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Mandatoriccio
Mandatoriccio si è formata negli ultimi decenni del Seicento. A metà del secolo successivo, il Sindaco dell’universitas di Mandatoriccio (Iuliano) attesta come essa si stava formando sul territorio di Pietrapaola. I sismi del 1638 e 1783 in Calabria Citra furono spaventosi tanto da cambiarne l’orografia e costringere le popolazioni errame e spaturnate a cercare nuovi pascoli e nuove terre da coltivare. Il fenomeno era accentuato inoltre dall’arroganza e protervia dei feudatari, i quali scorticavano gli individui a tal punto che i genitori preferivano che le loro figlie morissero anzitempo e non che cadessero nelle loro mani. Scomparivano allora antichi villaggi e se ne formavano di nuovi. Tra questi ultimi, verso la fine del ‘500 appariva Mandatoriccio, così nomata dal suo feudatario Teodoro Mandatoriccio, il cui patrimonio feudale si estendeva dal Trionto al nostro territorio. La comunità mandatoriccese si formava sul territorio della Baronia di Pietrapaola e sui possedimenti del Monastero di Sant’Angelo, di epoca normanna e ormai in via di estinzione. Il villaggio ha continuato a formarsi per tutto il Settecento, ingrossato via via dalle genti che scampavano dai pericoli della marina (pirateria musulmana) e da quelle delle aree montane più alte che cercavano terreni pianeggianti. Per molto tempo, Mandatoriccio è stata percorsa dalle vie della transumanza, ovvero dagli armenti e dalle greggi che, di primavera, si dirigevano verso il pianoro della Sila, e, d’autunno, verso la marina. I luoghi di sosta si individuano nell’attuale Piazza Garibaldi, dietro la Chiesa dell’Addolorata, e in Via Santa Maria delle Grazie, esattamente nella struttura di proprietà Donnici. Oltre che a rifocillarvisi, i mandriani ed i pastori vi venivano in cerca delle belle donne, belle e naticute (Cfr. V. Padula, 1972). Subito dopo il terremoto del 1783, Giuseppe Maria Galanti faceva per conto del governo di Napoli una ricognizione del territorio e menzionava ritenendoli degni di nota, per il suo stile spagnolesco, il Castello, “con ponte levatoio e quattro bastioni”, nonché la Chiesa Madre, la cui architettura ripete lo stile napoletano della Chiesa di San Francesco. Nel primo decennio dell’Ottocento, Mandatoriccio si segnalava per il suo contributo alla causa della libertà e per esprimere notevoli personalità nel Decurionato di Rossano (Suriaci o Turiaci). A metà del XIX secolo, una squadra di Mandatoriccesi guidata dal farmacista Leonardo Chiarello raggiunse i Mille di Garibaldi a Soveria e lo seguì sino a Napoli. Di notevole entità fu il brigantaggio, con le bande di Salvatore Grande e di Leonardo Sanfelice, le quali facevano parte, il primo, di Curemme e, il secondo, del longobucchese Palma. Il Novecento è stato il secolo delle grandi emigrazioni transoceaniche e, poi, di quelle verso il centro Europa e il nostro Settentrione. Il resto è attualità... Lo storico prof. Ernesto Ascolillo.
- Info -
Mandatoriccio è un comune di 2.875 abitanti della provincia di Cosenza.
StoriaTerritorio
Litoranea di Marina di Mandatoriccio
Centro rivierasco, ubicato in collina e di origini piuttosto recenti, la cui economia si basa soprattutto sulle tradizionali attività agricole. I mandatoriccesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse, la località Marina di Mandatoriccio e lo scalo ferroviario. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono gli 878 metri di quota. L’abitato, situato in posizione dominante, è interessato da una forte crescita edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, in campo argentato, un leone azzurro, posto sul colle centrale di un monte verde a tre cime, alla tedesca.Economia
Non è sede di particolari strutture burocratiche, ospitando soltanto Pro Loco e stazione dei carabinieri, oltre ai consueti uffici municipali e postali. L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, olive, uva, agrumi e altra frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Le attività industriali, limitate a qualche piccola azienda che opera nei comparti edile e della fabbricazione di mobili, non hanno ancora avuto un adeguato sviluppo. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Non si registrano strutture sociali, sportive e per il tempo libero degne di nota. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo e un istituto professionale industriale; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Alla diffusione della cultura e dell’informazione provvede anche la locale emittente radiotelevisiva. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. A livello sanitario è assicurato il solo servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.
Spiaggia
Mare
Litorale
Edited by Isabel - 31/12/2011, 11:35. -
Isabel.
