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Tutte le chiese di Scigliano

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  1. terryborry
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    Tutte le chiese di Scigliano


    Chiesa della Madonna delle Timpe

    timpe

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    La Chiesa della Madonna delle Timpe si trova nella frazione di Diano, lontana dall’abitato circa un miglio. E’ costruita a ridosso di un burrone a sua volta adiacente al fiume Bisirico, il suo nome è dovuto alla collocazione, in mezzo alle pietre. Infatti nel dialetto sciglianese “Timpe” significa pietre. La strada per arrivarci è sterrata, con un percorso solcato da castagneti e querceti. Inoltre vi è la presenza di mulini, in discreto stato di conservazione il tutto in uno scenario quasi fiabesco. La Chiesa in realtà non è molto grande. A livello artistico è da notare il caratteristico portale con arco a sesto ribassato e con decori a volute e a fiori. Per come è ubicata, volta a mezzogiorno, nascosta tra gli alberi, con il rumore del fiume che gli scorre a fianco,sembra una piccola bomboniera. La sua origine è legata ad un miracolo accaduto a D. Pietro Telese (o più probabilmente Telesio) per intercessione di S.Maria del Carmine alla quale la chiesa è dedicata, ma che ormai la popolazione riconosce con il nome della Madonna delle Timpe;dall’unico testo presente a Scigliano ;”Storia di Scigliano”di F.A. Accattatis, il miracolo viene raccontato così. Nel 1549 Pietro Telese, patrizio cosentino, famoso per i suoi viaggi, scendendo dalla strada che conduceva dalla Traversa(altra frazione di Scigliano) al fiume Bisirico, il cavallo che lo trasportava scivolò disgraziatamente e precipitò senza quasi accorgersene convinto che sarebbe morto. Dallo spavento alzò gli occhi al cielo e invocò il nome della Madonna del Carmine. Ad un tratto il cavallo si fermò, incredibilmente e miracolosamente si salvarono entrambi. Questo fatto è noto sino ai giorni nostri, anche se travisato, romanzato nella esposizione, ma di fondo la figura del povero uomo salvo per miracolo, dopo essere scivolato, resta quella. Inoltre sembra che tale avvenimento sia stato scritto sul dorso di un’antica pergamena, di cui però non si hanno notizie certe. A questo punto il signor Telese decise che non sarebbe ritornato a Cosenza fin quando nel luogo del miracolo non fosse stata dipinta su di una lastra di pietra intonacata con calce, l’immagine di S.Maria del Carmine. E così fu. Pian piano si fece uno spazio intorno a questa immagine e vi fu eretta una piccola cappella, che grazie ai fedeli divenne una chiesa. Per di più l’immagine di Maria, che stava al fianco, fu trasferita all’altare Maggiore. Nel 1699 venne a Scigliano un forestiero che diceva di essere modenese e che si chiamava Sebastiano Mongardini. E evidente da come si comportava che la sua estrazione non era volgare. Questi decise di diventare eremita ed andò a vivere in una piccola stanza che era attaccata alla Chiesa delle Timpe. Qui ricoverato, meditò di fare una nuova chiesa in quella rupe sassosa. Avendo acquistato grande simpatia, rispetto a Scigliano, riuscì subito a raccogliere una buona somma di denaro per dare inizio all’opera. Prima di tutto fece tagliare la pietra dura a grande altezza che gli era da ostacolo per formare uno spazio per il nuovo edificio. Poi iniziò la costruzione della cappella laterale di sfondo a volta col quadro di San Bartolomeo(questa cappella laterale fu eretta perché ogni anno, il giorno 25 agosto si faceva nel piano del fiume vicino la chiesa, un mercato detto di San Bartolomeo o nella Ponta, che con il tempo cominciò a disperdersi fino a scomparire del tutto). Poi trasferì la Sacra Immagine della Madonna all’altare Maggiore ed alzò pure una stanza per uso degli eremiti. Per questo lavoro spese oltre duemila ducati(era proprio Accattatis a segnare giornalmente le spese che sosteneva). Fece poi venire da Napoli la statua della Vergine col Bambino in braccia, e le corone di argento per ambedue. Morì il 10 marzo 1733 e con l’intervento di tutto il clero della parrocchia fu tumulato, nella stessa chiesa che aveva fatto fabbricare.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 11:50
     
