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Tutte le chiese di Paola

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    Tutte le chiese di Paola


    Santuario di San Francesco di Paola

    paolasantuario

    - Fonte -

    Il Santuario di San Francesco di Paola sorge nella parte alta e collinare della cittadina di Paola, città natale di San Francesco, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione. È meta di pellegrinaggio da tutto il sud Italia, specialmente dalla Calabria, di cui San Francesco è patrono. Custodisce parte delle spoglie del Santo (le restanti si trovano a Tours in Francia). Nel 2000, in occasione del Giubileo è stata aperta al culto una nuova aula liturgica progettata da Sandro Benedetti.

    Il Santuario

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    Il portale della nuova basilica

    Il Santuario di San Francesco sorge nella parte alta e collinare della cittadina, in una valle costeggiata da un torrente e ricca di vegetazione. È meta di pellegrinaggio da tutto il sud Italia, specialmente dalla Calabria, di cui San Francesco è patrono. Custodisce parte delle spoglie del Santo (le restanti si trovano a Tours in Francia). Davanti al Santuario vi è un ampio piazzale, al limite del quale si erge la facciata principale del tempio. A destra dell'ingresso principale, vi è un arco tramite il quale si accede alla parte laterale del santuario, in cui si trovano l'ampia basilica moderna (inaugurata nel 2000) e la fonte della cucchiarella, alla quale solgono bere i pellegrini. Accanto a questa è esposta una bomba inesplosa, caduta nel torrente accanto al Santuario durante un bombardamento anglo-americano nel mese di agosto del 1943, che non danneggiò il Santuario. Continuando si accede al Ponte del Diavolo ed ad un sentiero al termine del quale si trova un luogo che fu rifugio del Santo nei suoi anni giovanili. Entrando nel Santuario per l'ingresso principale, si accede a due ambienti semi-aperti iniziali.

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    Vetrata all'interno della nuova basilica

    Nel primo sono conservate diverse lapidi, datate fra il XVI ed il XX secolo, che ricordano varie ricorrenze ed eventi riguardanti il Santuario, mentre il secondo è il vero pronao della basilica antica: a destra si trova il portale di accesso alla basilica, a sinistra vi è un affaccio sul torrente e sull'adiacente convento, ed avanti vi è l'ingresso al chiostro ed al romitorio del Santo e la cella del beato Nicola. La basilica antica, in stile romanico, risalente al XVI secolo, è composta da un'ampia aula principale piuttosto spoglia e da un'unica navata laterale a destra, lungo la quale si aprono quattro cappellette, che ha il suo culmine nella sontuosa cappella barocca che custodisce le poche reliquie di San Francesco pervenute a Paola, fra cui alcuni suoi abiti e frammenti di ossa. Nel chiostro del Santuario, chiuso verso l'esterno con vetrate, si trova il roseto del Santo, che costituisce oggi un folto giardino, e ospita lungo le sue pareti interne affreschi raffiguranti i principali episodi della vita del Santo, molti dei quali legati a leggende. Adiacente ad esso è il romitorio di San Francesco, un insieme di angusti spazi sotterranei che costituirono il primo nucleo di cenobio per il santo e per i suoi confratelli. Fra il chiostro e la basilica antica si erge il campanile del tempio.

    paolasanfrancesco
    Cappella di San Francesco

    paolasanfrancesco2 piazzaledelsantuario
    1. Convento dei monaci 2. Piazzale


    zonaanticadelsantuario bombainesplosa
    1. Zona antica 2. Bomba inesplosa

    acquadelsantuario chiesanuova
    1. Sorgente d'acqua 2. Chiesa nuova


    Ordine dei Minimi

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    Francesco di Paola, fondatore dell'ordine

