegnarono per la realizzazione di una statua ad immagine della Vergine da destinare al culto, sostituita nel 1856 dall’attuale. Il primo oggetto di culto della confraternita, rigorosamente riservata agli uomini, fu il quadro di stile bizantino, databile intorno al 1300, raffigurante la Madonna col bambino, tutt’oggi custodito in chiesa e recentemente restaurato. Quasi nulla, invece, si sa sulla conformazione di questa chiesa risalente al 1756. Come il resto della città, è stata distrutta dal terremoto del 1783. Progettata la ricostruzione nella zona settentrionale della marina, l’edificio fu realizzato in un luogo non lontano dalla sua originaria ubicazione.

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    Interno in stile "Barocco"

    Dopo il grande sisma, la congrega fece costruire, sulle rovine della precedente costruzione, una baracca-cappella che rimase in funzione sino al 1880, anno in cui fu terminata la nuova chiesa, coincidente a quella attuale . Intanto, nell’ottobre del 1776 la congregazione fu elevata a confraternita con l’assenso del Re di Napoli Francesco IV (Statuto dell’Arciconfraternita). La facciata della chiesa di Maria SS. del Monte Carmelo, realizzata in pietra di Siracusa, si qualifica per la chiara impostazione neoclassica esemplata dalle quattro colonne con capitelli di ispirazione ionica. Evidenti reminiscenze barocche connotano la morfologia degli elementi decorativi, molto frequenti al sud, di gusto ancora seicentesco. La facciata, così come la descrive Rosanna Malaspina, può essere vista come il risultato di una sintesi formale che ben si inserisce nell’ambito dell’architettura calabrese degli anni a cavallo tra i due secoli, caratterizzata dalla persistenza di forme tardo-barocche, spesso in sovrapposizione o combinazione col nuovo linguaggio.

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    Edicola dov'e' custodita l'Immagine della Madonna

    A sinistra della facciata si trova la torre campanaria, la cui riedificazione è stata ultimata nel 1917. L’interno dell’edificio è scandito, lungo le pareti longitudinali, da colonne in stile ionico di gesso dipinto. L’altare maggiore è rifatto in termini neoclassici nel 1828 da Don Antonio Amato, sul disegno fornito dal confratello della congrega Don Antonio Barbara . Spesso presente all’interno della chiesa è lo stemma dell’Arciconfraternita, che consiste nella croce centrale a otto punte rosse con, su sfondo bianco, quattro piccole croci di possibile origine bizantina. Nel 1856 fu celebrata una grande solennità per la benedizione di una nuova statua, di tipo spagnolo, realizzata a Napoli, raffigurante la Beata Vergine del Monte Carmelo. I festeggiamenti, che si protrassero dal 16 al 20 luglio, videro la partecipazione di circa 3000 persone forestiere e due gruppi bandistici mentre la confraternita si esprimeva con delle offerte a favore dei poveri e dei carcerati . Insieme alla chiesa di S. Maria di Porto Salvo resistette al terremoto del 1908. Nel 1923 la confraternita è stata elevata a rango di Arciconfraternita. La chiesa di Maria SS. del Monte Carmelo rientra tra gli edifici più antichi di Bagnara Calabra. L’Arciconfraternita, fondata nel 1687, è tra le più antiche forme di organizzazione cristiana ancora esistente nella provincia di Reggio Calabria. Nonostante i cambiamenti sociali e culturali, continua ad essere un importante punto di riferimento per i cristiani del territorio bagnarese.

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    Icona bizantina del '500 raffigurante la "Vergine Bruna"

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    Particolare dell'interno

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    Vista dall'Altare

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    Lapide marmorea in ricordo della visita delle LL. AA. RR. Principi di Piemonte Umberto e Maria Jose' di Savoia avvenuta l' 1 Giugno1932



    Edited by Isabel - 8/10/2014, 10:44
     
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    Chiesa di S. Maria SS Immacolata o San Nicola

