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Palazzi di Catanzaro

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    Palazzi di Catanzaro


    Palazzo Ricca

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    II palazzo tardo cinquecentesco apparteneva all'antica famiglia Ricca di origine spagnola iscritta alla nobiltà di Catanzaro e Taverna. Si trova sulla piazza di quello che ancora oggi è tra gli antichi e più conosciuti rioni storici della città: il Pianicello. L'organismo, di grandi dimensioni, non ha all'esterno particolari accenti formali, ma si pone tra gli esempi più importanti del panorama architettonico cinquecentesco catanzarese, poiché ha una tipologia esterna caratterizzata dall'esistenza di due portali gemelli in calcarenite. I portali appartengono alla tradizione architettonico-decorativa calabrese caratterizzata dai classici conci lavorati a punta di diamante che si alternano ai conci a bugne, dalla chiave costituita dalla classica voluta a motivo fitomorfo a ricciolo, e dai due plinti decorati, alle basi, da specchiature. La facciata principale presenta una tipologia scandita ritmicamente da finestre e balconi che danno all'insieme, nell'estrema semplicità, imponenza ed eleganza. Il palazzo evidenzia una tipica architettura civile e residenziale calabrese ascrivibile tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, con rifacimenti del XVIII e XIX secolo.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:21
     
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  2. Isabel
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    Palazzo Alemanni (Rettorato)

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    È tra i palazzi più conosciuti dai catanzaresi. I prospetti sono interessati da una decorazione ottocentesca di gusto neoclassico. È un grande edifìcio a corte centrale che presenta elementi linguistico-formali tipici dell'epoca, come a esempio le grandi paraste che delimitano i prospetti chiusi da un aggettante cornicione o il portale in granito, sormontato dallo stemma nobiliare in marmo bianco, dalle classiche modanature ottocentesche incassato in un bugnato schiacciato.

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    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:22
     
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  3. Regina_Villareal
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    Palazzo Ruggero-Raffaelli

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    Posto alla fine di corso Mazzini all'incrocio con via de Seta, è da considerarsi tra i manufatti architettonici più interessanti e imponenti prospicienti l'antica via della Villa. Il palazzo ha due facciate che si discostano completamente l'una dall'altra, oltre che per il numero dei piani, per l'impostazione formale e per l'apparato decorativo. Sorge sul sito e sulle preesistenze del convento dei PP. Minimi. Nel 1881 la parte di fabbricato prospiciente il corso Mazzini, denominata "Casa Ruggero", fu interessata da alcuni lavori di ristrutturazione che portarono alla luce strutture dell'antico chiostro (voltato a botte e a crociera) e di una cisterna che oggi sono in parte visibili all'interno di un locale seminterrato sito su via De Seta.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:23
     
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  4. Isabel
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    Palazzo Menichini

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    II palazzo, danneggiato dai bombardamenti del 1943, è tra le architetture civili più importanti della città poiché le sue caratteristiche lo avvicinano a più noti esempi di palazzi quattro-cinquecenteschi presenti a Napoli, ma anche nel resto d'Italia. Di grande importanza è, infatti, il portale dorico; degna di nota anche l'unica loggia con mensole a sbalzo tipiche dell'epoca e la tecnica del "civato" con cui è stata rafforzata la muratura in pietra a faccia vista della facciata principale.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:24
     