    Cenni storici - Il fondatore

    Nato a Paola, in Calabria, nel 1416, gli fu imposto il nome di Francesco in onore del santo d'Assisi, alla cui miracolosa intercessione era stato attribuito il suo concepimento. Essendo caduto malato all'età di un mese, la madre fece voto di fargli vestire il saio francescano per un anno in cambio del suo risanamento: guarito, all'età di dodici anni fu condotto nel convento di San Marco Argentano, dove rimase un anno adempiendo al voto. Francesco iniziò quindi un lungo pellegrinaggio che lo portò a visitare Roma, Assisi, Montecassino e, soprattutto, l'eremo di Monteluco, dove si trattenne un periodo. Tornato nel suo paese natale, visse per qualche tempo come eremita in un possedimento del padre, poi si ritirò in un bosco, dove rimase isolato per cinque anni. Attorno a lui si formò presto una piccola comunità di eremiti, ai quali Francesco impose uno stile di vita rigidissimo, fatto di digiuni e penitenza. Per loro nel 1435 iniziò a costruire delle celle; altri eremi sorsero presto a Paterno Calabro (1444), Spezzano Grande (1453), Corigliano Calabro (1458) e nel 1452, con il sostegno dell'arcivescovo di Cosenza Pirro Caracciolo, Francesco iniziò a costruire un grande convento a Paola (i tuguri dove aveva vissuto sino ad allora con i discepoli erano divenuti insufficienti a ospitare tutta la comunità).

    L'approvazione dell'ordine

    Essendosi diffusa la fama di Francesco di Paola come autore di prodigi, nel 1467 la Santa Sede inviò un prelato di curia, Baldassarre de Gutrossis, a indagare sulla vita dell'eremita: la relazione dell'ecclesiastico a papa Paolo II fu positiva, ma il suo arrivo in comunità costrinse il fondatore a porsi il problema di dare una struttura canonica a quello che, fino ad allora, era stato uno spontaneo movimento eremitico. Il vescovo Pirro, con la costituzione Decet nos del 30 novembre 1470, approvò la comunità ed estese ai suoi membri i privilegi degli ordini mendicanti; il prelato inviò quindi una supplica al pontefice perché confermasse l'approvazione e concedesse ai frati il privilegio dell'esenzione dalla giurisdizione vescovile e papa Sisto IV, con la bolla Sedes Apostolica del 17 aprile 1474, accolse le istanze del vescovo. Guadagnatosi la fama di grande taumaturgo, Francesco fu chiamato alla corte del re di Francia Luigi XI, che era stato colto da un colpo apoplettico, e su ordine di papa Sisto dovette accettare l'invito ad Amboise. Il soggiorno a corte e l'ingresso nell'ordine di persone di alto rango e provenienti da altre esperienze religiose influirono molto sulla trasformazione dell'ordine: nell'eremo di Plessis-les-Tours, eretto presso la residenza del sovrano, fu progressivamente abbandonata la vita eremitica e si adottò una forma di vita cenobitica. Quello di Francesco di Paola si evolse così da ordine squisitamente eremitico a ordine penitenziale e di riforma.

    L'approvazione della regola

    Mentre si trovava ancora in Francia, papa Innocenzo VIII inviò un breve a Carlo VIII perché convincesse il frate ad adottare per i suoi seguaci una delle regole allora esistenti, secondo i canoni del concilio Lateranense IV: Francesco elaborò una nuova regola in tredici capitoli, basata su quella francescana ma con forti elementi benedettini e agostiniani, che fu approvata da papa Alessandro VI con la bolla Meritis religiosae vitae del 26 febbraio 1493. Ai tre voti comuni a tutti i religiosi (povertà, obbedienza, castità), Francesco aggiunse quello solenne di vita quaresimale perfetta e perpetua, che imponeva la totale astinenza dalla carne e dai suoi derivati (latte, uova, formaggio) salvo che in caso di malattia. Una seconda redazione della regola, in dieci capitoli, fu approvata da Alessandro VI con la bolla Ad ea quae del 1º maggio 1501;la terza e ultima redazione fu sottoposta all'esame del cardinale Bernardino López de Carvajal e di Felino Sandei, vescovo di Lucca, e fu approvata da Alessandro VI con la bolla Ad fructus uberes del 20 maggio 1502, con la quale la regola fu affiancata a quelle già approvate all'epoca del concilio Lateranense IV. La regola fu definitivamente e solennemente sancita da papa Giulio II con la bolla Inter ceteros del 28 luglio 1506, con la quale furono approvati anche il secondo e il terz'ordine dei minimi.