    - Fonte -


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    Su un ameno colle, a strapiombo sul rione Marinella, è stata edificata la chiesa di S. Nicola, patrono di Bagnara Calabra. Non si hanno notizie certe sulla data di costruzione. Quello che risulta certo è che il culto di S. Nicola, molto diffuso nel meridione d'Italia, ebbe inizio prima dell'anno 1000 e s’intensificò dopo il 1087, quando alcuni mercanti baresi trasportarono le reliquie del Santo da Mira a Bari. Probabilmente la chiesa di S. Nicola in Bagnara è sorta tra il 1100 e il 1200. Della chiesa originaria nulla è giunto ai giorni nostri, sia per i frequenti terremoti che per le alluvioni. Dopo il terremoto del 1783 nello stesso posto della Chiesa di S. Nicola venne costruita la Chiesa dell’Immacolata. In detta chiesa si venerava, custodita in un'urna di vetro, un'artistica immagine di S. Giovanni Battista. Il terremoto del 1908 danneggiò gravemente la chiesa che fu restaurata a partire dagli anni venti. Nel 1926 la chiesa fu devastata da un incendio e molti libri e documenti di inestimabile valore andarono perduti. Nel 1943 la chiesa fu oggetto di un bombardamento che provocò danni notevoli soprattutto al tetto. Nel dicembre del 1954, primo centenario della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, la confraternita celebrò la sacra ricorrenza con la solenne incoronazione del simulacro della Vergine nella Piazza Matteotti.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 10:50
     
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    Chiesa della Madonna della Montagna

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    Nel 1622, in onore di San Francesco da Paola, Enrico Ruffo fondò, insieme a Sansone Ruffo e la moglie Donna Lucrezia Colomba, un convento dell’ordine dei Minimi, denominato “Convento dei Paolotti”. Benefattrice di tale convento fu la moglie di Francesco Ruffo, IV Duca di Bagnara, Donna Giovanna Lanza Marcale. La chiesa annessa al convento fu prima dedicata a San Gregorio Taumaturgo e successivamente a San Francesco da Paola. Nel 1752 il convento fu ridotto a vicariato e nel 1784, in seguito al terremoto dell’anno precedente, fu soppresso dalla Cassa Sacra. Venne ripristinato nel 1817 in dimensioni più ridotte con una nuova costruzione sul colle Marturano mentre la località del vecchio convento veniva ricordata con il nome di “Paolini Vecchi”. Dopo poco tempo sia il convento che la chiesa furono ripristinati nella vecchia sede. Essi funzionarono fino alla definitiva soppressione, avvenuta nel novembre del 1908. Testimonianza della vecchia chiesa è il ritrovamento della fonte battesimale, datato 1737. Oggi la chiesetta è stata rinnovata e restaurata, grazie alle offerte dei fedeli. In onore della Madonna della Montagna l’8 settembre la chiesa è aperta al culto. Il luogo dove sorgeva il convento è chiamato “Rione Paolotti” e in tale luogo, in memoria di Don Antonino Gioffrè ha sede la scuola media a lui dedicata.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 10:54
     
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    Chiesa di Santa Maria degli Angeli o Cappuccini

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    La chiesa di Santa Maria degli Angeli è stata fondata, insieme al convento, dall’ordine francescano dei Cappuccini verso la fine del XVI secolo. Il convento dei Cappuccini, che ospitò numerose personalità ecclesiastiche, fu sede del Capitolo provinciale dell’Ordine che si celebrò nel 1636. E qui che è stato sepolto il cardinale Antonio Ruffo. I religiosi, in quel tempo, vivevano con le elemosine della popolazione e le donazioni delle famiglie nobili e soprattutto dei duchi Ruffo di Bagnara. Dopo il terremoto del 1783 il convento dei Cappuccini fu soppresso e molti dei beni derubati e scomparsi. Nel 1796 fu ricostruito il convento e la chiesa S. Maria degli Angeli e i Cappuccini ritornarono nella loro vecchia sede dove, tra alterne fortune, restarono fino al 1863, anno in cui lasciarono definitivamente Bagnara. Con la partenza dei Cappuccini, la selva, il giardino e gli orti del convento furono venduti mentre il convento rimase a disposizione del Comune che l'adibì ad ospedale durante l'epidemia di colera del 1867. Il 24 maggio 1900 l'ex convento fu donato all'istituto delle "Figlie di Maria Immacolata", fondato nel 1898 nella vicina Catona da suor Maria Brigida Postorino; tale istituto fu sede di un fiorente educandato e per tanti anni svolse un’importante opera educativa. Il 16 novembre 1894 Bagnara fu interessata da un altro terremoto che danneggiò la chiesa. La chiesa di S. Maria degli Angeli, oltre alla tomba del cardinale Antonio Ruffo, conservava 4 artistici quadri: uno della Madonna degli Angeli, l’altro dell’Immacolata, il terzo di S. Francesco d’Assisi e il quarto di S. Giuseppe di Lionessa. Di questi quadri è rimasto solo il primo, restaurato recentemente da un artista greco, ed oggi esposto nella nuova chiesa. Dopo il terremoto del 1908, fu costruita la chiesa-baracca sui ruderi dell'antica chiesa come sistemazione provvisoria del luogo di culto. Questa fu utilizzata per diversi decenni e, resa inagibile dal tempo, fu chiusa al culto con decreto del 17 ottobre 1955 e la sede parrocchiale fu trasferita nella chiesa di S. Nicola.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 10:56
     
