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Tutte le chiese di Villa San Giovanni

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  1. Isabel
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    Tutte le chiese di Villa San Giovanni



    Chiesa dell'Immacolata

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    - Fonte -

    La chiesa dell'Immacolata risale alle origini stesse di Villa San Giovanni: infatti la prima chiesa presente presso il borgo di Fossa era una chiesetta dedicata all'Immacolata Concezione, visitata nel 1692 dall'arcivescovo di Reggio mons. Martino Ybañez y Villanueva, il quale vi notò tre altari dedicati a San Martino, Sant'Antonio di Padova e San Giovanni Battista. La chiesa era frequentata e si davano alla popolazione le nozioni elementari del catechismo. Già nel 1768 era sorta la Congrega dell'Immacolata. In quegli stessi anni venne eretta una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, probabilmente presso l'attuale rione Fontana Vecchia. La Chiesa dell'Immacolata venne elevata a Parrocchia il 6 agosto 1789; prima di allora era retta da un economo dipendente dal parroco di Campo Calabro. Nel frattempo, l'edificio di culto (situato presso l'attuale piazza Pretura, dunque in un sito diverso dall'attuale) era già stato distrutto una prima volta dal terremoto del 1783: venne ricostruito definitivamente sullo stesso terreno nel XIX secolo, in un sobrio stile neoclassico. Questa nuova chiesa venne nuovamente rasa al suolo a causa del devastante sisma del 28 dicembre 1908. Dal 12 settembre 1909 divenne funzionale la chiesa baracca, benedetta l'8 febbraio 1914. Il 24 luglio 1927 fu appaltata la costruzione della nuova chiesa, di dimensioni più imponenti, in stile neo-romanico, su progetto dell'architetto Pietro De Nava, situata in un luogo diverso rispetto alla vecchia chiesa, cioè nella parte della città degradante verso il mare, per costruire un edificio più grande (difatti la zona dove venne costruita la nuova chiesa era pressoché disabitata all'epoca). Il nuovo tempio venne solennemente consacrato l'8 dicembre 1929, festa solenne dell'Immacolata Concezione, dall'arcivescovo mons. Carmelo Pujia. Dal 1993 è retta dai padri Somaschi. Le vetrate artistiche sono state realizzate nel 1953 dalla pittrice milanese Amalia Panigati.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 19:05
     
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  2. Isabel
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    Santuario di San Cosma e San Damiano

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    [URL=http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_San_Giovanni- Fonte -[/URL]

    Il quartiere di Acciarello costituisce la parte più meridionale dell’abitato di Villa, ed è prossimo alla località Bolano, che segna il confine col comune di Reggio Calabria. Qui ha sede la parrocchia dei Santi Cosma e Damiano ed una scuola elementare, plesso del XXXVIII Circolo Didattico di Villa. Nacque nel XVIII secolo e prese il nome dalla famiglia degli Azzarello, profughi provenienti da Messina per sfuggire all'epidemia di peste del 1742-1743. Gli Azzarello acquistarono dei terreni a sud dell'abitato e vi si stabilirono insieme ai propri lavoranti.

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    Il campanile


    Nel 1742 don Giuseppe Azzarello fu autorizzato dall'arcivescovo ad erigere una chiesa intitolata ai Santi Cosma e Damiano. La chiesa venne distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita nel 1811, fase a cui risale l'attuale campanile. La chiesa, non ancora definitivamente ultimata, venne riaperta al culto nel 1851 e nuovamente distrutta dal terremoto del 1908. In seguito alla successiva ricostruzione il campanile ha attualmente un'altezza minore della chiesa stessa. Questa subì ulteriori danni durante la seconda guerra mondiale e subì quindi un'ulteriore parziale ricostruzione. Negli ultimi anni è stata oggetto di un importante restauro che ha interessato l'interno del tempio, modificando radicalmente il suo aspetto ed arricchendolo di pregevoli opere architettoniche.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 19:06
     
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  3. Isabel
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    Chiesa della Madonna del Rosario