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    Chiesa di Monserrato

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    Presente sul suolo sciglianese, nei tempi passati, era una casa di educazione che raccoglieva un gran numero di scolari situata accanto ad una chiesa la quale, per la sua maestosità e bellezza, è stata denominata Santuario. Questo luogo un tempo era meta di numerosi credenti, di tutti i paesi vicini e non solo. Analizziamo più da vicino, le due strutture così com’erano ieri e così come sono oggi. Il 28 febbraio del 1790, in un pubblico parlamento, fu deciso di costruire la Casa per l’educazione dei giovani accanto alla chiesa di Santa Maria della Pietà più nota con il nome di Santa Croce che come abbiamo visto in precedenza, è stata restaurata da poco. Ma più tardi si cambiò località, optando per una posizione più distante dal paese e più adatta ad una scuola, su una collina attigua ad una cappella dedicata alla Vergine di Monserrato. La chiesa dal punto di vista artistico, desta gran fascino ed interesse.La struttura è tenuta bene ed è molto interessante a livello artistico; è a tre navate, quelle laterali hanno le volte a cupola e sono allo stato rustico, ma non per questo meno belle. Nella chiesa sono conservate le reliquie di S. Giustino, martire romano e altre interessanti opere d’arte, in primo luogo l’altare in legno decorato a mano e alcune tele.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 11:51
     
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    Chiesa di San Michele Arcangelo

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    La chiesa fu consacrata dal vescovo di Martirano nel 1578. Si trova nella frazione di Petrisi, molto vicina alle abitazioni che a dir il vero, la maggior parte, risultano essere vuote. La facciata intonacata ha un corpo avanzato rispetto all’ala sinistra ribassata. Il portale principale è archiacuto ed è sormontato da un rosone e una finestra. Il portale di sinistra è decorato con motivi floreali e lesene rigate. In alto c’è una finestra con cornice.All’interno vi è la presenza di una tela, in discrete condizioni, raffigurante San Gerardo. Non conosciamo l’anno in cui fu consacrata, ma possiamo senz’altro dire che la costruzione è anteriore al XVIII secolo. La chiesa è a tre navate. Le navate laterali hanno delle caratteristiche volte a cupola e le pareti sono rimaste allo stato rustico. Il corpo centrale è più alto rispetto ai laterali. L’ala destra ha il tetto a spiovente, mentre sull’ala sinistra si erge un campanile a vela che ospita due campane. I portali d’ingresso sono due, in pietra con motivi floreali. Quello principale, con timpano spezzato, è sormontato da una finestra murata; quello secondario, sulla sinistra, è sovrastato da una finestra a vetri colorati. Pur se in passato abbandonata dai preti che l’hanno custodita, ha saputo mantenere inalterata tutta la sua bellezza ed ha goduto anche di recenti restauri. Come la frazione stessa che la ospita, la chiesa di San Michele è ritenuta la più antica di Scigliano. Per questo motivo non si ricordano particolari tradizioni. Oggi è aperta in sporadiche occasioni.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 11:52
     
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    Chiesa di San Rocco

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    Per narrare la nascita di questa chiesa è necessario ricorrere ad un evento catastrofico, avvenuto a Scigliano. Una terribile pestilenza. Era il 1578, quando la terra di Castiglione, fu colpita da una epidemia di peste. Per disgrazia, si trovava in questa località, un abitante di Serra ( fraz. di Scigliano), un certo Patrizio de Petrone, un uomo povero che faceva il pedante ed esercitava anche l’impiego di Mastrodatti in quella terra. Agl’inizi di giugno, quando il contagio era già avvenuto, fece ritorno nella sua terra. Inutile dire che la diffusione della malattia, fu immediata, prima i suoi domestici e i vicini, in seguito tutto il quartiere. Da Serra il morbo passò nella frazioni vicine, Petrisi e Cupani. Per evitare che la peste si diffondesse nei paesi vicini, si decise di bruciare quelle case in cui erano morti i contagiati. Gli abitanti delle frazioni colpite, furono abbandonate al loro destino. Quando gli abitanti di Cupani si resero conto che da soli non potevano fare assolutamente nulla, pieni di devozione e fiducia, ricorsero alla protezione di S. Rocco. Decisero di costruire una chiesa in certe case vecchie da soli da dedicare appunto al santo. Conosciamo i nomi di chi ha partecipato attivamente alla costruzione dell’edificio: Agostino Rizzuto, Agostino Carino, Tommaso de Philippis, il notaio Giannantonio Foco, Giancola Mileto, Desiderio Gagliano, Marzano della Pira, Luzio Gerimonte, Jacopo del Giudice, Tiberio Cimino, Tullio e Marco Arcuri, Giannandrea Ajello, Simone Stocchi ed altri. La fondazione fu resa pubblica attraverso lo strumento redatto dal notaio Camillo Gualtieri il 23 agosto 1578. Nella frazione di Diano, proprio nello stesso periodo, fu edificata una chiesa in onore dello stesso santo in località “il vallone della Calcina”, ma di cui oggi non è rimasto nulla. La terribile pestilenza, durò fino alla fine di agosto. Al termine, molti degli abitanti del luogo erano convinti che fosse stato S. Rocco ad intercedere per loro. Di questa pestilenza scrisse diffusamente il medico erudito Mercuriale nei suoi opuscoli. Aggiungiamo, inoltre, che in quel periodo molti studiosi erano convinti del fatto che la pestilenza che aveva colpito Scigliano, fosse partita tre anni prima dalla città di Trento nel 1575.Da qui si diffuse in tutta Italia, portando lutti in tutto il meridione d’Italia.Soltanto Napoli, riuscì a scampare al contagio. Inutile dire che questo fu un momento per Cupani non dei più felici.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 11:53
     