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    Chiesa di Maria SS di Porto Salvo

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    Nell’ultima domenica di settembre, a Marinella, considerato rione dei pescatori, viene festeggiata Santa Maria di Porto Salvo. La devozione per tale Madonna ha origini molto antiche. Nel 1700 fu il sacerdote Vincenzo Palumbo che fece erigere questa chiesa con il nome di S. Maria di Porto Salvo. La storia racconta che il Palumbo si trovava a bordo di un’imbarcazione, diretta a Catania, quando, la stessa, venne investita da una terribile tempesta. Salvatosi miracolosamente con il resto dell’equipaggio, volle edificare una chiesa sul luogo che accolse i corpi stanchi dei naufraghi. Costruita la chiesetta a ridosso di un grande scoglio tutt’ora esistente con un muro sovrastante a protezione della chiesa stessa, il Palumbo pose sull’altare della nuova chiesa un quadro della Madonna dipinto su legno che si trovava su quella barca. Nacque la prima chiesetta, situata dove oggi si trova la canonica della nuova chiesa. Resistette al terremoto del 1873 e, insieme alla chiesa del Carmine, al terremoto del 1908. Intorno al 1970 fu completamente distrutta dagli uomini e la nuova chiesa fu eretta sul lato opposto a quella già esistente. La canonica, oggi completamente restaurata, è divenuta luogo d’incontro per i giovani e adulti. Durante la demolizione dell’antica chiesa fu scoperto il quadro che il Palumbo aveva posto sull’altare nel 1700. Di buona fattura artistica e recentemente restaurato, si conserva nel sottotetto dell’attuale chiesa parrocchiale. Durante gli anni ‘90 oggetto di restauro fu la statua e l’interno della chiesa. L’attuale chiesa consta di quattro cappelle laterali che ospitano una pala in legno con Maria Assunta in cielo e il Bambino con ai lati un Vescovo e un Martire la statua di Santo Espedito e una tela di Madonna con Bambino del 1921. Nell’ultima domenica di Settembre si festeggia la Patrona S. Maria di Porto Salvo, considerata protettrice dei pescatori e uomini di mare. E’ La festa grande di Bagnara Calabra. La statua, in legno, viene portata a spalla dai fedeli lungo le vie della Marinella. Caratteristica è la processione in mare della statua su un grande peschereccio sorteggiato precedentemente con al seguito tutte le altre barche, grandi e piccole. Tale attraversata vuole simboleggiare la vittoria di Maria Regina delle acque e la protezione che Ella rivolge agli uomini di mare. Fede e folklore nei giorni di festa si fondono. Durante il fine settimana che precede la festa, caratteristiche sono le “ballate di tarantella” lungo le stradine lontane dal traffico e i giochi in piazza per i bambini. Famiglie intere riunite per tal evento esprimono così la loro gioia e devozione. Dalle zone circostanti affluiscono a Bagnara molti turisti e visitatori. La serata termina con i consueti e spettacolari giochi pirotecnici.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 10:57
     
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    Chiesa dei SS Pietro e Paolo

