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Tutte le chiese di Seminara

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  1. Isabel
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    Tutte le chiese di Seminara



    Santuario della Madonna dei Poveri o Madonna Nera

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    - Fonte -

    Il Santuario di Seminara ospita una delle tre sculture di Madonne nere presenti in Italia è le altre due sono conservate a Tindari e ad Oropa.


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    Statua Madonna dei poveri
    Le bellezze artistiche di Seminara, Reggio Calabria, sono molte ma il Santuario della Madonna dei Poveri ne è certamente la chiesa più nota. Il culto mariano, e in special modo quello della Madonna Nera, è tra i più sentiti nel Reggino e richiama ogni anno centinaia di pellegrini da ogni parte del Meridione. Si narra che la preziosa stataua in legno di cedro bruno sia stata rinvenuta da due giovani pastorelli tra i cespugli di rovi vicino ai quali avevano portato il loro gregge al pascolo: malgrado uomini adulti e forti avessero provato a recuperarla, vi riuscirono solo i due giovani che l’avevano rinvenuta per primi. La Madonna Nera venne perciò detta anche Madonna dei Poveri: la leggenda ha un elemento di verosimiglianza, in quanto si ipotizza che questa statua possa essere una delle tante che, nei secoli XVI e XVII, in piena espansione dell’iconoclastia di tipo orientale, i religiosi nascosero per sottrarla alla distruzione certa da parte degli invasori. La statua è scolpita a tutto tondo e ritrae la Vergine assisa su un trono in argento con il Bambino sulle ginocchia: l’iniziale collocazione al periodo bizantino è da ritenersi erronea, mentre è quasi certo che sia di epoca barocca a giudicare dall’abbondanza di fregi. Il Santuario è inoltre di interesse architettonico per i motivi circolari che ornano la facciata, i due campanili a cuspide con caratteristici pennacchi ed il protiro innanzi al portale della navata centrale. Completano la facciata gli archetti pensili, il rosone centrale ed il timpano a cuspide. All’interno, nelle tre navate, potrete ammirare le pregevoli decorazioni in marmi policromi, il soffitto a capriate e diverse altre opere scultoree quali la statua della Maddalena di fine ‘500, quelle dei Santi Pietro e Paolo dello stesso periodo così come anche il fonte battesimale in argento. Segnaliamo anche le sacre reliquie di San Filareto e di Sant’Elia conservate in due reliquari.

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    Facciata

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    Particolare facciata

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    Campanile



    Edited by Isabel - 29/10/2014, 22:46
     
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  2. Isabel
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    Sacro Monastero Ortodosso

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    - Fonte -

    Il Monastero è stato fondato dall’Imperatore Leone VI il Sapiente, ricostruito è stato riaperto ufficialmente il 30 ottobre 2005 da Sua Eminenza il Metropolita Gennadios. Il suo katolikòn è iconografato finemente con bellissimi affreschi secondo la tradizione ortodossa - bizantina. A pochi chilometri si trova la Grotta d’ascesi e la Santa Fonte (Aghiasma) di Sant’Elia lo Speleota (IX sec.)

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    Interno




    Chiesa di San Michele

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    - Fonte -

    L'edificio è stato ricostruito dopo il terremoto del 1783 in stile barocco. Nell'aula sulla sinistra è visibile una pala d'altare marmorea di scuola messinese risalente al XVI secolo e raffigurante una scena dell'Epifania. Da segnalare il presbiterio decorato con bassorilievi in marmo nonché una statua lignea di San Rocco e una tela raffigurante Santa Maria delle Grazie del XVI secolo.



    Chiesetta di Sant’Antonio dei Pignatari

    [Immagine non trovata]

    La chiesa si trova a 1 km circa sulla strada che conduce a Castellace. Da segnalare la presenza in questa piccola chiesa di una scultura in marmo raffigurante la Vergine con il Bambino di probabile scuola gaginiana del XVI secolo. Qui è custodito lo stemma imperiale di Carlo V. La facciata di gusto semplice è abbellita da un bassorilievo posto sopra il portale d'ingresso. Due nicchie laterali conservano altrettanti vasi scolpiti. Affianca l'edificio la torre campanaria a pianta quadrata.