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    Chiesa di Sant’Angelo

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    Situata proprio accanto alla campata del ponte, recuperate nelle fondazioni del corpo di guardia romano, vi è una piccola chiesetta dedicata per l’appunto, a Sant’Angelo. Secondo la tradizione su questo ponte Sant’Angelo avrebbe sconfitto il diavolo che per la rabbia avrebbe tirato un calcio alla spalla destra del ponte, provocandone una lesione ancora visibile. All’interno vi è solo un quadro di recente manifattura e un altare di cemento. A fianco si può notare quella che un tempo doveva essere l’abitazione del predicatore ormai in rovina. Durante l’anno la chiesa non viene mai utilizzata ed è possibile visitarla, poiché la sua porta rimane sempre aperta.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 11:54
     
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    Chiesa di Santa Maria del Carmine

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    Vicino alla frazione di Cupani e di Petrisi, troviamo un’altra chiesa eretta in onore di S.Maria del Carmine. Questa chiesa sembra essere stata rappresentativa del paese intero, visto che in passato la sua sorte e le varie decisioni, sono state discusse pubblicamente da tutti, senza particolari “ patriottismi “. Per esempio, una volta quando si doveva riparare l’edificio, si tenne una riunione pubblica ed intervennero tutti i cittadini. All’interno della chiesa, sembra sia avvenuto un miracolo che c’è stato tramandato nel tempo. Il miracolo è avvenuto ad un devoto della Madonna che si chiamava Carlo Ariani di Cupani. Gli venne tirata volutamente da Lucio Stocco, suo nemico, “un’archibugiata”( lo sparò ) . Un proiettile lo colpì nella bocca e gli aprì una profonda ferita e l’altra lo colse nel petto.

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    Quest’ultima appena toccò lo scapolare della Santa Vergine che gli pendeva dal collo, rimase attaccata al medesimo senza ferire la persona. Una volta guarito, consapevole della grazia ricevuta, si recò nella chiesa ed appese accanto all’altare della Madonna del Carmine, l’abitino già logoro dalla palla di piombo attaccata. Troviamo a fianco, una cisterna per assicurare la provvista dell’acqua, una delle pochissime che si trovano a Scigliano. Curiosa e suggestiva, la posizione di quest’ultima che sovrasta una collinetta tra gli ulivi e si affaccia sul fiume Bisirico. Restaurata nel XVI secolo è ciò che resta di un edificio più grande di cui ancora si possono osservare le mura. La facciata della chiesa ha un intonaco rosa ed è segnata da otto lesene. Il portale è imponente ed è disegnato da due lesene scanalate. Sulla destra il campanile è a base quadrata. La chiesa è tenuta in buone condizioni, ma anche in questo caso, non è sempre accessibile e inoltre è difficile da raggiungere. Si trova lontano dal paese e si può vederla lì isolata, quasi da ogni parte del paese.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 12:18
     
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    Chiesa di Santa Maria dell’Assunta