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    La piccola chiesa elevata in onore dei Santi Pietro e Paolo viene ospitata nel rione Valletta da oltre 2 secoli. Non si sa con precisione l’anno di costruzione, ma si può affermare che sia stata edificata dopo il terremoto del 1783. Durante la sua costruzione fu deciso di trasformarla in teatro e rimase tale fino al 1837. Fu il sindaco Giovanni Parisio ad impegnarsi affinché la chiesa ritornasse ad essere ciò per cui era stata progettata. Nel 1813 i Florio, residenti a Palermo, comprarono un magazzino nella città isolana su cui gravava un canone a favore della confraternita dei Santi Pietro e Paolo. I Bagnaresi presenti a Palermo edificarono successivamente una chiesa a loro dedicata. La prima chiesa fu completamente distrutta dal terremoto del 1908. La piccola chiesa, oggi esistente, fu ricostruita subito dopo sul luogo dove oggi si trova. La chiesa, oltre ad ospitare le statue dei due santi, ha al suo interno la statua di San Giorgio a cavallo che trafigge un drago con la sua lancia. La venerazione per tale Santo fu portata dalle famiglie di cestai, “i coffari”, che si spostarono a Bagnara da San Giorgio Morgeto per lavorare le ceste. Per molti anni, quando la situazione lo permetteva, i devoti organizzavano la festa con la relativa processione. L’edificio sacro, che per molti anni è stato punto d’incontro dei Boy Scout, negli ultimi anni è stato trascurato e lasciato al suo destino. Solo oggi si è pensato alla sua restaurazione, con la ricostruzione del tetto ancora in legno. I lavori, iniziati nel dicembre 2004 e terminati in aprile 2005, hanno permesso di ridare alla piccola chiesa l’idoneità al culto dopo i diversi anni d’inagibilità. I festeggiamenti. Il comitato di organizzazione della festa raggruppa persone del rione Valletta e del Rione Inglese. Il 29 giugno, data della commemorazione dei Santi Pietro e Paolo, Bagnara dà vita alla prima festa religiosa estiva. Nel tardo pomeriggio del 29 giugno le statue vengono portate in processione per le vie di Bagnara. La curiosità di tale processione è che è l'unica ad attraversare il Corso Vittorio Emanuele II in senso contrario di marcia. I fuochi pirotecnici di mezzanotte chiudono le festività. Tale festa considerata la più ”povera” e “sobria” attira ogni anno molta gente. Ciò esalta la spiritualità del bagnarese e la grande e antica devozione per entrambi i santi.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 11:00
     
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    Chiesa S. Maria e i XII Apostoli

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    La nascita dell’abbazia “Santa Maria e i XII Apostoli” ci riporta senza dubbio alle origini di Bagnara Calabra. Tale opera fu fortemente voluta dal gran conte di Calabria e Sicilia Ruggero II D’Altavilla, detto il Normanno. Fu lui che nel 1085 affidò a degli ecclesiastici normanni le terre di Bagnara, ordinando loro di costruire una chiesa con il nome di “Santa Maria e i XII Apostoli”. Sin dalla nascita tale chiesa fu dichiarata “Abbazia Nullius”, cioè sottomessa unicamente al Romano Pontefice. In breve tempo divenne una delle più potente Abbazie dell’Italia meridionale. Il primo priore, al quale fu conferito il potere feudale della chiesa, fu Ermete. Per molti decenni l’abbazia di Bagnara mantenne prestigio e potere, ma nel corso degli anni e per eventi diversi, ridusse la sua influenza al solo ambito religioso. Tutt’oggi la chiesa, comunemente chiamata Madre, è considerata un punto fermo della cristianità bagnarese.