    Chiesa di San Marco Evangelista

    [Immagine non trovata]

    L'edificio, che fino al 1880 ospitava la collegiata, fu costruito dopo il 1783 forse sul sito dell'antica chiesa dei Minori Osservanti, sotto il titolo di Santa Maria degli Angeli. Sulle pareti dell'unica navata si sviluppa una ricca decorazione in stucco realizzata agli inizi del XX secolo dallo stesso artigiano che ha lavorato al calvario in via San Marco, in cui sono ripresi motivi tratti dalla lunetta del dossale dell'Epifania. Dalla chiesa originaria, nei pressi del castello, l'arciconfraternita intitolata all'avangelista si trasferì nella sede attuale soltanto dopo il 1880. L'altare maggiore assembla elementi marmorei di varia provenienza, tra i quali spiccano, composte nel paliotto, due allegorie della Fede e della Speranza, sedute sulle volute di due elementi laterali che in origine dovevano affiancare un'edicola e che potrebbero essere pertinenti all'altare del SS. Sacramento eseguito nel 1769 per l'antica matrice dal marmoraro napoletano Giuseppe Troccoli coadiuvato dal discepolo Domenico Mazza. Allo stesso contesto sono probabilmente da ricondurre anche i mensoloni che reggono la mensa, il rilievo con teste di cherubino e tiara pontificia al centro del paliotto e un prospetto di tabernacolo attualmente reimpiegato nell'altare maggiore della chiesa di San Michele. Anche gli altari laterali ricompongono mensoloni, paliotti ed altri elementi marmorei prevalentemente databili al XVIII secolo ed attribuibili a marmorari siciliani, come il paliotto in commessi policromi recante al centro, a rilievo, il Leone Alato, simbolo tetramorfico di San Marco Evangelista, forse parte dell'originario altare maggiore dell'antica chiesa confraternale.L'opera d'arte più pregevole tra quelle conservate nella chiesa è la nota Madonna degli Angeli, attribuita ad Antonello Gagini e databili al secondo decennio del '500. Persino Giovanni Fiore, nella Calabria Illustrata, riferendo del convento dei Minori Osservanti di Seminara, sotto il titolo di S. Maria degli Angeli, non potè fare a meno di segnalare <<l'immagine della medesima Vergine di tutto rilievo, di marmo finissimo, opra insigne>>, lasciandoci una testimonianza dell'altra condiderazione in cui la statua era tenuta. Un'ulteriore prova dell'ammirazione tributata alla Madonna degli Angeli sono le numerose repliche scolpite da Giovambattista Mazzolo. Tutt'oggi <<la meravigliosa Madonna di Seminara>>, pur non essendo nè firmata nè documentata, è considerata <<uno tra tra i più commoventi apici autografi del Gagini in Calabria>> (Caglioti 2002). Il segreto del fascino di questa scultura sta non tanto nello sguardo assorto, quasi assente, della Madre, che sembra liberarsi della dura freddezza del marmo volgendosi con tenero e vivido sguardo verso il riguardante. In basso, nell'apparizione che sovrasta la scena della Dormitio Virginis rappresentata sulla fronte dello scannello, è invece il Figlio a reggere sul braccio l'animula della Madre. La statua, esposta alla mostra Sacre Visioni, è stata sottoposta a un intervento di restauro intorno al 1999. Sul quinto altare a destra è collocato un dossale marmoreo raffigurante l'Epifania, attribuito a Giovambattista Mazzolo e databile al secondo qrarto del '500 che potrebbe provenire dalla distrutta chiesa dello Spirito Santo nella quale le visite pastorali settecentesche segnalano la presenza di un altare dedicato alla Natività con obblighi di messe per l'anima di Grillo e un benificio semplice fondato dal sacerdote Antonino Gioffrè. (ASDM, vol.9, 1722, fol. 80v). La pala (cm185x150)prende a modello l'analogo soggetto dipinto da Cesare da Sesto per la chiesa San Nicolò dei Gentiluomini a Messina (1519 ca), oggi nella pinacoteca di Capodimonte (Nostro in Sacre Visioni 1999), che lo stesso Mazzolo reinterpreta in un piccolo rilievo marmoreo oggi nella cappella capitolare del duomo di Messina, eseguito nel 1544 ( cfr. Paolino 1996). Cettina Nostro ha giustamente posto in evidenza, nell'altorilievo seminarese, l'eleganza del <>

    Edited by Isabel - 29/10/2014, 22:54
     
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1 replies since 20/7/2012, 19:12   176 views
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