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    La chiesa è detta popolarmente di “ S. Giuseppe “ poiché, dopo il terremoto del 6 febbraio 1783, si crede che il Santo abbia compiuto il miracolo di salvare l’intera frazione. La chiesa matrice di Diano è la più grande e molto probabilmente la più bella e la più ricca a livello artistico. L’idea della costruzione di una nuova chiesa a Diano nacque e si rese concreta nel 1575, poiché la precedente parrocchiale era cadente. Fu costruita dall’Università ( vale a dire comunità ) di Diano imponendo una tassa sulla carne e con altri contributi. Determinate per la costruzione di questa chiesa è stato l’intervento del Vescovo di Martirano, mons. Mariano Perbenedetti, che con un appassionato discorso, appunto a Diano ( 1577 ), convinse i cittadini che era indispensabile demolire la vecchia parrocchiale perché questa comunità avesse una degna chiesa. Fu lo stesso mons. Mariano Perbenedetti che fece venire da Roma due disegni di una basilica romana sul cui schema sarebbe stato edificato la nuova parrocchiale di Diano. Pochi sono a conoscenza della presenza nel Lazio, precisamente in una località chiamata Segni, di una chiesa identica alla chiesa Madre di Scigliano. Pare che per l’inerzia di creare un nuovo progetto di costruzione, sia stato utilizzato lo stesso già elaborato per la chiesa di San Giuseppe. Il tutto provato da un articolo, pubblicato sul “Tempo”, dedicato a questa bellissima chiesa che tuttora si può ammirare a Segni. Fu definita come la perla dei Monti Lepini ed è stata dedicata a San Pietro. Elevata a sede vescovile fin dalla fine del V secolo, conobbe un periodo di splendore tra il secolo XII e il XIV, quando fu più volte sede di pontefici, Ospitò il Papa Pasquale II che il 4 giugno 1109 vi canonizzò Pietro vescovo di Anagni; Eugenio III che vi costruì un palazzo per l’estate (attuale seminario vescovile 1150); Alessandro III che il 2 febbraio 1173 vi santificò Tommaso Becket; Lucio III che il 18 luglio 1183 vi santificò Bruno; Onorio III che il 16 luglio 1223 vi consacrò l’altare di San Bruno ed infine Gregorio IX, appartenente alla famiglia dei Conti. Importante, quindi per Segni, il rapporto con i papi che è provato anche in tempi precedenti, tra la fine del secolo VI e l’inizio del VII, infatti, vi nacque Vitaliano che diventò papa dal 657 al 672. Gli architetti sciglianesi decisero di adottare (1579 ), per la lavorazione dei tufi, in alcuni casi l’ordine toscano, in altri quello dorico. Fu ancora mons. Perbenedetti ad intervenire personalmente per la posa della prima pietra. La costruzione fu completata nel 1607, anno in cui fu consacrata, il 17 settembre, dal vescovo di Martirano, mons. Francesco Monaco. Fuori la chiesa c’è scritto il nome dei Rocca, ma non si capisce se sono stati degli operai che hanno condotto i lavori, o della famiglia che ha pagato il restauro. Per rendere più bella questa chiesa, all’interno furono eseguiti notevoli lavori nel 1791. Importanti lavori di restauro furono eseguiti nel 1962 grazie all’ intervento del Provveditore ai lavori Pubblici per la Calabria, ing. Giuseppe Virno. Nella chiesa di Diano, sono custodite pregevoli opere d’arte, alcune provenienti dal Monastero di Corazzo. Va ricordato che al pianoterra del campanile era posto il Monte di Pietà, istituito per interessamento del vescovo Perbenedetti e che aveva il fine di prestare denaro ai poveri senza interessi. La chiesa di Santa Maria dell’Assunta è senza dubbio, una delle più ricche e meglio tenute di Scigliano. La facciata in pietra, presenta elementi barocchi, di maestranze cosentine del 1626 circa. Da notare due edicole contenenti affreschi raffiguranti uno l’Assunzione di Maria e l’altro S. Giuseppe con il Bambinello. A lato, la costruzione del campanile a pianta quadrata del capomastro roglianese Tiano, datato 1759. Affascinante la scalinata, anch’essa in pietra che conduce al portale lapideo decorato con un timpano a lunetta spezzata. L’interno è caratterizzato da un’unica navata barocca con stucchi e decori. L’altare maggiore è in legno e marmi policromi e ha un fastigio che proviene dall’abbazia cistercense di Corazzo. Sul primo altare, a destra, è posta una tela raffigurante San Michele Arcangelo del ‘700, mentre sul secondo spicca una tela raffigurante la Madonna di Pompei, dipinto nel 1892. Sul lato sinistro, sul primo altare si nota una tela dell’Arcangelo Raffaele con Tobia ( XVIII secolo ). La cappella di San Giuseppe ( 1718 ) è decorata con colonne intarsiate a doppio ordine. Il coro ligneo settecentesco e l’acquasantiera di marmo scolpito sono opera di artisti calabresi. Si ricorda pure un mobile antichissimo con vari documenti inerenti la chiesa, ma intorno all’800 fu incendiato. Possiamo ammirare anche una sedia vescovile, visto che per un certo periodo di tempo il vescovo soggiornò qui per via di un litigio avuto con il feudatario di Motta Santa Lucia. Veniva trasportato con la “galissa”, una lettiga portata da due uomini. Abitava nella Congrega e dove oggi c’è la sacrestia, un tempo c’era la sua cucina con la fontana che ancora oggi è intatta. Successivamente costruì la sua casa di fronte, ma non si ricorda se sia morto a Scigliano o da un’altra parte.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 12:19
     