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Castello Flotta
Un ambiente raffinato e poderoso come il "Castello" del Cav. Flotta , richiedeva un'opera monumentale destinata ad imporsi alle posterità, a testimonianza dell'essere un luogo memorabile per fasto e feste. L'armonia delle forme, la delicatezza e la lucentezza dei colori, la regolarità del disegno , la penetrante caratterizzazione , la precisione nella resa dei costumi e nel senso delle proporzioni... nessun particolare è stato trascurato : concepito come un quadro da cavalletto per la minuziosa ricerca dei dettagli, in tutto il ciclo di affreschi, le figure sono ben delineate secondo i loro attributi , eseguiti secondo i canoni della migliore tradizione pittorica. Il bacino culturale che ha ispirato il ciclo del castello comprende uno sviluppo temporale di due secoli ma tradisce una matrice prettamente seicentesca, e si estende geograficamente su tutta la penisola , da Venezia a Roma, da Firenze a Napoli, culminando nella Versailles del "grand siècle". I riferimenti artistici spaziano dal conosciuto e celebrato, con i Carracci, Reni, Tiepolo, Canaletto, attraverso il pennello di Luca Giordano, Le Brun e Boucher, fino ai meno noti dipinti di Fischietti, Carpioni, Ferretti e Houasse. Allo stesso modo tra i palazzi che hanno ispirato l'intervento pittorico si annoverano il palazzo Medici Riccardi di Firenze e i romani Farnese e Rospigliosi, ma anche il Pucci fiorentino o il Casacalenda di Napoli. Al castello le lunette, i tondi decorativi e gli strappi ovali si alternano a quattro affreschi di grandi dimensioni, concepiti come "quadri riportati" cioè senza tener conto del fatto che vadano visti dal basso, in linea con le scelte di Guido Reni. Il ciclo culmina nell'apoteosi di Ercole, questa volta prospettica, del grande soffitto della Sala san Marco, corredata da due distinte visioni di Venezia, che richiamano il santo eponimo. Il tema generale della decorazione, che mira a rendere unitario il suo multiforme sistema referenziale, rinvia all'immaginario mitologico, attraverso il canovaccio delle metamorfosi di Ovidio, la cui circolazione fu rinnovataproprio nel XVI secolo. Esse descrivono, attraverso le trasformazioni di personaggi mitologici, le quattro età della terra e del genere umano, configurandosi come uno dei più importanti veicoli di trasmissione della mitologia classica nelle arti figurative. La tematica olimpica inoltre rimanda al contesto epitalamico che si intende richiamare in questa sede, rinviando a quello celebrativo dei banchetti e delle feste nuziali, per rievocare lo spirito delle antiche apoteosi familiari. All'universo mitologico - mediante le relative personificazioni si collegano anche le lunette rappresentanti le Stagioni, discendenti dalle mitiche Horai, arcaiche divinità del Pantheon greco legate alle mutazioni climatiche ma anche propiziatrici di matrimoni e nascite, la cui iconografia conobbe vasta fortuna del Rinascimento soprattutto nelle decorazioni parietali di nobili ville. Le vicende della vita umana si dispiegano attraverso le sale, esemplificate da episodi mitologici, posti in relazione agli elementi della natura e al succedersi delle stagioni. L'intero ciclo diviene in tal modo un'allegoria naturalistica della Terra, dell'avvicendarsi temporale dell'amore che muove gli elementi e ha potere universale sugli dei, secondo il principio virgiliano dell' Omnia vincit Amor, e mira a creare una comunità tra la quotidianità e le divinità olimpiche che corredarono le più note celebrazioni del passato.
- Info -
Situato su di una collina in prossimità della costa jonica gode di una vista panoramica sullo splendido mare.
Castello multisala da ricevimento su stile barocco, dotato di quattro sale con ampia capienza e di quattro suite di circa 70mq l'una posizionate nelle torri del castello.
Si estende su di una superficie totale di circa 30000 mq, riproducendo fedelmente nei minimi particolari un vero "castello medievale".
Inoltre il Castello Flotta viene caratterizzato, nonché reso unico, dalle sue sculture in marmo pregiato di artisti Internazionali a dai suoi affreschi meravigliosi.
L'apparato pittoricoSala San Marco
Sala di circa 350mq, caratterizzata dal suo affresco unico sulla volta. La sala viene impreziosita dalla presenza di lampadari in vetro di murano e sculture in marmo.
Sala Rosa; Sala Leonardo
Sale di circa 450mq. Presentano come caratteristica unica, la struttura del soffitto a volta, arricchito da stucchi ed affreschi d'orati e da lampadari su stile Maria Teresa D'Austria.
Sala Castello
Sala di circa 200mq. Presenta delle fedeli riproduzioni d'affreschi dell'artista Tiepolo, anch'essa viene impreziosita dalla presenza di statue in marmo e lampadari in vetro murano
Foto di di ingCAD
Foto di di ingCAD
Foto di di ingCAD
Foto di di ingCAD.