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Tutte le chiese di Francavilla Angitola

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  1. Isabel
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    Tutte le chiese di Francavilla Angitola





    Chiesa Santa Maria delle delle Grazie

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    - Fonte -

    Situata a breve distanza dai ruderi del Calvario vecchio e dalla Chiesa di S. Pietro (al cui interno vi era una cappella intitolata a tale Madonna) divenne dopo la sconsacrazione di quest'ultima la seconda chiesa del paese. Mons. Carafa nel 1763 l'elevò alla dignità di chiesa parrocchiale emanando un decreto di divisione che cercava di mettere fine alle continue dispute tra i due parroci di S. Foca. Salomonicamente il vescovo assegnò la nuova parrocchia al più giovane dei due preti. Più volte danneggiata dai sismi venne sempre restaurata e riaperta al culto.

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    E' particolare la devozione e l'attaccamento dei francavillesi alla Madonna lignea che si trova all'interno di questa chiesa, opera dell'intagliatore Vincenzo Scrivo da Serra S. Bruno, che la completò nel 1796. Ha sulla facciata un bel portale lapideo con arco ribassato e decori. L'aula liturgica è molto piccola e conserva oltre alla Madonna delle Grazie dello Scrivo un tabernacolo in legno intarsiato, opera d'artigianato locale, la statua di Santa Lucia, la statua di Santa Teresa, la statua di Santa Maria Goretti, la statua del Cuore di Gesù. Sopra l’altare maggiore domina un grande Crocifisso appeso alla parete di fondo.

    Edited by Isabel - 9/11/2014, 12:33
     
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  2. Isabel
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    Chiesa di S. Foca Martire

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    - Fonte -

    L’antica chiesa di S. Foca Martire, unica parrocchiale del paese fino al 1764, venne edificata nell’alto medioevo e sorgeva nell’area dell’attuale piazza Marconi. La chiesa era l’unica ad essere ubicata dentro le mura del paese. Al suo interno esistevano le seguenti cappelle:
    • SS. Sacramento;
    • S. Maria del Carmine;
    • S. Carlo Borromeo;
    • S.Anna;
    • San Giuseppe;
    • SS. Immacolata;
    • San Domenico.

    La curavano tre parroci. Nel 1595 papa Clemente VIII con una Bolla riconfermava la divisione in "Tribus portionibus" (e ne affidava una parte "amotionem ultimi possessoris" al clerico diocesano Silvestro Marino). Nel 1600 fruttava 24 ducati annui. San Foca sostituì nel patronato del paese S. Nicolò di Mira e S. Rosa da Lima. L'antica chiesa venne totalmente rasa al suolo dal terremoto del 1783 e dopo varie dispute fu riedificata più a Nord sull'area del castello del duca dell'Infantado, anch'esso devastato dalle scosse. La sua riapertura al culto avvenne nel 1806, allorquando i Francesi occuparono la regione. La chiesa fu costruita a croce latina, divisa in tre navate, finemente decorata nel 1847 dai fratelli Riga di Pizzo Calabro; essa rappresenta un vero gioiello architettonico. La nuova chiesa fu chiusa temporaneamente per restauri nel 1854 essendo stata danneggiata dal terremoto del 12 febbraio dello stesso anno. L'8 agosto 2002, dopo quasi quindici anni di chiusura, la Matrice è stata riaperta al culto alla presenza del presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Ruperto, la cui famiglia è originaria di Francavilla, e del vescovo Domenico Tarcisio Cortese.




    Chiesa del Rosario

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    - Fonte -

    Fino a qualche decennio fa questa chiesa appariva unita alla struttura dell'ex convento dei Domenicani (attuale Palazzo Mannacio). Danneggiata dal sisma del 1783, fu soppressa dai Francesi nel 1809 insieme al convento. Tempestiva fu la supplica che i francavillesi inviarono all'intendente di Calabria Ultra Pietro Colletta affinchè la chiesa fosse riaperta al culto. Il Colletta si rivolgeva al Ministro competente il quale da Napoli così gli rispondeva: "in troppo gran numero sono le chiese delle quali si propone la conservazione vi prego perciò di limitarne il numero a quelle che siano di effettiva necessità, non conviene lasciare aperta alcuna chiesa quando manchino de mezzi di mantenimento che possono essere quei di trasferirvisi una parrocchia o una congregazione". Il Colletta a sua volta chiedeva al vescovo di Mileto mons. Capece Minutolo, il quale aveva sofferto tanto per la chiusura delle chiese nella sua diocesi, di compilare un elenco delle chiese da riaprirsi al culto.