    L'antica Chiesa. La Storia

    L’Abbazia bagnarese nacque dal desiderio di Ruggero D’Altavilla d’istituire un monastero feudale sul promontorio di Bagnara. Affidò dunque a degli ecclesiastici normanni il compito di costruire una chiesa sotto il titolo di “Maria S.S. e i XII Apostoli”. Il primo documento storico su Bagnara è il diploma di fondazione firmato dallo stesso conte Ruggero: esso si conserva nell’archivio della Basilica Lateranense in Roma. Tale chiesa dichiarata “Abbazia Nullius” divenne, in breve tempo, una delle più potenti dell’Italia meridionale. I Normanni e gli Svevi ne accrebbero vistosamente il patrimonio e n' estesero l’influenza e la giurisdizione su molte terre della Sicilia. Il potere feudale venne conferito a Ermete che fu anche il primo priore dell’Abbazia. Nel corso degli anni l’Abbazia vide minacciata la sua autonomia e indipendenza molteplici volte. Nel 1146 Ruggero II assoggettò la chiesa di Bagnara a quella di Cefalù e tale decisione venne ratificata con Bolla Papale. I canonici bagnaresi si opposero energicamente a tale decisione rivendicando la loro autonomia e libertà. Fu Papa Innocenzo III a riconoscere legittima tale rivendicazione annullando il provvedimento preso da Anacleto II e ridonando alla chiesa bagnarese la sua autonomia. Nel 1192 una bolla pontificia certificava che gli ecclesiastici a capo dell’Abbazia di Bagnara appartenevano all’ordine dei canonici regolari di Sant’Agostino. Nel 1256 successero i monaci Florensi seguiti dai canonici secolari lateranensi che governarono dal 1477 al 1582. Successivamente il governo della chiesa fu affidato all’ordine dei Domenicani, che rimasero per oltre centosettantasette anni al capo della chiesa. Nel susseguirsi dei vari governi ecclesiastici nacquero tra i vari ordini diverse controversie. Ricordiamo quella tra i Domenicani e il clero di Bagnara, rinomata vicenda per le scomuniche ricevute e per i lamenti, che secondo il sacerdote Antonino Gioffrè, furono riversati su Bagnara da parte dei Domenicani in cammino per lasciare la città. Il sisma del 5 febbraio del 1783 la distrusse completamente e ci si adoperò, in pochi giorni, per l’allestimento di una baracca-cattedrale, necessaria allo svolgimento del culto. La nuova chiesa ricostruita, era lunga 34 m e larga 10.50 m, aveva tre navate e sei cappelle all’interno. L’alluvione del 1815 la danneggiò gravemente e solo nel 1861 furono completati i lavori di ristrutturazione che a differenza della prima la videro con una sola navata e molto più ampia sia in larghezza che in lunghezza. Intanto nel 1818 la Santa Sede poneva fine definitivamente all’Abbazia Nullius di Bagnara; dopo sette secoli di potenza e splendore, la chiesa perdeva la sua autonomia. L’ultimo terribile sisma del 1908 la distrusse completamente. Sui ruderi della Chiesa del Purgatorio, l’attuale Casa della Madre e del Fanciullo che ospita l’istituto industriale, fu costruita una chiesa-baracca che funzionò da Matrice fino alla ricostruzione della chiesa attuale. I lavori ebbero inizio nel 1928 e furono ultimati nel 1931.

    La Chiesa attuale. Lo stile

    Si presenta con una facciata ritmata da una serie di finte edicole, dominata da due alte colonne, che incorniciano il portale, e coronata ai lati da due torri campanarie gemelle. All’esterno si trova una scultora rappresentante la Madonna. L’interno, a navata unica, è un esempio di semplicità e decoro. Il soffitto è realizzato a copertura piana e nei riquadri della zona centrale vi sono raffigurati episodi del nuovo testamento. L’altare in marmi policromi, di recente realizzazione, è opera di maestranze locali. Tra le opere custodite all’interno vi sono: una tela della Madonna del Rosario, XVIII sec., un’importante tela del XVI sec. raffigurante San Francesco d’ Assisi, due statue lignee raffiguranti San Domenico e San Vincenzo databili al XVII sec., provenienti dall’antica abbazia normanna. Nelle sue mura è conservato il veneratissimo quadro raffigurante i XII Apostoli attorno alla Vergine Morente; tra gli arredi sacri si conservano anche due pianete, donate dal Cardinale Antonio Ruffo nel XVIII sec. alla chiesa di San Nicola di Bari.