    La diffusione dell'ordine

    Alla morte del fondatore i suoi frati erano presenti in Italia (specialmente in Calabria e Sicilia), in Francia (dove erano chiamati "buoni uomini" o "Bons-hommes", appellativo dato da Luigi IX a Francesco ma anche tradizionalmente riferito ai monaci di Grammont, la cui abbazia fu ceduta ai frati), in Spagna (dove erano detti "padri della Vittoria", perché Francesco aveva predetto a Ferdinando II la sua vittoria sui mori) e in Germania (dove erano detti "paolani" o "paulaner", nome che passò alla birra da loro prodotta). Il fondatore, però, volle che i suoi frati fossero detti "minimi" (superlativo di "piccolo", in riferimento a Francesco d'Assisi che aveva chiamato "minori" i suoi frati) e con questo nome furono approvati da papa Giulio II. Con breve del 13 maggio 1512 papa Giulio II affidò ai vescovi di Cariati, Parigi, Auxerre e Grenoble il compito di istituire i processi canonici sulla vita di Francesco di Paola: il fondatore fu beatificato il 7 luglio 1513 da papa Leone X, che lo proclamò santo il 1º maggio 1519. Tra i membri illustri dell'ordine figurano: Gaspare Ricciulli del Fosso, arcivescovo di Reggio Calabria e teologo, che tenne il discorso di apertura del concilio di Trento. In spirito di umiltà, rifiutò il cardinalato; Marin Mersenne, studioso di matematica, fisica e scienze naturali, elogiato da Blaise Pascal, fondatore a Parigi dell'accademia da cui si sviluppò l'Institut de France; Nicolas Barré, educatore, fondatore di scuole popolari e normali per la formazione degi insegnanti e delle Suore del Bambino Gesù; Vittore Ghislandi, detto fra' Galgario, pittore e ritrattista del XVIII secolo; i matematici Thomas Le Seur e François Jacquier. L'ordine fu fortemente danneggiato dalle soppressioni che colpirono le istituzioni religiose in Francia, Spagna e Italia tra il XVIII e il XIX secolo. Nel XX secolo, l'ordine riprese il suo impegno vocazionale specialmente nelle Americhe, in Brasile.

    L'abito

    L'abito dei minimi, voluto dal fondatore, è costituito da una tunica con cappuccio e cingolo in panno grosso di lana nera di pecora: va però sottolineato che il nero naturale della lana, all'epoca, era molto simile al marrone scuro. La tunica scende fino ai talloni, mentre il cappuccio è lungo fino a metà dei femori sia davanti che dietro. Il cingolo, portato intorno alla vita, cinge il cappuccio sull'abito su ambo i lati: vi sono stretti cinque nodi, quattro dei quali pendenti. Sull'abito portano un mantello lungo sino al polpaccio al quale è cucito una cocolla usata per coprire il capo.

    Le nuove costituzioni

    Dopo il concilio Vaticano II è stato elaborato un aggiornamento delle costituzioni il cui testo è stato approvato l'8 ottobre 1973 e poi nuovamente nel 1986. Il fine dell'ordine è quello di dare nella Chiesa una particolare testimonianza di penitenza evangelica espressa nell'esercizio dell'umiltà, della carità e della vita quaresimale.Il rigoroso regime che regolava il vitto è stato attenuato.


    Edited by Simona s - 4/10/2013, 11:38
     
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    Bellissimo santuario, ci sono stata da poco... e fra qualche giorno ci sarà la festa 1-2-3-4 maggio spero di poterci tornare...:D
     