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    Interno
    Il buon vescovo includeva nella lista anche la chiesa del SS. Rosario del soppresso ordine di S. Domenico di Francavilla, citando l'esistenza della congregazione del SS. Rosario, la quale in base alle disposizioni date dal Ministro del culto poteva provvedere al mantenimento del luogo sacro. Il 27 settembre 1813 la chiesa riaprì ufficialmente al culto. Nel 1843 la confraternita provvide alla ricostruzione della chiesa che era stata gravemente danneggiata dal terremoto del 1783. Da piazza Solari con una breve scalinata si accede alla chiesa. Il portone è sormontato da un finestrone e da un fregio con croce in alto. A fianco della facciata c’e’ il massiccio campanile quadrato. Di particolare interesse il portone d'accesso in bronzo, opera dello scultore Giuseppe Farina, recante bassorilievi che ripropongono scene di vita sociale e religiosa di Francavilla. L'interno, a una sola navata, è stato decorato nel XIX secolo dal fratelli Riga. Custodisce le statue di San Rocco, del Cristo Risorto, della Madonna del Rosario e di San Francesco di Paola; ai lati dell’ altare maggiore la statua della Fede e quella della Speranza. Si trovano pure le tavole di Santa Teresa da Lisieux, opera di Bonelli (metà del 900), della Circoncisione di Gesù, di S. Anna e di S. Gioacchino e di S. Teresina del Bambino Gesù.
     
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  3. Isabel
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    Convento S. Maria della Croce dei padri. Agostiniani

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    - Fonte -

    Il Convento fu eretto grazie all’impegno di Padre Matteo Mileto che divenne il primo priore nella prima metà del 1500. La chiesa conventuale, dotata di altari e decorata con affreschi religiosi attribuiti al Romanelli, conservava diverse opere d’arte tra cui una statua in marmo della Vergine, realizzata nel 1543 dallo scultore messinese Giovan Battista Mazzolo. La statua attualmente si trova nella chiesa di S. Maria del Carmine di Filadelfia.

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    Il convento, sede di studio e noviziato, aveva una biblioteca scelta e ben tenuta; la iniziò il Padre Giulio Accetta di Francavilla, e l’accrebbe il fratello P. Agostino Accetta Molte opere vennero regalate dal Padre Lorè Giuseppe di Francavilla Il Convento fu più volte lesionato dai terremoti, in modo particolare da quello del 1783. Nel 1809 venne abolito da Re Gioacchino Murat; virtualmente ripristinato nel 1820, venne di fatto chiuso nel 1821 con il trasferimento dei frati a Monteleone.






    Il Convento di San Francesco dei Padri Riformati

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    - Fonte -

    Fu fondato nel 1621 contemporaneamente con quello di Vallelonga. Sorse sulla collina a levante del Fiume di fronte al castello. Era il meno ricco dei tre conventi di Francavilla, poiché i Riformati erano soggetti alle regole di povertà e penitenza volute da San Francesco d’ Assisi. Il complesso era costituito dal Convento, dalla chiesa e dai terreni attorno. Nel convento cerano il dormitorio, il refettorio, la mensa e la dispensa; al piano superiore cerano le celle dei frati. Dopo la metà del 700 venne trasformato: al piano terra si trovavano stalle e magazzini al piano primo 5 locali e un loggiato porticato abbellito da varie colonne, opera di scalpellini locali.

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    L’edificio della chiesa è a navata unica con gli altari dedicati al Crocefisso, a Maria Immacolata, a 5. Antonio da Padova ed al Cristo deposto dalla Croce; nelle arcate dei muri laterali sono presenti resti di affreschi. Nel giardino ci sono tracce di aiuole verdi e di percorsi pedonali ; è circondato da muri in pietra viva e vi si trovano una pregevole fontana incorniciata in un portale in pietra finemente lavorata, ed un misura di volume di cereali scolpita nella pietra viva, il complesso fu lesionato dal sisma del 1783 e fu chiuso con due decreti del 1809 e del 1811 emanati da governo francese.
     
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2 replies since 29/1/2012, 11:17   147 views
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