    La Chiesa attuale. La storia

    I lavori ebbero inizio nel 1928 e furono ultimati nel 1931. La chiesa risultò formata da un’ampia navata con attorno otto cappelle. L’altare maggiore venne ripristinato con gli antichi marmi e il pavimento fu eseguito ad imitazione mosaica. I dipinti sul soffitto rappresentano “La Maddalena che lava i piedi a Gesù”, “L’Eucarestia: centro del Mondo” e “La Resurrezione di Lazzaro”. Gli affreschi degli altari minori sono stati eseguiti da Primo Panceroli di Roma intorno agli anni venti. Nella seconda metà del novecento il bagnarese ed artista Carmelo Barbaro ricostruì il pavimento nella parte centrale della chiesa. La solenne consacrazione avvenne il 5 giugno del 194. Lo stesso Barbaro ha realizzato lo splendido altare, fortemente voluto da Don Rosario Pietropaolo. L’ opera di grande valore artistico, è stata consacrato il 6 agosto 1989. Tale opera consta di una mensa interamente realizzata in bronzo su cui sono impresse delle effigi. Al centro Maria con accanto gli Apostoli Giovanni e Pietro, rappresentanti il passato, e Papa Giovanni Paolo II, l’Arcivescovo A. Sorrentino e Madre Teresa di Calcutta, considerati gli Apostoli di oggi. Vi sono inoltre rappresentati personaggi illustri della storia civile di Bagnara quali: Vincenzo Morello, giornalista, Vincenzo Fondacaro, navigatore, Vincenzo Florio, armatore, e Carmelo Barbaro, artista. Accanto ad essi Ruggero Il Normanno, fondatore dell’Abbazia, il Cardinale Tommaso Ruffo e la “Bagnarota”, incarnazione della laboriosità e del coraggio della gente di Bagnara. La mensa poggia su un pavimento di marmi pregiati, decorato da dodici stelle che fanno corona ad un sole simboleggiante il motore di tutta la cristianità.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 11:19
     
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    Chiesa di Maria SS. del Rosario

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    - Fonte -

    La Chiesa della Madonna del SS Rosario, risalente agli inizi del XX secolo, ha origini antiche. La prima costruzione, della quale è ignota l’epoca della realizzazione, sorgeva sulla via della terra dell’antica città di Bagnara. Dotata di un cimitero sotterraneo e un’elegante sacrestia, si presentava in stile gotico con il bel campanile, alto circa 13 m. L’interno era affrescato da eccellenti pitture rappresentanti le guerre contro gli Albigesi ed altri momenti importanti dell’Ordine dei Domenicani. In marmo era il pavimento e i due altari, sul maggiore dei quali era venerato il quadro della Vergine del Rosario, opera del messinese Giovanni Zuccaio. Ad ambo i lati della chiesa vi erano eleganti sedili in legno di noce, artisticamente intagliati. Con l’arrivo dei Padri Domenicani a Bagnara nel 1582, l’oratorio venne dotato di una statua della Madonna con Bambino e i fedeli, ben presto, organizzati in Congrega. La Madonna venne venerata come Regina delle Vittorie, in ricordo della recente vittoria dei Cristiani contro i Turchi nella Battaglia di Lepanto (1571). La Congrega, fondata intorno al 1630 da Padre Carbonio Pizzarello, che fu anche primo priore, nel 1653 è aggregata all’Arciconfraternita di Roma, della Chiesa di S. Maria sopra Minerva. La partenza dei Domenicani nel 1759 lasciò la gestione della congrega al clero secolare. E’ il terremoto del 1783 che, insieme a gran parte degli edifici bagnaresi, distrugge l’antica chiesa del Rosario. Tra gli edifici persi, va ricordato, in particolare, quello che ormai era divenuto l’ospedale della cittadina. Costruito nel 1743 in occasione della peste, il Lazzaretto fu avviato e sostenuto grazie ai contributi di Carlo Ruffo, dell’Università ma soprattutto della congrega del Rosario. Tra i resti della chiesa vi furono la statua e qualche arredo sacro.Mentre i confratelli sopravvissuti al sisma ottenevano dal re l’autorizzazione per la costruzione di una baracca-cappella, si provvedeva all’edificazione della nuova chiesa. Quest’ultima sorse su un suolo offerto dalla famiglia Sciplini, proprio accanto alla distrutta Chiesa parrocchiale di S. Maria delle Grazie. Iniziata nel 1784, era di forma ovale e di ordine corinzio. La facciata, al centro della quale venne collocata la statua in marmo dell’Eterno Padre, era delimitata da due campanili laterali. L’interno, adornato da stucchi di eccellente fattura del Gianforma, presentava sette affreschi del Cristadoro e quattro grandi tele del De Matteis e due di molto pregio: la Maddalena Penitente e la morte di Oloferne, unico pezzo oggi esistente. L’altare era di verdi di Gimigliano con cornici e fregi di metallo dorato; la pavimentazione scandiva disegni geometrici. La confraternita del Rosario continuò, negli anni della ricostruzione, la sua opera nella baracca-cappella del Rosario sino al 1792, anno in cui furono terminati i lavori della nuova chiesa. L’ultimo progetto ideato dalla Congrega, prima dell’occupazione francese, fu sostenere, con le confraternite locali, la fondazione di un istituto scientifico-letterario, che rispondesse alle esigenze culturali del territorio. Purtroppo l’arrivo dei Francesi nel territorio calabro sconvolse la tranquillità della vita quotidiana. Bloccati i lavori della ricostruzione nel 1806, anche per l’insorgere del brigantaggio e l’assottigliamento dei confratelli rosariani, in gran parte emigrati in Sicilia, la sacrestia adibita a polveriera mise in pericolo l’intera chiesa. Il 29 giugno del 1810, mentre nelle acque di Bagnara si scontravano gli Inglesi e i Francesi, una granata inglese colpisce l’architrave della porta, per fortuna senza esplodere. Il ritorno dei Borboni, segna la fine di un periodo di timori e instabilità. Essi contribuirono alla riorganizzazione del territorio e della sicurezza, stimolando la ripresa della vita sociale, culturale e religiosa. A questo risvegliò partecipò anche la congrega del Rosario, determinando l’aumento del prestigio dell’omonima chiesa.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 11:20
     