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    Chiesa San Nicola

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    La chiesa consacrata a S. Nicola è la più grande e da sempre costituisce il luogo più importante, dove ci si riunisce più spesso e dove sono celebrate più funzioni. E’ la chiesa parrocchiale. Le credenze nei confronti di S. Nicola erano moltissime. Le persone intervistate, erano molto devote al santo, poiché era l’unico ad esaudire tutte le preghiere. Alcune persone hanno rivelato che il santo è il protettore delle “signorinelle” che in passato, vista la loro povertà, chiedevano la grazia al santo affinché gli facesse trovare “marito”. Altra richiesta diffusa, una dote con cui potersi sposare. Molti sarebbero disposti a giurare di aver avuto un miracolo del genere. Si suppone che il cosiddetto miracolo, sia dovuto all’altissima presenza di briganti, i quali, avevano per così dire delle famiglie da “proteggere” e tramite vere e proprie intimidazioni ai sacerdoti, miracolosamente il denaro usciva fuori dalla sera alla mattina. Altro racconto molto diffuso, riguarda l’effigie di S. Nicola, rappresentato con intorno tre bambini. Si racconta che questi bambini sono stati soffocati da un uomo, che poi li nascose in un tinello. Come se nulla fosse successo, l’assassino porta del caffè al santo, ma addirittura dalla “cicculatera” (pentolino di forma tronco-conica usato per fare il caffè), escono fuori i tre bambini. S. Nicola aveva fatto il miracolo di farli risuscitare.

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    All'interno della chiesa viene
    custodita una statua di pregevole fattura,
    alta circa 1,5 metri in marmo bianco,
    raffigurante la Madonna della Neve.
    Così si spiegherebbe il perché nella tela del santo vi siano accanto tre fanciulli di cui uno con il caffè. Un tempo la festa dedicata a S. Nicola, era molto più sentita. Ora non è rimasto un granché.San Nicola di Bari è festeggiato il 6 di dicembre, ma a Scigliano tale data non era rispettata. La festa era il 14 maggio o in ogni modo, la seconda domenica di maggio e una festa molto sentita, ma prettamente religiosa. Si ricorda anche in quelle vicinanze, una piccola chiesetta, di cui ora non è rimasto nulla, dedicata alla Madonna di Costantinopoli la cui statua si trova conservata proprio nella chiesa di S. Nicola. L’immagine è viva di chi ha vissuto quei momenti. Si andava a prendere la statua a maggio per portarla a S. Nicola e lì era tenuta per tutto il mese e giornalmente si celebrava la messa e il rosario. Un tempo vi era pure l’azione cattolica che organizzava le processioni secondo un rito ben preciso. Si avevano gli “angioletti”, bambini di tre anni, i “piccolissimi” bambini dai tre anni agli otto, i “beniamini”, gli “aspiranti” e infine i “giovani”. Ognuno aveva un ruolo specifico nella processione. Poi tutti quelli dell’azione cattolica facevano dei fioretti durante questo mese. Li scrivevano su dei foglietti e poi, quando si riportava la Madonna, si bruciavano in un falò comune, quasi per espiare ogni colpa. Oggi la Madonna di Costantinopoli è conservata nella chiesa di S. Nicola e un tempo, il suo posto era occupato da una tela che rimane come un sogno nei ricordi di qualcuno. In verità le tele, all’interno della chiesa, erano molte di più e dagli spazi vuoti lo si può intuire, ma ora ne sono rimaste soltanto quattro.


    Edited by Simona s - 6/10/2013, 12:20
     
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7 replies since 24/7/2012, 17:48   276 views
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