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    - Fonte -

    Già dal XVIII secolo esisteva presso il quartiere Fontana Vecchia una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, oltre ad un'altra vicina intitolata a San Giovanni Battista. Verso la metà del XIX secolo, il sindaco Giovanni Corigliano, preoccupato per l'estetica urbana di Villa (che si riempiva di filande e ciminiere ma difettava di monumenti e chiese), propose la costruzione di un nuovo edificio sacro in un luogo che conciliasse le esigenze dei vari quartieri; si scelse allora di costruire l'opera in un'area del centro cittadino, corrispondente allo spazio dove sorge l'attuale chiesa. Tuttavia, quando si cominciavano già ad erigere i muri del tempio, vennero mosse delle obiezioni al progetto: si temeva che pure questa nuova chiesa venisse su infossata, come era successo alla vecchia chiesa dell'Immacolata, che a causa della costruzione della Strada Nazionale rimase circa 3-4 metri sotto il livello della strada stessa. Allora venne abbattuto tutto il costruito e il progetto della nuova chiesa del Rosario venne affidato al celebre architetto reggino Scopelliti, il quale fece erigere un alto terrapieno e progettò una maestosa chiesa in stile gotico. In pochi anni, grazie soprattutto alle offerte dei fedeli, la costruzione era giunta ad uno stadio avanzato ed era quasi terminata la costruzione della monumentale facciata con tre portali. Poi però, quando venne l'Unità d'Italia, congiunture politiche impedirono il completamento dell'opera; il Terremoto del 1908 distrusse gran parte di quell'edificio incompleto e non restò che abbatterlo. Al suo posto venne eretto un mercato coperto. Nel dopoguerra si sentì nuovamente l'esigenza di una seconda chiesa per il centro di Villa, oltre quella dell'Immacolata, e così si intraprese la costruzione di una nuova chiesa del Rosario, completata nei primi anni sessanta. Venne elevata a parrocchia il 1º aprile 1971 ed affidata sin da quella data ai Padri Somaschi, che dagli anni novanta reggono anche la parrocchia dell'Immacolata e quella di Piale. È quindi la più giovane delle parrocchie villesi, ma ha dietro di sé una storia secolare di devozione alla Madonna del Rosario e di incompiute.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 19:10
     
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  4. Isabel
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    Chiesa di Santa Croce (Piale)

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    Il 21 aprile 1768 il vescovo mons. Capobianco trovò a Piale una chiesetta rurale dedicata a Gesù e Maria. Gli abitanti si tassavano formando un elenco di censi per il sostentamento di un cappellano e le spese di culto. L'arcivescovo nominò subito cappellano don Vincenzo Messina, alle dipendenze del parroco di Cannitello. Dopo il terremoto del 1783 gli abitanti ricostruirono la chiesa più ampia e più bella e nel 1799 il parroco di Cannitello chiese alla curia di assegnare a Piale un economo curato. Le varie vicende politiche, che videro nei decenni successivi combattersi sulle colline di Piale napoleonici e inglesi alleati dei borboni, con la presenza di Gioacchino Murat in persona per ben quattro mesi nel 1810, non facilitarono la creazione della parrocchia, cosa che avvenne con decreto di mons. Tommasini del 19 febbraio 1820, organizzando il territorio come staccato da Campo Calabro e parte di Cannitello. Alla nuova parrocchia fu dato il titolo di Santa Croce, mantenuto sino ad oggi. Gli abitanti allora erano circa 500.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 19:11
     
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  5. Isabel
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    Chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo (Cannitello)