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    Palazzo Ferrari-De Riso

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    Da alcuni atti notarili risalenti alla seconda metà del sec. XVIII si evince che la famiglia dei baroni Ferrari possedeva in Catanzaro diversi palazzi dei quali: uno posto nel ristretto parrocchiale di S. Maria de Figulis detta di Montecorvino e l’altro sulla via dei Coppolari, attuale via De Grazia, nei pressi della chiesa del SS. Salvatore altrimenti detta di S. Omobono. Quest’ultimo, con giardino adiacente, apparteneva ai Ferrari sin dal 1579 e nel 1717 era di proprietà di Francesco Ferrari; ricadeva nel ristretto parrocchiale della Regia chiesa di S. Giorgio, confinante a quei tempi con altre “case” appartenenti a Domenico Marincola e alla famiglia Ubaldini e fu ampliato nel 1755 inglobando alcune “case” di proprietà di Fabrizio Marincola tant’è che tutto il complesso edilizio si estese, come ancora oggi si vede, sino alla “vinella lorda” o “vico lordo”, gradonata che dal suddetto palazzo scende fino al largo S. Angelo, e su cui insiste il palazzo Grimaldi – Bianchi. Emilia Zinzi riferisce che questo palazzo, in alcuni documenti del settecento e nel catasto conciario napoleonico del 1809, è identificato come “il Salvatore” mentre in una scrittura privata del 1807 si deduce che «appartiene a D. Giuseppe (Ferrari) tutto il restante del palazzo, incominciando dalla sala grande che affaccia alla chiesetta di S. Uomo Buono». Il palazzo, tutt’oggi, si affaccia sull’antistante piazzetta chiusa dalle facciate di questo notevole complesso edilizio e dal prospetto laterale della chiesa normanna di S. Omobono sul quel tratto di strada che tra il 1870 e il 1875 fu interessato da quell’opera di «livellamento e basolamento della parte occidentale della città» che nel caso specifico attraverso «l’eliminazione di una gibbosità nel tratto di strada antistante l’antica chiesa di S. Omobono rese necessaria la costruzione di un muro di rinfianco e di parte della scalinata d’accesso, al fine di collegare la strada stessa alla piccola costruzione religiosa». Il palazzo si presenta nel suo rifacimento esterno ascrivibile agli inizi dell’800 in cui permangono alcuni elementi antichi quali: il portale tardo cinquecentesco, le mensole e le soglie in calcarenite dei balconi. L’edificio rispecchia nell’impostazione della facciata motivi decorativi e formali simili al palazzotto che lo segue il quale, sebbene indipendente – presenta anch’esso l’antico portale –, è stato accorpato stilisticamente all’originario organismo. Il manufatto architettonico in oggetto, costituito da un piano terra e da un piano nobile, è caratterizzato da una decorazione che asseconda le istanze culturali del classicismo che si diffonderanno nel Regno di Napoli nel primo ottocento in cui non mancano riferimenti ai motivi più dell’Impero e a quelli ridondanti ed eclettici molto in voga nella città di Napoli attorno agli anni centrali del secolo. Tale elementi sono ascrivibili, nel caso in oggetto, agli stucchi riproponenti serti di alloro con nastri in decusse e foglie lauracee lanceolate, posti al centro dei balconi tra le cornici, e alle ringhiere eclettiche ottocentesche in stile neogotico dei balconi. La facciata è contraddistinta da una fascia marcapiano, che separa il piano terreno da quello nobile e sulla quale si impostano i balconi, e appare delimitata lateralmente da paraste e conclusa da un aggettante cornicione modanato. Il portale presenta una morfologia caratteristica dei portali a bugne della fine del XVI e gli inizi del sec. XVII ma, rispetto ad altri coevi presenti in città, è caratterizzato da bugne specchiate alternate a bugne a punta di diamante mensoliformi con particolari decori a "ricciolo" comuni ad altri portali coevi calabresi. La chiave di volta decorata da un motivo fogliaceo acantiforme reca al centro una data poco leggibile (15...) corrispondente, presumibilmente, all'anno di costruzione dell'edifìcio. Ai lati del portale, al di sotto dell'intonaco ottocentesco, sono visibili tracce di altri elementi decorativi laterali. L'importanza architettonica dell'edifìcio si riscontra soprattutto nella corte che richiama la produzione architettonica legata al gusto napoletano della prima metà del Settecento.Stimolata in città dalla nobile committenza locale, si diffuse ben presto in molti esempi, che ebbero a modello i moduli barocchi e tardo barocchi e che adottarono, in particolare, le scalinate quali strutture aperte e scenografiche fra corte e giardino. La corte di palazzo Ferrari-De Riso è caratterizzata da una scalinata che riprende i caratteri compositivi e formali delle strutture create da Ferdinando Sanfelice a Napoli (in particolare quella di palazzo Sanfelice costruita nel 1728) e da una pavimentazione ad acciottolato, in pietre di fiume, chiusa da riquadri con fasce costituite da basoli di pietra locale. Nell'800, la corte è stata chiusa a sinistra da una nuova ala indipendente che, a causa di motivi ereditari, è stata suddivisa in varie unità abitative alle quali si assicurò l'accesso attraverso la costruzione di un ballatoio, posto sul lato ovest della corte, realizzato in ghisa e proveniente da ferriere napoletane. Tale struttura, come si evince dalla data posta su una delle colonne, risale al 1869.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:25
     
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  6. Isabel
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    Palazzo Anania

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    II palazzo è datato al 1622. All'esterno non presenta alcun tipo di decorazione ed è caratterizzato da una estrema semplicità. Al contrario, l'edifìcio si evidenzia per la corte interna alla quale si accede da un piccolo portale in laterizio, posto sulla via De Grazia e sormontato dallo stemma lapideo della famiglia, e da un androne, di piccole dimensioni. L'intera struttura è costituita da un sistema di volte a botte e a crociera, decorate da stucchi modanati, e da una pavimentazione sulle rampe e sui pianerottoli in pietra verde di Gimigliano.

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    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:25
     
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    Palazzo Mancusi

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    Il palazzo sorge lungo la via anticamente denominata dei Casali, di importanza storica, appartiene ancora oggi all’omonima famiglia nobiliare di Cicala. Parte dell’edificio, prima appartenente alla famiglia Pascali, fu acquistato nel 1900 da Benedetto Mancusi, Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce della Corona d’Italia, dove si stabilì con la famiglia. Diverse integrazioni nei secoli subite dall’edificio, in più fasi costruttive, ne hanno definito l’attuale struttura. Una zona del piano terra riporta i resti di un convento del XIII secolo. All’interno è possibile notare i particolari soffitti bassi delle stanze e l’ampio spessore dei muri. Sono presenti parti originarie del XV – XVI secolo, relative all’arco del portale bugnato in pietra, sul quale spicca lo stemma della famiglia Mancusi, mentre il portale in legno è conservato nella sua integrità insieme ad elementi ornamentali in ferro e ghisa che lo compongono e risale al XVIII secolo. La corte interna è chiusa da un particolare fondale parietale, decorato da stucchi e pitture dei secoli XVII – XVIII.Le stanze del piano nobile sono caratterizzate da soffitti con travi settecentesche e affreschi di Alfonso Frangipane. Particolari di pregio sono rappresentati dalle seicentesche ringhiere dei balconi del piano rialzato e da quelle ottocentesche in ferro e ghisa del piano nobile. La facciata esterna, sapientemente restaurata, riporta un’atmosfera unica nel contesto urbano, pur non distaccandosi dallo stile dei palazzi catanzaresi della stessa epoca.


    Edited by Simona s - 15/8/2013, 10:26
     
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