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    Duomo di Paola

    DuomoPaola

    - Fonte -

    Nel centro storico di Paola, al culmine di una scalinata, vi è la chiesa matrice dell’Annunziata, considerata il Duomo della città del Cosentino. L’edificio fu costruito in epoca normanna, come dimostrano alcuni fregi più antichi, ma l’impianto della struttura fu completamente ricostruito nel Quattrocento in stile gotico: gli affreschi più antichi risalgono proprio al XIV e XV secolo e sono stati oggetto di un recente restauro che ha permesso di riportarli alla luce. Diversi furono i rimaneggiamenti, il più importante dei quali nel Settecento che conferì alla Chiesa un aspetto baroccheggiante. Tale caratteristica è visibile già nelle decorazioni della facciata in tufo locale, che presenta due volute oggi purtroppo non ammirabili pienamente per via dello stipite della cappella del Purgatorio e della copertura dell’antistante pronao. L’interno, a tre navate, è molto più ricco. Le arcate che le suddividono sono sorrette da pilastri in tufo in stili diversi secondo i canoni più puri dell’architettura gotica, a cui rimandano anche le finestre ogivali in stile pre-rinascimentale. Il bell’altare maggiore è sormontato da una pala raffigurante l’Annunciazione della Vergine in olio su tavola ed impreziosita da una cornice in legno dorato che pare sia opera del Santafede, artista calabrese del Seicento. Sono molte altre le opere pittoriche presenti nella chiesa e risalenti ai secoli XV e XVIII, attribuite ad artisti come Francesco Curia, Giuseppe Pascaletti o Dirck Hendricksz. Pregevole anche il coro in legno, finemente intagliato con fregi barocchi da artigiani fuscaldesi a fine Settecento. Nell’adiacente Cappella della Confraternita del Suffragio troverete, tra le altre cose,una scultura dell’Ecce Homo ed una tela di Maria del Suffragio. A destra, invece, troverete il battistero in legno con base in pietra lavorata al cui interno è custodito il fonte battesimale anch’esso in pietra decorata e con croci gemmate.

    Immagini
    Fonte%20BattesimaleAperta
    Fonte dove fu battezzato il Santo (Aperto)

    AffrescoBattesimoSFrancesco
    Battesimo di San Francesco

    Fonte%20BattesimaleChiusa
    Fonte dove fu battezzato San Francesco (chiuso)

    AltareDuomoPaola
    Altare del Duomo

    IngressoDuomoPaola
    Ingresso al Duomo

    AntAffrescoDuomoPaola
    Antico affresco

    PorticatoDuomoPaola
    Porticato

    AnticaTelaDuomoPaola
    Antica Tela

    SimboloGigliatoDuomoPaola
    Simbolo Gigliato

    DuomoVistoScalinataMare
    Duomo visto dalla Scalinata del Mare

    VistaPorticatoIngresso
    Vista del Porticato d’Ingresso


    Edited by Simona s - 4/10/2013, 11:39
     
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    Chiesa dei Cappuccini

    PaolaCImitAffrescoChiesa

    - Fonte -

    La Chiesa di Sant’Antonio, a Paola meglio nota come Chiesa dei Cappuccini, si trova nell’area del cimitero e funge oggi da cappella cimiteriale. Sul finire del Cinquecento, infatti, in questa zona venne eretto un convento per i frati cappuccini secondo lo stile sobrio e misurato dei francescani, ma rivolto ad accogliere i più bisognosi e finalizzato anche alla custodia del sapere: qui infatti avevano sede un’importante astanteria ed una ricca biblioteca che fungeva anche da punto d’incontro per gli intellettuali e i teologi del tempo. La chiesa del convento era dedicata inizialmente a San Giovanni Battista e subì numerosi rifacimenti dovuti anche all’utilizzo della struttura come lazzaretto prima e come caserma poi. Di architettura povera, vi segnaliamo però il bel monumento alla croce, dove un crocifisso in metallo è posto alla sommità del capitello di una colonna in pietra lavorata. La facciata della Chiesa dei Cappuccini è sobria e lineare, con una nicchia ormai vuota e due affreschi con immagini sacre. All’interno, seppur segnato dal tempo, troverete un pregevole altare maggiore in legno intarsiato, nei pressi del quale si trovava uno splendido ciborio ligneo a forma di tempio, probabilmente l’opera più bella custodita nel Complesso, oggi conservato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Cosenza.

    Immagini
    PaolaCImitChiostroConvento
    Chiostro del Convento


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    Convento dei Cappuccini

    PaolaCImitIngressoChiesa
    Ingresso Chiesa

    PaolaCImitAffrescoDX
    Affresco sul lato destro della Facciata

    PaolaCImitStatua
    Statua

    PaolaCImitAffrescoSX
    Affresco sul lato sinistro della Facciata


    Edited by Simona s - 4/10/2013, 11:40
     
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