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    - Fonte -

    Già dalla fine del XVI secolo esisteva a Cannitello una chiesa detta di Santa Maria di Rocca Verdara, con un adiacente ospizio, appartenente all'Ordine Gerosolimitano di Malta. Nel 1690 i padri Gesuiti fondarono a Cannitello, in un terreno ceduto loro dall’Ordine di Malta, una villeggiatura per i convittori del Collegio di Reggio. Costruirono pure una chiesetta dedicata a San Francesco Saverio, e rimasero a Cannitello sino al 1767, data del loro scioglimento. I cannitellesi, incoraggiati ed aiutati dai Cavalieri di Malta e dai Gesuiti, nel 1751 chiesero all'Arcivescovo Polou di consentire la costituzione in parrocchia della chiesa di Cannitello. Il Polou, con atto del notaio Giovanni Marra, accoglieva l'istanza e nominava un curato alle dipendenze del parroco di Campo, ma mantenuto dalle famiglie cannitellesi. Il parroco Museo di Campo Calabro si oppose, in quanto pensava che ciò ledesse gli interessi della sua parrocchia, dove i cannitellesi si erano sinora recati per la Santa Messa. Per questo intentò giudizio canonico chiedendo l’abrogazione del decreto, ma il nuovo arcivescovo Testa Piccolomini confermava la parrocchia il 24 ottobre 1761 ed invitava il cantore Morisani a rendere pubblico il decreto di erezione del Vicario Capitolare don Nicola Barletta, il quale fissò i confini della parrocchia ed il 30 ottobre 1761 consacrò solennemente la nuova Chiesa, dedicata a Maria Santissima di Porto Salvo, alla quale vennero aggregati anche i fedeli di Pezzo e di Piale. Espletato il concorso, il 14 febbraio 1763 veniva nominato il nuovo parroco, don Michele Giordano. Il terremoto del 1783 distrusse la Chiesa, dove morirono 19 persone, con un danno materiale di 600 ducati. La Chiesa fu ricostruita definitivamente nel 1853 e grazie alle sue bellezze architettoniche e decorative richiamava molti fedeli e visitatori dai centri vicini. Costruita a tre navate, aveva un'importante cupola, due torri campanarie e undici altari; era dotata di ricchi paramenti e splendidi lampadari in cristallo che, come asseriva il parroco Domenico Bellantoni, la trasformavano in un mare di luce e la rendevano un’anticamera del Paradiso. L'interno del tempio era tutto colonne e stucchi di bellissimo effetto. Sulla facciata, a caratteri cubitali, fu collocata un'epigrafe recante la scritta:

    « Iam pridem erectum novissime elegantiori forma redactum Divae Pelagi Potenti Cannitelli populus dicavit AD MDCCCLXVI »


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    La Chiesa vista dal mare
    Il terremoto del 16 novembre 1894 causò lesioni ad una delle torri campanarie e in quello successivo dell'8 settembre 1905 la chiesa di Cannitello fu danneggiata seriamente. Col forte terremoto del 1908, che distrusse interamente tutto l'abitato, rimasero demoliti parte del campanile e l’intero colonnato lato mare. La vecchia chiesa di Cannitello, fatta in muratura mista di pietrame e mattoni, fu distrutta completamente. Il vecchio tempio fu sostituito, provvisoriamente, da una chiesa baracca che operò sino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, prima che fosse ricostruita in muratura nel primo dopoguerra, così come è visibile oggi. Dalla primavera 2008 è oggetto di importanti lavori di ristrutturazione, a causa della fragilità della moderna struttura portante. Nel corpo principale si trovano due serie di bacinelle in rame e in ghisa, denominate:
    • la “banca vecchia”: montata alla fine dell’ottocento, disponeva di undici posti di lavoro ed ogni posto era costituito da due bacinelle profonde di forma circolare, riscaldate a vapore, per la raccolta dei capofili dei bozzoli. Vi era inoltre una bacinella larga, anch’essa riscaldata a vapore, detta filatrice.
    • la “banca nuova”: installata nei primi anni trenta, con quindici posti di lavoro. Nel locale caldaie se ne trova una di tipo “Cornovaglia” alimentata a carbone.

    Nel 1892 avviene la conversione a vapore con l’introduzione di 24 bacinelle a vapore e l’impiego di una cinquantina operaie filatrici. Il numero delle bacinelle, che prima del terremoto del terremoto del 1908 era raddoppiato, subisce una notevole diminuzione e pur essendo stati recuperati macchinari e bozzoli non è stato possibile riprendere lo stesso livello di produzione. Filanda "Messina", dei fratelli Messina, si può ritenere quella meglio conservata. Realizzata nel 1862, ha una estensione di 2600 m2 di cui 500 coperti e con un ampio cortile destinato a sosta di mezzi. Lo stabilimento si sviluppa su tre livelli: il piano terra ed il primo piano in muratura fatti in mattoni pieni, il secondo con travi in legno e rete metallica intonacata sulla parete interna ed esterna. Distrutta interamente dal terremoto del 1908, venne ripristinata grazie all’intervento del Comitato Lombardo di Soccorso, che mandò operai specializzati, consentendo la ripresa delle lavorazioni. Nel 1911 contava su 36 bacinelle e nel 1926 disponeva di un essiccatoio modello “Bianchi” con una capacità di dodici quintali. È l'unica ad essere stata ristrutturata e riutilizzata, oggi infatti, conservando la sua forma originale, ospita appartamenti ed attività commerciali.

    Edited by Isabel - 30/10/2014, 19:15
     
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