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    Chiesa dell’Annunziata

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    Il primo culto della madonna dell’Annunziata nasce in una chiesetta nei pressi della vecchia Piazza Mercato, ove oggi si trova il distaccamento dell’istituto tecnico industriale Giancarlo Vallauri. L’otto aprile del 1859 in Pellegrina viene costituita la Confraternita della Santissima Annunziata, con approvazione del Re di Napoli il 12 aprile del 1859. Il pio sodalizio aveva lo scopo di riunire i devoti alla madonna dell’Annunziata, promuovere la vita di fede e la devozione alla madonna fra gli abitanti della borgata, nonché la partecipazione al culto e alle opere di misericordia spirituale e temporale. La confraternita dell’Annunziata arricchisce così il panorama delle confraternite bagnaresi . Ben presto, nella piazza principale di Pellegrina, si eresse una chiesa sotto il nome di Maria SS. dell’Annunziata. La chiesa di fattura locale si presenta con una facciata semplice e moderna. Ha una forma lineare e quadra, in quanto il campanile si erige alle sue spalle sul lato destro di chi la guarda. L’interno è luminoso. Il luogo ove sorge la chiesa è considerato il centro di Pellegrina e la piazza che la ospita prende il nome di Santa Barbara. Nella chiesa dell’Annunziata ha sede, oltre alla Confraternita della Santissima Annunziata, la Congrega di Santa Barbara. Il culto di Santa Barbara in Pellegrina è antichissimo. Sino al 1913, anno della fondazione della congrega, esisteva una cappella intitolata alla santa martire nella contrada che porta ancora oggi il nome il suo nome. Il parroco Don Vincenzo Curatola, constatata la devozione popolare verso questa santa, incoraggiò i fedeli per chiedere all’Arcivescovo di Reggio l’autorizzazione a istituire una congregazione sotto la protezione di Santa Barbara . I festeggiamenti religiosi e civili in onore di Santa Barbara e dell’Immacolata si alternano annualmente nel territorio bagnarese.

    Edited by Isabel - 8/10/2014, 11:20
     
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